#sul tempo e altri concetti complessi
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latuaamicaimmaginaria · 10 months ago
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... i miei pensieri hanno più colori adesso. Ieri erano pochi colori ed erano colori forti, adesso ne ho molti di più e sono sfumati.
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cinquecolonnemagazine · 7 months ago
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Sport e Guerra: Un connubio complesso e controverso
Lo sport e la guerra sono due concetti che, all'apparenza, appaiono diametralmente opposti. Lo sport celebra l'abilità fisica, la disciplina, il fair play e la cooperazione, mentre la guerra rappresenta la violenza, il caos, la distruzione e la sopraffazione. Tuttavia, nel corso della storia, questi due mondi si sono spesso intrecciati in modi complessi e controversi. Lo sport come strumento di propaganda e di potere Fin dall'antichità, lo sport è stato utilizzato come strumento di propaganda e di potere. Le prime Olimpiadi, ad esempio, erano strettamente legate alla religione e alla cultura greca, e servivano a celebrare la forza e la supremazia del popolo greco. In tempi più recenti, regimi totalitari come la Germania nazista e l'Unione Sovietica hanno utilizzato lo sport per promuovere la propria ideologia e per rafforzare il senso di identità nazionale. Lo sport come strumento di pace e di riconciliazione Nonostante il suo utilizzo per scopi nefasti, lo sport può anche essere un potente strumento di pace e di riconciliazione. Eventi sportivi internazionali come i Giochi Olimpici e i Mondiali di calcio possono riunire persone di diverse culture e nazionalità, creando un senso di unità e di fratellanza. Lo sport può anche essere utilizzato per promuovere il dialogo interculturale e per abbattere le barriere tra gruppi in conflitto. Esempi di sport e guerra nella storia La storia è ricca di esempi di come lo sport sia stato utilizzato sia in tempo di guerra che di pace. Durante la Prima Guerra Mondiale, ad esempio, diverse partite di calcio furono giocate tra soldati nelle trincee. Le Olimpiadi del 1936 a Berlino furono utilizzate da Hitler per propagandare la sua ideologia nazista. Al contrario, i Giochi Olimpici del 1992 a Barcellona furono un simbolo di unità e di pace dopo la fine della Guerra Fredda. Il dibattito attuale Oggi, il dibattito sul rapporto tra sport e guerra continua. Alcune persone sostengono che gli atleti e le squadre sportive non dovrebbero essere coinvolti in conflitti politici o militari. Altri, invece, ritengono che gli sportivi abbiano la responsabilità di utilizzare la loro piattaforma per promuovere la pace e la giustizia. Il rapporto tra sport e guerra è complesso e sfaccettato. Lo sport può essere utilizzato sia per scopi positivi che negativi, e il suo impatto sulla società può variare a seconda del contesto storico e politico. È importante essere consapevoli delle diverse implicazioni dello sport e di utilizzarlo in modo responsabile per promuovere la pace e la comprensione tra le persone. Foto di ds-grafikdesign da Pixabay Read the full article
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tecnowiz · 1 year ago
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Come generare immagini AI in Windows 11 con Paint Cocreator
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Le immagini AI sono immagini generate artificialmente da un algoritmo che imita lo stile e il contenuto di altre immagini. Queste immagini possono essere usate per scopi artistici, educativi, di intrattenimento o di ricerca. Ma come si possono creare immagini AI in modo semplice e veloce? In questo articolo ti mostreremo come usare Paint Cocreator, una nuova funzionalità che ti permette di generare immagini AI in Windows 11 con pochi clic.
Scopri come generare splendide immagini AI in Windows 11 grazie a Paint Cocreator, il nuovo strumento integrato basato sull'intelligenza artificiale
Grazie a Paint Cocreator, generare immagini sorprendenti tramite l'intelligenza artificiale è alla portata di tutti gli utenti Windows 11. Questo fantastico strumento integrato in Paint permette di dare vita alle proprie idee in modo semplice e divertente. Provare per credere: con pochi clic è possibile ottenere illustrazioni uniche e creative che possono essere utilizzate per progetti personali, post sui social media e molto altro.
Cos’è Paint Cocreator?
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Paint Cocreator è una funzionalità integrata nell’app Paint di Windows 11. Si tratta di uno strumento che ti permette di collaborare con un’intelligenza artificiale per creare immagini originali e sorprendenti. Puoi scegliere tra diversi modelli di AI, come paesaggi, animali, fiori, ritratti, astratti e molti altri. Puoi anche caricare le tue immagini personalizzate e usarle come base per la generazione. Paint Cocreator ti offre la possibilità di modificare le immagini generate, aggiungendo o rimuovendo elementi, cambiando i colori, applicando filtri e molto altro. Puoi salvare le tue creazioni sul tuo PC o condividerle sui tuoi social network preferiti.
Come usare Paint Cocreator?
Usare Paint Cocreator è molto facile e divertente. Basta seguire questi semplici passi: Apri l’app Paint di Windows 11 e clicca sul pulsante Cocreator nella barra degli strumenti in alto a sinistra. Scegli il modello di AI che vuoi usare tra quelli disponibili. Puoi anche cercare il modello che preferisci usando la barra di ricerca in alto a destra.
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  Aspetta che l’AI generi un’immagine casuale basata sul modello scelto. Puoi cliccare sul pulsante Aggiorna per generare un’altra immagine. Se vuoi usare una tua immagine come base per la generazione, clicca sul pulsante Carica e seleziona il file dal tuo PC. L’AI userà la tua immagine come riferimento e la trasformerà secondo il modello scelto. Usa gli strumenti di modifica a destra per personalizzare la tua immagine. Puoi usare il pennello per aggiungere o rimuovere elementi, il secchiello per cambiare i colori, la gomma per cancellare, il contagocce per prelevare i colori e il cursore per regolare l’intensità dell’effetto. Puoi anche usare il pulsante Filtri per applicare diversi effetti alla tua immagine, come seppia, bianco e nero, sfocatura, ecc. Quando sei soddisfatto del risultato, clicca sul pulsante Salva per salvare la tua immagine sul tuo PC. Puoi anche cliccare sul pulsante Condividi per condividere la tua immagine sui tuoi social network preferiti.
Quali sono i vantaggi di Paint Cocreator?
Paint Cocreator è uno strumento che ti offre diversi vantaggi, tra cui: - Stimolare la tua creatività e la tua fantasia, permettendoti di esplorare nuove possibilità visive e di creare immagini uniche e originali. - Risparmiare tempo e risorse, evitando di dover usare software complessi e costosi per generare immagini AI. Paint Cocreator è gratuito e facile da usare, e funziona direttamente sul tuo PC senza bisogno di connessione a internet. - Divertirti e imparare, giocando con le diverse opzioni e scoprendo come l’AI interpreta e trasforma le immagini. Puoi anche usare Paint Cocreator per scopi educativi, per insegnare o apprendere concetti di arte, scienza, storia, geografia e molto altro.
Conclusione
In questo articolo ti abbiamo mostrato come generare immagini AI in Windows 11 con Paint Cocreator, una nuova funzionalità che ti permette di collaborare con un’intelligenza artificiale per creare immagini originali e sorprendenti. Paint Cocreator è uno strumento gratuito e facile da usare, che ti offre la possibilità di scegliere tra diversi modelli di AI, di caricare le tue immagini personalizzate, di modificare le immagini generate e di salvarle o condividerle.
Note finali
E siamo arrivati alle note finali di questa guida. Come generare immagini AI in Windows 11 con Paint Cocreator. Ma prima di salutare volevo informarti che mi trovi anche sui Social Network, Per entrarci clicca sulle icone appropriate che trovi nella Home di questo blog, inoltre se la guida ti è piaciuta condividila pure attraverso i pulsanti social di Facebook, Twitter, Pinterest e Tumblr, per far conoscere il blog anche ai tuoi amici, ecco con questo è tutto Wiz ti saluta. Read the full article
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Il livello di saturazione mentale che solitamente raggiungo nel cuore dell'estate è paragonabile a quello che tutti gli altri raggiungono alla fine di dicembre, dove il gusto di definirsi e sentirsi "arrivati" è giustificato, almeno, dall'illusione del concludersi di un ciclo.
Divento terribilmente approssimativa, grossolana, appoggiandomi sulla sicurezza e sfrontataggine di poter intuire, a distanza di tempo, la completezza di concetti complessi che, nello scritto come nelle forme, accenno soltanto.
È per questo che negli appunti ho ritrovato - cosa di cui, guarda un po', mi ero completamente dimenticata (e qui mi meriterei uno scappellotto, leggero leggero, tra capo e collo) - scritte, in forma sintetica, le metodologie della Mahler, "diretta-filmetti-specchio", per dire, in realtà:
Osservazione diretta di interazioni caregiver(madre)-bambino
Analisi sequenziali dei singoli secondi di videoregistrazione di interazioni madre-bambino consapevoli di essere osservati
Osservazione e analisi simultanea, per quanto possibile, di interazioni madre-bambino attraverso uno specchio monodirezionale che impediva lo svolgimento di qualsiasi tipo di bias da compiacenza al ricercatore o desiderabilità sociale da parte dei soggetti
di contro alla metodologia di semplice analisi del trattamento terapeutico e riflessione teorica alla base della metapsicologia tipicamente freudiana.
