#sandra regol
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helshades · 2 years ago
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Quand on vous dit que la NUPES fait rien qu'à bordéliser les débats, hein !
Il n'est peut-être pas inutile de rappeler que Mme Yaël Braun-Pivet ne doit en rien son poste de ~première femme présidente de l'Assemblée nationale~ à ses compétences mais bien à un service rendu au Présiroi d'avoir enterré l'affaire Benalla en 2018.
Pour qui n'a pas pour habitude de suivre les débats au Parlement, je vous assure que c'est édifiant, et donne la pleine mesure du degré réel de la démocratie représentative en France.
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elinfo66 · 3 months ago
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Sandra Regol, députée #NUPES
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memitodu29 · 3 months ago
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Sandra Regol, députée #NUPES
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cinquecolonnemagazine · 8 months ago
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Ilaria Salis: ancora in aula in catene, negati nuovamente i domiciliari
Il giudice ungherese ha respinto la richiesta di domiciliari presentata dai legali di Ilaria Salis. La maestra 39enne di Monza, detenuta nel carcere ungherese, accusata di presunte violenze commesse nel corso di una manifestazione neonazista nella capitale ungherese l'11 febbraio 2023, è entrata nuovamente in aula in catene. Molti i video che mostrano le immagini della donna con ceppi ai piedi e catene ai polsi. Nuovamente, quindi, lo stato ungherese non permette il rispetto dei diritti dell'Uomo sanciti dall'ONU. https://twitter.com/pdnetwork/status/1773276078817067514 Ancora catene? Partendo dal principio che nessuno ha mai chiesto l'impunità di Ilaria Salis, tutto quello che si chiede è il semplice ma fondamentale rispetto dei diritti dell'Uomo sanciti dall'ONU. Ci lasciano, ancora una volta, sconcertati i video nei quali la maestra di Monza viene portata in aula incatenata e legata. Per l'ennesima volta l'Ungheria non segue la direttiva n. 343 del 2016 dell'Unione europea che all'articolo 5 recita: Gli Stati membri adottano le misure appropriate per garantire che gli indagati e imputati non siano presentati come colpevoli, in tribunale o in pubblico, attraverso il ricorso a misure di coercizione fisica. Il paragrafo 1 non osta a che gli Stati membri applichino misure di coercizione fisica che si rivelino necessarie per ragioni legate al caso di specie, in relazione alla sicurezza o al fine di impedire che gli indagati o imputati fuggano o entrino in contatto con terzi. Direttiva n. 343 del 2016 dell'Unione europea Definire Ilaria Salis un pericolo per la sicurezza o in percolo di fuga è sbagliato sotto ogni punto di vista. La realtà dei fatti, quindi, resta la stessa: l'Ungheria non rispetta alcun obbligo europeo in questa materia (e non solo). Ilaria Salis, le vicinanza (solo a parole) del Governo Nessuna presenza di ambasciatori o rappresentanti del governo italiano in aula durante il processo alla 39enne di Monza. Le uniche parole erano arrivate prima della decisione dei giudici ungherese e pronunciate dal ministro vice premier e ministro degli Esteri Antonio Tajani a 'Start' Sky Tg24: "Mi auguro che Ilaria Salis possa essere assolta... oggi era in aula nuovamente in manette e catene, certamente non è un bel modo dato che non c'è pericolo di fuga, ma esiterei a politicizzare. A me preoccupa la cittadina Salis, non mi interessa di che partito è. Come ministro, mi auguro che siano rispettate le regole durante la detenzione. Ma lo scontro politico non favorisce la signora Salis". Opposizioni a Budapest Diversi sono stati gli esponenti politici italiani che si sono recati a Budapest per seguire l'udienza. Presente per dare il suo sostegno alla maestra di Monza anche Ilaria Cucchi che ha esternato tutta la sua delusione per la decisione della giustizia ungherese: Visualizza questo post su Instagram Un post condiviso da Ilaria Cucchi (@ilariacucchiofficial) Anche le democratiche Laura Boldrini e Sandra Zampa presenti nella capitale ungherese in rappresentanza dei gruppi parlamentari del Pd di Camera e Senato. "Anche questa volta Ilaria Salis è entrata in aula con le manette ai polsi, catene alle caviglie e al guinzaglio, come a gennaio. Vergognoso", dichiara da Budapest la deputata del Movimento 5 Stelle Stefania Ascari. https://twitter.com/lauraboldrini/status/1773269944353833381 https://twitter.com/matteorenzi/status/1773271545755980161 A Budapest anche il capogruppo di Italia viva in Commissione Giustizia e responsabile Esteri di Italia Viva Ivan Scalfarotto: “I legali lamentano condizioni di detenzione drammatiche, insostenibili anche dal punto di vista igienico-sanitario". "Privare una persona delle condizioni minime di dignità e di salute è inaccettabile in un Paese dell'Ue: un’unione che non si fonda sulla percezione dei fondi come evidentemente pensa Viktor Orban ma è fondata sul rispetto dei principi democratici e sui diritti inviolabili della persona. Bisognerebbe tagliare i fondi europei a Budapest fino al ripristino delle condizioni minime per definire quel paese una democrazia liberale”.  Immagine fornita da: Adnkronos Read the full article
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christinamac1 · 11 months ago
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Mr President, saying that nuclear power will save the climate is a lie.
