#san pierino
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MILAN 1966-1967 ( 8° posto )
**14 giugno 1967.** Stadio Olimpico di Roma
*Finale coppa Italia. **Milan-Padova 1-0 **marcatore **Amarildo.***
* Bruno **BAVENI **(*centrocampista*), Bruno **MORA **(*attaccante*), Pierangelo **BELLI **(*portiere*), Gianni **RIVERA **(*centrocampista*), Karl Heinz **SCHNELLINGER **(*difensore*), Tavares da Silveira **AMARILDO **(*attaccante*)
* Giovanni **TRAPATTONI **(*centrocampista*), Giovanni **LODETTI **(*centrocampista*), Sergio **MADDE**' (*centrocampista*), Giuliano **FORTUNATO **(*attaccante*), Angelo **ANQUILLETTI **(*difensore*)
*Presidente :** ***Luigi **CARRARO**
*Allenatore : *Arturo **SILVESTRI**
*miglior marcatore : *Gianni **RIVERA **( **12 **reti )
*PORTIERI :*
**BARLUZZI **Dario 31a. 06/09/**1935 **Belluno - **BELLI **Pierangelo 22a. 29/07/**1944 **Limbiate (MB) - **MANTOVANI **Claudio 23a. 01/07/**1943 **Mantova
*DIFENSORI :*
**ANQUILLETTI **Angelo 23a. 25/04/**1943 **San Donato Milanese (MI) - **NOLETTI **Gilberto 25a. 09/05/**1941 **Cusano Milanino (MI) - **ROSATO **Roberto 23a. 18/08/**1943 **Chieri (TO) - **SANTIN **Nello 20a. 03/07/**1946 **Eraclea (VE) - **SCHNELLINGER **Karl Heinz GER 27a. 31/03/**1939 **Düren (Germania)
*CENTROCAMPISTI :*
**BAVENI** Bruno 27a. 15/12/**1939** Sestri Levante (GE) - **LODETTI **Giovanni 24a. 10/08/**1942 **Caselle Lurani (LO) - **MADDÈ **Sergio 20a. 01/08/**1946 **Dresano (MI) - **RIVERA **Gianni 23a. 18/08/**1943 **Alessandria - **TRAPATTONI **Giovanni 27a. 17/03/**1939 **Cusano Milanino (MI)
*ATTACCANTI :*
**AMARILDO **Tavares BRA 27a. 29/07/**1939 **Campos dos Goytacazes (Brasile) - **FORTUNATO **Giuliano 26a. 12/05/**1940 **Tricesimo (UD) - **INNOCENTI **Riccardo 23a. 29/07/**1943 **Ardenno (SO) - **MORA **Bruno 29a. 24/03/**1937 **Parma - **PRATI **Pierino 20a. 13/12/**1946 **Cinisello Balsamo (MI) - **SALTUTTI **Nello 19a. 18/06/**1947 **Gualdo Tadino (PG) - **SORMANI **Angelo BRA 27a. 03/07/**1939 **Jau (Brasile)
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La cerchia antica
Parliamo delle vecchie mura: e già vi vedo, tutti a pensare “che balle, ancora con queste mura, che peccato che sono state abbattute, i viali li potevano fare dieci metri più in là…” NO. Parliamo di mura, ma ne parliamo fingendo che ci siano ancora… o meglio, spostiamoci tutti indietro nel tempo e viaggiamo per la Firenze intorno all’anno 1000 e accarezziamo quelle mura. Le vecchie mura sono il cerchio più interno, quello rosso. Seguiamo i link blu... Siamo in Piazza San Firenze, all’angolo con Borgo de’ Greci, e ci troviamo a costeggiare la cinta muraria, che corre lungo via del Proconsolo ed arriva fino all’angolo con Borgo degli Albizi, al Canto de’ Pazzi. Proprio lì ci si presenta davanti agli occhi la Porta a San Piero, che prende il suo nome dalla chiesa di San Pier Maggiore, che possiamo appena appena scorgere in fondo a Borgo Albizi, all’arco di San Pierino. Le mura continuano dopo la porta a San Piero e proseguono fino a arrivare in Piazza Duomo, dove girano dietro la chiesa di Santa Reparata ed arrivano di fronte a Via dei Servi, dove si trova la Postierla dei Visdomini. Sbirciando oltre la postierla, possiamo vedere la chiesa di San Michele Visdomini. La Postierla è una piccola apertura, piuttosto distante dalle porte principali e abbastanza nascosta, che assicura un passaggio di emergenza, al bisogno.
Ma continuiamo a costeggiare le mura, ed arriviamo in Piazza San Giovanni dove, all’altezza della futura Via Martelli, che si chiama Via degli Spadai, si trova un’altra Postierla, detta Porta di Via Nuova o Porta degli Spadai. Camminiamo ancora, ed arriviamo al Canto alla Paglia. Qui ci troviamo di fronte ad un’altra delle porte principali, la Porta del Vescovo, che guarda verso Borgo San Lorenzo. Andando avanti, imbocchiamo via Cerretani e seguiamo le mura che costeggiano la chiesa di Santa Maria Maggiore, toccando il Canto dei Carnesecchi, che in futuro verrà chiamato Via Rondinelli e proseguendo verso la piazza di San Gaetano e Via dei Tornabuoni, arriviamo al Canto degli Strozzi, dove si trova la terza porta maestra, la Porta di San Brancazio, storpiatura di San Pancrazio, al quale �� dedicata la chiesa omonima, che nel ventunesimo secolo sarà conosciuta per essere sede del Museo Marino Marini e per il Tempietto del Santo Sepolcro, riproduzione in scala del Santo Sepolcro di Gerusalemme, capolavoro di Leon Battista Alberti.
