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feles85 · 5 years
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CALENDIMARZO, il primo, vero, Capodanno italico. [...] Al contrario di quello che si è soliti pensare, è alle Calende di Marzo, con la Luna Nuova di Marzo, che cominciava l'Anno Sacro Romano-Italico, e non alle Calende di Gennaio (che in ogni caso rappresentano uno dei "capi dell'anno"). Giulio Cesare, nella sua riforma del calendario, fissò il 1° Marzo ad una data fissa, indipendente dal ciclo della Luna. L'attuale calendario gregoriano mantiene, perfezionando il ciclo degli anni bisestili, la stessa struttura. Per questo motivo, quest'anno, il capodanno religioso di chi, come il nostro Sodalizio, segue un calendario luni-solare, avrà un Capodanno leggermente anticipato rispetto alla data del Primo Marzo sul calendario civile corrente. Lungi dall'essere una lontana memoria del passato, l'Anno che comincia a Marzo dando inizio alla stagione agricola e a quella delle guerre - entrambe sotto la tutela di Marte -, il Capodanno Marzio, è tuttora una realtà, per le popolazioni italiche ed europee. L'anno civile di molte nazioni, come Francia, Inghilterra o la Repubblica di Venezia, fino a tempi recenti, cominciava il 1° Marzo, come ai tempi di Roma. In molte regioni italiane, con una persistenza maggiore nel Nord-Est e nel Centro, si accendono falò, e già negli ultimi giorni di Febbraio si usa "cantar" o "chiamar" Marzo, come per dare forza al nuovo Marte, il guerriero che arriva con le prime, dure, gemme degli arbusti, con il canto del picchio e del lupo e con i venti impetuosi che spargono i semi e gonfiano i vessilli di guerra. Presentandovi una anteprima del nostro Almanacco dei Fasti Hesperiani, illustrato e provvisto di spiegazioni dei mesi e delle tradizioni italiche e italiane, che come ogni anno uscirà in occasione del 1° Marzo, facciamo a tutti i nostri Sodali, Amici e lettori i nostri migliori auguri per l'Anno Nuovo! #SocietasHesperiana #FastiHesperiani #CalendarioRomano #TradizioneRomana https://www.instagram.com/p/B9H9OFIIfrD/?igshid=110vaitrj6v1n
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venetianeli · 3 years
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LA NOTTE DELLE LÜMERE
UN "HALLOWEEN" PADANO (e italiano!)
Quante volte abbiamo sentito veri o presunti "tradizionalisti" prendersela con la classica "zucca di Halloween"!? Persino chi ammette, ormai, una origine pan-europea, arcaica, perpetuata durante tutto il Medioevo cattolico, di questo insieme di Feste, tende a ricondurre la zucca svuotata in foggia di volto o teschio ad un mondo di film americani o tradizioni comunque straniere.
A questo proposito, vogliamo citare una ricerca di oltre vent'annni fa, che dimostrò quanto, nonostante una semi-dimenticanza nei primi decenni del Dopoguerra, la tradizione della zucca svuotata appartenga assolutamente al mondo dell'Italia settentrionale gallo-romanica. Oggi, potremmo aggiungere, alla luce di tradizioni simili praticate anche in Sardegna, Puglia e ampie aree dell'Italia peninsulare, che la persistenza di simili tradizioni, più che segno inequivocabile di un "italo-celtismo padano" innegabile, è piuttosto riconducibile a radici IMMEMORIALI, comuni alla quasi totalità degli Europei, quantomeno dal Neolitico.
La zucca, piena di Semi, risveglia in noi le battaglie dei Semoni contro i démoni della ruggine e della rovina, per far rinascere il grano e il farro, mietuti dalla falce. Nella nebbia, nel freddo della neve e della morte, avviene la Rinascita.
«La preparazione delle lümere segue linee estremamente omogenee. Si tratta innanzitutto di una incombenza sempre affidata ai bambini e sotto la direzione degli anziani. La zucca viene svuotata, vengono incisi i buchi degli occhi, del naso e della bocca e vi viene introdotta una candela. [...] Alcune testimonianze indicano che qualche volta venivano realizzate anche delle orecchie, fatte con semi di granoturco, penne di galline, pezzi di formaggio o scampoli di stoffa. Le zucche sono spesso utilizzate per fare scherzi, per spaventare i bambini, le donne che si recano al lavatoio, le vecchiette che vanno al cimitero, lungo i sentieri e negli angoli più bui. Altre volte sono tenute in mano e portate in processione da giovani e meno giovani, portate in giro dai ragazzi infilate su bastoni, condotte bussando casa per casa per spaventare la gente o tenute in mano e portate per strada da ragazzi coperti da teli bianchi a mo’ di mantello.
Oltre che per spaventare la gente e organizzare burle, le lümere vengono anche collocate lungo le strade, vicino alle chiese e ai cimiteri per “illuminare la strada alle anime” e far loro ritrovare il cammino da un mondo all’altro».
Da: G. Oneto, Le lümere, antico segno di celtismo padano, in QQPP, n°21, 1999.
Pubblicato su fb da SocietasHesperiana
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