Tumgik
#sei la mia certezza
luluemarlene · 7 months
Text
Ci vediamo domani?
Affitto un Airbnb e ti aspetto sdraiata sul letto con la testa che pende oltre il bordo
Indosserò la maschera così non potrò guardarti e anche la bocca di silicone, che mi costringerà a tenerla aperta in quella immobilità così innaturale
Entrerai e non saprò nemmeno se sarai solo, se sarai davvero tu.
Sentirò la cerniera abbassarsi, il fruscio dei vestiti e piano piano la pressione del tuo cazzo contro le labbra finte
Mi piscerai in bocca dopo ever bevuto tanta acqua per tutta la mattina, saprà solo di te.. È il nostro modo di portarci rispetto.
Berrò, il resto colerà via e a quel punto, cingendomi la gola con le mani, affonderai il cazzo nella profondità del mio essere
Avanti e indietro, godendo della mia resistenza al soffocamento
Mi sborrerai in gola, a tratti con forza, senza remore
Resisterò fino a svenire se è questo che vorrai
Andrai via e non avrò mai la certezza che fossi tu, che tu non abbia mandato quel tuo amico... Quello là che ti ha confessato di non aver mai scopato un culo!
Povero. Forse ti aveva confessato di non aver neanche mai scopato una gola.
Sei così generoso, Oreste mio?
Tumblr media
96 notes · View notes
l-incantatrice · 2 months
Text
Ti lascio e non te ne renderai conto.
Sarò un’ altra assenza e sei già così pieno
d’ assenze che non percepirai la mia.
E la cosa più triste è sentire che ti capisco.
Io sono per te l’assenza delle donne
che hai amato e di quelle che volevi amare.
Io sono per te l’oggetto di una passione disperata.
Sai cosa cerchi nel mare?
La certezza minima che esiste un’ altra riva
dove le tue sconfitte continuano ad aspettarti.
Le tue sconfitte, l’unica cosa che ami.
L’unica cosa che hai.
Luis Sepúlveda
Tumblr media
37 notes · View notes
morganadiavalon · 4 months
Text
A MIA MAMMA.
Eri piccola quando ci siamo conosciute.
Beh, sì, io ero ancora più piccola, ma tu eri più piccola di me adesso.
Eri una giovane donna che aveva conosciuto l'indigenza e il lavoro minorile e nonostante ciò non lesinavi sorrisi e leggerezza, come se la vita fosse per te una continua scoperta appassionante e non avessi mai niente da rimpiangere.
Sei stata la prima e l'unica persona che mi abbia mai letto una storia ad alta voce, leggevi e inventavi, perché di certo la fantasia non ti è mai mancata e mi hai cresciuta a sorrisi, iniezioni di autostima, lezioni di pazienza e amore. Un totale, disinteressato, incalcolabile amore.
Non ti ho mai percepita gelosa, fare l'offesa o essere possessiva.
Non hai mai cercato di ostacolare le mie scelte coniugando una sostanziale fiducia in me con una silenziosa osservazione di ogni passo che compievo.
Mi hai dato la vita e poi mi hai permesso di scorazzare qua e là, senza iperprotettivismo, ma con la saggezza infinita di chi sa che le migliori lezioni sono quelle che che impariamo a nostre spese e cercare di impedire a un figlio di soffrire (seguendo, peraltro, un criterio personale nel determinare quale sarebbe il suo bene) equivale talvolta a impedirgli di crescere.
Hai sorriso della mia irruenza adolescente, che ti rimproverava alcune scelte, che ti chiamava pavida e ti criticava di esser troppo accondiscendente. Ma le lezioni di vita a volte son semestri infiniti di materie che non si leggono sui manuali e il cui reale significato ci arriva molto dopo averle studiate.
E così la tua granitica pazienza ha visto me mutare, crescere, maturare. E capire finalmente l'incomparabile intelligenza che ha guidato ogni tua mossa per portarti fuori indenne dal tuo personalissimo ginepraio e lasciare a noi sì, la percezione di essere passate attraverso qualcosa di scombussolante, ma riportando solo qualche graffietto superficiale e lasciandoci invece, come premio, un'inviolabile serenità familiare che, come una leonessa ruggente, hai protetto e custodito facendone il rifugio felice e il porto sicuro che è ancora adesso e che sarà per sempre. Perché hai sempre saputo separare le tue battaglie dalle nostre vite e non hai mai permesso che piani che non dovevano sovrapporsi si sovrapponessero e che la strada delle tue conquiste personali incrociasse maldestramente quella della nostra crescita.
Il risultato è la serenità interiore che ci hai dato in eredità, tesoro preziosissimo che custodisco fieramente. E sebbene noi abbiamo ereditato anche parte della dimensione più squisitamente malinconica e profonda di papà (che custodisco altrettanto fieramente), e sebbene questi nostri anni adulti siano terribilmente instabili e a noi piaccia dire che la vostra vita negli anni '80 fosse per certi versi più "facile" e ci si faccia, quindi, a volte, prendere un po' dallo sconforto, mi basta ripensare al tuo sorriso felice, al tuo entusiasmo, alla tua sconfinata e ottimistica fiducia nella vita per sentire come un'epifania dentro di me e sapere, con certezza, che andrà tutto bene, che tutto avrà un suo senso, prima o poi.
Mamma, anno dopo anno, non posso che augurarmi di somigliarti sempre di più, crescendo.
51 notes · View notes
missrainworld · 1 year
Text
Per una piccola parte di me <3 0.2
L'altro giorno parlavo con una mia amica, e mi ha fatto una domanda banale, innocente, mi ha semplicemente chiesto " come è lui?" e su due piedi non ho saputo rispondere.
Non credo di aver mai davvero scritto di lui. Ho scritto pensando a lui notando quanto fosse importante per me. Ma io non ho mai parlato di lui.
Lui è difficile da definire, è difficile dire cosa rappresenta per me. Facciamo così, più che un figurativo di Warhol è un astratto di Kandinsky.
Lui è letteralmente la persona con cui guardi la pioggia fuori dalla finestra. Lui è il silenzio che ti calma. Lui è sorriso "nonostante tutto". Lui è la certezza che tutto andrà bene, anche quando il peggio sembra inevitabile ed io ho perso le speranze. È il bacio sui capelli mentre si è abbracciati.