While Emmanuel Macron continues to affirm his attachment to the atom,Yannick Jadot, Marine Tondelier, Eric Piolle and Sandra Regol are callingon France not to get stuck again in costly and dangerous dependence on thisenergy. At the end of 2023, first in a forum, then in his wishes to theFrench, President Macron reaffirmed his attachment to the relaunch ofnuclear power. He who questioned in 2017…
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zehub · 1 year ago
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Polluants éternels : "100% des strasbourgeois testés sont contaminés" - France Bleu
À l'initiative de la député écologiste de Strasbourg Sandra Regol, des citoyens et des élus strasbourgeois ont été testés ces derniers mois pour voir si on pouvait détecter dans leurs cheveux des traces de polluants éternels. Le résultat est sans appel.
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rideretremando · 1 year ago
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«A Wittgenstein piacevano i romanzi gialli, leggerli lo distraeva dalle sue profonde riflessioni. Per un filosofo che aspirava a spiegare tutti i problemi del mondo mediante la logica, una storia che propone un enigma, un omicidio o svariati omicidi, mettiamo, e che si sviluppa in base alle regole del caso e della deduzione, scartando piste false, procedendo per tentativi, indagando sui fatti e i presunti colpevoli, fino a trovare la soluzione e risolvere il mistero (questo è l’assassino e questa la ragione per cui ha commesso il suo delitto) doveva essere gratificante: ci sono una causa, un fine e un metodo; un romanzo giallo su una morte senza spiegazioni, che può essere stata un incidente o un suicidio o un omicidio (ma allora chi l’ha commesso e per quale motivo?) e non risolve l’enigma, ha il sapore di una frode o di una truffa, una storia assurda che non serve nemmeno da cornice o da soggetto per un brutto B-movie, di quelli in cui recitava Sandra Mozarovski».
Così scrive Clara Usón in «L’assassino timido» (Sellerio 2018, cap. iv), un ottimo romanzo che ricostruisce la breve vita appunto di Sandra Mozarovski o Mozarowski (1958-1977), attrice spagnola (il padre era russo, fuggito dall’Urss per motivi politici, e faceva il diplomatico) la cui carriera consistette quasi tutta in brevi apparizioni in film di serie B (in genere sexy-horror nei quali appariva per lo più svestita e quasi inevitabilmente finiva sgozzata), e che morì cadendo misteriosamente da una terrazza. Il romanzo di Clara Usón è assai bello, e ovviamente la morte della ragazza rimane senza spiegazioni (o meglio: con troppe spiegazioni e con l’impossibilità di decidere per una di esse), ma il lettore non rimane insoddisfatto: perché si rende conto che tutto il possibile è stato fatto per togliere il velo al mistero, e non c’è stata dunque truffa né frode, e perché ben presto lo conquistano la solidarietà e la pietà verso la giovane donna che nella Spagna ancora franchista (Francisco Franco morì nel 1975) e ufficialmente cattolicissima e bigottissima, «si guadagnava da vivere bene facendo film che scandalizzavano la sua famiglia», come scrive Usón.
Ma torniamo a Ludwig Wittgenstein. Filosofo dall’intelligenza leggendaria («Il più perfetto esempio di genio che abbia mai conosciuto», scrisse Bertrand Russell nella propria autobiografia) e dalla vita romanzesca, autore di opere difficili e affascinanti, è noto a tutti – è diventato una citazione pop – se non altro per l’aforisma che chiude l’unica opera che pubblicò in vita, nel 1921, a trentadue anni, il «Tractatus logico-philosophicus»: «Di ciò di cui non si può parlare si deve tacere». In realtà, dopo la pubblicazione del «Tractatus» Wittgenstein instancabilmente meditò – come dimostrano i numerosi manoscritti pubblicati dopo la sua morte – proprio su ciò di cui non si può, o non si riesce a, parlare. Ed era, Wittgenstein, un vero appassionato di letteratura gialla: il che, a prima vista, potrebbe sembrare un po’ contraddittorio. E invece no. Le storie raccontate nei romanzi gialli (a lui piacevano soprattutto le storie «hard-boiled»: gialli deduttivi, sì, ma non asettici e quasi striminziti come quelli di Agatha Christie, bensì pieni di rappresentazioni realistiche del crimine, della violenza, e magari anche del sesso: roba «pulp», insomma) non sono «reali» (benché possano essere ispirate a fatti ed eventi reali, eccetera), ma ciò non impedisce loro di essere «qualcosa di cui si può parlare».
