#scelta di serie b
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pettirosso1959 · 1 year ago
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Dedicato alle capre antisemite.
LA VERITA' SUGLI EBREI IN ERETZ ISRAEL, O PALESTINA
Di Indro Montanelli
Nel 1876, assai prima dunque della nascita del sionismo, vivevano a Gerusalemme 25.000 persone, delle quali 12.000, quasi la metà, erano ebrei, 7500 musulmani e 5500 cristiani. Nel 1905 gli abitanti erano saliti a 60.000. Di questi 40.000 erano ebrei, 7000 musulmani e 13.000 cristiani. Nel 1931 su 90.000 abitanti, gli ebrei erano 51.000, i musulmani 20.000 e i cristiani 19.000. Nel 1948, alla vigilia della nascita dello Stato ebraico, la popolazione di Gerusalemme era quasi raddoppiata: 165.000 persone, di cui 100.000 ebrei, 40.000 musulmani e 25.000 cristiani. La presenza ebraica a Gerusalemme ha sempre costituito il nucleo etnico numericamente più forte. Di nessun altro popolo Gerusalemme è mai stata capitale. E’ quindi una leggenda l’affermazione che gli ebrei siano stati assenti da Gerusalemme per quasi venti secoli o che costituissero una insignificante percentuale della popolazione.
Prima che scoppiasse la seconda guerra mondiale, il nazismo in Germania già perseguitava i suoi 500.000 cittadini ebrei. Le disperate richieste di quegli ebrei di essere accolti nei paesi democratici al fine di evitare quello che già si profilava chiaramente come il loro tragico destino, vennero respinte.
Nel luglio 1938, i rappresentanti di trentuno paesi democratici s’incontrarono a Evian, in Francia, per decidere la risposta da dare agli ebrei tedeschi. Ebbene, nel corso di quella Conferenza, la risposta fu che nessuno poteva e voleva farsi carico di tanti profughi. Dal canto suo la Gran Bretagna, potenza mandataria della Palestina, venendo meno al solenne impegno assunto verso gli ebrei nel 1917 di creare una National Home ebraica in Palestina, nel 1939 chiudeva la porta proprio agli ebrei con il suo Libro Bianco, nel vano tentativo d’ingraziarsi gli arabi.
E’ stata questa doppia chiusura a condannare a morte prima gli ebrei tedeschi e poi, via via che la Germania nazista occupava l’Europa, gli ebrei austriaci, cechi, polacchi, francesi, russi, italiani, e così via. Il costo per gli ebrei d’Europa, che contavano allora una popolazione di dieci milioni, fu di sei milioni di assassinati, inclusi un milione e mezzo di bambini. Appena finita la seconda guerra mondiale i 5/600.000 ebrei superstiti, in massima parte originari dell’Europa orientale, si trovarono senza più famiglia, senza amici, senza casa, senza poter rientrare nei loro paesi, dove l’antisemitismo divampava (in Polonia ci furono sanguinosi pogrom persino dopo la guerra, e nell’Unione Sovietica Stalin dava l’avvio a una feroce campagna antiebraica).
Tra il 1945 e il 1948 nessun paese occidentale, Gran Bretagna e Stati Uniti in testa, volle accogliere neanche uno di quel mezzo milione di ebrei “displaced persons”, come venivano definiti dalla burocrazia alleata. La Palestina, malgrado la Gran Bretagna e il suo Libro Bianco, sempre in vigore anche dopo la fine della seconda guerra mondiale, non fu quindi una scelta, ma l’unica speranza, cioè quella del “ritorno” a una patria, all’antica patria, una patria dove da tempo si era già formata una infrastruttura ebraica.
Nel passato la vita degli ebrei nei paesi islamici e negli stessi paesi arabi è stata nell’insieme sopportabile. Di serie B, ma sopportabile. Gli arabi hanno incominciato a sviluppare in Palestina un odio “politico” nei confronti degli ebrei pochi anni dopo l’inizio, nel 1920, del Mandato britannico. L’odio, sapientemente fomentato dai capi arabi, primo tra i quali il Gran Muftì di Gerusalemme (che durante la seconda guerra mondiale avrebbe raccolto volontari per formare una divisione SS araba andata poi a combattere a fianco dei tedeschi contro l’Unione Sovietica), doveva culminare, dopo molti altri gravi fatti di sangue antiebraici, nella strage perpetrata a Hebron nel 1928 contro l’inerme, antica comunità religiosa ebraica.
Chiunque abbia viaggiato e vissuto nei paesi arabi durante le guerre del 1947-1973, sa che l’intera coalizione araba (Egitto, Siria, Iraq e Giordania) con il sostegno dei paesi arabi moderati, avevano un solo scopo che non veniva tenuto celato: il compito non era dare una patria ai palestinesi. Era cancellare ed annientare lo Stato di Israele. Le tragiche vicende che hanno successivamente tormentato il popolo palestinese sono state sempre per mano araba. Due i fatti impossibili da dimenticare: lo sterminio dei palestinesi in Giordania per mano di re Hussein e delle sue artiglierie, dove, solo il primo giorno del terribile “Settembre Nero” si contarono 5.000 morti; le stragi nel Libano, dove i palestinesi sono stati assediati ed attaccati, distrutti e costretti alla fuga dai miliziani sciiti di “Amal” e dai siriani.
Così scriveva Montanelli: “Che i profughi palestinesi siano delle povere vittime, non c’è dubbio. Ma lo sono degli Stati Arabi, non d’Israele. Quanto ai loro diritti sulla casa dei padri, non ne hanno nessuno perché i loro padri erano dei senzatetto. Il tetto apparteneva solo a una piccola categoria di sceicchi, che se lo vendettero allegramente e di loro propria scelta. Oggi, ubriacato da una propaganda di stampo razzista e nazionalsocialista, lo sciagurato fedain scarica su Israele l’odio che dovrebbe rivolgere contro coloro che lo mandarono allo sbaraglio. E il suo pietoso caso, in un modo o nell’altro, bisognerà pure risolverlo. Ma non ci si venga a dire che i responsabili di questa sua miseranda condizione sono gli «usurpatori» ebrei. Questo è storicamente, politicamente e giuridicamente falso.”
(Dal «Corriere della Sera», Indro Montanelli, 16 settembre 1972).
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abr · 8 months ago
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L’applicativo israeliano “acchiappa topi” (terroristi) si chiama Lavender e funziona (...) incrociando dati da Internet, dalle reti di comunicazione terrestri, da video, immagini, dati vocali e così via, denominati collettivamente “surveillance data”, i quali vengono elaborati (AI?) e trattati (...) per generare i bersagli umani.
Stando alle fonti di stampa internazionale, Lavender avrebbe individuato dall’inizio del conflitto 37 mila miliziani di Hamas (...). Ufficialmente, Israele ha negato l’esistenza di questa “killing list”, preferendo parlare di un programma di database, per incrociare i dati che provengono dall’Intelligence. (...) Data la notevole entità del numero dei bersagli, (...) la decisione di colpire il bersaglio é automatica, affidata all'app. (l’intervento umano si limita a verificare che quello da abbattere sia un uomo).
(L)a cosa non è priva di problemi, visto che così facendo è la macchina a condurre la guerra, con i possibili errori del caso, valutati statisticamente al 10 per cento delle decisioni di attacco. Sotto la guida di Lavender (...) Israele lancia sui potenziali bersagli delle “Dum(b) bomb” (bombe stupide) che (...) fanno molti danni (...), come è ben visibile dal numero elevato di edifici distrutti a Gaza (...); le Db colpiscono gli alloggi dove i terroristi risiedono con le loro famiglie, con il risultato di eliminare gli uni e le altre.