Lui non è convenzionale, come non lo sono io, come non lo è il nostro rapporto. Ma d'altronde chi definisce cosa è convenzionale?
Lui parla tranquillamente di tutto, da cosa gli piace mangiare, dei suoi progetti per il futuro, dalle cose che ha fatto e a tutto ciò che di buffo trova in me: " Harry tu sei un mago ".
Lui è " vieni qua dammi un bacino" per poi spostarsi.
Lui è il " vieni giochiamo a hearts of Iron "
Lui è il " buongiorno amore mio, come stai " che mi fa sorridere la mattina. È il messaggio con scritto " ti amo" non appena ci salutiamo per tornare a casa, è il " mi manchi " subito dopo che ci siamo visti.
Ma cos'è lui alla fine, se non la persona a cui voglio più bene al mondo? È difficile spiegarlo agli altri, forse è difficile spiegarlo anche a me stessa. Non ho mai conosciuto nessuno che fosse equamente bello sia fuori che dentro
L’unico con cui non mi arrabbio come una bestia, l'unico che mi fa ridere in due secondi e che mi calma con un sorriso. L'unico che si interessa davvero nel vedermi felice, l'unico con cui riesco a parlare di tutto, dalle cose serie a quelle stupide. Forse l'unica persona con cui non devo fingere di stare bene.
Lui è l'unica persona che mi fa ancora sperare nell'amore, in quello vero, quello che ti fa volare oltre la linea delle nuvole e ti fa sentire che va vissuto ogni giorno, ogni ora, ogni minuto, ogni secondo. Uno dei motivi per cui la mattina sono felice di svegliarmi. Uno dei motivi per cui sto vivendo e non sopravvivendo. Uno dei motivi per cui non sono in modalità "autopilot".
Io invece? Non so cosa ci trova Lui in me, Non mi piace parlare di me ma mi sono sempre definita un casino.
Mi capita sempre in un certo momento di perdere la voglia di comunicare e di zittirmi, un po’ come quando si esaurisce una batteria. Mi spengo. Mi isolo. Ho bisogno di stare da sola.
Ma adesso starei da sola con te, ha senso? per me lo ha.
È facile notare quando sto bene con qualcuno, non sento il bisogno di parlare in continuazione e con te, anche stare nella stessa stanza, senza dire nulla, in silenzio, mi tranquillizza, quando normalmente mi metterebbe solo pressione.
Ho desiderato tantissime volte essere di essere un' altra persona ma con te voglio solo essere me stessa.
Certe volte però vorrei che la mia mente facesse silenzio, che non pensasse così tanto, che non avessi determinati pensieri.
Quando ti dico che " sono presa male "non mi sento triste. Mi sento vuota. Mi sento spenta. Mi sento senza scopo. Questa non è tristezza.
Sei il mio partner, non il mio terapeuta, e giuro che mi sto sforzando un sacco a dirti cosa c'è nella mia testa, quante volte a " come stai " vorrei rispondere " bene" solo per non farti preoccupare e non nego che a volte lo faccio ma io non cerco qualcuno che mi curi, mi so curare da sola.
Voglio qualcuno che non mi ferisca più.
Ho finito per non parlare con nessuno dei miei problemi: alla fine confidarsi significa spiegare dove e come colpirti.
Sono stanca del male che mi viene fatto dalle altre persone, di dover dare tutto per ricevere nulla. Dover essere forti ti esaurisce ogni energia, il non piangere perché " ti rende debole " ti consuma dentro.
Non mi hai mai visto piangere come una bimba con i lacrimoni che strisciano sulle guance ma hai visto qualche lacrima lasciare i miei occhi e giuro che le persone che mi hanno vista anche solo versare una lacrima si possono contare sulle dita di una mano.
Vorrei sgretolarmi tra le tue braccia solo per poter essere ricomposta da te nell’immagine che tu hai di me, quando mi stringi.
A essere sincera non sono mai guarita dal passato, ho solo smesso di parlarne. Ed ho sempre paura di risultare pesante se ne dovessi parlare.
Ho passato la mia intera esistenza a sentirmi in colpa, a non sentirmi abbastanza e ad avere paura di non essere amata. Per cui ogni minimo cambiamento, che per te può sembrare insignificante triggera i miei problemi d'abbandono. Scusa se ti dico troppo " ti amo", se sono appiccicosa,se ho costantemente bisogno delle tue mani su di me, spammo messaggi, se ti chiedo se sei effettivamente sicura di amarmi.
È difficile capirmi se non comprendi la mia sensibilità. Quando tu mi dici "usciamo?" ed io ti rispondo " se vuoi" non è perché non ti amo o sto mettendo in dubbio qualcosa ( a parte non te lo sto dicendo piú * pat pat* per me), ma perché sono estremamente logorata da come mi hanno trattato le persone. Ho la paura costante di essere un fastidio nella vita di chiunque. Cerca di capire il mio stato mentale, mi hanno tradita ogni volta che ero stata leale.
La testa si deve perdere in due, altrimenti è un’esecuzione.
Per cui ti prego, se mai dovessi stancarti di me, per qualsiasi motivo, dimmelo subito. Se qualcosa ti da fastidio, se non ti piace qualcosa che faccio, se non sei d'accordo con me. Dimmelo. Parlami.
le relazioni sarebbero tutte più sane se romanticizzassimo la comunicazione di coppia, invece di idealizzare l'idea del partner che intuisce ogni tua esigenza: prima di trovare qualcuno che ci legga nel pensiero, accontentiamoci di qualcuno disposto ad ascoltarci quando parliamo, ed è per questo che cerco sempre il dialogo con te.
Una delle cose che amo di te è che sei una persona diretta, una di quelle che ti dicono che ci tengono, che gli manchi, che vogliono vederti, senza dover farti decifrare segnali e parole in codice.
Cosa che sono stata abituata a fare fin da piccola. Da bambina era la tipica bimba timida che sta in disparte ed osserva tutti.
