#soddisfare
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foreverblondie23 · 1 month ago
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mostro-rotto · 2 years ago
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Il mio terapista mi disse:
"Quando non sei abituato ad essere sicuro di te, la sicurezza ti sembrerà arroganza.
Quando non sei abituato ad essere passivo, l'assertività ti sembrerà aggressività.
Quando non sei abituato a soddisfare i tuoi bisogni, dare la priorità a te stesso ti sembrerà egoistico.
Detto questo, la tua comfort zone non è sempre un punto di riferimento".
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arreton · 1 year ago
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Il mio progetto per il futuro è riuscire a pensare di poter fare dei progetti per il futuro.
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lamentele · 1 year ago
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Quanto mi perderei nelle braccia di qualcuno stasera.
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idettaglihere · 2 years ago
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ho voglia di gelato, di kinder bueno, di fare un pomp, di pizza, di coccole, di caramelle gommose e di morire
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kon-igi · 11 days ago
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OGGI HO AVUTO UNA DISCUSSIONE MOLTO INTERESSANTE
così interessante che mi dovete aiutare a trovare un termine che definisca il mio modo di interagire con la realtà circostante.
Oggi un'infermiera - che evidentemente non ha ancora capito nulla di me, sia come professionista che come essere umano - mi ha detto che 'Bisogna legare la Sig.ra Maria quando è seduta a tavola sennò mangia poco e poi si alza per andarsene in giro'.
E il sottoscritto, a cui i coglioni stavano girando come le ventole del sistema di raffreddamento della centrale nucleare di Fukushima e parevano dover fare la stessa fine di lì a poco, ha risposto in modo sintetico e candido
E ALLORA LASCIAMOLA MORIRE DI FAME IN SANTA PACE!
Potete immaginare la reazione di tutte le altre infermiere e OSS, reazione che per l'ennesima volta mi ha costretto a dover spiegare.
CURA e ACCUDIMENTO sono due cose differenti.
Sono due cose MOLTO differenti e che si fanno per due condizioni distinte che possono affliggere una persona fragile.
La CURA riguarda la risoluzione di un problema sanitario e quindi mira alla guarigione con restituzione delle piene capacità psico-fisiche.
L'ACCUDIMENTO, invece, riguarda il PRENDERSI CURA (non il curare!) di una persona in una condizione irreversibile di fragilità e che, quindi, può solo peggiorare.
Quando la Piramide di Maslow viene erosa a partire dall'alto e anche le sue stesse fondamenta cominciano a vacillare, allora il professionista del sanitario si deve rendere conto che la cura non è più possibile ma bisogna passare al solo accudimento.
E il modo migliore per prendersi cura di una persona è evitarle la sofferenza fisica e psicologica.
Ovviamente non sto parlando di eutanasia (quella è una scelta personale che farò non come professionista ma come essere umano nei riguardi delle persone a cui voglio bene) ma di abbandonare il concetto di esistenza 'normale' a cui tendere in modo forzoso.
Se una persona ha fame, viene nutrita, anche con l'aiuto di un'operatrice che la imbocca... se una persona ha sete idem ma pensare di costringerla a mangiare e bere 'sennò muore' significa ucciderle la dignità e imporle sofferenza per soddisfare un nostro desiderio di 'curare' l'anormalità.
La persona anziana che smette di mangiare e di bere ha avviato un proprio percorso personale verso la conclusione della sua esistenza ed esclusa ogni possibilità di cura, dobbiamo solo fare tutto quello che è in nostro potere per ACCOMPAGNARLA alla fine senza dolore fisico o malessere psicologico.
Per cortesia, torniamo a parlare della morte come un qualcosa di naturale e ad abbracciarla come parte della vita, perché come ho già detto mille volte e non mi stancherò mai di ripetere
QUANDO VIVI NELLA PAURA DELLA MORTE, LA MORTE SI È GIÀ PRESA LA PARTE MIGLIORE DELLA TUA VITA
E ora che ho finito di scrivere, la ventola di raffreddamento ha rallentato e quindi Fukushima là sotto è salva. Grazie.
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s-a-f-e-w-o-r-d--2 · 2 months ago
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Vorrei essere ancora vittima dei tuoi bui... Unico e solo possibile oggetto dei tuoi sogni malati... Vorrei soddisfare il mio bisogno di te... Delle tue minuziose premure... I tuoi disegni sul mio corpo mancano come l'aria... Mi sento spoglia... Nuda... Fredda come un albero in inverno... Che senza le sue foglie trema al gelo... Trema e aspetta la sua primavera... Come me in fondo... Non dovrei... Ma aspetto te...
~ Virginia ~
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raccontidialiantis · 3 months ago
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Dolcezza? No, grazie!
