#ti chiedo scusa
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pensieri-di-dea · 3 months ago
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*•.*•.Achille Lauro*•.*•.Amore Disperato*•.*•.
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Amore disperato
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themhac · 6 months ago
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mamma mia giovanni di lorenzo ma soprattutto mario giuffredi e come siete stati apparati dal signor presidente aurelio de laurentiis, mi vergogno io per voi sinc
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parlamitucheiononmiparlopiu · 2 months ago
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Ciao papà, è da tanto che non ti scrivo e ti chiedo scusa, nell'ultimo periodo ho dovuto affrontare moltissime cose, ma sappi che dai miei pensieri non esci mai. Ho provato ad indossare i tuoi vestiti ma mi stanno ancora troppo larghi, forse sarà sempre così, forse semplicemente non sono i tuoi vestiti che dovrei indossare ma i miei; qualcuno ha provato a farmelo capire, ma sono testarda, sai come sono fatta. Ebbene, ho continuato a fare le cose come penso le avresti fatte tu, ho continuato a mettere un piede davanti all'altro cercando di farlo nel migliore dei modi e ad ogni passo pensavo "mi vedi papà? Sei fiero di me?", non ricevo mai risposta ma in cuor mio spero sia così. Mi sono persa per un periodo, so che di questo non ne saresti stato contento. Mi ricordo il primo anno di superiori, avevo visto il mio "ex fidanzatino" da pochi giorni baciare una mia amica e rimasi a letto per giorni senza andare a scuola. Una sera ti sedesti sul mio letto e mi dicesti "non so cosa è successo, ma non è questo il modo di affrontare le cose; se tu non hai fatto nulla di sbagliato cammina a testa alta, se hai sbagliato, affronta la cosa di petto e chiedi scusa. Ma restare qui, non è una soluzione." Mi ricordo che piansi, però il giorno dopo tornai a scuola a testa alta. Ecco, io ogni giorno negli ultimi mesi ho sperato di sentire una parola di conforto da parte tua, ma il silenzio mi avvolgeva il cuore e quindi mi sono persa. Non sono guarita, però il mio cuore ha ripreso a battere ad un ritmo più lento, in pace. Ho commesso l'errore di mettere le mie fragilità in mani sbagliate; di nuovo? si, di nuovo. Cammino a testa alta, come hai detto tu, perché non sono stata io a sbagliare. Mi manchi tanto, mi chiedo come sarebbe se tu fossi ancora qui, se le cose fossero diverse oppure sempre così però con te presente. Ogni volta che mi siedo alla scrivania per studiare guardo la tua foto appesa al muro. "Lui vorrebbe davvero questo per te? Vorrebbe che tu avessi questa rabbia e questa voglia di giustizia? O vorrebbe che tu inseguissi solo i tuoi sogni?", me lo ha detto un amico quando ha capito che ero totalmente persa. Cosa voglio io? Volevo davvero tutto questo? Me lo chiedo da giorni, cercando di distinguere il tuo sogno dal mio; ma si sono fusi così tanto che non c'è più una linea di confine. Piango. Piango perché ho confidato questo dolore a persone che mi hanno lacerata, senza rimorsi. Piango perché nessuno ha mai compreso quanto sia profonda e intima questa ferita. Piango perché ho perso di vista chi sono e chi voglio diventare. Piango perché manca qualcosa, manchi tu. E mi mancano i piatti buoni che mi cucinavi, mi manca la tua risata per cose che io non trovavo divertenti, mi manca la tua colazione addobbata la mattina di Natale perché sapevi quanto mi rendesse felice, mi manca quando mi vedevi dormire e mi arrotolavi nelle coperte per non farmi sentire freddo, mi manca sentirmi al sicuro. Sembra una vita passata ed irrecuperabile. Sembra (perché ho paura di dire che lo è) una vita fa. Ti chiedo scusa se ti ho deluso, ti chiedo scusa se hai dovuto fare guerre per farmi capire le cose, ti chiedo scusa se non sono stata proprio quel tipo di figlia calma e silenziosa, ma se ho sempre sempre indossato armature e urlato. Le stesse armature che ora devo indossare per affrontare questo mondo. Ma grazie, per avermi insegnato che il perdono è fondamentale per allontanarsi da persone e situazioni che ci portano via ciò che siamo. Avrei voluto togliermi i polmoni e donarli a te per farti restare un po' di più, tu invece ti sei tolto il cuore per darlo a me ed io imparerò ad averne più cura. Grazie papà, perché sei stato e sei il mio papà.
