#strana officina band
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tempi-dispari · 1 year ago
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Strana Officina: la forza della musica
Correva l’anno 1979.
Il mondo camminava con tutta la sua umanità verso un assetto che sarebbe stato quello della fine della guerra fredda e l’inizio di nuove ere sempre più convulse, come quella dei nostri giorni che spesso ci asteniamo dall’interpretare. Stati Uniti e Cina fecero accordi che stabilivano una priorità per entrambi in funzione antisovietica e l’Urss sentendosi circondata invase l’Afghanistan poco prima di Natale.
I carri sovietici a Kabul, con rovesciamento di governo e inizio di dieci anni di guerriglia afghana alimentata dagli americani per dare filo da torcere a Mosca. Fu così che questi strani personaggi che imparammo a conoscere – i Mujaheddin – diventarono popolari. In Italia nacque RaiTre per il Partito comunista: l’assetto era perfettamente lottizzato e anche bilanciato: il Pci che fino a quel momento era stato tenuto fuori dal governo diretto della Rai, diventò titolare di un’intera rete televisiva.
I morti ammazzati furono ancora moltissimi: gli scontri fra neofascisti e gruppi armati di sinistra lasciavano cadaveri sulle strade mentre proseguivano anche le vigliacche esecuzioni con un colpo alla nuca delle Brigate Rosse o di Prima Linea, come quello che uccise il giudice Emilio Alessandrini che indagava sulla pista fascista di piazza Fontana.
A proposito della strage di piazza Fontana, in quell’anno ci fu una prima sentenza che sembrava definitiva e non lo fu, ma che condannava i soliti Freda, Ventura (che riuscì a evadere e fu poi riacciuffato in Argentina) e Guido Giannettini. Assolti l’anarchico Mario Merlino e Marco Pozzan.
Ma altre sentenze rovesciarono il verdetto fino a una estenuazione dell’attenzione pubblica che nel frattempo aveva dimenticato piazza Fontana e quel tremendo 12 dicembre del 1969 quando per la prima volta dai tempi dell’occupazione tedesca era avvenuta una strage di civili in un pomeriggio avanzato nella filiale della Banca dell’Agricoltura a Milano.
Il primo febbraio l’ayatollah Khomeini lasciò Parigi che lo aveva ospitato per oltre dieci anni e sbarcò a Teheran accolto da folle deliranti che pensavano di aver conquistato la libertà dopo la cacciata di Reza Pahlavi. La dittatura di Khomeini e degli altri ayatollah mostrò al mondo occidentale qualcosa che ancora non aveva mai visto: un regime autoritario religioso sciita, cioè nemico dell’altra metà dell’Islam che è sunnita, come era ad esempio l’Iraq di Saddam Hussein con cui il nuovo Iran ingaggerà una guerra estenuante e sanguinosissima durante la quale il dittatore iracheno farà largo uso di gas letali.
Sparisce in un attimo la Teheran moderna delle impiegate in minigonna dei tempi dello Shah e comincerà la repressione contro le donne costrette a indossare il velo e il burka che lascia visibili soltanto gli occhi. Il mondo faceva anche i conti con le scorte petrolifere perché il nuovo regime esercita un potere militare sul Golfo Persico da cui transitavano e transitano le petroliere che portano milioni di tonnellate di rifornimenti petroliferi in Occidente e fu subito ansiosamente l’apertura di un nuovo fronte: non più e non solo quello fra capitalisti americani e comunisti sovietici, ma quello con gli islamici.
E neppure tutti gli islamici, ma solo quelli fedeli alla tradizione del cognato Alì del Profeta. L’Urss si era gettata in un certo senso a capofitto nel primo conflitto mondiale di carattere etnico e religioso attaccando l’Afghanistan che è in prevalenza sciita e dunque con una popolazione che allora come oggi guarda a Teheran più che alla Mecca. Tutto ciò era totalmente nuovo per il mondo occidentale che aveva pochissima confidenza con le diverse culture ed etnie di religione islamica. L’ayatollah Khomeini durante i quindici anni trascorsi in un compound parigino protetto dallo Stato francese, aveva spiegato in decine di interviste il carattere autoritario religioso della dittatura che avrebbe instaurato una volta rientrato nel suo Paese e dunque nessuno poté sentirsi davvero sorpreso. (fonte: Il Riformista).
In tutto questo mare in tempesta nascevano gli Strana Officina.
La storia
Siamo in Toscana, precisamente a Livorno, 1977. Fabio e Roberto Cappanera formano la Strana Officina, una delle prime band Heavy Metal italiane. Con Johnny Salani alla voce ed Enzo Mascolo al basso, il gruppo ottiene un buon successo: il primo live è datato 1979 (Fortezza Nuova a Livorno). Il nome della band deriva da una idea dei due fratelli Cappanera che utilizzavano uno spazio adibito a sala prove nell’officina metalmeccanica del padre. L’officina era situata in una zona abitata e, dopo svariate lamentele per il troppo rumore, durante un controllo da parte dei Carabinieri, uno di loro esclamò: “Certo che questa officina è davvero strana!”. L’officina in realtà era un ritrovo di scalmanati con i capelli lunghi.
Bud Ancillotti:
“La passione per la musica Rock faceva sì che dopo le 8 ore di duro lavoro, Fabio alla chitarra e voce, Roberto alla batteria ed Enzo Mascolo (anche lui operaio della ditta) al basso, rimanevano in officina a suonare fino a tarda notte. L’officina purtroppo era situata in mezzo a case e palazzi. Naturalmente questa cosa all’inizio destò curiosità tra la gente del quartiere, ma poi scontato ci furono le prime lamentele.
