#so che tu ci sei
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COMICO PERCHÉ NON CE LA FA PIÙ
#non andartene in francia nic lo so che ti pagano di base 1.7k e tu sei madre lingua ma non ci lasciare ti prego#non possiamo permetterci di perderti
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è veramente brutto vedere musulmani italiani fare battute omofobe, ed è anche brutto per me vedere gli italiani rispondere loro con un sottotono che è chiaramente razzista ma tu stai lì nel mezzo perché non sei come loro, ma leggi cose che comunque offendono anche te, e non c'è niente da difendere e c'è tanto lavoro culturale da fare però hey...tante persone educated e sane come me esistono quindi please non chiamate tutti in causa perché io non c'entro niente.........cioè è proprio brutto brutto che ti senti in dovere di dissociarti........mi infastidisce così tanto
#è che se mi lamento con i bianchi non voglio neanche dare loro la scusa per odiare la mia gente ancora di più#ma il punto è che la prima incazzata sono io#è un loop proprio#tu dici vabbè i vecchi....ma quando mai#i primi a farlo sono giovani e giovanissimi sono miei coetanei è proprio una cosa .....ci vuole così tanto lavoro culturale#e lo so che è un problema di integrazione e di progresso soprattutto. è socio-economico punto. prima di qualsiasi cosa#però la comprensione è una roba stancante quando sei una persona che ha studiato e ha una visione molto diversa di tutto e per fortuna
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madre perché mi devi chiamare battona solo perché ho le tette
#non è colpa mia se sto toppino se ne scende e ogni tanto si vede. gasp. il reggiseno#ma poi ha fatto pure#non ho detto escort. ho detto battona.#grazie madre#e prima mi vestivo male tutta sciarmata sembro una scappata di casa#ora invece. no tu non ti puoi mettere queste cose hai troppo seno sei volgari sembri una battona#quindi non lo so a sto punto mi devo vestire come una 50enne accetti solo quello ??#mi dispiace se ho culo tette pancia fianchi e tutto il resto purtroppo ci pensavi due volte prima di fare una figlia che poteva prendere il#tuo stesso fisico. però vabbè sorvoliamo pure sta volta#non è la prima volta che mi chiama battona e non sarà l'ultima
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Alla fine di tutto penso che ci siano semplicemente giorni in cui si è "predisposti" a sentirsi belli.
Si, insomma, quei giorni in cui non noti tutte quelle cose che altri giorni invece ti pesano; ci sono invece quei giorni in cui sembra che nulla vada bene, le braccia un po' cicciottelle, le gambe un po' cicciottelle, la pancia che magari non è piatta se non quando sei distesa
E stesso in questi giorni guardacaso neanche i capelli che tanto ami vengono bene, in nessuna maniera eh, e il viso?
Oddio però non ho un viso così brutto, eppure se non mi trucco almeno un po' non mi sento tanto a mio agio.. dovrei uscire con questo cerchio nero sotto agli occhi? Ma perché sembra sempre che ho i baffi pure dopo averli fatti? Mettiamo un po' di correttore qua e là e magari si toglie tutto
Vabbè però il correttore mica ti toglie l'insicurezza
Eppure guardandomi, eccomi qua, mica so così brutta? In fondo no, ma ho bisogno di essere "predisposta"
E nei giorni in cui sono predisposta semplicemente tutto quello che vedo scompare, e penso: ma forse sono solo io a vedere tutte queste cose? Queste piccolezze, ma chi è che le va a guardare? Eppure alcuni giorni pesano così tanto che dopo aver messo l'armadio sottosopra passa anche la voglia di prepararsi per bene per uscire
Eh ma poi tu già ti senti brutta, poi non ti vuoi manco preparare?
Chiaro, dopo mi sento ancora peggio
Ma quando mi sento bella invece mi preparo ancora meglio e mi sento ancora più bella
Allora come funziona?
In teoria dovrei semplicemente accettarmi e basta, certo mangiare sano, ma accettare questa corporatura
Ultimamente sono ingrassata di due kili e vabbè magari leggendo, se state ancora leggendo, penserete "e che sarà mai?" E in effetti è vero, non è tanto il numero sulla bilancia il problema, ma è il fatto che a vederli su di me dopo averne persi 10 pesa così tanto che non sembrano solo 2
A volte penso che la gente se sapesse quello che penso realmente di me penserebbe che sono solo stupida e che magari "c'è gente che vorrebbe averlo il corpo come il tuo"
Ma come si fa quando vorresti essere più magra, semplicemente più piccola in generale
Allora mi auguro in futuro di sentirmi più predisposta a sentirmi bella per un periodo di tempo abbastanza lungo da superare il tempo in cui non lo sono
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:)
Under the cut to read on tumblr, here to read on Ao3 <3
I'll commit your every scar to my memory rosquez, 6k words
(set 2025)
Marc has been looking at himself in the mirror for twenty minutes now.
Inspecting for every micro feature which signaled he was getting older.
He doesn’t want to get older, he can’t.
All his career, his success had come when he was a kid and he had been nicknamed “alien” for it goddamnit.
youngest pole sitter, youngest podium finisher, youngest winner, youngest champion.
key word being young.
he doesn't feel old, but older, god yes. Everyday.
A new source of pain coming out, an old one resurfacing, the fear of falling behind, of not fitting in anymore and of running out of time.
All present and heavy on his body, which took the hit every time.
Why he thinks that, he isn’t sure.
But he feels like he must get everything now or it will all have been useless.
It’s been one year now since he and Vale reconciled, and nine months since they made their relationship official, but only to intimate friends and their families, since Marc was still a target in the paddock, and they both knew that having a gay relationship wasn’t exactly the greatest thing to share in a sport like theirs.
And while the respective families had reacted well (except for a bit of skepticism on Alex’s side) the Academy had been more bitter, especially Uccio, but it was to be expected since he is so obviously in love with Vale since the dawn of time.
The mirror in their room at the Ranch keeps reflecting his toned and muscled body, along with his freshly shaved face and regrowing curls.
If he has to be honest he isn’t the one who brought up the aging thing.
First Vale, at his birthday, after he was officially a Ducati factory rider for that year, telling him he was “growing up”, getting closer to 35.
And it terrified Marc.
Then his brother, joking about him retiring so that he could be the only Marquez on the grid “haste que tu y Mr doctor creéis un hijo con magia y aterroricen a MotoGP” (Until you and Mr Doctor will create a son with magic and terrorize MotoGP)
And finally Bezzecchi two weeks ago.
He was talking to Celestino, to which he seemed glued to the hip, almost symbiotic, as if they only existed one attached to the other.
“Sta invecchiando comunque, magari Vale con i gusti per i più piccoli che ha se ne trova uno più giovane e meno sfasciato” (He’s aging by the way, maybe Vale with his taste for younger people will find a younger and less broken one)
“Sei un coglione Marco dai” (Marco you’re a dickhead come on)
“Dico la verità, magari tra una settimana ci porta un ragazzetto di 20 anni che lo guarda con gli occhi a cuoricino e che non sia mezzo pieno di cicatrici” (I’m saying the truth, maybe in a week the he’ll come to us with a 20 year old boy who looks at him heart-eyed and who’s not half covered in scars)
“Immagini? Tanta fatica e poi se ne sbatte un altro”
(Can you imagine? So much trouble and he ends up fucking another guy)
“Sarebbe karma” (Would be karma)
Marc had been hidden behind the door throughout the whole conversation, and a wave of nausea and vomit overwhelmed him, causing him to rush silently to the toilet and throw up.
Maybe they were right.
He was getting older, Vale had said that himself, joking about his smile lines.
He had started exercising even more, buying more products for skincare and trying to act like he was 20 again.
And suddenly he didn’t feel pretty anymore, he just wanted to ride a couple laps on the dirt track and forget about it.
He looks at himself one last time, not failing to notice the faint line of a wrinkle in the corner of his eyes staring right back at him, menacing.
He puts on his gear, ignoring everyone in the kitchen and heading straight for the track, grabbing the bike with the bright orange “93” plastered on front.
It’s the best way to shut his mind off, it’s just him and the track, the bike being a direct extension of his body.
He completes ten, twelve, fifteen laps then he slips, bike flying out of his hands and his body tumbling down in the dirt.
His arm hurts, but his brain aches more.
Finished finished finished.
He goes to grab the bike to climb on it again when he feels a pair of arms around his body. Vale.
“Are you ok Marc? Do I need to grab your painkillers? I’ll help you back on the bike if-” the older one gets cut off harshly by Marc, who has pain in his eyes
“I can still do things Valentino you know?”
He's angry, his tone bitter and his words harsh.
He’s not like that and Vale knows, he’s tender when they speak, they’ve hurt each other way too much already to be cruel to one another now.
Vale has a concerned expression painted on his face, his eyes quickly running to Marc’s right arm, then to his face again.
“Let me get up”
“Ok but-“
“I want to do some other laps let me do them”
it’s not a plea, or a begging, his voice is resolute and firm.
Vale is visibly worried, but lets him.
He looks as Marc gets back on the bike and restarts, the corner of his eyes caught by Bezz and Celin giggling between themselves.
Marc gets off the bike after one hour, when his body cannot take it anymore and his brain is foggy enough with thoughts about breaking, turning, speeding.