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kon-igi · 4 months ago
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ERA UNA FAMIGLIA NORMALE DI GRAN LAVORATORI
E tutte le volte mi viene da dire 'E allora pensa se era una famiglia strana di gente che non aveva voglia di fare un cazzo'... ma poi correggo i miei pensieri ingiusti e mi risovviene quella frase di Bocca con cui commentava la visita a un'operosa cittadina del Nord Italia:
«Fare soldi, per fare soldi, per fare soldi: se esistono altre prospettive, chiedo scusa, non le ho viste»
E penso a quelle migliaia di persone giovani, di cui ogni tanto qualcuna 'normale' sbrocca e fa una strage in famiglia, senza saper dare un perché che accontenti una società normale di gran lavoratori.
'I genitori gli hanno dato tutto e loro li hanno uccisi!'
Da genitore posso dire che già è difficile fare qualcosa di giusto per i propri figli, figuriamoci dar loro TUTTO... o forse si riferiscono ai bisogni basilari - casa, cibo, riscaldamento, soldi - moltiplicati all'eccesso per poi poter dire 'Non gli ho fatto mancare nulla!'
E no... se ti ritrovi la parte sbagliata di un coltello nel fegato e all'altra estremità c'è quello a cui non hai mai fatto mancare nulla, forse due domandine te le dovevi fare per tempo e non ora che ti si annebbia la vista per lo shock da ipovolemia emorragica.
A distanza di decine di anni ricordo ancora le parole di un docente che davanti a noi studenti disse ai suoi colleghi 'Ok il programma che deve andare avanti ma tutte le volte che ci voltiamo per non ascoltare i loro bisogni è un calcio in culo con cui li facciamo crescere soli e rabbiosi'.
Fu in quel momento che decisi quale tipo di adulto sarei voluto diventare.
E ora sono una persona abbastanza vecchia, le mie figlie sono grandi e se non mi hanno accoltellato prima non credo che oramai lo faranno adesso, sono dolente per la solitudine a cui molti sono condannati pur seduti al caldo con molti parenti davanti a una tavola imbandita e vorrei fare qualcosa di più che non incazzarmi per la furba tendenziosità dei titoli di giornale con cui ci si chiede 'Ma cosa gli sarà preso a quel figlio? Cosa sarà passato in mente a quella figlia?'
Nulla.
E a volte è proprio il nulla che ti divora da dentro.
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Vi penso... e per quanto possa valere, vi voglio bene.
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odioilvento · 5 months ago
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Sono ormai cinque anni che sono nel campo sanitario, l'ho scelto per imparare certe cose pratiche che mi sarebbero potute servire in futuro, ma credo di stare imparando anche altre cose, sia non pratiche sia di me stessa.
L'empatia è una delle principali. Ti metti nei panni dell'altro e soddisfi i suoi bisogni primari, ma non solo quelli. Io sono un semplice OSS, ma fare questa parte del lavoro ti permette di conoscere bene le persone, che in quel momento sono anche pazienti.
Prima in RSA, adesso in ospedale. Vedi continuamente malattie, sofferenze ed anche morte. Io non ho mai avuto problemi a vedere, pulire, parlare di vomito, scariche, urina, sangue, escreato, lesioni da decubito, tanto che dopo un po' ti abitui a parlarne anche mentre mangi, riesci a scollegare le due cose, diventa tutto routine.
E poi c'è il fine vita, ti abitui in un certo senso anche alla morte.
Prima accudivo una persona per farle finire la sua vita nel migliore modo possibile, adesso i pazienti che mi passano davanti sono tutti diversi. Chi sta un giorno e mezzo, chi rimane settimane. Chi torna a casa sulle sue gambe, chi dopo giorni, leggi in consegna: attende hospice. E ti chiedi in qualche modo perché.
Hai già visto infarti che non si riescono a recuperare. Hai già visto chi non si cura e dopo due settimane a casa torna in ospedale un mese. Hai già visto tante persone, tanti caratteri, tante storie di vita, ma poi arriva quella che ti lascia con i pensieri. Quella che non è anziana, quella che deve fare tante cose ancora, quella che entra per un dolore, ma il problema non è lì. Quella che fino ad un minuto prima è in piedi, autonoma, e poi le dicono che deve restare a letto, che arriva il medico a parlarle. Quella che cambia la luce degli occhi dopo che forse non le hanno neanche detto tutto davvero, ma che ha capito tutto lo stesso.
