#sbaria
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diceriadelluntore · 2 days ago
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Sbarià N° 0
Sbarià, da sbariare, verbo del dialetto napoletano. Ha un duplice significato: farneticare, delirare, smaniare, per cui chi sbarea è oppresso da un'idea fissa, concentrandosi e soffrendone; ma vale anche divagarsi, distrarsi, fantasticare, dedicarsi ad un piacevole sfizio per esempio, per cui chi sbarea è anche chi carezza sogni o insegue chimere. Deriva non da svariare, come verrebbe da pensare (con la trasformazione della v a b tipica del napoletano), ma dal ben più antico verbo greco bareo (a cui si è aggiunta una s rafforzativa) che vuol dire proprio avere la sensazione di oppressione.
Ho scelto questo nome per questa nuova occasione, un nuovo modo per chiacchierare insieme. Sarà estemporanea nei tempi e nei modi, ma mi impegno affinchè sia divertente.
Per iniziare chiedo, a chi ne ha voglia, di riportare un termine del proprio dialetto (o anche di un altro non proprio) che non ha corrispettivi specifici con l'italiano.
Inizio io dal mio, con uno dei termini più belli del vocabolario napoletano:
Schizzechià
anche con la g (sghizzechià): che vuol dire "piovigginare lento e leggero, continuo e persistente, con goccioline fitte e sottili, simili a stille" (Renato De Falco, Alfabeto Napoletano), azione che, va sottolineato, non sfocia necessariamente in una pioggia più forte. Deriva da un uso particolare del verso schizzare, che ha tra i suoi significati stillare.
‘O sole che fa mo trase e ghiesce e intanto jamme cchiù llà schizzechea
Pino Daniele, Schizzechea, 1988
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