E con gli anni ho imparato ad analizzare certi comportamenti, sia sugli altri che su me stessa, per questo tendo molto a razionalizzare tutto ciò che provo, ed è uno dei tanti motivi per cui mi dissocio.
Ma d'altronde anche io sono così, nulla di quello che faccio o dico, è " casuale ". Quando ti dico " hai ascoltato questa canzone " o cambio leggermente modo di fare c'è sempre una motivazione dietro.
Ho un debole per le cose reciproche, le cose che non devi chiedere, le cose che arrivano e ti strappano un sorriso, quando mi mandi gli audio dove mi dici che " mi ami più di ogni altra cosa " o mi mandi le foto dei gattini. Senza che io debba elemosinare nulla. Anche perché perdo interesse per tutto ciò che si deve forzare. L'amore è un dialogo, non un monologo.
Forse è proprio vero che di fatto non esistiamo finchè non c’è qualcuno che ci vede esistere, che non parliamo finchè qualcuno non è in grado di comprendere ciò che diciamo; in sintesi, che non siamo del tutto vivi finchè non siamo amati
Io credo fermamente nell’amore ed è questo che a volte anzi molte volte mi frega, perché sono un’eterna romantica e si sa gli eterni romantici sono così increduli che l’amore vero esiste e probabilmente esiste davvero in certi versi, no? Ho provato tante volte a scrivere perché è l’unica cosa che mi riesce bene, perché a parole non so spiegare cioè che ho dentro.
E dentro ho tante cose che non riuscirò mai a dire, probabilmente un giorno magari molto lontano riuscirò a scrivere davvero ciò che mi tormenta. Ma non sono qui per questo adesso, so che magari potrebbe annoiarti il mio essere così “logorroica” lo capisco, lo comprendo annoia anche a me moltissime volte. Ma vedi, l’amore che sento per te penso non sia paragonabile a quello che provato prima di te. Ti amo, ti amo davvero e non ti amo perché tu mi debba completare no, ti amo perché sai far uscire la parte migliore di me.
Mille parole non bastano, non bastano nemmeno mille lettere per dirti ciò che sento ma spero che tu capirai queste mie parole.
Sono quella persona che ti mostrerà che non tutti ti fanno del male. Non tutti ti spezzeranno il cuore. Perché amo Incondizionatamente e so cosa significa stare male.
Ti amerò quando piove fuori, anche quando mi piove dentro.
Ti amerò anche quando non potrò piú dirtelo.
Ti amo <3
Tua, A.
63 notes · View notes
smokingago · 11 months
Text
Tumblr media
“Come stai?” mi chiedi.
“Stanca” rispondo. Rispondiamo spesso così. Mi sento, ci sento: siamo adulti, siamo tanti e siamo stanchi tutti quanti.
“Come mai?” mi chiedi. Ma non è la domanda corretta. Non siamo stanchi perché lavoriamo troppo o dormiamo poco o mangiamo male o per carenza di ferro o magnesio. Non è una stanchezza chimica, è esistenziale. Non siamo stanchi per qualcosa. Siamo stanchi di qualcosa.
Io sono stanca dei miei pensieri che escono dal gregge, di non essere un buon cane pastore capace di girargli intorno, arginare, compattare. Perché spesso sono il lupo che minaccia di sbranare le certezze. Sono stanca dei sospesi: la lampadina che devo cambiare da un anno e tre mesi. Devo imbiancare, togliere gli adesivi di Cars dal mobile del salotto, dalle scale, ho ancora mezzo armadio pieno di vecchi vestiti, me ne dovrei disfare. È sempre stato più facile gettar via che sistemare.
Ma ci sono anche gli oggetti che non so buttare. L’oggetto del mio rancore, l’oggetto del desiderio, l’oggetto delle mie angosce, l’oggetto della mia malinconia, l’oggetto dell’invidia, sono un’accumulatrice seriale di piccole ossessioni. Sono stanca degli appelli mancati, quelli che manco io più di tutto, quando non ci sono nel modo giusto, sono stanca di mancare. Sono stanca di aver bisogno di questa stanchezza per sentirmi viva, perché se non sei stanca non hai fatto abbastanza.
Sono stanca perché il vero riposo per me è la soddisfazione del darmi da fare, anzi di fare fatica. Sono stanca e un po’ suonata, ogni tanto ripenso a quando ero più giovane e innamorata, così innamorata da potermi concedere il tormento con dubbi inesistenti. Ancora mi sorprende quanta resistenza si possa fare ad accettare la felicità. Oggi sono stanca della precarietà. Sono stanca del “per ora”, delle mani avanti che sono sempre le mie, della mia incapacità di pensare per assoluti, del senso di allerta che mi abita. Io peroro, tu perori, egli perora… voce del verbo “del doman non c’è certezza”. Ci diciamo che stiamo attraversando un periodo complicato. Una fase. Ma per quanto mi riguarda questo periodo complicato è iniziato quando mia sorella mi rivelò che Nicca Costa era molto più bella di me e non si è mai esaurito. La vita è una fase complicata dell’esistenza. È che la complicazione non è circoscritta e il periodo di cui sopra non si attraversa e via, quando trovi le strisce.
Se tocchi il fondo, immagini di scendere giù, verso un abisso di tristezza, ma poi di picchiare la pianta del piede e risalire rapido. E invece no, ti aspetta la merdosissima maratona nei fondali, anfibi disperati che non siamo altro, con le branchie che fanno contatto coi condotti lacrimali.
“Sei stanca” mi chiedi? Sì, ma per ora il gregge dei pensieri è in salvo, anche stasera il lupo non si è visto arrivare. Sono stanca, siamo stanchi, ma via e pedalare.
Enrica Tesio
🍀
#smokingago
52 notes · View notes
be-appy-71 · 6 months
Text
Pensavo a quel giorno, se mai dovessimo incontrarci. Sei da così tanto nei miei pensieri che ormai è come se ti conoscessi da sempre.
Ho la certezza che mi piacerà tutto di te...
Le tue mani
La tua pelle appiccicata sulla mia
I nostri silenzi nel guardarci e scrutare ogni millimetro di noi.
Il tuo respiro su di me.