Ecco, mi viene quindi in mente lo specchio monodirezionale, quello stesso specchio di cui non mi ero accorta quando una cricca di psicologi sociali (sempre malefici) mi aveva chiusa in una stanza a costruire un meccanismo con una serie di rotelle colorate, chiodi di plastica e manopole, finito il quale avevo deciso di farmi un giro per la stanza, affacciarmi alla finestra che dava sul retro della facoltà, controllare (ansia da prestazione) un'innumerevole quantità di volte che il sistema costruito funzionasse, riaffacciarmi alla finestra, decidere di richiamare i ricercatori, ripensarci per ricontrollare che le manopole girassero davvero, tornare all'uscita, voltarmi di nuovo a controllare che tutto fosse in ordine, aprire la porta e trovarmela lì davanti, la dottoranda, a chiedermi: "hai finito?"
Beh, che dire, esperimento riuscito.
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bumbaro · 2 years ago
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Nel 1606 per seguire la corte di Filippo III di Spagna si trasferisce a Madrid dedicandosi freneticamente alla sua passione di scrittore che gli valse più che ogni altra sua impresa l'immortalità. Pubblicherà il romanzo El ingenioso hidalgo don Quijote de la Mancha, il capolavoro più conosciuto di Cervantes, che venne pubblicato in due tempi, la prima parte nel 1605 e la seconda nel 1615, dopo l'apparizione di una prosecuzione apocrifa ad opera di Alonso Fernández de Avellaneda, pseudonimo dell'autore del secondo tomo del Don Chisciotte della Mancia, apocrifo del XVII secolo conosciuto come Quijote de Avellaneda. Ancora oggi il problema della critica è quello di scoprire chi si celasse sotto il nome di Alonso Fernández de Avellaneda e le risposte che si sono date non sono soddisfacenti anche se si pensa ad autori celebri come Félix Lope de Vega, Tirso de Molina, Jerónimo de Pasamonte, Juan Ruiz de Alarcón, Francisco de Quevedo e ad altri. Del 1615 è anche la sua più lunga composizione poetica, “Ocho comedias y ocho entremeses”, che comprende “Pedro de Urdemalas”, considerata da alcuni la migliore opera teatrale del Cervantes, e l'intermezzo “El retablo de las maravillas”, uno dei suoi più riusciti quadri popolareschi. Tutte le commedie vantano traduzioni italiane, ma solo una di esse, “La entretenida”, è stata tradotta in versi, nel 2007 con il titolo “La spassosa”, da David Baiocchi e Marco Ottaiano. Postuma risulta l'opera “Los trabajos de Persiles y Sigismunda”, la cui dedica è datata 19 aprile 1616 e che venne pubblicata nel 1617. La formazione culturale di Cervantes si svolse nella fase di passaggio dal XVI secolo al XVII secolo in pieno clima rinascimentale e il passaggio dal rinascimento al barocco trov�� in lui un interprete profondamente radicato nei problemi dell'uomo di quel tempo. Nell'opera di Cervantes si coglie la necessità di scoprire il sogno, la fantasia, l'ignoto, la follia, l'istinto per portare alla luce la coscienza umana. Nelle opere di Cervantes si coglie il desiderio di condizioni esistenziali diverse in cui l'uomo, libero dai rapporti sociali prestabiliti possa essere libero e realizzare la propria individualità. Don Chisciotte, il folle ed idealista cavaliere mancego e Sancho il suo realista scudiero sono espressioni diverse ma non contrastanti di questa esigenza che diviene il tema centrale di tutto il romanzo. Cervantes conosceva gli scrittori contemporanei spagnoli e inoltre Aristotele, Platone e Orazio . Egli cercò di adattare il suo stile alle esigenze estetiche dell'epoca rinascimentale anche se spesso si nota nelle sue opere una ricerca personale e libera di concetti, di mondi e di sentimenti dove la letteratura si fonde con la spregiudicatezza d'invenzione e d'intuizioni. La prosa di Cervantes cambia spesso per passare da periodi simmetrici e complessi ad altri più immediati dove il discorso si fa più semplice, diretto e familiare. Nella lettura del Don Chisciotte si può cogliere il disagio di vivere che vagheggia un mondo mai esplorato ma sempre sognato. Cervantes scrisse nelle condizioni più sfavorevoli, rubando tempo per i suoi studi, ai quali si dedicava con gioia e dai quali sperava di ricavare denaro e gloria. Il suo atteggiamento di fronte alle maggiori polemiche letterarie dell'epoca, come quella sul teatro e sul culteranismo, fu di indifferenza e la sua preferenza per i generi popolari, come il teatro o la novellistica, denotano che egli cercava soprattutto vantaggi economici, vantaggi che comunque non raggiunse nemmeno con la pubblicazione della prima parte del "Don Chisciotte", che ebbe un certo successo. L'inserimento dello scrittore nell'ambiente letterario del suo tempo si può ricollegare alla sua prima produzione poetica, non copiosa, ma interessante, come” El viaje del Parnaso”, un poemetto giovanile che Cervantes pubblicò nel 1614 con una “Adjunta al Parnaso” in prosa.
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levysoft · 4 years ago
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“I maiali sono capaci di apprendere concetti complessi e possono fare cose che, in passato, probabilmente non avremmo pensato potessero fare”, ha avuto modo di dichiarare in passato Croney, intervendo a illustrare le prodezze di questi animali. La ricerca sulle capacità cognitive degli animali infatti è di lunga data: da tempo, ricordano le ricercatrici nel paper, è noto per esempio che possono imparare a distinguere la destra e la sinistra, le forme o rispondere a gesti e a comandi umani, solo per citare alcune delle loro abilità.
Usare il joystick, senza mani
Ma non solo: i maiali possono anche imparare a giocare con i video game. In questo studio, i ricercatori hanno addestrato quattro animali (due dello Yorkshire e due del genere Panepinto) a interagire con un joystick – attraverso il muso – collegato a uno schermo. L’obiettivo del gioco era colpire col cursore un bersaglio, una delle quattro pareti su uno schermo. In caso di vittoria, i maiali sentivano un suono emesso dal computer ed ottenevano del cibo come ricompensa, oltre a esserre spronati dagli sperimentatori (particolare non da poco, sottolienano gli autori).
I risultati sono stati sorprendenti, ma solo in parte considerando appunto i precedenti. Procedendo nei tentativi, i maiali hanno imparato quanto loro insegnato, dimostrando di riuscire a colpire il bersaglio con intenzione. Ciò significa che possiedono importanti capacità di comprensione concettuale: riescono cioè a cogliere la relazione tra la loro azione sul joystick e l’effetto che questo produce, come colpire un bersaglio posizionato altrove.
L’importanza di interazione con l’ambiente
Oltre a estendere la conoscenza sulle capacità cognitive di questi animali, la ricerca, sottolinea l’importanza per i maiali dell’ interazione con l’ambiente circostante. “La nostra ricerca” affermano dal gruppo di studio “si è concentrata sulle capacità cognitive dei suini e sulle potenziali applicazioni per la loro cura e gestione”. Pertanto, costringerli in ambienti privi di stimoli mentali adeguati: “può indurli a provare disagio psicologico o soffrire di noia, frustrazione e altri spiacevoli stati emotivi”. Tanto che, ha aggiunto Croney: “Eticamente abbiamo l’obbligo di capire come i maiali acquisiscono le informazioni e cosa sono capaci di apprendere e ricordare, perché questo da ultimo ha delle implicazioni sul modo in cui percepire le loro interazioni con noi e con il loro ambiente”.
Riferimenti: Frontiers in Psychology
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sangha-scaramuccia · 5 years ago
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Seminario di Pasqualotto - 2
Email inviata da Paolo Scapinello a tutti i partecipanti al seminario del 26 ottobre ’19
Cari amici, grazie per la riuscita dell'incontro perchè ognuno di noi ha messo fatica ed interesse per esserci. Vi scrivo per due motivi:
1) il prof Pasqualotto desidera che raccolga le Vostre richieste in merito ai temi trattati sabato (argomenti da approfondire, argomenti nuovi da sviluppare, ect) in modo che ritara il materiale che metterà a disposizione e vi sarà inviato;
2) Vi chiedo un feedback rispetto all'iniziativa:
- L'incontro vi ha soddisfatto? esprimere una valutazione da 1 (per niente) a 5 (molto)
- Osservazioni libere sugli aspetti che considerate positivi e quelli critici
- L'iniziativa va riproposta?
se SI con quali modalità
se NO perché
Paolo Dochu
 **************
Risposte
circa il punto (1), mi piacerebbe che il materiale che riceveremo trattasse anche quei punti che, seppur previsti dal programma, non sono stati trattati a voce da Pasqualotto. Mi piacerebbe anche ricevere, se fosse possibile, quel libro scritto dall’allieva di Pasqualotto su Nagarjuna.. Io sono cieco e uso per leggere un software particolare. Avrei quindi Bisogno di ricevere pdf non protetti. GRAZIE MILLE
Circa il punto 2), ecco sotto le mie risposte   
- L'incontro vi ha soddisfatto? 4 
- Osservazioni libere sugli aspetti che considerate positivi e quelli critici
L’incontro è stato interessante e stimolante. Forse un po’ troppo lungo. Certo non vale la pena accorciare troppo un seminario soprattutto per persone che vengono da altre città. Quindi forse si potrebbe spezzare un prox incontro/seminario fra mattina e pomeriggio, tipo prima e dopo pranzo in modo da poter riprendere un po’ il fiato.