He leaves the bike in the garage, stripping out of his leathers, the only clothing underneath a sleeveless adherent black top, half dirty from soil and grass.
And just when he was convinced to have sedated the thoughts for at least a good few hours his eyes trace the outline of his scar, dead tissue on his arm.
He goes to their bedroom bathroom quickly, to avoid more sensations to overwhelm him, getting into the shower and turning the hot water on, letting it rinse away scenarios where he’s not present in Vale’s future. He spends at least twenty minutes under the water, washing himself carefully and almost trying to clean away the scars littering his body, obviously without succeeding.
As he gets out of the bathroom he’s only wearing a towel around his hips, and he inevitably meets his reflection staring back at him from the mirror.
He wants so desperately to see the 20 year old wonderkid he used to be, but that’s his past. Marc knows time passes for everyone, it takes from you, sometimes more than it should, sometimes it’s harsher on your body and sometimes on your soul.
He isn’t fucking eighty he knows that but still. He’s grown. He’s not the starstruck kid Vale first met and with whom shared many nights during their rivalry.
He’s a grown man now, he looks different, he can see the tiredness in his own eyes, pain sometimes so much it eats his body whole, the same pain which has him stay awake some nights.
And he knows Vale is older than him but Vale is also Vale and no one in their right mind would ever question his capacities or greatness, not even if he was 90.
And like Bezzecchi said he had a taste for youngsters, full of life and ready to do whatever he said as if it was a command.
He used to be one of those, but now…
He hears his name getting called downstairs for dinner, yells back he’s getting dressed and will soon be there.
He avoids the mirror while changing, his body feels wrong every time he tries to look at it, his face transpires the worry sleeping in his chest.
They all eat together, Pecco is there too, he’s getting used to sharing spaces with his future teammate which is good, but Bezzecchi is there too, casting funny glances at his best friend making them both giggle while sometimes looking over at Marc. He speaks maybe four words during the whole dinner, his brain feeling like it’s underwater and needs to be saved from drowning into the abyss.
As they finish eating he helps clean up the table and when he’s proposed to stay and watch a movie he fakes a headache, heading upstairs and leaving the academy to enjoy their time.
Not even two minutes later he’s in his boxers under the sheets, back turned to the glassy hell his mirror has become.
He hears the door opening and quiet steps making their way to him.
“Ei amore, everything ok?”
Vale’s tone is tender and caring, something which only surfaced once they reconciled, a side of Vale making him humane, not the cold and distant concept of a God Marc still had in the back of his mind.
It was good in a way, but on the other hand it made him feel weak, like he needed to be spoken softly otherwise he would’ve broken like glass.
“Si, I’m a bit tired and have a headache, can we just…can we just sleep?”
It was the most obvious of the answers, the fakest one, and yet the only one he could give him at that moment.
Valentino nods, taking off his shirt and pants and climbing into bed, Marc laying his head on Vale’s stomach, feeling the man’s hand stroke his curls gently.
Valentino is tired too, he had to follow an event all day and close a contract for VR46, he falls asleep in a half hour, while Marc has his eyes wide open in the darkness of a night lightened only by a pale moon in the distant sky.
He hears his mind speaking again, telling him how he’s not himself anymore, he’s not what Vale wants and he’s not the best Vale can have, because afterall he is THE Valentino Rossi and everyone wants a piece of him and Vale could feel entitled to request a piece of every one just because of who he is.
You’re not the one Vale deserves.
He could have them younger, prettier, faster, better.
He could have someone he can be seen with, with someone he could bring to races and shit like it was normal to do.
He could have someone who didn’t try to fight him so hard back then.
A new rookie maybe, fast, magnetic, idolizing him.
Vale would have every right to just let him go to find someone who doesn’t look so broken, who doesn’t risk getting more and more broken every week.
Perhaps he wants children.
And well for how much you can adopt kids maybe, no surely, Vale wants his kid to look and be like him.
Marc doesn’t cry, but just because he’s too afraid of waking Vale up, and surely seeing him acting so pathetic would be the last straw Vale would need to leave him and go find someone else.
So he doesn’t, he cries a lot internally, he tries to trace every mole on Valenitno’s body because he’s so afraid that in a matter of time he’ll be unable to see him like this again.
or feel the heat of his body next to his own.
Afraid to wake up without the smell of his shampoo or go to sleep missing the pair of arms that are holding him at this moment.
He manages to fall asleep after more than an hour, thoughts feasting on his brain like worms on a carcass, the same word echoing endlessly in his mind.
useless
He wakes up to an empty bed, no sign of Valentino in the room whatsoever, and he imagines his life could become like this in a matter of time.
He doesn’t understand how those little comments managed to get under his skin so much, he had never been the one to take those things to heart because…
because he had never actually believed any of that shit talk before.
But now he’s the first one to think that, the first to indulge on it.
He can feel a sense of inadequacy crawling in bed with him, wrapping his hands around his throat and slowly depriving him of the chance to breathe.
It’s burning and it hurts like hell, it’s ugly.
He scrambles to the bathroom, throwing up bent over the toilet, coughing and sniffing like during the worst hangover of his life.
He can make out rushed steps coming to the door, Valentino crouching down to level himself with Marc, stroking his hair and back, worry painted in his eyes.
“Marc, do you want me to get you something? Are you ok?”
Weak, undeserving, not enough
That fuckin voice doesn’t shut up goddamnit, it haunts his mind and poisons everything coming in close contact with him.
What if it can poison Vale?
What if by standing so close to Marc he’ll end up being corrupted by this voice?
No no no, he’d rather suffer alone and watch Vale be happy with someone else rather than seeing him hurting.
Because that’s what Marc is when it comes to who he loves.
Selfless, adoring and ready to let go, because he knows he’s not an easy person to put up with so he never pushes.
“No I’m ok I just didn’t digest dinner well that’s all”
“Marc”
“I told you it was yesterday’s dinner Vale, I’m already feeling better, see?”
And he smiles, the fake PR smile Vale has seen hundreds of times, he could recognise Marc’s true smile in a crowd full of people, his laugh in a room filled with clowns and most of all he could recognise Marc hurting in a massacre.
His eyes are lifeless, a veil of something trapping the joy and happiness inside, not letting them see the sun.
“Marc tell me what’s going on because you’re not ok and I am not letting you leave the room until you’ve told me what’s happening”
“I decide if I can get out of the room or not Vale, you’re not my mom, I told you i’m ok so let me go thank you”
Vale wants to stop him but he knows it would be worse, Marc would shut down and respond robotically to questions he dreads to know the real answer to.
“Marc. I won’t force you ok? But please tell me what’s going on, you look-”
“I know what I look like there’s no need to tell me”
Marc thinks of old, spent, expired, outdated.
All different words to mean only one thing.
undesirable.
And weak.
He fucking threw up in front of Vale, he almost had tears in his eyes, he had to come up with his fake smile he knew Vale would recognise, he’s so fucking stupid god how can he act like that and hope to still have a chance in keeping Vale.
He gets past him, putting on a pair of joggers and a short sleeved shirt of his and walks out the room, grabbing his biker boots and protective jacket by the entrance and putting them on, ignoring the boys sitting in the living room looking at him with curiosity.
Probably he yelled before, and they heard him.
Amazing.
He slams the door shut behind him and goes to grab his street bike.
Once he’s put the helmet on he’s alone.
Truly alone.
No other voices or sounds, not even the one in his head.
It’s quiet, like one of the earliest nights he remembers sharing with Valentino, the one in Aragon perhaps, or the many in between races when they could wander off in one of Vale’s secret spots and share everything, even the silence.
He starts the bike and goes for a ride, a long one, he didn���t bring his phone with him so he doesn't know how long precisely.
He comes back home once he’s hungry and beginning to feel tired.
Once again he doesn’t dwell on the academy boys watching him, he can only imagine what they’re saying.
He doesn’t let the thoughts come to him this time though, he just heads straight for the shower and gets ready for lunch.
Vale is an amazing cook, he prepared something that smells delicious, but Marc can’t eat more than half a plate before already feeling nauseous.
He eats everything anyway, he doesn’t want to upset Vale more, so he forces every fork until he clears the plate.
“Vale” it’s Bezzecchi’s voice, he has a strange tone to it “how’s Pedro? didn’t you say he should come to the ranch soon? To see what he’s capable of off track?”
Marc doesn’t want to suppose things, but the way he says the last sentence sends shivers down his spine
20, fast, starstruck by Vale, not half covered in scars.
Check, check, check, check.
The qualities Bezzecchi talked about a few weeks prior are all part of Pedro.
Marc excuses himself from the table for the second time in a row, feeling bad about doubting Vale but also not holding him responsible if that came up to be the case.
He had said it himself he was now the past of MotoGP, and Pedro the future.
Bezzecchi cackles from the table, Celestino elbows him in his ribcage, earning a harsh stare from his friend.
Vale just sits at the table, looking in the direction Marc had disappeared to, trying to understand what was going on with his boyfriend, because he truly has no idea and is scared something had happened outside of the peace of the Ranch, maybe someone finding out about them and threatening Marc to reveal their relationship to the public.
He decides to leave him alone for a while, maybe he’s just not used to having all these people around all the time and needs his space, a moment alone to quiet down his brain.
He spends the afternoon with the boys, racing around the track, checking and analyzing data and talking about Bezz’s newfound harmony with Aprilia.
