#scaldarsi
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Il freddo è arrivato e il nostro corpo ci chiede calore. Cosa bere quindi in inverno per scaldarsi? Vi suggerisco oggi alcune idee per preparare delle bevande invernali a base di frutta e spezie buone e benefiche per scaldarsi.
#cosa bere in inverno#bevande calde#bevande invernali#Isabella Vendrame#veggie channel#inverno#scaldarsi
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Mi dispiace per Valencia. Spiace per le sue case e genti spazzati via da una furia senza precedenti. Spiace per le arance rosse travolte mentre dormivano sugli alberi..C'e' chi dice che siamo dentro il cambiamento climatico piu' sconvolgente della storia moderna; chi dice che questi eventi ci sono sempre stati, chi li esalta, chi li nega. Le uniche certezze che abbiamo e' che la maggioranza della popolazione europea non vuol sentire parlare di cambiare stili di vita. Ormai con la foto di Greta Tumberg gli europei ci giocano con le freccette. I Partiti verdi sono praticamente scomparsi.. Nessuno vuole rinunciare a consumare, nessuno rinuncia all'auto, a scaldarsi, a stare al fresco dei condizionatori. Probabilmente, da cristiani, si preferisce affidarsi al Padreterno e imprecare contro chi non pulisce i tombini.... Amen.
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Buongiorno... Quando solo il caffè non serve per scaldarsi... ❣️🍓 E buongiorno sia
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" Ogni grande movimento musicale, in fondo è adolescente. Solo dopo, il successo e il mercato lo rendono un oggetto da acquistare; lo fanno invecchiare in fretta e male, lo congelano in un ruolo preciso, un look definito, dalle sonorità prestabilite. Lo fissano, impedendogli di viaggiare ed evolversi. È una rete intessuta di averi che il mondo gli getta addosso per imprigionarlo e stabilizzarlo, in modo da poterlo identificare. Rimbaud lo spiega nella Lettera del veggente: il poeta ascolta l’inaudito e lo rende udibile per l’umanità, ma nel fare questo muore. Anche se, sepolto dalle incrostazioni dei nostri averi, rimane una sorta di santuario in chi ha passato la propria adolescenza impugnando una chitarra, ripetendo ossessivamente il riff iniziale di Smells Like Teen Spirit o baciando la sua prima ragazza dopo aver storpiato con passione Wish You Were Here. Che sensazione di vita, di infinita potenzialità, sperimentano due adolescenti innamorati su una spiaggia: liberi per una notte da ogni avere, ridotti dall’estate e dalla giovinezza a essere soltanto due esseri umani lontani da scuola e problemi, con una coperta per scaldarsi e la malinconia di chi si perderà a fine agosto.
Le sere azzurre d’estate, andrò per i sentieri, Punzecchiato dal grano, a calpestare erba fina: Trasognato, ne sentirò la freschezza ai piedi. Lascerò che il vento mi bagni il capo nudo.
Non parlerò, non penserò a niente: Ma l’amore infinito mi salirà nell’anima, E andrò lontano, molto lontano, come uno zingaro, Nella Natura, – felice come con una donna.
[Arthur Rimbaud, Sensazione, 1870] "
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Salvatore La Porta, Less is more. Sull’arte di non avere niente, Il Saggiatore (collana La Cultura, n° 1134), 2018¹. [Libro elettronico]
#Less is more#letture#leggere#libri#saggistica#Salvatore La Porta#musica#Arthur Rimbaud#poesia#poeti#Lettera del Veggente#avanguardia letteraria#intellettuali del XIX secolo#Smells Like Teen Spirit#Nirvana#Wish You Were Here#Pink Floyd#rock#grunge#ricordi#emozioni#citazioni letterarie#adolescenza#estate#mare#sregolatezza#amore#romanticismo#letteratura francese#meditazioni
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“E’ una notte buia e fredda.
Due porcospini cercano in tutti i modi di scaldarsi. Avvicinandosi l’uno all’altro scoprono involontariamente che il freddo si attenua, si fa meno pungente.
Così si avvicinano sempre di più ma finiscono per pungersi a vicenda.
Allora spaventati entrambi si allontanano e di nuovo il freddo li assale.
Cominciano a pensare al dolce tepore di quando erano vicini e tentano nuovamente l’esperimento di avvicinarsi.
Hanno paura di ferirsi e questo timore li fa tentennare. Aspettano, hanno paura, ma il freddo è così tenace che ben presto i due porcospini abbandonano ogni paura.
