#roberto casaleggio
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21 dic 2023 16:43
LA PIPI’ DI AGNELLI, LE BARZELLETTE DI BERLUSCONI E L’EX PRESIDENTE DELLA BCE TRICHET CHE URLO’ CONTRO CASALEGGIO – I RICORDI DI ALFREDO AMBROSETTI, L’INVENTORE DEL FORUM DI CERNOBBIO: “L’ESORDIO NEL 1975 FU UN DISASTRO, ERO INDECISO SE CONTINUARE, MA BENIAMINO ANDREATTA MI SPINSE A ANDARE AVANTI” – AGNELLI CONOSCIUTO ALLA TOILETTE, IL CAV "CHE INTERVENIVA COME PAGANTE", L'EUROPA ("UN CASINO"), GIORGETTI “MIGLIORE” DI SALVINI – “NON POTEVO SOFFRIRE CONTE PERCHE’…” -
Flavio Vanetti per il Corriere della Sera - Estratti
Grande Vecchio o Gran Lombardo? Gran Lombardo! «Magari avete una cattiva idea dell’età» attacca Alfredo Ambrosetti, proseguendo così: «Se volete dire che ho più di 92 anni, vi spiego che quando si nasce mettono una data sulla carta d’identità; ma un minuto dopo la qualità del cervello è già diversa. La vera età non è anagrafica, ma è il rapporto tra ricordi/rimpianti e progetti».
Sono ancora tanti quelli di questo signore gentile e dall’ironia sferzante, l’inventore prima del Forum di Cernobbio e ora di un evento, Campionissimi , che nella sua Varese attira personaggi dello sport (e non solo) con la forza di una calamita. «Il mio pregio? Non posso dirlo io...». Risponde allora Lella, la moglie che per lui è una stella polare: «Alfredo non si arrende mai e se ha un’idea, la attua. Ogni cosa deve essere fatta... ieri». E qui si pesca tra le massime che Ambrosetti scrive: «Gioca d’anticipo. Se non fai polvere, mangi polvere». Pensò la frase quando le strade erano ancora sterrate.
Qual è la hit parade dei potenti della Terra?
«Parto da Gianni Agnelli: ci conoscemmo in una toilette facendo pipì. Poi organizzai a nome suo un paio di riunioni del Gruppo Bilderberg. Rimasi impressionato da chi esprimeva concetti perfetti con poche parole. Costoro erano: Henry Kissinger, Shimon Peres ed Helmut Schmidt».
Chi invece avrebbe voluto conoscere?
«La mia vita è concentrata: ho voluto conoscere solo mia moglie».
Il più simpatico che ha incontrato?
«Il barzellettiere Silvio Berlusconi».
Il più noioso?
«Al Forum usavamo il semaforo per evitare interventi prolissi: 15 minuti a discorso, dopo 13 scattava il giallo e dopo altri 2 un rosso accecante toglieva dall’imbarazzo di fermare il relatore. Peraltro della tagliola fu vittima Roberto Casaleggio e mia moglie si commosse».
Prego, racconti.
«Beppe Grillo ordinava di evitare i convegni, Casaleggio se ne infischiava. La prima volta fu applaudito; l’anno dopo era già malato ed ebbe problemi. Continuò a parlare dopo il rosso. Jean Claude Trichet si mise a urlare e gli tolse la corrente. Mia moglie inseguì Casaleggio, ma non lo trovò. Poco tempo dopo morì».
L’esordio del Forum, nel 1975, fu un mezzo disastro.
«Di più: un bagno di sangue. La data ideale è inizio settembre, ma quell’anno ci sarebbero state le elezioni. Fummo costretti ad anticipare al 4 luglio: ma era l’Independence Day e non arrivarono americani. Beniamino Andreatta rimase ospite a casa mia. Ero indeciso se continuare, ma lui mi confidò: “Non ho mai imparato tanto come in questi giorni”. Detto da uno che aveva un ego enorme... Tenni duro e andò sempre meglio».
Qual è stato l’appeal del Forum?
«Il format chiaro: prima si parlava del mondo, poi dell’Europa. Il terzo giorno toccava all’Italia».
Aneddoti da raccontare?