Di una cosa avrò paura: Sentire il tuo profumo e non poterne più fare a meno. ♠️🔥
Tumblr media
13 notes · View notes
shinynymph · 5 months
Text
Ho aperto una bottiglia di vino, non lo facevo da settimane.
Ho aperto una bottiglia di vino perché scrivere questa consegna m’irretisce: che ne so, io, del futuro? Che ne so, io, del mio, di futuro?
La mia psicologa m’ha detto di pormi domande anche fuori dalla stanza delle parole; allora, mi chiedo: sarà sempre così? Avrò sempre bisogno dell’ausilio di uno stato psicofisico alterato per guardarmi dentro? Per scovarmi?
Dove sono finita?
Non sarà poesia questa volta, se poesia possiamo definire quelle masse informi delle volte scorse. Non sarà logico, razionale, non seguirà un andamento lineare: questa sono io che scrivo di getto un flusso di coscienza che odierò dover rileggere per editare.
Probabilmente lo lascerò così: grezzo, magmatico, inusuale.
Io non so neanche cosa sia, il futuro. Treccani m’informa: futuro è
s. m. Il tempo che verrà o gli avvenimenti che in esso si succederanno.
Il tempo che verrà. Quando verrà?
Io procrastino il mio futuro, lo faccio da anni: congelata per decenni nello stato della studentessa che non vuole crescere, divenire adulta.
Il tempo che verrà, gli avvenimenti che in esso si succederanno:
allora il futuro è anche questo momento? Questo preciso ed esatto istante?
Il mio futuro di oggi prevede la sopravvivenza a questa giornata logorante, solitaria, alcolica, per poter andare a lavorare, poi, alle 23, staccare alle 3, andare a dormire.
È questo il mio futuro? È questo quello che mi aspetta una volta uscita dal nido sicuro, limbo lenitivo, che è la Holden?
Per anni ho procrastinato la mia laurea perché l’idea di lasciare la calda certezza dell’Università mi dilaniava.
Ora mi sono laureata, ma non l’ho fatto prima d’aver trovato già un morbido rimpiazzo.
Questa scuola.
Con le sue pareti dai colori caldi, i divanetti nei corridoi. Le consegne che ti obbligano a guardarti allo specchio. Mi viene in mente Elisa, di Menzogna e sortilegio:
E mi aggrappo agli specchi per ritrovarmi. Per non dissolvermi.
            Come Elisa
            Medusa
            Fluttuo nell'aria e
            L'avvolgo
            Questa stanza è piena di me;
           In me
           L'aria. -
si guardava allo specchio e lo specchio le rifletteva l’immagine informe di una medusa incorporea. Questo sono anch’io: non ho contorni, non ho definizioni, non mi lascio incasellare: sono magma, come lo è la mia scrittura schizofrenica; sono fluido, informe e scrosciante, flusso che pretende di divenire, vento che soffia frusciante.
L’eterno ritorno.
Futuro, il tempo che verrà o gli avvenimenti che in esso si succederanno. Io, nel mio futuro, voglio vivere. Nel mio futuro è la vita che voglio: è la tenacia, l’ostinata, imperitura, tenacia di vivere che voglio, nel mio futuro.
Sarebbe troppo semplice scrivere il manifesto politico e indignato: oh, sì, il pianeta va in fiamme; le disuguaglianze? Non c’è modo alcuno di eliminarle; il lavoro è precario, il lavoro fa schifo – sono una fiera anti-lavorista impenitente – come si può metter su famiglia in uno scenario apocalittico tale? Apocalittico ‘sto cazzo: questo è il nostro presente. Ma, poi, io voglio davvero mettere su famiglia?
Io,
nel mio futuro,
voglio vivere.
E nel mio presente io mi domando, mi imploro persino: Federica, risolvi te stessa, perché sei dipendente da ogni dipendenza, e cerchi costantemente la sofferenza perché altrimenti non senti niente; e tu devi sentire, devi sentire di esistere e non solo esistere;
Federica tu vuoi vivere e non semplicemente esistere.
Come si fa, allora, ad immaginare un futuro se è già il presente ad essere così precario?
Futuro. Il tempo che verrà o gli avvenimenti che in esso si succederanno. Talvolta ho desiderato non ci fosse alcun futuro per me. Talvolta, guidando, un pensiero intrusivo ha tentato d’ammaliarmi: non frenare, continua così, col pedale schiacciato sull’acceleratore, ai 100 all’ora contro quell’albero: in fondo, che hai da perdere?
Niente.
Sono qui.
Quel pensiero intrusivo sono sempre riuscita a riporlo in un cassetto.
Chiuso a chiave,
due mandate,
per sicurezza. Quanto m’ha spaventato, quanto ancora mi spaventa quando tenta, con le sue lunghe dita affusolate, d’aprirsi un varco nel mio conscio.
Ma io è vivere che voglio.
Nel mio futuro, è vivere che voglio
Fanculo al mondo che cade a pezzi: non riesco a tenere insieme neanche me stessa.
Fanculo al mondo che brucia: io ho bisogno del fuoco per sentirmi esistere.
Fanculo alle ingiustizie: di cosa scriverei, se questo mondo indecente fosse perfetto?
E, poi, di cosa parlerei, se io fossi una persona risolta?
Futuro: Il tempo che verrà o gli avvenimenti che in esso si succederanno.
Io nel mio futuro voglio succedermi.
11 notes · View notes
aculofan · 4 months
Text
Chi aiuta, chi aiuta?
Antefatto: 3 settimane fa circa intervento al ginocchio, tolto pezzi di menisco in giro, fatto pulizia, visto che ho un crociato che si sta sfilacciando, condropatia ormai in stadio 4, insomma tutte quelle cosine da ultra50enne pronta per una prossima (ipotesi ormai certezza) protesi alle ginocchia perché voglio tornare a camminare come dico io
In questo mese di riabilitazione per me, ho:
Gestito la mia povera cristiana di suocera che si è ritrovata improvvisamente cieca da un occhio per un glaucoma acuto e li " coso" e cognato si sono mossi per fortuna bene, indirizzati dal centro di comando ( cioè dal divano di casa mia).
Organizzato e portata avanti e indietro per la mia mamma prelievi e visite perché non mi convinceva l'affanno che sento quando si muove.
