#sfonda
Explore tagged Tumblr posts
Photo
PRIMA PAGINA Il Riformista di Oggi sabato, 10 agosto 2024
#PrimaPagina#ilriformista quotidiano#giornale#primepagine#frontpage#nazionali#internazionali#news#inedicola#oggi edizione#weekend#diritto#contrattaccare#dire#buio#segni#riscossa#sfonda#russia#israele#meno#solo#harris#sorpassa#tutto#perduto#alle#veti#sinistra#destra
0 notes
Text
Ma quando MM(MarioManca) ha detto "4lvise il gigante buono" l'aveva vista la scena dove limonano or
#i miei pensieri sono stati 'mo gli spezza un braccio. oddio la mandibola. oddio lo sfonda'#cioè ho capito che era voluto#credo#ma comunque#tag olimpo
1 note
·
View note
Text
(Foto: gepetordi2)
Puoi coprirti il viso per un po'. Nasconderti a qualcuno per cui hai perso la testa. Fingere sicurezza e disinteresse. Fino a che non sentirai il bisogno di far crollare le tue difese e farti amare. Il tuo cuore non lavora per te: lavora per chi ami! E ti sfonda il petto da dentro. Non opporti. Non puoi vincere. Fidati, esperienza personale. Non c'entrano nulla le qualifiche professionali o l'aspetto fisico. Ami una data persona e basta. Solo Dio sa perché, ma è così!
Aliantis
(Foto: gepetordi2)
26 notes
·
View notes
Text
Mi spiace, ma non ti amo più
Trasciniamo da tempo e ormai inutilmente la nostra logora storia. Un’unione che muore, un matrimonio che naufraga sullo scoglio di un’inaspettata, nuova passione di uno dei due non è mai un affare semplice da affrontare. Perché se con un uomo ci stai, se gli hai concesso tutta te stessa, evidentemente lui t’ha dato emozioni forti. Ma la fedeltà, la mia devozione di moglie, il bisogno di sentirti nel mio corpo, di saperti solo mio e la relativa gelosia sono evaporati. Insieme alla voglia di costruire e rinsaldare insieme. Non saprei dirti quando il mio amore coniugale, un tempo inscalfibile, abbia iniziato a riempire il trolley per andare a morire lontano. Fatto sta che non provo più un sentimento forte, per te. Non c’è più nulla, nel mio cuore, che ti riguardi veramente. Stima, rispetto certamente. I figli. Amicizia? Forse col tempo.
A fornelli spenti e raffreddati. Probabilmente. Perciò, ti lascio ancora giocare stanotte un’ultima volta col mio corpo. Ti farò fare tutto. Te lo devo, in fondo. Però capisco benissimo che devo smetterla di illuderti, di alimentare l’esile fiammella della tua speranza, il filo di cotone a cui la persona che sta per essere lasciata s’aggrappa con tutte e due le mani. Ben sapendo che da un momento all’altro si spezzerà e la farà precipitare nel baratro della solitudine. Dell’umiliazione che deriva dal non essere più oggetto di amore e di brama sessuale. Di non essere più al centro dei pensieri dell’essere umano amato. Lacrime amarissime. Succo d’amore sprecato. Ancora non te lo dico chiaramente, per stanotte. Ma lo sospetti. Lo sai, ormai. Non hai il coraggio di scoperchiare la pentola.
Mi ami troppo, per voler sapere subito la verità. Soffri come un cane e lo vedo, lo sento chiaramente. Ti conosco benissimo. Lo percepisco dalla rabbia con cui mi scopi, con un impegno per te insolito. Quasi volessi così superarti nella performance, per farmi ricredere sul tuo “valore” di amante. Ma io lo so che sei un tesoro d’uomo. Un compagno leale, generoso, sano, forte. Un essere umano solido, colto, intelligente e di buon gusto. Ma mi sono innamorata di lui. E passata questa ultima notte rovente di disperata passione, domani mattina ti lascerò. Devo farlo. Perché è con lui che torno scolaretta, è per lui che mi faccio rossa e mi si azzera la salivazione mentre tutta tremante mi spoglio; pensando forse di non essere sufficientemente bella, attraente per le sue esigenze sessuali.