The clock hits eight pm and they’re all hungry as hell, so the boys quickly make their way to the bedrooms to take their showers and change, since they also decided to go out tonight for a party held by one of Bezz’s DJ friends.
Meanwhile Marc had stayed in the room the whole time, spending half of it crying his eyes out because he couldn’t stop thinking about what if Valentino actually decided to break up with him again and the feeling of emptiness he would feel eventually.
The other half he spent it trying to understand how to make himself look younger for Vale, which clothes to wear, how to act, to talk, to lie when his arm hurt while they were having sex.
Fucking pathetic
He wishes he could tear his brain outside of his skull, anything not to hear that sharp voice commenting his every move and look, he just wants the world inside his mind to shut the hell up and leave him be, at least for a few hours, just that.
A few hours where he doesn’t have to worry about being abandoned by the one person he loves more than life.
A few hours where he can love himself again.
But his brain doesn’t concede him neither those few hours, it’s a machine programmed to drive him insane, unstoppable.
Vale knocks on the door, he recognises their passcode, never changed during all those years spent together.
“Dinner is in five minutes, are you coming?”
“Yes yes, just let me get dressed and I’ll be there”
“Ok, see you downstairs amore”
It cuts deep, the bug whispering in his ear the word amore is just a way to keep him close for need, not driven by real feelings.
He comes down two minutes later, a simple pair of shorts and a t-shirt he stole from Vale not so long ago, still smelling like him.
He smiles softly at the man, sitting beside him, across Pecco, who greets him with a nod.
The boys eat in a rush, not speaking a word, apparently they were supposed to meet some other guys by nine and they’re never going to make it on time.
They practically absorb their food and are out the door in twenty minutes, in Luca’s car off to the bar they set as a rendez-vous point.
And so he and Vale are left alone.
He doesn't know how long it’s been since the last time they were completely alone, not even that annoying guard dog of Uccio staining the environment.
“You’re really beautiful tonight amore”
Lie
“My shirt looks really pretty on you, makes you look smaller”
He doesn’t actually like it
“Want to go upstairs?”
He just needs a release, not you.
“Yeah sure” he’s convincing, Vale doesn’t seem to notice his body twitching when his fingers touch his arm.
They reach their bedroom, Vale guiding Marc towards the bed, hands running under the stolen shirt to go catch on his abs, fingers looking for a strong grip.
They share a sweet kiss, nothing like the ones shared after their battles on track, quick, charged and filled with need.
Marc knows Vale wants those back, not these ones, too plain and domestic for him to ever like.
So he tries to pull the switch, biting at Vale’s lip, pressing himself against him, backing up until his body is caged between the wall and Valentino, who looks rather surprised at the sudden change of attitude.
“Fuck me Vale come on” it feels dirty, demanding, but that was exactly like he was back then, and he so desperately needs to feel like that again.
Vale’s lips are on his neck, biting and sucking hard, matching Marc’s tone.
It’s not what he wants, it’s what Vale wants.
And that is enough for him, he’ll just try to enjoy what was probably going to be one of the last nights together, and he didn’t want Valentino to resent him for it too.
He’ll just have to relax, think about Vale’s happiness and take it.
After one particularly harsh bite he winces, but so quickly Vale cannot register it while dragging him to bed.
The grip on his wrist is strong, possessive, needy.
It’s what Vale wants, stop being fucking selfish and let him have it.
The voice is right, he cannot be selfish and wish for Vale to stick around out of pity.
He needs to earn his lover back, who cares if he has to do things he doesn’t want to do?
In the end it’s all for love.
He lets Valentino undress him, sharp teeth attacking his nipple, making him moan loudly, he’s exaggerating a bit his actions but it’s for a good cause.
He keeps repeating to himself this is ok to do, he really wants to please Vale, it’s not bad, he used to like the sharpness and rush of adrenaline that came with battling on track so why should this be different?
He feels Vale’s hand cupping him through his boxers and he thrusts his hips up, eyes closed and hands gripping both on Vale’s hair and back, keeping him there.
“You smell so good Marc, never going to let you go”
And that’s where Marc loses his battle with himself.
He tries to keep it in but a sob comes out anyway, a tear rolling out of his eye and ending up on the pillow underneath his head.
And Vale knows Marc. He knows the difference between a sob due to pleasure and this.
This is not Marc enjoying it so much he cries, this is Marc not enjoying it at all.
He stops, getting up and sitting in front of Marc who has his eyes closed, hands balled into fists and his mouth shut in a rigid and thin line.
He’s fucked it up, he let his own feelings ruin everything again.
He doesn’t want to look at Vale, to see the disappointment and displeasure which surely the older has in his eyes right now.
He can’t bear to see how pathetic he is in Valentino’s eyes.
You ruined it for him, good job.
His head echoes with this thought, he was almost there, so close to faking it perfectly but he had to fucking cry.
He didn’t even cry in front of Vale when he told the world he hated him and he should be off the sport, but he cries for this.
“Marc?” Valentino’s voice is filled with something, it sounds like concern, fear almost.
“Marc, would you open your eyes?” no he can’t he fucking can’t because they’re filled with tears that are just going to spill out if he does, he doesn’t want that, he doesn’t want Vale to see him weak and scarred and broken.
“Amore please, what’s going on? Did I hurt you? I’m sorry if I did just please open your eyes and tell me”
There, now Vale even thinks it’s his own fault, amazing, really fucking amazing, another step towards separation.
Vale is so fucking worried right now, Marc is practically crying in front of him, trying to hold his tears in to seem tough but his body is shivering and his lips already trembling.
If he seriously went overboard and hurt him he’s going to punch himself in the face, he would never want to wound Marc.
“Amore?” It sounds like a plea, and it is, he’s begging for an answer, because he has to know what he’s done wrong.
Was he too harsh? Too demanding? Did he hurt his arm? How many possible things may he have done wrong?
Marc gathers what little forces he has left and props himself up, sitting on the bed and opening his eyes, but he doesn’t look at Vale.
He wouldn’t be able to see him even if he wanted to, tears clouding his vision and falling on the bed.
Vale grabs the shirt he discarded earlier on the bed, the one with a wrinkled 46 printed in front in a now not so bright yellow font.
“You’re shivering Marc put this on, you’ll get sick if you don’t” he lets Vale dress him, he feels like he doesn’t have control on his body and it makes him go insane.
He always needs to have control, otherwise how can he handle reality?
He finally manages to look up at Vale, and the man can see the pain rooted deep into his stare, and he aches.
He aches because how could he not notice how much Marc was truly hurting? His eyes look like the ones he had back in 2014, after the press conference where he first broke his heart.
God that stare, the haunted gaze he had that day, it will haunt him forever.
A kid, he was a kid and he managed to kill him.
And now he looks like that kid again. Confused, hurt, crushed and dead.
“I-I’m sorry I ruined it Vale, I didn’t mean to I-” he stops, a hiccup interrupting his words “I can’t I’m not what you need right now and I get it” What was he saying? What does he mean not what Vale needed? He is everything Vale needs and way more than what he deserves.
“I just…I thought I could at least still let you have this but I can’t even fucking bring myself to ignore myself for this while”
Vale is so confused right now, because he doesn’t understand. Why is Marc talking like he’s going to fucking die in a minute? Why should he ignore himself?
He has so many questions but he cannot even pose one, his lips sealed by incredulity.
And Marc on the other hand feels like he isn’t even deserving of an answer, he wants to scream and cry and beg Vale for a chance, but he doesn’t.
Finally Vale manages to speak up, the feeling of instability being suppressed by the need to understand what was killing Marc’s mind.
“Marc, what are you saying? let me have what? you didn’t ruin everything and what’s with the 'I'm not what you need’ thing?”
It looks so real to Marc now, the concern and the preoccupation radiating from Vale.
You failed him, you just had to shut up and endured and you fai-
For the first time this week he manages to shut the voice up, sending it back to the hell it came from long enough to be aware of the fact Vale really cares about him.
He breaks down, crying in front of the man he loves for the first time.
It’s ugly and messy, and he’s fuckinging exhausted, he wants to hold Vale, he wants to be held by him, he needs to feel at home.
And even if he doesn’t say that explicitly Vale gets it, he throws his arms around the boy, keeping him there for a while, not bothering to check how long, he places him on his lap, Marc’s ruffled hair tickling his neck as he continues sobbing into his collarbone, shoulders shivering at every sound.
He gets his head up from Vale’s neck, and fixes his gaze on Vale’s.
“Please Vale promise me you won’t leave me for someone younger and prettier, because I know you could do that anytime if you wanted because you deserve it but please don’t, I know I’m not beautiful like before and that I’m broken now and that you should be with someone who doesn’t hurt himself every week and I know I can’t do what I did before in bed but I swear I’ll try to do it again, and and I get it you could have anyone because you’re you but I only want you please please I love you I can’t let you go I need to be with you I know it’s so pathetic and dumb but I beg of you don’t leave me”
He rushes his words out, one attached to the other not caring anymore if he sounds weak, his face is now completely wet with tears and Vale’s shirt is soaked as well, but he doesn’t care, it feels like he let go of an enormous weight and is finally free.
Vale's answer comes like a helping hand to a drowning person, the hand that grabs yours and drags you out of the angry waves keeping you underwater, your lungs burning.