Forse é stato proprio un errore di Lavender a ordinare al drone di distruggere un intero convoglio in cui hanno perso la vita sette volontari dell’aiuto umanitario a Gaza. (...).
via https://opinione.it/esteri/2024/04/11/maurizio-guaitoli-guerra-ucraina-russia-israele-hamas/
Per me "colpire largo" é scelta voluta: le famiglie dei "martiri" di hamas ricevono generose pensioni oltre che prestigio sociale, ragion per cui cala il deterrente israeliano per "bilanciare" l'incentivo ad averci terroristi in famiglia. O a sentirsi eroi della solidarietà Ong in trasferta. Della serie, nessun pasto è gratis. Come in Cisgiordania: anche lì le famiglie dei terroristi vengono compensate dall'Autorità Palestinese e da tempo scatta il controincentivo della rasatura al suolo della casa. Azione-reazione, a merda merda e mezza o, in francese, à la guerre comme à la guerre - m'han sempre fatto molto ridere per non piangere quelli che parlano di "etica" nel monnezzaio sbudellatore bipartizan di un conflitto.
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generalevannacci · 10 months ago
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Carlo Cunegato
Quello che è successo nel weekend scorso a Valdagno è davvero sintomatico del declino della sanità pubblica veneta. I tagli, la mancanza di programmazione, la privatizzazione stanno svuotando alcuni servizi rendendo alcuni territori privi di diritti essenziali e i loro abitanti cittadini di serie b.
Sul Giornale di Vicenza oggi denuncio la scelta di chiudere il reparto di ortopedia di Valdagno il sabato e la domenica. Questa decisione è davvero drammatica e pericolosa per i pazienti, perchè comporta massicci spostamenti per tutti i ricoverati per problemi ortopedici. Già nella giornata di venerdì 2 febbraio sono stati trasferiti i primi pazienti ad Arzignano. Questo ha determinato un trauma e un sicuro problema per quelle persone, spesso anche molto anziane, che magari si erano appena stabilizzate.
Questa scelta sbagliata, crea non solo uno scompenso nei pazienti già fragili, ma anche un grande problema gestionale da parte del reparto che riceve una mole di nuovi pazienti nel giro di una mattinata. Diventa inoltre davvero problematica la presa in carico di pazienti che erano ricoverati in un altro reparto da parte di medici, infermieri e personale sanitario e la qualità della cura rischia di abbassarsi notevolmente.
La sola immagine dello spostamento massiccio dei pazienti nel weekend è inquietante, è l’immagine del declino della sanità veneta. Non vorremmo che questo fosse l’inizio di un processo che tende a smobilitare un reparto così importante e imprescindibile per l’ampio territorio che serve. La qualità della cura dei cittadini subirebbe una drastica e ingiusta caduta.
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diceriadelluntore · 10 months ago
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Storia Di Musica #312 - The xx, The xx, 2009
Il mese dei dischi dallo stesso titolo dei propri autori si chiude con una scelta più recente, e spero creativa. La musica degli ultimi anni ha bisogno di sedimentarsi, per tutta una serie di ragioni (il modo in cui se ne fruisce, lo scenario generale in cui nasce, lo stesso ruolo della musica che è cambiato in pochi anni) al netto della qualità che rappresenta: sebbene la patente di “classico” nella musica si dà con una certa facilità e spesso anche secondi criteri più discutibili del solito, ci sono stati artisti negli ultimi anni che hanno dato contribuito eccellenti alla storia della musica popolare occidentale (che è quella che maggiormente rappresento qua, solo per questo l’ho specificato). E la sensazione a volte che non si era sbagliato la si ha dopo un po’ di tempo, nemmeno poi tanto, basta un riascolto dopo pochi anni per arricchire le sensazioni che si provavano al primo ascolto a caldo (o per cambiarle in maniera diametralmente negativa, può benissimo succedere così). Il disco di oggi ci porta a Londra nella prima metà degli anni 2000, ad un gruppo di ragazzi che frequenta la Elliot School di Putney: questa è una cosiddetta sixth form college, una scuola di potenziamento pre-universitario dove i ragazzi dai 16 ai 19 anni studiano a livello più avanzato alcune discipline. Qui si incontrano 4 studenti: Romy Madley Croft, cantante e chitarrista, Oliver Sim, bassista e cantante, Jamie Smith, tastiere e ritmica elettronica e la tastierista Baria Qureshi. Tutto inizia su Myspace, leggendario social network fondato nel 2003 da Tom Anderson, dove la musica dei quattro con i testi di Crof e Sim è condivisa con dei primi demo, embrioni delle canzoni che arriveranno di lì a poco. Scelgono un nome interessante (siamo nel 2005): The xx, perché avevano tutti appena compiuto venti anni (e XX è venti in numeri romani), perché in inglese si pronuncia come “excess” e poi perché le due “x” richiamano alla mente le tre che caratterizzano i prodotti pornografici. Nel giro di qualche anno, si fanno un nome nei piccoli club per la loro musica intrigante, un mix elegante e misterioso di elettronica, con guizzi romantici e di atmosfera, dovuti alle due bellissime voci di Croft e Sim, che si completano a meraviglia; nel frattempo Jamie Smith sceglie il nome d’arte di Jamie xx. Alcuni loro demo arrivano ad una piccola etichetta indipendente, la Young Turks Record, che li affida alle cure di un giovane produttore scozzese, Rodaidh McDonald, che proprio con gli XX inizierà una proficua carriera come produttore di musica di qualità.
Le registrazioni furono effettuate in un piccolo garage adibito a studio nella zona di Ladbroke Grove, a Londra, nel 2008, quasi sempre di sera e di notte, anche con idee un po’ strane: le linee di basso di Sim furono registrate dal bassista nel corridoio adiacente, per avere un suono più ovattato, e la caratteristica di musica “notturna” pervade tutto il disco. The xx esce a maggio del 2009 ed è un disco d’esordio che non passa inosservato. In piena “mania” di definizioni musicali, il loro è un album che ha molteplici influenze (tracce di post-punk, dream pop, dubstep, indie pop e R&B compaiono a impulsi qua e là) ma si concentrano in canzoni tanto semplici quanto uniche e misteriose, eleganti, ma che vibrano di emozioni e hanno degli arrangiamenti che spiazzano per la loro impeccabile luminosità. I battiti pulsano anziché schiantarsi; le chitarre sono pizzicate e pizzicate ad arte; e la voce raramente supera un sospiro malinconico, considerazione che quasi stride non solo con la musica che all’epoca li circondava (il nu metal, il nuovo r&b, il primo grande dilagare del rap) ma con la stessa irruenza che solitamente le giovani band propongono nei primi lavori. Anche i titoli delle loro canzoni sono il mix perfetto di conciso ed evocativo. Tra le gemme la strumentale Intro, che verrà saccheggiata in decine di programmi tv, serie, pubblicità, ma ha la sua consacrazione durante le Olimpiadi Invernali di Vancouver nel 2010 dove veniva usata come colonna sonora dei momenti precedenti le premiazioni degli atleti. Le chitarre innocenti di VCR suggeriscono la passione della band per l'indie pop radicalmente semplice degli Young Marble Giants; Crystalised, magnifica, è uno dei meravigliosi duetti tra Croft e Sim, che qui sono capaci di portare l’impressione che sia una conversazione tra innamorati, riaffermando cosa significa veramente "cuore a cuore". Il lato più sensuale dello stesso concetto c’è invece nella ritmica Islands (Underneath and unexplored\Islands and cities I have looked\Here I saw\Something I couldn't over look\I am yours now\So now I don't ever have to leave\I've been found out\So now I'll never explore). C’è Infinity che si appoggia più sulle radici post-punk (ed è stupenda, anche nell’interpretazione di Croft), e Heart Skips A Beat ha una ritmica intrigante e complessa. Croft e Sim cantano anche da soli bene nei loro turni solisti (Sim brilla in particolare nella spaziosa Fantasy), ma insieme sono davvero ispirati: Basic Space ne è la prova che c’è chimica tra Croft e Sim, in un brano che sa di anni passati e di meraviglie pop, ma che è comunque ricca di dettagli sottilmente affascinanti (il drum beat e la chitarra un po’ sudamericana).