Oltre la porta a San Brancazio si trova il Borgo San Brancazio, che forse qualcuno conosce meglio con il nome di Via della Spada. Sempre dritto, arriviamo allo sbocco di Via Porta Rossa, dove voltando verso Via delle Terme e Borgo SS. Apostoli, sempre costeggiando le nostre care mura, arriviamo vicino al Ponte Vecchio, dove si trova la quarta porta, la Porta Santa Maria, che anticamente era chiamata anche Porta Regina e che spesso abbreviamo in Por Santa Maria. Da lì, seguendo il fiume, le mura continuano fino al Castello d’Altafronte, nella Piazza dei Giudici; da lì, girano seguendo il corso del fosso Scheraggio per accompagnarci verso Via dei Leoni ed arrivare nuovamente al punto da cui siamo partiti, al canto con Borgo de’ Greci dove, prima non ve l’ho detto, c’è un’altra postierla, detta Postierla della Pera, che pure Dante ha citato, nella sua Commedia: “Nel picciol cerchio s’entrava per porta che si nomava per quei della Pera.” Quei della Pera, sono i Peruzzi, e la postierla è anche detta Peruzza.
Quella che abbiamo appena percorso è la cerchia antica, così fatta chiamare da Dante a Cacciaguida, nel canto XV del Paradiso. Ha una forma quasi quadrata, con i lati che hanno una lunghezza tra un terzo ed un quarto di miglio. Le porte maggiori, quattro, sono poste a metà di ognuno dei quattro lati. È probabile che vi siano altre postierle, oltre quelle che abbiamo visto, ma sono ben occultate e non possiamo documentarle. Spero di essere riuscita a farvi “vedere” il percorso delle mura, e la posizione delle Porte, aiutandomi con la toponomastica attuale, per quanto possibile.
Gabriella Bazzani Read the full article
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I Suoni delle Dolomiti 2023
Sarà da non perdere la 28a edizione del Festival I Suoni delle Dolomiti, che si svolgerà dal 23 agosto al 1 ottobre, con 17 appuntamenti per scoprire gli ambienti della montagna che si prepara all’autunno, in grado di regalare colori e panorami come in pochi momenti dell’anno. Mercoledì 23 agosto a Malga Tassulla in Val Nana, ai piedi del Monte Peller nelle Dolomiti di Brenta, il festival si apre con il concerto di Erlend Oye e La comitiva, che è un’occasione per far dialogare le musiche nordiche e le sonorità mediterranee. Due giorni dopo, il 25 agosto ai Laghi di Bombasel nel gruppo del Lagorai, il Festival celebra il grande ritorno del trombettista Dave Douglas, che a distanza di vent’anni festeggerà l’album Mountain Passages, una composizione di 13 brani ispirata proprio dallo spirito dei Suoni, dalla cultura rurale e ladina, che fa esordì al Rifugio Boè e al Rifugio Brentei con un grande successo di pubblico e di critica. Si rimane nel genere jazz anche il 28 agosto ai Prati Col in Val Canali, ai piedi delle Pale di San Martino, con Tatiana Eva Marie, newyorkese, stella del jazz con la Avalon Jazz Band, per un viaggio nella musica di Django Renhardt. Nella cornice di malga Brenta Bassa in Val Brenta, il 30 agosto ci sarà un’artista di raro talento come Frida Bollani Magoni. La musica classica esordisce in questa edizione in occasione dell’Alba delle Dolomiti che ritorna nella cornice storica del Col Margherita, nelle Dolomiti di Fassa il 1 settembre, grazie a Mario Brunello con il suo violoncello accompagnato dal Polish Cello Quartet, che riunisce quattro violoncellisti di spicco della nuova generazione di musicisti. Si prosegue l’8 settembre in una delle nuove ambientazioni del Festival, Sagron Mis, con il concerto di Le Petite Écurie, una formazione di cinque oboe che esegue musica su strumenti d’epoca barocca, spaziando anche nella musica contemporanea. Il 17 settembre la violinista Iva Bittova tra le torbiere di Passo Lavazè, mentre il 21 settembre al Rifugio Roda di Vaèl salirà lo storico Quartetto della Scala rifondato nel 2001 da quattro giovani prime parti dell’Orchestra del Teatro e venerdì 22 settembre, a Malga Vallesi nella bassa, ci sarà il concerto di Edgar Moreau, giovane ma già affermato violoncellista. Le Dolomiti di Fassa, faranno da palcoscenico per il Trekking dei Suoni, dal 22 al 24 settembre, con tre artisti d’eccezione, Paolo Fresu, Daniele Di Bonaventura, Pierpaolo Vacca, accompagnati per l’occasione anche da Giulio Ferraro e Giosuè Mazzei, allievi del Conservatorio Bonporti di Trento che approfondiranno il rapporto musica – natura. È invece un viaggio – concerto ad alto potenziale comico quello che andrà in scena il 30 settembre, al rifugio Viviani – Pradalago sopra Madonna di Campiglio, dove la favola musicale “Pierino e il lupo” di Sergei Prokofiev sotto la lente della Banda Osiris diventa il pretesto per una scorribanda nel mondo della fantasia musicale dove le melodie di Prokofiev si intrecciano a quelle di altri famosi compositori, da Mozart a Bizet, e deragliano in generi differenti, dalle colonne sonore di Walt Disney ai Village People. Non sarà da meno il concerto che chiuderà questa edizione, con protagonista Carmen Consoli, autentica icona della scena italiana a cavallo tra fine anni ‘90 e nuovo Millennio, che sarà al Camp Centener sopra Madonna di Campiglio il 1 ottobre, in una ambientazione già autunnale e per questo più suggestiva. Read the full article