- L'iniziativa va riproposta? Senza dubbio
se SI con quali modalità
Per quanto mi riguarda, penso che in future occasioni sarebbe interessante cambiare relatore, non perché Pasqualotto mi abbia deluso,  anzi, ma semplicemente per sentire altre campane. In una prossima occasione sarei ad esempio interessato a sentire non uno studioso, ma un maestro di grande esperienza, non necessariamente zen, che parlasse della pratica.
Vorrei , se possibile, un'opinione articolata  da parte del prof. sul significato profondo dei Koan .
Poi si potrebbe analizzare come nuovo aspetto , l'importanza che ha avuto il Taoismo in Cina nel determinare la specificità del C'han e quindi dello Zen .
L'incontro mi ha molto soddisfatto , e darei una valutazione di 5 .
Lascerei uno spazio per le osservazioni ulteriori e definitive a dopo l'invio della stesura definitiva da parte del prof.
L' iniziativa andrebbe riproposta a scadenza annuale o biennale in base alle osservazioni emerse nel primo incontro .
Grazie
Un saluto a mani unite
Non ho osservazioni in merito, il lavoro del prof Pasqualotto non è da discutere e tanto e meno da mettere a punteggio. Grazie
A mani unite
Non mi sento proprio di esprimere suggerimenti per il Prof. Pasqualotto, e le richieste sarebbero illimitate. Un pensiero che forse potrei esprimere è quanto nelle scritture vengono trasmesse le parole del Buddha storico, e quanto in testi più tardivi è uno sviluppo di temi non presenti nei discorsi originali.
L'incontro a mio avviso è stato l'occasione di incontrare uno studioso di straordinaria levatura.
Con il rispetto dovuto a chi è intervenuto, un "contradditorio" con esposizione di proprie idee e posizioni mi sembra da evitare; una volta scelto un oratore mi sembra molto più ragionevole chiedere piuttosto la sua opinione su aspetti specifici.
Difficile pensare di riproporre qualcosa di simile; avrebbe senso se costituisce l'occasione di incontro con qualche personalità di rilievo altrettanto rilevante per il pensiero a la pratica Buddhista.
Resterebbe ad ogni modo aperto il problema della localizzazione geografica.
A mani unite
1) Chiedi al proff se può aggiungere una slide sul karma nella quale ripete quanto ci ha detto e cioè che il buddha praticamente non ne ha quasi parlato;
2) punteggio 4;
3) sì, ripetere 1 volta, max 2, all'anno con le stesse modalità (o quasi);
Più notizie CHAN-TAO 
Iniziativa eccellente ma la MODIFICHEREI per lasciare spazio a discussioni tra di noi. La farei di una giornata intera. 
Valutazione 4 avrei visto anche aspetto seminariale. .Notizie sulla peculiarità del Chan-Rinzai
Va riproposta, la vedrei una volta all'anno di una giornata con possibilità di arrivare il giorno prima
Caro Paolo, cerco di attenermi alle tue richieste chiari e utili.
Se il prof.Pasqualotto ha fatto questa richiesta per mia parte vorrei che potesse fare uno schema o quello che a lui sembra più opportuno per rappresentare le differenti principali correnti o personaggi di esegesi nel buddismo.
L’incontro lo valuto 5 e credo che si debba ancora affrontare il principale aspetto che era previsto e per il quale non si è avuto tempo: la specificità zen e il koan. Come il nostro maestro ha evidenziato nel notiziario di ottobre i koan fanno la differenza della tradizione Rinzai. E noi abbiamo l’onóre e l’ònere di avere i nuovi koan del maestro Engaku Taino e chissà che non si avranno ancora nuovi koan di nuovi maestri in seguito. Così da rendere vivo il pensiero del primo Buddha nell’ultimo conversare con Ananda come ha ricordato Pasqualotto. Mi sembra sufficiente per pensare ad un nuovo incontro. Sulle modalità, essendo tra i più lontani, credo sia meglio riflettere sui tempi necessari e non dividere in troppe andate e ritorni e caso mai pensare a una 2gg con più possibilità di pause di riflessione e condivisioni orizzontali. Come Tullio preferirei limitare il “contraddittorio” o almeno prevederlo in una singola sessione specifica casomai nel finale per gli appassionati del genere.
Hai chiesto le opinioni per riuscire a parlarne alla sesshin e purtroppo non ci potrò essere. Credo comunque che riuscire a confrontarsi con Taino sulla specificità dei koan nella nostra “unica scuola nel panorama mondiale” sia oltre che necessario un obbligo dovuto agli anni di impegno di tutto il sangha.
A mani unite
Soddisfatta:5. Pasqualotto lo starei a sentire qualsiasi cosa decida di dire dire perchè c'è sempre qualcosa che mi si chiarisce, come novità,come sfumatura o come approfondimento.
Avevo letto qualche suo libro trovandolo di una chiarezza unica nella capacità di spiegare concetti complessi.
Trovandomi impreparata e ritenendo di avere un'infarinatura sulla materia, per quanto mi riguarda gli argomenti da sviluppare vanno bene tutti secondo le priorità che ritiene il prof. Pasqualotto.
-Sarebbe utile  una bibliografia che distingua tra i testi e i commenti ai testi fondamentali.
-Sono d'accordo sul fatto che meriti un approfondimento la specificità dello zen e del koan confrontati con le altre correnti del Buddismo.
-Ho trovato molto interessanti e belli i riferimenti alle opere di pittori e poeti spiegati e letti nell'ottica della filosofia zen e ne ascolterei altri.
Caro Paolo,
ti scrivo molto volentieri per fornire il mio feedback riguardo all'incontro col prof. Pasqualotto lo scorso sabato.
Seguendo i tuoi punti, le cose che ho da dire sono:
1) mi piacerebbe trovare nelle slide alcuni riferimenti bibliografici su testi il più introduttivi possibile riguardo alla figura e all'opera di Nagarjuna e riguardo ai Cinque Ranghi di Tozan.
2) l'incontro mi ha molto soddifatto, quindi la mia valutazione è 5, anzi 5+. Oltre ad aver apprezzato le ottime capacità espositive del professore, per quanto mi riguarda il livello a cui sono stati trattati gli argomenti era un ottimo compromesso tra un discorso introduttivo ed un insieme di indicazioni precise su quali potessero essere eventuali approfondimenti.
Quello che ho trovato un po' difficile era seguire i termini indiani. Per quanto fossero stati ottimamente definiti credo che avrei preferito sentire "impermanenza" invece che "anicca" e "vacuità" invece che "anatta", perché mi sono spesso trovato a chiedermi quale fosse la traduzione, e questo non sempre mi ha favorito nel mantenere l'attenzione.
Sono comunque favorevole a riproporre questa iniziativa. Nel caso, mi piacerebbe saperne di più sulla figura ed il pensiero di Nagarjuna, e gradirei approfondire un po' meglio le differenze e le analogie tra le varie tradizioni buddhiste (indiana, tibetana, cinese e giapponese; giusto per dire quelle che conosco, ma potrebbero essercene altre).
Riguardo alla modalità, per me un incontro simile a quello che si è svolto sabato andrebbe benissimo. Riguardo al luogo, Padova è una bella città ed è vicina a dove vivo, quindi per me sarebbe ottima, ma penso che parteciperei volentieri anche qualora si tenesse in altre città.
Ecco le mie considerazioni:
Le notizie sulla filosofia buddista, i suoi presupposti, non li ho mai conosciuti in dettaglio. Ogni volta che mi sono approcciato a testi che ne parlano li ho lasciati cadere prima della fine.
Ciò detto Pasqualotto è stato conciso e chiaro. Mi chiedo se la mia soddisfazione era nel ritrovarmi in cose note piuttosto che aggiunte e nuove sistematizzazioni.
In termini di valutazione direi 4.
Come ti ho già anticipato le considerazioni sui koan mi sono sembrate insufficienti, probabilmente dovrebbero essere a carico degli insegnanti di Scaramuccia.
Un saluto
Grazie per l’iniziativa di aver organizzato un evento, che a mio parere é riuscito molto bene, ed é stato interessante e proficuo.