Tutte le riviste del settore ne sono stregati: il New Musical Express lo inserisce subito nella lista dei 500 dischi migliori di tutti i tempi, Rolling Stone nei 100 migliori album di debutto di sempre, il disco otterrà numerose certificazioni di vendite e proietta i quattro nei festival più famosi del mondo, spesso in apertura a grandi artisti (tra le loro performance più belle, quelle in apertura ai concerti di Florence + The Machine). Ma non tutto va bene: Baria Qureshi, in contrasto con gli altri tre, abbandona il gruppo. Ma la magia non si interrompe: Coexist del 2012 riprende da dove The xx finisce, stavolta in un trio che continuerà ad ammaliare sussurrando le proprie canzoni, come se fosse proibito alzare la voce.
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deathshallbenomore · 1 year ago
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forse acconciarmi i capelli come una dama del settecento con poco talento per trecce e varie E abbinare questa scelta al tipico outfit domenicale di vestiti casual di serie b che non userei in settimana PER andare al lidl non è stata la mia scelta di stile più oculata. gli orrori sono tanti ma io persevero
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bloodyfairy83 · 9 months ago
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Maniac Cop - Poliziotto sadico (William Lustig, 1988)
Un misterioso poliziotto terrorizza gli abitanti di New York compiendo efferati crimini. I sospetti cadono sull'agente Jack Forrest, ma il tenente McCrae che si occupa del caso è convinto che il responsabile dei delitti sia qualcun altro.
Diretto da William Lustig ( noto per il suo rude slasher "Maniac") e scritto da Larry Cohen, "Maniac Cop - Poliziotto sadico" è sicuramente un buon b-movie che non brilla per originalità ma è considerato un piccolo cult amato dagli appassionati dell'horror nonostante il cattivo in questione non sia diventato una vera e propria icona horror. Maniac Cop mischia l'azione e il poliziesco allo slasher, creando un clima di tensione grazie anche all'ambientazione cupa e inquietante.
La scelta del villain in divisa da poliziotto inoltre funziona alla grande, difatti la paura e la diffidenza verso chi dovrebbe proteggere i cittadini fa nascere una vera e propria psicosi collettiva. Degna di nota anche la scelta degli attori principali: Jack Forrest il poliziotto sospettato per i crimini interpretato dal mitico Bruce Campbell affiancato da Tom Atkins, nel ruolo del detective Frank McCrae e Laurene Landon che interpreta Theresa Mallory la coraggiosa collega e amante di Jack Forrest.
Avrei sicuramente preferito qualche sequenza più cruenta e sanguinosa e un po' meno action ma tralasciando questo il film riesce comunque ad intrattenere e divertire lo spettatore senza annoiare.
Qualche anno dopo Lustig girerà i sequel: "Maniac Cop 2 - Il poliziotto maniaco" nel 1990 e nel 1992 l'ultimo della trilogia "Maniac Cop 3 - Il distintivo del silenzio".
Qualche anno fa invece si vociferava di una serie tv per la HBO diretta e prodotta da Nicolas Winding Refn basata sulla trilogia... staremo a vedere.
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co-arch · 2 years ago
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CESARIN SHOWCOOKING
Uno spazio teatrale per lo showcooking in legno all’interno di una fabbrica produttiva di frutta candita. Ci troviamo all’interno di una fabbrica che produce frutta candita, da più di cent’anni, nella Valdalpone, area agricola tra Verona e Vicenza famosa per le piantagioni di Prunus Avium, gli alberi di ciliegie. L’intervento è al primo piano di una palazzina produttiva con tetto a falda, un’altezza interna di circa cinque metri e doppie finestre sul perimetro. L’esigenza era quella di realizzare uno spazio showcooking dove poter girare video dimostrativi per l’impiego dei loro prodotti di pasticceria, una cucina con i relativi servizi e una nuova sala riunioni. Data l’altezza dello spazio interno, la strategia è stata quella di inserire un nuovo volume in legno a doppia altezza che si distaccasse dall’interno esistente industriale e che potesse ospitare tutte le funzioni richieste. L'eredità industriale è visibile nelle putrelle a vista sulle pareti perimetrali, che, verniciate come le pareti, sono come una tela bianca che mette in risalto le linee del progetto. Il volume in legno mette in evidenza l'altezza del soffitto, definendo con giochi di pieni e di vuoti il ritmo degli spazi e creando visuali interne inedite. Il nuovo volume è stato progettato come un grande mobile, ispirato al quadro di Antonello da Messina “San Girolamo nello studio”, vera e propria ossessione, in cui un uomo rinascimentale lavora all’interno di un mobile abitabile. Dipinto noto anche per l’uso impeccabile della prospettiva, restituendo l’immagine di uno spazio vissuto ma insieme utopico e rigoroso. L’altro richiamo è al teatro dovendo realizzare un’area scenica non immediatamente visibile entrando. Per enfatizzare l’aspetto teatrale dello spazio sono state utilizzate, per oscurare le numerose finestre, tende chiare ondulate, che ricordano il sipario. Il volume è stato progettato come una vera e propria casa in legno, con struttura a balloon frame con pilastri e travi in abete, rivestiti in legno di Okumè, che ricorda nel colore il legno del ciliegio; infatti, il prodotto di punta dell’azienda sono le ciliegie. La tecnologia di costruzione è stata scelta per la leggerezza e per facilitare il trasporto e il montaggio. Gli interni del nuovo volume sono stati progettati per contenere tutte le funzioni richieste: a piano terra vicino all’ingresso una piccola area caffè, una seduta e una zona guardaroba, poi proseguendo lungo il corridoio una scala porta al piano soppalco, dietro una porta a filo muro ci sono i bagni dei clienti e proseguendo si apre la sala principale dove si trova il bancone, la cucina con il magazzino e il bagno del personale. Al piano soppalco una sala riunioni con un grande tavolo centrale. La struttura in legno è stata realizzata da una carpenteria dell’Alto Adige. Con cui è stato fatto un lavoro molto interessante sulla prefabbricazione degli elementi strutturali, che ha consentito oltre a velocità e precisione, una qualità altrimenti impossibile. Brand ARREDI E RIVESTIMENTO – Furniture and wood - Rabatto S.r.l. STRUTTURA LEGNO – Wood structure Idealhouse SRL – GMBH / Ainhauser GMBH TENDE – Curtains B&B Group srl PAVIMENTI E RIVESTIMENTI - Flooring Forbo S.r.l. INSTALLAZIONE RIVESTIMENTI DA – Flooring Biraschi S.r.l. IMPIANTO ELETTRICO – Electrical and light Flli Bari S.r.l. IMPIANTO IDRAULICO – HVAC Termoidraulica Valdalpone S.r.l. Luci / Lights Rossini Group S.r.l. https://rossinigroup.it/serie/hole/ Creative Cable https://www.creative-cables.it/sospensioni-con-paralume/19544-lampada-a-sospensione-made-in-italy-completa-di-lampadina-cavo-tessile-paralume-tub-e14-e-finiture-in-metallo.html Sedute / Seating Bd15 chairs – Equilibri Furniture ( design co.arch studio) https://www.equilibri-furniture.com/prodotti/bd15/ PROGETTO DEFINITIVO ESECUTIVO E DIREZIONE LAVORI A project by co.arch studio ARCHITECTURE Principal architects Andrea Pezzoli and Giulia Urciuoli team Matteo Torti, Deniz Agaoglu http://coarchstudio.it https://www.instagram.com/co.arch.studio/ ENGENEERING Ing Emanuele Fornalè https://studiofornale.it/ Photos by SIMONE BOSSI https://www.simonebossi.it/photographer/ https://www.instagram.com/simonebossiphotographer/ RASSEGNA STAMPA https://www.archdaily.com/997399/cesarin-showcooking-crch-studio https://divisare.com/journals/940 https://decor.design/it/cesarin-showcooking-studio-co-arch/ https://divisare.com/projects/475901-co-arch-simone-bossi-cesarin-showcooking https://homeadore.com/2023/04/21/cesarin-showcooking-industrial-design-meets-wooden-elegance/ https://www.gooood.cn/cesarin-showcooking-by-co-arch-studio.htm https://www.archiportale.com/news/2023/04/case-interni/uno-spazio-teatrale-per-il-cesarin-showcooking_93424_53.html https://wooooooow.cn/cesarin-showcooking-italy-co-arch-studio/ https://www.matrix4design.com/it/architettura/co-arch-uno-spazio-teatrale-per-lo-showcooking-in-azienda/ https://www.thisispaper.com/mag/cesarin-project-co-arch
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sorella-di-icaro · 2 years ago
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Marilyn Monroe
Nasce a Los Angeles il 1° giugno 1926 ma, a causa dei problemi di salute mentale della madre, viene data a una famiglia affidataria.