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𝐯𝐮𝐞𝐥𝐚 𝐜𝐨𝐧𝐦𝐢𝐠𝐨 𝐬𝐢 𝐪𝐮𝐢𝐞𝐫𝐞𝐬 #26mar21 (presso San Pierino, Fucecchio) https://www.instagram.com/p/CqQPNVtMBng/?igshid=NGJjMDIxMWI=
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Sottoscrivo il baedeker del superlativo @nonmiraccapezzolo fu m.s.a., tranne che nel terzo vocabolo. Se piacciono le acciughe suggerirei (-emmo?) la pasta alla renaiola, se piacciono i dolci Frangioni in via san Francesco (per i masoassaici dunque superlativi budini di riso prenotare prima o presentarsi lì entro le 8.45 am). E poi facciate a vela, e poi San Pierino in vincoli, San Piero a Grado, la quiete di Pettori, e Biduino e il viale delle piagge. Gute Reise @acribiapazzerella .
Qui è dove mi consiglierete dei posti imperdibili da visitare a Pisa oltre che eventuali ristoranti e posti in cui mangiare (con bonus se fanno cucina vegetale). Giusto?
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Gioia e pianto al ritorno della Mamma
Gioia e pianto al ritorno della Mamma
La Santissima Vergine è stata, per San Pio da Pietrelcina, realmente una seconda, o forse la prima, mamma.
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#approfondimenti#beata vergine maria#fioretti#Insegnamenti#Lourdes#madonna#Onorato Marcucci#padre pio#Padre Pio da Pietrelcina#pierino galeone#Rosario d’Alimenusa#san pio da pietrelcina#testimoni#testimonianze
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Neil Armstrong toccò il suolo della Luna all’alba del 21 luglio in piazza San Pierino, dove nonostante le poche decine di metri quadrati di superficie, c’erano quattro bar: il San Piero completo di sala biliardo e tavoli per giocare a carte, il Torricelli, che era più una drogheria, il Piccolo bar gestito dal nonno di Pieraccioni ancora lontano da venire e la Daria, l’unico aperto a quell’ora buia, perché l’unico con la televisione. Bruno Bartalesi, proprietario e figlio della storica e omonima fondatrice, aveva deciso di tenere aperto, certo non per un investimento economico, ché alla Daria erano forse più quelli che pagavano con un «Segna, per favore», quanto per una sorta di dovere sociale. Insomma, se avevi la televisione, la dovevi mettere a disposizione di chi non l’aveva, specie se quella notte s’andava sulla Luna. Va detto che l’apparecchio di cui disponeva la Daria non era un granché e che, rispetto ai maxischermi al plasma di oggi, stava come un pattino a una portaerei. Si aggiunga che le immagini erano in bianco e nero e quelle dalla Luna erano anche parecchio sgranate, tipo film di Stanlio e Ollio. Così, visto di lì, da una stanza non tanto grande, più lunga che larga, quattro sedie e due tavolini contro la parete di faccia al bancone, la cassa e i tabacchi in fondo con la tivvù sopra la testa di Bruno, il piccolo passo di Armstrong non sembrò davvero «un grande balzo per l’umanità», come disse l’ astronauta appena alzata un po’ di polvere lunare. «Questa se l’era preparata!», fu subito il commento e l’eco fu: «Gliel’hanno scritta alla Nasa; è da quand’è partito che la ripete pe’ non dimenticalla!».
L'INFINITA NON-STOP - Il fatto è che a smontare l’aulicità del momento ci si erano messi sin dalla sera prima gli stessi Tito Stagno e Ruggero Orlando, i due giornalisti, il primo dallo studio di Roma, il secondo da Houston, protagonisti della infinita «no-stop» mandata in onda dalla Rai per far vivere in diretta l’avvenimento. Erano le 22 e 20 della sera prima quando Tito Stagno, il volto più americano di cui disponesse l’emittente di Stato, con quel ciuffo di capelli biondi che gli ricadeva sulla fronte e gli occhiali dalla grossa montatura nera, aveva gridato con gli occhi sbarrati dietro lenti spesse come due vetrine antiproiettile la frase che da tre ore aspettava di gridare: «Ha toccato!! Ha toccato in questo momento il suolo lunare. A voi Houston...». E dall’altra parte dell’oceano, serafico, anzi crudele, Ruggero Orlando, «erre » blesa e tono «blasé», gli aveva distrutto la telecronaca epocale: «Qui pare che manchino ancora dieci metri...». C’era di tutto, umanamente parlando, alla Daria: era punto d’incontro di artisti già affermati, celebri o che lo sarebbero stati, in primo luogo da Pietro Annigoni, che aveva studio lì vicino in Borgo Albizi e del quale Palmiro, un cugino di Bruno, era diventato segretario; passavano Nino Tirinnanzi, i fratelli Bueno, Breddo, Scatizzi, Farulli, Giuliano Pini, Loffredo, oppure l’ancora sconosciuto Mario Lovergine, che sarebbe diventato uno dei grafici più noti e che a quei tempi era andato a specializzarsi in America ed era tornato, lui che aveva i capelli crespi, che sembrava un’Angela Davis al maschile.