«Berlusconi interveniva come pagante. Seduceva gli imprenditori con offerte stracciate per i suoi canali tv. In cambio chiedeva una cifra alta per ogni punto di quota di mercato: cominciò così a fare affari. Fu poi al centro di un altro episodio. C’era l’obbligo di non lasciare la sala prima della fine dei lavori. Invece alle 17 se ne andò: doveva seguire i palinsesti... L’anno dopo lo lasciai fuori. Ma io collaboravo con Cesare Zappulli, giornalista vicino a lui. Cesare mi chiamò e mi disse: “Ho dovuto cedergli il posto”. Così Silvio venne gratis».
(...)
Campionissimi diventerà il Forum Ambrosetti dello sport?
«Dello sport e di quanto può essere a ridosso: è la vera differenza rispetto ad altri eventi».
Berlusconi le introdusse Giorgia Meloni: immaginava che sarebbe diventata premier?
«Sì. Me la presentò quando si occupava di Gioventù, la più giovane ministra della storia dei governi italiani. È validissima, soprattutto rispetto ad altri politici».
Ambrosetti ne salva pochi.
«Sono legato a Giancarlo Giorgetti, migliore di Salvini. Sui politici ho scritto una riflessione dal titolo: “Ho lo stomaco debole”. Non potevo soffrire Conte: anziché i Decreti Legge faceva i Dpcm, atti amministrativi che consentono i ricorsi».
Lei è di destra o di sinistra?
«Diciamo che ho avuto un forte legame con Giorgio Napolitano. Ricordo la vignetta di Giannelli con San Pietro che chiede a Gesù: “Ma chi è?” E Gesù: “È l’ultimo comunista non comunista”».
La massoneria è una minaccia?
«Che sia buona o cattiva, ne sto lontano».
Ha mai pensato di entrare in politica?
«Tanti me l’hanno chiesto, ma ho sempre rifiutato. Anche Mario Monti è come me, però l’ha incastrato Napolitano: l’ha nominato senatore a vita e poi gli ha dato l’incarico per il governo».
Esiste un Ordine Mondiale che sovrasta tutto?
«Più che altro vedo ostacoli per la democrazia: molti poteri forti sono dittature che decidono subito».
L’Europa?
«Un casino. Francesco Alberoni diceva che nella globalizzazione ci sono Stati-Nazione che fanno da soli. Noi invece siamo piccoli e abbiamo bisogno di un’Unione europea che sia tale. Ma hanno inventato la cosa più stupida: decidere all’unanimità. È la soluzione meno democratica: se uno si oppone, sei in scacco».
Quanti Papi ha conosciuto?
«Wojtyla, gran personaggio, e Ratzinger. Papa Francesco? Conosciuto informalmente, ma lo stimo».
Com’è il rapporto con la Chiesa?
«In famiglia siamo cattolici. Ma la Chiesa dovrebbe fare del marketing. E non sono d’accordo sul pauperismo: se tutti sono poveri, dove si trovano i soldi per la beneficenza?».
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Fondi dal Venezuela al M5S: Paolo Becchi svela chi è il vero bersaglio della notizia.
#movimento 5 stelle#movimento cinque stelle#Venezuela#finanziamenti#finanziamenti illeciti#beppe grillo#roberto casaleggio#Davide casaleggio#di battista#paolo becchi#Youtube#gianroberto casaleggio#gian roberto casaleggio#m5stelle#m5s
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Rocco: ecco la lista delle cazzate che dovete sparare oggi;
Robertino Speranza & Poderoso Gonde: si, capo!
Google: la Ggente s'è incazzata per A, C, F e T;
Rocco: Roberti' e Ciuseppi?! Venite qui!
Robertino Speranza & Poderoso Gonde: dicci, capo!
Rocco: per ora togliete A, C, F e T;
Robertino Speranza & Poderoso Gonde: si, capo!
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Non puoi pensare di vincere contro ci non si arrenderà mai .
Cit. Roberto Casaleggio.
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▪️ Cristina Belotti (ex dipendente Casaleggio), Capo segreteria e Segretario particolare del Ministro: 120.000 euro all’anno;
▪️ Augusto Rubei, Consigliere del Ministro per gli aspetti legati alla comunicazione, relazioni con i media e soggetti istituzionali: 140.000 all’anno;
▪️ Daniele Caporale, Consigliere del Ministro per le comunicazioni digitali: 80.000 all’anno;
▪️ Pietro Dettori, Consigliere del Ministro per la cura delle relazioni con le forze politiche inerenti le attività istituzionali: 120.000 all’anno
▪️ Sara Mangieri, Consigliere del Ministro per i rapporti con la stampa: 90.000 all’anno;
▪️ Alessio Festa, Consigliere del Ministro per le relazioni istituzionali: 11.580 all’anno;
▪️Roberto Dia, Consigliere del Ministro per l'elaborazione digitale delle immagini e web designing: 35.000 euro all’anno.