Quando, nella mia prima liceo (vi parlo del 1976 o giù di lì), il professor Renato Bortot entrò nell’aula per la prima lezione di filosofia (e noi eravamo, giustamente, piuttosto intimoriti dall’idea di studiare filosofia: io, per dire, sono ancora adesso terrorizzato dalla violenza argomentativa dei filosofi), aprì la porta e si mosse come se stesse spingendo avanti un qualcuno: che non vedevamo. Poi si accomodò alla cattedra e disse: «Vi presento il mio elefantino rosa». Ce ne parlò a lungo, descrivendone l’aspetto e le abitudini (molto divertenti). E così imparammo, o almeno imparai io, e non mi scordai mai la lezione, che si può benissimo parlare di cose che non esistono – o delle quali non si sa se esistono o no: si tratti di elefantini rosa, di ruote celesti, di Dio, dell’Essere, dello Spirito, o dei personaggi di una storia inventata. L’importante è che la narrazione che se ne fa non sia una frode né una truffa. Addirittura, può accadere che un romanzo giallo non porti alla scoperta del colpevole e finisca nel nulla – come certi romanzi di Friedrich Dürrenmatt, da lui raccolti sotto il titolo significativo «Un requiem per il romanzo giallo» –; ma l’autore non deve mai dimenticare di mettere in scena «una causa, un fine e un metodo».
Per esempio, nei «Promessi sposi» ciascun personaggi ha la sua causa, il suo fine e il suo metodo. Don Rodrigo ha la libidine come causa, la vittoria della scommessa con il cugino (il conte Attilio) come fine, e la violenza come metodo. Renzo ha la propria gioia di vivere come causa, l’amore per Lucia – e quindi il matrimonio – come fine, e un suo certo senso di giustizia come metodo. L’innominato ha un greve senso di noia come causa, il desiderio di libertà come fine, e la propria umanità (sepolta, ma ancora viva) come metodo. Don Abbondio ha la fifa come causa, la fifa come fine, e la fifa come metodo."
Giulio Mozzi
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materiali-sonori · 2 years ago
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www.thebigcatalogue.it
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pietroalviti · 2 years ago
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Ceccano, la dott.ssa Petrucci spiega ai suoi pazienti le nuove regole per tamponi ed isolamento
Ceccano, la dott.ssa Petrucci spiega ai suoi pazienti le nuove regole per tamponi ed isolamento
Con un messaggio a tutti i suoi assistiti, la dott.ssa Sandra Petrucci spiega cosa fare in caso di positività al covid, approfittiamo delle sue parole e dei suoi consigli per chiarirci le idee: Photo by Alena Shekhovtcova on Pexels.com Miei carissimi pazienti, Vi riassumo il nuovo decreto legge emanato il 31.12.22 sulle modalità di gestione dei casi e di contatto stretto di un caso…
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demon-psycho92 · 4 years ago
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-Non si vive con pienezza se non si è pronti al delitto e al suicidio, una legge non scritta in base alla quale alcuni sono destinati a vivere e altri a morire-
Michael Pitt Justin Ryan Gosling Richard
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FORMULA PER UN DELITTO
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coochiequeens · 2 years ago
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Leftist men are still men
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France's left-green alliance parties are facing crises after two senior MPs were accused of violence against women.
On Sunday, Adrien Quatennens of France Unbowed (LFI) stepped down from his role as party co-ordinator after he admitted slapping his wife.
Days later, Green MP Julien Bayou was suspended as co-leader of his party's bloc in parliament after accusations of psychologically abusing his ex-partner.
His party is investigating the allegations.
The left-wing alliance has been accused of "total hypocrisy" by the far-right National Rally (RN) for their stance on gender-based violence.
The two parties form part of an alliance of far-left, left and green parties which came together to form the New Ecological and Social Popular Union (Nupes) and secured more than a quarter of the votes in June's parliamentary elections, depriving President Emmanuel Macron's centrist government of its majority in the National Assembly.
Mr Quatennens, 32, is a prominent MP and was seen as a potential successor to Jean-Luc Mélenchon as leader of the France Unbowed (LFI) party. 
Mr Mélenchon's response to the allegations against his colleague has sparked anger. He saluted the "dignity and courage" of Mr Quatennens in a social media post on Sunday, saying the MP had his "confidence and affection". Only later did he expressly acknowledge the experiences of his wife, saying in a subsequent post that a slap was unacceptable in all cases.
The allegations against Mr Bayou first emerged in July, but he was only suspended from his leadership role in the Greens after his party colleague Sandrine Rousseau was asked about them in a television appearance on Monday. Women's rights activists had taken to Twitter to demand that action be taken.
She said Mr Bayou's ex-partner had been very depressed, and referred to behaviour that would be likely to "break" the mental health of a woman.
Another Green MP, Sandra Regol, said it had been a collective decision by the party in response to "legitimate questions" from women, feminists and victims.
Both parties came under fire from their political opponents. Prime Minister Elisabeth Borne said in response to Mr Mélenchon's comments that it was "extremely shocking" to have someone minimising domestic violence, while Jordan Bardella of the far-right RN criticised the left for "setting itself up as a model of virtue" while being caught up in such allegations.
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app-teatrodipisa · 5 years ago
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CANTO PER LA MADRE TERRA — Sandra Lucarelli
Conosco un canto antico di nuvole vaganti, il pitosforo e la ginestra coronati di velate melodie.
Nell' atelier delle arpe suona la seta della terra e l'oro della polvere delle clessidre.
In quest' ora della terra martoriata, mandami una cuspide di baci, tra le guglie scarlatte  dei tramonti dove risuonano le sirene delle ambulanze.