E rifletti che forse non vedrà il Natale. Che avrà mille cose da sistemare. Che non sta reagendo, non si sta arrabbiando, non sta piangendo. E ti chiedi come reagiresti tu. Perché io so benissimo cosa vorrei, lo dico sempre alle persone intorno a me, ma ti devi trovare nelle situazioni prima di sapere veramente come reagirai. E pensi al "dopo di noi", a tutto quello che sarà dopo di me...
E pensi a come la vita ti cambia, quello che ti succede ti cambia, quello che vedi negli altri ti cambia. Di quanto la vita sia breve, imprevedibile, a volte bastarda.
E l'empatia ogni tanto ti molla ed hai bisogno di raccontare come stai, per buttare fuori quello che stavolta non è uscito a fine turno, uscendo semplicemente dalla porta del reparto. E ringrazi chi ti ascolta. E chiedi scusa perché ti senti un po' in colpa perché stavolta hai dovuto raccontare e ti sembra di aver lasciato un pezzo di dolore in chi ti ha ascoltato.
Boh, anche questo mio sfogo è un modo per buttare fuori, e quindi chiedo scusa anche a voi se mi avete letto fino qui. Grazie.
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pizzettauniversale · 6 months ago
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Io Dio porco la gente si deve fare i cazzi suoi. Mi sono dimenticata le verdure per pranzo, allora vado al bar a vedere cosa hanno e ci stanno i fagiolini (tegolini) e chiedo di farmene una porzione abbondante. Contate che da dieta io devo mangiare MINIMO 200g di verdura a pasto, minimo, non sotto i 200g. Arriva questo, mai visto e mi fa “beh certo quella è una porzione per una caserma”. MA CHI SEI? CHE VUOI? CHI TI CONOSCE? Giuro sbroccato malissimo e quello “no scusa non volevo”, il cazzo. Ma sta confidenza alla gente chi vi ha detto di darla? Ma siete cresciuti nella giungla?
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angelap3 · 21 days ago
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Momenti di vita...Ci sono momenti della vita dove senti , sai ,di dover essere te...forse magia dall’età...Dove non ti importa di essere antipatica , fuori riga , non ti importa di essere amabile , gentile ...Di quella gentilezza spesso finta , di quelle azioni manierate , dettate da azioni forzate ...per farsi amare , desiderare ...A me non importa , non adesso ...Non voglio stare “sempre sul pezzo” su persone , cose e...Sono così : orrida in questo periodo , malinconica , antipatica Perché saluto solo se ne ho voglia...e quando mi obbligo , perché “così si fa” è palese ...non ho voglia di dare auguri perché si fa , ne pubblicare palline di Natale , ne essere allegra perché devo ...Preferisco essere vera ...per me Natale può essere il 12 Agosto Chiedo scusa agli astici sprecati ...Sono così ...Se devo chiedere , insistere , edulcorare ...non lo voglio
(Angela P.)
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libero-de-mente · 4 months ago
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LA LEGGENDA DELL'ANANAS NEL CARRELLO
Sabato pigro, sabato fresco in questa metà di settembre, con le temperature velocemente precipitate. Ma è anche sabato di spesa questo.
Entro al supermercato con il carrello, il primo reparto che trovo è quello della frutta. Distrattamente prendo un ananas, attratto da quel colore giallo e verde acceso, che mi ricordano i colori della bandiera brasiliana.
Non appena l'ananas è nel carrello, mi sento osservato. Mi giro, incrocio lo sguardo di una donna dall'aria vivace con un carrello colmo di prodotti biologici.
<Forse>, penso tra me e me, <approva la mia scelta di aver preso un ananas fresco e non di quelli inscatolati e già affettati.>
Mi fermo a osservare una piantina di basilico, lei mi si avvicina: "Hai il pollice verde?"
"Scusa?", le chiedo stranito, incredulo che mi rivolga la parola.
"Chiedevo se hai il pollice verde, vedendoti interessato al basilico", mi risponde.
"Mah, ci stavo pensando ma poi ho valutato che vivrebbe di più senza di me ed è meglio lasciarla qui al supermercato", le ho risposto con aria rassegnata.
Così dovrebbe bastarle. Dovrebbe capire che se faccio morire le piante di basilico figuriamoci i frutti dell'amore. Appassirebbero subito.
"Piacere, mi chiamo Monica", decisa con la mano allungata verso di me.
"Eh... piacere, Ri-Rino", le rispondo preso in contropiede.
"Ririno? Che nome strano."
"Mi hanno chiamato così perché non capivo mai niente, dovevano ripetermi le cose due volte da piccolo."
Lei ride. Ha capito la mia battuta, che non era una battuta, ma una vergognosa menzogna per mascherare il fatto di aver balbettato, davanti a lei, il mio nome.