“Marc I- I don’t even know where to start I mean…why would I ever leave you if you’re the best thing I ever got the chance to have in my life? Why would I need someone younger when I have you and how could I want someone prettier when no one’s more perfect than you?
You’re right you’re not as beautiful as before, you’re far more breathtaking now, and you’re everything but broken, do you think that just because you fell and injured yourself you aren’t attractive to me anymore? Those scars symbolize you never giving up. They are one of the most attractive things you have, amore.
Marc I don’t care if we cannot have that rushed sex we used to have when we raced together, I love what we do now, I adore it, I feel much more connected to you, back then it was adrenaline and desire, now it’s love and need, I wouldn’t trade it for any sum on money in the world you must know this, I would never want to hurt you or force you to have sex with me if it hurts you, ok?
And I don’t fucking care I am who I am, or the fact I could have anyone else because
I. have. you.
And you’re the only one I want or need or dream about sharing my life with, you get it?
I love you Marc Marquez and I’ll be damned if I let these thoughts get to you and make you act like that.
I’m never going to leave unless you want me to, because I already left once and I hurt you and myself and I cannot go through it again.
It was the worst period of my life because I looked for you every night and you weren’t there, because of me.
I should be the on worrying about you leaving me because of what I did, never never never the opposite”
And now Vale is crying too, his eyes holding onto Marc’s gaze like his life depends on it, like he needs an answer to breathe again, because he too feels like he’s drowning and being brought to safety by his lover.
“You still love me? You swear?” It sounds so feeble and desperate Vale wants to open his chest with his bare hands and gift Marc his heart as proof of his love, because the only way he could doubt his love for him would be Vale not showing it enough, not doing everything the boy needed to feel loved.
“Of course I still love you Marc, I never stopped, and I never will, I want to share my whole life with you, you are my star and I will never let you say those things about yourself again, got it?”
“Even if I’m older now? I’ve got scars and lines and I look-”
“You look perfect. Listen I know I said I don’t believe in therapy and all that shit but I just- it’s just I didn’t like what they told me there and I decided to shit on it, but it actually helped me realize I still loved you and if you need to go there to understand how much I love you I’ll pay for it, I’ll bring you to your appointments and I’ll accept whatever outcome you get from it”
It feels good now, to Marc. It’s like he got dragged out of a stormy ocean onto a tropical beach, sunny, warm, quiet and calm.
Quiet.
No wretched voice demonizing or belittling him, just Vale, the only other presence on his dream beach, so close to him he can feel their hearts beating in unison.
He locks his fingers with Vale’s, a soft smile forming on his lips.
“Yeah I- I want to go, because I don’t want to feel like this again, I need to free my mind. Do you understand me? It’s so full it feels like it’s going to explode”
Yes, Vale knows. He’s gone through it more than he likes to admit, and he just nods, pulling Marc even closer, pressing a sweet kiss on his forehead, feeling the boy relax under his touch.
Marc tilts his head, looking up at Vale, and goes to plant a soft kiss on the man’s lips.
No rush, no lust, nothing except deep love and trust, a feeling of peace hovering over the couple who drifts to sleep together, Marc being able to dream of a beautiful snippet of his life with Vale, them together at the Ranch, not worrying anymore about hiding because Marc is retired and nobody will say anything, Stitch and Shira running after a kid with big blue eyes in the garden, the academy boys discussing who’s the favorite uncle.
Marc and Valentino holding hands, Marc’s head on Vale’s shoulder as they look at the little girl laughing, playing with the dogs and the grass.
It’s domestic, soft, and quiet.
So quiet.
The only sound being the laughter coming from their friends and families and the dogs panting behind the buzzing girl.
She looks like Vale.
She calls him and Marc picks her up, she smiles, they’re happy.
There’s no need to worry anymore, Vale never left him, Marc neither, they went through Marc’s insecurities together, they didn’t let go of eachother.
In the real world Valentino is smiling, putting Marc to bed, covering him with their sheets, dreaming of the same thing.
A life, a future with Marc.
#alice writes#my fic <3#rosquez#angst#lots of angst#tw throwing up#tw self hate#tw intrusive thoughts#marc marquez#valentino rossi#bezz#celin#pecco#vr46 riders academy#motogp fic#motogp rpf
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Future- Jannik sinner
|Warnings: none
|Summary: What if your boyfriend is unexpectedly good with children?
You didn’t know your boyfriend was good with children, and to be honest, you were also surprised.
You two were at a friend’s night out and one of your best friends had a 3 years old daughter: she was a beautiful little baby who only wanted to play; she was running around the house, not caring about her mother who was scolding her .While you were talking to your friends,one of your best friends touches your shoulder and points her finger towards you boyfriend,who was playing with the baby entertaining her with a tennis ball:he really can’t stop thinking about tennis,can’t he?
You knew that your boy was a really sweet and caring person,especially with children,and while you were watching them,you felt a sensation of calmness,which was strange and it was something that you never felt before,almost like a sense of security.
He was the kind of boyfriend that would support you and make you feel secure about yourself.
In that moment you imagined yourselves as parents,of maybe a beautiful and lively baby girl:
you knew that he would've been the greatest daddy and wouldn’t let you down ever.
“Is it normal that I want to be a mother now?”you ask,almost blaming yourself for the question.
“Omg i would love to see a mini version of you with red hair”
It was time to go,but someone didn’t really wanted to get off your man,hugging him and begging him to stay.Your boyfriend couldn’t stop himself from laughing,but a smile of pure happiness appears on your face.
“You have to let Jannik go!”Says the her mom,fully ashamed of what was appening,even if she didn’t have to: you had obtained one of the countless certainties that your boyfriend had shown you he had.Could you ever ask for something better?
Finally the baby lets your boyfriend go and she waves at you two while opening the front door.
“E comunque,sono gelosa”
( And just to be honest,i’m jealous)
You say ironically and your man starts to laugh.
“Oh, veramente?”
(Oh really?)
“Hai visto il modo in cui ti guardava?E’ follemente innamorata di te”
(Did you see the way she looked at you? She’s completely in love with you)
“Di sicuro ho un certo fascino”
(I certainly have a certain charm)
He says boasting ironically,you roll your eyes through the sky.
"Oh,per favore”
(Oh please)
While he was driving, you noticed him giggling:,It must have been something good, so you asked him.
“Cosa c’e’ di così divertente?”
(What’s so funny?)
“Stavo solo immaginando di poter magari avere una casa di famiglia in qualche posto speciale,avere duo o tre figli e magari giocare con loro ad ogni ora del giorno.Magari tu potresti portarli ai miei incontri facendoli appassionare al tennis,chissà.”
(I was just imagining maybe having a family home somewhere special, having two or three kids and maybe playing with them every hour of the day.Maybe you could bring them to my meetings and make them passionate about tennis, who knows)
“Quindi io ci sono in questa tua immaginazione”
(So I'm in this imagination of yours)
You say,and you can’t help but to smile:it seems like today the universe is on your side.
“Se non sei tu la madre dei miei figli chi vuoi che sia?”
(If you're not the mother of my future children,who do you think will be?)
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Smettere di dormire per sognare meglio
Sono al nord e mi sto beccando la prima pioggia ufficiale dell'autunno, non perché l'autunno sia già iniziato, certo che no, è che tra una notte insonne e l'altra, è apparso settembre che come ben sappiamo è il mese che citofona e tu vai a rispondere e chiedi "Chi è?" e lui fa la voce strana "Signora, sono l'ultimo spiraglio di estate, mi fa entrare?" e tu gli credi e apri ma quando te lo ritrovi sull'uscio di casa ha fatto ingiallire tutte le foglie, ti sei dovuto mettere un pulloverino e piove, piove tantissimo, piove solo come in autunno piove. Se hai il videocitofono questo problema non si presenta perché gli puoi dire "Eh no caro ragazzo mio, io lo vedo che sei settembre, io mica ti faccio entrare, io voglio godermi ancora un po' di estate" però settembre sa essere davvero convincente "Signora, lo so che mi vede, guardi io volevo solo rinfrescare, mica avevo altre intezioni..." e allora cedi "Va bene ma limitati con la pioggia ché un paio di gitarelle io vorrei ancora farmele!" "Certo signora, non si preoccupi, faccio il bravo!".
Piove e sto in casa. Maledetto settembre. Non so neanche dove stanno gli abiti autunnali. Quest'anno mi sono sbarazzato di un sacco di cose inutili date le alte temperature: i vestiti in lana, i vestiti lunghi, i vestiti in generale e le ore di sonno. Non sto più dormendo e quando dormo sono seminudo. Non un grande spettacolo per la mia famiglia che oramai conosce a memoria i nei sulle mie chiappe e mia madre mi ha anche già prenotato una visita dal dermatologo. Ho eliminato i vestiti perché io in estate voglio mi si vedano non solo i tatuaggi (visto quanto li ho pagati) ma pure le cosce lunghe e quelle zone dove un giorno, quando finalmente attuerò ciò che dico e mi metterò a fare sport, compariranno i muscoli. C'è grande fermento per l'arrivo dei muscoli. Tutti ne parlano (solo alcune tra le mie personalità). Ce la farà? Arriveranno sul serio? Dopo tante promesse, si metterà a fare sport? I bagarini dicono che è più probabile lo stretto sul ponte di Messina rispetto ai miei muscoli post quarantanni di nullafacenza. Dannati bagarini. Hanno ragione.