Il 19 giugno 1942 si sposa con un vicino, Jim Dougherty.
Nel 1945 viene notata da un fotografo mentre lavora in fabbrica e inizia a lavorare come fotomodella, l'anno successivo divorzia dal marito.
Nel 1946 ottiene il primo contratto di sei mesi con la Fox, le chiedono di assumere un nome d'arte, alla fine la scelta è Marilyn Monroe.
Ottiene un secondo contratto temporaneo con la Columbia, recita in film di serie B e continua a posare per le pubblicità.
Nel 1953 i ruoli in Niagara e Gli uomini preferiscono le bionde fanno di lei una star.
Sposa il campione di baseball Joe Di Maggio il 14 gennaio 1954; nel 1955 spopola con l'interpretazione in Quando la moglie è in vacanza e divorzia.
Si trasferisce nel 1956 a New York per studiare recitazione, conosce e sposa il commediografo Arthur Miller il 29 giugno 1956.
Subisce una serie di aborti e il rapporto con il terzo marito si deteriora: divorziano il 21 gennaio 1961.
Nel 1959 e nel 1962 vince il Golden Globe come migliore attrice.
Viene trovata morta il 5 agosto 1962.
Arrivata a Hollywood grazie al lavoro di fotomodella, Marilyn Monroe diventa una delle attrici più conosciute al mondo.
Lavora con i migliori registi di Hollywood e interpreta la protagonista di film che hanno fatto la storia del cinema.
Al successo professionale non corrisponde una felice vita privata: oltre a tre matrimoni falliti e l'impossibilità di avere figli, riesce a gestire la fama solo con alcol e tranquillanti, in un mix che la porta alla morte (forse accidentale) a soli 36 anni.
Fonte: studenti.it
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ma-come-mai · 2 years ago
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Attenta analisi da condividere ovunque, anche in Europa.
"Da un anno sono possessore di una auto Full Electric di ultima generazione: una Peugeot E-208 con una batteria da 50 KWh.
Mi sono fatto convincere dalle fandonie raccontate sul fatto che le auto elettriche sarebbero molto più convenienti di quelle con motore termico. Ebbene, posso dire con certezza, scontata sul mio portafogli, che le auto elettriche sono una colossale fregatura.
L'Unione Europea, non ho ben capito con quale logica e per quale interesse, spinge fortemente per la conversione totale della mobilità dal termico all'elettrico. I principali argomenti per convincere gli utenti a passare all'elettrico sono la scelta ecologica ed il risparmio.
Quanto alla valenza ecologica dei motori elettrici, non ho gli elementi per affermare se sussiste veramente ma ho seri dubbi anche in considerazione dell'enorme problema relativo allo smaltimento delle batterie esauste.
Per quanto riguarda invece la assoluta antieconomicità delle auto elettriche, e, problema di non secondaria importanza, la loro faticosissima fruibilità, ebbene qui ho solo certezze, raggiunte dopo un anno di calvario, sia pratico che economico.
Innanzitutto voglio spendere una parola sulla indegna malafede speculativa rappresentata dal costo addebitato all'utente per la energia erogata dalle colonnine pubbliche.
A fronte di un costo medio della energia domestica pari ad € 0,52/KWh, ho dovuto riscontrare che per le ricariche alle colonnine pubbliche viene praticato un costo pari ad euro 0,89/KWh, ovvero quasi il doppio.
Riguardo poi alla infruibilità delle auto elettriche, faccio presente che i motori elettrici di nuova generazione necessitano di batterie con una capacità di almeno 40kwh, che, a causa della rilevanza di tale capienza, necessitano di essere ricaricate quasi esclusivamente presso i punti di ricarica veloce visto che, con una ricarica lenta, per raggiungere il 100% ci vorrebbero almeno 14 ore.
Quindi il problema della scarsissima disponibilità di punti di ricarica pubblici viene enormemente acuito dalla necessità di accedere esclusivamente ai punti di ricarica veloce, che sono circa il 20% della totalità.
Da ciò deriva che se devi fare un viaggio, o ti prendi due giorni per fare 400 km oppure ti fermi almeno un paio di volte per ricaricare nelle postazioni di ricarica veloce, con una attesa per ogni ricarica di minimo un'ora (purtroppo anche la storia che con 20 minuti si raggiunge l'80% della ricarica è un'altra fandonia: ce ne vogliono almeno 40).
Si aggiunga poi che sulla rete autostradale italiana i punti di ricarica veloce sono rarissimi, il che significa che ogni volta che si ha bisogno di ricaricare si deve uscire dall'autostrada e percorrere a volte diversi chilometri aggiuntivi per raggiungere la postazione.
In sostanza un viaggio che con un motore termico richiederebbe tre ore di percorrenza, con un motore elettrico, se si è fortunati a trovare le colonnine funzionanti e libere, se ne impiegano almeno sei!
Veniamo ora alla tanto sbandierata "economicità" delle auto elettriche.
Mettiamo a paragone una piccola utilitaria con batteria da 40kWh ed autonomia di 170 km (che è la reale autonomia su percorso extraurbano rispettando i limiti di velocità, alla faccia della autonomia di 350 km dichiarata dalla casa), con la stessa utilitaria con motore termico a benzina e Gpl:
A) un "pieno" di energia effettuato collegandosi ad una utenza domestica costa € 20,80 (€ 0,52 x 40kwh = € 20,80);
B) un "pieno" di energia effettuato collegandosi alle colonnine pubbliche costa € 35,60 (€ 0,89 x 40kwh = € 35,60);
C) un pieno di 40 litri di benzina costa € 74,40 (€ 1,86 x 40lt = € 74,40);
D) un pieno di 40 litri di Gpl costa € 29,44 (€ 0,736 x 40lt = € 29,44).
Nel paragone va considerato un "piccolo particolare": con un pieno di energia si percorrono al massimo 170 km, mentre con un pieno di benzina si percorrono almeno 680 km (considerando un consumo medio di 17 km/l) e con un pieno di Gpl se ne percorrono 560 (calcolando un consumo di 14 km/l).
E qui casca l'asino:
- costo a km di una ricarica domestica = € 0,122 (€ 20,80 ÷ 170km = € 0,122)
- costo a km di una ricarica pubblica = € 0,217 (€ 35,60 ÷ 170km = € 0,209)
- costo a km di un pieno di benzina = € 0,109 (€ 74,40 ÷ 680km = € 0,109)
- costo a km di un pieno di Gpl = € 0,052 (€ 29,44 ÷ 560km = € 0,052).
Quindi, tirando le somme, un pieno di carica elettrica alla colonnina costa il quadruplo di un pieno di GPL.
Il tutto senza considerare che una auto elettrica costa il 30% in più rispetto ad una pari modello termica e che una auto termica può durare anche 15 anni mentre una auto elettrica all'esaurimento delle batterie o della garanzia sulle medesime (dopo non più di 8 anni) vale zero.
Alla faccia delle "scelte ecologiche" per le quali subiamo pressioni da anni: facile così, tanto paga Pantalone.
A questo punto si può giungere ad una sola conclusione: "va bene il Green, il rispetto dell'ambiente, l'etica ambientalista, va bene tutto, ma non a spese nostre, non costringendoci a spendere il quadruplo, e, soprattutto, non speculandoci sopra perché quando si tratta di mettere mano al portafogli la gente non è stupida".
(Web)
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tarditardi · 5 months ago
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Frontemare Rimini, un grande weekend: 12/07 Marinai, 13/07 Summer Fest, 14/07 Apericena Latino 
Dopo la "Notte Rosa" il Frontemare Rimini è pronto a proporre una serie di eventi da non perdere. 
