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My Top 5 Favorite EPs of 2019
It's that time of year again! I'm gonna use the same introduction on this post like I will on the other for the most part, so don't get scared about reading the same post twice. Today we're gonna be looking at my Top 5 Favorite EPs of 2019! I did a video on my music channel where I just talk about the favorites, but here you will see them AND ALL the honorable mentions! I want to give a few disclaimers: 1) I am a metalhead, so most of the releases you will see are metal releases; 2) this is all based on my personal tastes and opinions as to what I found to be the best.
Before we get into the countdown, let's see the honorable mentions! How I rank them is if the release has ** following it then it means that I enjoyed the release, but if it has *** it means that it had the potential to make it into the rankings. So here they are!
Qveen Herby - EP 6** (r&b) The Design Abstract - Corrupt** (progressive metal) The Great Discord - Afterbirth** (progressive metal) Kassogtha - The Call** (progressive death metal) The Venus in Scorpio - Motions x Potions** (synthpop / new wave)
Eleine - All Shall Burn*** (symphonic gothic metal) Qveen Herby - EP 5*** (r&b) Jinjer - Micro*** (djent / progressive death metal) SKYND - Chapter II*** (industrial) Qveen Herby - EP 7*** (r&b) Anna Fiori - De la Tierra (Un encuentro semiacustico)*** (symphonic gothic metal)
And now let's look at the big boys!
5. Ursine Vulpine & Annaca - Solace (cinematic / epic / orchestral)
It was so hard to chose my number 5, but I feel like this is the perfect fit for the position compared to the runner up. All Shall Burn from Eleine, since I have a much stronger connection with the music. When I found out that they were collabing again I was so hyped, and this EP definitely lives up to it. Full of vast sceneries of emotion thanks to strong cinematic orchestrations and Annaca's powerful voice.
Favorite songs: 1. Without You - Extended 2. Lovers Death
4. Aly & AJ - Sanctuary (sythpop)
They are making sure that people know that not only are they back and better than ever, but that the Disney life is no more. With new vibes comes maturity. This is such a fun EP and I feel is a better representation of who they are now compared to their previous release when they made their comeback. They really show off what they're capable of as both singers and musicians with this EP.
Favorite songs: 1. Church 2. Star Maps
3. Blackbriar - Our Mortal Remains (symphonic gothic rock/metal)
Their music keeps getting better and better. I feel like this release is a perfect blend of their first and second EPs. You can really hear Joost (their producer)'s influence on their sound with this EP and how his presence has helped to elevate their music and take it to the next level while staying true to who they are and keeping that dark fairy tale music type vibe that I absolutely love.
Favorite songs: 1. Madwoman in the Attic 2. Mortal Remains
2. Delain - Hunter's Moon (symphonic modern metal)
This EP feels like the perfect bridge between Moonbathers and their upcoming album Apocalypse and Chill. It's not the most revolutionary release from them, but is still such an epic release. They explore some new landscapes while further expanding upon what we know them as; in short: a perfect blend of new and old.
Favorite songs: 1. Masters of Destiny 2. Hunter's Moon
1. Spiritbox - Singles Collection (djent / progressive metal)
The production on this is everything. Every song has its own vibe and doesn't sound like the next one. If you've never heard these guys before, I feel like this is the perfect release to introduce you to them since it showcases all the colors of their sound. Also I love the pitch-shift harmonies in all the songs.
Favorite songs: 1. Perennial 2. Bleach Bath
And that's it for the EPs! I highly recommend these EPs for those of you whom are interested. Follow this link to see the post all about my favorite albums of the year!
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Tralasciando le ovvie considerazione e/o freddure che potrebbero accompagnare un concerto di una band che si è intitolata, sostanzialmente per caso, Turin Brakes e che suona a Torino, si procederà a raccontare quello che è stato un live set potente e coinvolgente, anche al di là del previsto.
La serata, che si celebra negli spazi non vastissimi dell’Astoria, è aperta dalle vibrazioni degli italiani Dog Byron, che compattano i propri suoni in un live ricco di sfumature rock tra classico e oscuro, con qualche radice blues. Robusti, convinti e con una voce molto decisa, i tre presentano se stessi e le proprie canzoni, completando il discorso con una dedica agli stessi Turin Brakes, dei quali sono stati spalla per molte date anche all’estero, e dalla cover (però dei Cure) di Lovesong.