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Brava: è così che mi piaci! Sai che sei la mia schiava, che mi piace vederti girare nuda per casa, pronta a soddisfare eventuali mie voglie. Le catene te le toglierò più tardi, quando ti donerai tutta a me. Perché accontentare i miei desideri deve essere di fatto la tua preoccupazione principale, il tuo vero lavoro: perché tutto quello che fai durante il giorno per tenerti impegnata, per guadagnarti da vivere, come pensiero deve venire soltanto dopo il mio piacere. E il tuo corpo è il mio giocattolo preferito. Assolutamente. Devi curarlo ed essere sempre in forma, scattante per farmi godere appieno. Certo che potrai sempre continuare a mangiare a tavola assieme a me: perbacco! Si, sono il tuo padrone, però sono anche un uomo generoso, lo sai. Ma ora mia dolce sottomessa preparati per prendere il digestivo che tanto ti piace. Più ne bevi, più io godo. E tanto più ne produrrò per te: l'esercizio sviluppa l'organo e la funzionalità delle ghiandole preposte.
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Finita l'eiaculazione infatti, il processo di produzione del seme maschile riprende immediatamente e viene completato dopo circa 20 minuti. Vieni qui e fammi sentire se sei già bagnata, bricconcella! Aaah… ci siamo, godi al solo tocco delle mie dita. Sdraiata a pancia in sotto, sulle mie gambe, ora divarica un po’ le natiche, alza le natiche verso di me… ecco: fatti un po’ in avanti e lasciami sentire anche il tuo bellissimo culo a che punto sta… Si: sento che sei cotta a puntino e fremi di passione. Mi vuoi. Ora muovi il tuo cazzo di culo, puttana di una donna sposata. Dai, vai in camera mia e preparati. Lubrificalo per bene, che arriverò fra un po’. Voglio trovarti languida, completamente aperta, profumata di pulito, ben oliata e soprattutto assetata. Placherò la tua arsura, come primissima cosa: so che non aspetti altro che attaccarti al mio uccello e succhiarmelo. Poi proseguirò umiliandoti in mille maniere e costringendoti a subire il mio trattamento molto rude e spartano.
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Solo tu resisti da anni ai miei giochi senza un lamento. Perché soffri, piangi ma… vieni! Questa cosa non cessa di stupirmi e di gratificare il mio ego di maschio. Ti adoro, schiava. Sei l'unica puttana che desidero avere nel mio letto. A mia completa disposizione, ogni volta che vorrò. Durerà fino a che non mi stuferò. È sempre stato così, con le mie donne. Però stai tranquilla, schiava: ormai hai capito che di te probabilmente non mi stancherò mai. Forse. Vedremo in seguito se te lo meriti, il mio amore ossessivo per te. Porca miseria: sto invecchiando e affiorano tratti di dolcezza e generosità prima insospettabili, nel mio carattere di orso scorbutico e stronzo. Gongoli e ti infili sempre più nei miei punti deboli. Maledetta…Perché sai bene che mi piace troppo toccarti, strizzarti, trattarti come un puro oggetto sessuale. Ma soprattutto farti venire! Non c'è gusto a godere di una donna senza far divertire anche lei.
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Non si fa: se non sai cavarle fuori il nettare, non te la meriti. È forse la parte più bella. Sai anche che amo la tua pelle morbida e che mi soggioga totalmente il tuo odore. E che il sapore dei tuoi seni è migliore di quello del miele d'acacia, per la mia lingua. Adoro vederti lusingata e contenta della mia voglia di te. Mi piace soprattutto quando abbassi gli occhi e arrossisci, se solo ti guardo le gambe con insistenza e a seguire non resisto: te le allargo e ti metto una mano nella fica. O quando ti do delle sonore pacche sul culo. Perché lo voglio vedere rosso. E molto caldo, prima di infilarmici dentro per goderne. Provi un bel po’ di dolore quando ti inculo d'un colpo, ma ti offri comunque tutta a me. Senza fiatare, anzi: bramosa di altre punizioni. È bravissima, la mia puttana. E vabbè: oggi eccoti il regalo. Non te l'aspettavi un anello così, eh? Si, mi costa una fortuna, ma te lo sei guadagnato. Cazzo: non piangere.