Di non riuscire a dargli ciò che vuole da una donna. Si: ti confesserò ciò che forse già sai. Che è già da due settimane che con lui ci scopo. Gli consento tutto. Cose impensabili e mai provate, tra me e te! Con un’emozione e un trasporto del tutto nuovi per me: perché è da tempo che il mio cuore non batteva impazzito al solo vedere un uomo. Perché non posso stare senza scrivergli, senza sentire venti volte di seguito un suo messaggio vocale anche banale. E tu ormai te ne sei accorto. Devo vederlo: ogni giorno. Mi devo far scopare da lui. Glielo devo succhiare. Fino a lasciarlo completamente soddisfatto. Divento la sua cagna. Per lui cammino a quattro zampe. E la cosa mi piace da impazzire. Devo sapere che non vuole un’altra: che per le sue urgenze lui cerca proprio me.
Ho bisogno della rassicurazione che deriva dal sentirlo sborrare dentro di me. Anche se è una sensazione che dura mezz’ora al massimo. Perché sono gelosa marcia. Poi torno immediatamente a soffrire dubitando. Potessi dirtelo adesso, sapresti che ormai è solo per lui che mi faccio bella, che mi curo. Al mattino, dopo essermi lavata, m’accarezzo da sola il corpo e soprattutto il mio culo, che lui letteralmente adora. Me lo massaggia, me lo vezzeggia, me lo odora e lecca ovunque. A lungo. Poi si decide, appoggia il suo cazzo sull'ano e me lo sfonda. In un colpo solo. Me lo spacca e io godo come la vecchia puttana che sono. Quando appoggia il suo glande tra le mie natiche e so cosa sta per accadere, chiudo gli occhi e ringrazio Dio. Poi, non appena preme, io controspingo aprendomi per lui e provo un enorme dolore misto a un godimento supremo.
Faccio squat; davanti allo specchio mi spalmo con la crema e massaggio a lungo ovunque, pensando che fra qualche ora finalmente lo vedrò e che le sue mani percorreranno chilometri, sul mio corpo. Me le affonderà ovunque. E io lo lascerò fare: è una cosa che adoro. Quanto lo desidero. Devo avere il suo corpo sopra al mio. Dentro al mio. Non dirmi che è peccato, che non si fa. I complessi di colpa me li sono già pianti a lungo. Ormai è tempo di agire. E di farti soffrire, purtroppo. Quando siamo insieme, divento pazza totalmente. Non ragiono più. Me lo mangerei. Ripeto: di lui sono gelosa fradicia. Gli faccio il terzo grado. Se poi sento un refolo “omeopatico” di un qualche profumo femminile sui suoi vestiti, improvvisamente piango, urlo, lo prendo a pugni, a schiaffi. Ma poi subito mi inginocchio chiedendogli scusa.
E inizio a sbottonargli i pantaloni, per dimostrargli che una come me non la trova da nessuna parte. Ed è in questa maniera che è venuta a galla la nostra storia: mentre iniziavo a farlo godere con la mia bocca. La sua ormai ex compagna ci ha sorpresi così, in questa posa teatrale plastica, tornando a casa loro in anticipo da un viaggio di lavoro. Non ha fatto scenate: io già ero pronta a lottare fisicamente con lei, per lui. L’avrei distrutta e massacrata di botte. Perché l’amore ti dà una forza incredibile. Ma certo non ti fa ragionare lucidamente. Lei invece ha solo pianto due minuti. Lui era muto e immobile. Io con uno sguardo l’ho fulminato: non avrei tollerato che l’abbracciasse. Poi, con composta dignità, la ragazza ha girato i tacchi ed è andata via. La valigia già ce l’aveva. Il cellulare e il laptop pure.
