#sanatorios
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Julio Fraomeni y su compromiso con el bienestar y el desarrollo
Julio Fraomeni y su compromiso con el bienestar y el desarrollo Julio Fraomeni, presidente de Galeno, se destaca por su compromiso con el bienestar, la calidad médica y el desarrollo sostenible.
Julio Fraomeni, presidente del Grupo Galeno, ha sido un referente en el ámbito de la salud en Argentina. A lo largo de su carrera, ha demostrado un compromiso empresarial que va más allá de la creación y expansión de su red de sanatorios y servicios médicos. Su dirección está marcada por una profunda dedicación al bienestar de sus empleados, clientes y pacientes, siendo este uno de los pilares…
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Palestra sobre Ladislau Patrício, no Museu da Guarda.Ladislau Patrício foi um distinto médico, apreciado escritor, humanista, acérrimo defensor da Guarda, biógrafo do poeta Augusto Gil (seu cunhado). Este, clínico que integrou a estrutura diretiva da Ordem dos Médicos, foi o proponente da criação da especialidade de Tisiologia.
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13esima: S. Satta, La veranda, Adelphi
Gabriella Ventura ci consiglia questo romanzo di Salvatore Satta. Settimana scorsa Roberto Bartolomeoni ci aveva consigliato dello stesso autore Il giorno del giudizio. Gabriella a questo proposito ci scrive: “La veranda di Salvatore Satta è stato scritto negli anni ’30 e pubblicato postumo da Adelphi nel 1981. Ambientato in un sanatorio del Nord Italia. Cupo, doloroso, raccontato in prima…
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La tubercorosi e la gherra di l'ulthimi/1
Li ricoveraddi accosthu a farà a prutisthà V’è un loggu in Sassari indì ommini e femmini ani fattu l’isthoria, la di l’ulthimi, e si mirisciani di no assé immintiggaddi mai. Eddi, erani li tubercorotici di lu Sanatoriu Antonio Conti. Capatzi d’appusità fintza a 290 maraddi, chisth’ipidari era funtumaddu pa assé una “villa”, cumenti la di Ritzeddu (Rizzeddu) i’ li tempi boni. Aberthu i’ lu 1955,…
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Il Tempo e le Anime (A mio padre e a mia madre) - Parte sedicesima
Bruna ringraziò il vecchio birocciaio e si avviò verso l’Osteria con il suo carico di doni. Entrò nell’osteria; un uomo stava scopando il pavimento con una ramazza di saggina, forse era il padrone. «Mi scusi, abita qui la signora…Sampîra?» L’uomo rispose allegramente: «Ma certo! Aspetti un momento!» Uscì e urlò con robusta voce: «Signora Giuliaaa…Zuffiii…Zufiii!» Con tono più basso spiegò:…
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#Bologna#Bruna#Giulia Carati#La Bruna#Ospedale Pizzardi#Rastignano#Sampîra#Sanatorio Pizzardi#Vergato
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en mi intento d entender mejor romeo y julieta voy a ver d vuelta la película d los gnomos soy esto
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Il sanatorio di Sarah Pearse: l’errato paragone con Shining di Stephen King
Il romanzo “Il sanatorio” di Sarah Pearse è stato paragonato a “Shining” di Stephen King, ma vi tolgo subito l’illusione: al di là del fatto che si tratti di un hotel dove delle persone restano bloccate da una tempesta di neve, non troviamo nessun’altra somiglianza. Il sanatorio di Sarah Pearse La trama mi pareva avvincente, perché partiva dal presupposto di un vecchio sanatorio posto sulle Alpi…
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Rehuida
De repente, me ha apetecido redifundir este relato de supervivientes, farsantes, exiliados, amantes, migrantes, transformistas, casas de mal reposo, ambigüedades portuarias, diálogos fronterizos, esperas y mareas. Versiones descargables:
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Gli abitanti del pianeta Auschwitz non avevano nomi. Non avevano né genitori né figli. Non si vestivano come si veste la gente qui. Non erano nati lì né li concepivano. Respiravano secondo le leggi di un’altra natura e non vivevano né morivano secondo le leggi di questo mondo. Il loro nome era Ka-Tzenik e la loro identità era quella del numero tatuato nella carne dell’avambraccio sinistro.
- Testimonianza resa al processo Eichmann a Gerusalemme
Dimenticare lo sterminio
fa parte dello sterminio.
- Jean-Luc Godard
Questo non è un sanatorio. Questo è un Lager tedesco, si chiama Auschwitz, e non se ne esce che per il Camino. Se ti piace è così; se non ti piace, non hai che da andare a toccare il filo elettrico.
- Primo Levi
Chi è stato ad Auschwitz ha sentito per anni l’odore di carne bruciata: non te lo togli più di dosso. E poi rimani sempre quel numero... Il mio numero 75190 non si cancella. È dentro di me.
- Liliana Segre
La nostra voce, e quella dei nostri figli, devono servire a non dimenticare e a non accettare con indifferenza e rassegnazione, le rinnovate stragi di innocenti. Bisogna sollevare quel manto di indifferenza che copre il dolore dei martiri! Il mio impegno, in questo senso, è un dovere verso i miei genitori, mio nonno, e tutti i miei zii. È un dovere verso i milioni di ebrei ‘passati per il camino’, gli zingari, figli di mille patrie e di nessuna, i Testimoni di Geova, gli omosessuali e verso i mille e mille fiori violentati, calpestati e immolati al vento dell’assurdo; è un dovere verso tutte quelle stelle dell’universo che il male del mondo ha voluto spegnere… I giovani liberi devono sapere, dobbiamo aiutarli a capire che tutto ciò che è stato storia, è la storia oggi, si sta paurosamente ripetendo.
