#ti porto con me
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Sai cosa c'è di buono nei sogni?
Puoi stare con le persone con le quali è impossibile stare nella realtà.
#pensieri di dea#un anima elegante#un diamante nel cuore#la notte ci porta nuovi sogni#ti porto con me
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Vicino e lontano io ti sento in me – come una tenera luminosa stella mattutina,
vicino e lontano un sole ridente - un fiore orifiamma di comete guizzanti e splendenti
vicino e lontano – così io ti porto con me sempre nella notte fonda del mondo.
.🦋.
🔸Irving Stettner
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"Se solo sapessi in quanti posti ti porto quando non ci sei."
Dea
Buondì ☀️
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Ti porto sempre dentro di me, anche se il dolore non passa e il vuoto rimane.
Lucrezia Beha
Dea☄️
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💛👫💙
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“Non è mai finita. Anche quando non si pensa più a qualcuno, come dubitare della sua presenza dentro di sé? Una persona che ha contato qualcosa conta per sempre.”
— Amélie Nothomb
#finire#non finire mai#mai#pensare#pensare a te#presenza#guardare dentro#ti porto dentro#dentro se stessi#contare#sei sempre nei miei pensieri#sei sempre con me#sempre#frasi#frasi e citazioni#frasi tumblr#amélie nothomb
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Mi manca...
Lo zoccolare fino in spiaggia con mia madre che mi diceva "cammina bene alza quei piedi"...pinoli per terra da schiacciare con i sassi...
l'odore della siepe di caprifoglio dalla pensione trieste al bagno emilio e quello dei giornali dell'edicola, misto a quello del mare e degli abbronzanti e della piadina...
la cuffietta bianca della piadinara...quella anziana, la prima ..che faceva le piade tirate a mattarello con il bordo frastagliato e il pezzetto di carta marroncina per portarle via ...
la luce bianca del mattino e la bassa marea con le righe della sabbia sotto i piedi, i buchini dei cannolicchi e schivare i granchi
fare capannella con il tettuccio del lettino e il telo, il caldo sulla pelle...l'odore dell'abbronzante e il libro con sabbia tra le pagine...
e aspettare le 11 che non arrivavano mai per il bagno... il freddo dell'acqua al primo tuffo o l'andare giù piano piano con tutta la pelle d'oca... i rumori attutiti quando si è sott'acqua.... il cretino di turno che ti slaccia il bikini...le spalle di mio padre per salirci a fare i tuffi...
correre sulla sabbia bollente saltellando tra un'ombra e l'altra... stendersi al sole senza fare la doccia e sentire la pelle tirare con il sale che brucia appena sulla pelle un po' scottata sulle spalle ...
il fastidio della sabbia tra le dita e lavarsi i piedi nel rubinetto sotto le docce aspettando con il costume in mano per sciacquare anche quello...il profumo dello shampoo e il rigagnolo di schiuma e acqua sulla sabbia...
il cemento rigato e rosso e bollente della banchina del porto con le barche che partivano da Milano Marittima per la gita a Rimini e la voglia di tuffarsi lì ma la mamma non voleva...e stare in equilibrio sul muretto tra la banchina e gli scogli ad aspettare gli schizzi delle onde,
il mare grosso i rari giorni che faceva temporale e a fare il bagno tuffandosi dentro le onde e ci si riempiva il costume di sabbia..
la pizza che faceva la sorella della vedova di Emilio alle cinque...e io le confondevo poi sempre quelle due...la Maria e l'Anna
Il rullo per tirare il campo da bocce e il barattolo bucato con il talco per fare le righe...e le premiazioni delle gare al pomeriggio e se le coppie erano miste io ero un po' gelosa se mio padre giocava con la mamma della cecilia perchè era così bella...
e guardarti da lontano mentre giocavi a calcio sporco di sabbia dappertutto e cominciare a scoprire quell'emozione nuova quell'attrazione mai provata... ecco cosa vuol dire innamorasi...il dondolo dell'Hotel Miramare dove per la prima volta ho capito che potevo anche godere del mio corpo...
I giardini del tennis con la terra rossa e la giostra e l'odore dei pini...
le tonde alla sera su e giù per viale Roma e baci infiniti sulle panchine, le feste al Giardino D'Estate con Gianni Togni che cantava Luna..e le puntate all'ippodromo di Cesena e le gite al Parco Naturale che mi sembrava così lontano...
