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#sacco a pelo
designmiss · 5 years
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MusucBag: il sacco a pelo innovativo https://www.design-miss.com/musucbag-il-sacco-a-pelo-innovativo/ Gli appassionati di campeggio estremo non potranno fare a meno di MusucBag, un sacco a pelo estremamente funzionale, realizzato appositamente per dormire, ma anche per camminarci agevolmente. Progettato da Rodrigo Alonso, questo sacco a pelo rivoluzionario è fornito di pratiche cerniere di ventilazione in corrispondenza della gambe e ad azione rinfrescante, tasche MP3 per ascoltare […]
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elipsi · 2 years
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sono a tanto così da paccare volontariato a redacted
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elperegrinodedios · 3 months
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Ho conosciuto cosi tante maschere in vita mia che alla fine per amore di qualcuna di loro, l'ho dovuta indossare anch'io. D'altronde se tu vuoi essere gradito ad un pazzo, devi sembrargli un pazzo anche tu come Jack Nicholson con i suoi "picchiatelli". O se vuoi conquistare la fiducia di un povero, devi essere povero anche tu, come Gesù che scelse di essere povero, ci si era fatto da solo fino dall'inizio, ed ha vissuto in mezzo a loro e ai lebbrosi, agli affamati, e ai mendicanti, alle prostitute e ai peccatori "il medico viene per i malati e non per i sani", se dunque vuoi entrare nelle grazie di qualsiasi altra persona sofferente e sensibile, non puoi non sanguinare come loro.
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Come dice Paolo nelle lettere ai Corinzi "mi son fatto giudeo con gli ebrei per poter guadagnare i giudei, debole con i più deboli, per guadagnare i deboli, mi sono fatto tutto a tutti, per poterne guadagnare il maggior numero". E cosi, se essi fanno festa, fai festa con loro e se piangono, tu piangi insieme a loro, se ridono ridi, e se ballano balla anche tu. Se vuoi vivere le emozioni delle persone e trovare complicità, allora sii anche tu un portatore sano di emozioni, ed un complice sincero per tutti coloro che ti seguono e ti sono vicini. La verità, è che non ho dovuto indossare nessuna maschera perchè nella realtà della mia vita e nei venti anni di cammini, io ho praticato tutto questo naturalmente e senza sforzo. Amo la buona tavola e mangiare e bere bene, ma, so anche mangiare pane e cipolla e sentirmi grato, amo il mio letto a due piazze, ma da pellegrino e indiano navigato, so anche dormire per terra nel sacco a pelo. Per tutto questo, mi sento spesso un privilegiato. Sono stato ricco e povero e Re e mendicante, è stato cosi che ho imparato che la ricchezza vera, reale non la determina il conto in banca, ma l'abbondanza di quell'amore che si ha nell'anima e nel cuore. L'apostolo Paolo termina poi dicendo: "Ora io faccio questo per l'evangelo affinchè ne sia partecipe anch'io". Fin da sempre ho seguito le orme di Paolo per seguire quelle di Gesù. Era un fariseo peccatore, io ero ateo gran peccatore antifariseo, ma come lui, disarcionato e salvato per grazia. Un fuorilegge, protestante.