Venerdi' 12 luglio al TOP Club Show Dinner, il venerdì notte di Frontemare Rimini, l'evento è a tema "Marinai", la cena a tema dedicata alle meraviglie del mare. Per questa occasione gli chef hanno pensato ad un menù speciale e all'allestimento di una griglia per la cottura dei sardoncini vista mare. La cena inizierà alle ore 21.00, che a scelta del cliente, sarà di pesce servita al tavolo oppure a buffet con bere incluso. Per i clienti che sceglieranno di gustare la cena servita, verrà offerta un'esclusiva: una pregiata bottiglia di Franciacorta Brut Contadi Castaldi inclusa nel prezzo ogni quattro persone. 
Durante lo show dinner il pubblico verrà rapito da performance eccezionali con ballerini professionisti, spettacoli mozzafiato, musica live, scenografie eclettiche che creeranno un'atmosfera magica.  Dalle ore 23.30 avrà inizio la serata disco con i dj set di Sangio e Gianni Morri accompagnati dalla voce di Isa B.. Quest'ultima è stata la prima vocalist italiana a lavorare al Pacha di Ibiza ed un'eccezionale conduttrice televisiva e radiofonica. 
Sabato 13 luglio la serata è "Summer Fest". Il party avrà inizio alle 20:30 con la cena che, a scelta del cliente, sarà servita (con menù di carne o di pesce rinnovato con nuove prelibatezze culinarie) oppure a buffet. Dalle 22:30, i riflettori si accenderanno sul palco per il concerto live della band "Moka Club", che dal 1995 solcano i palchi di tutta Italia con musica, coreografie danzate ed intrattenimento.  A seguire il dj set con la migliore musica del momento di Fabrizio Fratta e Giovanni Lombardo accompagnati dalla voce di Mr. Kevin. 
Domenica 14 luglio l'apericena latina del Frontemare accoglierà tutti gli amanti della musica latinoamericana. 
Dalle ore 19:00 avrà inizio l'apericena con buffet illimitato e drink incluso. Dalle 20:30 il dj Mauro Catalini assieme alla travolgente animazione dello staff UrbanItaly inizieranno a scaldare la pista con la più bella musica su cui ballare salsa, bachata, reggaeton… e tanto altro!  Mauro Catalini, nato a Trelew provincia del Chubut della Repubblica Argentina inizia a lavorare con la musica Latina nel 1990, come insegnante di ballo, per poi continuare come DJ e organizzatore di eventi e serate dal 1991 ad oggi. Vanta  tantissime collaborazioni con cantanti di fama mondiale, nel 2014 ha aperto il concerto di Romeo Santos e nel 2016 quello di Marc Anthony. 
+39 0541478542 
www.frontemarerimini.com [email protected]
Frontemare, il Regno del Divertimento a Rimini, offre un'esperienza unica. Situato in posizione privilegiata di fronte al mare della Riviera, il locale si presta perfettamente per dinner party, serate a tema, concerti live e dj set. Aperto ogni venerdì, sabato e domenica, Frontemare ha ideato tre serate per accontentare gli appassionati di ogni genere musicale. Dal TOP Club del venerdì, lo Show Dinner più elegante della Riviera, ai coinvolgenti concerti live delle migliori band il sabato, fino ad arrivare all'atmosfera vibrante dell'Apericena Latina della domenica sera. Il locale è poi predisposto all'organizzazione di cene aziendali, compleanni ed eventi privati.
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djs-party-edm-italia · 5 months ago
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Frontemare Rimini, un grande weekend: 12/07 Marinai, 13/07 Summer Fest, 14/07 Apericena Latino 
Dopo la "Notte Rosa" il Frontemare Rimini è pronto a proporre una serie di eventi da non perdere. 
Venerdi' 12 luglio al TOP Club Show Dinner, il venerdì notte di Frontemare Rimini, l'evento è a tema "Marinai", la cena a tema dedicata alle meraviglie del mare. Per questa occasione gli chef hanno pensato ad un menù speciale e all'allestimento di una griglia per la cottura dei sardoncini vista mare. La cena inizierà alle ore 21.00, che a scelta del cliente, sarà di pesce servita al tavolo oppure a buffet con bere incluso. Per i clienti che sceglieranno di gustare la cena servita, verrà offerta un'esclusiva: una pregiata bottiglia di Franciacorta Brut Contadi Castaldi inclusa nel prezzo ogni quattro persone. 
Durante lo show dinner il pubblico verrà rapito da performance eccezionali con ballerini professionisti, spettacoli mozzafiato, musica live, scenografie eclettiche che creeranno un'atmosfera magica.  Dalle ore 23.30 avrà inizio la serata disco con i dj set di Sangio e Gianni Morri accompagnati dalla voce di Isa B.. Quest'ultima è stata la prima vocalist italiana a lavorare al Pacha di Ibiza ed un'eccezionale conduttrice televisiva e radiofonica. 
Sabato 13 luglio la serata è "Summer Fest". Il party avrà inizio alle 20:30 con la cena che, a scelta del cliente, sarà servita (con menù di carne o di pesce rinnovato con nuove prelibatezze culinarie) oppure a buffet. Dalle 22:30, i riflettori si accenderanno sul palco per il concerto live della band "Moka Club", che dal 1995 solcano i palchi di tutta Italia con musica, coreografie danzate ed intrattenimento.  A seguire il dj set con la migliore musica del momento di Fabrizio Fratta e Giovanni Lombardo accompagnati dalla voce di Mr. Kevin. 
Domenica 14 luglio l'apericena latina del Frontemare accoglierà tutti gli amanti della musica latinoamericana. 
Dalle ore 19:00 avrà inizio l'apericena con buffet illimitato e drink incluso. Dalle 20:30 il dj Mauro Catalini assieme alla travolgente animazione dello staff UrbanItaly inizieranno a scaldare la pista con la più bella musica su cui ballare salsa, bachata, reggaeton… e tanto altro!  Mauro Catalini, nato a Trelew provincia del Chubut della Repubblica Argentina inizia a lavorare con la musica Latina nel 1990, come insegnante di ballo, per poi continuare come DJ e organizzatore di eventi e serate dal 1991 ad oggi. Vanta  tantissime collaborazioni con cantanti di fama mondiale, nel 2014 ha aperto il concerto di Romeo Santos e nel 2016 quello di Marc Anthony. 
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Frontemare, il Regno del Divertimento a Rimini, offre un'esperienza unica. Situato in posizione privilegiata di fronte al mare della Riviera, il locale si presta perfettamente per dinner party, serate a tema, concerti live e dj set. Aperto ogni venerdì, sabato e domenica, Frontemare ha ideato tre serate per accontentare gli appassionati di ogni genere musicale. Dal TOP Club del venerdì, lo Show Dinner più elegante della Riviera, ai coinvolgenti concerti live delle migliori band il sabato, fino ad arrivare all'atmosfera vibrante dell'Apericena Latina della domenica sera. Il locale è poi predisposto all'organizzazione di cene aziendali, compleanni ed eventi privati.
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sounds-right · 5 months ago
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Frontemare Rimini, un grande weekend: 12/07 Marinai, 13/07 Summer Fest, 14/07 Apericena Latino 
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Dopo la "Notte Rosa" il Frontemare Rimini è pronto a proporre una serie di eventi da non perdere. 
Venerdi' 12 luglio al TOP Club Show Dinner, il venerdì notte di Frontemare Rimini, l'evento è a tema "Marinai", la cena a tema dedicata alle meraviglie del mare. Per questa occasione gli chef hanno pensato ad un menù speciale e all'allestimento di una griglia per la cottura dei sardoncini vista mare. La cena inizierà alle ore 21.00, che a scelta del cliente, sarà di pesce servita al tavolo oppure a buffet con bere incluso. Per i clienti che sceglieranno di gustare la cena servita, verrà offerta un'esclusiva: una pregiata bottiglia di Franciacorta Brut Contadi Castaldi inclusa nel prezzo ogni quattro persone. 