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E basta co’ ste braccia al collo e i baci sulle guance! Dai troia: datti da fare adesso. Inginocchiati, inizia a lavorare di lingua e a ciucciarmelo. Ecco, da brava: per prima cosa scopri sempre il tuo seno e offrimelo da accarezzare. O pizzicare e torturare. Ora succhia, mentre ti strizzo i capezzoli e i tuoi occhi lacrimano di rabbia e dolore. Oooh… che tiraggio, che avidità… siii… cosiii… Al contrario della maggior parte degli uomini, a me ogni tanto piace sentire i denti che scorrono sull'asta o che mi mordicchiano il glande. Perché adoro sapere che rischio, che ho l'uccello nella bocca della tigre selvaggia che ho domato e resa docile. Aaaaah… ecco che sborroooo… godoooo… bevi, troia! Ingoia ogni fiotto rapidamente e continua a tenere tutta la mia verga in gola… siii, cosiii… dai succhia ancora… aaaah! Ora che fai con quel dito tra le mie natiche? Ooooh… siiii! Sei proprio una gran troia… Continuo a sborrare dentro di te… brava la mia puttana… succhia, che fa un po' potrai tornare a casa da tuo marito e dai tuoi figli...
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RDA
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ilpianistasultetto · 10 days ago
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Di tanto in tanto mi salgono alla mente ricordi della Menica. Come quella volta, avro' avuto 5-6 anni, che la vidi fare sesso con Bruno in mezzo a un prato coperto di papaveri e margherite. Doveva essere di primavera, tanti colori e tanti profumi. Erano usciti insieme con la lambretta e portarono anche me. Io giocavo poco lontano con un camioncino di plastica su quel prato sterminato, caricavo e scaricavo terra , erba e papaveri. Loro due, invece, si ritrovarono a giocare con i loro corpi, a soddisfare i piaceri della carne pensando di non essere visti. Lui era un giovanotto che abitava vicino casa nostra e che voleva sposarla ma la Menica non ne voleva sapere di nuovi matrimoni, lei era una giovanissima vedova da un paio di anni e aveva un figlio piccolo da crescere, troppi pensieri per mettere su una nuova famiglia. Confesso che per anni rimasi male di quella giornata, qualcosa che mi riempiva di profondo disagio, come avessi assistito a un tradimento. Poi si diventa adulti, si vedono le cose da una prospettiva diversa, si capisce che dentro ogni mamma c'e' anche una donna. Oggi, addirittura, ripensando a quella giornata ci trovo dentro un mare di poesia. Due giovani, forse innamorati, stesi abbracciati sopra un lenzuolo di fiori a baciarsi, a toccarsi, a godersi l'una con l'altro. A fare quello che ogni persona adulta vorrebbe fare, far l'amore con chi fa battere il cuore. Adesso la ricordo con commozione la Menica, forse perche' e' morta oggi di tre anni fa e mi ritrovo ad apprezzare ogni cosa che ha fatto e ogni cosa a cui ha rinunciato (forse anche quel Bruno che voleva portarla di nuovo all'altare). Di quella giornata ricordo anche il ritorno a casa. Lei era contenta e cantava andando dietro le canzoni che uscivano dalla radio..
@ilpianistasultetto
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angelap3 · 15 days ago
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“La Metamorfosi” di Kafka: uno specchio della fragilità umana
L’opera di Franz Kafka non è solo la storia di un uomo che si sveglia trasformato in un insetto, ma un profondo viaggio nell’alienazione, nell’identità e nell’assurdità dell’esistenza. La trasformazione di Gregor Samsa ci pone una domanda inquietante: quanto è fragile la nostra umanità quando smettiamo di soddisfare le aspettative degli altri?
Gregor, intrappolato nella sua nuova forma, diventa simbolo del senso di smarrimento che proviamo quando la vita ci priva di ciò che ci definisce. La sua metamorfosi non lo priva solo del posto nella società, ma anche dell’amore della sua famiglia.
L’isolamento e l’assurdo
La storia di Gregor riflette l’isolamento esistenziale: incapace di comunicare o essere accettato, rappresenta ciò che Jean-Paul Sartre definiva come “L’inferno sono gli altri”. Sebbene la sua mente resti umana, il suo aspetto lo condanna all’oblio, mostrando come l’esclusione possa ferire l’anima.
Kafka, come Camus, esplora l’assurdità della vita: la trasformazione di Gregor non ha una spiegazione, proprio come molte cose nella nostra esistenza. Invece di cercare risposte, Gregor cerca di adattarsi, ma il peso dell’assurdo lo distrugge.
La fragilità dell’identità
Il vero dramma della storia non è la trasformazione di Gregor, ma la reazione della sua famiglia: quando smette di essere utile, smette di essere importante, smette di essere umano. Kafka ci lancia un messaggio crudele ma reale: in un mondo che valuta ciò che facciamo più di ciò che siamo, siamo tutti sostituibili.
“La Metamorfosi” non è solo un libro, ma un profondo richiamo alla nostra vulnerabilità. È un invito a riflettere su quanto della nostra identità dipenda dagli altri e su cosa rimanga di noi quando tutto ciò che ci definisce scompare.
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mostro-rotto · 8 months ago
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Se vedono il bene si aspettano il bene, e non voglio dover soddisfare aspettative altrui
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falcemartello · 3 months ago
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PALLE VERE E PALLONCINI FALSI
Avete idea di quanti impianti fotovoltaici o eolici servono per soddisfare una richiesta di 1000 MW in assenza di fossili?