Una sera, dopo una segnalazione, arrivarono sul posto i carabinieri che fecero irruzione nell’officina credendo di trovarsi davanti a chissà che cosa, invece, sbalorditi, si trovarono di fronte questi tre ragazzini incazzati e sudati marci che pestavano duro sugli strumenti con una foga e una potenza da rimanere a bocca aperta. E fu proprio in quel momento che i carabinieri esclamarono la fatidica frase che verrà poi ripresa simpaticamente per il nome del gruppo: “Certo che questa officina è davvero strana!”
Dopo un periodo iniziale in cui Fabio Cappanera curò le parti vocali, si aggiunse al gruppo Johnny Salani, rimasto fino al 1982. In quegli anni arrivarono a fare da gruppo spalla ad artisti come B.B. King, John Mayall e Muddy Waters sempre sottolineando la loro origine heavy. Nel 1982 entrarono due ex membri della Bud Blues Band, Daniele Ancillotti in sostituzione di Salani alla voce e Marcello Masi come seconda chitarra.
Nei testi di Salani c’è la vita vissuta e di strada: dagli amori clandestini di “Profumo di Puttana” a crociate contro l’eroina come in “Sole, mare, cuore” passando per altri pezzi da 90 quali “Vai Vai”, “Autostrada dei Sogni”, “Non c’è Più Mondo”. L’autobiografica “Non Sei Normale” finisce nella compilation di HM italiana: Eruption. Curata da Beppe Riva, la compilazione vedeva complessi come Crying Steel, Death SS, Rollerball, Steel Crown, Elektradrive, Revenge, Shyning Blade, Ransackers e sancì l’atto di nascita del movimento heavy metal in Italia.
Salani lascia nel 1982 e viene sostituito da Daniele “Bud” Ancilotti. L’anno successivo parteciparono anche al primo festival Heavy Metal italiano: quello di Certaldo. Era il 21 maggio 1983, festival organizzato da Enrico Dell’Omo (presero parte a quel festival, oltre agli Strana Officina, anche Vanexa, Shining Blade, Death SS, Raff, Revenge, Rollerball.
Bud Ancillotti:
“Il teatro tenda di Certaldo ribolliva, era una bolgia infernale di metallari giunti da tutte le parti d’Italia, che fin dalle prime ore del mattino presero “d’assalto” il paese, sembrava di essere al Reading Festival (vicino Londra) di quattro anni prima, seppur fatte tutte le dovute proporzioni. Ricordo che c’era nell’aria un’eccitazione pazzesca, sia tra noi gruppi che tra i ragazzi che accorsero numerosissimi alla “chiamata”. Non fu affatto facile coordinare tutte le band, con i soliti problemi tecnici da affrontare, i cambi di palco, i soundcheck etc Ci fu anche un mitico scontro tra metallari e alcuni ragazzi di Certaldo, paese che ha sempre avuto una forte tradizione Punk. Insomma tutti questi ingredienti esplosivi fecero si che questa giornata si trasformasse in un evento davvero memorabile”.
Nel 1983 Strana Officina produce il suo primo demo inviato, tra gli altri, alla redazione di Rockerilla, una delle prime riviste a tenere una rubrica tematica sull’heavy metal. Fu così che il gruppo ottenne la sua prima pubblicazione su vinile con la Saxoniana.
Nel 1984 pubblicano il loro primo EP dal titolo Strana Officina (Minotauro), album in lingua italiana, all’epoca una peculiarità degli Strana Officina e una rarità all’interno dell’heavy metal nazionale[2][7]. All’interno del disco, oltre al brano Luna nera da cui fu tratto il videoclip, ci sono brani storici come Viaggio in Inghilterra e Piccolo uccello bianco di cui una versione live fu presentata in forma video alle TV tematiche di allora.
Nel tour che ne seguì è da menzionare la partecipazione all’Italian Massacre di Mantova e l’intervista per il programma di videomusic Heavy con Kleever del 1985.
Tra il 1985 e il 1987 il gruppo, anche a causa delle trattative con le etichette estere, matura l’idea di utilizzare prevalentemente la lingua inglese e nel 1987 esce il 12″ EP The Ritual per la LM Records di Luigi Mazzesi. Il disco ebbe un ottimo riscontro di pubblico e di critica, divenendo così uno dei gruppi più importanti del metal italiano con concerti che perlopiù facevano il “tutto esaurito”. Uno dei loro storici concerti al Tenda di Firenze contò più partecipanti di quelli convenuti per Venom ed Exodus messi assieme. Nel 1987 gli Strana Officina vengono inseriti nella storica compilazione di metal italiano prodotta dalla Durium e intitolata Metalmaniac, con il brano più noto dell’album intitolato Metal Brigade.
Nel 1988 esce l’LP Rock & Roll Prisoners, disco in cui traspaiono molte influenze: dal blues all’hard rock anni ’70, dal rock and roll al tipico british Heavy Metal.
Il disco ottenne un discreto numero di vendite e porta a un intensificarsi dell’attività live. Tra i live del tour che seguì il disco è da menzionare quello di Livorno, che fu ripreso dal Centro Video S. Marco con la regia di Andrea Bartoli e trasmesso da Videomusic. Ad agosto di quello stesso anno il gruppo rappresentò l’Italia insieme ai Fil di ferro e ai Crossbones all’Open Air Music Festival di Lugano.
Bud Ancillotti:
“L’organizzazione dell’Open Air 1988 fu perfetta, inimmaginabile anche per le grosse band internazionali in tournee nel nostro paese. Tra i vari gruppi e gli addetti ai lavori si instaurò subito un bel feeling che proseguì per tutti e due giorni della manifestazione. Anche il backstage era un paradiso degno di Castle Donington, tutti i gruppi avevano a disposizione un camerino dotato di ogni comfort, fusti di birra alla spina, superalcolici e cibarie di ogni genere, mancava solo che ci avessero fatto trovare delle groupie…“
Nel 1991 esce il side project Hard Rock dei fratelli Cappanera, Non C’è Più Mondo. Possiamo ricordare la dolce ballad malinconica “Impossibile Capirti”, “Non C’è Più Mondo” o la glorificazione della vita on the road “La Nostra Banda Vi Prenderà” (abbastanza profetica nei versi “perchè la vita è breve”), la cruda “Barbone” e la californiana “Aurelia Freeway”.