DON CUBA, NATALINO, UCCELLONE E IL TRIPPAIO - Al banco dove prendevano il caffè anche Mario Luzi e Primo Conti, i due storici baristi, Mario, arrivato dal Mugello che aveva 14 anni e che rimase fino alla pensione, e Valerio, che non stava mai fermo e che Annigoni aveva ribattezzato «girandola », servivano caffè e altro a personaggi come «Don Cuba», don Cubattoli, il sacerdote dei carcerati che, lasciato l’ufficio alle Murate, arrivava in bicicletta; o come Alberto Pistoresi, che aveva proprio di fronte il banco con la trippa e che, poiché gli piaceva dipingere, diceva che era pittore con l’hobby del trippaio; o come Natalino, il proprietario dell’omonimo ristorante, che era grande la metà di adesso, e che «campava a Campari»; o come Armando, meglio conosciuto come «Uccellone», e il perché è meglio lasciar perdere, titolare della trattoria, se così poteva essere chiamata una specie di osteria in piazza, proprio sotto la torre, composta di una sola stanza che era la cucina dove erano anche tre tavolini per mangiare, più due all’aperto se non pioveva. Ai fornelli era la Cocchina, che poi era la compagna di Uccellone, e tra i due, indifferenti ai clienti perlopiù studenti squattrinati, scoppiavano regolarmente epiche liti con lancio non di piatti, ma di fiaschi di vino alcuni dei quali, fortunatamente, mancavano il bersaglio e andavano a schiantarsi contro il tabernacolo della Madonna all’inizio di via Matteo Palmieri, che, per l’appunto era stata ribattezzata «la Madonna briaca». Fu in mezzo a questa umanità che, almeno in piazza San Pierino, sbarcò Neil Armstrong.
Mario Spezi
http://corrierefiorentino.corriere.it/firenze/notizie/cronaca/2009/20-luglio-2009/estate-indimenticabile-1969-bar-daria-luna-1601584913003.shtml
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Quest'oggi facciamo un giro nel pisano, più precisamente alla Chiesina di San Pierino a Camugliano (PI).
Questa chiesetta é un grande classico di questa zona, cosa consigli nelle vicinanze? Scrivilo nei commenti 💪
📍 Luogo: Chiesa di San Pierino a Camugliano
📸 Foto: @apfotonatura
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(via CONTRO LE MORTI SUL LAVORO E LE MALATTIE PROFESSIONALI :: Il pane e le rose - classe capitale e partito)
Da decenni ogni giorno 4 lavoratori vengono uccisi sul lavoro , altri migliaia per malattie professionali. Solo per amianto sono 6000 i morti ogni anno (16 il giorno, 2 ogni ora). Le stragi di lavoratori si ripetono periodicamente da decenni nei luoghi di lavoro di lavoro nell’indifferenza di governo, Confindustria e sindacati complici. Le autorità competenti a parte le solite frasi di circostanza e qualche generica nuova disposizione che non ferma il massacro di lavoratori, non fanno niente per fermare questo massacro. In Italia i lavoratori continuano a morire senza che alcuno li abbia nemmeno informati dei rischi che le loro mansioni molto pericolose comportano. Per massimizzare il profitto si risparmia sulla sicurezza, perche anche solo informare comporterebbe spese aggiuntive e intaccare i profitti! Per discutere di questi temi, salvaguardare la salute e organizzare la resistenza operaia allo sfruttamento invitiamo tutti i lavoratori e i cittadini all’INCONTRO DIBATTITO: Sabato 27 novembre ore 16.00 presso il Centro di Iniziativa Proletaria “G. Tagarelli” Via Magenta 88 Sesto San Giovanni INTERVERRANNO Dott. Pierino Marazzani, specialista in medicina del lavoro Dott. Vito Totire, specialista in medicina del Lavoro Michele Michelino, Presidente del Comitato per la Difesa della salute nei Luoghi di Lavoro e nel Territorio Dott. Saracino Giovanni, Commissione Salute Ordine dei Chimici Marco Caldiroli Presidente di Medicina Democratica Sono stati invitati avvocati, deputati, consiglieri regionali, movimenti per la salute ecc.
Comitato per la Difesa della Salute nei Luoghi di Lavoro e nel Territorio
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La Serenissima is Dying
Michele Ratti to the Franciscan Piero, lately of Ferrara.
La Serenissima is dying, Piero. They are holding the boats at San Marco, the travelers at the monastery. It will be their tomb. From the city, many have left for the countryside. Even the Longhi, who should be supporting the republic in its time of need, have gone. Venice is flooded with the dead, and I fear that God will sink those who remain into the lagoons.
