#sto riempiendo casa di roba
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thecatcherinthemind · 9 months ago
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Ho comprato una cyclette e ho intenzione di obbligarmi a fare almeno un chilometro al giorno per un mese, poi passo a due, ecc.
Prossimo acquisto che voglio fare: vogatore.
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stillhazefromtheblock · 3 years ago
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lines seta ultra
A | La ricerca all’interno della borsa di chi-lo-sa-poi-che-cosa non sortisce gli effetti sperati e mentre un braccio è ancora interamente inghiottito dall’imboccatura della sacca, si premura di scomodare Merlino da dov’è messo per imputargli le colpe del suo disordine congenito. « Merlinoboia è un cacatoio per kneazle sta roba qua » un chiaro riferimento agli interni della sua pidocchiosa tracolla. Con un gesto rapido della mano ancora libera porta dietro l’orecchio un bel po’ di ciocche che le impediscono la visuale; sta giusto per abbassare l’avambraccio, seppur con lo sguardo ancora fisso sulle tasche della borsa, quando una voce le solletica i timpani. Una voce la cui inflessione si fa certamente riconoscere. « Dieci parole in una sola frase » solo adesso alzerebbe lo sguardo, allontanando con un soffio esploso a fior di labbra e verso l’alto qualche altra ciocca bionda ancora ribelle « muretto » a secco, ormai l’ha battezzato così e non c’è verso di farle cambiare idea « ti lascio due settimane e m’impari a parlare? » scrollando la testa giusto per fingere stupore. Lo squadra dal basso verso l’alto, iniziando comunque a venirgli incontro. Solo non appena sarebbe abbastanza vicina intenterebbe la tipica manovra di saluto standard, quella universale che si trascina dietro la grazia di un elefante: più che una pacca sulla spalla sarebbe una bella botta sul bicipite a palmo aperto. « Aò, come te la passi? » gli chiederebbe lanciando nel mentre qualche occhiatina intorno « aiutami un secondo qua oh, che sto cercando una cosa » l’aria di chi non può assolutamente rimandare. A questo punto tenterebbe di accollargli la borsa, o meglio « me la tieni aperta prima che le dia fuoco? graaaazie », che le esce a metà tra una richiesta e un ordine « vabbè, per favore, ovviamente » corregge subito il tiro giusto per non sembrare più cafona di quanto non lo sia davvero.
N | Ovviamente non gli interessa quello che la ragazza bionda sta cercando, ma evidentemente preso dalla noia, le parla. E dice davvero dieci parole? Niall alza già il sopracciglio sinistro e si mette a ripensare sulla frase detta, e a contare realmente le parole che ha detto. Si isola insomma, come al suo solito, prendendosi tutto il tempo che l’altra occupa parlando. « I Corvonero invece hanno la capacitа di misurare lunghezze? » domanda, andando ad allargare il sorriso sulla parte destra del volto. La voce comunque non cambia ne in tono ne in volume, apparendo comunque distaccato e disinteressato alla possibile risposta. Si prende comunque la pacca sul bicipite, che è duro, nella misura in cui �� anche un bimbo secco che si allena. Non è di certo enorme, e neanche un palestrato. « Gnn » mugugna comunque a quel gesto, passando alla sua domanda alla quale non da nessuna risposta. Odia le domande di rito, come quei “come va?”. E poi insomma, l’altra gli rifila in mano la borsa. « Tanto ormai me l’hai messa in mano » dice tenendo la borsa aperta, e non dando peso alle parole. « Accia quel gramo di oggetto che ti serve, fai prima » si permette pure di suggerirle riempiendo un po’ il petto. E le regole degli incantesimi fatti dai minorenni? A lui non frega nulla, assolutamente nulla.