Se n’è tornata direttamente dai suoi. Poverina: i suoi sogni di sposarlo, di farci dei figli sono stati infranti grazie a una come me, egoista, più anziana ed evidentemente immorale, molto bagascia. Ancora non torna a prendere tutte le sue cose. Al mio nuovo uomo ho detto che se vengo a sapere che l’ha chiamata lui, gli cavo gli occhi. Se volesse venire a prendere ciò che le serve per vivere, io ci dovrò essere. A qualsiasi ora. Da domani comunque io ti lascerò e andrò a stare con lui. Molto probabilmente le farò recapitare con un furgone degli scatoloni con dentro ogni cosa che parli di lei. Purché ci lasci in pace. Purché io possa continuare a godermi il mio nuovo uomo. Dormi tranquillo, stanotte: domani ti dirò che puoi tenerti la casa, la macchina, i regali. Porterò con me solo l’indispensabile: dei vestiti, alcuni libri e il mio laptop.
Cose così. Si, lo so: sono più anziana di lui di ben dodici anni; poi, sferzante, mi dirai anche che avevamo un’unione ben rodata e forte, io e te. Che ho sfasciato la nostra famiglia e un altro potenziale nuovo nucleo per puro egoismo, per un mio capriccio. Per soddisfare la mia passera, il mio culo e la mia bocca di vecchia puttana con un nuovo giocattolo. Che lui, trentacinquenne e prestante, potrebbe stufarsi presto di una... 'vecchia vacca' come me. Ma l’amore non conosce età o calcoli. Vuole ciò che vuole e io ci sono cascata dentro come una scema. Lo voglio. Lo voglio solo per me, tutto per me. Lo desidero con tutta me stessa, dalla testa ai piedi. E tu non sei più nel mio cuore. Fattene una ragione. Passerà anche questa, fidati. Per fortuna i nostri ragazzi sono già abbastanza grandi e capiranno. Ma si vive per vivere ciascuno la propria storia, non per soddisfare le aspettative degli altri. E la mia vicenda intima è questa. Piaccia o no, a tutti voi. Domani ti lascerò. Nuova aria al mio corpo: nuovo sole che mi baci tutta la pelle. Che me la renda dorata. Per lui. Solo perché possa sentire la sua bocca baciarmi con gusto ovunque.
RDA
38 notes
·
View notes
Text
Sono tornata a casa per qualche giorno di vacanza. Mia sorella mi sta massacrando. Mi è sempre piaciuto commentare le persone che passano per strada, non dico niente di cattivo penso sempre a come potrebbero migliorare il loro aspetto. Lei mi dice di guardarmi, sono grassa e ho i peli allora le ho detto che con me sfonda una porta aperta perché so di fare schifo. Vediamo se così la smette. Non posso continuare così a dover subire senza che i miei dicono nulla, anzi loro ridono. Stasera siamo passati dalla stazione e mi hanno detto guarda c'è un treno che torna dove abiti potresti prenderlo. Però poi quando me ne vado sono tutti tristi. Boh non me ne capacito, ecco perché mi amo così tanto visto dove sono cresciuta e poi faccio veramente così schifo?
25 notes
·
View notes
Text
Il suo nome era Vanessa Russo, aveva 22 anni.
Il 26 aprile 2007, nella metro di Roma, dopo una lite, la rom Doina Matei la colpisce in un occhio con la punta di un ombrello, un colpo violentissimo che sfonda la scatola cranica di Vanessa, poi fugge via lasciandola in una pozza di sangue.
Vanessa morirà qualche ora dopo in ospedale, a causa della rottura di un’arteria cerebrale.
La romena verrà condannata a 16 anni di carcere.
Tra i vari sconti di pena, ha fatto in totale solo 12 anni.
Oggi è libera.
Gli italiani, per il tramite dello Stato, hanno pagato alla famiglia di Vanessa 760mila euro di risarcimento, al posto della romena nullatenente.
17 notes
·
View notes
Text
Alla fine il bello dell’amore è proprio il fatto
di potersi innamorare di chiunque.
“È solo un amico” ma poi ti innamori.
“È antipatica” ma poi ti innamori.
“Siamo così diversi”, ma poi ti innamori.
“Abitiamo lontanissimi”, e ti innamori.