Nessun ministro degli Esteri ha speso più di Di Maio per il proprio staff alla Farnesina (si è concesso anche il fotografo personale!). Il suo predecessore spendeva esattamente la metà.
Erano queste le spese della politica che in campagna elettorale avevamo promesso ai cittadini di tagliare: assunzioni d’oro nei ministeri, nomine degli amici nelle partecipate dallo Stato, auto blu.
Ed invece il Movimento 5 Stelle, o meglio il partito di Di Maio, ha tradito i propri valori, scegliendo di "risparmiare" sulla democrazia. E’ bene che i cittadini sappiano che il taglio del Parlamento serve soltanto a nascondere l’oscena ipocrisia di un Movimento nato per contrastare la "casta" ma che è diventato poi esso stesso casta.
Dovevano aprire il Parlamento come una scatoletta di tonno, ma sono diventati loro stessi il tonno, ancor più raffinato.
Tra le tante ragioni per respingere questa "riforma" che taglia del 36% la rappresentanza democratica, aggiungiamoci anche quella della ipocrisia del partito che la promuove.
#IOVOTONO
Gdf
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«Via i giornalisti dal Parlamento!». Ora il Covid realizza il programma dei Cinque Stelle DI SUSANNA TURCO Era il 25 giugno 2013, quando i Cinque stelle misero piede in Parlamento, Beppe Grillo spiegò con un post: «I giornalisti non possono infestare Camera e Senato e muoversi a loro piacimento. Vanno disciplinati in spazi appositi, esterni al Palazzo», perché «il cronista ti ascolta» e «si nasconde ovunque», «per le scale o al cesso». Col senno del poi era più che un programma. Il rincalzo arrivò nell’aprile 2014. Luigi Di Maio, allora vicepresidente della Camera, scrisse all’ufficio di presidenza, per chiedere una «regolamentazione più rigorosa» dell’accesso, «non solo dei gruppi di pressione, ma dei giornalisti della stampa parlamentare, anche con riguardo agli spazi cui possono accedere». Si sollevò un putiferio. «Solo il regime fascista cacciò i giornalisti», protestò l’Associazione stampa parlamentare. M5S «chiede di limitare l’agibilità dei giornalisti, evidentemente colpevoli di raccontare l’inconcludenza dei suoi deputati», si associò Roberto Speranza, all’epoca capogruppo dem. Ora, mentre Speranza è ministro nel governo giallorosa, quel che non poterono Casaleggio, Grillo e l’urto iniziale di M5S sta riuscendo dietro al grande paravento del Covid-19. Si sa che le epidemie creano nuovi equilibri. Quindi, giusto per ragioni sanitarie, Questori e Capigruppo hanno deciso di allargare l’Aula di Montecitorio, estendendola alle tribune e al Transatlantico. Le tribune stampa sono il luogo dal quale i giornalisti guardano dall’alto ciò che fanno i politici in Aula, anche quando non ripresi dalle tv (non solo il dibattito, ma anche chiacchiere, telefonate, amicizie, bigliettini, imprecazioni). Il Transatlantico è il salone che confina con l’Aula, cioè il luogo in cui i deputati che escono dalle votazioni possono incontrare i giornalisti o, viceversa, in cui possono essere braccati dai cronisti mentre stringono alleanze teoricamente riservate o, anche, prima che si dirigano nei luoghi che si diramano da quel salone: buvette, poste, commissioni, bagno eccetera(...) Contendere spazi e luoghi al potere è, da sempre, la premessa per raccontarlo. Esserci significa sapere cosa sta succedendo: soprattutto dove nessuno fa lo streaming. Domandare, ascoltare, osservare. Mimetizzarsi, nel caso. Diventare statua, tenda, porta, all’occorrenza finti delegati, finti passanti, finti turisti, finti commensali: modi per cogliere notizie, racconti non già mediati dal potere, o dai portavoce del potere. ...
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L'IDIOZIA AL POTERE
La circolare del ministro alla Sanità Giulia Grillo che in tema di salute pubblica e di vaccinazione obbligatoria ha inventato l'«obbligo flessibile» - si fa cioè quello che si vuole, anche se si mette a rischio la vita degli altri - scoperchia in maniera plateale il livello di preparazione della classe politica in voga al giorno d'oggi, e i fanatismi creduloni e irrazionali che muovono la «politica del cambiamento». Del cambiamento in peggio.