Oltre alla grande cultura ed erudizione del prof. Pasqualotto, ho molto apprezzato la sua “onestà intellettuale”, egli ha infatti esordito dicendo chiaramente che la sua conferenza sarebbe stata di carattere culturale e informativa relativamente a quello che lui ha studiato nei testi buddistici, di ciò che ha ascoltato con altri studiosi o di vari incontri con maestri.
Il professore ha anche precisato che la conferenza non contemplava alcuna esperienza diretta personale al riguardo.
Questo premesso, ritengo che la conoscenza intellettuale della storia del buddha e dei suoi insegnamenti (dottrina) siano una cosa valida e complementare a ciò che può eventualmente essere un’esperienza di un certo risveglio interiore alla realtà.
Mi ha colpito la sua affermazione relativa alla nostra libertà di azione che sembrerebbe essere praticamente vicina allo zero.
Vorrei chiedergli se ritiene aver fede che dal buddha in poi, un certo numero di persone ha raggiunto una sorta di risveglio interiore e quindi sciolte dai condizionamenti che ingombrano l’esistenza chi non lo é, vivono una vita veramente libera e più in pace?
Auspico che questa iniziativa abbia un seguito in futuro.
Sono state quattro ore interessanti e proficue e questo è stato possibile per la capacità che ha il Prof Pasqualotto ha di rendere chiari ed immediati concetti e riflessioni che di per se non lo sono. Proficuo anche il fatto di condividere l’incontro con praticanti che hanno fatto la storia di Scaramuccia.
La valutazione però è 4 perché nell’incontro è stata messa troppa carne al fuoco e come si è visto ci vuole tempo per comprendere e sedimentare.
L’ordine del giorno proposto nell’incontro del 26 può benissimo essere anche quello di un altro pensando a tempi più distesi (una giornata mattina e pomeriggio) e una dimensione più seminariale (momenti di confronto tra piccoli gruppi).
Quindi l’appuntamento potrebbe essere annuale, autunno 2020, e l’organizzazione potrebbe essere curata a rotazione dai vari centri d’Italia.
Ti ringrazio per aver organizzato l'incontro, un confronto con il professor Pasqualotto è sempre interessante, sia dal vivo che in "lettura privata", e può rimanere un punto di riferimento per la nostra scuola, per la chiarezza e l'incisività del pensiero (e per essere apprezzato dal nostro maestro naturalmente). Però ricordiamoci che di "pensiero" si tratta, e che "entrando e uscendo dalle situazioni" in quel momento si giocava il gioco della filosofia. E se è pur vero che "andando a lezione di filosofia si porta il libro di filosofia" mi sembra che non sia uscito molto lo "stile Scaramuccia", il patrimonio che nasce dalla paradossalità e dallo svuotamento che nasce dalla pratica dei koan,  visto che l'incontro nasceva anche dall'esigenza del "come parlare alla gente".  
- Se esiste conoscenza/letteratura specifica, sarebbe interessante approfondire la descrizione/collocazione storica delle figure leggendarie di Ch’an/Zen (da Bodhidharma ad Hakuin, passando per Lin-Chi e gli altri, senza trascurare il monaco che ha portato il Ch’an dalla Cina al Giappone), ed indicare la letteratura disponibile. L’obiettivo sarebbe la ricostruzione oggettiva, al di là (o ad integrazione) delle leggende, del percorso dei nostri antenati e della portata della loro impresa.
- Riportare la lista dei testi di Pasqualotto in cui i temi trattati sono esposti in maniera organica ed esaustiva.
2) Vi chiedo un feedback rispetto all'iniziativa:
- L'incontro vi ha soddisfatto? esprimere una valutazione da 1 (per niente) a 5 (molto)
Valutazione: 5
Motivazione: l’esposizione dei temi e le repliche di Pasqualotto alle domande dei partecipanti mi hanno dato modo di confrontare ciò che mi frulla in testa da tempo, magari in maniera grezza ed incompleta, appunto su tali temi, trovando frequenti risonanze e maggiore organicità e chiarezza.
- Osservazioni libere sugli aspetti che considerate positivi e quelli critici
Aspetti positivi:
- Esposizione mirata e chiara di temi molto concreti e di interesse di tutti
- Disponibilità e proattività di Pasqualotto all’interazione con la platea e partecipazione coinvolgente al chiarimento dei dubbi
Aspetti critici:
- Durata dell’evento un po’ ristretta, che ha costretto ad andare di fretta e a limitare sia l’interazione della platea con Pasqualotto che di avere qualche momento di pausa in più, in cui si potesse discutere anche fra di noi delle impressioni avute durante il seminario. 
NB - Chiaramente non si poteva sapere prima dell’evento se la durata era giusta, perché non si sapeva del livello di partecipazione, per cui l’allungamento temporale (tra l’altro con lo svantaggio di doverlo conciliare con la logistica per coloro che vengono da lontano) è di fatto un suggerimento per eventi futuri e non una critica all’organizzazione di questo.
- L'iniziativa va riproposta?
se SI con quali modalità
se NO perchè
Sicuramente SÌ, con modalità ad es. come segue: 
Locazione: 
Padova va bene, così non dobbiamo far spostare Pasqualotto
Durata: 
1 giorno intero, in modo da avere più tempo dedicabile all’interazione fra Pasqualotto e la platea (Domande e Risposte, D&R)
Agenda:
Sequenza di sessioni di esposizione mono-tema di 30 min, seguite da D&R, in modo da favorire l’interazione a caldo sullo specifico tema.
Eventualmente la sequenza dei temi può essere concordata in largo anticipo con la potenziale platea in modo da permetterne l’ottimizzazione degli obiettivi e della preparazione.
Grado di soddisfazione massimo.
Concordo con Tullio che, in tale contesto, meglio domande che contradditori; perciò buon lavoro in futuro a eventuale moderatore.
Per i misteri nella mia gestione della posta non trovo più il primo invito all'incontro con Pasqualotto che riportava il programma e i testi consigliati da leggere in preparazione  all'incontro; mi par di ricordare comunque che, come detto anche da Pasqualotto, il programma prevedesse anche il grande argomento Koan che non si è fatto in tempo a trattare e per il quale mi piacerebbe fosse organizzato un altro incontro.
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udemy-gift-coupon-blog · 6 years ago
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VBA Excel - Preparazione gratuita al Corso Master ##UdemyDiscount ##UdemyFrancais #al #Corso #Excel #gratuita #Master #Preparazione #VBA VBA Excel - Preparazione gratuita al Corso Master Ciao, il mio nome è Casegna Alfonso è sono un Docente informatico specializzato in ambito Office e non solo. Ho creato questo VIDEOCORSO GRATUITO per inizializzare lo studente alla programmazione in VBA in vista della Guida Completa che a breve pubblicherò. Un altro motivo per cui ho deciso di rendere gratuito questo corso è perché reputo fondamentale che lo studente metta alla prova il Docente. Questo deve essere in grado di spiegare concetti complessi in modo estremamente semplice. Lo studente deve valutare se chi insegna possiede la giusta competenza nel campo e affidargli, in modo totale, la propria fiducia. La prima cosa che voglio sottolineare è che: "questo corso è stato creato per coloro che non hanno mai avuto a che fare con la programmazione in VBA o altri linguaggi." Un requisito IMPORTANTE è il fatto di saper utilizzare bene Excel ...quindi Formule, Funzioni, Macro, etc devono far parte del proprio repertorio. Nel caso ti suggerisco vivamente di iniziare dai miei Corsi: Base, Esperto, Master Level. Qualcosa in più sul Corso In realtà non si tratta di un corso a sé stante, infatti, è un’estrapolazione del CORSO VBA - LA GUIDA COMPLETA che pubblicherò tra non molto. La decisione di intraprendere questa strada è dettata dal fatto che chi si avvicina per la prima volta alla Programmazione, deve essere guidato passo dopo passo fino ad acquisire una SOLIDA BASE. Quindi il percorso sarà pieno di Esempi, Test, Domande e soprattutto tanta pratica. Credimi quando ti dico che argomenti come, Programmazione ad Oggetti, Programmazione Strutturata, Variabili, Costanti, Proprietà, Metodi, Routine, Function, Costrutti devono diventare il tuo pane quotidiano per poi fare il grande passo. Per esperienza posso dirti che: 1.    Tutti possono imparare a programmare in VBA. 2.    Il VBA di Excel è un linguaggio semplice e versatile che permette di creare applicazioni davvero potenti. 3.    Per diventare utilizzatori Avanzati, in ambito VBA, bisogna necessariamente fondarsi su Basi Solide. 4.    Dedicare il giusto tempo a qualcosa rispettando Regole e Metodi porta sempre a centrare l'obiettivo prefissatosi. Il Corso VBA Excel - Preparazione gratuita al Corso Master ti permetterà di imparare le Basi della programmazione in modo da affrontare, come davvero si dovrebbe, lo step successivo e cioè il CORSO VBA - LA GUIDA COMPLETA Il CORSO, strada facendo, verrà integrato anche di materiale aggiuntivo utile a rafforzare e testare quanto lo studente ha appreso. Who this course is for: Programmatori VBA Programmatori che vogliono imparare il VBA di Excel Chi vuole diventare un utilizzatore davvero avanzato di Excel Chi vuole imparare a realizzare applicazioni con il VBA di Excel 👉 Activate Udemy Coupon 👈 Free Tutorials Udemy Review Real Discount Udemy Free Courses Udemy Coupon Udemy Francais Coupon Udemy gratuit Coursera and Edx ELearningFree Course Free Online Training Udemy Udemy Free Coupons Udemy Free Discount Coupons Udemy Online Course Udemy Online Training 100% FREE Udemy Discount Coupons https://www.couponudemy.com/blog/vba-excel-preparazione-gratuita-al-corso-master/
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internazionalevitalista · 5 years ago
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Da quando il mondo è finito qualche settimana fa
Intervista collettiva realizzata attraverso il programma radiofonico Counter Power Radio Hour su WDBX radio di Carbondale, Illinois, Stati Uniti il 31.3.2020
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Questa è Counter Power Radio Hour e oggi abbiamo una puntata speciale perché siamo in collegamento con un po' di gente da tutto il paese per parlare di questa pandemia e della possibilità di organizzarsi. Oltre al mio co-host Matt abbiamo ospiti Frances, Kye e Walter. Volete presentarvi, dire da dove venite e la situazione intorno a voi?