Portato la cana 14enne d'urgenza dal vet per problemi addominali.
Portato figlio unico d'urgenza in Dea per coliche renali e tuttecose a seguire.
Stamattina finalmente, mi sono recata in completa solitudine alla visita ortopedica di controllo : tutto bene, tolti 20 cc di liquido, mi muovo bene, fatto infiltrazione di acido ialuronico...mi raccomando oggi riposati, e continua con gli esercizi di riabilitazione...ma sei venuta da sola? Rispondo: si certo, tanto mi arrangio bene.
Ecco...volevo solo lamentarmi un po'.
Sarà la menopausa che mi rende melanconica e melodrammatica.
15 notes · View notes
Mi manchi.. mi manca tutto di te, mi manca quando la sera dopo lavoro ti venivo a prendere e cenavamo insieme, mi manca quando ci distendevamo insieme sul letto a guardare in film, quando stavi male e ti preparavo una tazza di the con il limone per farti stare meglio, mi manca quando andavo a giocare a calcetto e ti portavo con me ed eri la mia fan numero 1, mi manca farti addormentare con i grattini e mi dicevi "hai la mano magica", mi mancano le liti stupide, mi manca guardarti e capirci al volo, mi manca fare l'amore con te, mi manca venire da te durante una festa e sussurrarti all'orecchio quanto sei bella, mi manca passare le giornate in famiglia, mi manca passare le giornate con la pioggia sotto la coperte o le belle giornate in giro a prendere un gelato, mi manca asciugarti i capelli, mi manca quando mi facevi le skincare che amavi tanto fare ma che a me non interessavano e ti lasciavo fare, mi manca vederti leggere, mi manca quando mi raccontavi tutto il libro che avevi divorato e mi dicevi "adesso devo aspettare" e io puntualmente ti compravo il secondo volume, mi manca parlare di progetti, di figli e di matrimonio, mi mancano le volte che mi chiedevi consiglio, mi manca quando mi dicevi che per te ero la persona più importante al mondo, mi manca vederti piangere, vederti sorridere, vederti nervosa, mi manca sentirti dire che non hai fame, mi manca quando ti veniva il ciclo e avevi sbalzi di umore e io cercavo di non fartelo pesare, mi manca comprarti le schifezze per riempire quella fame strana che ti veniva quando avevi quel periodo del mese, quando mi chiedevi "domani che mi metto.?" Mi manca guardarti dormire, mi manca fare avanti e indietro con la macchina da casa mia a casa tua, mi manca ascoltare le tue stupide musiche che poi tanto stupide non erano perché piacevano a te, mi manca sentirmi dire "amò finiscila". Mi manca tutto di te ogni singola cosa, mi dicevi che eravamo per sempre, che eravamo io e te contro io mondo, per 10 anni ci siamo cresciuti, accettati,amati e difesi, ci siamo visti nudi, vestiti e pieni di insicurezze, abbiamo lottato i nostri mostri e grazie a noi abbiamo superato tante difficoltà, ricordo ancora quando mi dicevi io così non ce la faccio e ti dicevo si invece sei forte sei unica e se non dovessi farcela ci sono io che che ti aiuterò sempre, mi ricordo quando era al contrario ed ero io a pezzi e tu mi dicevi qualsiasi cosa accada io sono qua non esistono problemi che non possiamo affrontare insieme. E ora? Cosa è successo, perché mi hai abbandonato, come può un amore così grande finire così da un giorno all'altro, come può un sentimento così grande bruciarsi come una stella cadente che passa e poi svanisce, com'è possibile? Sei stata la mia prima volta, il mio punto fermo in mille situazioni instabili, e ora? ... la mia più grande certezza mi ha guardato negli occhi e mi ha detto non so più cosa sento, sto bene da sola. Avrei voluto prendere una pallottola sul petto piuttosto che sentirmi dire queste parole. Mi manchi tanto V.
7 notes · View notes
susieporta · 11 months
Text
Tumblr media
“Come stai?” mi chiedi.
“Stanca” rispondo. Rispondiamo spesso così. Mi sento, ci sento: siamo adulti, siamo tanti e siamo stanchi tutti quanti.
“Come mai?” mi chiedi. Ma non è la domanda corretta. Non siamo stanchi perché lavoriamo troppo o dormiamo poco o mangiamo male o per carenza di ferro o magnesio. Non è una stanchezza chimica, è esistenziale. Non siamo stanchi per qualcosa. Siamo stanchi di qualcosa.
Io sono stanca dei miei pensieri che escono dal gregge, di non essere un buon cane pastore capace di girargli intorno, arginare, compattare. Perché spesso sono il lupo che minaccia di sbranare le certezze. Sono stanca dei sospesi: la lampadina che devo cambiare da un anno e tre mesi. Devo imbiancare, togliere gli adesivi di Cars dal mobile del salotto, dalle scale, ho ancora mezzo armadio pieno di vecchi vestiti, me ne dovrei disfare. È sempre stato più facile gettar via che sistemare.
Ma ci sono anche gli oggetti che non so buttare. L’oggetto del mio rancore, l’oggetto del desiderio, l’oggetto delle mie angosce, l’oggetto della mia malinconia, l’oggetto dell’invidia, sono un’accumulatrice seriale di piccole ossessioni. Sono stanca degli appelli mancati, quelli che manco io più di tutto, quando non ci sono nel modo giusto, sono stanca di mancare. Sono stanca di aver bisogno di questa stanchezza per sentirmi viva, perché se non sei stanca non hai fatto abbastanza.
Sono stanca perché il vero riposo per me è la soddisfazione del darmi da fare, anzi di fare fatica. Sono stanca e un po’ suonata, ogni tanto ripenso a quando ero più giovane e innamorata, così innamorata da potermi concedere il tormento con dubbi inesistenti. Ancora mi sorprende quanta resistenza si possa fare ad accettare la felicità. Oggi sono stanca della precarietà. Sono stanca del “per ora”, delle mani avanti che sono sempre le mie, della mia incapacità di pensare per assoluti, del senso di allerta che mi abita. Io peroro, tu perori, egli perora… voce del verbo “del doman non c’è certezza”. Ci diciamo che stiamo attraversando un periodo complicato. Una fase. Ma per quanto mi riguarda questo periodo complicato è iniziato quando mia sorella mi rivelò che Nicca Costa era molto più bella di me e non si è mai esaurito. La vita è una fase complicata dell’esistenza. È che la complicazione non è circoscritta e il periodo di cui sopra non si attraversa e via, quando trovi le strisce.
