#ritaglio
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Ci avete tolto la magia di una foto, la poesia di una lettera, la calligrafia, l'odore di un libro, il ritaglio di un giornale, il "ci vediamo alle otto in piazza", il negozietto di alimentari sotto casa, le infinite chiacchierate in una cabina, i baci su una panchina, la paura che rispondesse il padre al telefono fisso, il diario segreto, il pallone nel cortile, l'attesa del rewind, la dedica alla radio, l'impaccio nel ballare un lento, i giochi di società, la comunicazione.
Quando la tecnologia avrà seppellito anche l'ultimo sussulto relazionale, avrete completato l'opera inarrestabile di desertificazione emotiva, perché allora, e solo allora, ci avrete reso animali urbani, sempre più vicini, eppur così lontani.
-Michelangelo da Pisa
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4 giorno Pokeshipping week: A day in the life
Ash, Misty e Brock prendono una pausa tra un viaggio e l'altro. Un ritaglio della loro quotidianità, tra lotte e palestre. Dopo aver trovato dei nuovi Pokemon Ash e Misty si ritrovano a parlarne insieme delle loro qualità, mentre Brock li osserva come un fratello maggiore.
Avevo dedicato troppe ore a questo disegno continuando a modificarlo e modificarlo, e infine l'avevo abbandonato nel mio archivio. Se non lo pubblico adesso finisco per modificarlo ancora 😅
#pokeshipping#pokeshipping week 2024#pokeshippingweek2024#yachan#ash ketchum#misty waterflower#pokemon#ashxmisty#misty pokemon#Brock#ash misty brock
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Ci avete tolto la magia di una foto, la poesia di una lettera, la calligrafia, l'odore di un libro, il ritaglio di un giornale, il "ci vediamo alle otto in piazza", il negozietto di alimentari sotto casa, le infinite chiacchierate in una cabina, i baci su una panchina, la paura che rispondesse il padre al telefono fisso, il diario segreto, il pallone nel cortile, l'attesa del rewind, la dedica alla radio, l'impaccio nel ballare un lento, i giochi di società, la comunicazione.
Quando la tecnologia avrà seppellito anche l'ultimo sussulto relazionale, avrete completato l'opera inarrestabile di desertificazione emotiva, perché allora, e solo allora, ci avrete reso animali urbani, sempre più vicini, eppur così lontani.
-Michelangelo da Pisa
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Lasciamoci andare come gli ubriachi
storditi, inebriati dalla loro cieca euforia
e che ognuno beva al calice dell’altro
il nettare di erotiche evasioni
brindando a suon di labbra
abbandoniamoci pelle su pelle
sesso dentro sesso senza frenarci
come fosse l’ultimo ritaglio di paradiso possibile
Sabyr
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Nei tuoi occhi un Ritaglio di
Luna, ad infrangere il mare.
Nelle tue labbra spicchi di sole che vibrano, profumando di gelso l'aria intorno a te.
E le tue mani brandiscono sciabole di speranza, per poter avere, da te, anche solo una dolce, tenera carezza.
E. D'Agata
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Ci avete tolto la magia di una foto, la poesia di una lettera, la calligrafia, l'odore di un libro, il ritaglio di un giornale, il "ci vediamo alle otto in piazza", il negozietto di alimentari sotto casa, le infinite chiacchierate in una cabina, i baci su una panchina, la paura che rispondesse il padre al telefono fisso, il diario segreto, il pallone nel cortile, l'attesa del rewind, la dedica alla radio, l'impaccio nel ballare un lento, i giochi di società, la comunicazione.
Quando la tecnologia avrà seppellito anche l'ultimo sussulto relazionale, avrete completato l'opera inarrestabile di desertificazione emotiva, perché allora, e solo allora, ci avrete reso animali urbani, sempre più vicini, eppur così lontani.
Michelangelo Da Pisa
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Di tutte le cose che ho imparato a scuola ce ne sono alcune che mi sono entrate subito dentro come un cuneo, e lì sono rimaste, senza essere sempre messe a frutto. Ricordo con esattezza il momento in cui le ho recepite, colpito dallo stupore con cui si accoglie ciò che ci fa stare bene, come accade nei video in cui i neonati mangiano il gelato per la prima volta.