Gli amici che poi non avresti rivisto più, quelli che rivedi solo lì...e quelli che sono ancora con me ......il primo primissimo bacio sul dondolo della casa in affitto ...
il rumore degli aerei con la pubblicità...la pizzeria da Duilio e il cinema Italia all'aperto ...le lacrime quando era ora di tornare e il grano nei campi era già mietuto e le arature portavano l'autunno...
Mi manca la felicità pura e spensierata di quel periodo quando ancora tutto poteva essere e ogni cosa era nuova e da scoprire ...e che non è stata mai più.
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Oggi voglio fare i capricci... Voglio stressarti l'anima con il mio puntare i piedi... Voglio che ti accorgi di me... Voglio portarti a capire che ci sono, per questo mi voglio far punire... Sono una bambina cattiva... Troppo cattiva, molto insolente Non lo vedi che non ti porto rispetto, che ti sto provocando... Ti sto sfidando... Lo sai di cosa ho bisogno... Delle tue brutali attenzioni... Delle tue punizioni... Ho bisogno di te... Di te che ti occupi di me...
~ Virginia ~
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LA LETTERA D'AMORE PIU BELLA CHE IO ABBIA MAI LETTO.
"Cara Francesca,
Spero che questa mia lettera ti trovi bene.
Non so quando la riceverai. Quando io me ne sarò già andato.
Ho sessantacinque anni, ormai, e ne sono passati esattamente tredici dal nostro primo incontro, quando imboccai il vialetto di casa tua in cerca di indicazioni sulla strada.
Spero con tutto me stesso che questo pacchetto non sconvolga in alcun modo la tua vita. Il fatto è che non sopporto di pensare alle mie macchine fotografiche sullo scaffale riservato all’attrezzatura di seconda mano di un negozio o nelle mani di uno sconosciuto. Saranno in pessime condizioni quando le riceverai, ma non ho nessun altro a cui lasciarle e mi scuso del rischio che forse ti costringerò a correre mandandotele.
Dal 1965 al 1975 ho viaggiato quasi ininterrottamente. Nell’intento di allontanarmi almeno parzialmente dalla tentazione di telefonarti o di venire a cercarti, tentazione che da sveglio in pratica non mi lascia mai, ho accettato tutti gli incarichi oltreoceano che sono riuscito a procurarmi. Ci sono stati momenti, molti momenti, in cui mi sono detto: << All’inferno, vado a Winterset e, costi quel che costi, porto Francesca via con me>>.
Ma non ho dimenticato le tue parole, e rispetto i tuoi sentimenti. Forse avevi ragione, non lo so. So però che uscire dal viale di casa tua, in quella arroventata mattinata di agosto, è stata la prova più ardua che abbia mai affrontato e che mai avrò occasione di affrontare. Dubito, in effetti, che molti uomini ne abbiano vissute di più dure.
Ho lasciato il National Geographic, nel 1975 e da allora mi sono dedicato soprattutto a fotografare ciò che piaceva a me, prendendo il lavoro là dove potevo, servizi locali o regionali che non mi impegnavano mai più di pochi giorni.
Finanziariamente è stata dura, ma tiro avanti.
Come ho sempre fatto.
Buona parte del mio lavoro lo svolgo nella zona di Puget Sound. Mi va bene così. Pare che invecchiando gli uomini si rivolgano sempre più spesso all’acqua.
Ah, sì, adesso ho un cane, un golden retriever.
L’ho chiamato Highway, e lo porto quasi sempre con me, quando siamo in viaggio, se ne sta con la testa fuori dal finestrino, in cerca di posti interessanti da fotografare.
Nel 1972 sono caduto da una rupe nell’Acadia National Park, nel Maine, e mi sono fratturato una caviglia.
Nella caduta ho perso la catena e la medaglia, ma fortunatamente non erano finite lontano. Le ho recuperate e un gioielliere ha provveduto ad aggiustare la catena.
Vivo con il cuore impolverato, Meglio di così non saprei metterla. C’erano state delle donne prima di te, qualcuna, ma nessuna dopo. Non mi sono votato deliberatamente alla castità: è solo che non provo alcun interesse.
Una volta ho avuto modo di osservare il comportamento di un’oca canadese la cui compagna era stata uccisa dai cacciatori. Si uniscono per la vita, sai. Dopo l’episodio, ha continuato ad aggirarsi intorno allo stagno per qualche giorno. L’ultima volta che l’ho vista, nuotava tutta sola tra il riso selvatico, ancora alla ricerca. Immagino che da un punto di vista letterario la mia analogia sia troppo scontata, ma è più o meno così che mi sento anch’io.