Domate il vento ed ammonite il mare con la frusta del vostro coraggio, restate fermi nelle vostre case e piangete con la Madre terra, vi asciugheranno le lacrime le farfalle della vostra fantasia!
Io mi innalzo fino alle sfere celesti sopra ad un mare di tenebre.
I fanciulli e le fanciulle di cristallo approdano ai lidi dell'Arte e della musica pura, la Patria pianta la sua bandiera lirica dove la notte cede al silenzio.
Un glicine si rovescia come una preghiera, oltre ogni contagio, oltre ogni paura ed il coraggio dei giusti e dei puri di cuore si sparge come l'incenso di una santificazione.
Ogni tasto del pianoforte della Madre terra suona per gli eroi quotidiani, per  medici ed  infermieri,  per gli ammalati  trepidanti di sussurri, deposti sul giaciglio di una carezza.
Ecco poi la notte sulla nostra città semideserta, sui Lungarni, su Piazza dei Miracoli, l'arte di un raggio di luna è sulle strade.
Ora navigo dentro le ombre, navigo sulle correnti delle ipotesi, finché non vince il sonno ed i sogni leggiadri come piume di primigenia purezza che mi circondano.
Il leggendario dipinto della mia maturità di donna si mostra nell' amore del colore madre, si fa radice e loto d' oro, si fa turbine che aiuta a mandare amore in tutto il mondo.
Nella tazza del mattino sarò alba impalpabile che domina la luce.
Gestisco ancora oggi il ritmo profondo dei battiti del mio cuore.
Svelo a me stessa il desiderio di vedere i miei studenti rinascere come i fiori del mattino che si mostrano più forti.
Questo mio pensiero per voi è una chiave d' oro che apre i forzieri della mia solitudine.
In un cielo libero invoco una stella che cada nelle nostre mani.
Adoro le anime dei giovani perché sono i semi nella Madre terra.
Gli insegnanti sostengono come l'acqua che alimenta i semi e li fa crescere e sbocciare perché sorpassino le nostre altezze.
La morte cessa nell' istante in cui la vita appare, sbocciando dai vostri semi immacolati.
Quante carte rigate d' inchiostro per costruire palazzi di parole in cui far abitare la vostra formazione.
Ora onde inquiete ci sbattono tra violini di tempeste ma voi siete i leoni di un mondo nuovo tra le crepe urlanti di dolore.
Voi siete un cuore che morde il freno come un cavallo libero nella prateria!
Mi mancate uno per uno, nella scelta del cuore, mi manca la vostra presenza viva, il contatto umano e la nostalgia ha il sapore amarognolo del miele di castagno.
Ognuno di noi è una stele che perfora l'azzurro e dilaga nell' immensa bellezza del proprio essere ; tra i deserti delle città vuote e solitarie la Madre terra ci chiama al rispetto delle regole antiche, ci chiama al rispetto degli altri e di noi stessi .
Avvicinati, oh tempo della guarigione, perché  possiamo respirare dei tuoi attimi  e gioire di nuovo su prati aperti agli abbracci.
Non morire, rondine pellegrina di speranza, sostieni Madre terra, chi oggi deve sostenere, spezzeremo insieme queste catene per respirare di nuovi attimi affascinati con lo stupore degli Angeli.
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rojinfo · 6 years ago
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Sandra Regol: Les outils étatiques étaient déjà au service du pouvoir pendant les élections Sandra Regol, porte-parole d'Europe Ecologie les Verts (EELV), témoigne lors d'une conférence de presse tenue au siège du Parti Communiste Français (PCF) du dispositif étatique mis au service de l'AKP lors des élections dans l'ensemble de la Turquie, et plus particulièrement au Kurdistan.
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paoloxl · 5 years ago
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Quando arriva luglio sono in tanti a ripensare alle giornate del 2001. Sarà forse per il bisogno di quel movimento del 2001, il cui grido su crisi economica, migrazioni e clima oggi appare in tutta la sua straordinaria lucidità. Sarà anche per la sua capacità di far camminare insieme pezzi di società diversa e di aver restituito forza e dignità alla voglia di cambiare il mondo in molti modi. Sara perché da allora il G8 ha perso qualsiasi autorevolezza. Dal 19 al 21 luglio si torna a Genova e in piazza Alimonda, per non smettere di confrontarsi (ad esempio sulla gestione dell’ordine sociale), per coltivare modi differenti di abitare il mondo (tra concerti e tornei di calcio a 4), per non dimentiCarlo
Venerdì 19 luglio Ore 15-20
Presso il CAP (CRAL Autorità Portuale) via Albertazzi 3 r (di fronte alla Caserma dei Vigili del Fuoco)
Giornata di studio e di confronto:
Modello di gestione dell’ordine sociale e programma politico in atto.
Ore 15 apertura dei lavori: Haidi Giuliani e Gilberto Pagani.
Ore 15,30 prima sessione:
Il diritto penale del nemico e la deriva politica e giudiziaria verso un regime di comando. Dietro e oltre le leggi di sicurezza a diciotto anni dalla sperimentazione del G8 di Genova.
Relatori: Livio Pepino, Gianluca Vitale, Enrico Zucca (in attesa di conferma).