In buona parte d'Italia (per fortuna non in Trentino dove vige una seria politica della salute e della prevenzione) l'inizio dell'anno scolastico sarà sprofondato nel caos per la totale incertezza delle normative in fatto di vaccinazione. L'obbligo non è più obbligo, basta un'autocertificazione (vietata peraltro dalla legge che esclude l'autocertificazione medica) e non si sa chi dovrebbe controllare.
Non i presidi, che si sono giustamente rifiutati di farlo. Non gli insegnanti. Non i medici, perché la ministra ha detto che basta autofirmarsi una liberatoria, e viva la marchesa. Di questo passo non servirà più nemmeno il certificato medico per le assenze di malattia, ma ognuno si firmerà quello che vuole. E non ci sarà più l'obbligo di portare il casco in moto o mettersi le cinture di sicurezza perché - come ha detto il ministro - l'obbligo non deve essere coercitivo. Ognuno fa come gli pare.
E se vuole fumare al ristorante in faccia all'altro, o all'asilo nido quando porta il figlioletto, perché stabilire un divieto? Chi l'ha detto che la norma giuridica deve essere obbligatoria, generale e astratta, come insegnano a scuola?
La scienza, ha sostenuto con orgoglio il consigliere regionale dei 5Stelle Davide Barillari, deve essere democratica: se c'è un'epidemia si va per alzata di mano, e si decide la profilassi a maggioranza.
È quella che in un bel libro del virologo Roberto Burioni viene chiamata «la congiura dei somari». Per cui anni e anni di studi, preparazione, specializzazione, ricerca empirica sul campo e messa a confronto di una mole enorme di dati, non valgono nulla perché ciò che è scientifico va deciso per democrazia diretta, magari con un clic sulla rete, stabilendo così via referendum se la legge di gravità formulata da Newton è vera o no.
Del resto, sempre il suddetto Davide Barillari, ha pomposamente reso noto che «la politica viene prima della scienza, e non può imporre le scelte alla politica».
Affermazioni che fanno il paio con quelle di un'altra esponente di spicco dei 5Stelle, la senatrice Paola Taverna che al posto dei vaccini suggerisce la teoria del «contagio con i cugini malati», così ci si rende immuni per via naturale «come facevo io da piccola a casa di mia zia». Che poi di morbillo si continui a morire anche oggi in Italia perché la copertura vaccinale prevista entro i 24 mesi di età è ancora bassa (il 91,7%), e così è per la poliomelite e la varicella (45,6%) non interessa nulla a questa «politica un tanto al chilo», che non ha più l'ambizione di guidare un Paese e fare scelte di visione sul futuro ma si accontenta di orecchiare qualche banalità al mercato della frutta, e la ripete senza aver prima azionato il cervello.
La baggianata dell'«uno vale uno», finora prerogativa assoluta dei 5Stelle e che ora ha fatto proseliti anche nel Pd (compreso quello trentino), si dimostra non vera nella vita quotidiana visto che per essere operati tutti cercano un chirurgo bravo e non il primo portantino ospedaliero che passa, e tanto meno è vera in politica, dove servono esperienza, competenza, preparazione, razionalità e non nuovismo che il più delle volte vuol dire dilettantismo.
Altrimenti si arriva alle sparate del ministro della Salute Giulia Grillo che propone seriosa e convinta le classi-ghetto per i bambini immunodepressi, così da non metterli a contagio con i bambini no-vax, ammettendo in tal modo che si rischia la vita se la soglia di vaccinazioni collettive scende. Eppure, quello che in buona parte del mondo un ministro si vergognerebbe di dire tanto è sbalestrato perché verrebbe travolto dai fischi e dalle risate generali, qui da noi è diventata la regola. La ministra insiste con la teoria dell'autocertificazione introdotta per circolare quando tutti sanno che una circolare non può sostituirsi ad una legge e la certificazione prevista dalla legge Lorenzin era solo momentanea e transitoria. Non sono serviti gli appelli dell'Associazione pediatri italiani che vedono messa a rischio la salute dei bambini a seguito della trovata dell'«obbligo flessibile». Né le prese di posizione dell'Ordine dei medici, di virologi di fama mondiale, i quali mettono in guardia dai rischi di tale antiscientismo militante, che porta a derive oscurantiste e irrazionali, pericolose quando si diffondono a livello di massa, ma ancor più pericolose quando sono l'orizzonte culturale di chi è a capo del Paese e deve decidere per la salute pubblica. Le ambiguità di tali politiche per strizzare l'occhiolino a qualche segmento oltranzista dell'elettorato mettono a rischio drammaticamente la salute dei cittadini, specie dei più deboli.