Restano però sempre dei porcospini, così quando si avvicinano si pungono ancora. Spaventati, proprio come era successo nel primo tentativo, fuggono lontani l’uno dall’altro.
Vanno avanti ancora un po’, cercando di resistere al freddo ma in loro è sempre vivo il ricordo del calore che sprigionavano i loro corpi vicini.
Ripetono più volte l’esperimento di avvicinarsi e sempre si pungono.
A poco a poco, però, capiscono che esiste una distanza che permette loro di scaldarsi e di non pungersi: è il rispetto reciproco, è il “non invadere” troppo il terreno dell’altro.
Così vicini, ma rispettosi ciascuno del proprio essere, i due porcospini vincono il freddo e sopravvivono. Probabilmente, senza il calore dell’altro uno di loro sarebbe morto: invece insieme riescono a superare le difficoltà e a vivere proprio uno accanto all’altro, senza ferirsi e disturbarsi.”
Arthur Schopenhauer, “I due porcospini”
Così come i porcospini, anche noi ci avviciniamo per il bisogno di connessione, ma i nostri difetti ci allontanano. Solo attraverso la cortesia e le buone maniere troviamo la giusta distanza per coesistere.
Cit.
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FIGLI
Ci sfidano, ci affrontano.
A volte ci offendono e sono pieni di rabbia.
Poi ci sorprendono con un gesto, un pensiero.
Ci fanno battere il cuore per il timore
e versare calde lacrime di scoraggiamento.
Ma anche gonfiare il petto d'orgoglio
sentire il sangue scaldarsi per la tenerezza.
Nell'immensità di sole cinque lettere
c'è un universo intero.
Tremendamente complicato.
Tremendamente bello.
Carolina Turroni 🖋
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Io ho il mio concetto forse strano di amore. Che non è certo continua seduzione, o scenate, o una tetta che sbuca fuori o un mazzo di fiori. Amore per me �� voltarmi e sapere che ci sei a proteggermi le spalle anche se distanti. È cercare la tua mano e trovarla, lì accanto. È parlare… tuffarmi tra le tue braccia, i tuoi discorsi e il profumo che indossa la tua pelle. È riconoscerti tra mille, tu con la tua voce ed i tuoi occhi. È rispetto l'amore. È tornare anche dopo un grande litigio, che mette in crisi i momenti mai il cuore. È resistenza l'amore. Mica uno può esser sexy, strabiliante o super eroe sempre… quelli son film e nient'altro. L'amore vero è sacrificio, è dolore a volte. È distacco spesso e poi ritorno. Son notti stretti a scaldarsi dal freddo o a far dolce l'amore. È conoscenza dell'animo dell'altro. È cura. È andare insieme a fare la spesa e ritrovarsi a sorridere perché tu in perenne dieta infili nel carrello qualcosa di dolce. È il suo sguardo che ogni giorno ti sussurra che con te è felice. È la sua telefonata per sapere se hai avuto problemi con la neve o semplicemente per dirti sto tornando a casa. Sono i fine settimana insieme… ed i silenzi che sanno di serenità. L'amore vero è come un libro, di quelli che tieni sul comodino o in grembo durante un lungo viaggio in treno. È un percorso non facile. È una mano stretta stretta alla tua. È guardare insieme la stessa direzione ed urlare dentro “Io con te ci voglio invecchiare”.
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“A great fire burns within me, but no one stops to warm themselves at it, and passers-by only see a wisp of smoke” ― Vincent Van Gogh
“Un grande fuoco arde dentro di me, ma nessuno si ferma a scaldarsi e i passanti vedono solo un filo di fumo” – Vincent Van Gogh
© Kevin Charles Ward
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"L’altro giorno m’è capitato fra le mani un articolo che avevo scritto subito dopo la liberazione e ci sono rimasta un po’ male. Era piuttosto stupido: intanto era tutto in ghingheri, belle frasi ben studiate e girate bene; adesso non voglio più scrivere così. E poi dicevo con calore e convinzione delle cose ovvie: del resto succedeva un po' a tutti, subito dopo la liberazione, di scaldarsi molto a dire delle cose ovvie: era anche giusto in un certo senso, perché in vent'anni di fascismo uno aveva perduto il senso dei valori più elementari, e bisognava ricominciare da capo, ricominciare a chiamare le cose col proprio nome, e scrivere pur di scrivere, per vedere se eravamo ancora delle persone vive.