Se tocchi il fondo, immagini di scendere giù, verso un abisso di tristezza, ma poi di picchiare la pianta del piede e risalire rapido. E invece no, ti aspetta la merdosissima maratona nei fondali, anfibi disperati che non siamo altro, con le branchie che fanno contatto coi condotti lacrimali.
“Sei stanca” mi chiedi? Sì, ma per ora il gregge dei pensieri è in salvo, anche stasera il lupo non si è visto arrivare. Sono stanca, siamo stanchi, ma via e pedalare.
Enrica Tesio
dipinto Gill Button
23 notes · View notes
credoinunoi · 2 years
Text
Voltare pagina o chiudere direttamente il libro?
Io e te non ci lasceremo mai del tutto, sono convinta di questo, o almeno io non riuscirò mai a farlo, so che ci sarà sempre uno spiraglio in cui tu potrai entrare. Sei stato il mio grande amore e lo posso affermare con certezza. Magari non mi crederai ma io lo sento dentro di me,nel più profondo.
Sei stato la mia salvezza e la mia rovina allo stesso tempo, hai salvato il mio cuore, sei stata la mia luce. Ma l’hai anche distrutto e calpestato più volte.
Io sono un caso perso,un trauma unico che cammina ma mi hai cambiata,sei dentro di me e non posso fare nulla per cambiare questo
Sei stata la prima persona che ho fatto entrare dentro di me,ti ho dato tutto quello che potevo, il nostro amore mi ha consumato però.
Sei riuscito a salvarmi, l’unico con la quale mi sia aperta davvero, le mie paure più grandi le sai solo tu.
E per quanto io voglia, e ci abbia provato e sperato tu non mi vorrai mai come io voglio te.
Torni e scompari perché sai che io sarò sempre ferma ad aspettarti, ma le cose non possono più funzionare così, ogni volta che ti allontani da me io mi autodistruggo, e non posso più permettermelo, voglio stare bene con me stessa e così non ci riesco. Devo imparare a lasciarti andare, lo devo fare per me e anche per te.
Ti auguro tutto il bene che posso, spero tu possa realizzare i tuoi sogni e sopratutto spero che un giorno svegliandoti la mattina ti sentirai finalmente felice e contento di ciò che sarai diventato, vali tanto e ricordalo sempre.
Sei il ragazzo più complessato che conosco, chiuso e schivo con tutti ma so anche che se vuoi hai il cuore più grande e pieno d’amore anche più del mio perché io in primis ne ho avuto un pezzetto, ma so che c’è ne molto di più, conservalo bene perché è la cosa più preziosa che hai.
Ti amo follemente e so che sempre sarà così.
Sei il mio filo rosso e credo che saremo collegati per sempre.
Ma ora ti lascio andare per la tua strada, è il gesto d’amore più grande che possa fare,non posso continuare ad essere egoista e tenerti per me, hai molto da dare e una vita da vivere.
Mi hai aiutato a combattere i miei demoni, ma non li ho distrutti, mi hai dato le basi per farlo e ora è arrivato il momento di imparare a farlo da sola, più volte ho toccato il fondo e sperato di annegarci completamente ma non posso contare sempre sull’aiuto degli altri devo farlo solo su di me e questo me l’hai insegnato tu
Ti ho amato così tanto da amarmi così poco, dimenticando di proteggere me stessa, mi sono tratta come una cosa vecchia da dimenticare solo perché tu ti stavi dimenticando me, e ho pensato che in fondo non mi amo solo perché non mi sento più amata da te. E capisci bene anche tu che questo è sbagliato.
69 notes · View notes
Text
È così raro che due persone fatte l’una per l’altra si incontrino. Il mondo è pieno di esseri infelici che s’innamorano del tipo sbagliato, che restano soli, che soffrono, che piangono lacrime amare. Che credono di conoscere il sapore dell’amore e, invece, ne hanno assaggiato solo un pallido surrogato.
Io e te abbiamo avuto fortuna. Se mi soffermo a pensarci, però, invece di gioirne mi atterrisce la consapevolezza di quanto fosse sottile il filo che ci ha portati l’uno fra le braccia dell’altro. Avrebbe potuto spezzarsi in qualsiasi momento. È questa certezza che mi riporta al gioco dell’«e se…». Sarebbe bastato un minimo dettaglio a fare la differenza. Svegliarsi un’ora prima o un’ora più tardi, scegliere un altro tipo di scarpe, ricevere una telefonata inattesa. Secondo la teoria del caos, può bastare il battito d’ali di una farfalla per innescare la reazione a catena che origina la catastrofe. Eppure, quella sera le farfalle hanno dispiegato le ali solo per noi.
Tumblr media
F. Ozpetek - "Sei la mia vita"
6 notes · View notes
ambrenoir · 1 month
Text
Me lo ricordo ancora, sai, quando tu mi rincorrevi nel salotto, quando io dipendevo esclusivamente da te, quando aspettavo che le tue mani asciugassero le mie lacrime, quando mi bastava dire “mamma braccio” perché tu mi prendessi in braccio e mi permettessi di guardare il mondo dall'alto dandomi la sensazione di volare.
Mi ricordo anche quando più grande ti ho allontanata da me, quando ho cercato di tenerti fuori dalla mia vita perché una mamma a un certo punto diventa ingombrante, scomoda, rompiballe. Una mamma che vuole sapere con chi esci, a che ora torni, dove vai. Una mamma che il sabato aspetta il tuo rientro. Una mamma che ti chiede come stai, come vanno le cose a scuola, come ti senti, se ti va di parlare.
Con il tempo però, crescendo, ho capito tante cose. Ho incontrato figli che hanno detestato le loro madri. Madri menefreghiste, madri assenti, madri che non chiedevano, madri che non abbracciavano, madri distaccate. E altri che hanno detto “ti odio” a gran voce a madri interessate, preoccupate, presenti.