- Elisa Springer
Da anni, ogni volta che mi sento chiedere: “Come è potuto accadere tutto questo?”, rispondo con una sola parola, sempre la stessa. Indifferenza. Tutto comincia da quella parola. Gli orrori di ieri, di oggi e di domani fioriscono all'ombra di quella parola. Per questo ho voluto che fosse scritta nell'atrio del Memoriale della Shoah di Milano, quel binario 21 della Stazione Centrale da cui partirono tanti treni diretti ai campi di sterminio, incluso il mio.
- Liliana Segre, La memoria rende liberi
Auschwitz è fuori di noi, ma è intorno a noi.
La peste si è spenta, ma l’infezione serpeggia.
- Primo Levi
@occhietti
GIF fables. blogfree. net
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Friedrich Nietzsche fu protagonista di uno degli episodi più commoventi nella storia dei pensatori occidentali.
Era il 1889 e il filosofo viveva in una casa di via Carlo Alberto, a Torino. Una mattina, mentre si dirigeva verso il centro della città, si trovò di fronte a una scena che cambiò la sua vita per sempre.
Vide un cocchiere che colpiva con forza il suo cavallo, stremato e incapace di proseguire. L’animale era completamente esausto, senza più forze per andare avanti. Tuttavia, l’uomo continuava a frustarlo per costringerlo a muoversi nonostante l'evidente stanchezza.
Nietzsche rimase sconvolto da quanto stava accadendo. Si avvicinò rapidamente e, dopo aver rimproverato il cocchiere per il suo comportamento, abbracciò il cavallo ormai a terra e iniziò a piangere. I testimoni raccontano che gli sussurrò alcune parole all’orecchio, parole che nessuno riuscì a udire. Secondo la leggenda, le ultime parole del filosofo furono: “Madre, sono stupido”.
Dopo quel momento, Nietzsche cadde a terra privo di sensi e la sua mente collassò. Non parlò più per i successivi dieci anni, fino alla sua morte. Non riuscì mai a riprendere la sua vita razionale dopo quell’episodio. La polizia fu avvisata e il filosofo venne arrestato per aver disturbato l’ordine pubblico. Poco dopo, fu portato in un sanatorio.
La società dell’epoca considerò il gesto di Nietzsche — abbracciare il cavallo maltrattato e piangere con lui — come una manifestazione della sua follia. Sebbene molti vedano ancora oggi l’episodio come il frutto della sua malattia mentale, ci sono anche interpretazioni più profonde e consapevoli.
Lo scrittore Milan Kundera, nel suo romanzo L’insostenibile leggerezza dell’essere, riprende l’episodio di Nietzsche e lo interpreta come una richiesta di perdono. Secondo Kundera, Nietzsche chiese scusa al cavallo a nome dell’intera umanità, per la crudeltà con cui trattiamo gli altri esseri viventi, per esserci trasformati nei loro carnefici e averli sottomessi al nostro servizio.
Nietzsche non era noto per un particolare interesse verso il mondo animale o per una sensibilità ambientale, ma senza dubbio l’episodio del maltrattamento ebbe un impatto enorme su di lui. Quel cavallo fu l’ultimo essere con cui stabilì un contatto reale ed emotivo. Non si identificò tanto con l’animale stesso, quanto con il suo dolore, trovando un legame che trascendeva l’immediato. Era un’identificazione con la vita.
Da Pedro Arturo Hernández Zeta.
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En realidad todo es una estrategia de marketing para el spa que Dario va a abrir en Laetoria.
OMG! ¿Puede alguien darle un abrazo a Zuberi y decirle que no es culpa suya que sus amigos sean unos genocidas?
Es que yo no puedo, pero ese dragoncio necesita un abrazo y una semana en un spa, porque maremia... >.<
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Forcing rex to watch a 'paranormal investigation' about the sanatorio duran :D
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For Cipher i started hunting down abandoned buildings.(it's harder than i tlooks) but have my fave pic taken in Sanatorio Duran.
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En la segunda parte de Respiración artificial, en el monólogo de Tardweski, se expone la teoría ficcional de un encuentro temprano entre Kafka y Hitler; hacia el final, en el filo de la medianoche de ese 3 de junio de 1924, se superponen dos imágenes: el dictado que hace el Ungeziefer de Mein Kampf en el castillo y la agonía de Kafka en el sanatorio de Kierling. Cien años de la muerte de Kafka, y recuerdo este fragmento de la novela de Piglia.
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Il Tempo e le Anime (A mio padre e a mia madre) - Parte tredicesima
Bruna si recava ogni settimana al sanatorio Pizzardi per visitare la madre; il venerdì partiva dalla stazione ferroviaria di Vergato con il primo treno della giornata fino a Bologna, poi correva per prendere la corriera che la conduceva nei pressi del sanatorio. Raccontava a Caterina le cose accadute; la madre a sua volta dava disposizioni su tutto, elargiva predicozzi e sermoni, le faceva…
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