#specola
Explore tagged Tumblr posts
zurich-snows · 1 year ago
Text
Tumblr media Tumblr media Tumblr media
The anatomical waxes of La Specola in Florence
5K notes · View notes
claudiaciardiautrice · 1 year ago
Text
The Specola: restarting in 2024.
The collection of eighteenth-century ceroplasts is the spearhead of the university museum founded in 1775, which has been closed to the public for renovation now since 2019. It will restart in February 2024 to coincide with the centenary of the University of Florence.
1 note · View note
chez-mimich · 2 years ago
Text
CERE ANATOMICHE LA SPECOLA DI FIRENZE DAVID CRONENBERG
Partiamo da un assunto necessario e cioè l’assoluto fascino, oltre che l’indiscusso valore artistico e scientifico, di una eccezionale collezione come quella delle cere anatomiche del Museo della Specola di Firenze. La mostra della Fondazione Prada di Milano, visitabile fino al 17 luglio prossimo, presenta 4 figure femminili in cera (a corpo intero) e 9 sezioni del corpo femminile che provengono dalla Sala dell’Ostetricia del museo fiorentino. A queste figure, si aggiungono 72 stampe dei vari apparati del corpo umano, opere del XIX secolo a tecnica mista (acquerello, matita, tempera), anch’esse di grande interesse scientifico e divulgativo. La Specola di Firenze è certamente un museo sui generis, aperto al pubblico nel 1775, accoglie più di 1.400 opere. Il merito della costituzione di questa straordinaria collezione è del Granduca di Toscana, Pietro Leopoldo d’Asburgo Lorena (1747-1792) che ebbe la grande intuizione di dividere il patrimonio dei beni dei Medici tra oggetti d’arte e oggetti scientifici. I modelli anatomici in cera sono il risultato di studi effettuati, grazie alle dissezioni su cadaveri che provenivano dall’Arcispedale di Santa Maria Nuova di Firenze e dai quali venivano eseguiti calchi in gesso, in cui veniva versata della cera che poi veniva rifinita dall’intervento di pittori e scultori sotto la la supervisione di esperti di anatomia. I modelli sono adagiati su un materasso ricoperto da un drappo di seta e venivano comunemente definiti come “Veneri”. Il ventre o il petto delle figure sono squarciati per mostrare il composito aspetto dell’interno del corpo, degli organi e degli apparati in esso contenuti. Tra gli artisti autori delle “Veneri” possiamo ricordare i nomi di Clemente Susini (1754-1814), Francesco Calenzuoli (1796-1829), Luigi Calamai (1800-1851) ed Egisto Tortori (1829-1893) e tra i supervisori anatomici Paolo Mascagni (1755-185), Filippo Uccelli (1770-1843), Tommaso Bonicoli (1746-1802): illustri sconosciuti per il grande pubblico, ma di indiscutibile talento. Purtroppo le opere esposte al primo piano del “Podium” non sono proprio godibilissime da parte del pubblico, a causa del divieto di avvicinarsi troppo alle opere in cera e dell’illuminazione intermittente, molto flebile, per non compromettere l’integrità della figure. Ma qual è la scelta fatta dai curatori della mostra? Potremmo dire che si tratta di un’operazione di divulgazione culturale e artistica, come già fu per “Il sarcofago di Spitzmaus e altri tesori”, mostra del 2019 in collaborazione con il Kunsthistorisches Museum di Vienna e curata da Wes Anderson e Juman Malouf. Al piano terra del Podium, ecco però “Four Unloved Women, adrift on a purposeless sea, experience the ecstasy of dissection”, video di David Cronenberg, appositamente realizzata per la mostra. Qual è il trait-d’union tra le Veneri della Specola e il video che mostra le stesse Veneri riprese alla deriva su materassini che galleggiano in una piscina? Difficile dirlo, poiché al di là di un labile legame tra gli squarci anatomici e i corpi sfracellati del celebrato film “Crash” del 1996, non si vede altro. Mentre però in Cronenberg c’è un certo compiacimento voyeuristico nell’indagare i corpi feriti o martoriati, le Veneri della Specola hanno anche un carattere divulgativo e scientifico. A meno che, il discorso sia molto più sottile e Cronenberg voglia guardare ad esse (anche) come opere di un estetismo vagamente perverso. Potrebbe essere e potrei essere io a non averlo percepito. Resta però il fatto che il video di Cronenberg è davvero miserello (e la piscina molto meno bella di quelle dipinte da Hockney). Più che altro, il video sembra del tutto pretestuoso e dà proprio l’impressione di essere stato girato “alla bisogna” per poterlo coniugare con le meravigliose opere fiorentine. Certo una mostra che lascia più di un dubbio nel visitatore.