L’INCIDENTE STRADALE Poi accade una tragedia: è il 23 luglio 1993, un venerdì sera, quando la macchina di Fabio e Roberto Cappanera parte da Livorno verso Firenze e, all’altezza di Ginestra Fiorentina (sulla Fi-Pi-Li), perde il controllo per colpa di una borsa caduta dalla moto che precede la vettura. Fabio e Roberto perdono tragicamente la vita, mentre le due mogli e il figlio presente si salvano. Quella data resterà scolpita nella memoria di tutti ma il progetto Strana Officina va avanti, con l’ingresso in line up di Rolando Cappanera (figlio di Roberto) alla batteria e Dario Cappanera (nipote di Fabio e Roberto) alla chitarra. “La Terrazza” ospitò il festival “Luna Nera” nel 1994, a un anno dalla scomparsa dei due fratelli, con band provenienti da tutta Italia, e vennero migliaia di persone. Da tutta Italia arriveranno ricordi, pensieri, parole.
LA NUOVA BAND
Siamo nel 1995 quando esce la compilation Una Vita Per Il Rock con brani sia in italiano che cantati in inglese. Si tratta di una raccolta comprendente le canzoni pubblicate nei primi 2 EP e nel 33 giri. Il remake di “Non Sei Normale” secondo leggende è stato registrato in uno studio mobile nei locali di un ex manicomio però ��Man Of Metal” (questo era il titolo in inglese) per vari motivi non è mai venuto alla luce. Nel 2006 il gruppo si riunisce per un solo concerto e il posto dei compianti fratelli Fabio e Roberto Cappanera viene ufficialmente preso dal nipote Dario e dal figlio di Roberto, Rolando Cappanera. Il riformato gruppo suona nella giornata italiana del Gods of Metal. Nel giugno 2007 esce la raccolta The Faith, contenente le ri-registrazioni di vecchi classici insieme a due brani inediti. Con la sua pubblicazione, il gruppo riprende l’attività live in tutta Italia.
Il 21 marzo 2010 viene pubblicato sotto l’etichetta My Graveyard Productions l’album Rising to the Call[3], il primo disco di inediti che vede la formazione composta dai due veterani Daniele “Bud” Ancillotti (voce) ed Enzo Mascolo (basso, solo in due brani) al fianco dei giovani Dario “K” Cappanera (chitarra) e Rolando Cappanera (batteria). L’album contiene 10 tracce, di cui otto inedite e due, in italiano in chiusura del CD, tratte dal vecchio repertorio del gruppo. Il disco viene presentato ufficialmente durante l’Italian Gods of Metal 2010.
A febbraio 2014 vengono pubblicate le ri-edizioni dei primi 2 EP Strana Officina e The Ritual, dell’album Rock & Roll Prisoners (prima pubblicati singolarmente solo in vinile e, in CD, nella compilation Una vita per il rock) e della raccolta Rare & Unreleased (precedentemente edita solo su vinile all’interno del Box La storia 1979-1989 e contenente alcune canzoni inedite su EP e LP). Le ristampe sono pubblicate su CD dall’etichetta italiana Jolly Roger Records e contengono i brani in versione rimasterizzata, bonus tracks e brani live.
Dicembre 2015 esce il libro Batti il Martello, la biografia ufficiale della Strana Officina (Crac Edizioni) scritto dal giornalista Alex Ventriglia (H/M, Ciao 2001, Power Zone, Rocker, Grin Zone, Metal Maniac, Classic Rock, ora direttore editoriale di Metal Hammer Italia) e curato dal giornalista e scrittore Luca Fassina.
Nel 2018, esce la compilation Non finirà mai, contenente i brani inediti registrati dalla seconda formazione del 1993-1995, e il rifacimento degli stessi ad opera della nuova formazione degli anni duemila.
Il 19 aprile 2019, sempre per la Jolly Roger Records esce il disco Law of the Jungle, preceduto dal videoclip ufficiale The Wolf Within e anche questa volta chiuso con due tracce riprese dallo storico repertorio del gruppo Difendi la Fede (versione italiana di Metal Brigade) e Guerra Triste.
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imnews · 7 years ago
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Minotauro Records sign with Naqada Music Management!
Minotauro Records sign with Naqada Music Management!
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Italian veteran label Minotauro Records has gotten signed with Naqada Music Management! Minotauro, is an independent label specializing in heavy metal. Founded in the early 1980’s, the label has remarkable releases as some of the most ground-breaking and genre-defining albums by Italian artists Paul Chain, Strana Officina and others. They also specialize in current and re-releases by bands from…
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aormetalrock · 6 years ago
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Strana Officina - Non finirà mai [Compilation] (2018)
Strana Officina – Non finirà mai [Compilation] (2018)
OLLY ROGER RECORDS, proudly produces only Italian bands, publishing the best from the past and present. Italian Hard & Heavy has been able to create and build an unique and original sound through the years remaining true and underground. All JRR digital albums are uploaded as high quality Wav (24Bit), often using directly vinyl master itself. Enjoy! (more…)
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tempi-dispari · 11 months ago
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Rising Star: Mainpain
I MAINPAIN nascono nel 1996. Il primo EP, chiamato PAINTED, è uscito nel 2001, seguito dal primo LP, FOOD FOR TOUGHTS, pubblicato nel 2006. Il riscontro è stato così positivo che i MAINPAIN sono stati assunti da Blaze Bayley come band di apertura per il suo tour europeo, condividendo il palco con alcuni dei più grandi nomi della scena metal italiana, come Strana Officina, Domine, Sabotage e Crying Steel. Il 2012 è l’anno in cui è stato registrato THE EMPIRICAL SHAPE OF PAIN , rilasciato poi nel 2014. Nel 2017 la band pubblica il suo ultimo EP, dal titolo RISE AGAIN, accompagnato da un nuovo videoclip musicale. Il 2021 ha segnato il 25esimo anniversario della band e nuove canzoni sono in lavorazione da allora.