Spesso queste lezioni sono semplici parole e, non di rado, sono parole greche. La parola che mi gira in testa da qualche giorno è “tèmenos”, il cosiddetto “perimetro sacro”. Delimitando sulla terra il tèmenos, i greci distinguevano ciò che era sacro da ciò che non lo era. All’interno del tèmenos venivano costruiti i templi ed era una spazio così intoccabile che, rifugiandovisi, non si poteva essere uccisi.
Ciò che mi colpì, però, non fu tanto la spiegazione storica, quanto quella simbolica e legata all’etimologia del termine (derivante dal verbo “temno”, tagliare), che la professoressa aggiunse con evidente entusiasmo, forse pescando l’informazione tra quelle che a suo tempo avevano colpito lei stessa.
Il ritaglio di terra che designa un tèmenos, infatti, rappresenta simbolicamente un corrispondente ritaglio di cielo, connettendo di fatto il mondo degli uomini con quello delle divinità. Il tèmenos non era un semplice perimetro: tramite l’atto del tracciamento delle sue linee si costruiva un legame con l’intangibile.
Ma vengo al punto: sempre nello stesso periodo, all’epoca del liceo, mi capitava di utilizzare il concetto di “cosmogonia”, l’origine divina dell’Universo, per associare a ciascun corpo celeste una delle persone che per me erano importanti. Era umorismo nerd fatto per far ridere un amico, ma al quale credevo fermamente. Ed era soprattutto il segno di una tendenza all’idealizzazione che mi è servita e mi ha nuociuto, e che mi sta abbandonando solo ora, dopo molti molti anni.
In questi giorni sono stato male, come mai mi era successo in vita mia. Non ero mai entrato in ospedale come paziente, solo come familiare. È stato un cambio di prospettiva illuminante. Mi è stato detto spesso che non riesco a non anticipare, a non sacrificarmi, che non so stare fermo e ho bisogno di avere un ruolo di accudimento attivo nella relazione. Stavolta, però, ci ha pensato il corpo a immobilizzarmi. E senza i miei strumenti di conforto, disorientato su un letto, sono stato circondato da un recinto d’amore. Conoscevo già quell’amore, ciò che non sapevo è che quell’amore era un tèmenos.
Abbassando gli occhi, ho smesso finalmente di scrutare le stelle e, seguendo con lo sguardo il cielo proiettarsi, ho raggiunto una terra fatta di persone vive, fallibili, ma presenti, che si stringevano intorno a me senza risparmiarsi, contenendomi. Il loro amore non è una cosmogonia perfetta, perché le persone che ci amano davvero sono un tèmenos. Sono il segno che l’amore umano è anche divino proprio perché, non perfetto, alla perfezione aspira.
E dentro quel tèmenos non si può essere mai uccisi.
#ninoelesirene#pensieri#frasi#persone#riflessioni#sentimenti#letteraturabreve#emozioni#amore#aforismi#temenos
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Ci avete tolto la magia di una foto, la poesia di una lettera, la calligrafia, l'odore di un libro, il ritaglio di un giornale, il "ci vediamo alle otto in piazza", il negozietto di alimentari sotto casa, le infinite chiacchierate in una cabina, i baci su una panchina, la paura che rispondesse il padre al telefono fisso, il diario segreto, il pallone nel cortile, l'attesa del rewind, la dedica alla radio, l'impaccio nel ballare un lento, i giochi di società, la comunicazione.
Quando la tecnologia avrà seppellito anche l'ultimo sussulto relazionale, avrete completato l'opera inarrestabile di desertificazione emotiva, perché allora, e solo allora, ci avrete reso animali urbani, sempre più vicini, eppur così lontani.
-Michelangelo da Pisa
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Ci avete tolto la magia di una foto, la poesia di una lettera, la calligrafia, l'odore di un libro, il ritaglio di un giornale, il "ci vediamo alle otto in piazza", il negozietto di alimentari sotto casa, le infinite chiacchierate in una cabina, i baci su una panchina, la paura che rispondesse il padre al telefono fisso, il diario segreto, il pallone nel cortile, l'attesa del rewind, la dedica alla radio, l'impaccio nel ballare un lento, i giochi di società, la comunicazione.
Quando la tecnologia avrà seppellito anche l'ultimo sussulto relazionale, avrete completato l'opera inarrestabile di desertificazione emotiva, perché allora, e solo allora, ci avrete reso animali urbani, sempre più vicini, eppur così lontani.
-Michelangelo da Pisa
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Non siate mai il ritaglio di tempo di nessuno.