L’amore non si sceglie, l’amore ti sfonda
la porta di casa e ti trascina da chi gli pare.
-Francesco Roversi-
64 notes
·
View notes
Text
Vi è mai accaduto di ritrovare qualcuno dopo tanto tempo e tanta vita in mezzo? A me sì. A fine luglio, nei direct di Instagram, mi è apparsa una notifica. Era mezzanotte, poco oltre. Il messaggio cominciava così: "Ci siamo scritti, per la prima volta, molti anni fa...". Aveva ragione. In principio, ci eravamo scritti nel 2008 - o giù di lì - e ci eravamo piaciuti subito, ma abitare in due città diverse complicava le cose e, in fondo, nessuno tra noi si sentiva veramente pronto. A dispetto delle difficoltà oggettive, nacque comunque un legame sincero, lieve, pulito. La sensazione di avere incontrato un'anima uguale alla propria e, insieme, il rammarico di non poterla sentire completamente vicina. Poi la vita, che fa la vita, tracciò il suo corso e lentamente, senza strappi, senza battaglie, ci perdemmo di vista. Così credevo, almeno. In realtà, lui non ha mai smesso di guardarmi, sia pure da lontano. Lui mi guardava e io non lo sapevo. Non me ne accorgevo. Di quante cose non mi sono accorta? Quante cose non ho visto? "Eravamo ragazzini" continuava il messaggio. Sì, lo eravamo. "Sei diventata una donna da ammirare". Lui un uomo bellissimo, con lo stesso cuore buono e la stessa delicatezza che così bene ricordavo. "Mi piacerebbe sapere come stai, quali strade hai percorso, e riprendere da dove avevamo interrotto...". Quella notte ho dovuto leggere e rileggere le sue parole molte volte prima di rispondere. È stato come una saetta, un lampo che entra d'un tratto, sfonda il vetro, illumina tutto a giorno e ti costringe a spalancare gli occhi. Il pomeriggio seguente l'ho sentito al telefono e la vita si è fatta improvvisamente piccola, si è compressa tutta in quella telefonata, in quella voce. Gli ho raccontato dell'auto, sapeva quanto la temessi. Ho detto una cosa che mi sembrava divertente, l'ho fatto per stemperare l'imbarazzo, lui ha riso tantissimo e io ho sentito una specie di disgelo calarmi nella pancia dopo secoli.
Da allora abbiamo cominciato a scriverci, con calma, con lentezza, con dolcezza. Io ho alzato molti muri, le mie ferite antiche continuano a spurgare, e l'ho costretto a sbatterci contro, a pagare conti che non sono i suoi conti. Eppure resta lì. "Ne parliamo a voce, se ne hai voglia" mi ha scritto tutte le volte in cui si è scontrato con uno dei miei scudi. "Se ne hai voglia" aggiunge sempre. Se te la senti, intende dire. Se mi permetti di entrare, senza forzature, senza pressioni, decidi tu la misura.
Lui non lo sa, ma ogni volta che esordisce a questo modo io vorrei tirarlo fuori dal telefono e baciarlo. Non lo sa perché non glielo dico, non gliel'ho mai detto, però stasera glielo scrivo, e lo faccio qui, dove in questi anni ho scritto pure il resto, dove ho tenuto traccia, dove mi sono spogliata a carne viva, libera dall'infamia, libera dalla vergogna. Mi pare equo, mi suona giusto.
Non ho idea di cosa sia e non voglio immaginare cosa diventerà. Per adesso mi piace pensare che, lì fuori, esiste qualcuno a cui so sempre dire: "Sì, ho voglia di parlarne".