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tempi-dispari · 1 year ago
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Le soluzioni per l'underground: Strana officina
Problematiche e difficoltà del mondo underground sono ben note. Ora è il momento di trovare delle soluzioni reali. Azioni concrete che vadano al di là delle parole. Mr. Jack in questa intervista ne propone diverse. Piccoli passi per arrivare ad un grande risultato
1. Quelli che sono limiti e ‘problemi’ del rock/metal in Italia, soprattutto per quello prodotto nel Belpaese, li conosciamo già. Difficoltà di divulgazione, limitati spazi mediatici, problemi nell’organizzare eventi e via discorrendo. Sono anni che se ne parla, se ne dibatte, se ne discute. Sono anni che, però, si parla e basta. È diventato quasi un mantra autolesionista. La domanda è, assodato quanto sopra, quali potrebbero esse le possibili soluzioni effettivamente attuabili? Non parliamo del: sarebbe bello se. Parliamo del: possiamo fare così.
Personalmente credo che una motivazione principale per cui il genere rock Metal in Italia non si sviluppa come dovrebbe è innanzitutto dovuto alla mancanza di pubblico. Sembra una assurdità e magari sono fuori dal coro, ma finché si vanno a vedere band straniere anche di livello medio non solo con super nomi, si riempiono le location, vedi i bei festival estivi che sono organizzati bene ed hanno affluenze altissime, ma quando si tratta di andare a vedere festival di band italiane… niente, non c’è la stessa risposta. Quindi già qui si potrebbe domandarci come mai. È per la bassa qualità? Non credo .. è perché al pubblico interessa poco la band italiana, magari non li colpiscono al cuore, non lo fanno sognare e tornare bambino, non vedono i loro idoli.
Insomma i motivi possono essere molti.
Cosa si può fare? Difficile dirlo perché chi lavora bene in Italia c’è. Non è giusto dare la colpa solo agli addetti ai lavori. C’è anche un cambio generazionale. C’è che nuove leve Metal, quindi i giovani che ascoltano e vanno a vedere concerti e comprano album sono nettamente meno di quelli della nostra generazione. Io parlo degli anni 90. Anni in cui ero un ventenne, già suonavo nei locali ed erano sempre pieni indipendentemente da chi suonasse. C’era vita nei club non solo ai grandi eventi. Un altro problema è che oggi sul palco possono salire tutti (non fraintendermi è una bella cosa), ma ci vogliono dei distinguo. Non fare di tutta un’erba un fascio mettendo band storiche accanto a ragazzi senza alcuna esperienza solo con lo scopo di portare gli amici a riempire il club. Questa è un’idea errata. Si creano serate con 5/6 band in un club senza le capacità tecniche per sostenerle.
Inoltre la mia opinione è che 50 anni fa c’erano i musicisti ed il pubblico che andava ai concerti. Oggi ci sono musicisti e musicisti che vanno a vedere i concerti. Sono tutti musicisti e questo crea due problemi. Il primo è che ai concerti non va nessuno perché sono tutti a suonare, dal bar sotto casa al ristorante dello zio. Secondo, che il pubblico peggiore è quello formato da musicisti. Vanno ai concerti con l’occhio critico che aspetta l’errore piuttosto che godersi senza pippe mentali una bella performance. La dico in modo crudo ma è un’analisi seria su come �� cambiato il mondo della musica.
2. La sensazione è che si rimanga in attesa che le cose cambino. Che arrivi qualcuno o accada qualcosa per cui la situazione possa mutare. Nel frattempo si vivacchia. Salvo poi, per moltissimi, lamentarsi. Non sarebbe forse meglio cercare di muoversi autonomamente e creare vie di uscita invece di aspettare che qualcun altro lo faccia per noi?
Collegandomi a prima, aspettare che cambino le cose potrebbe invece essere una soluzione, nel senso, se la ruota gira ed il rock Metal tornasse ad essere uno dei generi di “moda” come fu per il grunge e la musica alternative, new Metal negli anni 90/2000 sicuramente aiuterebbe, perché i metallari della nostra generazione ci sono (over 40) ma non possono da soli muovere tutta la macchina. Sono le nuove generazioni che devono amare il genere è devono supportarlo. Noi come Strana Officina non ci lamentiamo ad esempio prendiamo atto della situazione ci adeguiamo e cerchiamo di rimanere noi stessi senza adeguarci ad un mercato al ribasso (lo abbiamo fatto per la ripresa post-covid) ma superata quella ci accontenteremo di suonare poco ma facendo cose di livello adeguato.
Una cosa ad esempio che non mi piace è vedere festival con grandi nomi stranieri con band italiane nelle retro vie. Nomi storici che suonano nel primo pomeriggio come prima o seconda band quando potrebbero, perché in Italia e per merito, stare davanti ai nomi stranieri. Questo denota proprio un modus operandi. Non mi piace per niente. Si avvilisce e sminuisce il Made in italy a favore di band straniere. In questa maniera si dà l’idea agli occhi del pubblico italiano che il giusto posto delle band italiane sia sempre un passo indietro a quelle estere.