Durante lo show dinner il pubblico verrà rapito da performance eccezionali con ballerini professionisti, spettacoli mozzafiato, musica live, scenografie eclettiche che creeranno un'atmosfera magica.  Dalle ore 23.30 avrà inizio la serata disco con i dj set di Sangio e Gianni Morri accompagnati dalla voce di Isa B.. Quest'ultima è stata la prima vocalist italiana a lavorare al Pacha di Ibiza ed un'eccezionale conduttrice televisiva e radiofonica. 
Sabato 13 luglio la serata è "Summer Fest". Il party avrà inizio alle 20:30 con la cena che, a scelta del cliente, sarà servita (con menù di carne o di pesce rinnovato con nuove prelibatezze culinarie) oppure a buffet. Dalle 22:30, i riflettori si accenderanno sul palco per il concerto live della band "Moka Club", che dal 1995 solcano i palchi di tutta Italia con musica, coreografie danzate ed intrattenimento.  A seguire il dj set con la migliore musica del momento di Fabrizio Fratta e Giovanni Lombardo accompagnati dalla voce di Mr. Kevin. 
Domenica 14 luglio l'apericena latina del Frontemare accoglierà tutti gli amanti della musica latinoamericana. 
Dalle ore 19:00 avrà inizio l'apericena con buffet illimitato e drink incluso. Dalle 20:30 il dj Mauro Catalini assieme alla travolgente animazione dello staff UrbanItaly inizieranno a scaldare la pista con la più bella musica su cui ballare salsa, bachata, reggaeton… e tanto altro!  Mauro Catalini, nato a Trelew provincia del Chubut della Repubblica Argentina inizia a lavorare con la musica Latina nel 1990, come insegnante di ballo, per poi continuare come DJ e organizzatore di eventi e serate dal 1991 ad oggi. Vanta  tantissime collaborazioni con cantanti di fama mondiale, nel 2014 ha aperto il concerto di Romeo Santos e nel 2016 quello di Marc Anthony. 
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Frontemare, il Regno del Divertimento a Rimini, offre un'esperienza unica. Situato in posizione privilegiata di fronte al mare della Riviera, il locale si presta perfettamente per dinner party, serate a tema, concerti live e dj set. Aperto ogni venerdì, sabato e domenica, Frontemare ha ideato tre serate per accontentare gli appassionati di ogni genere musicale. Dal TOP Club del venerdì, lo Show Dinner più elegante della Riviera, ai coinvolgenti concerti live delle migliori band il sabato, fino ad arrivare all'atmosfera vibrante dell'Apericena Latina della domenica sera. Il locale è poi predisposto all'organizzazione di cene aziendali, compleanni ed eventi privati.
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Pick of the day - dal mio superblog stefanorossiautomotiveinternational.blogspot.com: La mia scelta del giorno ricade oggi su una Mercedes Classe B W247 - o terza serie, o serie attualmente in produzione; modello ante-restyling. Si tratta, nella fattispecie, di un 180 1.3 turbo a benzina da 136cv con cambio automatico ed allestimento top di gamma Premium. Recentissima, in quanto immatricolata nel marzo 2023, con soli 30.000 km all'attivo (chilometraggio ultra-contenuto migliore garanzia di un lungo ciclo di vita residuo), dotata di clima automatico bizona, cruise control, navigatore, tetto apribile, cerchi in lega AMG da 18 pollici, fari a LED, telecamera per retromarcia, portellone ad apertura elettrica, specchietti richiudibili elettricamente, ricarica wireless per smartphone, interni in pelle e tessuto, scanner di impronte digitali e tanto altro ancora - viene messa in vendita da PENSKE CARS, gruppo plurimandatario con vettura visibile presso loro showroom di Bologna, a 30.980.00 euro. Già, l'usato ha il suo perché. 
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im-tryingtoloveyou · 6 months ago
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Sì, io ho fatto l'esempio di Thuram e di Pavard per dire che non bisogna guardare solo allo stipendio (della serie: "si sono accontentati di tot") perché ogni situazione è, appunto, a sé. Thuram l'abbiamo convinto con l'ingaggio rispetto ad ingaggi più bassi, ma c'era qualcuno che gli offriva più di 6 milioni? ( perchè 6 milioni non sono pochi per un ventiseienne alla prima esperienza in una big e reduce da un infortunio importante. se non fosse venuto a zero lo stipendio non sarebbe stato quello). Pavard è evidente che non sia un fessacchiotto come quell'idiota di Skriniar che pur di andarsene a zero e per soldi s'è fatto un anno in rotta con società e tifosi. Lui s'è messo la carriera davanti a tutto e pur di andare a giocare nel ruolo che voleva, dopo un esborso esoso da parte della società, ha accettato uno stipendio a ribasso per rientrare nelle possibilità finanziare della società visto che non conta solo il cartellino ma anche lo stipendio spalmato su un tot. Si può rispettare l'aspetto sportivo della decisione (e infatti la rispetto, se andava via a zero avrebbe preso di più ovunque) ma parliamo sempre di professionisti che giustamente si fanno i loro conti. Calhanoglu è andato via dal milan perché voleva di più, se ha accettato il rinnovo a 6,5 mln è perchè lo sa che meglio di così non trova. Se pensava di meritare di più andava via pure lui, figurati. Ognuno si fa i prori conti e quindi anche Lautaro che quelle cifre le vale indipendentemente dai problemi dell'Inter
Se non sbaglio il Milan gli aveva offerto un milione in meno rispetto a noi. Sì, ma appunto, l'Inter un compromesso per prenderti o farti rimanere lo fa se dall'altro lato c'è la disponibilità del giocatore a trattare e venire/rimanere nel club. Si spinge fino alla cifra che ritiene opportuna e che può coprire, se no ti saluta. Vedi Dumfries, chiede 5 mln e non intende scendere.
Su Skriniar , secondo me, c'è da aprire un discorso. Era stato messo sul mercato, i due pelati chiedevano una cifra troppo alta al psg e nel frattempo si sono fatti fottere Bremer e a quel punto come facevamo senza piano B? Skriniar alla fine ha seguito i soldi, ma ha fatto anche bene per come è stato trattato dalla società.
Ogni giocatore deve fare la scelta che ritiene più opportuna. C'è chi mette davanti la carriera ai soldi e viceversa, non c'è niente di male, è così che funziona, il tifoso se ne fa una ragione.
Se Lautaro pensa di meritare 12 milioni significa che la serie A non è più posto per lui. Spero riuscirà a trovare una squadra disposta a pagarlo così tanto e vorrei capire qual è questa squadra, perché qualcuno gli deve aver fatto annusare questa cifra e l'agente non può dirlo apertamente nelle interviste.