O, my brother, I will not go. In truth, were I capable of fleeing, I might attempt it. It is certain there is no room on the few ships that are able to leave. Many cities are already prohibiting Venetians from coming within their walls. What has become of the power of the lion, Piero? Perhaps this is a tithe for the great wages of sin our generations have left unpaid. If it is so, Venice will be the first of many to suffer. I see the maiden in black that walks after Matins as death. She is come for the iniquitous, and I am among them.
You should not consider me insolent, but I thought at first of appealing to God because I am Milanese. I then realized that, in His Judgment, this alone would not be enough to secure my mortal salvation. If you forgive this first hesitation to write to you, please indulge a second. I would have appealed to Lucchino Visconti to pray on the behalf of all Milan outside her walls, but I doubt God would listen to one as vain as he, nor the great Visconti to a scoundrel such as I. Therefore, I confess, I am left with only you, Pierino. As an orphan, I had only you, and in my final hours, it is to you I return. I thought I would never forgive you for abandoning me for God. He has the entire living world to serve him and all the dead at Judgment. We had no one.
Where have these years taken us, Pierino? I married better than I should have, as all of Venice knows and has noted over the years. I had two children, but God claimed them. Perhaps this was in His design and wisdom; how could it be otherwise? Leonora died last winter. In truth, she was never fond of me.
The other day, I remembered when you and I traveled to Genoa. It was many years ago. In the brothel, there was a Circassian woman named Seteney. I was afraid, but you told me to be brave. I loved her, Piero. I did not understand it then. We were very young. I wanted to take her with us. I dreamt of leaving with you and Seteney, out into the sea. It was foolishness, of course. How could a republic endure if all its citizens, transient or resident, fled into the sea? When I am gone, do not let them say that Michele Ratti did not do his civic duty, as much as a responsible private citizen is capable of. This comedy conceals the tragedy of it: that it did not have to be so. For all that I have left undone, I carry sorrow to my grave.
I am now at the home of Lorenzo Foscari. The hawk-faced doctors said they will leave me here when I pass. They dare not touch us. The dead of this home are to be quarantined, like those in the monastery. After this has ended, I beg of you, bear me to Milan. I have already taken my portion of forgiveness from the church. I could not leave this world without asking for yours. Remember me fondly. If this is not possible, remember me as I was.
Written on the eighteenth day of April in the Most Serene Republic of Venice, in the sixth year of the leadership of Andrea Dandolo.
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MILAN 1966-1967 **serie** A **(** 8°** posto )
Vincitore **COPPA ITALIA**
Ivano **Michetti **: **13 novembre 1966. **Brescia-Milan 0 a 0
* Gianni** RIVERA **(centrocampista), Dario **BARLUZZI **(portiere), Roberto **ROSATO **(difensore), Bruno **MORA **(attaccante), Gilberto **NOLETTI **(difensore), Karl Heinz **SCHNELLINGER **(difensore)
* Angelo **SORMANI **(attaccante), Nello **SANTIN **(difensore), Giovanni **TRAPATTONI **(centrocampista), Giuliano **FORTUNATO **(attaccante), Giovanni **LODETTI **(centrocampista)
*Presidente : *Luigi **CARRARO**
*Allenatore : *Arturo **SILVESTRI**
*miglior marcatore : *Gianni** RIVERA **( **12** reti )
*PORTIERI :*
**BARLUZZI **Dario **31a.** 06/09/**1935** Belluno **- BELLI **Pierangelo **22a.** 29/07/**1944 **Limbiate (MB)** - MANTOVANI **Claudio **23a.** 01/07/**1943** Mantova
*DIFENSORI :*
**ANQUILLETTI **Angelo** 23a.** 25/04/**1943 **San Donato Milanese (MI) **- NOLETTI **Gilberto** 25a.** 09/05/**1941 **Cusano Milanino (MI) **- ROSATO **Roberto** 23a.** 18/08/**1943 **Chieri (TO) **- SANTIN** Nello **20a.** 03/07/**1946** Eraclea (VE) **- SCHNELLINGER** Karl Heinz GER** 27a. **31/03/**1939 **Düren (Germania)
*CENTROCAMPISTI :*
**BAVENI** Bruno** 27a.** 15/12/**1939 **Sestri Levante (GE)** - LODETTI **Giovanni **24a.** 10/08/**1942 **Caselle Lurani (LO) **- MADDÈ **Sergio **20a.** 01/08/**1946** Dresano (MI)** - RIVERA **Gianni** 23a. **18/08/**1943** Alessandria** - TRAPATTONI **Giovanni** 27a.** 17/03/**1939** Cusano Milanino (MI)
*ATTACCANTI :*
**AMARILDO **Tavares BRA** 27a.** 29/07/**1939** Campos dos Goytacazes (Brasile)** - FORTUNATO **Giuliano **26a. **12/05/**1940** Tricesimo (UD) **- MORA **Bruno **29a.** 24/03/**1937 **Parma** - PRATI **Pierino **20a.** 13/12/**1946** Cinisello Balsamo (MI) **- SALTUTTI **Nello **19a.** 18/06/**1947** Gualdo Tadino (PG) **- SORMANI **Angelo BRA** 27a.** 03/07/**1939 **Jau (Brasile)
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Noi che....anni '90
Noi che sopravvivevamo con mille lire a scuola;
Noi che avevamo sempre 150 pokemon da scambiare con qualcun altro;
Noi che piangemmo quando Ash abbandonò Butterfly o quando dovette cedere Charizard;