3. Un difficoltà emersa ascoltando diversi youtuber tra i 20 e i 30 anni che parlano di rock/metal, è il riuscire, per la loro generazione, ad inserirsi nel giro. Molti evidenziano come, a causa della giovane età, vengono spesso dileggiati, non presi sul serio. Quasi che per essere ‘considerati’ debbano superare un esame di ammissione. Il che non favorisce certo un dialogo. È un problema che avete riscontrato?
Io personalmente non posso dirlo perché non vivo in persona diretta l’inserimento di un giovane nel sistema. Però li vedo ed in parte mi fanno anche un po’ tenerezza. Perché essere una band emergente oggi è una cosa al limite dell’ impossibile. Fa fatica una band storica come la Strana Officina che potrebbe/dovrebbe vivere di rendita. Invece vede il pubblico ai live assottigliarsi sempre di più fino a scegliere di fare meno concerti per raccogliere più pubblico in un unico tour. La situazione dei giovani però è anche causa del nuovo che avanza. Sono tutti targhettizzati. Poche idee tutte uguali. In pochi si distinguono dagli altri. Spesso immersi nella tecnologia, album preconfezionati fatti in casa. Tutta la nuova tecnologia premia poco il talento e l’estero e quindi c’è un’enorme offerta che fa fatica ad immettersi nel mercato. Guarda le band storiche. Sebbene facciano Metal sono tutte l’una diversa dalle altre. Si percepisce l’idea, il linguaggio, la singolarità. I Testament non sono gli Slayer, i Saxon non sono gli Iron Maiden. I Meshugga non sono gli Slipknot. Questo fa la differenza e quindi in parte ritorno al discorso fatto sopra. Non ha senso buttare sul palco 4/5 band che una volta finito lo show non ti lasciano niente. Band alle quali invece farebbe bene studiare il passato e capire come essere unici.
4. Avete contatti con i vostri fans più giovani?
Il bello della Strana Officina è vedere sotto il palco 4 generazioni ma come detto i giovani sono una netta minoranza. Ad esempio in zona Modena c’è una bella realtà di giovani metallari e sarebbe bello fosse così ovunque.
5. Le mentalità dei ‘vecchi’ della scena e delle nuove leve, sono davvero inconciliabili o è volontà degli storici non voler ammettere che il tempo passa e che bisogna andare avanti, ‘crescere’ ascoltando anche altro?
Io mi sono trovato proprio in questa situazione quando è morto il mio babbo batterista originale della Strana Officina. Sono entrato nella band a 16 anni assieme a Bud ed Enzo già 40enni. La differenza di generazione si sente ed è normale. Siamo figli di tempi diversi e come è giusto i giovani seguono quello che il momento gli dà. Ricordo che lasciai per un periodo la Strana Officina perché inconciliabile scrivere nuova musica rispettando la storia della band quando io ero assetato di nuovi linguaggi. Sepultura, Pantera, Pearl Jam, Red hot, Rage against machine. Non rinnegai il passato ma volevo esprimermi per quello che ero. E così è oggi. Però quello che a me ha dato una spinta in più era essere nato con il Metal nel sangue. Era legato a Black Sabbath, Led Zeppelin, Ac/Dc e tutta la storia, compreso il blues, il funk e tutta la musica in genere.
Ci vuole cultura musicale. Credo che essere un musicista passi dal conoscere la musica ed apprezzarla a 360 gradi.
6. Altro limite evidenziato dai giovani è che quando si recano ai concerti vengono criticati o sminuiti perché non conoscono tutte le canzoni delle band che si stanno esibendo. Dal loro punto di vista questo non è un limite dato che si stanno ‘formando’. È un limite che notate?
Questo credo sia una cosa ridicola. Sinceramente non l’ho mai notato.
L’importante è che partecipino ai concerti imparino, osservino e poi che la curiosità li porti a imparare nuove cose,
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tempi-dispari · 1 year ago
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Fil di Ferro: Torino fucina metallica
Contesto
Il 1979 è un anno denso di avvenimenti come lo sono pochi altri. Avvenimenti quasi tutti di pesante impatto globale e gravidi di conseguenze per il periodo a venire. Già il 1° gennaio, il riconoscimento della Cina comunista da parte degli Stati Uniti, lo scambio di ambasciatori tra Whashington e Pechino.
Cambia tutto tra le due sponde del Pacifico. Il 7 gennaio cade in Cambogia il regime di Pol Pot, uno dei più sanguinari della storia recente. Un poco più a Ovest, in Iran, il giorno 17 prende invece il potere un leader religioso rientrato da un lungo esilio a Parigi, Ruhollah Khomeini.
In Italia
In Italia il 1979 avviene l’assassinio del giornalista Mino Pecorelli, che ha voluto mettere il naso nei segreti di certe banche e della massoneria. L’incriminazione del governatore della Banca d’Italia Paolo Baffi e l’arresto del direttore generale Mario Sarcinelli per interesse privato in atti d’ufficio (accusa che poi cadrà).
Il delitto dell’avvocato Giorgio Ambrosoli liquidatore della banca di Michele Sindona. Arresto dei brigatisti Valerio Morucci e Adriana Faranda coinvolti nel caso Moro. Morte in un incidente aereo a Forlì del re dei cereali Serafino Ferruzzi. La fine del sequestro di Fabrizio De André e Dori Ghezzi, rapiti in Sardegna quattro mesi prima.
Per ricordare un fatto che ha tenuto a lungo le prime pagine dei giornali e che avrà echi negli anni successivi si deve tornare al 7 aprile. Un magistrato di Padova, Pietro Calogero, lancia una grande offensiva giudiziaria contro Autonomia operaia.
Tra gli arrestati figurano docenti universitari, intellettuali, giornalisti. Spicca il nome del professor Antonio Negri, Toni Negri. Gli inquisiti sono centinaia.