A | Le iridi glaciali si soffermano sul volto del suo interlocutore studiandone i tratti e l’espressione — al momento un po’ persa — che fa capolino tra gli occhi e le guance. Non entra nel merito di quell’attimo visto che è impegnata a blaterare come suo solito; di certo lo stesso, però, non può dirsi di quando coglie — o vuole cogliere? — nella battuta del coetaneo un residuale doppio-senso. « Gnegne, viaaa muretto, non fare lo zozzone con ste frecciate che se mia zia fa retromarcia dal negozio in cui è infilata mi chiude in convento » lanciandogli un’occhiata della serie ‘sì sono vittima di un regime carcerario che in confronto Azkaban è un residence per famiglie e sono in procinto di abbracciare una nevrosi’. In ogni caso subito dopo non si fa troppi problemi a piazzare la borsa in mano a Niall non appena lui accenna alla minima sfumatura di consenso, continuando a rovistare come un ratto subito dopo. « Gnegne » gli fa il verso ancora una volta « acciare sto paio di bolidi, secondo te infrango la legge!? » e l’affermazione, partorita dalla sua bocca, le pare comunque talmente assurda che è costretta a correggersi sostanzialmente subito « ce nel senso, ci mancano solo i problemi con la giustizia e quella lì mi incatena all’armadio » sta chiaramente esagerando, povera Mils, però insomma, è nel suo stile. Nel frattempo la sua ricerca — di cui a quanto pare non conosceremo mai l’oggetto — si conclude tragicamente quando, avvistato l’incarto di nientepopodimenoche un assorbente perlecosedellefemmine non prorompe in un esagitato « EEEE NIENTEEEEE » tentando di tirargli via di mano la borsa come il miglior scippatore di Secondigliano « BASTA NON C’È, UHEHHEUUH CHE SBADATA DEVO AVERLO LASCIATO A CASA » anche se non dice cosa perché insomma, pronto polizia delle borse, abbiamo un grave problema con il disordine e i prodotti d’igiene femminili lasciati lì dentro alla ca*zum di cane. « Grazie lo stesso, sei stato davvero gent- » rimettendosi in spalla la tracolla dopo essersi premurata di aver sigillato l’apertura a doppia mandata « eeeh ma senti, ce lo facciamo un giro? Ti va di farti un giro no? Ti sto chiedendo di farci un giro, dovevo andare da Quidditch Supplies, spero ti vada perché insomma, chi fa da sé fa per tre e meglio soli che mal accompagnati, però vuoi mettere ecco camminare con i muretti a secco nei marciapiedi che non sono solidi come i mur- » come un fiume carsico, nel disperato tentativo di contenere la destabilizzazione.
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giordstruggle · 7 years ago
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#4 - GMT +2
Settemila giacche più grandi della mia taglia per mascherarmi quanto sono storto anche se con ste gambe vado a tempo e tu sul tempo sembri morto.
Iniziava così l’esercizio lirico di stamattina e pensavo che, cavolo, ad aver amici creativi ti svegli sempre in post sbronza, che sia d’arte, di parte o di party, dipartiti, al massimo con qualche citazione magari pure tua, chissà con quale processo l’hai tirata fuori ma poco importa, magari anagrammi il tutto mentre fai colazione o il tragitto per arrivare in stazione.
Quindi facciamo che felpa e giacca fanno già quattro tasche e già di tessere ne contengono abbastanza, per fortuna che non fumo.
Arrivo a Roma in slow motion tra Tony Hawks e Tim Burton mi colloco lì, un mezzo rapper , che non sa rappare, che viene dal metallo quello non fatto a caso, che taggava pure sui quaderni degli amici alle elementari con il marker da 3.5 rubato a mamma dal cassetto degli oggetti da tenere a portata di mano che non si sa mai.
Taggavo proprio dappertutto, pure sui tutori e gli altri sui quaderni ci disegnavano i cazzi, guarda un po’ come te la spiego la mia vita, l’unico che non disegnava piselli era Bagana che appena ti voltavi, tac, più veloce di un trow-up trovavi la faccia di spiderman, perfetta, ragnatele incluse.
Quei disegni saranno pagati 5K un giorno, te lo dico io.
Che poi c’ho in testa quel pezzo di Carl Brave che era tra i correlati di quello che mi hai inviato tu, quanto dista in coordinate casa tua o al massimo il baracchino delle birre, senza glutine che magari ne provo una pure io, con le torte sono una frana ma la candela sul tappo, ancora ce la facciamo stare.
Chissà come campavo io nei miei 18, di sicuro più nero di adesso e nemmeno consapevole di quello che sarebbe successo, però alla fine va bene dai, qualche anno in più e posso dire per quanto riguarda le cose che ho imparato di certo non le ho scritte col gesso su una lavagna, Montana 94, argentone, instant classic ma non in questa provincia.
Come se alla fine non debba preoccuparmi, tanto non serve, “Giordà io ti direi di star tranquillo” dalla fine del corridoio – altra roba da fare, pure oggi è andata, dai.
Ma tu conosci veramente qualcuno che non ce l’ha fatta? L’hai visto veramente? Dai.
Ma intanto il tempo passa, ennesimo commit e mi vedo le modifiche, sì, comprendo, l’avrei fatto pure io.
Che tra due mesi è pure il compleanno mio, un quarto di secolo e zero lauree che oggi si contano come le monete a SuperMario, ma potessi farmi il culo per tutta la vita come sto facendo adesso – “Una penna nera, grazie! Arriva subito” - dicono sia in un certo posto per rimanere, staremo a vedere.
Se ci dedichi del tempo a quello che ti piace succederà di tutto perché tu possa farlo sempre, non esiste nulla di incompiuto, l’ha detto uno molto più grande di me, per una volta, mi metto seduto. Un botto di percorsi sbagliati ma non avrei la stessa attitudine e non c’è niente di sbagliato nel seguirla, cercarla e bramarla, tanto lo faccio in silenzio.