Antonia Storace - "Frumento e papaveri"
12 notes
·
View notes
Text
«A Roma il cognome materno non sfonda: solo 36 bambini vengono chiamati come la mamma (e 7.743 come il papà)» (Corriere della Sera)
-Fabius Dieciscudi
chist'è....;-)
49 notes
·
View notes
Text
Erano giorni che si parlava del nostro tanto atteso primo incontro dopo la pausa estiva, tante idee su cosa fare, nessun divieto come sempre. Stamattina, però, avevo "le farfalle nello stomaco"e un' irrequietezza insolita: mentre la Dirigente elencava le attività previste per l'avvio del nuovo anno scolastico, io non riuscivo a stare ferma sulla sedia dicendomi che avevo fatto bene a non uscire senza slip perché, in caso contrario, avrei lasciato una sostanziosa pozza sul sedile. Poco ascoltavo i vari interventi e proposte presa già dagli interventi e dalle proposte, rigorosamente osceni, che da lì a poco ci saremmo scambiati col mio amato D e intanto contavo i minuti che mancavano all' arrivo del taxi... Scattata l' ora x, mi sono precipitata in macchina e ho raggiunto in breve l'albergo. Una stanza più piccola delle solite ma, come sempre, molto carina. Ho iniziato a curiosare un po' in giro e, entrata in bagno, mi ha subito colpita una grande doccia. I miei pensieri sul suo utilizzo sono stati interrotti da alcuni colpi leggeri alla porta: era finalmente lì a pochi centimetri da me. Aperta la porta, non ci siamo concessi spazio alcuno ai convenevoli: baci lunghissimi, mani dappertutto e tanto cazzo hanno aperto le danze. Mentre mi soffoca pesantemente penso a quanto mi era mancata la sensazione provata in questo momento: dovete sapere che col suo grosso cazzo in bocca divento ingorda, più spinge e più mi aggrappo al suo culo per riceverlo fino ai coglioni. Lui gode e inizia a sospirare, musica per le mie orecchie, io emetto gorgoglii, sbavo come una cagna e mi infracidisco. Se ne accorge presto il mio Porco: infilato il cazzo in fica, questa troia che ho in mezzo alle gambe inizia a rumoreggiare mentre lui, soddisfatto, affonda colpi sempre più forti. Mi sfonda la fica ammirando la mia abbronzatura e la mia schiena perfettamente inarcata, schiena sulla quale vuole aggiungere segni più evidenti di quelli lasciati dal sole. Mi bacia mentre mi sfonda, mi stringe le mani, mi afferra dai capelli e mi ficca le dita in bocca: sono nuovamente la sua Troia e posso comportarmi come tale. La sua Troia deve anche essere piena, non l'è consentito di avere buchi vuoti, quindi mi riempie con il grande plug rosa. Sono irrefrenabile e inizio a provocarlo con inequivocabili richieste. "Voglio ancora cazzo in bocca" gli dico e vengo subito accontentata: mi siedo sul letto e lui inizia a trapanare la mia bocca . Conati rumorosi e tanta saliva lo eccitano e lo incitano: devo essere "meravigliosamente irriconoscibile" in viso e quindi si prodiga per rendermi un clown, restituendomi la saliva e aggiungendo la sua con sputi. Il cazzo è durissimo e vuole possedere ogni buco: dopo essersi sfamato con i miei umori, torna a martellare la fica. Incalzo e gli chiedo di fistarmi. La sua mano dentro mi riempie, godo e urlo mentre lui la spinge sempre di più, mentre nei suoi occhi le fiamme divampano. Sorrido soddisfatta: il mio Porco è con me. Andiamo avanti per un po' fino a quando, tutta piena, inizio a spompinarlo per bene e, in mancanza di respiro, l' aria decide di uscire dal culo che espelle il Toy rosa come se fosse una nocciolina: sono consapevole di essermi meritata una bella punizione che si unisce a quella ottenuta quest' estate. Gancio anale, collare e in posizione: sconto così la pena che, dato il piacere che provo ogni volta che lui mi segna, non è poi così dura...Dodici colpi di paddle colorano il mio culo: la pelle brucia e brucia ancor di più quando il suo cazzo si aggiunge al gancio: sono in estasi, nelle sue mani, incastrati perfettamente. Continua ad incularmi a lungo, quasi fino alla fine del tempo a nostra disposizione...Io torno col pensiero alla doccia e gli chiedo quindi di continuare a.godere lì. Seduta, ingoio il suo cazzo, vomito saliva e lo guardo in segno di sfida...Lui accoglie ogni silenziosa richiesta, non ha bisogno di chiedere nulla, sa bene come farmi godere.