Ciò che impressiona non è che la politica rivendichi un'autonomia di scelta dopo aver acquisito tutti i dati e le conoscenze scientifiche per poter meglio decidere. No, la cosa più inquietante è che la politica vuole sostituirsi alla scienza e alla medicina decidendo se vi sono o no rischi. Anzi, affermando che rischi non ce ne sono.
Questo è quanto va allegramente dicendo una parte dei parlamentari della maggioranza di governo 5Stelle-Lega. E il ministro Giulia Grillo lo conferma: «Non si può illudere la gente che non morirà nessuno», ha dichiarato. «Dobbiamo essere realisti». Smentita completamente dai fatti e dal principio di realtà che dimostrano che dove si è ottenuto la cosiddetta «immunità di gregge» non muore nessuno di morbillo, come è avvenuto peraltro con il vaiolo, che è stato così debellato.
Il tentativo di spacciare quali verità delle assurdità irrazionali si è esteso ormai a quasi tutti gli ambiti del governo. Da chi come Davide Casaleggio, di fatto padrone dei 5Stelle, ha dichiarato che il parlamento non serve più quando c'è la democrazia diretta (diretta da chi? Anche quella dei dittatori è democrazia «diretta», e lì i parlamenti vengono aboliti). A chi sostiene il «complotto» delle scie chimiche per l'avvelenamento della popolazione, o la cospirazione del fantomatico «Gruppo Bilderberg», o il «sabotaggio» invocato dal vicepremier Di Maio per un testo di legge che non aveva nemmeno letto prima della pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale.
Oggi, grazie a questa sciagurata circolare del ministro Grillo, viene messa a rischio la vita dei bambini, specie quelli immunodepressi, che possono prendere un'infezione da un compagno di classe non vaccinato. L'ambiguità del provvedimento ha tutto il sapore di un espediente per permettere una scappatoia a chi non vuole vaccinare i propri figli, legittimando di fatto l'anarchia, e quindi il venir meno delle garanzie di salute generale per i bambini a scuola.
Mai come oggi la politica ha bisogno di razionalità, di «buonsenso», quello che il Manzoni diceva esserci «ma se ne stava nascosto per paura del senso comune». Se l'idiozia va al potere, non è un atto di democrazia. È semplicemente la fine di una comunità.
L'ADIGE - PIERANGELO GIOVANETTI
Twitter: @direttoreladige
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La recente mania dei titoli e dei curriculum nasce dall’equiparazione delle elezioni politiche, dirette e indirette, con i pubblici concorsi. Come se un eletto fosse un funzionario di stato, mentre in democrazia non è così. Chiunque può aspirare e essere eletto a un incarico politico anche importante. Questa storia dei deputati funzionari nasce con Robespierre che com’è noto la coniugava a qualcosa di simile a l’uno che vale uno e tutti eleggono i loro portavoce. Finì malissimo.
https://www.ilfoglio.it/bordin-line/2018/03/27/news/la-stucchevole-polemica-sulla-laurea-di-roberto-fico-186398/
Vale per Fico, esponente del lumpen proletariat da call center del III Millennio, ma l’abilissimo Bordin la ritorce contro i pupazzi di Casaleggio.