Quindi auguri, magari pure con un fuso orario diverso, a chi si sente parte di qualcosa, a chi la vita la colora e fa le cose in silenzio, riempiendo spazi.
Che qualsiasi cosa possa arrivarmi di quello che mi auguro, in parti uguali, per goderne il doppio.
G.
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ngirardi · 5 years ago
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Day 16 - Annotiamo
- Driiinn - Pronto? - Si, salve sono Raffaella Cazzulli e la contatto da parte dell'azienda Green <aggiungi la parola che preferisci>. A causa del Coronavirus il prezzo del petrolio è sceso a 15 euro al kilometro e quello della luce a sei centesimi di rublo al minuto. Inoltre la nostra azienda... - Sì, senta... - ...le propone un taglio del trenta percento del costo di trasporto e un ulteriore sconto... Ok, asp... - ...non ci sono costi di passaggio e il suo contratto le verrà inviato via mail gratuitamente. - Il corona... aspetti, ma cosa intende col fatto che grazie al coronavirus le tariffe... - Zzzzzzzzz.........
Ah ok, forse si era sbagliata. Oggi, dopo l'immagine di Salvenee in divisa da medico dello Spallanzani, è la seconda sciacallata a cui assisto. Ed è un buon segno, perchè le merde, come gli speculatori in borsa, giocano sempre d'anticipo e vuol dire che ne stiamo, molto lentamente, uscendo. Parlando di materia biologica, anche qui al piano di sopra c'è molto lavorio. Credo che abbiano quasi finito di demolire l'appartamento, è l'ora dei trascinamenti di mobili, delle grandi aspirazioni (nel senso Vorwerk del termine), dei tonfi inspiegabili. Dormo normalmente coi tappi 3M ma adesso sono costretto a viverci. Leggere un libro, praticare qualsiasi attività cerebrale implica silenzio, non può essere condotta tra i bombardamenti, sennò bisogna nascere Robert Capa. Però una piccola compensazione di origine divina è arrivata. Il giorno prima che incominciasse la prigionia attusle, io Miki e sua sorella eravamo andati a prendere un'ultima boccata d'aria al mare. Avevo terminato da qualche settimana di rivoluzionare il soggiorno, pitturando le pareti di nero e dandogli un aspetto un po' "industriale", grunge. E insomma, stiamo passeggiando e Miki vede un bidone, un fusto di roba chimica dell'Eni spiaggiato. Illuminazione, potrei farne un bel tavolino! Lo tiro fuori dalla sabbia, è perfettamente sigillato, vuoto, un po' ammaccato ma chi se ne ciava? Lo porto a casa, riempiendo di sabbia il baule della piccola utilitaria sgangherata. Parto col restauro, va stabilizzata la ruggine con del Ferox, pulito, tolta la salsedine ecc. Questo bidone di lamiera ha una caratteristica molto particolare: è vivo. Ci se ne accorge per due motivi. Il primo è che se lo scuoti emette un gemito. Pare che dentro ci sia ancora un rimasuglio del suo contenuto chimico altamente tossico che si sposta ed emette come un lamento chiaramente percettibile se si è in silenzio. Ma non è finita. Ogni tanto, in modo assolutamente imprevedibile, la sua superficie ammaccata emette un boato, una specie di colpo di gong, come un suono di lamiera che si deforma all'improvviso, probabilmente dovuto alla dilatazione del metallo con il variare della temperatura. E questo rumore è abbastanza forte da svegliarti. Io dormo coi tappi, ma loro? (Faccina col diavoletto). A me piace pensare che questo mio nuovo amico abbia un'anima anche se c'è da dire che a stare tanto a casa si rischia di sbroccare. La TV è ormai spenta da giorni, evito come la peste qualunque tipo di notizia. Ho dato disposizione a tutti i miei amici di informarmi solamente nel caso di consistenti progressi positivi verso una fine della prigionia. I social hanno rotto il cazzo, é incominciata la moda del salutismo #acasa. Non possiamo starcene tranquilli sui nostri divani ad ingozzarci di junk food e bere birra in attesa che aprano le gabbie. No, arrivano loro, i personal trainer disoccupati, i motivatori atletici brillanti in cerca di visibilità, di click. I palestroidi, gli psiconutrizionistidelcazzo, magri, perennemente in tuta e scarpette a spiegarci come mantenere la forma fisica mangiando poco e senza sale, e agitandoci come scimmie davanti al loro grottesco tutorial di Crossfit online. Se vi prende il corona, a voi vi fa fuori in due minuti, avete il sangue troppo fluido! Ascoltate me.