Tumblr media
0 notes
gormezone · 1 year ago
Text
Tumblr media Tumblr media Tumblr media
Wax anatomy at La Specola ❤️
2 notes · View notes
anonpeggioredelmondo · 1 month ago
Text
Padova masterpost
Piccolo riassunto di un we che si è rivelato più piacevole del previsto.
La cappella degli Scrovegni credo non abbia bisogno di ulteriori recensioni, è stata descritta e celebrata da gente molto più competente di me, i musei civici eremitani sono molto interessanti, se si ama il genere (noi lo amiamo). La chiesa del complesso è una delle poche non barocchizzata a morte, direi un'oasi di semplicità in un oceano sovraccarico. Per il resto l'unica struttura religiosa che merita la visita è il battistero.
Specola piacevole, le guide molto gentili ma davano l'impressione di non essere delle appassionate della materia, preparate ma senza entusiasmo.
L'orto botanico sarebbe stato sicuramente più godibile in una stagione più avanzata, ci sono anche dei padiglioni in manutenzione, però gli alberi fioriti, le serre ottocentesche e il museo botanico valgono già il prezzo del biglietto.
La città nel suo complesso è viva e vivace, un sacco di gente in giro a tutte le ore nonostante la stagione ancora precoce, l'abitudine di occupare ogni metro di pubblico spazio non dedicato al traffico con mercati e tavolini dei bar rende complesso fotografare le piazze e gli edifici, ma si può sopportare.
Il cibo e le bevande sono disponibili in ogni angolo, non è una città economica, ma come turista non ho il diritto di lamentarmi. Menzione speciale per l'osteria l'anfora, dove abbiamo mangiato benissimo, ascoltato una degna colonna sonora (De Andrè) e pagato il giusto.
Alla prossima.
Ah, se avete tempo da perdere qui ci sono un po' di fotografie
24 notes · View notes
achildsfirstsorrow · 10 months ago
Text
These are all art ideas i've been dwelling on instead of being productive, so please help folks..
17 notes · View notes
babyharriet · 5 days ago
Text
Tumblr media
Harriet and the apes. The Specola.
2 notes · View notes
crazy-so-na-sega · 3 months ago
Text
SPECOLA spè-co-la
SIGNIFICATO Osservatorio astronomico; punto elevato o cima di un edificio da cui si può osservare il cielo; punto di vista
ETIMOLOGIA voce dotta recuperata dal latino specula ‘vedetta, osservatorio’, da spècere ‘osservare’.
Un caso stupendo di come le parole cambiano e acquistano un tono da tempi andati perché a cambiare sono le nostre città, e il modo in cui si conduce la ricerca.
È una parola che emerge nel rinascimento, recuperata dal latino — in cui ha i significati di osservatorio, altura, cima. È in generale il luogo di vedetta, e trae questo suo nome da un verbo, spècere, che origina anche lo speculum, lo specchio (letteralmente, lo ‘strumento per guardare’). Il fatto curioso è che viene recuperata non tanto in riferimento ai vasti rilievi che fanno da osservatorî naturali, ma in una dimensione specialmente artificiale, architettonica.
La specola è il luogo (del palazzo, s’intende, non della casupola) da cui si può osservare il cielo — un vero e proprio osservatorio astronomico, o semplicemente un punto elevato, una sommità da cui si possono condurre bene queste osservazioni. È un termine che testimonia l’antico rifiorire dell’interesse verso questa scienza, e che ancora dà il nome a torrini e, per eccellenza, ad edifici interi attrezzati con simili postazioni. (Io penso alla Specola di Firenze, sede del Museo di storia naturale, chiusa fino a data da stabilire, la cui torre ospita alla sommità una sala ottagonale che dà sul cielo a 360°.)
Ora, questo significato si è generalizzato per significare il belvedere, l’altana, la cima aperta a una vista panoramica — resta l’elemento architettonico, non la sua funzione celeste e astrofila. Anche perché l’inquinamento luminoso delle città, che trasforma l’adamantino cristallo nero del cielo in un opaco bibitone nerancione, fa sì che difficilmente una specola urbana dei tempi andati permetta più osservazioni di sensibile rilievo scientifico, o anche solo amatoriale. Si può quindi continuare a parlare delle specole che spuntano fra i tetti delle case, dell’alta specola affacciata sulla piazza, delle specole segrete che conosciamo solo noi e dove passiamo i momenti di pausa con qualche collega.