Noi che se volevamo ascoltare una canzone dovevamo comprare il cd;
Noi che ogni sabato guardavamo top of the pops;
Noi che il Twix si chiamava Raider;
Noi che giocavamo col Super Tele e col Tango;
Noi che giocavamo con le manine appiccicose delle patatine e le tiravamo sui muri di casa;
Noi che ogni Natale vedevamo “Mamma ho perso l’aereo”;
Noi che abbiamo conosciuto i Classici della Disney e guardavamo mille volte "Il re leone", "La carica dei 101", "Bambi", "Lilli e il vagabondo", "Hercules";
Noi che chi andava in bici senza mani era il più figo;
Noi che abbiamo visto le prime gare di Valentino Rossi in 125cc;
Noi che piangemmo quando Baggio sbagliò il rigore a Usa '94;
Noi che provavamo a fare una fusione o a lanciare un'onda energetica;
Noi che la cosa più porno che avevamo visto era quando Rose si tolse la vestaglia in Titanic;
Noi che ci risultano familiari le parole "I'm a barbie girl, in a barbie world...";
Noi che sappiamo che Babbo Natale non esiste e ci fa ridere pensare che prima tutti li sentivano di notte;
Noi che il più bel poliziesco da vedere era Scuola di Polizia;
Noi che dopo aver visto Beethoven, tutti volevano un San Bernardo;
Noi che se eravamo piccoli avevamo lo zaino di Dragon Ball o di Sailor Moon;
Noi che se eravamo grandi avevamo lo zaino Invicta e la Smemoranda;
Noi che giocavamo ai Power Rangers e tutte le ragazze volevano sempre essere "quella rosa";
Noi che la prima esperienza con il mondo virtuale fu utilizzare una pistola gigante con il Nintendo per uccidere le anatre;
Noi che ci divertivamo con i giochini di Windows 95;
Noi che disegnavamo con Paint;
Noi che salvavamo i file sui floppy;
Noi che Crtl+Alt+Canc era la soluzione;
Noi che credevamo che Britney Spears fosse una brava cantante, innocente e vergine;
Noi che giocavamo con le figurine degli animali e le carte dei Pokemon;
Noi che utilizzavamo la macchina fotografica con i rullini e quando erano da 36 ci sembrava di essere i più fighi;
Noi che nelle foto delle gite facevamo le corna ed eravamo sempre sorridenti;
Noi che giocavamo a "Nomi, cose, animali e città", e se capitava la D la città era sempre Domodossola;
Noi che quando arrivava qualcuno che ci era antipatico e chiedeva "posso giocare?" noi rispondevamo "Ehm, la palla non è mia!";
Noi che suonavamo ai campanelli dei nostri amici per chiedere se fossero in casa;
Noi che facevamo a gara a chi riusciva a fare il pallone più grande con i big babol alla fragola;
Noi che giocavamo con un Game Boy che non era a colori e che se lo si usava all'ombra non si vedeva niente;
Noi che comprammo il Game Boy solo per giocare ai Pokemon;
Noi che ascoltavamo la musica con il Walkman;
Noi che bevevamo pochissime volte la Coca Cola;
Noi che ci divertivamo giocando ad "Acchiappino", "Strega comanda colori", "Lupo mangia ghiaccio", "Lupo mangia frutta", "Nascondino", "Un due tre stella", "Ruba bandiera", "Bandierina", "Campana", Palla Avvelenata";
Noi che alle 4 si guardava Bim Bum Bam;
Noi che abbiamo raccontato mille volte la barzelletta del fantasma Formaggino ed ogni volta ridevamo come i matti;
Noi che tutte le barzellette cominciavano con Pierino, il fantasma formaggino o un francese, un tedesco e un italiano;
Noi che ci ricorda qualcosa la frase "non fumerò mai nella mia vita";
Noi che giocavamo a Super Mario, Tekken, Metal Slug, Crash Bandicoot, Spyro, Gran Turismo;
Noi che i migliori investigatori erano Scooby Doo e l'ispettore Gadget;
Noi che cantavamo e ballavamo la "Macarena";
Noi che compravamo le gomme con le figurine dei calciatori;
Noi che ci mancavano sempre 3/4 figurine per finire l'album;
Noi che non perdevano una puntata di Dragon Ball, Rossana, Holly e Benji, Mila e Shiro;
Noi che giocavamo al Nintendo 64 e alla Playstation 1, e quando non andavano ci soffiavamo dentro;
Noi, che abbiamo vissuto gli anni bui della Ferrari che non vinceva più, arriva Schumi e nel 1997 perde il mondiale all'ultima gara;
Noi che conosciamo a memoria la prima stagione di Dragon Ball e dei Pokemon;
Noi che vedevamo ed amavano i film Ritorno al futuro, Indiana Jones, Jumanji e Space Jams;
Noi che le ragazze vedevano Sailor-Moon e volevano essere come lei;
Noi che ì ragazzi vedevano le tartarughe Ninja e volevano essere come loro;
Noi che sappiamo a memoria la canzone di Hakuna Matata;
Noi che quando giocavamo coi Lego e con le Micro Machines passavamo i pomeriggi interi;
Noi che ci ostinavamo a giocare a "Indovina chi" ance se i personaggi si conoscevamo tutti a memoria;
Noi che giocavamo coi i Crystal Ball e con Forza 4;
Noi che avevamo il nascondiglio segreto con il passaggio segreto;
Noi che vedevamo "Sabrina vita da strega" e pensavano che il gatto fosse vero;
Noi che dicevamo di fumare quando in realtà mangiavamo sigarette di cioccolato o di gomma;
Noi che dicevamo di essere ricchi e potersi permettere di mangiare i soldi, quando questi erano di cioccolato;
Noi che ancora ci chiediamo che fine abbia fatto Carmen San Diego;
Noi che se guardavamo tutto il film delle 20:30 eravamo andati a letto tardissimo;
Noi che suonavamo i campanelli delle case e poi scappavamo;
Noi che a scuola ci andavamo da soli e tornavamo da soli, con lo zaino da 2 quintali e senza le rotelle!