Insomma una madre, spesso, in un certo periodo della vita, diventa una persona di troppo, qualunque sia il suo modo di ricoprire il ruolo di madre. Troppo presente o troppo assente. Inevitabilmente troppo sbagliata. Una madre diventa il più delle volte un capro espiatorio: le colpe per ogni cosa diventano le sue.
Oggi, che l'adolescenza l'ho superata da un bel po', ho compreso che una mamma, una vera mamma come te, resta nonostante tutto. Non se ne va nonostante i “ti odio”, i“vai via”, i “fatti i fatti tuoi”. Perché una madre sopporta, spera che un giorno il figlio capirà. Capirà che la mamma gli è rimasta accanto, l'ha consolato nei giorni difficili, è stata al suo fianco in silenzio, ha allungato una mano sulla sua, ha assorbito come una spugna il dolore, ha pianto senza farsi vedere, all'improvviso si è messa in un angolo cercando di diventare invisibile.
Una mamma come te lascia andare suo figlio nel mondo degli adulti pur tenendolo sempre ancorato al suo cuore.
È arrivato il momento di dirti grazie mamma, perché ci sei e ci sei sempre stata.
Nessuna madre nasce già madre. Nessuna madre sa come comportarsi per non sbagliare. In tutto questo c'è solo una certezza: l'amore materno che resta, resiste al tempo, alle tempeste, agli uragani. Perché l'amore di una madre, di una vera madre... è per tutta la vita.
Sabrina Ferri
4 notes · View notes
poesiablog60 · 1 year
Text
Grazie del tuo amore
è il mio ultimo miracolo
passato il tempo dei prodigi.
Grazie del tuo amore…
mi ha insegnato a leggere, a scrivere
mi ha regalato meravigliose parole
è quel che ha annullato le altre donne…in un momento
catturando i miei più bei ricordi.
Grazie dal profondo
a te che sei apparsa dai libri del culto e della preghiera.
Grazie del tuo abbraccio che ha esteso per me sogni e immagini
e del tuo viso che si è insinuato come un uccellino
tra i miei quaderni e appunti.
Grazie perché vivi nelle mie poesie,
Grazie…
perché regni tra le mie dita
Grazie perché sei nella mia vita.
Grazie del tuo amore
mi ha dato la buona novella prima di tutti i credenti
e mi ha fatto re…
mi ha incoronato
mi ha battezzato con l’acqua del gelsomino
Grazie del tuo amore,
mi ha onorato, educato ed insegnato la scienza degli avi
mi ha concesso la felicità del Paradiso dinnanzi agli uomini.
Grazie…
dei giorni incerti sotto le volte delle nubi e l’acqua triste d’Ottobre,
degli attimi di smarrimento e di certezza.
Grazie dei tuoi occhi che viaggiano soli
verso le isole delle violette e della nostalgia.
Grazie…
di tutti gli anni trascorsi
perché sono gli anni più dolci.
Grazie del tuo amore
è il più caro e leale degli amici
è quello che piange sul mio petto
quando piange il cielo.
Grazie del tuo amore, è un’elica,
un pavone…menta…acqua,
una nuvola rosa che è passata per caso all’equatore,
è la sorpresa che disorienta i profeti.
Grazie dei tuoi capelli…distrazione del mondo,
ladri di ogni foresta di palme.
Grazie per ogni minuto…
i tuoi occhi ne sono stati generosi in un’epoca avara.
Grazie delle ore di imprudenza e di sfida
e della ricerca dell’impossibile…
Grazie di tutti gli anni del tuo amore
del loro autunno e del loro inverno,
delle nuvole e del sereno,
del reciproco contrasto del loro cielo.
Grazie per il tempo del pianto e le stagioni della lunga insonnia
Grazie per questa dolce tristezza…
Grazie per questa dolce tristezza…
Nizzar Qabbani
Tumblr media
18 notes · View notes
4lifesworld · 11 months
Text
Caro r,
Mi trovo qui, seduta a scrivere queste parole che racchiudono tutto l'amore che provo per te. È difficile esprimere a parole l'intensità dei sentimenti che mi legano a te, ma voglio provare a farlo, perché tu meriti di sapere quanto sei speciale per me.
Da quando ti ho conosciuto, la mia vita è cambiata in meglio. Sei la luce che illumina i miei giorni, la forza che mi spinge a superare ogni ostacolo. Ogni momento trascorso insieme è un tesoro prezioso, un ricordo che custodisco nel mio cuore.
Amo la tua dolcezza, la tua gentilezza e la tua premura. Sei lì per me in ogni momento, con un abbraccio caldo che mi fa sentire al sicuro. La tua presenza mi dà la certezza di essere amata e accettata per quella che sono, senza riserve.
Mi piace la tua risata contagiosa, che mi fa sorridere anche quando le cose sembrano difficili. Mi piace come riesci a farmi sentire speciale con un semplice gesto o una parola dolce. Mi piace come riesci a capirmi senza che io dica una parola e come riesci a farmi sentire completa anche quando mancano le parole.
Amo la tua determinazione e il tuo impegno nel perseguire i tuoi sogni. Mi ispiri a essere una persona migliore ogni giorno e mi sostieni in tutto ciò che faccio. Con te al mio fianco, so che posso affrontare qualsiasi sfida che la vita mi presenta.
Non posso immaginare il mio futuro senza di te. Spero che il nostro amore continui a crescere e a rafforzarsi con il passare del tempo. Voglio condividere con te ogni gioia, ogni sorriso e ogni lacrima.
Grazie per essere lì per me, per amarmi incondizionatamente e per rendere la mia vita completa. Sei il mio amore, il mio compagno, la mia anima gemella. Ti amo più di qualsiasi parola possa esprimere.
Con tutto il mio amore,
S🫶🏻
12 notes · View notes
suavisonus · 10 months
Text
Un tentativo fallito
Søren rimpianse Regine per tutta la vita, la osservava da lontano per cercare di capire se Regine provava ancora qualcosa per lui. Arrivò persino a scrivere al marito di lei una lettera chiedendo di poter parlare a Regine. Si ritiene che Johan, timoroso, la bruciò e non ne parlò con la donna. Di seguito la Lettera del 1849 a Regine, da Kierkegaard spedita, ma alla quale non ricevette mai risposta.