Ma in maniera molto significativa la specola diventa anche, in senso figurato, il punto di vista, la posizione ideologica. Ha un bel tratto poetico capace di ridare smalto e senso a metafore così usate da non far più percepire il senso proprio originale. Così potremmo parlare delle impressioni sulla situazione che abbiamo avuto dalla nostra specola, facciamo notare all’amico che le sue idee prendono corpo da una specola estremamente personale, e viaggiando incontriamo usi che secondo la nostra specola abituale sono barbari, ma che impariamo a giudicare altrimenti.
Che splendore, una parola che dalle cime di vedetta romane battute dal vento si fa architettura slanciata per ricerche squisite e di somma altezza — e metro di una porzione di cielo, di cognizione del mondo.
Testo originale pubblicato su: https://unaparolaalgiorno.it/significato/specola
3 notes · View notes
italiasparita · 2 months ago
Text
Tumblr media
Pola. Via Giulia e Via della Specola
6 notes · View notes
lionofchaeronea · 2 years ago
Text
One last Malta-related post to bore you all before I finally move on to other topics:
A favorite pastime of mine when I have the chance to travel is to search out small museums, ones that are "off the beaten path" and not thronged by tourists at every hour of the day. This has had some wonderful benefits--I'll never forget, for example, perusing the wax anatomical models at the Museo "La Specola" in Florence, or the Arabic decorative tiles at the Leighton House in London. In that tradition, I wanted to let you know that if you ever have the chance to visit Malta, do not miss the Malta Postal Museum.
I freely admit that I was unsure whether it would be worth the time: "A museum about the history of postage and the postal service? In a country with a population of half a million? Why bother?" I'm so glad I overcame my hesitations. The museum's stamp collection traces the entire modern history of the Maltese archipelago, from the very first halfpenny stamps issued early in Queen Victoria's reign to celebrations of the papal visits in the 2000s, and is fascinating in itself; but what really makes the museum worthwhile is its illustrated tour of how "the mail has gone through" under different occupiers (the Knights of St. John, the French, the British) and under the most trying of circumstances (naval blockade, plague outbreak, wartime censorship). Short, well-produced films help illuminate the many letters in the collection and don't shy away from some of the more unpalatable aspects of Maltese history, such as the British haste in June 1940 to intern anyone suspected of pro-Italian sympathies, a policy that (as so often in wartime) ran roughshod over civil liberties. More than just a history of the post, it's a unique window on the broader history of Malta, reminding us that even something as humdrum as delivering the mail on time can be an essential part of social infrastructure.
Anyway, I'll stop rambling now. But seriously, if you ever find yourself in Valletta, the Malta Postal Museum should definitely be on your itinerary.
52 notes · View notes
wakeofourbetters · 2 years ago
Text
Tumblr media
ARTE
Cuerpos con órganos: el éxtasis según David Cronenberg
El cineasta canadiense presenta en la Fundación Prada de Milán su último cortometraje, inspirado en los modelos anatómicos femeninos en cera del Museo de Historia Natural de Florencia
ÁNGELA MOLINA
25 ABR 2023 - 05:30 CEST
La Fundación Prada de Milán ha encontrado una herida en la museística y ha puesto su sello. Es obviamente una de las muchas heridas, pues los llamados templos de las musas, que se expanden en bienales y ferias, gozan de una delicada salud de hierro. Muchos de ellos son claramente espectáculos de masas que exhortan a un público cada vez más homogéneo a vivir “una experiencia”. Fantasmas en sus antiguas casas, ya casi nadie los reconoce. Pero la Prada no tiene intención de ser uno de esos fracasos. Su naturaleza como fundación de una firma de moda dirigida a criaturas emocionales exige una combinación: ciencia y arte. Y a poder ser en un contexto inmersivo, que no es auténticamente el de esas carpas virtuales que introducen al visitante dentro de un cuadro de Van Gogh o de Frida Kahlo, sino el de otras destrezas narrativas más propias del mundo real que conocemos. La ha encontrado en la Medicina, esa disciplina que en una época fue considerada la mejor del mundo.
Tumblr media
Cere Anatomiche es una provocación, una apoteosis de, parafraseando a Artaud, cuerpos con órganos, criaturas bien determinadas dentro de sus cofres de cristal que en su día sirvieron para el estudio anatómico en las salas de disección de las universidades de Medicina. Como no podía ser de otra manera, Cronenberg (Toronto, 1943) propone en su cortometraje el retorno al cuerpo de la mujer como una aventura erótica y melancólica. También espeluznante. La sensualidad y lo sobrecogedor no como un fundido definitivo sino como una regresión infinita, sin significado. Pero vayamos primero al vínculo con la historia. ¿Qué es La Specola?