No?
Vi sorprenderà non poco e capirete l’assurdità delle idee di Bonelli &Co. Ecco i numeri.
Fissiamo, come è diffuso, che per sopperire all’intermittenza di eolico e solare, si usino batterie di backup.
Supponiamo di dover coprire un periodo di 5 giorni consecutivi di assenza di sole e/o vento. Perciò servono teoricamente 5ggx24h x 1000= 120.000 MWh di backup.
In realtà, come succede per le auto elettriche, la carica non va da 0 a 100% ma da 20% a 80%. Il che fa salire la necessità di backup a 200.000 MWh.
Il fattore di potenza medio per eolico e solare è del 25% (il sole non c’è sempre e il non soffia sempre) In condizioni di uso ordinarie, servono perciò almeno 4000 MW di potenza disponibile.
A questa va aggiunta quella per ricaricare in parallelo le batterie tampone (supponiamo in 12 ore).
Serve perciò una potenza di 200.000/12=16.666 MW. In totale 4000+16.666 = 20.666 MW Il primo risultato, già stupefacente, è che per 1000 MW di richiesta, servono impianti eolico-solari di potenza 21 volte superiore. Quanto costa tutto ciò? L’IEA parla di 1,3 Mil$/MW. Quindi per gli impianti servono 1,3*20666 = 26.866 Milioni di $.
Per le batterie si valuta un costo di 200$/KWh., cioè 200.000/MWh. Per le nostre batterie servono quindi 200.000 * 200.000 = 40 miliardi di $, che sommati ai costi degli impianti danno 66,8 miliardi di $ Tutto questo per una potenza richiesta di 1000 MW.
Per avere un’idea più chiara, considerate che la richiesta di potenza per tutta l’Italia è pari 54 GW, 54.000 MW. Quindi se pensiamo a produrre l’energia elettrica solo con rinnovabili, il costo per l’Italia lo otteniamo moltiplicano per 54, cioè…
66 miliadi * 54 = 3.610 Miliardi di $, circa 3.300 Miliardi di Euro. Questo è 1,7 volte il nostro PIL.
La spesa delle famiglie italiane per l’elettricità è stata nel 2022 di 30 Miliardi. Cioè il costo della transizione totale, è 110 volte superiore al consumo annuo!
Ma non è tutto qui. Ho considerato cautelativamente 5 giorni di carenza di energia. Ma potrebbe succedere che d’inverno ce ne sia un sesto. Il quel giorno, senza fossili, saremmo in blackout e al gelo. E non è ancora finita.
Il passaggio a tutto elettrico comporta una crescita dell’energia elettrica richiesta. Si può valutare circa il doppio di quella attuale. Allora i costi e i rischi di blackout non ve li calcolo ma li immaginate.
Non vi suona un campanellino di allarme?
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fra75 · 4 months ago
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Perchè lei non è una voglia da soddisfare e
basta... è la voglia di viverla continuamente.
Perchè lei non è un pensiero momentaneo... ma
un pensiero fisso, profondo, radicato nel
cervello...
Perchè lei non è un capriccio momentaneo... è ciò che vuole come sempre..
Perchè lei non è un desiderio passeggero.. ma un desiderio incessante che non da tregua..
Perché lei non è lo sfogo carnale di una notte... è il porno quotidiano, l'erotico, la passione, la perversione nelle vene...
Perché lei non è un'anima qualunque... ma è quella che rapisce la tua
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vintagebiker43 · 10 months ago
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angelikamente.5413 h su Threads
...Aristippo disse a Diogene: "Vedo che stai mangiando una cena molto povera. Voglio darti un consiglio. Se tu imparassi ad essere ossequioso con il re, non saresti costretto a mangiare lenticchie." Diogene si girò verso l'amico e gli rispose: "Voglio darti anch’io un consiglio: impara ad amare le lenticchie. Se tu avessi imparato a vivere mangiando lenticchie, ora non saresti costretto ad adulare il re e a vivere da schiavo cercando di soddisfare ogni sua esigenza.»
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ilsilenteloquaceblog · 1 month ago
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“Voglio
che tu goda…
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che tu senta
ADDOSSO, sulle labbra,
la voglia e il desiderio
di SODDISFARE
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OGNI MIO E TUO CAPRICCIO.”
Il Silente Loquace ©
— @ilsilenteloquaceblog
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scritti-di-aliantis · 1 month ago
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(Foto: bona-dea1)
Sai sempre come accogliere e soddisfare la mia enorme voglia di te. Mi offri il pasto a me più gradito: tutta te stessa.
Aliantis
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(Foto: bona-dea1)
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