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diceriadelluntore · 2 years ago
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Storia Di Musica #277 - AA.VV., Romeo + Juliet (music from the motion picture), 1996
La serie maggiaiola di dischi colonna sonora volge al termine. Per mia scelta iniziale, non ho considerato i classici opere di quei grandiosi giganti che hanno fatto delle colonne sonore quasi un nuovo ramo artistico (penso a Morricone, Zimmer, Williams, Rota, Badalamenti per dire i primi che mi vengono in mente), ho considerato alcuni lavori dove l’uso del brano rock fosse alquanto innovativo, direi di costruzione delle scene e non di semplice accompagnamento, e che furono anche motore di successo sia per il film che per le canzoni che compongono la colonna sonora. La scelta di oggi è caduta sul film di Buz Luhrmann, Romeo + Juliet, del 1996, una ripresa quasi del tutto integrale del classico dramma di William Shakespeare: il regista utilizza in maniera quasi identica trama e dialoghi, cambiando solo l’ambientazione, spostando le vicende dalla splendida Verona italica a Verona Beach, sobborgo di Los Angeles, negli anni ‘90 del ‘900, dove Montecchi e Capuleti sono due potenti famiglie dedite al malaffare che si combattono non a colpi di spada ma di armi da fuoco. Luhramm affida i temi orchestrali a Nellee Hooper, Craig Armstrong e Marius De Vries e ad una serie di canzoni rock, che compongono il primo volume della colonna sonora. Infatti ne furono pubblicati due: il primo è il riferimento alla storia di oggi, il secondo uscì dopo il successo del primo, racchiudendo i temi orchestrali principali e alcune canzoni secondarie. Il disco racchiudi molteplici artisti e molteplici generi: la canzone principale, il tema d’amore, è la ballata pianistica, toccante, Kissing You di Des’ree, che in quei mesi aveva scalato le classifiche di mezzo mondo con il sound accattivante del suo singolo You Gotta Be. Hooper e De Vries remixano una b-side del primo singolo dei Garbage, #1 Crush, che inizia con i gemiti sensuali di Shirley Manson. I Butthole Surfers perdono buona parte della furia iconoclasta della loro musica, ma regalano un brano eccellente in Whatever (I Had a Dream), scritto per l’occasione. C’è molta musica indie: dagli Everclear con Local God, il duo degli One Inch Punch con Pretty Piece Of Flesh, una delle canzoni più famose di Gavin Friday, Angel, che verrà usata anche in molte pubblicità. C’è una parte che recupera due canzoni del passato: Young Hearts Run Free è una canzone scritta da David Crawford, che fu portata al successo nel 1976 da Candi Station, fino al numero 1, e che qui è ripresa da Kym Gazelle; Everybody's Free (To Feel Good) fu il brano più utilizzato nei club di Ibiza nel 1991, ed è il maggior successo di Rozalla, una artista dance dello Zimbabwe, ed è ripresa qui da Quindon Tarver, che ha pure un cameo nel film. C’è anche un trittico di canzoni di gruppi svedesi: la delicata Little Star di Stina Nordenstam, il più grande successo del gruppo The Wannadies, You And Me Song (del 1994), ma soprattutto Lovefool dei Cardigans di Nina Perssons, uscito poche settimane prima come singolo e che divenne un successo strepitoso anche per via del clamore del film. Rimangono una bellissima ballata di Mundy, un cantautore irlandese che diventerà un produttore discografico fondando una sua propria etichetta, con To You I Bestow, e una canzone dei Radiohead, Talk Show Host, una b-side del singolo Street Spirit (Fade Out), che faceva parte del disco dello stesso anno, 1996, The Bends. Thom Yorke scrisse però per il film una canzone speciale, ispirata, secondo tutte le interviste che in seguito concesse, ad un’altra famosa trasposizione del dramma del Bardo Romeo e Giulietta, quella del 1968 diretta da Franco Zeffirelli. Exit Music (For a Film) fu usata per i titoli di coda del film di Luhrmann, ma non nella colonna sonora per precisa scelta di Yorke: la canzone diventerà poi leggendaria poichè è nella scaletta di Ok Computer, lo storico capolavoro dell’anno successivo, 1997. Luhrmman userà in tutti i suoi lavori brani rock in modo particolare, e massima testimonianza di ciò sono il musical Moulin Rouge del 2001 e Elvis del 2022, dove in entrambi i casi porta a casa una nomination all’ Oscar per la miglior regia. Il film sarà un successo al botteghino, e lo fu anche la colonna sonora: arriverà al numero 2 della classifica di Billboard, e venderà solo negli USA 3 milioni di copie, fu il trampolino di lancio per gli attori (Di Caprio l’anno successivo, nel 1997, era in Titanic), per alcuni dei protagonisti di questa colonna sonora (soprattutto i Cardigans) e per lo stesso Luhrmann. 
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circolotennisparabiago · 6 months ago
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Aggiornamenti dai Campionati !
Eccoci a Voi con la cronaca della giornata appena conclusa sui campi di via dello Sport ed in giro per il nostro Belpaese per le nostre squadre.
Iniziamo e non solo per cavalleria dalle note NON dolenti della Serie B2 Femminile che ospitava la temibile compagine dello Stampa Sporting Torino, nostra rivale negli anni passati in epiche sfide.
Bastava leggere le formazioni iniziali, con le nostre giocatrici di terza categoria opposte ad atlete di seconda, per capire che sarebbe stata se non impossibile … molto dura.
Non vogliamo ripeterci ma sin da subito, nel momento di confermare la partecipazione alla serie cadetta da parte delle ragazze, la scelta del Direttivo è stata quella di non pretendere nulla dalle nostre bellissime atlete ma di dare a loro la possibilità di confrontarsi con livelli non abituali e che avrebbero permesso di mettere fieno in cascina in maniera costruttiva.
Mi raccomando ragazze, prendetela in questo modo per tutta la stagione senza farsi sopraffare dall’amarezza per sconfitte annunciate ma prendendo il buono, anzi l’ottimo da questa esperienza !
Venendo alla cronaca, registriamo quindi sconfitte per due set a zero da parte della numero 1 Giorgia Orsini (62 61 dalla 2.6 Procacci), della numero 2, la fedelissima Ilaria Semplici, (61 64 dalla 2.7 Sema) e della terza schierata, la new entry in squadra Ludovica Goi (63 60 dalla 2.8 Bonaiti).
A chiudere il doppio perso 62 64 da Ila e Ludo contro Sema/Bonaiti.
I capitani Moneta e Palmieri si dicono sempre enormemente soddisfatti e orgogliosi per l’atteggiamento e per la voglia di fare delle ragazze che siamo sicuri … non molleranno MAI !
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Che belle le nostre ragazze !!
Prossimo appuntamento Domenica 26 in trasferta contro il Tennis Altopiano di Clusone (BG).
Veniamo ai ragazzi, partendo dall’esordio casalingo della D1 maschile, opposta alla formazione del TC Lombardo, potendo contare su un capitano d’eccezione, quell’Andrea Ceruti che ha preferito rinunciare alla trasferta di B a Udine per dare il suo supporto sempre più tecnicamente importante dalla panchina.
I ragazzi hanno risposto alla grande con un perentorio 5 a 1 che fa da ottimo viatico per il Girone 2 regionale.
Certo, guardando le formazioni e le classifiche a confronto potremmo fare al contrario la considerazione che abbiamo ricordato per le ragazze, essendo i nostri di categoria superiore, almeno sulla carta. Quante volte però ci siamo detti che le partite che si DEVONO vincere spesso sono le più insidiose, fonte a volte di cali di tensione che rischiano di sovvertire i pronostici ?
Forse proprio per via della presenza di capitan Ceruti in panchina, il calo di tensione non c’è stato e sia Lorenzo Baldoni - 2.7 (61 64 al 3.2 Giuliani), sia Samuele Barera – 3.1 (perentorio 61 60 al 3.2 Alcivar), sia Favetti Marco – 3.3 (61 16 62 al 4.2 Fasano, con un piccolo passaggio a vuoto nel secondo parziale), hanno confermato il pronostico. Piccolo passo falso invece per Stefano Biondi – 3.3, opposto al buon 3.4 Tatò Enrico e forse non ancora in piena forma per via anche del rush finale scolastico … risultato 61 64 per l’ospite e quindi 3 a 1 per noi dopo i singoli.
Serviva quindi vincere almeno uno dei due doppi e qui lo stratega Ceruti, sulle orme del padre, ha pensato e schierato una formazione molto oculata che ha addirittura portato due punti, frutto della buona prova di Favetti/Biondi (giusto ridare subito fiducia a Stefano !) vincitori 60 63 contro Giuliani/Fasano, insieme alla coppia più forte Baldoni/Barera che hanno faticato sino al super tie-break per avere la meglio per 63 36 10-6 su Alcivar/Tatò.
Ottima vittoria, ottimo viatico, ottima squadra e concedetecelo … ottimo capitano !!!
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Bravi ragazzi e orgoglioso capitan Ceruti !
La parte più corposa del nostro blog, come al solito, spetta alla squadra di B2 Maschile, impegnata nella non comodissima trasferta in quel di Cervignano del Friuli (UD) contro l’altra capoclassifica del Girone 6, il River Sporting Club, in un incontro d’alta quota e già in qualche modo decisivo.
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Eccoci nel pre-gara.