Nel 13 marzo nasce lo Sme, Sistema monetario europeo, antenato della valuta unica di oggi. Margareth Thatcher si prepara alla elezione del suo primo parlamento.
In questo contesto nascono i Fil di ferro
Storia del gruppo
I Fil di ferro sono un gruppo heavy metal italiano, formatosi a Torino nel 1979 per iniziativa del bassista Bruno Gallo Balma e del batterista Michele De Rosa.
La band è considerata, insieme a Vanadium, Strana Officina, Death SS e Bulldozer, una delle prime ad aver portato la musica metal in Italia, nonché una delle più importanti dello stesso.
Michele De Rosa e Bruno Gallo hanno formato il gruppo con il chitarrista Danilo Ghiglieri e il cantante Leonardo Fiore. Nel 1986 (dopo un demo tape del 1984 e numerosi concerti che danno una certa notorietà al gruppo) esce il primo album, Hurricanes, pubblicato da Il Discotto Records. Questo album viene registrato con il nuovo cantante Sergio Zara e il nuovo chitarrista Claudio De Vecchi.
Il titolo Hurricanes proviene dal nome del gruppo biker di cui facevano parte sia Michele De Rosa sia Bruno Gallo. Il disco è stato registrato da Beppe Crovella (tastierista degli Arti e Mestieri).
Nel 1987 per l’etichetta dischi Noi, con la produzione esecutiva di Mariano Schiavolini (ex membro del gruppo rock progressivo Celeste), i Fil di ferro registrano il loro secondo album, omonimo, che vede l’entrata del nuovo chitarrista Miky Fiorito, autore di tutti i brani del disco, arrangiati con il resto del gruppo.
Le registrazioni vengono effettuate in Cornovaglia con Guy Bidmead, ingegnere del suono di Rod Stewart e Motörhead. I Fil di ferro tengono anche un concerto presso l’Hammersmith Apollo di Londra, trasmesso dalla televisione italiana su Italia 1 nel programma Rock a mezzanotte.
La performance viene registrata e inclusa nella compilation Italian rock invasion.
Nel 1991 Sergio Zara è uscito dai Fil di ferro, lasciando il posto alla voce femminile di Giordy (Elisabetta Di Giorgio), con la quale la band ha registrato la ballata Give me your hand e girato un video clip per il mercato russo.
Nel 1992 per l’etichetta Axis Records è uscito il terzo album, Rock Rock Rock che vede la partecipazione del chitarrista russo Victor Zinchuk e di Roberta Bacciolo delle Funky Lips in veste di ospiti. In esso è stato ripreso Give me your hand registrata precedentemente da Giordy come singolo.
L’album ha presentato caratteristiche più hard rock/blues rispetto ai primi due lavori e vede Miky Fiorito anche nel ruolo di cantante. Nello stesso anno si è verificata la fine della collaborazione, durata quasi un anno, con Giordy.
Nel 1997 è entrato nel gruppo Piero Leporale alla voce, mentre il 1998 è tempo dell’ingresso di Francesco Barbierato al basso.
Nel 2004 esce a distanza di dodici anni dal lavoro precedente il quarto album, It Will Be Passion. Il disco è un rifacimento di vecchi brani e nuovi inediti.
Nel 2008 il gruppo cambia ancora formazione: escono dalla formazione Fiorito, Leporale e Barbierato, sostituiti da Gianni Castellino al basso, Alex Verando alla chitarra e Phil Arancio alla voce. Nel 2009 entrano in formazione Gianluca “Yes” Uccheddu alla chitarra al posto di Alex e Elvis Taberna al posto di Phil Arancio.
Con questa nuova formazione il gruppo ha abbandonato l’hard rock blues del terzo e quarto album ritornando ad un più duro heavy metal di stampo Saxon/Judas Priest che ha caratterizzato la band nei primi due album.
Nel settembre del 2012 è uscito It’s Always time, album contenente il rifacimento di Hurricanes con la nuova formazione, tre inediti e dodici brani tratti dai dischi più significativi.
In occasione del festival Acciaio italiano 2015, tenutosi a Modena il 31 gennaio 2015, si è verificato il ritorno alla voce di Phil in sostituzione di Elvis Taberna, che ha dovuto abbandonare il gruppo per motivi di salute. Elvis è rimasto nel giro Fil di ferro con mansioni amministrative.
Dopo pochi mesi nuovo cambio di formazione riguardante la voce: entra Paola Goitre al posto di Phil, con la quale sono in programma vari lavori live e in studio.
A inizio 2017 ritorna in formazione il chitarrista Miky Fiorito, il quale si mette subito al lavoro per comporre le canzoni che faranno parte del sesto album del gruppo. I riff di chitarra questa volta hanno un piglio epico ed è a seguito di queste nuove sonorità che nasce l’idea del concept album intitolato Wolfblood, che narra della mitologia nordica del RagnaRock, anche per via dei testi a tema ideati da Paola Goitre. Il nuovo lavoro viene pubblicato a ottobre del 2019.
Discografia Hurricanes (1986) Fil di Ferro (1988) Rock Rock Rock (1992) It Will Be Passion (2004) It’s Always Time (2012)
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tempi-dispari · 2 years ago
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Mainpain: tutti dovrebbero poter fare musica
Band di lungo corso, i Mainpain si formano nel 1996. Il primo EP risale al 2001, seguito dal primo LP, Food for toughts, pubblicato nel 2006. Alle spalle hanno collaborazioni di rilievo tra le quali spicca quella con Blaze Bayley che li ha ingaggiati come opening act per il suo tour europeo. Hanno condiviso il palco con alcuni dei più grandi nomi della scena metal italiana, come Strana Officina, Domine, Sabotage e Crying Steel. Nel 2014 esce The empirical shape of pain. E’ il 2017 quando la band pubblica il suo ultimo EP, intitolato Rise again. Con lo scoccare del 2021 il gruppo ha festeggiato il 25° anniversario e da allora sono al lavoro su nuove canzoni. In questa intervista raccontano cosa significa per loro suonare dal vivo, spiegano il proprio conetto di underground e molto altro. Tutta da leggere.