Frances:
Sono isolata, mi sto isolando come molte persone: sono in una piccola città del sud, ho perso il lavoro e non so come trovare le risorse per il prossimo futuro, questa cosa mi spaventa un po'. Scorrendo la mia bacheca Instagram ho visto queste, per così dire, dichiarazioni della gente su cosa sia essenziale in questo momento per la sopravvivenza. Sono venuti fuori i cinque punti, le cinque richieste per sopravvivere al covid-19, e dando un'occhiata a chi discuteva di ciò mi sono accorta che molti discorsi vertevano sul non pagare l'affitto, o congelare l'affitto, fino allo sciopero dell'affitto. Ho notato come questa piattaforma, che sembrava uscita dal nulla, ha in effetti come base il sito 5demands.global e come la gente abbia cominciato ad organizzarsi, sia perché costretta a farlo, sia perché ha voglia di farlo in supporto a tutti coloro che non hanno la possibilità economica di pagare. Ci sono un sacco di suggerimenti/indicazioni su questo sito.
Kye:
Al momento sono in quarantena nel South West, in Arizona. Ho perso il lavoro, circa tre settimane fa, non posso fare la domanda per la disoccupazione perché prima non ho guadagnato abbastanza e non vedo alcuna prospettiva di fare qualcosa per guadagnare alcunché, e ciò mi spaventa molto. Mi sto organizzando e sto aiutando la mia famiglia e i miei amici che vivono ad Atlanta e ad Oakland, mettendoli in contatto con la gente che sta facendo lo sciopero dell'affitto in quelle città. Fino a poco tempo fa non sapevo cosa fosse un Rent Strike, lo sto imparando adesso ed è parte di un processo per la mia comunità.
Walter:
Abito nel nord est dello stato di Washington e proprio oggi io e i miei coinquilini abbiamo mandato una lettera al padrone di casa dicendo che non pagheremo l'affitto del mese di aprile perché non possiamo. Molti di noi hanno perso il lavoro quando il governatore ha chiuso con un decreto d'emergenza tutte le attività non essenziali. Un posto dove lavoravo tra l'altro ha chiuso prima e quindi ho perso due lavori di fila e non so se ho accesso alla disoccupazione. Stiamo iniziando ad organizzare lo sciopero dell'affitto con alcuni amici e vicini ed altra gente che vive in appartamenti nei complessi residenziali qui in zona. C'è molto fermento a riguardo. Dobbiamo organizzarci perché semplicemente la gente non ce la fa a pagare, ed è meglio se non paghiamo tutti insieme come una forza unita piuttosto che fallire da soli nel pagare l'affitto individualmente. In entrambi casi non paghiamo, giusto? Sono in quarantena in casa da due settimane perché una persona che vive con me sta male, quindi sto cercando di fare del mio meglio per lavorare da computer su questo progetto; sto inoltre collaborando al sito 5demands.global, c'è dell'ottimo materiale. Stiamo cercando di contattare anche i piccoli negozi che non riescono a pagare l'affitto per organizzarci con loro magari con una forma di autoriduzione collettiva da presentare ai proprietari dei locali. Direi quindi che stanno succedendo molte cose, pare che sia un momento molto interessante.
Ci sono stati molti dibattiti e molte attività da quando, beh da quando il mondo è finito qualche settimana fa, riguardo al mutuo appoggio: un concetto che nei circoli politici radicali si conosce, si pensa e si pratica da molto tempo, specialmente nelle ultime due decadi. Sempre di più nelle catastrofi la gente parla di ciò e di come una comunità si possa organizzare per rispondere ad una situazione di disastro. E di come spesso la vita migliori in queste circostanze: molte leggi e il concetto di proprietà privata che prima erano radicati spesso vengono gettati dalla finestra e le persone iniziano immediatamente a prendersi cura l'una dell'altra in un modo che ci fa stare bene. E' interessante come questo concetto stia in qualche modo esplodendo. Le comunità di tutto il mondo si stanno prendendo cura della gente, stanno cercando di capire come farlo con modalità nuove nel contesto del distanziamento sociale. E vi chiedo: cosa c’entra il concetto di Rent Strike col mutuo appoggio? Come vi risuona? È una cosa separata o vi è in relazione?
Frances:
Stavo giusto coordinando da lontano un progetto di mutuo appoggio, rispetto alla devastazione creata dal tornado che ha colpito Nashville poco prima dell'arrivo del covid-19; lavoravo col gruppo che raccoglieva gli aiuti, il cibo e aiutava la gente a ricostruire le case, quando il covid-19 ha iniziato a sussurrare la sua presenza in giro. Il gruppo immediatamente è passato a occuparsi direttamente dell'aiuto rispetto al covid-19, abbandonando l'ampia e lontana area di Nashville  e focalizzandosi sul territorio locale, sviluppando modalità di intervento e di aiuto per la popolazione locale nel reperire gli aiuti di base come il disinfettante per mani, guanti, cibo e vestiti, rifugi per i senzatetto… e questo prima dell'iniziativa sui dormitori portata avanti a livello nazionale. Insomma, le necessità umane di base e tutto ciò per cui la gente si organizza per proteggere se stessi e gli altri dal covid-19.
In questo senso il Rent Strike è una tattica per mantenere la gente a casa e dare rifugio alla gente che effettivamente ne ha bisogno. Il mutuo appoggio connesso allo sciopero degli affitti non è quindi solamente un fatto basilare ma anche un sistema di supporto fondativo per chi è nei dormitori ed è anziano o immunodepresso e per chi non può più pagare e non vuole finire in mezzo ad una strada e rischiare di contrarre il virus. Il mutuo appoggio fornisce una sorta di esoscheletro che rinforza la casa come prima linea di difesa nell'immunità dal covid-19.
Molto interessante l'idea di un sistema immunitario che si estende al di fuori del tuo corpo. Kye, ne parlavamo prima dell'intervista, molta gente che ha già vissuto in condizioni difficili prima di questa crisi aveva già bisogno di molte di quelle cose che adesso si mettono in pratica...
Kye:
Esatto, e ciò mi riguarda in prima persona. Ho vissuto in un quartiere nero di Atlanta colpito fortemente dalla gentrificazione, per un po' di tempo tutte le conversazioni sui problemi relativi alla casa e la sicurezza dell'abitare vertevano su questo. Sono curioso di vedere se come movimento riusciremo a spingere il Rent Strike oltre questa emergenzialità della pandemia e a costruire un nuovo modo di abitare nel futuro.
Per concludere sul rapporto tra sciopero dell'affitto e mutuo appoggio volevo rivolgermi a Walter, perché una cosa che dicevi descrivendo la tua situazione è che c'è un potenziale nel fare ciò insieme, collettivamente: la componente della solidarietà...
Walter:
La solidarietà è complementare al modello del mutuo appoggio. Entrambi si riferiscono a come ci prendiamo cura di noi collettivamente e ci occupiamo delle nostre necessità piuttosto che rendere ognuno responsabile di fallire da solo. Ma anche questa sovrapposizione di mutuo appoggio e Rent Strike rende l'autorganizzazione molto più facile e possibile. Prima che la mia casa andasse in quarantena, quando questa pandemia si stava solo affacciando, andavamo in giro per il quartiere con dei volantini dicendo “ehi abbiamo delle risorse, questo è il mio numero, vogliamo fare una chat di quartiere, nel caso avessimo bisogno di condividere risorse e aiutare chi ne ha bisogno, o prendere frutta e verdura per chi è isolato o in quarantena.” Non avevamo nessuna rapporto con la gente del quartiere prima, nessuno era reattivo sulla questione. Poi tutt’a un tratto ci troviamo in un momento come questo in cui la gente realizza che si deve mettere insieme e ciò ci offre la possibilità di incontrarne molta altra. Degli amici in un altro quartiere hanno fatto la stessa cosa e nei discorsi di quartiere è saltato fuori “ehi cosa pensi di fare riguardo all'affitto? Hai abbastanza soldi per riuscire a pagare?” E così sono nate queste grandi discussioni sullo sciopero e sul prendersi cura di tutti, assicurarsi che si abbiano cibo e medicine, ma anche che ognuno abbia un tetto sulla testa. Credo quindi che questi due concetti siano complementari e che una delle cose più eccitanti, almeno per me, sia che è diventato tutto ad un tratto senso comune il fatto che tutti si debbono prendere cura di ognuno e del benessere collettivo nell'interesse di tutti.  