Allo stimatissimo signor X: la lettera acclusa è mia per la Vs. compagna di vita. Decidete Voi se consegnargliela o meno. Io non cerco, in modo alcuno, di potarVela via: intendo solo narrarle ciò che fummo, perché lei si senta libera di ricordare il bene, e il male, di quello che fu la nostra storia. Ho l’onore di professarmi Vostro devotissimo S.A.K
Mia Regine, il cuore, è come una casa subacquea ove vi sono molte stanze: giù nel fondo, poi, vi sono camere piccole, ma accoglienti, dove si può stare tranquillamente seduti, mentre fuori il mare tempestoso; in alcune di esse possiamo udire in lontananza il rumore del mondo (non angosciosamente assordante, ma sempre più fievole e quieto… sai perché? Perché gli abitanti di queste stanze sono coloro che s’amano). Ma da lungo tempo oramai, cara amica, non abiti più queste segrete magioni: io e te siamo separati, lontani nello spazio infinito del tempo, nella piccola circoscrizione dello spazio: non è poi così immensa Copenaghen! Ti scrivo ora, perché finalmente voglio che ti sia chiaro perché la nostra storia è finita. Da quando ti conobbi, ho sempre cercato di vivere artisticamente: volli farmi simile a te, cercando di ritrovare una sensibilità prontissima a cogliere ogni cosa fosse interessante nella tua vita: avevi il dono, cara amica, di saper presentare come arte (non la chiamerò poesia, perché tu con le parole non eri brava come con i suoni e con le immagini: eri erotica in ogni tuo gesto, come solo una ragazza della tua età può essere) qualsiasi cosa tu vivessi: era questo che mi aveva fatto innamorare di te, era questo che mi allontanava terribilmente da te. La tua arte, amica mia era il ‘di più’ che solo tu potevi donarmi, perché tutta la tua esistenza (bisogna dirlo!) era impostata sul godimento artistico: e un po’ di quel piacere eri riuscita a passarlo a me… il punto è che io non potevo vivere così in eterno, perché io non sono così, e pur di piacere a te, violentavo me stesso. Dolce tortura, ma pur sempre tortura! Da quando ti ho conosciuta, ho cercato per settimane, ovunque, la tua figura: sapevo che, attorno a te, girava un uomo di grande valore, e io di lui avevo paura perché egli ti era vicino, come uno spettro in una città morta: cosa avesse lui più di me, l’arguzia, l’aspetto… io non l’ho mai capito. Eppure, piccola Regine, ho avuto la fortuna di conquistarti, perché l’amore che io potevo offrirti (e lo sai) era perfetto e totale; il suo, era solo desiderio (anche tu lo desideravi? Immagino di sì, perché è difficile convivere col desiderio!) mentre la mia, era devozione. Forse tu non eri pronta a cotanto sentimento? La storia parlerà per noi. Regine… non ti chiamo ‘mia’ perché non lo sei mai stata (e io ho pagato duramente la felicità che l’idea di possederti mi dava un tempo)… e tuttavia, come posso non dire ‘mia’, dato che tu fosti per me ‘mia’ seduttrice, ‘mia’ assassina, origine della ‘mia’ sventura, ‘mia’ tomba… già. Ti chiamo ‘mia’, e parlando di me, mi chiamo ‘tuo’; tuo tormento vorrei essere, ricordarti con la mia oscura presenza, quello che fummo assieme come in un eterno incubo di morte… ma perché perseguitarti, quando – se mai in vita fui felice, fu quando tu m’ingannavi? Ma davvero poi il tuo corpo poteva così manifestamente mentire? E la tua mente, il luccichio dei tuoi occhi, erano davvero falsi come io ora credo? Regine mia, non c’è proprio nessuna speranza, davvero nessuna? Il tuo amore non si ridesterà mai più? Io lo so che, nonostante tutto e tutti, tu mi hai amato, benché non sappia dire donde mi venga questa certezza. Sono pronto ad aspettare a lungo; aspetterò, aspetterò fino a che non sarai sazia degli altri uomini, e quando il tuo amore per me risorgerà dalla tomba: allora, e solo allora, riuscirò ad amarti come sempre, e ti renderò grazie come un tempo, Regine, quando, poggiato al tuo seno, ascoltavo il dolce e regolare moto del tuo respiro, e ti ringraziavo per esser con me. Non potrai essere così crudele e spietata verso di me in eterno, mia Regine: giungerà il giorno del tuo perdono o del tuo ravvedimento… non ricordo neppure chi dei due distrusse la nostra storia. No Regine, chi abbia lasciato chi ora non conta.
Sei stata crudele con me, al pari di come io lo fu con te, è vero. In realtà, tu non lo sai, io ho taciuto il mio dolore e le poche cattiverie dette su di te non hanno che la consistenza dell’aria: solo Dio sa cosa ho sofferto (e voglia il Signore che nemmeno ora io te le racconti)! Mia Regine io ti devo molto… e ora che non sei più mia, ti offro una seconda volta ciò che posso e oso e conviene che ti offra: me stesso Sì, ti dono questo cuore che già in passato fu tuo, e lo faccio per iscritto, per non stupirti e non sconvolgerti. Forse la mia personalità ha fatto su di te un’impressione troppo forte, in passato: ciò non deve accadere una seconda volta, e se tu dovessi accettare la mia mano tesa, dovrebbe essere per vero amore, non per impressione. Mia Regine, prima di dirmi di no!, ti prego, rifletti seriamente (per amore di Dio nei cieli) se puoi, o meno, parlarne con me con serenità, e in tal caso se preferisci farlo per lettera o direttamente a voce. Se invece tu, dopo accurata riflessione, decidessi comunque di non darmi più alcuna risposta, se la tua risposta al mio amore fosse ‘no’, ricorda almeno – per amor del cielo – che per te, e solo per te, ho fatto, e rifarei mill’altre volte, questo passo.
In ogni caso resto, quale sono stato dall’inizio fino a questo momento, sinceramente il tuo devotissimo S.A.K.
16 notes · View notes