Quel mio articolo parlava delle donne in genere, e diceva delle cose che si sanno, diceva che le donne non sono poi tanto peggio degli uomini e possono fare anche loro qualcosa di buono se ci si mettono, se la società le aiuta, e così via. Ma era stupido perché non mi curavo di vedere come le donne erano davvero: le donne di cui parlavo allora erano donne inventate, niente affatto simili a me o alle donne che m’è successo di incontrare nella mia vita; così come ne parlavo pareva facilissimo tirarle fuori dalla schiavitù e farne degli esseri liberi. E invece avevo tralasciato di dire una cosa molto importante: che le donne hanno la cattiva abitudine di cascare ogni tanto in un pozzo, di lasciarsi prendere da una tremenda malinconia e affogarci dentro, e annaspare per tornare a galla: questo è il vero guaio delle donne. Le donne spesso si vergognano d’avere questo guaio, e fingono di non avere guai e di essere energiche e libere, e camminano a passi fermi per le strade con bei vestiti e bocche dipinte e un’aria volitiva e sprezzante; ma a me non è mai successo d'incontrare una donna senza scoprire dopo un poco in lei qualcosa di dolente e di pietoso che non c'è negli uomini, un continuo pericolo di cascare in un gran pozzo oscuro, qualcosa che proviene proprio dal temperamento femminile e forse da una secolare tradizione di soggezione e di schiavitù e che non sarà tanto facile vincere; m’è successo di scoprire proprio nelle donne più energiche e sprezzanti qualcosa che mi induceva a commiserarle e che capivo molto bene perché ho anch’io la stessa sofferenza da tanti anni e soltanto da poco tempo ho capito che proviene dal fatto che sono una donna e che mi sarà difficile liberarmene mai. Due donne infatti si capiscono molto bene quando si mettono a parlare del pozzo oscuro in cui cadono e possono scambiarsi molte impressioni sui pozzi e sull'assoluta incapacità di comunicare con gli altri e di combinare qualcosa di serio che si sente allora e sugli annaspamenti per tornare a galla.
Ho conosciuto moltissime donne. Ho conosciuto donne con dei bambini e donne senza bambini, mi piacciono di più le donne con dei bambini perché so subito di cosa parlare, fino a quanti mesi l’hai allattato e dopo cosa gli hai dato e adesso cosa gli dai. Due donne insieme possono parlare all’infinito su questo tema. Ho conosciuto delle donne che potevano prendere il treno e partire lasciando i propri bambini per qualche tempo senza sentire una terribile angoscia e il senso di fare una cosa contro natura, vivere quietamente per molti giorni lontano dai bambini e non provare quella paura viscerale e inconsulta che sia successo loro qualcosa di male, come invece capita a me ogni volta; e non è che quelle donne non volessero bene ai loro bambini, gli volevano bene quanto io voglio bene ai miei ma semplicemente erano più in gamba. Ho incontrato donne tranquille ma poche, la maggior parte sono come me e non riescono a vincere quella paura viscerale e straziante e quel senso di fare una cosa contro natura ogni volta che si coricano in un letto d’una città straniera molti e molti chilometri lontano dai bambini. Ho cercato d’essere più in gamba che potevo in questo, ho cercato di dominarmi meglio che potevo e ogni volta che son salita in treno senza i bambini mi son detta: «Questa volta non avrò paura», ma la paura è nata sempre in me e quello che non ho ancora capito è se mi passerà quando i miei bambini saranno uomini, spero bene che mi passerà. E non posso pensare tranquillamente a girare i paesi come vorrei, a dire il vero ci penso sempre ma so bene che non mi è possibile farlo. Così ci sono delle donne canguri e delle donne non canguri, ma le donne canguri sono molte di più.