Noi che se la maestra ti metteva una nota sul diario a casa era il terrore;
Noi che le ricerche le facevamo in biblioteca, mica su Google;
Noi che i termometri li rompevamo e le palline di mercurio giravano per tutta casa;
Noi che in casa avevamo almeno uno dei primi Nokia;
Noi che ci chiediamo ancora quanto sia lungo il campo di Holly e Benji;
Noi che pagavamo con le lire, e forse era meglio;
Noi che con 500 lire compravamo tantissime gomme e caramelle;
Noi che le All Star le compravi al mercato;
Noi che passavamo ora a vestire e giocare con le bambole;
Noi che non avevamo il cellulare e chiamavamo i nostri amici dal telefono di casa;
Noi che quando si era in vacanza si telefonava dalle cabine telefoniche;
Noi che sbirciavamo nelle cabine per vedere se qualcuno aveva lasciato una scheda telefonica da aggiungere alla nostra collezione;
Noi che al mare eravamo sempre impiastricciati di crema a protezione 40;
Noi che il bagno si poteva fare solo dopo le 4;
Noi che pensavamo che il "Gioco della bottiglia" fosse una cosa da grandi e quando disgraziatamente capitavo il bacio come penitenza ci vergognavamo a morte;
Noi che ci incantavamo davanti alla “Valle Incantata” e conosciamo tutti gli episodi;
Noi che ci sbucciavamo il ginocchio e ci mettevamo il mercurio cromo, e più era rosso più era figo;
Noi che i messaggini li scrivevamo sui pezzetti di carta e li mandavamo durante l'ore di lezione;
Noi che le prime partite viste su Telepiù erano con la scheda cracckata;
Noi che portavamo sempre la canottiera della salute;
Noi che la penitenza era "dire, fare, baciare, lettera, testamento";
Noi che confidavamo al nostro migliore amico/a quello/a che ci piaceva dicendo: "non lo dire a nessuno però";
Noi che dopo la prima partita c'era la rivincita, poi la bella,e poi la bella della bella;
Noi che vedevamo il codino di Fiorello e lo volevamo anche noi;
Noi che ci sentivamo ricchi se avevamo “Parco Della Vittoria” e “Viale Dei Giardini”;
Noi che cercavamo i pinoli per un intero pomeriggio;
Noi che giocavamo a calcio con le pigne;
Noi che al nostro compleanno invitavamo TUTTI i nostri compagni di classe;
Noi che giocavamo con le biglie;
Noi che portavamo le Lelli Kelly e le Bull Boys;
Noi che “se ti faccio fare un giro con la bici nuova non devi cambiare le marce”;
Noi che giocavamo con gatti e cani randagi, e non ci hanno mai attaccato nessuna malattia mortale, nemmeno dopo averli accarezzati ed esserci messi le dita in bocca;
Noi che avevamo le videocassette;
Noi che abbiamo vissuto senza la tecnologia moderna e l'abbiamo vista nascere!
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Livio Agresti and Forlivese Mannerism
Livio Agresti (1508 - 1580) of Forli was a painter and draughtsman, active during the Italian High Renaissance. Livio’s earliest works can be found at the Pinacoteca Civica di Forli, including a rendering of King David (above) that was originally part of a larger commission for the decoration of the Chapel of the Sacrament in Forli Cathedral.
By the 1545, Livio had re-located to Rome and was described as a member of Pierino del Vaga’s workshop. Consequently, Livio assisted his new master with the decoration of the Sala Paolina, Castel Sant’ Angelo, Rome between 1545 and 1547, although there is no reference to him in the published documents dealing with Perino's activity in the castle between these two dates.
According to the biographer and polymath, Giorgio Vasari, Livio’s move to Rome was motivated by a need to perfect himself in design and if Vasari is to be believed, the opportunities afforded in the Eternal City must not have disappointed Livio. Following on from his work at Santo Spirito in Sassia, Livio was required to carry out a rendering of Pedro of Aragon in the Sala Regia of the Vatican (below). The artist was also patronised by the Cardinal of Augsburg, for whom he painted seven stories in silver sheets, using a method which he is said (by Baglione) to have invented. After presenting these unique renderings to the King of Spain, the cardinal retained Livio, travelled with him to Augsburg and had him execute several paintings. Livio also benefitted from the patronage of Pope Gregory XIII, for whom he completed a number of altarpieces.
Despite generous artistic sponsorships from two popes and a prince of the church, Livio appeared to continue fulfilling projects destined for his native Forli. For example, sometime between 1550 and 1560, he completed a painting of the crucified Christ, flanked by two angels, for the church of San Francesco Grande (below).