Sorrido e riparto con il carrello, mi sento in imbarazzo, percepisco dal rumore che resta nei miei paraggi con il suo carrello.
Prendo una busta d'insalata e la butto distrattamente nel mio carrello.
"Quindi cerchi una relazione veloce e leggera", mi chiede incuriosita.
"Scusami ma non ti ho compreso."
"Allora", con un sorriso che stenderebbe chiunque, "se vicino all ananas metti l'insalata vuol dire che cerchi una relazione basata sul solo sess0, nulla di più."
"Ah... e se ci fosse della cioccolata?"
"Vuol dire che si cerca un'esperienza dolce e romantica."
"E se ci mettessi della conserva di frutta?", le chiedo incuriosito.
"In questo caso sei alla ricerca di una relazione dolce e duratura."
"Caramelle?"
"Passionale e sempre dolce."
A questo punto dal mio cervello sbuca un ricordo, quello della leggenda dell'ananas nel carrello. Nei supermercati era il modo di segnalare la propria disponibilità a conoscerci. Prima dei vari Tinder, Badoo e Meetic c'erano ananas e altri frutti.
Cazz0. Non me l'ero ricordato, a saperlo ci avrei messo subito dei limoni nel mio carrello, per segnalare una vita aspra. O dei kiwi, per indicare quanto ne avessi pieni gli 'zebedei'.
Deciso do una spinta al carrello, ora non so cosa metterci dentro. Ho paura a guardare la lista. Metti che ci fossero scritte 'zucchine', come interpreterebbe la cosa?
Entro nel reparto delle celle frigorifere, quelle aperte, dove in piena estate trovi quel refrigerio che ti riporta alle fresche serate d'ottobre.
Sento il suo carrello dietro al mio, dal fiato sul collo al carrello al culo è un attimo. Mi giro, lei sorride. Faccio la mossa di indossare la felpa in cotone che avevo appoggiato sull'impugnatura del carrello.
"Sai com'è", le dico mentre la indosso, "ho una certa età:"
Questo dovrebbe essere un chiaro segno della mia anzianità latente.
Velocemente mi fiondo nel reparto dolci, rimango in quella corsia fissando gli scaffali. Credo di aver avuto un'espressione abbastanza preoccupata.
"Tutto bene?", sento di nuovo lei prontamente a chiedermelo.
"Ehm, diciamo di si."
"Stai guardando gli ovetti al cioccolato, ti piacciono?"
"Si, il problema è quando arriverò alla cassa, mi creano più ansia gli ovetti al cioccolato che dei preservativi."
Ride, "Ma dai e perché?"
"Ti sembro uno che ha l'età per comprarsi degli ovetti al cioccolato? Mia cara... cara... scusami, già non mi ricordo il nome."
A quel punto mi mostra il cartellino di riconoscimento, appeso al suo collo, che le era andato sotto la sua felpa, "Ce l'ho scritto qui: Monica. Se vuoi tra poco vado in cassa, appena ho finito di rimuovere alcuni prodotti in scadenza dagli scaffali, così con me non dovrai andare in ansia."
"Ah, ma tu lavori qui!", ma dai ma che scoperta, ma cosa mi credevo? Illuso.
"Si, sei un nuovo cliente da noi?"
"Come fai a saperlo? Generalmente vado da un'altra parte."
"Si impara velocemente a riconoscere la gente che frequenta il supermercato dove si lavora. Chi sono, la frequenza e le assenze."
"Cosa intendi?"
"Intendo dire che lavorando in questo tipo di attività impari a capire il passare del tempo, della vita. Le persone anziane, per esempio, le noti perché ti fanno tante domande. Credo che a volte lo facciano perché sole, per parlare con qualcuno. Quando non le vedi per un po’ di tempo cominci a preoccuparti. Se non le vedi più capisci che potrebbero essere finite in un ospizio. O peggio morte. I bambini invece li noti perché corrono tra le corsie, li trovi spesso in quelle dei dolci o dove ci sono i giocattoli. Quando non li vedi più correre per le corsie vuol dire che sono diventati adolescenti, hanno la loro vita con gli amici. Non vengono più con i genitori a fare la spesa."
Rimango allibito e le chiedo, "E chi sta nel mezzo?"
"Quelli stanno nel mezzo, della vita, vanno e vengono come le offerte promozionali, spesso anche loro sono scontati", gli occhi di Monica sono lucidi, sembrano contenere il firmamento intero.