Ora vorrei parlare del sito 5demands.global dove c'è un numero di telefono da chiamare per avere consigli su come costruire lo sciopero dell'affitto nel proprio quartiere. Ma è anche molto più di questo: ci danno la dimensione del discorso sanità gratuita, stop al lavoro, alle rate dei muti, ai debiti, libertà per i prigionieri, casa per tutti e tutte...
Frances e Walter fanno parte della rete di solidarietà che anima questo sito, volete parlarci di come il sito funziona da strumento organizzativo? Queste sono richieste che di solito si pongono a chi è al potere ma una lotta come quella del Rent Strike è anche un modo di implementare una di queste richieste.
Frances:
Uno dei nuovi strumenti che c'è nel sito è questa mappa del territorio nazionale dove si possono vedere i gruppi ed organizzarsi per il Rent Strike e i cinque punti: c'è appunto la possibilità di inserire i propri dati ed apparire su questa mappatura. Per esempio se sei in Oklahoma puoi cliccare sulla mappa e scoprire che c'è un gruppo, Rent Stike Tulsa, che si organizza a Tulsa, Oklahoma, e puoi trovarne i contatti. È ottimo il fatto che su questo sito puoi trovare tutto il materiale che ti serve se stai prendendo in considerazione di fare lo sciopero dell'affitto, passo dopo passo, con una sorta di cassetta degli attrezzi, ed è molto basico: se non avessi idea di cosa fosse una chiamata su Zoom o su Jitsi, Signal o Telegram ci sono tutte le informazioni. Il sito ha un approccio molto ampio, aperto a tutti, con infografiche molto chiare. E' un modo per la gente di collegarsi, essere connessi e costruire comunità, sento che ha aiutato pure me dal punto di vista del coraggio, perché sono stata molto isolata, e anche se non so se sarò in grado di sostenere lo sciopero da sola ad aprile, sembra che la situazione possa solo peggiorare a maggio e per allora probabilmente altra gente si unirà al bisogno di rendere sicuro l'abitare. Non mi sento sola e se ho delle domande rispondono molto velocemente.
Kye:
Voglio solo dire che ho mostrato il sito ad amici e familiari e che i cinque punti sono molto accessibili, li hanno trovati una fonte d'ispirazione per poter raggiungere i loro vicini. Ora non saprei il risultato di questo sforzo ma, insomma, anche per chi non è introdotto a questo tipo di linguaggio risulta molto chiaro, è un ottima piattaforma.
Walter:
Per parlare brevemente del sito devo dire che è uno strumento fantastico. Qui dove vivo abbiamo cominciato ad organizzarci riguardo alle iniziative per il Rent Strike, molte persone diverse fra loro hanno cominciato a stoccare risorse, molti sforzi erano raddoppiati, e poi è venuto fuori il sito e dicevamo “Ah cool! Vedi qua c’è proprio tutto". Vedere questa mappa riempirsi sempre più di posti e iniziative è utile e fonte d'ispirazione; ad oggi ne conto 32 in tutto il Nord America, ed è attivo solo da qualche giorno. Per risponderti riguardo al discorso dei cinque punti e l'organizzarsi intorno ad essi come richieste ma manifestando per essi allo stesso tempo: penso che siamo in questo buffo momento in cui accade tutto insieme, cose che un paio di settimane fa sembravano molto radicali adesso appaiono come senso comune. Possiamo finalmente dire, molto chiaramente e a tutti, che è ovvio che dovremmo avere la sanità gratuita per combattere con successo questa pandemia, è ovvio che la gente non dovrebbe andare nei posti di lavoro dove ci si trova esposti a molti altri, e non si dovrebbe andare a lavoro malati, perché ciò diffonderebbe il virus più velocemente, ancora più ovvio che chi è impossibilitato ad andare a lavoro, perché c'è un’ordinanza che chiude le attività e perché bisogna stare a casa, non dovrebbe pagare per le necessità di base, ancora più ovvio che le prigioni siano il più grande vettore di propagazione del virus e che mantenere le persone dentro, senza una protezione, è una condanna a morte. Che chi vive per strada dovrebbe avere un rifugio, e ci sono così tante case vuote negli Stati Uniti. E quindi c'è questa cosa buffa che questi punti sono presentati come domande ma è anche molto chiaro che il governo federale e gli stati non stanno prendendo le decisioni necessarie per proteggere le persone da questo virus. Sarebbe ottimo se le autorità dessero una risposta riguardo queste domande ma è chiaro che non lo faranno e quindi che sta noi agitarle. Anche ad Hong Kong avevano 5 punti, e uno degli slogan era:  “5 punti, non uno di meno”. Appena vinciamo lo sciopero degli affitti e congeliamo mutui e rate in tutto il paese, non avremo comunque finito, sarà solo l'inizio, toccherà aprire le prigioni e le case per chi non ha dove vivere.
C'è un così ampio spettro di cose che sono successe nelle ultime settimane che prima non sembravano pensabili, così diverse fra loro in ogni territorio. Matt tu parlavi di alcuni rilasci di prigionieri che ci sono stati...
Matt:
Si a New York hanno rilasciato circa 600 detenuti, sto studiando le carte e cercando i numeri dei rilasci che ci sono stati in Illinois, ma sostanzialmente questi avvengono in molte aree. Poi c'è stata una evasione a Washington se non sbaglio, e tutto ciò ovviamente è legato ai timori rispetto al covid.
In questo programma radio per anni abbiamo parlato dei problemi connessi alla detenzione di massa, la crescita del sistema carcerario come strumento politico per colpire i movimenti di ribellione degli anni 60...E' stupefacente vedere come in poche settimane la logica possa slittare così tanto e così velocemente verso una prospettiva completamente diversa sugli eventi legati alle prigioni e molti altri aspetti. Per tornare ancora al Rent Strike, per concludere, hai detto che ci sono una trentina di posti segnati sulla mappa dei nodi territoriali, da qualche parte ho letto che ci sono già due milioni di persone collegate a questa piattaforma politica, e molte iniziative collegate. Come pensate che andrà? Cosa succederà per voi dal primo aprile e nei mesi a seguire?
Frances:
Su questo posso dire che c'è molta esitazione, insomma questo sito è apparso meno di una settimana fa, e sebbene ci sia molto interesse ci vuole un po' di tempo per conoscere i tuoi vicini e costruire queste relazioni. È pericoloso scioperare da soli, cioè, non “pericoloso”, ma rischi di certo più lo sfratto se lo affronti da solo, c'è del potenziale nei numeri. Quindi credo che quello che vedremo sarà un momento di costruzione di comunità, consapevolezza di avere bisogno degli altri, fare esperienza del mutuo appoggio. Iniziare a creare questi ecosistemi della cura, che sono così essenziali di questi tempi, indipendenti da un mondo che adesso appare come un ricordo lontano. Forse per il primo maggio ci saranno degli spazi comuni in cui si deciderà di non pagare l'affitto non solo per necessità ma anche per volontà, perché si capisca che chiediamo di più...e continueremo a lavorare su questo aspetto.
Inoltre a livello federale è successo molto rapidamente che molta gente che paga il mutuo sulla casa di proprietà e molte grandi aziende abbiano dichiarato che non pagheranno; ma non si capisce bene perché è uno scandalo quando lo diciamo noi...
Walter:
C'è una eco in quello che diceva Frances su come tutto stia velocemente cambiando, ho sentito molte critiche da parte della sinistra istituzionale o dei gruppi di inquilini organizzati da tempo, che dicono che ci vogliono mesi e anni per organizzare veramente uno sciopero dell'affitto, che è anche vero: ma viviamo in questi tempi in cui accade tutto così velocemente, e il mondo cambia ogni singolo giorno.