lan ✍️📷
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ilpianistasultetto · 1 year
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NOI SIAMO VITTIME E NON CARNEFICI
Lisa, Marco e il cane Lino. Dalla primavera vivono in questo angolo di Cinecitta', fermata Lucio Sestio della metro. Il muretto e' il loro letto, la panchina di marmo il loro salotto. Quell'angolo a cielo aperto e' la loro casa in tutto e per tutto. Una valigia con qualche straccio di ricambio, le colonnine telecom a fare da mensola per saponi, deodoranti, zucchero, sale, qualche barattolo di vetro pieno di detersivo e un marciapiede- pavimemento sempre lindo e pinto da poterci mangiare sopra. E poi c'e' la loro storia. Buttati fuori dalla loro casa popolare da delinquenti mafiosi che poi quelle case le rivendono. Nessun aiuto, nessuna giustizia. Lisa si e' tagliata i capelli a zero per avere una testa piu' pulita. Cardiopatica, diabetica e altre mille complicanze. Marco, il giorno se ne sta spesso vicino al mercato con il suo bastardino nella speranza di rimediare qualche elemosina o qualcosa da mangiare, regalata da persone di cuore che tirano fuori cose dai loro carrelli della spesa per sostenere tutta quella pena comunicativa. Quando ci parli racconta poco di se' stesso. Tutto il suo fiume di parole lo regala per quella sua compagna cosi sfortunata e malconcia. Pero' non ne parla mai con rassegnazione. No! Sempre con spirito fiero, come avesse accanto una combattente nata. Lei dorme, ricoperta da un sacco a pelo, lui racconta e le carezza continuamente la testa, come a volerle dire: "dai, vedrai che insieme ce la faremo anche questa volta. Ce la caveremo come abbiamo fatto sempre". Quel "ce la caveremo" non pretende molto, anzi, quasi niente. Questa e' gente disperata dalla nascita, gente abituata a lottare ogni giorno con le unghie e con i denti. Gente che se riesce a mangiare e' come vincere una lotteria. Gente comunque fiera, dignitosa. Ci parli e sembra sempre vogliano scusarsi per il fastidio che potrebbero dare a chi ce l'ha fatta, scusarsi per quelle loro mani tese che chiedono aiuto: qualche spicciolo o una semplice mela. Quando passo davanti quella loro casa sotto le stelle mi fermo sempre. Chiedo come se la stanno passando. A volte do a lui qualche 20 o 50 euro. Li do sempre con un po' di vergogna, forse perche' non e' solo quello che a loro serve. Stamattina Marco m'ha commosso. M'ha chiesto se conoscevo qualche B&B in zona che potesse accettarli per un paio di giorni. Ha detto che Lisa doveva riposare, farsi una doccia perche' non puoi lavarti sempre alla fontanella. Questa estate e' stata durissima sotto quel sole cocente, quel caldo asfissiante. Lisa doveva riposare, ne aveva bisogno estremo e lui voleva accontentarla. Voleva solo vedere la sua Lisa almeno una notte dormire sopra un letto vero. Voleva farle almeno questo regalo. Un regalo enorme, come chi regala un brillante enorme alla sua donna.
Noi siamo abituati a vedere storie come queste in tv o a leggerle sui giornali. Abbiamo uno schermo che racconta, che fa vedere ma non tocchiamo mai con mano e invece le cose, per capirle, per capirle veramente le devi toccare, ci devi stare dentro. Per capire, come e' scritto in quel cartello che Marco ha messo in un angolo di quella sua casa, che loro sono vittime e non carnefici. @ilpianistasultetto
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giovaneanziano · 6 months
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Via degli Dei Tappa 1: Bologna - Brento
- la genialità del sacco a pelo la sapete già. Mi aspetta sui binari in attesa che torni. Era un’amore impossibile. Per fortuna che in centro a Bologna c’è una Decathlon anche se avrei preferito risparmiare sto cinquantello
- sono rimasto bloccato al -4 della stazione di Bologna perché hanno chiuso tutte le scale mobili. 3/4 d’ora in fila per l’ascensore. Questi sono segni che dovrei tornare a casa MA NON MOLLO
- mezza Bologna bloccata per la strabologna ma me ne strafrego e passo ovunque senza che nessuno mi fermi. Strano
- a una certa sorpasso una coppia che mi fa “si vede che sei nell’esercito, guarda che passo portentoso” grazie zi ma mai stato nelle guardie sorry
- pensavo che le salite fossero graduali invece si passa da pianura da centro storico a discesa libera Bormio 2000 a Salita da monte Fato
- il mio B&B è pieno di gatti mi trasferisco qui
Acciacchi: spalle dolore 5/10
Felice: 7/10
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passeracea · 7 months
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Dovrei potare le piante ma piove, quindi animata da un insolito spirito produttivo decido di contrastare la mia tendenza all'accumulo e dedicarmi alla casa sistemando un armadio che non ha mai avuto un uso specifico. Nel senso ci ho messo le cose provvisoriamente e a caso che tanto poi le sistemo, ma son passati 5 anni e va be avete capito. Oltre a troppe cianfrusaglie e vestiti di due taglie fa che ho già smistato tra beneficenza, mercatini e Vinted nei ripiani in alto ho trovato: una racchetta da tennis, gli scarponi da snowboard, un sacco a pelo, tre clavette da giocoliere, un trivial pursuit, un materasso gonfiabile,  delle ciabatte giganti a forma di dinosauro, un accordatore per chitarra elettrica, un poster di Miss Dronio, delle tende non mie, degli scampoli di stoffa e delle formine per ghiaccio a forma di pene.  Ma come è possibile avere tutte queste cose? Ovviamente molte sono nuove o quasi, per alcune mi sono dovuta concentrare per ricordare da dove venissero o perché le avessi comprate.  In futuro cercherò la forza di affrontare altri armadi. Forse. Tra un po'.