Ne discutono: Cesare Antetomaso, Simonetta Crisci, Claudio Novaro, Giovanni Russo Spena.
Ore 17:30 seconda sessione:
La regola dell’eccezione: lo stato di polizia, un metadispositivo di controllo e disciplinamento. Tra panottico carcerario ed economia della sorveglianza, procedure di militarizzazione e strutture di apartheid.
Relatori: Caterina Calia, Maria Luisa D’Addabbo, Salvatore Palidda.
Ne discutono: Alessandra Ballerini, Sandra Berardi, Ornella Favero, Eleonora Forenza, Luca Greco, Luisa Mondo.
Organizzano: Osservatorio Repressione, Movimento Antipenale, Comitato Piazza Carlo Giuliani
Sabato 20 luglio, Ore 15-19,45
Piazza Alimonda
PER NON DIMENTICARLO
Con le canzoni e la musica di Altera, Contratto Sociale Gnu-Folk, Pardo Fornaciari con il Coro Garibaldi d’assalto, Luca Lanzi della Casa del Vento, Alessio Lega, Malasuerte FiSud, Lele Ravera (LRB Liberdade), Marco Rovelli con Massimiliano Furia, Pupi di Surfaro, Renato Franchi e l’Orchestrina del Suonatore Jones.
Con interventi dal palco.
Organizza: Comitato Piazza Carlo Giuliani
Domenica 21, Ore 15
presso il CSOA Pinelli, via Fossato Cicala 22 – Sangottardo
Grande Torneo di calcio su un campetto di periferia
Quest’anno nuove emozionanti regole: si giocherà 4 contro 4 ed ogni squadra dovrà avere in organico un under 14. Vittoria assicurata per ogni giocatore/giocatrice che si divertirà!
CARLO VIVE
Organizza: Centro Sociale Pinelli
__________________
DA LEGGERE:
”Sai mamma vado a Genova…” (Adriana De Mitri)
“Sai mamma vado a Genova con i miei amici, ci vediamo su a Bologna e poi andiamo insieme…”. Così mi dice Paola, ventitré anni, disposta a interrompere le vacanze nel suo Salento, per esserci… CONTINUA QUI
20 luglio 2001, Genova… (Elena Giuliani)
Ore 19: provo a telefonare a mio fratello. Il cellulare è staccato…. CONTINUA QUI
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cinquecolonnemagazine · 8 months ago
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Ilaria Salis: ancora in aula in catene, negati nuovamente i domiciliari
Il giudice ungherese ha respinto la richiesta di domiciliari presentata dai legali di Ilaria Salis. La maestra 39enne di Monza, detenuta nel carcere ungherese, accusata di presunte violenze commesse nel corso di una manifestazione neonazista nella capitale ungherese l'11 febbraio 2023, è entrata nuovamente in aula in catene. Molti i video che mostrano le immagini della donna con ceppi ai piedi e catene ai polsi. Nuovamente, quindi, lo stato ungherese non permette il rispetto dei diritti dell'Uomo sanciti dall'ONU. https://twitter.com/pdnetwork/status/1773276078817067514 Ancora catene? Partendo dal principio che nessuno ha mai chiesto l'impunità di Ilaria Salis, tutto quello che si chiede è il semplice ma fondamentale rispetto dei diritti dell'Uomo sanciti dall'ONU. Ci lasciano, ancora una volta, sconcertati i video nei quali la maestra di Monza viene portata in aula incatenata e legata. Per l'ennesima volta l'Ungheria non segue la direttiva n. 343 del 2016 dell'Unione europea che all'articolo 5 recita: Gli Stati membri adottano le misure appropriate per garantire che gli indagati e imputati non siano presentati come colpevoli, in tribunale o in pubblico, attraverso il ricorso a misure di coercizione fisica. Il paragrafo 1 non osta a che gli Stati membri applichino misure di coercizione fisica che si rivelino necessarie per ragioni legate al caso di specie, in relazione alla sicurezza o al fine di impedire che gli indagati o imputati fuggano o entrino in contatto con terzi. Direttiva n. 343 del 2016 dell'Unione europea Definire Ilaria Salis un pericolo per la sicurezza o in percolo di fuga è sbagliato sotto ogni punto di vista. La realtà dei fatti, quindi, resta la stessa: l'Ungheria non rispetta alcun obbligo europeo in questa materia (e non solo). Ilaria Salis, le vicinanza (solo a parole) del Governo Nessuna presenza di ambasciatori o rappresentanti del governo italiano in aula durante il processo alla 39enne di Monza. Le uniche parole erano arrivate prima della decisione dei giudici ungherese e pronunciate dal ministro vice premier e ministro degli Esteri Antonio Tajani a 'Start' Sky Tg24: "Mi auguro che Ilaria Salis possa essere assolta... oggi era in aula nuovamente in manette e catene, certamente non è un bel modo dato che non c'è pericolo di fuga, ma esiterei a politicizzare. A me preoccupa la cittadina Salis, non mi interessa di che partito è. Come ministro, mi auguro che siano rispettate le regole durante la detenzione. Ma lo scontro politico non favorisce la signora Salis". Opposizioni a Budapest