As Livio’s life drew to a close, he apparently retired to the Hospital of Santo Spirito and died there in around 1580. His drawings, like his painted works became dispersed across the globe, and can be found in print and drawing collections in Florence, Rome, Windsor, Vienna and Forli.
Images: Livio Agresti, detail of King David from Stories of the Eucharist and Persons of the Old Testament, 1535, fresco, Pinacoteca Civica di Forli. Wikimedia Commons.
Communion of the Apostles, c.1540, fresco, Pinacoteca Civica di Forli. Wikimedia Commons.
Photograph of the Sala Paolina, Castel Sant’ Angelo, Rome. Wikimedia Commons.
Detail from Pedro of Aragon Offers his Kingdom to Pope Innocent III, 1461-1563, fresco, Sala Regia, Vatican Palace, Rome. Wikimedia Commons.
Circumcision of the Baby Jesus, 1558, oil on canvas, Museo Diocesano e Capitolare di Terni. Wikimedia Commons.
Virgin and Child with St John the Baptist and a Musician Angel, 16th century, oil on walnut panel, private collection. Web Gallery of Art.
Detail of Christ from Crucifixion with Two Angels, 1550-1560, oil on panel, Pinacoteca Civica di Forli. Wikimedia Commons.
Detail of an angel from Crucifixion with Two Angels, 1550-1560, oil on panel, Pinacoteca Civica di Forli. Wikimedia Commons.
References: G. Baglione., Le vite de' pittori scultori et architetti. Dal pontificato di Gregorio 13. del 1572. In fino a' tempi di Papa Urbano Ottavo nel 1642. Scritte da Gio. Baglione Romano e dedicate all'Eminentissimo, e Reverendissimo principe Girolamo Card. Colonna, 1642.
D. E. Colnaghi, A Dictionary of Florentine Painters from the 13th o the 17th Centuries by Sir Dominic Ellis Colnaghi, k. B., Late H. M. Consul-General at Florence, eds. P. G. Monody and Selwyn Brinton, London, John Lane The Bodley Head Ltd., 1928.
http://www.treccani.it/enciclopedia/agresti-livio-detto-il-ricciutello_(Dizionario-Biografico)/
Posted by Samantha Hughes-Johnson.
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7.24 (presso San Pierino, Fucecchio) https://www.instagram.com/p/CGrxtwMLrM4/?igshid=p74mwipjft48
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Corsa dei Barberi
Corsa dei Barberi La Corsa dei Barberi è poco ricordata a Firenze, ma era corsa presente anche da noi ed era un evento che richiamava tutto il popolo fiorentino, non a caso si svolgeva il 24 giugno il giorno di San Giovanni Battista patrono di Firenze. Ho scritto "anche da noi" per il semplice motivo che non era una corsa esclusiva di Firenze ma si correva in più parti d'Italia sempre con cavalli Berberi da cui il nome della corsa poi storpiato in Barberi dai soliti fiorentinacci. La corsa era un palio alla lunga ed era caratterizzato dal fatto che i cavalli correvano senza fantini; di origine antica, probabilmente medioevale e citata anche dal sommo poeta Dante nel Paradiso (Paradiso XXVI, 40-42) per bocca di un suo trisavolo Cacciaguida: «Li antichi miei e io nacqui nel loco dove si truova pria l'ultimo sesto da quel che corre il nostro annual gioco. »
Corsa dei Barberi La corsa iniziava da Via Ponte alle Mosse chiamato cosi proprio perchè da qui partiva la gara, anticamente si diceva appunto "prendevano le mosse", cioè partivano. La corsa si dirigeva verso Porta al Prato sul cui prato era montato il palco che ospitava i nobili fiorentini compreso il Granduca. Proseguiva in Via Palazzuolo, Via degli Strozzi e poi in Via del Corso. Anche via del Corso prende questo nome a causa della Corsa dei Barberi che l'attraversava per poi arrivare all'arco di San Pierino dove si trovava il traguardo, in alternativa si concludeva a Porta alla Croce. Al termine della corsa mediante un sistema di comunicazione fatto con fumi colorati e specchi posti su campanili e tetti dei palazzi si poteva comunicare alla città e al Granduca chi era il vincitore. Il proprietario del cavallo vincente riceveva in premio un drappo decorato con il giglio fiorentino e la croce rossa del popolo detto appunto "il Palio". Il premio originale fu poi sostituito nel 1700 con un premio in denaro. La corsa dei Barberi fu corsa fino al 1858 anno in cui i tanti lavori per adeguare Firenze a divenire capitale alterarono il tracciato e si perse nell'oblio questa bella tradizione; sicuramente anche per rispetto degli animali che spesso si facevano male sugli spigoli delle case. Nelle infinite problematiche della città odierna mi domando che effetto farebbe, oggi, vedere dei bellissimi puledri scatenarsi per le vie fiorentine.
Jacopo Cioni Read the full article
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La paternità sacerdotale di Padre Pio
La paternità sacerdotale di Padre Pio
Il sacerdote con l’accoglienza del dono del celibato, non rinuncia alla sua paternità, ma la vive e la rende feconda ad un livello più alto, nella dimensione soprannaturale, generando non alla vita fisica, ma alla vita imperitura della grazia. (more…)
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