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kon-igi · 10 months
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UN VIAGGIO NELL'ORRORE
Tranquilli, non è il vostro viaggio ma il mio.
Io sono nato all'inizio degli anni '70, quindi mi sono fatto prima tutta la cinematografia horror di Dario Argento&co e poi tutti gli slasher americani con le icone classiche quali Jason, Freddy, Leatherface etc.
Ma c'è un problema...
Io non ho mai visto nessuno di quei film fino al 1990.
Vedete, io vivevo in una famiglia molto particolare™ dove la televisione era vista come il male assoluto, ragion per cui fino ai 14 anni io sono stato costretto ad andare a letto alle nove di sera e durante il giorno potevo guardare solo un'ora di televisione (stranamente non era conteggiato il tempo davanti al Commodore 64 e indovinate un po' chi era il mio migliore amico).
In quell'ora a disposizione io cercavo, ovviamente, di farci stare i miei cartoni animati preferiti ma non mi era possibile guardare film, tantomeno di sera.
Me li facevo raccontare.
Sì perché, evidentemente, il concetto di film non adatto ai bambini si applicava solo a me mentre tutti i miei amici, invece, rimanevano alzati fino a tardi a guardare film pazzeschi insieme ai loro genitori e il giorno dopo me li raccontavano.
A difesa dei miei genitori posso dire che in effetti ero un bambino particolarmente impressionabile ed è forse a causa dei sogni che facevo alle elementari che scelsero di non espormi a quello che in linguaggio tecnico viene definito nightmare fuel.
Non che ne avessi bisogno, intendiamoci.
Per esempio, in terza o in quarta elementare fui perseguitato da quello che io avevo soprannominato Il Burattinaio Cadavere, che si manifestava nel seguente modo: prima io mi trovavo in un qualsiasi luogo a me conosciuto (casa, scuola, parco giochi etc) poi improvvisamente tutto diventava scuro e dei fili tipo ragnatele scendevano dal cielo per toccare le decine di cadaveri che improvvisamente erano apparsi accasciati a terra, i quali si rianimavano come burattini e mi venivano barcollando incontro. Ovviamente mi svegliavo urlando come un ossesso.
E che dire della Lamante, una donna che ogni notte mi faceva vedere un buco sul braccio e mi sussurrava 'Se mi aspetti poi ti faccio vedere cosa mi hanno fatto'. E dopo tornava con le braccia amputate e due lame lunghissime innestate cercando di trafiggermi.
E poi il Buio, la Porta, il Verme Oculare, lo Sghignazzatore Maledetto...
(Beh, forse ero un qualcosa di diverso da 'impressionabile' ma vabbe'...)
Comunque, il primo film horror che vidi a casa di un amico fu Halloween di John Carpenter e al di là dell'angoscia di vedere REALMENTE un qualcosa horror, mi piacque parecchio e lì cominciò la mia collezione di problemi.
Come qualsiasi manuale di pedagogia insegna fin dai primi capitoli, la lunga privazione di un qualcosa di proibito che ero l'unico a non possedere mi spinse a fare binge watching di ogni film horror, di ogni libro di Stephen King, Clive Barker, Lovecraft e persino a scegliere come gioco di ruolo preferito Call of Cthulhu invece del più innocuo Dungeons&Dragons.
Andai fuori di testa.
Ogni notte un Geteit Chemosit che indossava la faccia strappata di mia madre cercava di entrare in camera mia e di giorno giravo sempre armato perché non si sa mai.
