fernandopeirone · 1 year ago
Text
1 note · View note
rocaillefox · 4 years ago
Text
not to start discourse but every day. every day i am reminded of that post about running immediately if someones favorite warrior cat is ashfur
2 notes · View notes
spettriedemoni · 6 years ago
Text
Lo scambio di maglie
Il 4 maggio 1949 è una data tristissima per il calcio italiano. Sulla collina di Superga si schianta l'aereo che sta riportando il Grande Torino a casa. Una delle squadre più forti del dopoguerra, una squadra capace di dare 11 giocatori alla nazionale italiana non c'era più.
Tra i morti c'è un calciatore di nome Valentino Mazzola, una mezz'ala di regia straordinaria, un numero 10 con grande fiuto per il gol oltre che di una notevole visione di gioco. È anche il capitano di quella squadra pluriscudettata.
Lascia due figli che diverranno anche loro calciatori, Ferruccio e Sandro.
Il secondo è destinato a diventare famoso soprattutto per il dualismo con Rivera, ma nelle giovanili dell'Inter il suo cognome pesa. Meazza, che allena le giovanili dell'Inter, lo chiama "Mazzulin" per non fargli pesare troppo l'essere figlio di Valentino.
Sandro è un attaccante secondo molti ma un po' atipico, qualcuno lo vede ala destra e gli dà la maglia con il numero 7. Mazzola non ama quel numero, non si sente a proprio agio in quella posizione: vuole giocare più centrale, vuole essere nel vivo del gioco.
All'Inter è arrivato da qualche tempo un allenatore argentino di nome Helenio Herrera che ha rivoluzionato i metodi di allenamento e ha fissato gli obiettivi per attacco e difesa. Assieme ad Angelo Moratti ha costruito una squadra molto forte. In porta c'è Sarti, in difesa due marcatori arcigni, il terzino destro Burgnich e lo stopper Guarneri. Dietro di loro un libero duro e rapido nelle chiusure, il livornese Picchi, sulla sinistra gioca il terzino Facchetti, il prototipo del terzino fluidificante. A centrocampo c'è Tagnin un mediano che corre e difende come pochi, mentre come regista è arrivato dal Barcellona Luis, detto Luisito, Suarez, un regista dal lancio preciso, capace di pescare un compagno da 40 metri e dotato di una grinta notevole: sa lottare come pochi.
A destra gioca un'ala brasiliana velocissima, Jair mentre a sinistra c'è Mario Corso un giocatore geniale divenuto famoso per le sue punizioni a foglia morta. Al centro dell'attacco gioca Milani. L'ultimo posto dello scacchiere di quella squadra è occupato da Sandro Mazzola che gioca come mezz'ala destra. Di fatto Mazzola è una mezza punta che Herrera non schiera come ala destra, intuisce che il figlio di Valentino è molto più utile in quella posizione che relegato sulla fascia. I fatti gli danno ragione: Mazzola segna parecchi gol e grazie alle sue capacità realizzative l'Inter raggiunge la finale di Coppa Campioni nel 1964.
Al Prater di Vienna però trovano di fronte una squadra che è già leggenda: il Real Madrid.
I giocatori con la "camiseta blanca" hanno già vinto diverse finali di Coppa dei Campioni, in una hanno battuto anche la Fiorentina.
Gli spagnoli hanno una difesa con giocatori piuttosto cattivi, ma è il loro attacco a far davvero paura. A sinistra gioca un'ala velocissima e dalla tecnica eccellente: Gento. Hanno preso un attaccante ungherese scappato dalla sua patria dopo l'invasione sovietica: Puskas, il più grande calciatore magiaro di tutti i tempi. Assieme alla sua nazionale nel '54 ha raggiunto la finale di Coppa del Mondo persa contro la Germania Ovest, partita nella quale Puskas si fece male.
Più di tutti però è il numero 9 del Real a fare paura: Alfredo Di Stefano, secondo alcuni il più forte attaccante di tutti i tempi. Pure più di Pelé.
Di Stefano è nato a Capri ma emigra giovanissimo con la sua famiglia in Argentina. Qui conoscerà il calcio, si affermerà come centravanti ma sarà in Spagna che il suo nome diverrà famoso. Sì, perché dopo aver acquisito la cittadinanza spagnola conquisterà 5 Coppe Campioni con il Real Madrid.