Ho passato parecchi giorni sul terrazzo del nonno questa estate. Sono scappato da un'altezzosa Vienna e mi sono rifugiato nel caldo abbraccio familiare. Non avevo mai dormito in terrazzo. Da un lato si vede il golfo di Napoli mentre dall'altra parte c'è il mio più acerrimo nemico: il Vesuvio. Colui che se ci penso mi viene male. Ogni tanto gli do le spalle, poi mi giro all'improvviso per coglierlo sul fatto: "Ah! Ti vedo che vuoi eruttare!" urlo indicandolo ma lui niente, dormicchia. Io non voglio che erutti un po' perché non mi piace come la lava rende la mia pelle, ho una pelle delicata io, preferisco una sostanza meno abravasiva e deturpante che non incenerisce. Non mi piace perché poi i miei parenti me li ritrovo a Vienna a chiedere ospitalità e stanno sotto casa e mi citofonano e io non posso fare come faccio con settembre, che cedo alle sue lusinghe, io posto in casa per un centinaio di napoletani non ce l'ho. Io ho le mie piante. Non mi piace perché poi si realizzerebbe quella canzone che mi cantavano fin da bambino, quella che non capivo, quella dove mi domandavo ma perché mai vogliono che un disastro naturale uccida i miei nonnini e ditrugga la loro casuccia? Ora mia nonna non c'è più e il nonno si sta avviando verso la fine, però è uguale io non voglio dare ragione a quelli che hanno reso la mia infanzia una merda.
Mio nonno una volta aveva un migliaio di storie da raccontare. Poi le storie sono diventate cento, poi una dozzina, poi sempre meno. Ora sono le stesse tre storie che alterna spesso unendole alla trama di qualche film che ha visto di recente. Credo che quando si sarà dimenticato pure di queste tre semplicemente sparirà nel nulla, come una tecnologia dimenticata. Come quell'iPod che avete da qualche parte in una scatola in garage senza più batteria ma con una playlist che avete volutamente dimenticato.
Sul terrazzo del nonno si sente di tutto, principalmente si sente la vita. C'è un sacco di gente che vive al sud. Paragonato a casa mia a Vienna dove durante gli anni del Covid ho pensato di essere l'unico umano vivo sul pianeta (ero molto molto solo, non avevo ancora Ernesto e il mio appartamento affaccia su un cortile interno che mi isola da ogni rumore esterno, sento solo il respiro affannato dei vicini quando salgono le scale). A Napoli andavo a dormire verso le 22, alle 23 venivo svegliato dai primi festeggiamenti. Un matrimonio, un battesimo, un gol di qualche squadra di calcio, un gratta e vinci da 5 euro, tutto vale la pena di essere festeggiato. Alle 24 i botti, soprattutto se il gratta e vinci era da 10 euro. Dalle 1 alle 2 un po' riuscivo a chiudere occhio, tra un brano e l'altro della discoteca sul litorale che dubito abbia davvero i permessi per pompare musica a quel volume. Alle 3 silenzio totale, dormivo. Verso le 4 un bambino piangeva, ininterrottamente, forse perché il dj della festa in spiaggia non gli ha messo la sua canzone preferita. Alle 5 attaccava a cantare il primo gallo, poi un altro gallo e infine pure un terzo più distante che desiderava manifestare la sua gallosità chicchiricchiando un motivetto stridente. Cosa urlano i galli? Qualcuno ha mai capito cosa si dicono? Deve essere importante se si sentono in dovere di urlarlo ogni alba. Alle 6 era il turno delle risse tra felini. Io speravo che i miei amici gatti si prendessero la responsabilità di corcare di legnate i galli e invece no, bisticciavano tra di loro. Alle 7 si svegliava mio nipote e quando si sveglia lui nessuno è più autorizzato a dormire. Era compito mio giocarci, dato che tanto ero già sveglio dal giorno precedente. Poco prima mi godevo il cinguettare di alcuni volatili della zona, probabilmente estinti in altre parti del mondo, poco dopo cercavo di spiegargli la differenza tra charmander e squirtle e perché non ha senso un attacco fuoco contro acqua. Mio nipote mi guardava e con la sua vocina tenera mi diceva "Tu zio sei proprio uno scacciafiga" e ha ragione.
Non ho accennato ai pensieri che mi assillano. Quando non scrivo è perché ho troppa roba in testa e ho paura a farla scendere dalle nuvole. Non dormo perché sto cercando di capire cosa fare con la mia vita. Ci provo da quaranta e passa anni ok ma ultimamente sento l'avvicinarsi della fine e questi pensieri sono aumentati. No, non la fine dell'estate, la fine di tutto. Non mi ci vedo a invecchiare. Ho come la sensazione che sarà qualcosa di orribile e inaspettato. Spero solo che sia veloce e indolore anche se ho il sospetto che sarà come le notti insonni di questa estate, praticamente interminabile. Quando conti ogni minuto che passa e in quei sessanta secondi ogni paranoia possibile viene a trovarti il canto dei tre galli partenopei sembra una via d'uscita rassicurante. Non so dove sbattere la testa, vorrei solo vivere sul terrazzo di casa dei nonni per sempre e rimanere cristallizzato nelle mie indecisioni senza che esse feriscano nessuno, senza che nessuno abbia pretese o aspettative. Voglio restare esposto alle intemperie e lasciare che scavino la pelle e facciano solchi tra i tatuaggi e i miei muscoli (in questo scenario io sono davvero forzuto) oppongano resistenza ma poi si lascino andare sciogliendosi come blocchi di cera. Lascio che il muschio cresca sulla mia schiena. Dai piedi si espanda la ruggine. In testa, gli uccelli tropicali della zona ne approfittano per nidificare. Nelle cavità oculari ha scavato la sua tana un topolino. Sulla pancia dormono i gatti che hanno smesso di lottare. Ecco come vedo il mio futuro. Ho deciso di non fare niente e ho lasciato che tutto accada a mio discapito. Essere stati felici è un fardello insopportabile.
Fuori piove, non ha ancora smesso. Le temperature sono in rapido calo. Dell'autunno e poi dell'inverno non mi preoccupa molto né il freddo né tantomeno la diminuizione delle ore di luce. Mi preoccupano le notti. Ancora più lunghe e prive di vita. Senza galli e gatti. Senza discoteche in spiaggia. Senza festeggiamenti e umani rumorosi. Se vince il silenzio, non mi resterà altro che confrontarmi con i miei pensieri. Ancora e ancora. Finché non darò retta a uno di questi pensieri e lo trasformerò in un sogno e poi mi dannerò per realizzarlo e quando ci sarò riuscito mi incazzerò per esserci cascato di nuovo. Ancora a fare quello che ti dice la testa. Ma quando imparerai e ti deciderai a bombardarti di sonniferi.
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“Nonoo” questa mattina sei venuto a mancare e dopo aver lottato per altri tre mesi, anche se in ospedale ti avevano dato pochi giorni, ininterrottamente non hai mai mollato quel filo sottile che divide la vita dalla morte; anche contro le tue volontà a testa alta col tuo carattere (in cui non mi rispecchiavo) sei riuscito a tenerti vivo, ahimè, purtroppo, la morte vince si tutto, non ha pietà.
Fin da piccolo il tuo sogno era di vedermi guidare, cosa che se pur col tempo ho saputo apprezzare non ho mai amato fare come te, prima che l’infarto ti colpisse definitivamente ti avevo fatto una promessa, di portarti a vedere un gran premio di formula uno, da noi tanto amata, questo seppur per evidenti problemi economici non mi avrebbe mai impedito di non farlo, però non avresti avuto le forze, anche se immagino che ti saresti commosso, anche se una persona come te era difficile vederla piangere.
Abbiamo avuto periodi in cui ci costruivamo mentalmente dei muri invisibili e proprio per la differenza del nostro carattere questo ci ha ferito entrambi, fuori sicuramente eravamo orgogliosi ma il problema poi è sempre dentro, quel peso che a lungo andare ti consuma fino a trasformalo in malattia.
Col senno di poi siamo bravi tutti, tu hai le tue responsabilità e io le mie, non esistono santi, nessuno di noi due ha vinto o perso, nonostante abbiamo sofferto, ci siamo riavvicinati pian piano, con più fiducia e lo abbiamo fatto raccontandoci la mia, la nostra infanzia, nostra perchè alla fine hai passato davvero tanti anni assieme a me quando ero piccolo, io non dimentico i tuoi errori nonno, ma nemmeno il bene che mi hai fatto, la tua immensa disponibilità per me e la mamma quando aveva bisogno di essere portata per lunghi anni su e giù in ospedale, sappi che queste cose rimarranno impresse nella mia testa, perché col tempo, forse crescendo, anche se ancora mi vedo, sai, un po’ bambino, quel Mattia che era il tuo idolo, che doveva essere il migliore di tutti, ma che in realtà voleva solo essere come tutti, e che quei tutti avessero il mio stesso cuore, quella bontà che col tempo è pian piano svanita.
Chi si dimentica di tutta quella gente che ci Incontrava in bici la mattina presto?
La tua felicità negli occhi, nel vedere come tutti si fermassero a guardarmi, a parlarmi e a sottolineare il fatto che il sorriso non mi mancasse mai.