Io dunque ho conosciuto moltissime donne, donne tranquille e donne non tranquille, ma nel pozzo ci cascano anche le donne tranquille: tutte cascano nel pozzo ogni tanto. Ho conosciuto donne che si trovano molto brutte e donne che si trovano molto belle, donne che riescono a girare i paesi e donne che non ci riescono, donne che hanno mal di testa ogni tanto e donne che non hanno mai mal di testa, donne che hanno tanti bei fazzoletti e donne che non hanno mai fazzoletti o se li hanno li perdono, donne che hanno paura d’essere troppo grasse e donne che hanno paura d’essere troppo magre, donne che zappano tutto il giorno in un campo e donne che spezzano la legna sul ginocchio e accendono il fuoco e fanno la polenta e cullano il bambino e lo allattano e donne che s’annoiano a morte e frequentano corsi di storia delle religioni e donne che s’annoiano a morte e portano il cane a passeggio e donne che s’annoiano a morte e tormentano chi hanno sottomano, e donne che escono il mattino con le mani viola dal freddo e una sciarpetta intorno al collo e donne che escono al mattino muovendo il sedere e specchiandosi nelle vetrine e donne che hanno perso l’impiego e si siedono a mangiare un panino su una panchina del giardino della stazione e donne che sono state piantate da un uomo e si siedono su una panchina del giardino della stazione e s’incipriano un po’ la faccia. Ho conosciuto moltissime donne, e adesso sono certa di trovare in loro dopo un poco qualcosa che è degno di commiserazione, un guaio tenuto più o meno segreto, più o meno grosso: la tendenza a cascare nel pozzo e trovarci una possibilità di sofferenza sconfinata che gli uomini non conoscono forse perché sono più forti di salute o più in gamba a dimenticare se stessi e a identificarsi con lavoro che fanno, più sicuri di sé e più padroni del proprio corpo e della propria vita e più liberi. Le donne incominciano nell’adolescenza a soffrire e a piangere in segreto nelle loro stanze, piangono per via del loro naso o della loro bocca o di qualche parte del loro corpo che trovano che non va bene, o piangono perché pensano che nessuno le amerà mai o piangono perché hanno paura di essere stupide o perché hanno pochi vestiti; queste sono le ragioni che danno a loro stesse ma sono in fondo solo dei pretesti e in verità piangono perché sono cascate nel pozzo e capiscono che ci cascheranno spesso nella loro vita e questo renderà loro difficile combinare qualcosa di serio. Le donne pensano molto a loro stesse e ci pensano in modo doloroso e febbrile che è sconosciuto a un uomo.
Le donne fanno dei figli, e quando hanno il primo bambino comincia in loro una specie di tristezza che è fatta di fatica e di paura e c’è sempre anche nelle donne più sane e tranquille. È la paura che il bambino si ammali o è la paura di non avere denaro abbastanza per comprare tutto quello che serve al bambino, o è la paura d’avere il latte troppo grasso o d’avere il latte troppo liquido, è il senso di non poter più girare tanto i paesi se prima si faceva o è il senso di non potersi più occupare di politica o è il senso di non poter più scrivere o di non poter più dipingere come prima o di non poter più fare delle ascensioni in montagna per via del bambino, è il senso di non poter disporre della propria vita, è l’affanno di doversi difendere dalla malattia e dalla morte perché la salute e la vita della donna è necessaria al suo bambino.
E ci sono donne che non hanno figli e questa è una grande disgrazia, è la peggiore disgrazia che possa avere una donna perché a un certo punto diventa deserto e noia e sazietà di tutte quelle cose che si facevano prima con ardimento, scrivere e dipingere e politica e sport e diventa tutto cenere nelle mani e una donna consapevolmente o inconsapevolmente si vergogna di non avere fatto dei figli e comincia a girare i paesi ma anche girare i paesi è un po’ difficile per una donna, perché ha freddo o perché le fanno male le scarpe o perché le si smagliano le calze o perché la gente si stupisce a vedere una donna che gira i paesi e ficca il naso di qua e di là. E tutto questo ancora si può superare ma c’è poi la malinconia e cenere nelle mani e invidia a vedere le finestre illuminate delle case nelle città straniere; e magari per un periodo abbastanza lungo riescono a vincere la malinconia e passeggiano al sole con un passo fermo e fanno all’amore con gli uomini e guadagnano del denaro e si sentono forti e intelligenti e belle né troppo grasse né troppo magre e si comprano dei cappelli strani con nodi di velluto e leggono dei libri e ne scrivono, ma poi a un certo punto ricascano nel pozzo con paura e vergogna e disgusto di sé e non riescono più a scrivere libri e neppure a leggerne, non riescono a interessarsi a niente che non sia il loro personale guaio che tante volte non sanno spiegarsi bene e gli dànno dei nomi diversi, naso brutto bocca brutta gambe brutte noia cenere figli non figli. E poi le donne cominciano a invecchiare e si cercano i capelli bianchi per strapparli e si guardano le piccole rughe sotto gli occhi, e cominciano a dover mettere dei grandi busti con due stecche sulla pancia e due sul sedere e si sentono strizzate e soffocate lì dentro, e ogni mattina e ogni sera osservano come il loro viso e il loro corpo si trasformi a poco a poco in qualcosa di nuovo e di penoso che presto non servirà più a niente, non servirà più a far l’amore né a girare i paesi né a fare dello sport e sarà qualcosa che invece loro stesse dovranno servire con acqua calda e massaggi e creme oppure lasciarlo devastare e avvizzire alla pioggia e al sole e dimenticare il tempo che era bello e giovane.