El Museo La Specola se encuentra en el Palazzo Torrigiani de Florencia y es la sede del Imperial y Real Museo de Historia Natural de la capital toscana inaugurado en 1775, inscrito en la universidad. Posee una de las mejores colecciones de modelos de cera anatómica del mundo, elaborados por verdaderos artistas, entre los que destacó el virtuoso de la técnica ceroplástica Clemente Susini, (1754-1814). Entre una colección de más de medio millar de modelos y centenares de dibujos anatómicos, destacan las cuatro Venus, que ahora se exponen en la muestra milanesa. La más compleja y fascinante es la Mater gravida, que esconde en su abdomen un feto bajo siete capas de cera con órganos desmontables.
Después de 250 años, el museo florentino —se encuentra mirando de frente a la galería de los Uffizi, pero al otro lado del Arno— necesitaba una renovación y actualización de su museografía, motivo por el que por primera vez la Universidad ha permitido la salida de sus “obras maestras”, un total de trece “esculturas” en cera, entre las cuatro venus, (llamadas las Venus de Medici, y aquí podemos jugar con el apellido de los “médicos”), nueve fragmentos de cuerpo del departamento de obstetricia que representan toda la anatomía del cuerpo humano, hecha pieza a pieza con cera, desde el sistema nervioso central hasta el reproductor, y 72 dibujos a lápiz, tempera y acuarela.
Tumblr media
Ahora, Cronenberg no vacila en asignar a estos bellos cerúmenes algunos de los rasgos de su peculiar imaginación morbosa, siempre centrada en las potencialidades oscuras del ser humano, tanto eróticas como clínicas: durante tres minutos y en bucle, el cortometraje muestra los cuerpos y los rostros inertes de las cuatro venus,tamaño natural, en plena bacanal oceánica (y aquí el asunto tiene una escala de interpretación para todos los feminismos) una desmesura de carne y vísceras que solo podrá entenderse por el atrezo acústico: el ruido del mar mezclado con el graznido de las gaviotas y los gemidos de placer. Vemos los primeros planos de sus rostros sonrosados, ojos y labios entreabiertos, con una expresión de placer inescrutable, sus cuellos rodeados de perlas, cabellos perfectamente peinados; otras son tomas cenitales de sus cuerpos recostados, imitando puntos de vista clínicos o sensuales, se mueven sobre lo que parecen camas inflables mecidas por las aguas. Placer oceánico. Freud siempre. La cámara sigue el curso de pechos, brazos, piernas, vello púbico, hasta que ¡oh!, de sus vientres salen intestinos, vasos sanguíneos, terminales nerviosas, los riñones, el hígado…
El autor de Dead Ringers y Crash titula su nueva fantasía quirúrgica Four Unloved Women, Adrift on a Purposeless Sea, Experience The Ecstasy of Dissection (cuatro mujeres sin amor, a la deriva en un mar sin propósito, experimentan el éxtasis de la disección), un cortometraje que nos transporta a la veneración erótica del corte, el éxtasis de las representaciones pictóricas barrocas, desde la Santa Teresa de Bernini y los cuerpos despedazados de los santos hasta conceptos más recientes como “la nueva carne”, en la frontera entre lo orgánico y lo mecánico.
Lo escribió Montaigne, aquejado por los dolores que le provocaban unas piedras en el riñón: “No mueres por estar enfermo, sino por estar vivo. También te mata la muerte sin el socorro de la enfermedad. A algunos les han alejado las enfermedades de la muerte, habiendo vivido más cuanto más les parecía estar agonizando”.
As�� son nuestros cuerpos: terroríficamente fascinantes.
‘Cere Anatomiche: La Specola di Firenze. David Cronenberg’. Fundación Prada. Milán. Hasta el 17 de julio.