Si andava a prendere il pane, ne volevo subito un pezzo, ci fermavamo a vedere tutti i cani della via con la speranza che rispondessero alle mie parole, e restavo lì convinto fino a quando sentivo abbaiare e tu mi davi conferma delle loro risposte.
Che periodi, cercavo sempre mia mamma, purtroppo per via del lavoro per me era come stesse via intere settimane ma in realtà così non era, però tu ben sapevi quanto io sia legato a mamma, e tranquillo ricorderò sempre quanto anche tu lo fossi, anche se spesso avevi qualcosa da ridere per via del tuo carattere ricorderò le tue ultime parole: “La mamma è la donna più intelligente che ho conosciuto, fin troppo buona e disponibile per tutti, voglio che lei lo sappia”.
Potrei scrivere un libro, non un poema su ciò che abbiamo vissuto insieme, sei stato la mia infanzia, il mio periodo preferito, lo rivivrei mille volte, nonostante il tuo modo di essere, ma chi sono io per giudicare? Certo, quello che penso lo dico, come hai sempre fatto tu, ma allo stesso tempo non mi nasconderò mai come non giudicherò mai!
Ora stai vicino alla nonna, e assieme fatemi il regalo più grande, che non sono i soldi, non sono una vita di successi, ma la speranza di vedere vostra figlia, mia mamma, stare un po’ meglio.
Solo questo.
Il pensiero rimbomberà sempre nella mia testa, fra cose belle e cose brutte, ma per vivere di questi tempi, bisogna affidarsi solo all’amore, lo sai nonno no?
Quella piccola parte di odio che io ho sempre avuto verso la mia generazione, e tu, verso chi ben sapevi, era molto simile, però se fossi qui so che con un sorriso, e magari una lacrima, diresti: “Qua te ghe rason”.
Ciao caro nonno, ti voglio bene❤️
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E lo so che sei stanca. E lo so che non ci credi più. E lo so che è Settembre. Che un’altra estate è volata via e, questa, più veloce di una cometa. Che l’aria s’è fatta più fresca e anticipa un inverno che, puntuale, arriverà sempre prima. E lo so. So tutto di te. So tutto di me. Ti guardo disillusa. Mi guardo delusa. Lo vedo il tuo ghigno beffardo. Lo vedo il mio mezzo sorriso pungente. E lo so. E lo sai. Ma foss’anche l’ennesimo momento buio… Fosse pure il milionesimo tentativo… Tu lascia aperto, ancora una volta, un’ultima volta… Che, magari, un po’ di luce entrerà. Di sicuro non so, senza dubbio non sai. Poca o tanta, accecante o pallida, quanta o quale luce, non sappiamo. Tu dì: “Non si sa mai” ed io risponderò: “Non si sa mai”. (Non si sa mai). Perché è vero, non si sa mai! E per sicurezza, lasciamo aperto.
-Valentina Marconi-
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Lettera dell'ex all'ex:
Cara, ti scrivo per dirti che ti lascio. Sono stato un buon marito per 7 anni. Le ultime due settimane sono state un inferno. Il tuo capo mi ha chiamato per dirmi che avevi dato le dimissioni e questa è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. La settimana scorsa, non hai nemmeno notato che non ho guardato il calcio. Ti ho portato nella churrascaria che ti piace di più. Sei arrivata a casa, non hai mangiato e sei andata a dormire dopo la telenovela. Non dici che mi ami. Mi stai ingannando o non mi ami più. P.S. Se vuoi trovarmi, rinuncia. Julia, quella tua ‘migliore amica’ della palestra, e io andremo in viaggio nel nord-est e ci sposeremo! Firmato: Il tuo ex marito.
Risposta:
Caro ex marito, nulla mi ha reso più felice che leggere la tua lettera. È vero, siamo stati sposati per 7 anni, ma dire che sei stato un buon marito è un'esagerazione. Guardo le telenovelas per non sentirti brontolare continuamente. Ho notato che non hai guardato il calcio, ma sicuramente è perché la tua squadra ha perso e tu eri di cattivo umore. La churrascaria deve essere la preferita dell'amica Julia, perché non mangio carne da due anni. Sono andata a dormire perché ho visto che i tuoi boxer erano macchiati di rossetto. Ho pregato che la domestica non lo vedesse. Ma, nonostante tutto questo, ti amavo ancora e pensavo che avremmo potuto risolvere i nostri problemi. Così, quando ho scoperto di aver vinto alla lotteria, ho lasciato il mio lavoro e ho comprato due biglietti aerei per Tahiti, ma quando sono arrivata a casa eri già andato via. Cosa fare? Tutto accade per una ragione. Spero che tu abbia la vita che hai sempre sognato. Il mio avvocato mi ha detto che, a causa della lettera che hai scritto, non avrai diritto a nulla. Quindi, prenditi cura di te! P.S. Non so se te l'ho detto, ma Julia, la mia ‘migliore amica’, è incinta di Jorginho, il nostro personal trainer. Spero che questo non sia un problema.
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Lui mi ha lasciato e io impazzisco: hai la cura?
Innanzitutto, mi dispiace...
...ma la cura la ho, per banale che sembri, ed è il tempo: credimi, ci sarà un giorno, non so quando, in cui improvvisamente realizzerai che lui non è stato il tuo primo pensiero...e poi ci sarà un giorno in cui ti accorgerai che, da qualche giorno, lui non è nemmeno più un pensiero...e poi un giorno in cui nemmeno ti accorgerai di nulla che lo riguarda, in cui ti verrà in mente e con un sorriso ti dirai ''ma tu pensa'' e magari ti ricorderai le cose belle, oppure quelle che d'ora in poi non vorrai più sopportare, o un aneddoto buffo...
...capiterà così, davvero, come è capitato a milioni di altri noi, come magari è già capitato anche a te...tornerai a quel luogo da cui sei venuta, quello stato in cui eri prima di conoscerlo, ovvero quel mondo in cui lui non c'era e tu stavi bene.
Tempo.
Tempo, pazienza e coscienza nella sofferenza.
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" Il 31 ottobre 1926, durante una grande adunata fascista a Bologna, un colpo di pistola viene sparato contro il ‘Duce’. Chi ha sparato? Il fatto è ancora avvolto nel più grande mistero. Un ragazzo di 16 anni, tale Zamboni, ex fascista, viene conclamato autore del gesto e trucidato sul posto, sotto gli stessi occhi del ‘Duce’. È l’uragano che, stavolta, sconvolge tutta l’Italia. Gli oppositori più in vista sono obbligati a sottrarsi alla furia e le loro case vengono saccheggiate. I giornali avversi al regime sono distrutti. Dovunque, sono giornate di terrore. Quel giorno, io ero a Cagliari, a casa mia. Verso le nove di sera, un amico, trafelato, venne ad avvisarmi che i fascisti suonavano l’adunata di guerra. Io uscii con lui per vedere di che si trattava. Sulla porta di strada, un altro amico mi riferì la notizia che era arrivata ai fascisti ed alla prefettura la notizia dell‘attentato al ’Duce’. «Ho potuto segretamente avere copia del telegramma. Qui, tutti i fascisti sono stati convocati d‘urgenza per le rappresaglie. La tua casa e la tua vita sono in pericolo. Abbandona la città o nasconditi in una casa sicura.» Mentre parlava, arrivavano da più parti gli squilli di tromba con cui, nei differenti rioni, gli squadristi suonavano l’adunata. Salii in casa, licenziai la donna di servizio. Non dovevo pensare che a me stesso. Ridiscesi. Altri amici in piazza erano corsi ad informarsi: i fascisti si adunavano nella loro sede centrale; le automobili erano in movimento per il trasporto più rapido, grida di morte si udivano qua e là contro di me. Andai a pranzare in un ristorante, a pochi metri da casa.
Mentre pranzavo, mi giungevano via via le notizie: i teatri, i cinema, i pubblici ritrovi erano stati fatti chiudere tutti; le squadre fasciste circolavano armate; alla sede del fascio organizzavano la spedizione punitiva contro di me; i capi esaltavano i gregari con discorsi incendiari; io ero la vittima designata; fra mezz‘ora sarebbe cominciata l’azione. Il cameriere, che mi serviva, era stato alle mie dipendenze durante la guerra. Era diventato fascista in seguito, ma non poteva dimenticare un certo rispetto per il suo antico ufficiale. Era molto imbarazzato quella sera, e non osava parlarmi. Tentò più volte, ma io non lo incoraggiai. Finalmente mi disse: «Signor capitano, io so quali ordini ci sono. La scongiuro, non ritorni a casa: parta subito. Si tratterà solo di qualche giorno. Poi vedrà che tutto diventerà normale». «Credi tu» gli chiesi «che io abbia ragione o torto?» «Lei ha ragione» mi rispose arrossendo e prendendo macchinalmente la posizione militare d’attenti. «E allora, perché dovrei fuggire?» La mia domanda lo imbarazzò ancor di più. Non aggiunse parola. Andando via, gli chiesi: «Perché sei diventato fascista?» «I tempi sono difficili. Mi hanno promesso tante cose… Chi può vivere contro i fasci?» "
Emilio Lussu, Marcia su Roma e dintorni, introduzione di Giovanni De Luna, Einaudi (collana ET Scrittori n° 1037), 2008⁴, pp. 168-170.