Diversi sono stati gli esponenti politici italiani che si sono recati a Budapest per seguire l'udienza. Presente per dare il suo sostegno alla maestra di Monza anche Ilaria Cucchi che ha esternato tutta la sua delusione per la decisione della giustizia ungherese: Visualizza questo post su Instagram Un post condiviso da Ilaria Cucchi (@ilariacucchiofficial) Anche le democratiche Laura Boldrini e Sandra Zampa presenti nella capitale ungherese in rappresentanza dei gruppi parlamentari del Pd di Camera e Senato. "Anche questa volta Ilaria Salis è entrata in aula con le manette ai polsi, catene alle caviglie e al guinzaglio, come a gennaio. Vergognoso", dichiara da Budapest la deputata del Movimento 5 Stelle Stefania Ascari. https://twitter.com/lauraboldrini/status/1773269944353833381 https://twitter.com/matteorenzi/status/1773271545755980161 A Budapest anche il capogruppo di Italia viva in Commissione Giustizia e responsabile Esteri di Italia Viva Ivan Scalfarotto: “I legali lamentano condizioni di detenzione drammatiche, insostenibili anche dal punto di vista igienico-sanitario". "Privare una persona delle condizioni minime di dignità e di salute è inaccettabile in un Paese dell'Ue: un’unione che non si fonda sulla percezione dei fondi come evidentemente pensa Viktor Orban ma è fondata sul rispetto dei principi democratici e sui diritti inviolabili della persona. Bisognerebbe tagliare i fondi europei a Budapest fino al ripristino delle condizioni minime per definire quel paese una democrazia liberale”.  Immagine fornita da: Adnkronos Read the full article
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parentsetfeministes-blog · 5 years ago
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Tribune de référence
« Pour une Parentalité Féministe » - Le Monde - 27 mai 2018 
Puisque M. Macron se félicite d’écouter la voix des “mamans”, parlons de celles que nous préférons appeler - dans un langage adulte - les mères, et de la maternité comme expérience face à laquelle toutes les femmes sont sommées de se positionner. Il y a, quand les femmes approchent de la trentaine, cette question posée sans détours dans les cercles familial ou professionnel : « Alors les enfants, c’est pour quand ? » Tout le long de la grossesse, ce regard porté sur ce qu’elles mangent, boivent, font ou ne font pas « pour le bébé ». Cette incroyable solitude du congé maternité, quand l’autre parent travaille et que le nouveau-né ne laisse aucun répit, ni pour se doucher, ni pour déjeuner. Ces collègues qui s’étonnent de les voir demander une promotion alors qu’elles rentrent de congé maternité. A l’inverse, il a ces femmes qui doivent régulièrement se justifier de ne pas avoir eu d’enfant. Depuis l’inscription dans la loi du droit à la contraception et à l’IVG, on pourrait croire que les femmes en France choisissent librement d’être mère ou non, au moment qui leur convient. À ces avancées législatives fondamentales, il manque la mise en œuvre des changements nécessaires pour obtenir l’égalité des sexes : nous vivons dans un monde où la parentalité est toujours considérée comme une histoire de (bonnes) femmes. Et où, en miroir, on ne pourrait atteindre l’essence de la “féminité” (sans qu’on sache exactement ce à quoi ce terme renvoie…) qu’à condition d’avoir mis des enfants au monde. La maternité est pourtant une expérience plurielle que chaque femme devrait pouvoir investir de pratiques et d’affects différents. Elle ne doit pas être un frein à notre émancipation, a fortiori pour celles d’entre nous qui, en plus du sexisme, vivent des injustices liées à d'autres expériences : femmes des classes populaires, racisées, migrantes, à l'orientation sexuelle autre qu'hétéro, et/ou dont les corps et le psychisme n'entrent dans les canons socialement admis. Dès lors, les grossesses ne doivent plus priver les femmes enceintes et les parturientes de leur pouvoir d’agir et de décider quant à leur intégrité physique. Elles doivent pouvoir accoucher dans le respect. Il ne faut plus que, faute d’un congé obligatoire et suffisamment long pour permettre une implication réelle du deuxième parent, les femmes hypothèquent leur santé mentale et physique en accomplissant, seules ou presque, le travail qui consiste à prendre soin d’un petit humain. Avec la directive actuellement en discussion sur l’équilibre vie professionnelle - vie privée des parents et des aidants proches, concédons que l’Union Européenne fait preuve d’un certain progressisme sur le congé parental. Mais ce texte est pour le moment insuffisant. Quant à la position de blocage