"Comunque", le rispondo per cercare di farla sorridere, "Non si è mai troppo vecchi e né troppo giovani, per lanciare prodotti a caso nel carrello di sconosciuti al supermercato mentre non guardano. Quando sarai in cassa e vedrai gente rinnegare quello che hanno nel carrello, ecco in quel momento pensa a me. Anche se non sono in offerta."
Non ho fallito, quel sorriso me lo porterò con me fino a che non mi addormenterò. Questa notte.
Oggi un ananas mi ha dato modo d'imparare, di conoscere. La frutta fa davvero bene. Anche se i nostri problemi sono iniziati da una cacchio di mela.
P.s. per questo racconto nessuna addetta alle vendite/cassiera è stata maltrattata
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emozparole-blog · 26 days ago
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Ti chiedo scusa se a volte non sono come vorresti, se qualche volta mi arrabbio e sono gelosa, o se tiro fuori gli artigli e mi difendo. Ti chiedo scusa se a volte indosso la maschera da stronza e scappo via, se quando mi chiami non rispondo e quando corri da me io corro più lontano.Ti chiedo scusa per gli sbagli, i colpi di testa, e per gli sbalzi d'amore. Ti chiedo scusa se sono tutt'anima, tutta brividi, tutta cuore!!.
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* Riccardo Bertoldi *
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sayitaliano · 2 months ago
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Ciao sono nata in Italia ma il mio italiano fa comunque schifo è incomprensibile. Vorrei migliorare il mio lessico la scrittura e quando parlo ho problemi.
Come posso migliorare? Dovrei avere un tutor?
Ciao!
Da quello che hai scritto non mi sembra che tu abbia grossi problemi, anzi. Vivi sempre in Italia, giusto? Lo sai che noi stessi siamo i primi a non parlare correttamente la nostra lingua, a metterci dentro errori e via dicendo...
Quello che posso suggerirti è di provare a lavorare sulla punteggiatura quando scrivi, e anche quando parli: non ti ho ascoltata e non ti conosco, per cui non so se sia questo il problema, ma non preoccuparti se devi prenderti delle pause per pensare prima di esprimerti. Abbiamo preso la brutta abitudine di fare tutto di corsa, sembra che non abbiamo mai tempo per nulla, invece ne siamo pieni e finiamo anche con l'avanzarlo... Quindi davvero, non preoccuparti.
Per migliorare il lessico (ma anche il tuo parlato/scritto) leggi (dai giornali, ai libri, alle riviste, alle poesie... lo so a scuola ce ne fanno leggere molte, ma ce ne sono di più belle: cerca anche quelle straniere tradotte, prova a capirne le sfumature e cerca di capire se tu avresti usato parole differenti); se non ti piace leggere, guarda serie tv o film anche storici, o documentari (non tutti sono noiosi... prova con argomenti che sono di tuo interesse, anche video su youtube vanno bene). Se trovi parole complesse o sconosciute, cercane il significato sul dizionario e usale in un paio di frasi. Studia la grammatica anche se è noiosissima: diventa curiosa sul perché qualcuno abbia usato quelle parole, quella punteggiatura, quel tempo verbale invece che un altro. Trova gli errori dei giornalisti, per esempio: non per qualcosa, ma per ricordarti di ciò che sai tu. Da quello che ho capito con questo blog, a scuola non ci insegnano molte cose in maniera diretta, ma solo in maniera indiretta: le apprendiamo con la pratica, vivendo, interagendo con gli altri e aprendoci ai nostri errori, che, come detto, ci stanno. Italians are imperfect beings! :P. Ah, vale anche aprire il dizionario a caso e leggere le definizioni di un paio di parole ogni tanto, e provare ad usarle sia in alcune frasi di prova che mentre parli. La decisione finale è la tua, ma non credo che tu abbia bisogno di un tutor: credo che tu possa ancora concederti del tempo, no? Prova a scrivere un diario giornaliero, anche poche parole su quello che hai fatto o inventando storie di poche righe, magari appunto usando parole nuove. Tra un mese dimmi come va, se è cambiato qualcosa oppure no. E poi decidi. :)
Continua a provare ad esprimerti, non chiuderti. Non convincerti di non essere capace di fare qualcosa: questo è il blocco più grande che ci possa essere. Sei tu che ti controlli, e se ti convinci di qualcosa, sarà difficile non seguire quella tua convinzione inconsciamente. Le tue paure e insicurezze prenderanno il sopravvento e ti bloccherai, trovando solo conferme sulle tue incapacità. In poche parole, se ti convinci di non essere abbastanza brava a comunicare o di essere incomprensibile (specialmente se per qualsiasi motivo qualcuno te lo ha detto e tu hai iniziato a crederci), finirai davvero per esserlo perché l'ansia di voler comunicare al meglio ma non sapere come farlo (in realtà lo sai, ma magari hai smesso di fidarti di te), ti saboterà fino a farti balbettare o avere dubbi su qualsiasi cosa. Tante volte le persone si chiudono nelle loro paure, e nel chiudersi ci chiudono fuori a nostra volta. Non sempre hanno ragione però. Non aver paura di essere te stessa, di prenderti del tempo, di parlare a modo tuo con le tue sfumature. Chi vuole aspettarti ti aspetta comunque. Gli altri, lasciali andare. E datti tempo anche tu. ...Forse mi sono lasciata prendere dal momento qui, ti chiedo scusa se ho detto qualcosa che non dovevo o che non c'entra con la tua situazione. Ma succede che ciò che non va sul piano emotivo si rifletta sul piano comunicativo. Siamo esseri complessi...