Una presentazione per chi non vi conosce Band storica italiana, nata nella seconda metà degli anni ’90 che unisce sonorità Heavy, US Power e Thrash Metal.
Entriamo subito nel merito dell’intervista: per qualcuno la musica live sta morendo. Cosa ne pensate? Da una parte è vero, se si intende la musica live underground, gli spettatori sono molto concentrati su grandi artisti, soprattutto con festival con grandi nomi e operazioni nostalgiche.
Che cosa vuol dire per voi suonare dal vivo? Suonare dal vivo resta il vero confronto con il pubblico, il vero test delle doti artistiche della band per quanto riguarda lo spettacolo e la comunicazione, resta ancora molto importante.
Perché avete deciso di prendere parte ad un festival? In un festival si può incontrare un pubblico nuovo e rincontrare i vecchi fan È inoltre una bella occasione per suonare insieme ad altre band appassionate, rafforza la community.
Secondo la vostra esperienza, come è cambiato il pubblico? La sensazione è quella che ci sia poco cambio generazionale, il pubblico sta “invecchiando” e allo stesso tempo vuole di più da uno show e vuole di più in generale dal prodotto.
Vedete un cambio generazionale? Come dicevo prima il cambio sembra molto più lento ora e pochi giovanissimi sembrano interessarsi agli eventi locali o forse proprio al genere stesso.
La difficoltà maggiore del suonare dal vivo? I locali vogliono andare sul sicuro e puntare tutto su cover e tribute band, noto uno scarso coinvolgimento rispetto alla musica, come se sopravvivesse la parte finanziaria a discapito della semplice passione per quello che si sta proponendo.
Cosa manca ai concerti, pubblicità, supporto del pubblico o cosa? Probabilmente manca solo un po’ di pubblico in più. In generale i concerti sono attrezzati di meno visto l’afflusso inferiore, penso sia poi tutta una reazione a catena.
Una band per cui vi piacerebbe aprire? Ci sono tante band che ci hanno ispirato e ce ne sono alcune che ancora lo fanno. Se dovessi proprio dire un nome, ci sarebbe davvero piaciuto dividere il palco con Dio.
Una che vorreste aprisse per voi? Se dovessimo avere la visibilità e la possibilità, sicuramente ci piacerebbe portare con noi le band che ci hanno aiutato e sostenuto, magari appunto una band underground.
Il vostro concetto di underground? Underground significa accessibilità, chiunque dovrebbe poter fare musica underground se ne �� capace e chiunque dovrebbe facilmente poter ascoltare questa musica nei locali di quella scena. Purtroppo si porta dietro anche un’accezione negativa, come se al tempo stesso non fosse meritevole di maggior attenzione, come se fosse un fenomeno minore.
La sua ‘malattia’ peggiore? La cura? Forse la scena Metal underground sta andando incontro ad una crisi lenta e dolorosa, non lo sappiamo per certo, sono sicuro però che le forti emozioni che trasmette siano sempre necessarie alle persone e questa necessità si manifesta ancora, magari sfogata tramite qualche altro genere, ma sicuramente resta. Non escludo che i piccoli focolai rimasti possano riaccendere la fiamma, se soffiasse il giusto vento.
Una band underground che consigliereste? Ve ne diamo addirittura 4: RAM Dead Kosmonaut Nemesis Inferi If These Trees Could Talk
Una mainstream che ancora vi stupisce? Ci stupisce quanta energia mettano ancora oggi gli Iron Maiden in ogni concerto, così come Judas Priest e Saxon, inossidabili.
Una domanda che non vi hanno mai posto ma vi piacerebbe vi fosse rivolta? Che forma ha la vostra musica?
Se foste voi ad intervistare, ipotizzando di avere a disposizione anche una macchina del tempo, chi intervistereste e cosa gli chiedereste? Mi piacerebbe tornare al ’79 quando la scena britannica era in fermento per intervistare le band di culto.
Un saluto e una raccomandazione a chi vi legge Scoprite le band underground, seguite quelle che vi entusiasmano e non perdete la Fede nel Metallo! Noi ci crediamo ancora e vi aspettiamo sotto i palchi per combattere ancora una volta insieme! La musica è vita.
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tempi-dispari · 2 years ago
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Marco 'Peso' Pesenti, Necrodeath
Abbiamo chiesto ai Necrodeath di indicarci quattro band imprescindibili dell’underground italiano.
CI ha risposto Marco Peso Pesenti.