adoptée par le gouvernement français sur ce point, elle est tout bonnement incompréhensible. Les femmes n’ont pas à être seules après la naissance, en proie au doute et à la culpabilité, intériorisés malgré elles tant on leur laisse croire que le bien-être physique et émotionnel des jeunes enfants – et particulièrement des bébés – dépend tout entier des mères et d’elles seulement. Nous ne voulons plus de cette fausse évidence selon laquelle, la présence des mères (mais seulement une à la fois !) serait naturellement plus nécessaire que celle des pères. D’autant que les études le prouvent : cette prise en charge essentiellement monoparentale du nourrisson fait le lit d’inégalités de genre dans la sphère domestique. Pour quelles raisons logiques, celles qui peuvent porter 9 mois leur enfant devraient-elles prendre en charge matériellement, émotionnellement et mentalement une vie de famille qui dure des années ? Pourquoi devraient-elles assumer le rôle de “manageuses du foyer” ? Les femmes n’ont pas à accomplir la majorité de ces tâches qui les épuisent comme elles ont épuisé leur mère et leurs grands-mères. Ce travail gratuit, peu valorisé car considéré comme « naturel », détermine leur parcours professionnel, et par conséquent, conditionne leur nécessaire autonomie financière. Lorsqu’il est rémunéré, il est encore réalisé par des femmes, sous-payées, peu reconnues, en horaires décalés. Au mépris de leur vie personnelle. Les injonctions qui pèsent sur la maternité sont tellement contradictoires, que toutes les mères finissent par se sentir mauvaises : elles ne font jamais comme il faut, jamais suffisamment ou toujours trop. Elles demandent de l’aide ? C’est un signe qu’elles sont faibles. Elles n’en demandent pas ? C’est qu’elles ne mesurent pas l’ampleur de leur responsabilité. Elles décident se consacrer fortement à leurs enfants ? Quelle marque suprême d’aliénation. Elles réclament du temps pour elles ? Quelle monstrueuse manifestation d’égoïsme. Mauvaises mères, elles sont aussi mauvaises travailleuses : tantôt on leur conteste, au motif de leurs occupations familiales, l’accès aux activités pour lesquelles elles ont les compétences ; tantôt on les suspecte, parce qu’elles ont décidé d’investir fortement la sphère professionnelle, d’être des femmes dénaturées. La vie des femmes ne doit pas être entravée par une parentalité qui ne pèse que sur elles. Les changements à initier sont politiques et sociaux. Il est temps d’ouvrir un large débat pour repenser et refonder les conditions sociales de la maternité. Les mères sont des sujets politiques comme les autres : nous prenons la parole, il est temps de nous entendre.
Cette tribune est le fruit d’un travail collectif. Elle a été proposée par le PAF, qui a ensuite donné naissance à deux collectifs, dont le nôtre : Parents Et Féministes Elle a été publiée sur le site du Monde le dimanche 27 mai 2018.
  Liste des signataires, telle qu’elle a été diffusée sur Le Monde le dimanche 27 mai 2018 :
1.     Camille Andres, journaliste indépendante (femmesleaders.ch)
2.     Hélène Assekour, journaliste
3.     Léa Bages, journaliste
4.     Lauren Bastide, journaliste
5.     Alix Bayle, journaliste, réalisatrice
6.     Corine Berté, orthophoniste
7.     Mathilde Bertrand, enseignante-chercheuse
8.     Hélène Bidard, adjointe à la Maire de Paris
9.     Charlotte Bienaimé, documentariste
10.  Sophie Binet, pilote du collectif confédéral femmes-mixité de la CGT
11.  Chantal Birman, sage-femme
12.  Mathilde Bouychou, psychologue clinicienne-psychothérapeute, référente Île-de-France de l'association Maman Blues
13.  Marie-Georges Buffet, députée PCF
14.  Béatrice Cascales, co-auteure de L’Accouchement est politique
15.  Mathilde Castelli, coordinatrice linguistique
16.  Marie Cervetti, mère, grand-mère, présidente du FIT
17.  Laurence De Cock, historienne
18.  Laurence Cohen, sénatrice PCF
19.  Collectif Maternités
20.  Collectif Maternités féministes
21.  Cécile Croquin, secrétaire et trésorière de l’association Maman Blues
22.  Mélanie Déchalotte, journaliste et documentariste, auteure du Livre noir de la gynécologie
23.  Christine Delphy, sociologue
24.  Iris Deroeux, journaliste
25.  Judicaëlle Dietrich, géographe
26.  Valérie Dokhan, médecin
27.  Emma, auteure de blog et dessinatrice féministe
28.  Camille Emmanuelle, auteure et journaliste
29.  Annie Ernaux, écrivaine
30.  Alexia Eychenne, journaliste
31.  Nina Faure, réalisatrice
32.  Amandine Fouillard, co-animatrice du livret égalité femme-homme de France Insoumise, responsable des Féministes Insoumis.es