In bocca al lupo!
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a-silent-bear · 3 months ago
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Paura. Tanta. Di perderti.
Sono un disastro, ti chiedo scusa.
Scusa di tutto, del mio caratteraccio.
Perdonami.
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gocciadentroalmare · 4 days ago
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Ti ho visto piangere e non lo fai spesso
Ti senti fragile, ti senti persa
So che ti meriti un mondo diverso
Perchè poi in primis tu sei diversa
Però ti chiedo
Dimmi se ti senti male
Mi siedo al tuo fianco e troviamo un rimedio
O se io sono il tuo male rimandami indietro
E se nessuno ti dà dei fiori
Esci di casa e fatti un regalo
Sai l’amor proprio è quello migliore
Prendi uno specchio e grida "ti amo"
Non ti serve nessuno e presumo
Che a volte ti senti sola
Stammi a sentire, ti giuro
La cambi tu la tua storia
E magari domani trovi qualcuno
Di cui fidarti giusto un poco di più
E magari ti spezza il cuore di nuovo
E quindi all’amore vero non credi più
Ma promettimi che non ti dai le colpe
Solo chi è debole è il vero forte
Passerà pure quest’altra notte
È tutto okay
Combatti da sola, dici non ti importa
Ti ha reso cattiva tutta questa collera
Basta
Lo so che sei buona
Ora basta
È da 10 anni la stessa storia
Da quando odiavi già quella scuola
Forse nessuno ha davvero capito
C’è più di un motivo se piangi ancora
E il vero amore dopo ti ha tradito
Tu che pensavi fosse per la vita
E poi ad andarsene è stato un amico
Che ti diceva: "ti starò vicino"
Ora è tutto nelle tue mani
È da te che dipende il futuro
Tu non lo sai dove arriverai
Se ti fermi, non lo saprà nessuno
Scusa che?
Stai lavorando alla versione migliore di te
E solo adesso ho capito perchè
Ti ho visto piangere e non lo fai spesso
Ti senti fragile, ti senti persa
So che ti meriti un mondo diverso
Perchè poi in primis tu sei diversa
Però ti chiedo
Dimmi se ti senti male
Mi siedo al tuo fianco e troviamo un rimedio
O se io sono il tuo male rimandami indietro
E se nessuno ti dà dei fiori
Esci di casa e fatti un regalo
Sai l’amor proprio è quello migliore
Prendi uno specchio e grida "ti amo"
Non ti serve nessuno e presumo
Che a volte ti senti sola
Stammi a sentire, ti giuro
La cambi tu la tua storia
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raccontidialiantis · 4 days ago
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Lo so che cosa vuoi
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Siamo qui in vacanza insieme in questo villaggio turistico; siamo un bel gruppetto di colleghi e amici. E poi c'è Nadia; lei è un capitolo a parte. Questa giovane donna è la bellissima e fresca sposa del mio collega Carlo. Lui è innamorato pazzo. Probabilmente lo ama anche lei, sebbene sia comunque una tipa abbastanza “aperta”, lo so per certo. L'ho capito subito due anni fa, quando me l'ha presentata come fosse la luce dei suoi occhi.
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Poi, restati soli io e lei vicino alla portafinestra del locale dove per l'appunto festeggiavano il loro fidanzamento ufficiale, con una scusa mi ha portato nel vasto giardino. Nel capanno degli attrezzi mi ha praticamente spinto dentro e con evidente esperienza, rapida mi ha slacciato i pantaloni, s'è chinata e mi ha regalato un bacio intimo che al solo ricordo chiudo gli occhi e ne gusto di nuovo ogni secondo. Eh, Nadia, Nadia… Adesso è evidente che qui e ora tu vorresti di più, ma sei sposata con lui. Cerco di evitarti.