Mandai quasi in ospedale la mia povera mamma che ebbe la pessima idea di entrare in camera mia perché mi lamentavo nel sonno (non avevo capito che la faccia era attaccata alla persona giusta) e a distanza di anni ancora ridiamo con i miei amici di quando in campeggio tenni sollevato per il collo lo sventurato che fece un verso sospetto quando, uscendo per pisciare ancora mezzo addormentato, calpestai per sbaglio il suo sacco a pelo.
Per me valeva il motto 'L'uomo che dorme con un machete sotto al cuscino è un pazzo tutte le notti tranne una' e infatti la routine serale dei miei amici era aspettare che mi addormentassi e poi nascondere tutte le mie armi (grazie Francesca perché quella notte particolare avrei senza dubbio ucciso tutti con la mia Katana).
La notte, insomma, non mi è stata mai amica perché forte in me era la convinzione, per non dire la certezza, che il sonno rendesse possibile la venuta di orrori innominabili che si arrampicavano lungo la parte sbagliata della luce.
Verso i diciannove anni facemmo una festa per la fine della Maturità in un'enorme casa di campagna di non mi ricordo chi e dopo aver bevuto l'impossibile ognuno si appropriò di una stanza a casa, chi per trombare (non io) chi per collassare (io).
Solo che non collassai.
Come in un racconto breve di Stephen King mi misi a sedere su un vecchio letto col materasso di lana e tenendo i piedi nudi su un pavimento di cotto dalle piastrelle tutte storte (assurdo come certi particolari rimangano impressi) cominciai a fissare la porta chiusa.
Faceva caldo ma l'avevo chiusa.
Improvvisamente sento una sensazione strana sulla schiena, come di brividi, e i capelli mi si rizzano sulla nuca.
Un pensiero mi si insinua nelle tempie come un ago nel polistirolo...
'Sta arrivando'.
E poi abbasso lo sguardo e vedo che sto tenendo in mano un lungo coltello da macellaio, che evidentemente non ricordavo di aver preso giù in cucina.
Non ricordavo di averlo preso o forse in quel momento avevo capito qualcosa?
Sta arrivando
Punto i piedi a terra...
STA ARRIVANDO
Mi alzo e stringo più forte il coltello
STA ARRIV...
Ma io mi muovo per primo e scatto verso la porta con un fendente dal basso verso l'alto che avrebbe aperto in due la pancia dell'essere non appena avesse spalancato la porta.
TUNC!
Guardo la lama affondata a metà nel pannello della porta chiusa, assolutamente chiusa ma così chiusa che pareva l'emblema della possibilità che io quella sera trombassi.
Allora scendo in cucina, rimetto il coltello nel cassetto e tra i gorgoglii dei conati di vomito di chi aveva ecceduto e l'assoluto silenzio di chi non stava minimamente trombando, mi sdraio sul letto e mi addormento di un sonno senza sogni.
La parte più nobile e metafisica di me vuole pensare che con quell'ultimo fendente dato al vuoto in realtà uccisi definitivamente l'oscurità in me ma in realtà credo di aver semplicemente realizzato che chiunque fosse entrato in quel particolare momento si sarebbe visto rovesciare gli intestini sul pavimento e questo non rientrava tra le cose che avrei voluto fare da grande.
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animaromantica · 9 months
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la gif del fisico femminile che si tocca il corpo che ho condiviso, ha fatto un sacco di like, sicuramente per via del seno, ma io l'ho condivisa per altro 😅 menomale che non vi siete scandalizzati per il pelo, anzi!
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yugen3 · 10 months
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Sono riuscito a chiudere il sacco a pelo alla prima botta senza l'aiuto di nessuno posso metterlo nel cv?