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Giuseppe Conte capo politico del Movimento 5 Stelle, l'idea di Grillo
Ridare vita al Movimento 5 stelle, questo l'obiettivo del fondatore Beppe Grillo che vuole dare a Giuseppe Conte il ruolo di nuovo capo politico. L'ex presidente del Consiglio accetterà l'incarico? Il progetto di Grillo: Giuseppe Conte capo politico del Movimento 5 Stelle Per il movimento pentastellato sono stati anni difficili. Dalle ultime elezioni politiche dove si affermarono come primo partito in Italia, i 5 stelle sono passati per le fallimentari elezioni europee ed un timido tentativo di rialzio con le regionali. Il Movimento 5 Stelle, quindi, si ritrova a doversi rimettere in piedi e per farlo sembra proprio che dovrà farlo cambiando le sue "fondamenta". Un nuovo capo politico, questa l'idea del fondatore Beppe Grillo che vede con questa soluzione un modo per dare un nuovo inizio alla sua "creatura" attraverso una nuova personalità forte e d'impatto che possa essere successore di Di Maio e di Crimi. Chi è la persona prescelta? Giuseppe Conte. L'idea è stata condivisa nel vertice avvenuto il 28 Febbraio ed erano presenti il ministro degli Esteri Luigi Di Maio, il presidente della Camera Roberto Fico, il capo poltiico reggente Vito Crimi, il ministro delle Politiche agricole Stefano Patuanelli, Alfonso Bonafede e Roberto Fraccaro. Assente invece Davide Casaleggio, impegnato nella sesta tappa del tour "La base incontra Rousseau". Read the full article
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"Prima di scomparire, i partiti tenteranno di assomigliare a noi" (Gian Roberto Casaleggio) Prima di scomparire, il MoVimento 5 Stelle diventerà peggiore di tutti gli altri partiti messi insieme. (Mario D'Amelio)
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16 ago 2020 13:45
CHE BOTTA TREMENDA PER GRILLO, DA UN SUO EX BRACCIO DESTRO - ''PARLIAMOCI CHIARO: BEPPE, CON LA VITA GIÀ SEGNATA PER AVER COLPOSAMENTE ASSASSINATO UNA FAMIGLIA DI SUOI AMICI, HA SOLO BISOGNO DI PROTEZIONE PER IL FIGLIO ACCUSATO DI STUPRO. NON DIRÀ NÉ FARÀ MAI PIÙ NULLA CHE POSSA LONTANAMENTE INFASTIDIRE QUALCUNO AL POTERE''. IL TWEET PESANTISSIMO DI MARCO CANESTRARI, CHE PER ANNI HA LAVORATO A STRETTO CONTATTO CON IL COMICO E CASALEGGIO DURANTE LA NASCITA DEL M5S
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(Dev’essere molto bravo come papà, come usava dire lui di altri personaggi pubblici con problemi famigliari)
DAGONEWS
Marco Canestrari è stato per anni ''l'uomo che seguiva Beppe Grillo ovunque, dal colloquio con l’ambasciatore tedesco a quello con il presidente del Senato. Ho lavorato anni alla Casaleggio accanto a Gianroberto, ero il suo inviato agli incontri nazionali dei meet up, la cinghia di trasmissione tra loro, le cellule originarie del Movimento, e lui. Solo io e altre due persone sappiamo davvero cosa volessero Roberto e Beppe» (da un'intervista a ''la Stampa'').
Lo chiamavano ''la mente grigia'' del Movimento, poi nel 2014 è stato malamente scaricato da Beppe Grillo e si è allontanato dai 5 Stelle, fino a scrivere due libri in cui racconta (insieme a Nicola Biondo) la grande truffa della creatura del comico e di Casaleggio.
Oggi su Twitter ci va pesante, anzi pesantissimo, mettendo in mezzo temi che girano sottotraccia dall'estate scorsa, ovvero da quando Ciro Grillo, figlio di Beppe, è stato denunciato e indagato per violenza sessuale dopo una notte piena di alcol nella villa del comico a Cala di Volpe, in Sardegna.
Pochi giorni dopo, Grillo deciderà di sostenere il governo Conte-bis, evitando di portare il paese a elezioni che sarebbero state probabilmente vinte dal centrodestra, e facendo entrare il Pd nell'esecutivo dalla porta dei giochi di palazzo. Da allora, il processo contro il figlio e gli amici langue nelle aule di tribunale, e il comico si è premurato di sostenere ogni passaggio dell'attuale coalizione, fino alla rinnegazione totale delle idee originali (no alleanze, limite di due mandati).
Ecco i tweet di Canestrari:
''Parliamoci chiaro: Beppe Grillo, con la vita già segnata per aver colposamente assassinato una famiglia di suoi amici, ha solo bisogno di protezione per il figlio accusato di stupro. Non dirà né farà mai più nulla che possa lontanamente infastidire qualcuno al potere.