NOTA: Questo memoriale antifascista fu pubblicato dall'autore in esilio a Parigi dapprima nel 1931 per un pubblico internazionale, quindi nel 1933 in lingua italiana (col significativo sottotitolo Fascismo visto da vicino) dalla casa editrice parigina "Critica". Il libro fu edito in Italia già nel 1945 dall'editore Einaudi nella Collana "Saggi".'
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Ti disprezzo: un tranquillo pomeriggio in famiglia
Nasconditi nell’armadio, mezz’uomo. E non muoverti da lì. Stai zitto: vergognati e soffri, mentre nell’intimo io so bene che godi per l’eccitazione del momento. Non stai nella pelle. Tra un po’ lui arriverà. Sa che i nostri figli sono all’università in città lontane, che tu sei fuori regione per lavoro e che quindi potrà scoparmi in lungo e in largo per quanto tempo vorrà. Lui è forte, vigoroso, giovane. Un vero mandingo: infatti ha un arnese che è almeno il doppio del tuo. Mi sembra il famoso... “lungo che attappa”. Quanto mi piace, scopare con degli uomini mentre tu mi guardi prendere i loro cazzi stando nascosto. Mi osservi sul tablet collegato alla piccola spy-cam piazzata sull’armadio. E quanto subito vieni, a vedere tua moglie scopata da qualcun altro. Non duri neppure se sei soltanto impegnato a guardare.
Non vali nulla, come maschio. Sborri tre gocce appena. Ti piace vedermi godere, allargare le gambe per un altro e poi prenderglielo in bocca, senza vergogna o pudore: è qualcosa che ti umilia profondamente e ti ferisce nell’orgoglio. Ma più ti umilio, più ti tradisco, più ti piace. Cornuto. Adori sapere di essere l’ultimo degli uomini. Sei ben conscio di essere da anni appunto solo un grandissimo, povero cornuto. Ti metto le corna da sempre: da ben prima che diventassi la tua consorte. Sapevi che t’avrei sposato solo per i soldi e perché tu avessi una moglie, proprio come volevano i tuoi facoltosi genitori. Tutto per far cessare le chiacchiere su una tua incerta sessualità. Perché sei un maschio semi-impotente. Quindi mi regali capi di lingerie e vestitini sexy pregiatissimi; scarpe con tacco dodici che costano un occhio della testa.
Mi aiuti a depilarmi accuratamente e a pulirmi per bene. Mi lavi la schiena e poi personalmente mi ispezioni la fica con grande attenzione, perché tutto sia gradevole, per chi me la scoperà. Comperi prodotti di qualità assoluta. Devo essere perfetta, Pronta per l'uso. Mi profumi l'inguine, me la curi e mi fai un accurato clistere per lavarmi l’intestino, tutto perché io sia pronta ovunque, per il mio amante del momento. Poi mi massaggi per mezz’ora almeno con creme profumate e olii profumati. In sostanza, m’aiuti a farmi bella come una dea per un altro uomo, per colui che mi farà sua e ti renderà cornuto per l'ennesima volta. Tutta la tua preparazione accurata avviene solo perché lui a vedermi ben vestita e profumata resti senza fiato e mi strappi ogni cosa di dosso immediatamente, per prendermi come un animale infoiato. Servono pochissime parole, tra due che devono scopare.
Parlano i corpi. So già che lui stasera diventerà una vera bestia, un animale che voglia solo sborrarmi dentro, a dispetto del fatto che io sia una madre e una donna sposata. Ma forse è proprio questo, ciò che eccita i miei amanti. Il testosterone dall’animale memoria che spinge a voler far propria ogni donna, che fa cercare di continuo la fregna. Ogni uomo ce l’ha. Tu no. Tu invece, uomo insignificante, hai qualcosa dentro che alimenta la tua passività masochista e che, al contrario dal maschio che mi scopa, ti fa andare fuori di testa dal desiderio profondo di vedermi godere con lui. Vieni qui che ti faccio una minisega, per farti durare di più dopo, nascosto dentro l'armadio. Dai, su... sborra, caro... muoviti: è un ordine... oh, ci siamo già? Record, stasera! Ma tu guarda se potrei mai accontentarmi di te! Bene: pulisciti velocemente.
Ecco, lui sta suonando. Me lo scopo ormai da tre mesi e sino a oggi è il migliore, direi. Mi squarta letteralmente, con quella trivella che ha tra le gambe! Fra un po’ tua moglie, come tutte le volte che ti tradisce, sarà nuovamente la più grande puttana che sia mai esistita. E tu aggiungerai un rametto alle corna enormi che porti in testa. Non ti preoccupare: voglio solo farti sentire appieno la nullità che sei. Devi essere ben conscio che fra un po' egli mi avrà riempita di sborra - perché lui ne produce a decilitri - e quando sarò stata soddisfatta a dovere mi rivestirò e lo manderò via rapidamente con una scusa: conserverò nel culo e nella fica tutto il suo nettare. Non appena sarà uscito, subito ti ordinerò di leccare dalla mia passera e dal mio ano sfondato tutta la sua sborra con la lingua.
E dovrai inghiottire tutto in silenzio come al solito, cornuto. Capito? Non piangere: il destino t’ha fatto col cazzo di cinque centimetri e per colmo di sventura hai sposato una donna porca e molto vogliosa. Sai anche che di tre figli che mantieni nessuno è tuo.
L'arrivo dell'amante:
“Ciaoooo... bentornato! Ehi: ma che bel maschio elegante che sei, stasera... oh, grazie dei fiori, mio gentiluomo. Dai, mettiti pure comodo e versati qualcosa, che poi andiamo subito in camera. Non vedo l’ora... si, grazie dei complimenti: sono proprio un bel bocconcino per le tue voglie, amore. Aspetta, dai... fra un po’ al solito proverai sensazioni che solo una vera donna molto calda, appassionata ma non soddisfatta dal proprio marito può dare a un uomo decisamente virile come te, tesoro.”
“Wow: sei uno schianto, passerotta! Ecco, ora vieni qui... inginocchiati e prendilo immediatamente in bocca, tanto per iniziare... mmmmmh... che tiraggio... tutto dentro. E che voragine che hai, in gola! Dai, che quel cornuto di tuo marito è al lavoro, a sudare per non farti mancare niente. Che troia che sei... che grande ed esperta puttana... che grandissima bocchinara... ah, poverino: sapesse quanti metri di cazzo prendi, mentre lui non c’è... aspetta: adesso mollalo che ti voglio spaccare il culo... devo riempirtelo di sborra... tutta roba di prima qualità...”
“Aaaaaah... caro. Oh, quanto sei caro... spingi di più... ma che hai nelle mutande: un palo della luce? Oooooh... come godo, quando mi inculi... dai, sborra per la prima volta stasera, che poi sarai più tranquillo e mi potrai far godere a dovere. Sai, è una settimana che non ti prova, perciò la mia fregna ti reclama... è tutta triste... piange... senti quanto è umida... ooooh... si spingi le dita dentro, per favore... fammi sentire la tua troia raccogli-sborra... perché ne voglio tanta stasera, sai...”
Dopo un’ora...
“Ehi, maritino dove sei? Lui è andato via. Esci dalla tana, coniglio: vieni qui e pulisci tutto. Leccami e fai godere tua moglie. Questo per te è l’unico modo di fare sesso con me, lo sai. E stai bene fermo in posizione, che adesso intanto ti cospargo di vaselina. E mentre mi sei sopra a sessantanove, a pecora e a culo alto, con le chiappe ben aperte intento a leccarmi, sento che sei avido di umiliazione. Così, ti ordino improvvisamente di smettere di leccare, ingoiare e pulire la sborra che ancora cola dalla mia fregna e dal mio ano, ti dico di metterti a novanta: a occhi chiusi, appoggiato sul bordo letto. Si: chiudi gli occhi, ok? Ora fermo, che infilo nel tuo culo il cazzo di gomma, come al solito, ok? Ahhhh... bravo.. si, ecco, grandissimo e impotente cornuto. Vera femmina-troia mancata: divarica bene le natiche. Ti piace, eh? E stai un po' fermo, cazzo... Ehiiii... ma che ti strilli? Si: hai realizzato giusto."
"Non è il solito uccello di gomma, stavolta: è quello grosso e vero del mio amante. Che ti sta tenendo fermo per i fianchi mentre te lo schiaffa nel culo senza riguardi. Si, uomo da niente: lui è un maschio. E che maschio. Ti sta proprio inculando... fermo... ssshhh... dai, stai fermo e buono, da bravo... ecco... agevolalo che ti rompe il culo per la tua prima volta. Non piangere. Tanto il glande già t’ha sfondato l’ano... il resto entrerà senza problemi... dai, che il peggio è passato. Adesso arriverà l’onda calda del piacere... Oh, caro: tienilo ben fermo e fallo godere, per favore, poverino... Bene, mio mezz’uomo: t’avevo detto che prima o poi sarebbe capitato, no? E questa è la volta giusta. Stasera, mentre mi scopava il mio toro da monta m’ha detto che si sentiva in forma e voleva proprio farti il culo... dai: ormai è entrato tutto. Tanto vale che ora tu te lo goda... doveva esserci una prima volta, prima o poi. No?”