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Loro col fiocco gigante perché funziona anche come sacco a pelo nel pre e post performance
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vintagebiker43 · 2 months
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La sorella di Franco
partiva per il mare
lo zaino il sacco a pelo
e centomila lire
e fu all'angolo di Via Irnerio
che sentì l'esplosione
poi nel sole del mattino
vide il volo cieco di un piccione
Passò un momento sospeso e polvere e spettri fuggenti
prima di un po' di luce
per Bologna e i suoi lamenti
Lele era un bambino
e rimase fermo ad ascoltare
le frasi in dialetto
che il postino diceva al padre
era solo un bambino
ma ricorda ancora bene
la faccia di quell'uomo
e il grido delle sirene
Passò un giorno per capire
poi i giornalisti e il presidente
prima di un po' di luce
per Bologna e la sua gente
Salì sul taxi coi feriti accanto
guidò fino all'alba
poi si arrese al pianto
dal sedile di dietro
il sangue era preso
gli parlava di morte
dell'orrore all'improvviso
Passarono mesi e stagioni
omissioni e servizi deviati
prima di un po' di luce per Bologna e i suoi Magistrati
Maria di vent'anni aveva il mondo davanti e lo sguardo più dolce di chi non può aver rimpianti
Maria se n'è andata come un angelo in volo
inghiottita nel nulla in un attimo il sole
Passarono più di dieci anni
quante promesse infinite
prima di un po' di luce per Bologna e le sue ferite
Il giorno che il cielo cadde su Bologna
piovvero pietre fiamme e vergogna
una breccia nel muro
e un'altra nel cuore
quando il ricordo è radice
custodisce il dolore
quando il ricordo è radice
il futuro avrà un fiore
Passò secolo e millennio
menzogne e governi e sentenze
prima di un po' di luce
per Bologna e le sue coscienze
Passò una generazione
l'oratore e il testimone
resta il profumo di un fiore
per Bologna e la sua stazione
e il fiore della memoria
che sboccia in ogni stagione.
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chetuttoarda · 1 year
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seguitemi nella tana del bianconiglio:
stasera ho rischiato e ho contattato una mia amica con cui c’è un rapporto “enemies to lovers”, usciamo per la prima volta da sole, tutto bene, andiamo in questo locale e fortunatamente c’è posto, solo che l’unico posto è esattamente affianco alla mia ex migliore amica seduta a tavolino con l’ex del mio ex storico che all’epoca mi ha affibbiato il soprannome di “rincoglionita” senza alcun motivo, bella per me. Dopo il secondo bicchiere di vino, non era più un problema but, loro vanno via, io tiro un sospiro di sollievo perché tanto, peggio di così non poteva andare. Povera illusa io, perché solo dieci minuti dopo, al tavolo esattamente di fronte a me si siede un altro mio ex con la sua ragazza. Lui che “nono non sono pronto per una relazione” però un mese dopo stava con lei.
Allora io dico e mi domando: sono stata due settimane fa a pregare a Fatima e ho acceso il cero, ho dormito a terra in un sacco a pelo per ricevere la benedizione del Papa, mi ha benedetto il vescovo e tutti i sacerdoti presenti, più di così che devo fa? Signore pietà, Cristo pietà.
Io mo non dico che voglio il paradiso, ma almeno mi merito un sconto al purgatorio perché altrimenti dai.
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elperegrinodedios · 2 years
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📷 Estratto dal mio diario: cammino Aragonese. Milleduecento km. contando sulla misericordia e l'amore del Signore. Da Lourdes a Santiago de Compostela, per arrivare a Muxìa e Finisterrae. 40 giorni di cammino uno stillicidio di emozioni.
=👣=
Le "tampòn" sulla credenziale a L.J. e dopo aver ripercorso quattro km. indietro, trovo la signora "T" del piccolo rifugio che però ha già occupati i pochissimi posti disponibili. È pure tardi ma non mi perdo d'animo, cosi in un piccolo paese semi deserto, entro in un ristorante-bar-pub e lì parlo con una delle ragazze, che poi confabula con il gestore e dopo una ventina di minuti mi chiama e mi fa parlare con un'altra signora molto molto "appariscente". Mi dice di prendere lo zaino e se mi accontento di seguirla. L'ho ringraziata tanto, ma che stanza ragazzi!! E una volta là dentro ho avuto un po' di dubbi, ho pensato che potevano essere i disturbi e trabocchetti del "nemico" che vuole rendermi più difficoltoso questo cammino di fede già molto difficile di suo. Ho avuto subito la netta sensazione che questa specie di camera disordinata con poca luce e divisa da una parete di truciolato da quella a fianco, fosse parte della seconda attività della signora bionda, con il viso marcato e molto truccato. Eventualmente però, e seppure fosse, lei ha fatto un gesto amorevole gesto misericordioso dal quale io traggo grande edificazione e insegnamento. Io, non ho toccato niente, non ho usato nulla, ho dormito nel sacco a pelo su quel letto assai trascurato, solo perchè il pavimento era davvero troppo sporco. E, nella stanza a fianco si udiva parlare un uomo ed una donna, col sottofondo di risatine e gridolini. Già, ho cercato di distrarmi, di non ascoltare e prima di addormentarmi, ho pregato molto anche per questa donna, perchè senza di lei e senza il suo grande cuore ora ci starei io per strada. 🙏"Se è come credo Signore, ti prego tocca il suo cuore, cosi come facevi durante la tua permanenza tra di noi nella carne, sanando i malati e redimendo i peccatori, passando il tuo tempo con i poveri, i beoni, i ladri e le prostitute, perchè erano loro si, che avevano bisogno di aiuto, di guarigione, e di salvezza dunque Signore salvala, presentati a lei e dille quello che solo Tu puoi dirle: "I tuoi debiti ti sono rimessi va e non peccare più". Benedicila o Padre, nel nome di Gesù. Amèn!