Da diverso tempo Di Stefano ha arretrato il suo raggio d'azione, ora gioca da trequartista, in quello che molti chiamano oggi "falso nueve". L'idea viene dal modulo di gioco proprio dell'Ungheria di Puskas dove il centravanti Hideguti arretrava per creare spazio per Puskas ed altri. Di Stefano è un calciatore che si muove dappertutto sul terreno di gioco, è capace di salvare un gol sulla linea di porta per poi arrivare un minuto dopo sul capovolgimento di fronte a fare gol nella porta avversaria.
Anche Mazzola stravede per lui e quando lo vede negli spogliatoi quel 27 maggio 1964, la sera della finale di Coppa Campioni, prima di entrare in campo resta incantato a guardarlo. Suarez racconta di averlo colpito dietro la nuca vedendolo così per poi canzonarlo dicendogli: «Noi andiamo a giocare, te che fai? Resti qui tutta la sera?»
Mazzola ha Di Stefano come modello, vorrebbe essere come lui: un centravanti a tutto campo. Quella sera, oltre a voler vincere, giura a se stesso che farà di tutto per avere la maglietta di Di Stefano a fine gara, la maglietta della "Saeta Rubia", come chiamano quel giocatore straordinario i suoi tifosi.
La partita è difficile per entrambe le squadre, l'Inter però ha una difesa leggendaria che riesce a bloccare gli attaccanti spagnoli. Burgnich è su Gento, mentre su Di Stefano Herrera ha piazzato non Guarneri ma il mediano Tagnin che lo segue dappertutto, letteralmente. Suarez racconterà che Di Stefano si lamentò con lui per la marcatura asfissiante di questo sconosciuto mediano. «Ma dove lo avete preso?» Tagnin prende talmente alla lettera il suo compito che segue Di Stefano perfino in panchina quando questi va a dissetarsi. Suarez raccontò divertito come era esasperato il campione spagnolo.
La partita si mette bene per l'Inter quando Mazzola trova un tiro dalla distanza che beffa il portiere Train verso la fine del primo tempo.
Il Real è ormai una squadra al tramonto, con giocatori in là con gli anni, ma resta sempre un avversario temibile. Nel secondo tempo bisognerà non abbassare la guardia.
Milani trova il gol del raddoppio all'ora di gioco, durante il secondo tempo e dunque sembra ormai fatta. Come detto però il Real non muore mai e intorno al 70' è Felo a inventarsi un gol in semi rovesciata.
Sul 2-1 la partita è ancora apertissima, ma fortunatamente per i nerazzurri c'è Mazzola in uno stato di grazia che approfitta di un errore del difensore Santamaria pressato dal numero 8 nerazzurro. Rubata palla Mazzola realizza il 3-1: il Real, il leggendario Real, è infine sconfitto. È iniziata l'era della "Grande Inter"
Prima della coppa però Mazzola vuole un'altro trofeo, vuole la maglia di Di Stefano, vuole scambiarla con la sua, ma viene fermato.
Gli si para davanti Puskas, il campione ungherese il quale desidera dirgli due cose.
La prima è che lui ha giocato contro suo padre Valentino anni fa e lo ricorda come un grande giocatore. La seconda è ancora più bella. «Ti ho visto giocare oggi e devo dire che sei bravo. Sei figlio di tuo padre, tu oggi lo hai onorato. Tieni, questa è la mia maglia, voglio scambiarla con la tua.»
Quella sera Mazzola non avrà la maglia col numero 9 di Di Stefano, il suo idolo. Non avrà altre occasioni per chiedergli quella maglia. Tuttavia la maglia col numero 10 di Puskas è la maglia più preziosa tra quelle che gli hanno regalato i suoi avversari. La maglia di un campione che gli ha fatto il regalo più bello che potesse desiderare: il ricordo di suo padre.