(Dev’essere molto bravo come papà, come usava dire lui di altri personaggi pubblici con problemi famigliari)''
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Il MoVimento 5 Stelle si appresta a consultare gli iscritti sul contratto di governo con la Lega. Lo farà nei gazebo ma soprattutto su Rousseau, il cosiddetto sistema operativo del partito fondato da Beppe Grillo e Roberto Casaleggio. Rousseau è il sito, gestito dall’omonima associazione presieduta da Davide Casaleggio, dove gli iscritti al M5S votano le proposte di legge, i programmi elettorali, i candidati per le elezioni a vario livello. Il problema di Rousseau – scrive il Garante per la protezione dei dati personali – è che non è un sito sicuro.
Cosa aveva chiesto il Garante a Grillo e all’Associazione Roussseau
Nel provvedimento del 16 maggio il Garante Antonello Soro fa il punto sugli adempimenti da parte di Rousseau rispetto alle richieste fatte nel dicembre scorso, dopo l’ultima data breach subita dalla piattaforma informatica del MoVimento. In quell’occasione il Garante aveva chiesto ai titolari del trattamento dei dati di Rousseau (l’Associazione Rousseau su mandato da parte di Beppe Grillo) di rafforzare le modalità di conservazione delle password degli utenti «adoperando algoritmi crittografici robusti in luogo delle semplici routine di cifratura accessibili tramite le funzioni native del CMS medesimo».
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Ultimi sondaggi elettorali oggi 21 agosto: il punto sui consensi dei partiti
La crisi di governo è iniziata nel mese di agosto, con le dimissioni di Conte di ieri che l'hanno formalizzata, in un mese nel quale solitamente non si tengono molti sondaggi politico elettorali, a causa delle molte assenze della popolazione, in ferie per le vacanze, che non permette di avere un buon campione rilevante per effettuare le rilevazioni. Alcuni istituti di sondaggi hanno comunque provato a sondare il consenso dei partiti, specialmente con il caso legato a Salvini, che prima della crisi di governo era dato in solido vantaggio sul resto delle forze elettorali, arrivando a sfiorare il 40% da solo e superando il 50% con il centrodestra unito. Gli errori di Salvini potrebbe costare punti di consenso Come ha riferito Roberto Weber di Ixé nei giorni scorsi, la volontà del leader della Lega di aprire la crisi di governo ha causato un'attribuzione delle colpe da parte dell'elettorato. Il calo potrebbe arrivare in maniera corposa, portando la Lega anche sotto il 30%, come ipotizza l'esponente dell'istituto di sondaggi. La scorsa settimana era stato rilevato un calo di quasi due punti della Lega, a vantaggio soprattutto del Movimento 5 Stelle. In una precedente rilevazione, la colpa della crisi di governo, aperta formalmente da Salvini, era redistrubuita per il 43,1% degli elettori a Lega-M5S, mentre per il 29% la colpa era esclusiva della Lega. Un 23,1% attribuiva la colpa esclusiva al M5S, presumibilmente per i troppi "no" al governo, come citato da Salvini.
Il sondaggio riservato che spaventa il M5S Secondo un sondaggio elettorale riservato che è stato citato dal Corriere della Sera nella giornata di ieri, al tavolo di Davide Casaleggio sarebbe arrivata una rilevazione shock che pone il M5S al 7-8% dei consensi. Se fosse realistico e considerato tale dai vertici del Movimento, questo potrebbe spiegare la volontà di fare ora un accordo con il PD, per poter lavorare dai banchi del governo e cercare di ricostruire il consenso perso nell'ultimo anno. Anche per questo nei giorni scorsi c'è stato il vertice nella villa di Grillo a Marina di Bibbona, per fare il punto sulle future mosse. Dalle consultazioni in partenza oggi alle 16, con il M5S atteso domani alle 17, si potrà capire se l'alleanza PD-M5S sarà possibile, ma sicuramente è uno degli scenari più probabili, come abbiamo riassunto qui. Il PD tenta il recupero Con la mossa di Matteo Renzi, che a sorpresa ha scombinato i piani di Salvini, che era oramai pronto al voto, come i suoi alleati, con una proiezione di seggi che risultava molto favorevole all'alleanza Lega-Fratelli d'Italia, con una maggioranza assoluta nelle due Camere. Prima della crisi di governo, con i sondaggi elettorali del 9 agosto, il PD era stabile a quota 23% da alcune settimane, dopo le elezioni europee che hanno mostrato una leggera risalita del partito. Ora il PD, con il segretario Nicola Zingaretti, potrà dimostrare di sapere governare nell'interesse del paese e cercare di riconquistare gli elettori persi alle ultime elezioni politiche. Con la Direzione di oggi il Partito Democratico vara la linea da tenere nelle consultazioni di domani, che potrebbero portare al governo "giallo-rosso". L'ordine del giorno è stato approvato all'unanimità, con alcuni punti necessari all'alleanza con il M5S. Read the full article
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Crisi di Governo: le ricette di Prodi e Renzi. Salvini parlerà martedì al Senato
Nuovo post su italianaradio https://www.italianaradio.it/index.php/crisi-di-governo-le-ricette-di-prodi-e-renzi-salvini-parlera-martedi-al-senato/
Crisi di Governo: le ricette di Prodi e Renzi. Salvini parlerà martedì al Senato
Crisi di Governo: le ricette di Prodi e Renzi. Salvini parlerà martedì al Senato
Beppe Grillo, a due giorni dal discorso in aula del premier Conte, ha tenuto nella sua villa a Marina di Bibbona un vertice con Roberto Fico e Alessandro Di Battista, Luigi Di Maio e Davide Casaleggio. Lo rivela in esclusiva il quotidiano il Tirreno, che sul sito pubblica anche una foto che ritrae l’arrivo del presidente della Camera.All’incontro hanno preso parte anche i capigruppo M5s di Camera e Senato, Francesco D’Uva e Stefano Patuanelli e la vicepresidente di Palazzo Madama, Paola Taverna.