Le donne sono una stirpe disgraziata e infelice con tanti secoli di schiavitù sulle spalle e quello che dovono fare è difendersi dalla loro malsana abitudine di cascare nel pozzo ogni tanto, perché un essere libero non casca quasi mai nel pozzo e non pensa così sempre a se stesso ma si occupa di tutte le cose importanti e serie che ci sono al mondo e si occupa di se stesso soltanto per sforzarsi di essere ogni giorno più libero. Così devo imparare a fare anch’io per la prima perché se no, certo, non potrò combinare niente di serio e il mondo non andrà mai avanti bene finché sarà così popolato d’una schiera di esseri non liberi."
Discorso sulle donne, Natalia Ginzburg
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L'Emozione di un Contatto.
L'Emozione Del Contatto
18/05/2015
L'Amore non può esistere.... senza l'emozione di un Contatto.
Si possono Scrivere fiumi di parole dove si può giurare tutto ciò che si vuole e che si sente o che si vuol far credere ma al sentimento più grande del mondo non basteranno mai egli ha bisogno di più del massimo dell'emozione più grande il contatto.....!!!
Il contatto delle mani dove parole tante parole non servono solo le sensazioni vere vive presenti inebrianti di attese di carezze da raggiungere.
L'amore vuole si la conquista dell'anima... la presa incondizionata della mente ma queste hanno anche una condizione...
L'Amore vuole: “I baci. Lunghi. Dolci. Delicati. Romantici. Intensi. Pieni. Voglio quei baci. Non si può fare senza.
"Ho voglia di accarezzarti e guardarti prendere colore. Ho voglia di sentire la tua pelle scaldarsi sotto le mie dita. Ho voglia di baciarti piano. Ho voglia del tuo sapore che mi mescola al mio. Ho voglia di annegare dentro di te. ho voglia del ... contatto "
il contatto è il pensiero che si riveste la sera di noi è un sorriso che illumina l'anima è un pensiero un tocco della mano che fa vibrare il corpo e l'anima.
il contatto silente di due anime non ha bisogno di altro che tocchi leggeri movimenti suadenti audaci
Fuori da quella nebbia per un attimo per un istante per quel contatto desiderato per scoprire che l'astratto e pieno di sensazioni concrete per confermare che l'astratto vive di emozioni attese e vissute per realizzare l'astratto trasformando ogni sogno ogni fantasia in una grande emozione reale.
Quante parole si sarebbero risparmiate in cambio di quel contatto Proibito. Quante parole scritte quale fuoco avrebbe devastato i corpi per tutte quelle parole attese da realizzare.
come il vento che accarezza la pelle cosi vorrei toccarti
Mi basterebbe toccarti le mani e da li raggiungerti l'anima non chiederei altro che sprofondare nella dolcezza dei tuoi occhi e nel mare delle tue braccia.
Parole parole parole possono dare emozioni ma non puoi paragonarle all'emozione a quell'emozione improvvisa... di un contatto....!!!
Chi ama non fugge.... C'è chi ama ma fugge.... C'è chi fa finta d'amare e sfugge.... o forse.... non so.... aggiungete... quel che pensate voi...!!!
RelaxBeach© (Tutti i Diritti Riservati.) 26/09/2023 (18/05/2015)
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Poesia di https://www.tumblr.com/maripersempre-21
Non mi avevano detto che il dolore
che spezza il cuore non passa mai,
che l'amore può ferire
farti morire ogni giorno un po'...
non mi avevano detto
che i miei occhi avrebbero visto solo i tuoi,
che le mie mani avrebbero cercato solo le tue,
che il mio respiro
sarebbe diventato un tutt'uno al tuo,
non mi avevano detto
che il mio cuore avrebbe palpitato solo per te
e che il mio corpo avrebbe
cercato solo il tuo per scaldarsi...
non mi avevano detto
che nessuno sarebbe riuscito
ad asciugare le mie lacrime
di gioia o di dolore
quando mi sarei ritrovata a pensare
tutti i momenti trascorsi insieme,
nessuno mi aveva detto mai...