Ci sarebbero considerazioni da fare sulla carriera di una band che ha alle spalle molti album, oltre quindici anni di storia, oltre un milione di dischi venduti e che si trova a suonare in un ambiente molto ristretto, più adatto a esordienti che a band internazionali. Ma la sovrabbondanza di offerta musicale dal vivo gioca anche scherzi simili, senza contare che i Turin Brakes, oggettivamente, non hanno mai saputo replicare il successo pop di Painkiller, risalente al 2003.
Tuttavia gli spazi angusti si rivelano invece piuttosto congeniali per i Turin Brakes, che affrontano l’atmosfera “garage” con il giusto spirito e la giusta energia (il bassista arriva ad affermare che “piccolo è bello”). Il concerto è aperto da una molto energica Would you be mine, dall’ultimo Invisible Storm. Ecco poi Wait, in ordine di scaletta anche del disco, a scaldare adeguatamente il pubblico. Una più interlocutoria Life Forms prosegue il tracciato e sembra preannunciare un live incentrato sulla produzione recente.
Errore: si torna presto indietro, con una Future boy presa dall’esordio The optimist lp, datato 2001 ma tuttora il disco più amato e probabilmente di maggior valore della band. Il pezzo è introdotto da qualche lazzo sulle speranze future tradite, ma quando si passa all’esecuzione emergono soprattutto passione e molta cura. Stessa intensità per State of Things che vede anzi un netto innalzamento della potenza di fuoco da parte del quartetto.
L’evoluzione del gruppo, nato come duo fondato da Olly Knights e Gale Paridjanian sull’onda dell’onda neo acustica che per breve tempo prese piede a inizio anni Duemila (della quale facevano parte band come gli Starsailor o gli scandinavi King of Convenience, protagonisti proprio con i TB di un tour anche italiano in quegli anni) oggi ha abbandonato le morbidezze acustiche iniziali in favore di una formazione da classic rock con una robusta sezione ritmica rappresentata da Rob Allum (batterista) ed Eddie Myer (bassista, sostanzialmente sosia di Shel Shapiro).
Si torna sul morbido con un altro pezzo piuttosto agé come Ether Song, portatrice di buone armonie vocali. Man mano che il concerto procede e a dispetto della fama soft degli esordi, la band picchia, guidata da una batteria precisa e continua, ma anche capace di esplosioni improvvise.
Sì torna al passato antico con Emergency 72, che viaggia in semiacustico a dare spazio alla voce, ma in crescita veloce e chiusa con evidenti tendenze psichedeliche. La già citata Painkiller, il pezzo più noto della band, arriva a spezzare il set, ma senza rinunciare a un’aria rock quasi garage (sarà il posto, sarà l’atmosfera) e anche con una gioia di suonare, e di suonare forte, piuttosto trasparente.
Invisible storm, title track dell’ultimo album, arriva con le proprie morbidezze trasfigurate da volumi alti e da un muro del suono costruito su livelli alti. Finale con jam a volumi altissimi, neanche fossero i Kiss.
Tra i bis menzione speciale per il classico Underdog (Save me), che ha un’apertura quasi dub e uno svolgimento più regolare, fino a un finale infuocato e con l’unica botta di protagonismo di Paridjanian. Dopo qualche equivoco con il mixer che fa partire la musica “di uscita” e la band sul palco a dire: “Non abbiamo ancora finito”, si procede con un altro paio di pezzi, ultimo dei quali è una corposa Slack, sempre dall’esordio del 2001, che alla fine ha costituito la spina dorsale della serata.
Quasi a voler contrastare qualche impressione lasciata dall’ultimo disco, buono ma non ottimo e in certi casi molto pop, la band opta per un set tutto rock, molto forte, sempre ruvido anche quando ci si aspetterebbe il velluto. Certe tempeste sono invisibili, ma si sentono eccome.