Scopo della riunione fare il punto sulle ipotesi in campo: da un lato una riedizione del governo gialloverde, dall’altra una eventuale apertura al Pd.
In merito a quest’ultima ipotesi è intervenuto su ‘Il Messahggero’ l’ex premier Romano Prodi: bisogna “preparare le basi di una maggioranza costruita attorno a un progetto di lunga durata, sottoscritto in modo preciso da tutti i componenti della coalizione” ha suggerito Prodi, facendo riferimento al modello tedesco.
“E’ chiaro – prosegue- che l’accordo deve prima di tutto fondarsi sul reinserimento dell’ Italia come membro attivo dell’Unione europea – propone -. Forse bisognerebbe battezzare questa necessaria coalizione filo europea ‘Orsola’, cioè la versione italiana del nome della nuova presidente della Commissione europea.
Inoltre dovrebbe essere un accordo duraturo, che contenga, “in modo preciso e analitico, i provvedimenti e i numeri della prossima legge finanziaria”.
Sempre dal Pd Matteo Renzi ha invece spiegato a ‘il Giornale’ la sua strategia per uscire dalla crisi e spinge per un governo istituzionale, senza chiudere a Forza Italia. “Devo riconoscere che in quanto a rispetto delle istituzioni tra Berlusconi e Salvini c’è un abisso”, ha affermato il senatore Pd. “Non avevamo ancora visto un Salvini che chiede pieni poteri. Di fronte alla sguaiata schizofrenia, Berlusconi è un rassicurante uomo delle istituzioni”, ha aggiunto Renzi che, guarda a un governo istituzionale che coinvolga anche i grillini: “Io resto fiducioso, ma molto dipenderà dall`accordo di governo”.
In giornata è poi arrivata la replica del vicepremier Matteo Salvini: “Mi sto preparando al discorso di martedì al Senato. Parlerò anche ai 60 milioni di italiani per spiegare che sta accadendo: il re è nudo. Le trattative sottobanco che si facevano nel buio delle stanze, ora si fanno alla luce”. “Con un governo Renzi, Prodi, Boschi, – prosegue il leader del Carroccio- avremo i porti stra-aperti. Ma gli italiani non si meritano il ritorno di un Renzi qualunque…”.
E ancora: farò di tutto per evitare che gli italiani anneghino in un governo di sinistra che è stata bocciata a tutte le elezioni. Qua gli unici traditori saranno coloro che eventualmente dovessero tradire il voto popolare per riesumare mummie alla Renzi e Boschi”, dice Salvini, che, citando anche Romano Prodi, afferma che “in queste ore qualcuno sta trescando e promettendo poltroncine e poltroncine per occupare il potere alla faccia degli italiani per 3 anni: o governo o voto, ma mai mai mai con Renzi e mai con la Boschi”.
Beppe Grillo, a due giorni dal discorso in aula del premier Conte, ha tenuto nella sua villa a Marina di Bibbona un vertice con Roberto Fico e Alessandro Di Battista, Luigi Di Maio e Davide Casaleggio. Lo rivela in esclusiva il quotidiano il Tirreno, che sul sito pubblica anche una foto che ri…
Nadia Sessa
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