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Non so però quanto resisterò ai tuoi sguardi, alle tue richieste abbastanza esplicite: la donna più attraente per un uomo è quella che gli fa chiaramente capire la propria disponibilità. Se poi ha pure quindici anni meno di lui... Sai che sono un maschio di sani appetiti. Separato da poco, per giunta. E purtroppo non sono insensibile alle tue armi di seduzione, al tuo bellissimo corpo. E chi lo sarebbe, con quel culo tondo…
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Tra l'altro, da quella sera mi sei entrata nel cervello e il gusto del proibito, dell'immorale, del non si fa, aggiunge molto sale sulla ferita ben viva del mio desiderio per il tuo corpo. Vedremo. Parlo da solo: no, scemo! Certo che comunque sei bellissima. Ehi: ho detto di no! Ma dai… a chi la voglio raccontare! Mi piacerebbe tantissimo gustare i sapori intimi che hai: dappertutto. Amerei molto odorarti, toccarti ovunque, profanarti, sentirti muovere e godere sotto di me. E poi farti felice; vederti ridere mentre ti faccio toccare le vette dell'orgasmo e quando vieni urlando… Noooo: ho detto di no, va bene? Che idiota che sei…
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"Ciao, bello: che fai?"
"Stavo pensando di scendere in spiaggia…"
"Anche io: però da sola, purtroppo! Carlo è sul letto con due linee di febbre"
"Ah, mi spiace! Allora, andiamo?"
"Si. Hai visto che lì prima del paese c'è anche la pineta ombreggiata? Sarà una bella mattinata. Andiamo prima a farci un giretto con la tua macchina? Dovrei far due compere nel paese vicino… poi magari torniamo in spiaggia…"
"Certo: sarà letteralmente un piacere, lo sai. Sei molto bella, stamattina…"
"Scemo! Ma dimmi la verità: io ti piaccio veramente? Non lo dici solo per cortesia?"
"Vieni qui, bambolina: ora andiamo in camera mia. Tu vuoi giocare, stamattina. Ma con me si va fino in fondo, sai?"
"Non chiedo altro..."
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RDA
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pezzidiuncuoreancoravivo · 16 days ago
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Per favore, è un post sfogo, non voglio i vostri pareri ma solo rispetto.
Pensavo peggio oggi, al funerale. Con le altre non ho parlato praticamente di nulla, già tanto se ci siamo salutate ma comunque stavo già mezza influenzata ed ero molto tesa e giù di morale, qualcuna mi ha chiesto come stavo e l'unica con cui non ho mai legato si è avvicinata un po' per consolarmi, mentre quelle due a cui ero più legata non mi hanno detto nulla. Me lo aspettavo. Forse per chat sono state più "confortanti" ma vabbè, so che posso contare solo su Riccardo ormai. (il giorno dopo, oggi, mi hanno scritto entrambe, apprezzo molto).
Mi ha fatto piacere che ci siamo state per lei, anche se troppo tardi, praticamente eravamo solo noi, non ho visto altri suoi coetanei, vorrei pensare che per molti fosse colpa della distanza, visto che ci abbiamo messo un'ora per andare al funerale. Le sue amiche di un tempo c'erano e spero che ovunque sia abbia apprezzato e che ci abbia perdonato per averla lasciata sola a se stessa. Forse quella con più rimorsi sono io, come ho già detto ho lasciato vincere il rancore e purtroppo questa cosa non la cambia nemmeno la sua morte, ma lei aveva una scusa per avermi spesso trattata di merda, aveva un disturbo, le altre che scusa hanno per avermi abbandonata? Forse la faccio tragica, non so. Pensavo che questa cosa ci avrebbe riavvicinate ma loro credo che stiano meglio senza me.
La mente è difficile recuperarla quando parte, io la capisco, la capivo, certo non ho mai provato al 100% quello che provava lei, ma io capisco bene la sensazione di sentirsi talmente a terra da non riuscire a fare niente e niente ti può aiutare a tirarti su, so bene quanto la mente giochi brutti scherzi e i pensieri brutti che ti fa fare. Io almeno ce l'ho sempre fatta a farmi passare quei momenti ma credo che a lei non passavano mai. Avrei voluta farla sentire compresa ma evidentemente quello che provava era un milione più grande di quello che provavo io. Si era data da fare, lavorava, prendeva medicine ma era comunque insoddisfatta della sua vita, non si sentiva realizzata e quel disturbo è stato alimentato al punto di volerla fare finita. Ho avuto paura che un giono anche io potrei peggiorare, ma se non è successo in questi anni non credo che accadrà più, fortunatamente ho smesso di dire di voler morire e fortunatamente non ci ho mai provato, forse devo iniziare a dosare bene le parole che dico.