16 notes · View notes
berattelse · 2 years ago
Text
In the middle of one of the rooms of the Josephinum, laid out in a glass coffin like Snow White, is the figure of a beautiful nude woman. She lies on her back, in a pose suggesting intoxication or orgasm more than sleep: one knee slightly bent, hands rucking the silk sheets beneat her, her had tilted back in abandon or ecstasy. She has been slashed open from throat to groin. Her breasts hang to the sides, just flaps of wax, and her guts are a bulbous dark mass against her alabaster skin, coils of intestine resting on a pristine hip. On top of her long blonde hair, which spills prettily around her shoulders, is a delicate circlet of gold. Next to her, in a similar glass and rosewood box, lies another lounging blonde figure, this one wearing a string of pearls. Her torso, too, is open, but not in the manner of a crime or an autopsy. The front of her torso has simply been sliced off in a neat, bloodless curve and deposited elsewhere. Instead of breasts, she has smooth expanses of light brown lung underneath her pearls. Under that, her diaphragm folds like a wing over her stomach and a neat tongue of pancreas. Something, maybe a kidney, lies by her side. Her eyes are open, and her expression is not exactly orgasmic; it is, more than anything, resigned. Tucked inside her pelvis is a fetus the size of a fist. These are "anatomical Venuses", an eighteenth-century innovation in medical display: lovingly detailed wax models of ideal feminine beauties with real eyelashes and human hair and jewelry and abdomens full of gore. The Josephinum Venuses, and a number of other surviving Venuses of Europe, come out of the wax workshop of a Florentine museum: the Museum for Physics and Natural History, also known as La Specola. La Specola, like the Josephinum, is full of models depicting aspects of human anatomy -- "an encyclopedia of the human body in wax," as Joanna Ebenstein puts it in her lavishly photographed book The Anatomical Venus. Unlike dissection, wax was sanitary, odorless, and stable over a long period of time. It was also, potentially, beautiful. Wax models could be rendered placid and pain-free, their otherwise lovely faces and bodies drawing the mind away from death and towards higher (and lower) things. Like the Renaissance anatomical illustrations that preceded them, the La Specola waxworks were intended to show the hand of God in the human design. The luminous wax sculptures even called to mind earlier religious figurines. But they were also meant to be visually, even sexually, appealing. (This is why, despite the preponderence of male anatomical illustrations and models and cadaver dissections, there was no male equivalent of the Venus.) Ebenstein quotes eighteenth-century anatomical illustrator Arnaud-Éloi Gautier d'Agoty: "For men to be instructed, they must be seduced by aesthetics, but how can anyone render the image of death agreeable?" The anatomical Venus was the answer: the instructional realism of human innards, leavened by the seductive aesthetics of feminine beauty.
Zimmerman, Jess. Women and Other Monsters: Building a New Mythology. Beacon Press, 2021.
6 notes · View notes
chez-mimich · 2 years ago
Text
Tumblr media
“Four Unloved Women Adrift on a Purposeless Sea, Experience the Ecstasy of Dissection” (2023). Fondazione Prada, maggio 2023. Un accostamento più facile e scontato era difficile da immaginare. Le figure di cera del Museo della Specola di Firenze e un video ad hoc di David Cronenberg che degli sventramenti e della macelleria ha fatto la sua poetica cinematografica. La Fondazione Prada questa volta mette in piedi una mostra pretestuosa, povera e poco convincente.
Tumblr media
5 notes · View notes
abwwia · 2 years ago
Text
Tumblr media
Maria Clara Eimmart (German astronomer, engraver and designer) 1676 - 1707
Waning Moon, 1695
(observed at Nuremberg on 18 September 1695 )
pastel on brown paper
Museo della Specola, University of Bologna, Italy
© photo unknown
Maria Clara Eimmart was a German astronomer born in Nuremberg. She was the daughter of painter, engraver, and amateur astronomer Georg Christoph Eimmart, the younger. Her father's profession was a lucrative one, but he spent all of his earnings in the purchase of astronomical instruments. He was a diligent observer and published his results in various memoirs and transactions of society. Her grandfather, Georg Christoph Eimmart, the elder, was also an engraver and painter. Eimmart the elder painted portraits, still-life, landscapes, and historical subjects. In 1678, Maria Clara Eimmart’s father built a private observatory in Nuremberg on the city wall. From 1699 to 1704, Her father, Georg Christoph Eimmart, was the director of the Nuremberg Academy of Art, the Malerakademie. Through her father, Maria Clara Eimmart received an education in French, Latin, Mathematics and drawing. Through her broad education in the fine arts, she specialized in botanical and astronomical illustrations. Because of the strength of the crafts tradition in Germany, Eimmart was able to take advantage of the opportunity to train as an apprentice to her father and learned the art of astronomy from him. Source: Wikipedia
2 notes · View notes
zzigzadig · 12 days ago
Text
Tumblr media Tumblr media
i finally went to the museum La Specola
1 note · View note
laus-deo · 1 month ago
Text
Specola y Paco Pepe. Paco Pepe y Specola
Con un enorme abrazo a los dos. Voy a comenzar por Specola de Roma. Proliferan por cualquier parte los autoproclamados expertos vaticanistas. Créanme si les digo que la inmensa mayoría de ellos no tienen ni repajolera idea de lo que es la curia, el Vaticano entero y lo que está pasando hoy en día. Sobre la enfermedad del papa Francisco, los movimentos curiales, el posible cónclave y los…
0 notes