Ecco i gruppi che ci ha indicato:
 BULLDOZER
SCHIZO
JESTER BEAST
STRANA OFFICINA
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tempi-dispari · 6 years ago
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Strana Officina, "Law of the Jungle", il nuovo album
Jolly Roger Records rivela tutti i dettagli del nuovo ed atteso album della Strana Officina, una delle bands italiane più amate dal pubblico in ambito HM classico, grazie ad una carriera quarantennale e ad una tenacia, passione e dedizione che l’hanno resa più forte delle stesse tragedie che l’hanno duramente colpita nel corso degli anni. Solo grazie a questo forte amore che lega indissolubilmente Bud, Enzo, Dario e Rola al nome Strana Officina, ricambiato incondizionatamente dai fans che non hanno mai smesso di supportarli durante tutti questi anni e tutti questi km macinati in giro per concerti che “Law of the Jungle” ha un senso ed un motivo di esistere. Il disco, nei formati Cd ed  Lp (diverse edizioni disponibili, preordini aperti qui) sara’ disponibile dal 29 Marzo sul mailorder della JRR e nelle date live quali il 29 Marzo al Santomato di Pistoia, il 30 Marzo al Jailbreak di Roma e sabato 20 Aprile all’ Acciaio Italiano Festival 9 all’ Arci Tom di Mantova. Data di uscita per distribuzione digitale (tutte le piattaforme) e negozi: 19 Aprile Di seguito tracklist LAW OF THE JUNGLE CRAZY ABOUT YOU ENDLESS HIGHWAY THE WOLF WITHIN SNOWBOUND THE DEVIL & MR. JOHNSON LOVE KILLS DIFENDI LA FEDE GUERRA TRISTE IL BUIO DENTRO (Cd Bonus)
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tempi-dispari · 7 years ago
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Thunder Kids e nuove conferme per la Festa Bikers: rock against cancer di Cologno al Serio
Festa Bikers per il suo 20° anniversario unisce le forze con un’altra manifestazione di successo, sempre a scopo benefico: rock against cancer! La band che la rappresenta sono i Thunder Kids , un gruppo di musicisti e amici uniti nel nome del rock e del divertimento con un uno scopo in comune, la lotta contro il cancro.
Infatti i Thunder Kids calcheranno il palco della festa per lo spettacolo “notturno” di chiusura, con la loro carica heavy/rock e uno show adrenalinico che per ben 5 edizioni ha fatto scatenare il pubblico del Live Club di Trezzo sull’Adda per la serata di raccolta fondi che si tiene ogni anno nel mese di gennaio.
A completare il bill del giovedì sera ci saranno FORGED IN BLOOD, band nata dalle ceneri dello storico gruppo thrash/hardcore TOXIC YOUTH.
L’ingresso è gratuito (ingresso in moto 10€ con biglietto della lotteria e gadget). Per chi volesse soggiornare, ricordiamo che servizi, docce e campeggio sono anch’essi gratuiti.
Sabato 26 Agosto 2017
Palco Centrale PHIL CAMPBELL (Motörhead) & BASTARD SONS + BULLET PROOF +  ATHROX Night Show Rock Against Cancer’s THUNDER KIDS
Palco Bike Builders
SIDEBURN +  STEEL CITY HEROS +  SOCS Venerdì 25 Agosto 2017 Palco Centrale STRANA OFFICINA + IN.SI.DIA + SKANNERS Palco Bike Builders LUKE GASSER +  HELIKON +  NOVA 76
Giovedì 24 Agosto 2017 Palco Centrale
SICK n’ BEAUTIFUL + FORGED IN  BLOOD
XX^ FESTA BIKERS Viale Padania – Zona Industiale Cologno Al Serio (BG) Dal 23 al 27 Agosto 2017 Evento Facebook: Clicca QUI
Info: www.festabikers.com
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tempi-dispari · 7 years ago
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Nuove conferme nel bill della Festa Bikers di Cologno al Serio
Nuove conferme nel variegato bill della Festa Bikers di Cologno al Serio che si svolgerà il prossimo Agosto a cominciare da Mercoledi 23 fino a Domenica 27. Oltre alla già annunciata presenza di PHIL CAMPBELL ed i suoi BASTARD SONS, ci sarà difatti una schiera di band per celebrare al meglio il XX° anniversario della Festa.
L’axeman dei Motörhead, Sabato 26 Agosto, sarà difatti supportato da due delle band rivelazione di quest’anno, cominciando dagli ATHROX seguiti dai trentini BULLET PROOF, freschi di pubblicazione con il loro ultimo album “Forsaken One” edito da Sleaszy Rider Records.
Sul Palco Bike Builders, nei pressi del Luz Pub, ospite d’eccezione sara il rocker svizzero LUKE GASSER, vero e proprio talento naturale con una imponente attitudine rock’n’roll che nel tempo lo ha portato ad andare in tour con Status Quo, Nazareth e Doro.
Assieme a lui si esibiranno i colognesi NOVA 76 e i cremaschi STEEL CITY HEROES.
Venerdi 25 Agosto, sul palco centrale sarà una serata all’insegna dell’eccellenza italiana con STRANA OFFICINA, IN.SI.DIA e SKANNERS, un trio che non ha bisogno di presentazioni.
Il secondo palco vedrà come atto principale gli svizzeri SIDEBURN: combo d’oltralpe giunto anch’esso al loro ventesimo anno di attività, giunge per la prima volta in Italia con all’attivo otto album, ed una lunga serie di collaborazioni, nonchè diversi brani che hanno fatto da colonna sonora a produzioni cinematografiche e Tv show made in Hollywood.
Ad aprire lo spettacolo  SOCS ed HELIKON.
Giovedi 24 Agosto i protagonisti del palco principale saranno gli spettacolari ed accattivanti SICK n’BEAUTIFUL, capitanati dalla bella e carismatica Herma,  sono un  riuscitissimo ibrido tra Rob Zombie, KISS, Nine Inch Nails e Alice Cooper.
A breve nuove band e conferme.
Sabato 26 Agosto 2017 Palco Centrale PHIL CAMPBELL & BASTARD SONS + BULLET PROOF +  ATHROX Palco Bike Builders
LUKE GASSER +  STEEL CITY HEROES +  NOVA 76
  Venerdì 25 Agosto 2017
Palco Centrale
STRANA OFFICINA + IN.SI.DIA + SKANNERS
Palco Bike Builders
SIDEBURN +  HELIKON +  SOCS
  Giovedì 24 Agosto 2017
Palco Centrale
SICK’n’BEAUTIFUL + Guest
XX^ FESTA BIKERS Viale Padania – Zona Industiale Cologno Al Serio (BG) Dal 23 al 27 Agosto 2017 Evento Facebook: Clicca QUI
Info: www.festabikers.com
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