P.S. Ho ancora la sua immagine nella mente e di tanto in tanto la ricordo nelle mie preghiere. ♡
lan ✍️
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ilpianistasultetto · 2 years
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Di quella sera di tanti anni fa ricordo il freddo, gli occhi di Donatella e quei suoi capelli mossi come onde sulla cresta del mare che le ricadevano appena sopra quei due seni prorompenti.. L'occupazione andava avanti da 5 giorni ormai. I corridoi del liceo sembravano quelle camerate per militari con sacchi a pelo al posto delle brande. Mentre provavo a scaldarmi e a dormire, Donatella mi chiamo' :
-Rob, vieni dentro al mio sacco e ricordami la lezione di stamattina. Mi piace come racconti le note, come fai venire voglia di musica..
C'era silenzio quella notte, c'era un buio piu' buio delle notti precedenti. Provavo disagio a non rispettare quel movimento del tempo, quella pace color pece. E poi, di parole ne avevo dette tante quella mattina.. Tirai fuori il mio walkman..poi, tasto play.. Impressioni di Settembre- PFM -
-Ascolta e parlami di tutto quello che ti passa davanti agli occhi..ecco, questa e' la bellezza della musica.. @ilpianistasultetto
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giovaneanziano · 6 months
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Si inizia così: salgo sul treno, ah tutto ok si parte, parte il treno, guardo fuori “chi è quel mona che ha perso il sacco a pelo?” Era il mio. Buongiorno
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filorunsultra · 1 year
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L’altra notte, avvolto nel mio sacco a pelo, guardando le stelle sopra alle sagome dei larici pensavo a che cazzo di figata che è la vita. Me l’aveva detto Paco una volta, tornando dal Lagorai, col Clipperone che pennellava i tornanti della Val Floriana. Non sono passati neanche tre giorni, e me ne sto qua sul mio terrazzo a pensare che merda che è la vita. Ma la vita non è una merda, e nemmeno la morte lo è: la malattia è una merda, e il dolore, e la sofferenza. Quando muore qualcuno che conoscevi appena le uniche cose che riesci a sentire sono il dolore e la sofferenza della malattia. Non pensi ai momenti che hai passato con lui, perché non ne hai passati molti, non pensi nemmeno a quelli che avresti potuto passarci. Non pensi ai ricordi, non pensi a cosa sarebbe potuto essere, non pensi insomma a tutte quelle cose a cui pensi quando muore qualcuno di davvero vicino. Non senti il rumore della disperazione. Pensi solo alla miseria di un letto di ospedale, alla routine delle cure, al deterioramento fisico, psicologico, all’annebbiamento dei sensi. Ormai la conosci, è sempre la stessa, quella malattia, ed è ogni volta nuova. Ed è infame perché anche quando non c’è più speranza te ne lascia sempre uno spiraglio sul fondo, e quando poi anche quello si chiude resta il vuoto. Ed è sempre improvviso, e non siamo mai attrezzati per affrontarlo. Moriremo tutti e moriremo soffrendo e facendo soffrire. Non so se di quella malattia, la solita, ma continuiamo a sperare di no, o almeno che se deve essere quella, quantomeno sia il più tardi possibile, ma sarà comunque troppo presto. E allora fisseremo quello spiraglio all’orizzonte, fino a che non si chiuderà anche quello.
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