10 notes · View notes
nnikkoss · 6 years ago
Link
Football Club Internazionale Milano. 1963. Giuliano Sarti, Giacinto Facchetti, Aristide Guarnieri, Carlo Tagnin, Tarciso Burgnich, Armando Picchi; Jair, Bruno Petroni, Luis Suarez, Sandro Mazzola, Mario Corso
0 notes
fulvius · 7 years ago
Link
Falamos com o diretor de Internet das Coisas da Intel, Fabio Tagnin, que nos contou como a empresa está presente no ecossistema de IoT e como o mercado está usando esta tecnologia para promover os principais setores do país. Assista ao vídeo. via Canaltech
via: http://eexponews.com/conheca-aplicacoes-inteligentes-de-internet-das-coisas-futurecom-2017_5390258064064512
0 notes
cetjunior · 7 years ago
Photo
Tumblr media
Conheça aplicações inteligentes de Internet das Coisas [Futurecom 2017] Falamos com o diretor de Internet das Coisas da Intel, Fabio Tagnin, que nos contou como a empresa está presente no ecossistema de IoT e como o mercado está usando esta tecnologia para promover os principais setores do país. Assista ao vídeo. via Canaltech
0 notes
tepasport · 7 years ago
Photo
Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media
Tantissimi auguri al mitico Gianfranco Bedin (San Donà di Piave, 24 luglio 1945) Cresciuto nell' F.C. Internazionale Milano, esordisce in prima squadra l'11 giugno 1964 (nella sconfitta per 4-1 con il Torino nei quarti di Coppa Italia). Il 14 febbraio 1965 esordisce in Serie A, nella vittoria per 3-0 contro la Lazio. Divenne ben presto titolare nel ruolo di mediano, soppiantando Carlo Tagnin. In nerazzurro ha conquistato tre Scudetti, una Coppa dei Campioni e una Coppa Intercontinentale. Militò con la squadra milanese sino al 1974, con un totale di 310 presenze e 23 reti. In seguito giocò anche per l' U.C. Sampdoria, con tre stagioni nel campionato cadetto ... ⚽️ C'ero anch'io ... http://www.tepasport.it/ 🇮🇹 Made in Italy dal 1952
0 notes
cacpy-blog · 7 years ago
Text
Gobierno y sector privado debaten el futuro de la conectividad para el ingreso de Argentina a la economía del conocimiento.
Tumblr media Tumblr media
La Cámara Argentina de Internet –CABASE- inicia lacelebración del día internacional de Internet con los primeros paneles de debate de las III Jornadas y Exposición “Internet Day 2017”, en el que los principales referentes y actores del ecosistema de internet en Argentina se dieron cita para analizar la actualidad y perspectivas de la industria en el país. La visión del sector público de cara al debate de la nueva ley que regulará a la industria de las telecomunicaciones y medios, el desarrollo de redes de Fibra al Hogar (FTTH), las iniciativas y modelos de negocios de Internet de las Cosas (IoT), Internet móvil para ISPs y cooperativas, esquemas de financiamiento para infraestructura, proyectos de articulación público-privada y contenidos y conectividad de alcance federal, entre muchos otros temas, se debaten en estas jornadas que continúan hasta mañana en el Auditorio Buenos Aires.La apertura del evento estuvo a cargo del Ministro de Comunicaciones de la Nación, Oscar Aguad; el Ministro de Modernización de la Nación, Andrés Ibarra y Ariel Graizer, Presidente de la Cámara Argentina de Internet – CABASE.“El país sigue teniendo malas conexiones de banda ancha a precios muy caros. La conectividad a internet es hoy el sistema nervioso central de un país y como sucede en el cuerpo humano, sin esa conectividad no hay movimiento en los miembros. Tenemos todos que trabajar juntos para mejorar las conexiones en el país”, expresó Oscar Aguad, Ministro de Comunicaciones de la Nación. Respecto del proyecto de las cámaras que agrupan a PyMEs y cooperativas para proveer internet móvil y servicios 4G, el Ministro Aguad afirmó: “Yo pienso todos los días en cuánto espectro nos queda para poder darle a las PyMEs y cooperativos la posibilidad de competir en servicios móviles, y les aseguro que lo va a haber, porque queremos una competencia abierta y plena”. En relación a los avances del proyecto de redacción de la nueva ley de comunicaciones, Aguad indicó: “Está en marcha la ley. Y están abiertas las mesas de diálogo con todos los actores. Quizá no sea conveniente discutir esta ley en el marco del proceso electoral, porque algunas leyes necesitan un debate en calma y con una mirada de largo plazo”.Por su parte, Andrés Ibarra, Ministro de Modernización de la Nación, sostuvo: “Necesitamos que la conectividad le llegue a todos porque estamos construyendo un Estado digital. Buscamos con esta transformación dar un mejor servicio al ciudadano y a las empresas y a la vez disponibilizar la información que tiene el Estado para favorecer la interoperabilidad, para que cualquier trámite en el Estado, en cualquiera de sus formas y en cualquier lugar, se pueda realizar en forma online”.A su turno, Ariel Graizer, Presidente de la Cámara Argentina de Internet – CABASE, afirmó: “Destacamos los progresos logrados hasta ahora por el actual Gobierno en nuestro sector de actividad económica, pero, al mismo tiempo queremos poner en perspectiva algunos principios que creemos deben ser tenidos en cuenta para lograr un