“Ehi, puttanona mia adorata: adesso che gli è entrato tutto bene dentro sento che mentre lo penetro e lo stantuffo lui controspinge col bacino alla grande. Non vuole liberarsi del mio cazzo. Anzi... secondo me gli piace... e poi... senti, senti: cos’abbiamo qui sotto? Aaaaah: il suo minuscolo pene è diventato duro! Gli piace... oh, se gli piace! Ah, ah, ah... Dai cornuto: fammi godere pure tu. Già t’ho inculato la moglie e l’ho soddisfatta come tu non potresti mai. Di dritto e di rovescio. Adesso è la tua volta...”
“Si, è verooooo... hai ragione: gli piace prenderlo in culo, godeeee! Lo capisco dall'aumentata foga con cui adesso lecca e succhia la mia passera... oooh... siiii... (tu lntanto lì sotto non smettere, cornuto...) e poi, senti? Sta mugolando di piacere... secondo me, anche se piange a calde lacrime di rabbia, sta sentendo l’odore di un vero uomo ancora fresco sul mio inguine e questa cosa lo eccita. Poi dalla mia fica sta ingoiando i residui della tua sborra avidamente, come al solito... si: l’amore è veramente imprevedibile."
“Senti, cornuto: stanotte il mio amante resterà a dormire con me, nel letto matrimoniale. Chiaro? E quindi tu starai sul materassino a terra, di fianco a noi. Potrai assistere e pulire lui e me, di tanto in tanto. Sarai sazio di sborra e di nettare femminile, domattina. Ma ci leccherai solo se te lo chiederemo. Sospetto che sarà una lunga notte di passione, tra noi due. Sai, verme: lui è incredibile. Ha una carica sessuale inesauribile e dentro i testicoli ha testosterone puro."
"Ora ti confesso una cosa, maritino mio cornuto: non lo credevo possibile, ma è una cosa pazzesca e mi piace da morire! Lui mi cerca spessissimo, durante la settimana. Ha meno di quarant'anni. Io sono vicina ai cinquanta, ma lui m’ha fatto proprio tornare adolescente. Quando gli sono accanto, non resiste e mi deve montare di continuo. Mi fa prendere il suo cazzo ancora e ancora. Sborra come un idrante. A volte per tutto il pomeriggio vuole solo pompini e mi... riempie lo stomaco! Ecco perché qualche sera torno a casa e non ceno; hai capito, finalmente?”
“Però, da bravo culo passivo: tu stanotte dovrai farti fottere di nuovo, se a lui andrà. Sarà un trionfo per lui e un'umiliazione totale per te. E durante la notte se io gli farò un pompino, tu nel frattempo gli leccherai le palle e l’ano. Sai, coniuge: mi fai pena, o forse tenerezza. Ma mi sento buona, in questo periodo. Forse sarà perché rispetto agli anni passati sto prendendo molto pi�� spesso un vero uccello maschile: lungo, grosso e sempre duro. Quindi, se la notte sarà stata soddisfacente per entrambi, domattina magari se mi andrà di fartelo, ti farò finalmente un pompino, cosa che mi chiedi da quando siamo sposati, ma io crudele t’ho sempre riso in faccia, larva d’uomo. Ti farò provare cosa ti sei perso, durante tutti questi anni. E quello che faccio a un vero uomo. Oh, sorridi finalmente! Asciugati le lacrime. Che c’è: sei contento per il pompino di domattina o perché stanotte ti inculerà di nuovo e non vedi l’ora, larvina?"
RDA
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jesoo santo, quei libri (rari, magnifici) che ti fanno venire voglia di scrivere. quelli che dipanano le storie che hai dentro e finalmente trovi il bandolo della matassa, il punto da cui iniziare. leggi e sei in realtà dentro la TUA storia, il TUO ritmo.
e quella voglia che avresti di accorciare le distanze, prendere un telefono, mandare un messaggio vocale e dire "ascolta, senti questo ritmo, senti il movimento acerbo di queste parole, non apprezzi anche tu la fatica che si scorge? il sudore delle scalpellate? per questa frase che scorre via in otto secondi, lui ci avrà messo mezza giornata. minimo! e so che anche tu te ne accorgi. lo senti?" e come risposta sentirei una battutaccia sulle scaLpellate, con la L
non prendo il telefono e lo scrivo qui
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[...]
«ho raccontato di te, il mio primo amore, al mio vero amore» dissi di punto in bianco.
si girò di scatto a guardarmi, il bicchiere di vino quasi cadde dalle sue mani tremanti, eppure non pensavo che tale frase avesse potuto portare così tanto stupore.
«mi odia?» i suoi occhi vacillarono per una frazione di secondo.
«no, ti ringrazia» dissi sorridendo.
«perchè mai?» stupore e curiosità nel suo sguardo fecero capolinea.
«non sarei la donna che sono adesso grazie a te» ed era veramente così.
chissà se mai avesse pensato a quanto la nostra cosiddetta “prima storia d'amore”, ci avesse cambiato cosi tanto nel corso degli anni, portandoci a quelli che siamo ora.
«sono felice che tu abbia trovato la tua persona, ti brillano gli occhi quando sei con lui o semplicemente parli di lui. e poi vedo come ti guarda, come se fossi la sua luce. ti merita davvero» fece un cenno al soggiorno indicando il mio compagno, nel mentre quest'ultimo giocava con i bambini dell'uomo di cui un tempo, da ragazzina, ero innamorata.
«lo so, per questo lo amo» risposi in tutta sincerità e trasparenza.
se dovessi dire il nome dell'amore, come ci si sente ad essere amati, ma soprattutto amare, direi il nome del mio compagno senza esitazione.
«perchè hai raccontato di me, la persona che ti ha fatto solo stare male?»
«se tu incontrassi una persona in grado di mettere a posto pezzi di un puzzle messi in disordine da qualcun altro, credi davvero che le importerebbe soltanto di comporre il puzzle? o che soltanto ci provasse? o che addirittura si fermi un attimo ad osservare il tavolo in cui sono cosparsi tutti i pezzi, solo per cercare di capire perché lasciare tutto lì senza nemmeno averlo finito?» ammetto che come paragone non aveva alcun senso, eppure un filo logico dietro tutto ciò era ben evidente.
«per i puzzle con tanti pezzi ci vogliono ore ad assemblarlo»
«esatto, così come il cuore rotto di una persona»
«perchè mi stai dicendo tutto questo?» sembrava ferito, o forse semplicemente si rese conto delle mie parole e ciò che intendessi dire.
«per ringraziarti. per dirti quanto mi hai fatto bene, ma allo stesso tempo tanto male. per ringraziarti di avermi fatto capire cosa voglio, ma soprattutto cosa merito. per dirti che sono diventata forte, e non sono più l'ingenua di un tempo»
«se questo nostro amore ti ha reso una persona migliore nonostante il dolore, sono davvero felice che tu stia bene. questo è l'importante»
[...]
«grazie per la cena, è stata davvero una bellissima serata. e soprattutto ringrazia tua moglie, le sue doti culinarie sono strepitose»
«grazie a te di essere venuta, era da un po' che non chiacchieravamo come ai vecchi tempi»
il primo e ultimo abbraccio dopo sette anni di puro silenzio.
un capitolo chiuso.
un nuovo capitolo da scrivere.
ecco il potere del primo amore, farti crescere e capire che il vero amore deve ancora arrivare.
[...]
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Lettera dell'ex all'ex:
Cara, ti scrivo per dirti che ti lascio. Sono stato un buon marito per 7 anni. Le ultime due settimane sono state un inferno. Il tuo capo mi ha chiamato per dirmi che avevi dato le dimissioni e questa è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. La settimana scorsa, non hai nemmeno notato che non ho guardato il calcio. Ti ho portato nella churrascaria che ti piace di più. Sei arrivata a casa, non hai mangiato e sei andata a dormire dopo la telenovela. Non dici che mi ami. Mi stai ingannando o non mi ami più. P.S. Se vuoi trovarmi, rinuncia. Julia, quella tua ‘migliore amica’ della palestra, e io andremo in viaggio nel nord-est e ci sposeremo! Firmato: Il tuo ex marito.
Risposta:
Caro ex marito, nulla mi ha reso più felice che leggere la tua lettera. È vero, siamo stati sposati per 7 anni, ma dire che sei stato un buon marito è un'esagerazione. Guardo le telenovelas per non sentirti brontolare continuamente. Ho notato che non hai guardato il calcio, ma sicuramente è perché la tua squadra ha perso e tu eri di cattivo umore. La churrascaria deve essere la preferita dell'amica Julia, perché non mangio carne da due anni. Sono andata a dormire perché ho visto che i tuoi boxer erano macchiati di rossetto. Ho pregato che la domestica non lo vedesse. Ma, nonostante tutto questo, ti amavo ancora e pensavo che avremmo potuto risolvere i nostri problemi. Così, quando ho scoperto di aver vinto alla lotteria, ho lasciato il mio lavoro e ho comprato due biglietti aerei per Tahiti, ma quando sono arrivata a casa eri già andato via. Cosa fare? Tutto accade per una ragione. Spero che tu abbia la vita che hai sempre sognato. Il mio avvocato mi ha detto che, a causa della lettera che hai scritto, non avrai diritto a nulla. Quindi, prenditi cura di te! P.S. Non so se te l'ho detto, ma Julia, la mia ‘migliore amica’, è incinta di Jorginho, il nostro personal trainer. Spero che questo non sia un problema.😌
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