Con la fantasia, nelle mattine caliginose o nei pomeriggi in cui il sole riflette sull’acqua a nord-ovest, cerco di immaginare dove sei e che cosa stai facendo.
Niente di complicato…ti vedo in giardino, seduta sulla veranda, in piedi davanti al lavello della cucina. Cose così.
Ricordo tutti. Il tuo profumo e il tuo sapore, che erano come l’estate stessa. La tua pelle contro la mia, e il suono dei tuoi bisbigli mentre ti amavo.
Robert Penn Warren scrisse: << Un mondo che sembra abbandonato da Dio >>. Non male, molto vicino a quello che provo per te certe volte. Ma non posso vivere sempre coì. Quando la tensione diventa eccessiva, carico Harry e, in compagnia di Highway, ritorno sulla strada per qualche giorno.
Commiserarmi non mi piace. Non è nella mia natura. E in genere non me la passo poi tanto male.
Al contrario, sono felice di averti almeno incontrata.
Avremmo potuto sfiorarci come due frammenti di polvere cosmica, senza sapere mai nella l’uno dell’altra.
Dio o l’universo o qualunque altro nome si scelga di dare ai grandi sistemi di ordini ed equilibri, non riconosce il tempo terrestre. Per l’universo, quattro giorni non sono diversi da quattro miliardi di anni luce. Per quanto mi riguarda, cerco di tenerlo sempre a mente.
Ma, dopo tutto, sono un uomo.
E tutte le considerazioni filosofiche non bastano a impedirmi di desiderarti, ogni giorno, ogni momento, con la testa piena dello spietato gemito del tempo, del tempo che non potrò mai vivere con te.
Ti amo, di un amore profondo e totale. E così sarà sempre."
“I ponti di Madison County”, R.J.Waller
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Ti porto via con me
Mentre nel cielo si arrampica
Un desiderio invincibile
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Se ci fosse una seconda occasione per noi vorrei saper leggere i tuoi silenzi invece di perdermi dentro ai miei, come ho fatto sempre vorrei lasciarti entrare dentro la mia mente che è un posto parecchio buio e parecchio strano dove comunque ti perdi come dentro a un labirinto ma alla fine troveresti quello che penso di te davvero, quello che penso dal primo giorno in mezzo a tutte le paure e le paranoie e gli sbalzi d'umore in mezzo a tutte le insicurezze c'è una luce che splende i tuoi occhi me li porto dentro, sotto pelle e poi incollati nella mente come una canzone che impari a memoria come un trauma che ti cambia la vita se ci fosse una seconda occasione, per noi imparerei a chiedere scusa, e non solo con gli occhi e cercherei nei tuoi tutto quello che non dici mai e la smetterei di gridare, anche solo per un attimo che in fondo ho capito che non serve a niente se non a farti toccare il fondo e poi ti porterei a dormire in una stanza vista mare col vesuvio sullo sfondo e avrei un po' meno paura, questo è sicuro un po' meno paura di mischiarmi con te e correrei dovunque sei, quando la solitudine ti assale per non far entrare i pensieri dentro il tuo cuore sempre pronti ad inquinare ti proteggerei da me se ci fosse una seconda occasione ma non c'è.
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A MIA MAMMA.
Eri piccola quando ci siamo conosciute.
Beh, sì, io ero ancora più piccola, ma tu eri più piccola di me adesso.
Eri una giovane donna che aveva conosciuto l'indigenza e il lavoro minorile e nonostante ciò non lesinavi sorrisi e leggerezza, come se la vita fosse per te una continua scoperta appassionante e non avessi mai niente da rimpiangere.
Sei stata la prima e l'unica persona che mi abbia mai letto una storia ad alta voce, leggevi e inventavi, perché di certo la fantasia non ti è mai mancata e mi hai cresciuta a sorrisi, iniezioni di autostima, lezioni di pazienza e amore. Un totale, disinteressato, incalcolabile amore.
Non ti ho mai percepita gelosa, fare l'offesa o essere possessiva.
Non hai mai cercato di ostacolare le mie scelte coniugando una sostanziale fiducia in me con una silenziosa osservazione di ogni passo che compievo.
Mi hai dato la vita e poi mi hai permesso di scorazzare qua e là, senza iperprotettivismo, ma con la saggezza infinita di chi sa che le migliori lezioni sono quelle che che impariamo a nostre spese e cercare di impedire a un figlio di soffrire (seguendo, peraltro, un criterio personale nel determinare quale sarebbe il suo bene) equivale talvolta a impedirgli di crescere.