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Turin Brakes
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Turin Brakes all’Astoria di Torino: il report Tralasciando le ovvie considerazione e/o freddure che potrebbero accompagnare un concerto di una band che si è intitolata, sostanzialmente per caso, …
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Gli Agrimonia sono una fortunata band di Göteborg nata da membri degli At the Gates, Miasmal e Martyrdöd che hanno esordito ormai una decina di anni fa mixando post-metal, death metal e sludge/crust abbastanza levigato dalla propria produzione non di certo sporchissima. I brani lunghi, articolati, con una particolare tendenza a essere arricchiti sia da chitarre acustiche che da inserti di pianoforte, conferendo sempre un andamento dinamico ai pezzi, nonostante il minutaggio, hanno fatto sì che la Southern Lord si sia interessata alla band. Il precedente Rites of Separation (il primo album sotto l’egida californiana) era fortemente connotato dalla lunghezza dei brani che però rivelavano un’infinità di soluzioni tecniche stuzzicando l’orecchio dell’ascoltatore: da spennate heavy, a chitarre folk, fino alle distorsioni più fangose dello sludge, facendo ricorso anche a un particolare uso del tremolo di impronta decisamente black metal. Con il nuovo Awaken ci accorgiamo ancora di più che i nostri stanno realizzando una propria mappa riassuntiva degli ultimi anni della Svezia più estrema. Fin dalla traccia di apertura, “A World Unseen”, è chiaro che mai come ora le influenze death metal sono state così chiare: il death di Göteborg, soprattutto quello melodico e più in mid-tempo degli In Flames e Dark Tranquillity; sempre più spesso le urla di Christina ricordano quelle di Michael Stanne. Ma sono le trame chitarristiche che stupiscono perché vanno costantemente alla ricerca di una melodia e di una serie di armonie che sembrano insite nella componente heavy svedese. Quando i nostri sfoggiano alcune parti semi-acustiche è quasi impossibile non pensare ai primi Opeth e, sempre nella coda del brano citato, emergono chiare citazioni di “Morningrise”. “Foreshadowed” coniuga sentori di post-rock semiacustico per poi svelare un death-metal melodico composto da un gioco di chitarre che alternano fraseggi e raddoppi, sempre in chiave tipicamente swedish. Dopo qualche minuto in acustico con “Awaken”, “Withering” pesta di più alle orecchie dell’ascoltatore, svelando il lato thrash-death più aggressivo della band che però risulta meno convincente; perfino quando il brano si apre nel consueto sipario acustico che, ora, profuma di prog-rock, calpestano forse un po’ troppo le impronte della band di Åkerfeldt. Dovremo attendere nuovamente i giochi intrapresi dalle chitarre per far riguadagnare convinzione alla composizione. Una migliore chiave progressive sembra invece essere quella della traccia conclusiva, “The Sparrow”, che sempre da una vena post-rock, ma questa volta con una certa dose di synth e pianoforte, lascia spazio a solide strutture impreziosite dall’instancabile ricerca armonica dei chitarristi, alternandosi fra Opeth e Dark Tranquillity; il tutto sempre citando altri settori musicali che nel corso degli anni hanno contribuito a creare il vasto mondo estremo svedese.
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https://soundcloud.com/bandamoho/o-segredo-semiacustico
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La GuitArmanDrum è uno strumento percussivo semiacustico artigianale nato dall’ingegno di Armando Serafini, chitarrista e polistrumentista romano....
] ;)::\☮/>> http://www.elettrisonanti.net/2017/03/20/armando-serafini/
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#Lör #semiacustico #thewho #carenagemrockbar
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#DenocheenRD @Regrann from @loprimoofficial - Buen día país!! 😎🎶 SANTO DOMINGO!!☀️ Volvemos con más. El Sábado 14 de Noviembre la cita es en @casamencia !! Muchas sorpresas bajo la manga!! Jardines del Embajador 9b. Bella Vista!! Ahí nos vemos. #LoPrimo #SantoDomingo #CasaMencia #GloriaBendita #Musica #Concierto #stage #Live #EnVivo #SemiAcustico #acustico #sabado #otoño #saturday #november #noviembre (en Casa Mencia ,tapas ,meson Restaurante)
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Aca el audiovisual de la segunda edición de "Sesiones del Oso" con Andaluccia & Los Des Velos - Insomnia Ver "ANDALUCCIA SESIONES DEL OSO" en YouTube - https://youtu.be/ILpqGa2UfA8 #audio #video #audiovisuales #audiovisual #grabacion #live #livesession #sesiones #sesionesdeloso #semiacustico #andaluccia #musica #musicalatina #artrock #latinsoul #latinmusic #Merida #Venezuela #beard #orejas #ojeras
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HEY!!! nos vemos pronto!!! en @barricabar el 16/04/15 +info-reserva con @imiproducciones #asipasoenestocolmo #semiacustico #limpiacabezales #envivo #barquisimeto #barricabar
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Pasen un momento por acá https://youtu.be/BkeXcm3GTM4 a mirar unos segundos de teaser de la segunda edición de "Sesiones del Oso" con Andaluccia & Los Des Velos. Compartiremos par de videos este domingo 21 de junio con ustedes. Gracias a los chicos de Bear'd y a todos los que estan allí desarrollando propuestas y apoyando. #video #audio #audiovisual #audiovisuales #audioyvideo #sesiones #session #sesion #sesionesdeloso #proyecto #organico #live #envivo #semiacustico #Merida #Venezuela
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