10 notes
·
View notes
Text
Chi ti vuole
veramente
non alza muri,
li sfonda.
Morena
🔥
52 notes
·
View notes
Text
Ora super polemica perché mi è capitato l'ennesimo video in cui si parla di obesità e body positivity. A seguito una lunga e sgrammaticata polemica, quindi taglio il post per non intasare la dash di chi non è interessato
Viene detto che, essendo un corpo obeso non sano, allora scrivere sotto al post di una persona obesa "sei bellissim*", non è body positivity ma un modo per normalizzare e istigare l'obesità. [Che già cosa vuol dire normalizzarla e istigarla, non so, cioè se io penso che una persona obesa sia bella non significa che costringo qualcuno con il coltello alla gola ad ingrassare.] E quindi, secondo loro, commentare sei obes*/ciccion* e insulti a riguardo non è grassofobia o cyberbullismo, ma semplicemente sottolineare una cosa ovvia.
Comunque questo discorso è di base stupido per diversi motivi
non hai il diritto di giudicare né tantomeno insultare qualcuno
essere grassi o obesi non significa essere brutti, se a te non piace va benissimo, ma il tuo giudizio è personale e non una legge oggettiva che deve valere per tutti
nessuno istiga nessuno a fare niente, semplicemente chiunque ha il diritto di apprezzare e mostrare il proprio corpo indipendentemente dal peso
nascondersi dietro al "non è salutare" è pura ipocrisia perché non sai il motivo per cui la persona in questione è obesa (potrebbe essere a causa di una malattia fisica o mentale), la tua convinzione che obesità = mangiare troppo dimostra quanto tu sia stupido ed ignorante. E no, fare la battuta che si sfonda di mc non fa ridere.
inoltre, se davvero ci tieni a fare il paladino della salute, oltre a commentare le persone obese che semplicemente esistono, commenta anche chi fuma o beve alcolici. Vai sotto i loro post a preoccuparti per la loro salute e ad insultarli "per il loro bene". Ah no, questo ovviamente non viene fatto, perché probabilmente sei la prima persona a bere/fumare ed avere uno stile di vita poco sano in generale.
E comunque sì, scrivere insulti a persone che non si conoscono, è bullismo, nient'altro che questo. Giuro che se potessi catapultarmi dall'altro lato dello schermo degli esseri che scrivono ste cose (tra l'altro sentendosi anche tanto bravi ed intelligenti), gli tirerei una craniata.
11 notes
·
View notes
Text
Follia per te
Ti penso, ti cerco, ti desidero di continuo e sono gelosa marcia. Non devi fare più l'amore con tua moglie: chiaro? Non voglio, non lo sopporto. Che cacchio ne so: inventatela tu, una ragione. Dille che non ti si drizza più. Devi essere solo mio. In esclusiva. E poi, semplicemente bramo con tutta me stessa questo momento molto intimo tra noi due: quando ti slaccio impaziente la cintura e abbasso la zip, so che i tuoi pantaloni cadranno a terra e potrò scartare il mio regalo più desiderato, togliendolo dall'involucro bianco di cotone che lo protegge ma lo nasconde ai miei occhi e alla mia bocca.
Le mie labbra e la mia gola stanno morendo dalla voglia di farti felice e di ingoiare il nettare prodotto da te solo per me, perché mi vuoi e non vedi l'ora di farmelo prendere. Adoro lavorarti l'asta e assaporare il tuo gusto, mentre annuso e mi beo del tuo odore intimo. Quando poi inizi a riempirmi la bocca è la sensazione più bella: procedi da maschio vero e inesorabile, tenendomi la nuca con le mani. Non posso più sfuggirti, devo fare il mio dovere di sottomessa sino in fondo. E il mio unico scrupolo è darti piacere. Devi godere di me, il resto non ti deve interessare più. Vienimi dentro e poi dimmi che sono stata brava.