mercado de telecomunicaciones dinámico y con una fuerte participación de pymes y cooperativas. Porque estamos convencidos que esa participación es la garantía de un desarrollo pleno del sector, una barrera a la posibilidad de abuso de posición dominante por parte de cualquier actor y un reaseguro para que la libre competencia se traduzca en más y mejores servicios para los ciudadanos”.Luego de enumerar una serie de consignas que propone la industria para favorecer una mayor competencia, Graizer agregó: “Lo que está en juego es qué tan competitivos seremos como país en una economía que tiende indefectiblemente hacia lo digital. Lo que está en juego es, otra vez, si tendremos la infraestructura, la regulación y el mercado necesarios para entrar a la economía del conocimiento desde una posición igualitaria, inclusiva y federal, para que las oportunidades y el potencial de desarrollo que internet tiene en esa economía del conocimiento, estén al alcance de todos los argentinos por igual”.En el marco del primer panel del primer día de estas jornadas, los representantes de las principales cámaras empresarias debatieron los temas más relevantes para el desarrollo y crecimiento de una industria que tiene un rol clave de cara a la competitividad del país en la economía digital.Franco Cecchini, Presidente de la Cámara Argentina de Comunicaciones Convergentes (CATIP), afirmó: “Creemos que invertir en Argentina es buen negocio, tanto para los argentinos cono para los inversores internacionales. Pero para que sea un excelente negocio y unos y otros se peleen por invertir en el sector, es necesario que existan reglas claras que alienten y permitan la competencia lisa y llana en cada ciudad, en cada servicio y con cualquier compañía”. Por su parte, el Presidente de la Cámara Argentina de Pequeños Proveedores de Internet (CAPPI), Marcelo De Ambrosio, en relación a la reciente resolución sobre la actuación de los municipios como prestadores de servicios de telecomunicaciones, sostuvo: “Los privados, y especialmente las PyMEs del interior, estamos acostumbrados a compartir las redes con competidores, pero vemos que el sector público, donde hay una conducción política, es en general reacio a hacerlo. La problemática del acceso a los postes en los Municipios es gravísima y es lo que frena el desarrollo de las inversiones que muchas PyMEs estamos dispuestas a hacer para desplegar redes FTTH en las ciudades”.En referencia al financiamiento de la infraestructura, Marcelo Tulissi, Presidente de la Cámara Argentina de Cableoperadores PYMES (CACPY), sostuvo: “Nosotros no tenemos posibilidad de financiarnos a tasas aceptables. Necesitamos que el Estado tenga un plan de despliegue de redes que prevea financiamiento para las PyMEs a tasas razonables. Queremos tener servicios competitivos y para eso nos falta la movilidad. Junto a la mayoría de las cámaras que agrupan a PyMEs y cooperativas hemos presentado al ENACOM y al Ministerio de Comunicaciones un proyecto para que nos permitan competir en servicios móviles y esperamos que el Estado se expida a favor de una competencia abierta”.A su turno, Norberto Capellán, Presidente de Cámara de Informática y Comunicaciones de la República Argentina (CICOMRA), expresó: “Hay un espacio amplio de mejoras para que las tecnologías lleguen a todos los argentinos. El país enfrenta un gran desafío para encontrar un marco normativo para los servicios convergentes y creemos que las regulaciones no deben responder a cuestiones coyunturales, sino a una visión de largo plazo que logre el equilibrio y balance que demandan las cuantiosas inversiones que está industria necesita para desarrollarse”.Sobre las decisiones y logros del actual regulador, Walter Burzaco, Presidente de Asociación Argentina de Televisión por Cable (ATVC), realizó una analogía entre el marco normativo y los equipos de Fórmula 1 y afirmó: “La regulación parece ir en el sentido correcto, pero no sé si tenemos el equipo necesario para llevarla adelante. Estas medidas requieren otros tiempos para su implementación. Hace falta más velocidad para que las promesas se tornen en realidad”.Este año, el evento contó con la participación especial del Dr. Richard Mark Soley, Chairman y CEO de OMG ®, Director Ejecutivo del Cloud Standards Customer Council y del Industrial Internet Consortium. Como keynote speaker del encuentro, Soley departió sobre “Dónde está la rentabilidad en el nuevo mercado de Internet de las Cosas (IoT)”. Otro de los keynote speakers fue Fabio Tagnin, IOT Latin American Manager de Intel, que presentó su visión sobre “El desafío de la construcción de la infraestructura para la ubicuidad del IoT”.Durante las dos jornadas de este evento, reconocidos profesionales del sector y expertos en los diversos temas que cruzan el mundo de Internet, contarán sus experiencias y los desafíos que ven a futuro. Se trata de un espacio de actualización para promover el crecimiento del sector, crear sinergias e intercambiar experiencias en el que convergerán los diversos actores del ecosistema de internet en el mayor encuentro de la industria del país.