Ma io sono uno di quelli essenziali per la comunità, almeno così dicono. Posso, devo lavorare, è un privilegio poter assistere a questa desolazione che diventa sempre più bella. Tempo fa qualcuno discuteva della "decrescita felice", una strampalata teoria secondo la quale il Pianeta non può ospitare una crescita, una espansione infinita (finanziaria, edilizia, demografica) da parte dell'Uomo ma che sarebbe necessario rallentare e invertire la tendenza fino a ritornare nei ranghi, ad un non-consumo, ad una sostenibilità. Ah! Ecco fatto, anche se in modo "non felice". L'obiezione principale da parte di chi capisce la dimensione del problema (industriali, manager e compagnia non anno alcuna intenzione di farlo) è che non si può tornare allo stato primitivo, ad occuparci dei campi e delle vacche. E io mi chiedo, perchè no? Perchè spostare l'attenzione sulla bufala del 5G che fa male, che NON CIELO DICONO. Sui vaccini, gli OGM, mentre potrebbe essere proprio questo tipo di progresso a permetterci di tornare a zappare senza le fatiche e le pene di chi lo faceva coi buoi e l'aratro di legno. E' una questione ampissima, impossibile essere estremisti, fiondarsi da una sola delle parti, difendere solo un punto di vista. Ma poi arriva un virus e lui sì che se ne sbatte la minchia di quale sia la tua opinione, è un po' dittatore e un po' democratico. Decide lui, ma lo fa in modo imparziale, o quasi. Proporrei un gioco, potremmo tutti segnarci una cosa imparata in epoca infettiva. Una o due cose, la passeggiata, il fitness a base di Nutella ma anche qualche modo nuovo (vecchio) di fare economia, la spesa a domicilio dove gira un solo furgoncino anzichè cinquanta SUV incazzati? Io ad esempio sto acquisendo maggiore fiducia nella società, benchè il singolo essere umano mi dia mediamente ancora parecchio fastidio. E inoltre, se prima mi fermavo a finire una cosa al lavoro, che ne so, per ottimizzare qualche faccenda non necessaria, adesso il mio pensiero è di correre a casa a stendere l'impasto per fare il pane. Annotiamo.
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raijn · 7 years ago
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Non fare mai innamorare una persona che non si innamora mai, ti amerebbe con tutte le sue forze. Rischierebbe di morire.
Non è, come credi tu, solo per il sesso. O almeno, lo è, ma non perché “mi scopi bene”, ma per come scopiamo io e te, insieme, per come mi sento quando sono nuda sopra di te, libera, insaziabile, bellissima, completamente a mio agio, completamente me stessa e allo stesso tempo una persona che non esisteva prima.
Non è solo per il sesso, è perché fare una cosa con te diventa più divertente che farla con chiunque altro, una discussione più interessante, una battuta fa più ridere.
Non è solo per il sesso, ma è perché mi piacerebbe addormentarmi vicino a te, e svegliarmi sentendo il tuo corpo premuto contro il mio. È perché vorrei passare con te le domeniche ad impigrirci in giro per casa, in pigiama buttati a letto abbracciati, riempiendo di noi i momenti di noia.
Non è solo per il sesso, ma è perché la sera, quando si avvicina l’orario in cui arrivi di solito inizio ad aspettarti, a guardare che macchine arrivano, anche se poi non posso fare nient’altro che salutarti e continuare a lavorare, mi basta, mi basta la tua semplice presenza per calmarmi.
Non è solo per il sesso , ma è perché mi manda via di testa quando cogli le sfumature nel mio tono di voce, quando leggi in me comportamenti che credevo di essere brava a nascondere, quando ti interessi dei miei problemi e cerchi concretamente di darmi dei consigli.
Non è solo per il sesso, ma perché forse ho capito perché ho sempre pensato che l’amore non fosse roba per me, perché ho sempre creduto che una relazione potesse rimanere marginale nella vita di una persona, perché non sono mai stata gelosa. Adesso invece sento la tua presenza in ogni aspetto della mia vita, voglio farti conoscere lati di me stessa che a chiunque altro ho nascosto, voglio demolire le barriere con cui ho tenuto lontani gli altri, e non voglio dividerti con nessuno.
Scusa se queste cose non te le sto dicendo, ma le sto scrivendo dove nessuno le leggerà mai, le sto scrivendo per me stessa, perché avevo bisogno di buttarle fuori.
Scusa ma la mia paura di espormi è ancora troppo grande, lo so che è sbagliato, ma cazzo è più forte di me, non ce la faccio a mostrare questa fragilità, non ne sono ancora in grado, nonostante sappia che potrei perderti, che tirando troppo la corda finisce per spezzarsi, e ti farei allontanare inesorabilmente.
Scusa se ti costringerò ad andartene.
Scusa se sono abituata a scappare.
Scusa se mi sono innamorata.
Scusa se non lo saprai mai.
Scusa se non mi fido.
Scusa.
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