Per te sono sempre pronta: ti accoglierò come, quanto e ovunque vorrai. Quando poi mi scopi, raggiungo il paradiso: mi sento profondamente la tua donna, perché io sono la tua unica donna. Questo ti deve essere ben chiaro. E poi, francamente e senza più pudore, mi piace quando mi giri e decidi di umiliarmi, infilandomelo nel culo senza troppi complimenti: è questa per me una sofferenza fisica forte ma dolcissima, che sopporto volentieri, pur di sentirti felice nel riempirmi le viscere mentre gemi soddisfatto. Inondami di te. Non smettere mai. Sfonda il mio ano, fammi male. So che ti piace così e così sia.
E quando sei sdraiato su di me, pelle su pelle, il tuo inguine contro il mio solco anale completamente aperto, strizzami sempre il seno, per favore: non smettere mai di torturarmi le mammelle. Poi succhiale pure quanto vuoi. Quando poi lo desideri, girami e scopami: la mia natura intima è solo una tua proprietà, a completa disposizione delle tue voglie fisiche. Perché tu sei il mio vero e unico padrone. Mi è caro ed evidente che non sai stare lontano da me e dal mio corpo. E me lo sento dentro, nell'anima.
Lo capisco da quanto ti muovi impaziente e da come vieni dentro di me; lo vedo dal fatto che mi cerchi di continuo con messaggi, note vocali ed email appassionate. Quando ti leggo, invariabilmente il mio cuore accelera, mi bagno un po’ e non capisco più nulla per dei minuti! Devo stare attenta, a questa mia debolezza. È una cosa anche preoccupante. Ma bellissima; una sensazione a cui non voglio mai rinunciare. Adesso però basta parlare: la mia bocca e la mia pelle tutta vogliono altro. E sbrighiamoci, per favore: stasera mio marito porta due ospiti a cena.
RDA
13 notes
·
View notes
Text
My personal take sul dibattito: Trump procede con la strategia "low profile" rispetto a quanto vorrebbero i suoi supporter più radical, per cui non spacca né sfonda.
Volutamente imho: ha imparato dall'ultima campagna (Biden silente nel suo basement, lui a battere la grancassa, i suoi messaggi regolarmente stravolti dai media collusi a pagamento e dalla Rete in mano ai cretini a gratis), non si espone più di tanto, lascia giustamente spazio alle contraddizioni dell'altra.
Trump punta al centro, anche a quello politico "deep", non vuole irritarlo. Anche l'altra ci prova, con la credibilità di una riverginata. Più parlano, più male si fanno: vale per tutti e due. Uno forse l'ha capito, l'altra, pompata dai media, no. Uno fa quel che crede anche rispetto ai supporter, l'altra s'appoggia e si fa trascinare, da ubriaca allegra.
E' voluto, non freudiano l'uso di maschile o femminile; invece laStampa, la più bambinesca, soldatina di piombo schierata delle gazzette di regime, titola sul dibattito "KAMALA-TRUMP": nome (amica) vs. cognome (estraneo). Amegliocchi pliiis.
12 notes
·
View notes
Text
Un pensiero sfonda la sera,
attraversa la distanza e viene a dirti:
vorrei sentire l'odore dei pensieri che indossi.
- Luigi Mancini
@luigimancini
65 notes
·
View notes
Text
"Disse: «Sai, hai presente quando si sente parlare di quei miracoli, quando un'auto finisce completamente fracassata dopo un incidente, ma il guidatore ne esce vivo e vegeto?»
«Sta dicendo che sono fortunato».
«Se un ubriaco non rispetta lo stop e ti sfonda la macchina sei fortunato?»
«No».
«No, non lo sei. Ti è toccato un incidente che non volevi. E ne sei uscito vivo»."
Demon Copperhead — Barbara Kingsolver
#276#demon copperhead#barbara kingsolver#tumblr italia#aforismi tumblr#citazione tumblr#citazioni#citazioni tumblr#frasi tumblr#citazioni libri#frasi libri
4 notes
·
View notes