...che questo è "l'Amore"...
M.C.©
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Misurarsi con il lasciare andare è uno degli insegnamenti più difficili da fare propri. Accettare un allontanamento che potrebbe essere per sempre, è compito arduo che richiede sempre un passo in più verso verso se stessi. È accucciarsi per ritrovare forza in quell’abbraccio interiore che è l’unico modo per resistere, attraversare, scaldarsi, accettare. Vi sono sempre perché più grandi dietro ogni libertà fattasi distanza, perché valga a dar sollievo però, occorre che sia comprensione interiore. È tornare all’alba dell’infinito tempo affinché il senso del volo dell’altro ti sia dono. Allontanarsi è sempre ritrovarsi un pò più interi poi per scoprire di non essersi mai persi. La distanza è quello spazio necessario al rimescolare e al fare, dove oltre a comprendere la tua ragion d’essere hai davvero possibilità di assaporare l'infinito potere della vulnerabilità, non rifiutarla, non forzarla, non sprecarla.
tizianacerra.com
(Foto Zichao Zhang, unsplash)
#tizianacerra#tumblr#amarsi#frasi forza#coraggio#resilienza#amore tumblr#frasi tumblr#vulnerability#vulnerabilità#forza#empowerment#forza e coraggio#distanza#counseling#rinascita#risveglio
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... Quando per scaldarsi basta un buon rosso.. E... Buona serata sia ❣️🍓🔥
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Vale la pena instaurare un rapporto di amicizia nonostante sia io a cercare sempre questa persona, con tanto di parole dì confortati ogni volta che sta male? Nonostante sia io a chiederle sempre come sta, senza mai che mi venga chiesto come sto io? Nonostante io l’abbia invitata a bere un aperitivo senza ricevere gli auguri il giorno del mio compleanno, che per carità, ci sta che si sia dimenticata, ma non me li ha fatti nemmeno quando gliel’ho ricordato il giorno in cui l’ho invitata ad uscire per bere l’aperitivo. Io il giorno del suo compleanno le ho fatto gli auguri a mezzanotte e insieme ad altre persone, le abbiamo organizzato una festa a sorpresa, e le ho fatto un regalo pensato nei minimi dettagli, con le cose che più le piacevano e servivano.
È vero, quando si dà qualcosa, non bisogna aspettarsi mai che ti venga restituito, e non voglio che mi venga dato tutto quanto, ma almeno una piccola parte? Un rapporto non dovrebbe esser fatto da 50 e 50? Non si dovrebbe essere in due a costruire un rapporto? Sento di star dando solo io e mi dispiace. È una persona con cui avrei tanto voluto costruire un rapporto di amicizia, ma non mi piacciono le cose forzate, qualora dovessi dirle queste cose, anche perché non siamo effettivamente amiche. Mi sto sforzando solo io, con la sperando di creare un bel rapporto, ma non devo essere la sola a costruire, o no? Ho addirittura aspettato le vacanze, con la speranza che mi cercasse, ma nulla.
Tu cosa ne pensi? Come ti comporteresti se fossi stata al mio posto?
ci ho messo un po' a rispondere a questa domanda e mi spiace, ma la verità è che sono appena stata incastrata in un rapporto simile, solo che io ero dalla parte opposta alla tua.
sono da tanti anni, ormai, quel tipo di persona che se si affeziona da il mondo, ma se ciò non accade, ci mette tanto tempo per anche solo 'scaldarsi' un po'. non nego di essere consapevole di avere un carattere poco gestibile, spesso nego delle conoscenze perché so già che questo mio lato ferisce chi mi sta attorno da poco e non mi conosce.
onestamente io dico sempre a tutti, che se si è infelici bisogna chiudere. abbi un po' di amor proprio, sii egoista e pensa a te e al tuo benessere. non ha mai senso elemosinare amore da chi non dimostra di essere disponibile a darlo. farà male all'inizio, forse perché tu ti ci sei attaccata, forse perché hai idealizzato troppo questa persona, ma vedrai che con il tempo capirai che non ci hai perso nulla, perché a te non sta dando nulla in ogni caso.
spero tu possa trovare qualcuno adatto a te. <3
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