0 notes
handcraftedtheme-blog · 12 years ago
Text
This is a small Text post
Sed ut perspiciatis unde omnis iste natus error sit voluptatem accusantium doloremque laudantium, totam rem aperiam, eaque ipsa quae ab illo inventore veritatis et quasi architecto beatae vitae dicta sunt explicabo. Nemo enim ipsam voluptatem quia voluptas sit aspernatur aut odit aut fugit, sed quia consequuntur magni dolores eos qui ratione voluptatem sequi nesciunt. Neque porro quisquam est, qui dolorem ipsum quia dolor sit amet, consectetur, adipisci velit, sed quia non numquam eius modi tempora incidunt ut labore et dolore magnam aliquam quaerat voluptatem. Ut enim ad minima veniam, quis nostrum exercitationem ullam corporis suscipit laboriosam, nisi ut aliquid ex ea commodi consequatur? Quis autem vel eum iure reprehenderit qui in ea voluptate velit esse quam nihil molestiae consequatur, vel illum qui dolorem eum fugiat quo voluptas nulla pariatur?
0 notes
rocaillefox · 5 years ago
Note
In the Wallus post are you like,, implying butch lesbians are dirty or something? How is being a janitor a butch thing. I don’t get that whatsoever. It’s kinda an offensive thing to assume, really
….no?? i am butch??? ive worked as a janitor (technically janitor’s assistant, forget the actual title but it was for a few weeks four years in a row) before??? its bc its a working class job that is definitely underappreciated? and being butch is historically tied with being working class? and the song ring of keys is abt a butch janitor iirc? and a lot of janitors have a ring of keys they use to unlock doors they need to clean??? 
besides that- why is being a janitor a dirty thing, anon? why are you classifying it as a dirty job, like you clean stuff up but you do that in a way in many other jobs too. literally the job of janitor is to Clean Things. looking down on jobs like being a janitor, or garbage collector, or similar jobs, thats not a good look anon. if you consider yourself butch, please read more about butch history and the experiences of blue collar workers, along with the general experiences of jobs like being a janitor, garbage collector, plumber, etc.. they’re undervalued jobs by society considering how much hard work people put into them and how much we, as a society, need them to function. for example, when the garbage collectors of new york went on strike. so im not appreciating the classist attitude.
my implication was that i wish more media would have hehimsbians, would be appreciative of being butch and historical butch/femme culture, and now my implication is that being a janitor isnt a bad job and janitors arent dirty.
3 notes · View notes
rocaillefox · 6 years ago
Text
in warrior cats if youre gay you should be immortal
6 notes · View notes
rocaillefox · 6 years ago
Text
i just really want to talk about how shifty deserved better. like i know ive basically covered all the different reasons but he really deserved better. i have nothing new to say i just needd to say it again? he deserved better
5 notes · View notes
rocaillefox · 6 years ago
Text
oh also. if u want u can use claw/purrself pronouns for me, heres a chart and an example of how to use those, feel free to only use he/him or they/them though!  this is just like, Adding an option if people want to use these
Tumblr media Tumblr media
2 notes · View notes
rocaillefox · 6 years ago
Text
what i do in minecraft is i cut down some trees first and then i go and find a mine and i mine for a bit. and then i have a sword. and then i fight monsters, then build a house, then farm- but if there is a tameable animal that i find at any point during this, that animal takes precedence and ive gotta do what i can to tame them immediately and become their friend
1 note · View note
rocaillefox · 6 years ago
Text
why is the shapeshifter in gravity falls so Slimey. and only in one scene. who decided that was okay why is he Like That, bugs arent Like That
1 note · View note
nnikkoss · 8 years ago
Link
Inter, 1963: Giuliano Sarti, Giacinto Facchetti, Aristide Guarnieri, Carlo Tagnin, Tarciso Burgnich, Armando Picchi; Jair, Bruno Petroni, Luis Suarez, Sandro Mazzola, Mario Corso
0 notes