Che sia amicizia o amore, la presenza e la partecipazione sono delle condizioni necessarie!
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Ci avete tolto la magia di una foto,
la poesia di una lettera, la calligrafia,
l'odore di un libro, il ritaglio di un
giornale, il "ci vediamo alle otto
in piazza", il negozietto di alimentari
sotto casa, le infinite chiacchierate
in una cabina, i baci su una panchina,
la paura che rispondesse il padre
al telefono fisso, il diario segreto,
il pallone nel cortile, l'attesa del rewind,
la dedica alla radio, l'impaccio nel
ballare un lento, i giochi di società,
la comunicazione.
Quando la tecnologia avrà seppellito
anche l'ultimo sussulto relazionale,
avrete completato l'opera inarrestabile
di desertificazione emotiva,
perché allora, e solo allora,
ci avrete reso animali urbani,
sempre più vicini, eppur così lontani.
~ Michelangelo Da Pisa ~
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Ci avete tolto la magia di una foto, la poesia di una lettera, la calligrafia, l'odore di un libro, il ritaglio di un giornale, il "ci vediamo alle otto in piazza", il negozietto di alimentari sotto casa, le infinite chiacchierate in una cabina, i baci su una panchina, la paura che rispondesse il padre al telefono fisso, il diario segreto, il pallone nel cortile, l'attesa del rewind, la dedica alla radio, l'impaccio nel ballare un lento, i giochi di società, la comunicazione.
Quando la tecnologia avrà seppellito anche l'ultimo sussulto relazionale, avrete completato l'opera inarrestabile di desertificazione emotiva, perché allora, e solo allora, ci avrete reso animali urbani, sempre più vicini, eppur così lontani.
Michelangelo da Pisa
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Madre di Tito:
"Tito, non sei figlio di Dio,
ma c'è chi muore nel dirti addio".
Madre di Dimaco:
"Dimaco, ignori chi fu tuo padre,
ma più di te muore tua madre".
Le due madri:
"Con troppe lacrime piangi, Maria,
solo l'immagine d'un'agonia:
sai che alla vita, nel terzo giorno,
il figlio tuo farà ritorno:
lascia noi piangere, un po' più forte,
chi non risorgerà più dalla morte".
Madre di Gesù:
"Piango di lui ciò che mi è tolto,
le braccia magre, la fronte, il volto,
ogni sua vita che vive ancora,
che vedo spegnersi ora per ora.
Figlio nel sangue, figlio nel cuore,
e chi ti chiama - Nostro Signore -,
nella fatica del tuo sorriso
cerca un ritaglio di Paradiso.
Per me sei figlio, vita morente,
ti portò cieco questo mio ventre,
come nel grembo, e adesso in croce,
ti chiama amore questa mia voce.
Non fossi stato figlio di Dio
t'avrei ancora per figlio mio".
Fabrizio De André
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Chissà se riuscirò mai di nuovo a mettere in fila i pensieri sulle cose che leggo e guardo, il famoso taccuino delle recensioni di libri e film e serie TV e fumetti che sta spesso nei miei buoni propositi e poi non viene quasi mai concretizzato... quando c'era Serialmente riuscivo almeno a riflettere su qualcosa (lentissimamente, ma ci provavo >_<), ma ora mi sembra sempre di dimenticarmi subito e non mi ritaglio il tempo e credo proprio di perdermi una parte del divertimento... or ora pensavo agli anime che ho visto negli ultimi mesi e anni e quante cose che vorrei dire e non mi vengono nemmeno le parole giuste... ho proprio perso l'allenamento a parlare delle storie che amo u_u mi devo rimettere in forma anche su questo, mi sa u_u
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Ci avete tolto la magia di una foto, la poesia di una lettera, la calligrafia, l'odore di un libro, il ritaglio di un giornale, il "ci vediamo alle otto in piazza", il negozietto di alimentari sotto casa, le infinite chiacchierate in una cabina, i baci su una panchina, la paura che rispondesse il padre al telefono fisso, il diario segreto, il pallone nel cortile, l'attesa del rewind, la dedica alla radio, l'impaccio nel ballare un lento, i giochi di società, la comunicazione. Quando la tecnologia avrà seppellito anche l'ultimo sussulto relazionale, avrete completato l'opera inarrestabile di desertificazione emotiva, perché allora, e solo allora, ci avrete reso animali urbani, sempre più vicini, eppur così lontani.
Michelangelo da Pisa
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