Una delle prime cose che ho fatto quando ho cominciato a seguire questa lotta è stata andare su questo canale telegram, che ora conta 14000 iscritti a livello nazionale, e in soli 5 giorni abbiamo assistito ad una miriade di articoli della stampa mainstream, che parlano del Rent Stike e del fatto che la gente non può pagare l'affitto. Io vivo vicino a Seattle, e il consiglio comunale di Seattle ha appena approvato una mozione che dice che bisogna sospendere affitti e mutui a livello statale durante tutta la pandemia, e che non hanno la possibilità di rinforzare questa mozione ma si appellano al governo perché lo faccia. Si è trattato di un voto all'unanimità da parte di un consiglio comunale che non è particolarmente radicale, insomma. Questo slittamento del paradigma è di fatto avvenuto. Io non so cosa succederà dal primo aprile, so che molta gente non pagherà l'affitto perché non ha i mezzi per farlo e che aiuterà altra gente a trovare le risorse e l'appoggio se devono affrontare un confronto con i padroni di casa.
Volevo chiedervi, lo abbiamo accennato prima, se qualcuno di voi ha notizie riguardo come la pandemia sta colpendo le persone detenute nelle carceri e nei centri di detenzione. Ci sono questi rilasci di solito mirati, di qualche dozzina o qualche centinaio di persone… Qualcuno è al corrente di quali siano i rischi che effettivamente si corrono dentro le prigioni? Ovviamente l'accesso alla cura e le condizioni di vita in queste strutture è notoriamente terribile, in particolare qui in Illinois da dove trasmettiamo questo programma radio.
Walter:
Alcuni di questi aspetti sono così ovvi e chiari anche a chi non è al corrente della situazione carceraria. I proclami che sentiamo dal governo e dal sistema sanitario nazionale vertono sul distanziamento sociale, stare a due metri di distanza, non avere contatti stretti con le altre persone, sulla importanza di lavarsi le mani e disinfettare l'ambiente circostante: è chiaro che in prigione e in un centro di detenzione nessuna di queste cose è possibile. Sono posti già sovrappopolati in cui la gente condivide spazi piccolissimi, se una sola persona è infetta tutti saranno esposti. Sappiamo che il sistema sanitario delle carceri è già orribile e i detenuti non hanno già accesso alle necessità di base se non attraverso iter complicati. Si tratta in sostanza di bombe ad orologeria, ci sono casi a Rikers Island a New York e in un'altra prigione della città, casi nelle prigioni dello Stato di Washington, e si propagherà molto più velocemente rispetto alla diffusione nelle città, dove quantomeno si possono applicare le misure di distanziamento sociale. Vediamo spesso questi grafici con picchi e curvature, immagini di come sarà brutta la situazione, e sarà solo peggio nelle carceri e nei centri di detenzione a meno che non facciamo uscire la gente di là.
Purtroppo è senso comune in molte situazioni di disastro in cui la vulnerabilità e l'emarginazione sociale fa sentire gli effetti del disastro in maniera più decisa su chi appunto è più vulnerabile ed emarginato. Un disastro naturale è sempre complementare a quello sociale preesistente.
Kye:
Nei centri di detenzione sono già pessime le condizioni, è come stare su una nave crociera (per la diffusione del virus) ma letteralmente dentro delle gabbie con altre centinaia di persone. Non è garantita l'assistenza sanitaria e molta gente si è ammalata e morta, dei bambini sono morti, solo con l'influenza normale prima di questo virus. E adesso, con la velocità con cui questa malattia si sta propagando, ciò vuol dire mettere a rischio la vita di centinaia di migliaia di persone. Si registrano già casi di proteste, scioperi della fame e altri gesti di ribellione. Dobbiamo capire come mostrare nella pratica la nostra solidarietà.
Negli ultimi tre anni si sono coordinati scioperi del lavoro in carcere, organizzati dagli stessi detenuti che lavorano in queste strutture, sarà quindi interessante vedere come porteranno avanti questa lotta le persone che già si battevano contro le condizioni atroci in cui erano abbandonati, quale sarà la loro risposta...Ma anche fuori dalle carceri, assistiamo a una miriade di organizzazioni di appoggio che portano avanti questa istanza legata a uno dei 5 punti di 5demands.global. Il punto relativo al carcere è dunque collegato a quello sullo stop al lavoro. Il primo aprile ci sarà anche un “Sick Out” -un giorno in cui i lavoratori non si presentano a lavoro per protesta dichiarandola malattia-  per la catena “Whole Food” a livello nazionale, e inoltre i lavoratori della General Electric hanno incrociato le braccia, non perché volessero delle paghe più alte ma per chiedere di convertire la produzione nella costruzione di respiratori: questo è un fatto direi sublime, stanno rischiando il loro lavoro, mettendosi in gioco in questa azione collettiva, a beneficio di tutti gli altri, di noi, dichiarando che hanno le capacità e le possibilità di fabbricare le cose di cui abbiamo bisogno per affrontare questa crisi. Volete aggiungere altro? Anche ad Amazon stanno organizzando qualcosa, giusto?
Walter:
Il 31 marzo i lavoratori di Amazon e di Instacart hanno incrociato le braccia, con una serie di scioperi a gatto selvaggio su tutto il territorio nazionale, richiedendo migliori condizioni di lavoro e la sanificazione degli ambienti. Uno dei loro punti di forza è il fatto che tutta questa gente, come anche i riders delle consegne e i commessi degli alimentari, che prima erano visti come totalmente marginali e non importanti e che non avevano voce nei media mainstream, tutto ad un tratto vengono definiti eroi, ma continuano a non avere le malattie pagate, e lavorano in condizioni più precarie, maggiormente esposti al rischio di contagio. Ho molta fiducia in questa nuova ondata di effervescenza di lotte sul posto di lavoro, la gente si organizza e dice. “Noi vogliamo aiutare le persone, è importante per noi e allo stesso tempo vogliamo lavorare in sicurezza, lo possiamo fare insieme, in modo migliore di come sta avvenendo, e di come lo fanno i padroni”.
Sarà molto interessante vedere gli sviluppi se la situazione dovesse andare avanti così, e a quanto pare lo farà. All'inizio della settimana Trump caldeggiava l'ipotesi di tornare alla normalità ed aprire alcuni settori produttivi: ciò sembrava troppo anche per lui. Dobbiamo quindi aspettarci altri provvedimenti sul restare a casa e sul distanziamento sociale almeno fino a giugno. Questa è tutta una nuova realtà e ne vedremo le implicazioni.
Per concludere, come pensate che ciò incida sulla trasformazione dei poteri negli Stati Uniti, nel governo e nell'economia? Sono speculazioni per ora, ma qualcuno ha suggerito che queste grandi aziende informatiche, che tra l'altro operano i servizi con cui la gente comunica adesso più che mai e il servizio grazie al quale siamo in onda adesso, spingono per prendere il potere in modo spaventoso. C'è chi approfondisce questo tema da molto tempo, il modo in cui la Silicon Valley sta programmando un mondo e inventando un futuro in una modalità che il governo non riesce neanche a concepire. Come pensate che la pandemia influenzi questi grandi attori di trasformazione in uno slittamento epocale che riallineerà queste strutture del potere?
Frances:
Stiamo già vivendo nel futuro, è fantastico che sia già stato studiato da qualcuno questo aspetto perché sono cose che sembravano assurde fino a poco tempo fa. Fa paura pensare che questo accadrà con i grandi giocatori di questa partita come Amazon, Google, ecc, essi avranno successo se non saremo capaci di organizzarci e difenderci per conto nostro, provvedendo a delle basi reali per le comunità che nullifichino la necessità dell'approvazione del governo. Semplicemente perché il governo non è stato in grado di gestire la crisi e la cura della popolazione, e perché la gente si aiuta a vicenda durante la pandemia: se non avremo successo nel fare ciò la disperazione che c'è dall'altra parte, tutta la morte e la disperazione che ne uscirà fuori sarà semplicemente sussunta da queste compagnie da chi si rivolgerà a loro per avere risposte. Ma la tecnologia è anche la stessa che ci ha permesso tutta questa organizzazione: ero seduta davanti al computer, connessa con altre persone per coordinarmi e cercare di dare un senso a questo mondo, posso farlo dalla mia sedia. Sono dipesa dalla tecnologia in un modo in cui non mi era mai capitato prima. Siamo dunque in questa strana posizione in cui la gente si organizza con altra gente ma lo fa anche attraverso queste tecnologie: toccherà usare questi strumenti senza rimpiazzare il lavoro genuino dell'interazione umana che è cura, affetto e comunità che può solo venire dai corpi. Forse è una risposta un po' romantica alla domanda, ma non voglio caldeggiare uno scenario apocalittico in cui diventiamo tutti dei robot o in cui la sorveglianza tecnologica controlla rigidamente tutto cercando di impedire che accada qualcosa di nuovo. Bill Gates prefigurava scenari di pandemia mesi prima dell'avvento di essa in Cina, lo stanno già facendo e non sta funzionando, non eravamo pronti. Diamo tutti una sponda a questi discorsi, anche sui robot: è la gente che li disegna, li fabbrica e li mette in circolazione, che li controlla. Penso ci sia un modo per continuare a ribellarci e sabotare la missione di queste aziende, grazie a queste ondate di scioperi, che continuino a farle correre.