L’insidia maggiore per i ragazzi capitanati da Mattia era rappresentata dalla fiducia che avrebbe portato in campo il loro numero 1, il 2.4 (classifica bugiardissima !!!) Bilardo Jacopo, reduce dalla bellissima esperienza del tabellone principale degli Internazionali d’Italia dove in coppia con Giorgio Ricca ha ben figurato contro i belgi Vliegen e Gille.
Bilardo in fiducia significano due punti quasi certi per il River SC ed infatti così è stato … peccato che gli altri quattro hanno preso la direzione di via dello Sport !!!
Andiamo come al solito per ordine, partendo dai primi scesi in campo. Da una parte l’altro atleta in fiducia in questo periodo, il nostro Ricky Di Vita, opposto al 2.8 Milana Alberto. Domenica, i quattro gruppi di differenza in classifica si sono visti tutti, complice anche lo stato di forma di Ricky che ha dominato un match mai in discussione come recita il 62 61 finale.
Sull’altro campo Gio Rizzuti se la doveva vedere con lo sloveno Meh Maks che può vantare anche punti ATP ed una classifica italiana di 2.4 molto poco veritiera proprio per via della sua attività internazionale. Un avversario tosto quindi per il nostro leader in campo, che però ancora una volta ha dimostrato di essere un vero giocatore, vincendo 63 il primo set in controllo e salendo 5 a 2 con doppio break nel secondo. Poteva Giò portare a casa la vittoria con facilità ? Certo che no … e quindi scambio normalissimo sul 5 a 2 40 pari, stecca dell’avversario e palla che si arrampica a fatica sul nastro cadendo poi dalla nostra parte … Nel nostro sport episodi del genere spostano l’inerzia in tempi brevissimi e più per meriti dello sloveno che per un reale calo del nostro, si arriva al 5 a 4 con palla break. Qui si vede perché Rizzuti è Rizzuti … con l’invenzione di un serve & volley sul rovescio mai tentato prima che ha disorientato l’avversario chiudendo poi con una volée vincente e procurandosi una serie di tre match point. Al terzo tentativo, la stessa tattica usata per annullare la palla break e il pareggio degli episodi fortunati (questa volta la volée di Giò ha scavalcato a fatica lo stesso net di cui sopra …) ci hanno portato il punto del 2 a 0 ! GRANDE TESTA GIO’ !!!
Sul campo arato dal trattore Di Vita entrava nel frattempo il giovane vivaio Ale Panaro (2.5), opposto al 2.8 Cogolo Andrea. I presenti raccontano di un match al limite dello psicodramma e forse per questo ancora più entusiasmante, con il nostro che saliva 4 a 0, palla del 5 a 0, per poi infilarsi in un vortice incredibile e sotto certi aspetti inspiegabile di errori al servizio che permettevano all’avversario di rientrare in un parziale che sembrava già chiuso. Sarà stato questo oppure no, non lo sapremo mai, ma Mattia (ultimato il match di Rizzuti) ha deciso di sedersi in panchina sostituendo l’ottimo Migliorini e cercando di guidare Alessandro soprattutto dal punto di vista emotivo, gestendo i suoi alti e bassi umorali che lo stavano attanagliando. Fatto sta che, vinto il primo set per 7 a 5, si sperava in un secondo più comodo … In realtà, l’atleta di casa saliva 5 a 2 e qui finalmente il nostro riusciva a raccogliere le idee, a tranquillizzarsi e ad imporre la sua evidente migliore tecnica, gestendo alla grande il tie-break vinto per 7 punti a 3 e portandoci sul 3 a 0.
Onestamente, meglio di così non si poteva cominciare, tanto è vero che in fase di briefing iniziale il nostro capitano avrebbe firmato per un 2 pari dopo i singoli, dando quasi per certa la sconfitta del nostro numero 1, Marco Brugnerotto, ancora alla ricerca della forma migliore soprattutto sulla terra rossa, ma soprattutto opposto a quel Bilardo di cui abbiamo già parlato. Così è andata, con una sconfitta il cui punteggio (62 60) non è assolutamente veritiero per via delle numerose occasioni sprecate da Marco sicuramente per una cronica mancanza di minuti sulle gambe e nella testa a questi che sono comunque livelli che gli competono alla grande ! Enorme comunque il tuo contributo Marco, non foss’altro per poter occupare la casella del numero 1 in formazione ma soprattutto per quello che è puntualmente successo in doppio poco dopo.
Eravamo quindi 3 a 1 e bastava vincere uno dei due doppi per tornare a casa con tre punti e quindi a punteggio pieno. Naturale che Mattia schierasse la coppia regina Brugnerotto/Rizzuti per raggiungere lo scopo, affiancati dagli altri due tennisti presenti e non ancora scesi in campo (Migliorini/Cassago), a formare una coppia non proprio di specialisti e con un compito reso ancora più complicato dalla presenza del fortissimo Bilardo.
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Briefing pre-doppi ... bellissima comunione di intenti !!!
Nonostante le premesse Christian e Leo hanno provato ad inventarsi qualcosa e anche qui registriamo un periodico 62 come risultato un filino bugiardo per un match obiettivamente proibitivo per i nostri.
Il doppio da vincere era quello sull’altro campo, con la nostra coppia regina, opposta a Meh/Milana.
Ci ripetiamo ma anche qui facile dire che si poteva solo vincere … poi la superiorità va dimostrata in campo !
Serviva quindi una prova solida ed una prova solida è arrivata, seppur in una giornata non certo semplice. Testimone la partenza falsa (2 a 0 sotto), poi rimediata per salire 5 a 2 e di nuovo calando sino alla conclusione vittoriosa ma a fatica del primo set per 7 giochi a 5. Si poteva sperare in un secondo parziale in discesa ma si doveva fare i conti con avversari motivati dalla ricerca del punto del pareggio. Si arrivava quindi al 5 pari senza break e qui ci piace pensare che nella testa di Giovanni sia maturata una decisione oculata e condivisibile. A volte, infatti, i veri leader preferiscono far credere di essere in una giornata storta, non esprimendosi ai livelli soliti e congeniali, proprio per lasciare spazio ai compagni permettendo loro di guadagnare fiducia. Hai pensato questo vero Giò ? Altrimenti non si spiegano quella serie di errori nelle fasi finali, sul 6 a 5 per noi e servizio loro, dove a risposte incredibili di Marco facevano da contraltare sbagli non da Rizzuti per un’alternanza preoccupante … 0 15 – 15 pari – 15 30 – 30 pari – 30 40 (quindi match point) e … risposta fuori di 4 metri !!!
Eh sì, ne siamo certi, era tutto calcolato per dare la possibilità al tuo compagno Marco di giocarsi il no-advantage decisivo come il giocatore vero che è, con una risposta fulminante incrociata di rovescio sulla riga, ribattuta miracolosa dell’avversario e chiusura spettacolare con un rovescio in salto che ha pulito la riga di fondo facendo esplodere la gioia di tutti noi del CTP !!!
Grande Giò ad aver architettato tutto questo per ridare fiducia a Marco ma grandissimo Marco a fare di questa opportunità l’occasione per dare una svolta alla stagione … GRANDI !!!
Torniamo da Udine da capolisti quindi, pronti a tornare in campo Domenica 26 maggio, in casa contro il Davi.S Tennis Team di Bologna con cui ce la giocheremo come sempre al massimo sicuri di poter contare sull’apporto dei nostri tifosi.
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Stanchi ma soddisfatti nel post-gara.
Chiudiamo questo blog con una notizia appena arrivata in redazione, con la bellissima vittoria della squadra under 14 maschile, capitanata dal nostro Davide Moneta e che qui vedete in partenza per Milano, dove si affrontava nel secondo turno del tabellone regionale ad eliminazione diretta la Scuola Tennis Bertuccelli.
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La squadra composta da Edoardo Proverbio, Jacopo Peluzzi, Alessandro Carati, Riccardo Pedone e Francesco Patelli (non in foto per assenza giustificata), ha vinto per 2 a 1 qualificandosi per il terzo turno, previsto per lunedì 27 maggio contro la vincente tra Tennis Master e TC Miano Bonacossa ! Giovani promesse crescono e siamo tutti enormemente orgogliosi di Voi !
BRAVO CTP !!!
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