33.  Claire Fretel, metteure en scène, cofondatrice de la compagnie Les filles de Simone
34.  Alexandra Garcia-Vilà, réalisatrice
35.  Françoise Gaspard, sociologue
36.  Sidonie Gaucher, journaliste
37.  Tiphaine Gentilleau, comédienne, cofondatrice de la compagnie Les filles de Simone
38.  Oriane Graciano, orthophoniste, membre du bureau de Pour une M.E.U.F.
39.  Alice Guastalla, sage-femme au CALM
40.  Deborah Guy, doctorante en sociologie
41.  Bérénice Hamidi-Kim, maîtresse de conférences en études théâtrales
42.  Amandine Hancewicz, chargée de mission lutte contre les discriminations
43.  Estelle Havard, cadre territoriale
44.   Julie Hebting, coordinatrice de projet, co-fondatrice de Maydée
45.  Sophie Heitz, responsable de projets
46.  Clémence Helfter, coordinatrice de la campagne #VieDeMère de l’Ugict-CGT
47.  Coline Herbomel-Ringa, architecte D.E., membre de la commission politique du CALM
48.  Emmanuelle Josse, free lance en édition et communication
49.  Béatrice Kammerer, journaliste, fondatrice Les Vendredis Intellos
50.  Yvonne Knibiehler, historienne des mères et de la maternité
51.  Catherine Laforest, médecin généraliste
52.  Rose-Marie Lagrave, sociologue, directrice d’études à l’EHESS
53.  Marie-Hélène Lahaye, juriste, auteure du blog Marie accouche là
54.  Mathilde Larrère, historienne
55.  Rozenn Le Saint, journaliste
56.  Les Livres de Mumu
57.  Carole Mettavant, kinésithérapeute sexologue
58.  Danielle Michel-Chich, journaliste, auteure
59.  Pascale Molinier, psychologue sociale
60.  Emilie Moreau, psychologue - sexologue
61.  Mouvement Pour le Planning Familial, Paris
62.  Laëtitia Négrié, co-auteure de L'Accouchement est politique
63.  Marianne Niosi, journaliste, animatrice au MFPF
64.  Chloé Olivères, comédienne, cofondatrice de la compagnie Les filles de Simone
65.  Mathilde Panot, députée France Insoumise
66.  Blandine Pélissier, comédienne, traductrice
67.  Michelle Perrot, historienne, professeure émérite de l’Université Paris Diderot
68.  Claire Piot, féministe
69.  Elsa Pottier Casado, co-auteure du blog Maternités féministes, animatrice au Planning familial 92, membre du CALM
70.  Geneviève Pruvost, sociologue
71.  Sandra Regol, porte-parole EELV
72.  Bérénice Renard, juriste, membre du collectif Maternités
73.  Valérie Rey-Robert, auteure du blog Crêpe Georgette
74.  Annie Richard, universitaire, présidente de Femmes Monde
75.  Virginie Ringa, chercheure en santé publique, Inserm
76.  Alice Rocq-Havard, sage femmes sexologue, présidente de l’ANSFO
77.  Axelle Romby, médecin sexologue
78.  Patrizia Romito, psychosociologue
79.  Anne-Françoise Sachet, sage-femme
80.  Moïra Sauvage, journaliste et auteure
81.  Geneviève Sellier, historienne du cinéma
82.  Rosanna Sestito, sage-femme
83.  Charlotte Soulary, responsable de la commission féminisme d'EELV
84.  Gwenola Sueur, formatrice
85.  Sylvie Tissot, sociologue
86.  Sezin Topçu, sociologue des techniques, Cnrs-Ehess
87.  Marie Toussaint, déléguée à l’Europe et à la jeunesse au bureau exécutif d’EELV
88.  Laura Vallet, bibliothécaire, co-auteure du blog Maternités féministes
89.  Caroline Viau, cadre territoriale, syndicaliste
90.  Anne-Sophie Vozari, doctorante en sociologie
91.  Bozena Wojciechowski, adjointe au maire d’Ivry-sur-Seine
92.  Anne-Sophie Zambeaux, responsable de communication
93.  Juliette Zuber, assistante de service social
Liste des nouve·aux·lles signataires :
1.     Nadia Leïla Aïssaoui, sociologue et militante féministe
2.     Maud Alpi, réalisatrice
3.     Uzan Avi
4.     Marie-Anne Bachelerie, chargée des relations avec le public dans une scène nationale
5.     Ellie Baz
6.     Evelyne Berchtold
7.     Anne Bory, sociologue
8.     Baptiste Boulba-Ghigna, enseignant de philo, scénariste, en disponibilité pour élever un jeune enfant
9.     Zebra Cabanini, autrice d'un guide sur la dépression post-partum
10.  Noémie de Lattre
11.  Marie-Anne Delmoitié, professeure-documentaliste
12.  Zoë Dubus, doctorante en histoire, membre de Demeter-Core
13.  Elodie Gadiollet
14.  Olivia Gazalé, philosophe, auteure de Le Mythe de la virilité
15.  Claire Gillio
16.  Marie Krumpe, militante féministe
17.  Magali Legmar, responsable opérationnelle dans la maintenance informatique
18.  Emilie Maxwell, enseignante de français langue seconde
19.  Salomé Merlo
20.  Florence Montreynaud, historienne
21.  Antonine Nicoglou, chercheuse post-doctorante en philosophie
22.  Lola Ostier
23.  Pandora Reggiani, membre du bureau de la commission féministe, EELV
24.  Vanessa Rizk, réalisatrice
25.  Nathalie Rapoport-Hubschman, médecin psychothérapeute
26.  Soizick Rouger, mère et tout le reste
27.  Elisabeth Salvaresi
28.  Sonia Samet, coordinatrice du CPEF Colliard
29.  Daphné Simo, étudiante en Licence 3 histoire, membre des Jeunes Européens Fédéralistes
30.  Aline Stinus, comédienne et porteuse de projet
31.  Anne Sztejnberg, spécialiste en coopération internationale
32.  Elise Thiébaut, journaliste, autrice
33.  Joséphine Yvernault
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