Sua madre l'ho vista bene, è stata molto carina con noi, era contenta di averci visto, peccato che sapevo soffrisse di schizofrenia, quindi magari è la sua testa a reggerla in piedi ancora. Suo padre l'ho visto molto provato e il suo ragazzo o ex, era visibilmente sfinito, sappiamo tutti che ce l'ha messa tutta per farla sopravvivere ma non è bastato. Mi chiedo quanto coraggio ci voglia a lanciarsi e buttarsi tra le braccia della morte.
Voleva farla finita da tempo ma non ci era mai riuscita. Ha scelto una fine bruttissima. Ma la capisco, se tanto era peggiorata che altro poteva fare? Nulla le è stato d'aiuto e io sono certa che abbia fatto del suo meglio per uscirne, ma ripeto, quando la testa parte non c'è nulla che regga. Capisco quella sensazione di vuoto che nulla lo colma, la solitudine, tutto. Non trovava pace, non l'avrebbe più trovata. Penso sia come per chi sceglie l'eutanasia per malattie incurabili, la sua testa non era più guaribile. Nessuno merita di soffrire così tanto in vita e sti cazzi di chi dice "c'è chi vuole vivere e questa si ammazza", lo volete capire che i disturbi mentali sono alla pari di un tumore?? Nessuno sceglie di ammalarsi, nessuno vorrebbe morire ma tornare a vivere e lei non ci stava riuscendo più.
Le auguro che abbia trovato pace, ce lo siamo augurati tutti oggi.
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parlamitucheiononmiparlopiu · 3 months ago
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ti chiedo scusa, amore mio,
se non ho saputo controllare
l'amore per te.
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innamoratadellenuvole · 25 days ago
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Spero che un giorno avrai la forza di lasciarmi e rifarti una vita senza di me, io continuo a provarci ma al solo pensiero di non averti più nella mia esistenza, mi sembra di morire.
Il punto è che sono una di quelle persone che è meglio tenere lontane perché sono velenose per se stesse e per chi le circonda.
Avrei voluto capirlo prima che ci conoscessimo.
Non deve essere facile stare con una che ogni due per tre cerca di lasciarti, è da stronza, lo so ma non lo faccio per cattiveria.
Il mio dovrebbe essere un ultimo atto d'amore: liberarti da me in modo che tu possa finalmente sorridere, ed un giorno avere magari una relazione sana con un'altra in cui poter fare progetti per il futuro e pian piano realizzarli davvero.
Con me non avrai mai nulla di tutto ciò, non ce la faccio.
Ma il mio egoismo ha sempre la meglio e alla fine non taglio mai tutti i nostri ponti definitivamente.
Ti chiedo scusa davvero, non sai quanto questo mi faccia sentire orribile.
So quanto è dura per te e ti sarò per sempre grata per essermi rimasto vicino tutto questo tempo nonostante tutto ma continuo a credere che questa sia una pessima decisione per te e non capisco come tu non te ne renda conto.
È talmente palese che a causa mia siamo finiti in un limbo senza via d'uscita...
E per quanto odi me stessa ed ami te, non riesco comunque a mettere il tuo benessere davanti al mio.
Ti rendi conto di quanto fa schifo la persona con cui stai amore mio? Dovresti lasciarmi anche solo per questo.
Mi sono chiesta perché rimani e la risposta non ha nulla a che vedere con l'amore.
Bensì con la paura.
È altamente probabile che tu abbia paura di staccarti da me e ricominciare tutto daccapo, da solo, e se un giorno ti innamorassi di nuovo ma non fossi ricambiato?
Hai paura che se io me ne vado, non troverai più nessuno che ti ami come ho fatto io.
Però sono certa che troveresti una persona che ti ami anche di più e meglio di quanto sia riuscita a fare io.
Sono pessima sotto qualunque punto di vista amore mio.
Spero che un giorno smetterai di accontentarti di me.
Non sarò mai in grado di diventare la donna che meriti perché è una lotta contro me stessa che non vincerò mai, tu non c'entri, io non sono adeguata per niente e per nessuno.
Dovrei stare sola fin quando non sopraggiungerà la morte, è questa la fine che merito.
Non è più autocommiserazione ma consapevolezza.
Lasciami perché io non ci riesco.
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