Kye:
Aziende come Google hanno usato i loro strumenti per tracciare le possibilità di contagio, fornendo dati alle autorità su chi ha violato o meno il distanziamento sociale attraverso altri servizi apparentemente utili e “amichevoli” come la geolocalizzazione per le app di traffico che ci informano su dove sia un ingorgo per evitarlo. Questa crisi sta dando loro spazio di legittimazione in un modo molto insidioso per invadere la nostra privacy, con tutta quella produzione “positiva” di contenuti e mezzi per metterci in contatto con gli amici, condividere video e musica ecc. Non voglio che la tecnologia renda il mio corpo e l'ambiente in cui vivo futili. Sono vivo e mi sento vivo con le altre persone e questo mi spinge a interrogarmi su come ci connettiamo, in questo momento e quando la situazione diventerà ancora più spaventosa.
Matt:
Ho riflettuto molto su questa idea di timore rispetto a come il potere usi questo momento per una nuclearizzazione ed atomizzazione degli individui e delle entità familiari, in una sorta di forza super-isolante, in cui partecipiamo e creiamo queste “piazze” che non hanno però le basi solide per permetterti di fraternizzare con i colleghi di lavoro in una modalità non supervisionata. Dobbiamo veramente riuscire a lottare, in questo momento, per sconfiggere questa potenziale svendita degli individui e delle unità familiari a beneficio di entità povere di contatto e interazione, per paura del virus usato sempre più come arma contro di noi, non che lo sia in sé, ma che il momento possa essere trasformato in un'arma.
Si tratta di una riorganizzazione che conosciamo dal concetto di capitalismo dei disastri, di come i disastri vengano utilizzati come modi di ristrutturazione e di imposizione di condizioni altrimenti inaccettabili, ma che diventano a un certo momento necessarie: quando rinunci temporaneamente ad una libertà non necessariamente poi torna indietro. Dobbiamo tenerci stretta una socialità non mediata dagli schermi: per quanto tu sia in quarantena puoi sempre affacciarti sulla tua veranda, aprire le finestre, ci sono insomma modi per raggiungere gli altri, ho visto immagini di gente che organizza il Rent Strike parlandosi dalle verande, mi pare fosse a Chicago. Non dobbiamo dimenticarci che abbiamo la capacità di connetterci tra di noi con un po' di distanziamento fisico, e ciò può ancora essere normale. Non rendiamolo il momento in cui… c'è un terribile futuro in cui questo era un passo sulla strada della costruzione di Matrix,il momento in cui ci siamo tutti ritrovati davanti ad uno schermo 24 ore su 24, e in cui era facile creare un mondo virtuale dove siamo più soddisfatti e ci sentiamo più al sicuro. Non lasciamo che questo scenario da incubo si realizzi.
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insidecommunication-blog · 6 years ago
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MEME&GIF
La comunicazione è una delle facoltà di base che rende l'essere umano ciò che è. Nel corso della sua Storia, l'uomo è riuscito a tramandare le conoscenze e le informazioni che ci hanno resi la specie vivente più potente del globo proprio grazie alla sua capacità di comunicare. Nel corso del tempo, i modi e i tempi della nostra comunicazione sono cambiati notevolmente: dai racconti orali si è passati alla scrittura, dalla pergamena degli amanuensi  alla stampa di Gutemberg, per arrivare poi ai giornali, al telefono, alla radio, alla tv, e, infine, ai social network.
Se c’è qualcosa di valido che può essere usato per osservare la nostra Storia, questo è sicuramente la comunicazione. Ma la comunicazione non è solo questo. Come dice Paul Watzlawick, storico e filosofo americano specialista in comunicazione:
“Del tutto indipendentemente dal mero scambio di informazione, ci pare che l’uomo debba comunicare con gli altri per avere la consapevolezza di sé.”
Ognuno di noi, perciò, sente la necessità di condividere con il prossimo i propri pensieri e le proprie emozioni.
Lo sviluppo delle nuove tecnologie ha, quindi, modificato non soltanto il modo in cui comunichiamo, ma ha anche reso molto più semplice condividere con gli altri ciò che vogliamo comunicare. Ad esempio, pensiamo ai milioni di post su Facebook, di foto caricate su Flikr e Instagram, di video di Youtube: tutti possono comunicare con chiunque ed in ogni parte del mondo pressocché istantaneamente. Questo è il potere della comunicazione sui social network, ma è anche il suo punto debole.
Infatti, in questo mare di informazioni che ci bombarda continuamente, la comunicazione si rende efficace solo quando è rapida, immediata, riconoscibile e, possibilmente, che susciti delle emozioni.
Ecco spiegato il grande successo di meme e GIF  che, soprattutto negli ultimi anni, vengono utilizzati nella comunicazione quotidiana su social network, servizi di messaggistica istantanea ed e-mail.
Cosa sono esattamente Meme e GIF e qual è la loro origine?
Gli “Internet Meme” sono delle immagini (spesso accompagnate da poche parole scritte) che si diffondono in maniera virale e spontanea sul web.
Il nome, che andrebbe letto “mim”, ma che viene più spesso letto così come si scrive, venne coniato da Richard Dawkins nel 1976 e deriva dal greco “mimëma”, che significa qualcosa di imitato, un imitazione.
Dawkings sosteneva che, come nell’evoluzione delle specie l’unità di selezione era il gene, nel campo della cultura l'elemento su cui si gioca l'evoluzione del pensiero è il «meme», cioè l'unità di imitazione, che può essere molte cose: un'idea, una frase, una creazione artistica o una filosofia che si diffonde di cervello in cervello.
Come il gene si diffonde in altri corpi attraverso la riproduzione degli organismi, così il meme, che abita un cervello, si diffonde in altri cervelli tramite la comunicazione. Ma anch'esso può danneggiarsi: avere errori di copiatura e modificarsi. Oppure trovare scarsa diffusione ed “estinguersi”.
Quello che viene considerato il primo meme della Storia è una vignetta pubblicata sulla rivista satirica dell'Università dell'Iowa Wisconsin Octopus nel 1919. 
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Primo meme(1919)
Si dovrà attendere però fino all'invenzione del web e delle e-mail per vedere i primi internet meme.
I Meme che girano in rete sono quasi sempre fotogrammi di film o serie televisive famose, o di altri video, che vengono modificati e diffusi in modo consapevole e volontario dagli utenti proprio perché diventino virali. La maggior parte di essi vengono creati soprattutto per essere divertenti, grazie anche a frasi che le rendono uniche ma al tempo stesso riconoscibili. Si usano immagini che diventano simboli di uno stato d'animo o di un pensiero, a cui viene semplicente aggiunto un “contesto” più personale o definito.
Questi meme, di efficacia indiscutibile, negli ultimi anni sono stati utilizzati non solo a scopo ludico, ma anche informativo e “politico”: famoso è il caso di quella che è stata definita “guerra delle GIF” durante le campagne elettorali  statunitensi del 2016 di Trump e Clinton.
La GIF (Graphics Interchange Format) è un formato per immagini digitali di tipo bitmap che viene usata per i file di grafica memorizzati secondo uno standard definito da CompuServe e ora divenuto molto diffuso grazie a Internet.
In termini più semplici, possiamo definirle come delle immagini in movimento o brevissimi video muti. La maggior parte delle GIF presenti sul web sono delle emoji o immagini di piccole dimensioni che ricorrono in un movimento in loop.
Le GIF (parola che può essere letta indistintamente come “ghif” o “gif”) sono nate addirittura prima del web: le creò nel 1987 Steve Whilite, data la necessità di un grande provider americano, Compuserve, di definire un formato standard per i contenuti grafici, che potesse essere letto dai computer del tempo.
Inizialmente sono state utilizzate per la capacità di “pesare” poco a livello informatico e, quindi, si preferì sacrificarne risoluzione e audio. Dopo essere cadute nell'oblio per molti anni, recentemente le GIF sono risorte grazie ai servizi di messaggistica istantanea e ai social network, che ne sfruttano l'immediatezza e la riconoscibilità.
Come i meme, anche le GIF sono il più delle volte piccoli spezzoni di film o serie tv, più o meno famosi, che vengono accompagnati facoltativamente da scritte (essendo video muti).
Allo stesso modo dei meme, il successo di questo contenuto è la possibilità di poter crearne di propri o modificarne di esistenti in maniera davvero semplice, tanto che esistono siti, piattaforme, applicezioni e programmi che aiutano a creare un meme in pochi secondi.
Tumblr media
E' chiaro: un’immagine vale più di mille parole. Nel mondo frenetico in cui ci troviamo, meme e GIF sono mezzi ineguagliabili per esprimere anche concetti molto complessi in un attimo e, spesso, per emergere dalla folla rendendo la propria creazione (e quindi il nostro pensiero e la nostra stessa identità) virale.
Forse, andando avanti, riscopriremo il valore del tempo e della parola scritta, o finiremo con l’usare un sistema di ideogrammi che mescoli l’immagine e la parola, o forse non useremo più del tutto la parola scritta, tornando all'oralità. Certamente, quello che non passerà mai è la nostra necessità di comunicare.
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