Hai sorriso della mia irruenza adolescente, che ti rimproverava alcune scelte, che ti chiamava pavida e ti criticava di esser troppo accondiscendente. Ma le lezioni di vita a volte son semestri infiniti di materie che non si leggono sui manuali e il cui reale significato ci arriva molto dopo averle studiate.
E così la tua granitica pazienza ha visto me mutare, crescere, maturare. E capire finalmente l'incomparabile intelligenza che ha guidato ogni tua mossa per portarti fuori indenne dal tuo personalissimo ginepraio e lasciare a noi sì, la percezione di essere passate attraverso qualcosa di scombussolante, ma riportando solo qualche graffietto superficiale e lasciandoci invece, come premio, un'inviolabile serenità familiare che, come una leonessa ruggente, hai protetto e custodito facendone il rifugio felice e il porto sicuro che è ancora adesso e che sarà per sempre. Perché hai sempre saputo separare le tue battaglie dalle nostre vite e non hai mai permesso che piani che non dovevano sovrapporsi si sovrapponessero e che la strada delle tue conquiste personali incrociasse maldestramente quella della nostra crescita.
Il risultato è la serenità interiore che ci hai dato in eredità, tesoro preziosissimo che custodisco fieramente. E sebbene noi abbiamo ereditato anche parte della dimensione più squisitamente malinconica e profonda di papà (che custodisco altrettanto fieramente), e sebbene questi nostri anni adulti siano terribilmente instabili e a noi piaccia dire che la vostra vita negli anni '80 fosse per certi versi più "facile" e ci si faccia, quindi, a volte, prendere un po' dallo sconforto, mi basta ripensare al tuo sorriso felice, al tuo entusiasmo, alla tua sconfinata e ottimistica fiducia nella vita per sentire come un'epifania dentro di me e sapere, con certezza, che andrà tutto bene, che tutto avrà un suo senso, prima o poi.
Mamma, anno dopo anno, non posso che augurarmi di somigliarti sempre di più, crescendo.
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COSE UTILI CHE HO IMPARATO PIÙ O MENO RECENTEMENTE
Se tieni voltato il cartellino appeso al camice puoi rispondere in modo divertente a domande che non ti competono.
Se torci in un certo modo quei tappi di merda che rimangono attaccati alla bottiglia, questi si incastrano e ti permettono di riempire il bicchiere senza allagare il Nord Italia.
Gli hacker hanno paura di me perché uso la stessa password da anni ma ogni volta che la devo cambiare ci aggiungo sempre un punto esclamativo in più.
Deve far male essere una nonna statunitense che cerca su internet la ricetta per la torta alla crema.
Quando passeggio in una grande città, tengo sempre il telefono a portata di mano e quando una persona sospetta mi si avvicina per chiedermi una donazione contro la droga/per la pace nel mondo/problema vario, io me lo porto subito all'orecchio urlando SCOMMETTO CHE HAI SBAGLIATO IL DOSAGGIO DELL'ISOCANFOPROPANACETILFENOFTALATO E HAI UCCISO IL MIO PAZIENTE!
Non lancio più coltelli ai miei nemici perché dopo un breve calcolo balistico e fisiologico mi sono reso conto che non si conficcano per più di due centimetri.
Il sidro per sfumare il risotto è un no deciso.
L'effetto placebo mi è stato confermato quando all'università a dei tizi che mi stavano sul culo ho venduto una dado per il brodo impastato col nesquik e questi, dopo esserselo fumato, mi hanno ringraziato perché non avevano mai provato roba così buona.
Se vuoi fare un manico di coltello con corno di cervo non è necessario che quest'ultimo sia morto; di montone invece sì.
Se sei costretto a stare per lungo tempo in mezzo a un gruppo di sconosciuti sgradevoli, quando ti rivolgono la parola basta iniziare ogni frase con 'Da dove vengo io…' o 'Voi esseri umani...' e nel giro di poco il silenzio è assicurato.
Dopo aver provato il kit da scassinare serrature di Figlia Grande, mi chiedo perché le persone non lascino direttamente la porta di casa aperta e risparmino ai ladri i 5 secondi necessari per scassinarla.
Ascoltando i notiziari sul genocidio a Gaza ho imparato un sacco di sinonimi della parola 'bambino' perché 'minori coinvolti in esplosioni' è un po' più family friendly, dai.
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