#ripensare
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lunamarish · 5 months ago
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Mi guardo bene dal tenermi in gola le parole: ho passato gran parte della mia vita a non dire le cose che volevo dire, e me ne sono pentito. La nostra natura ci impone di mandare messaggi subliminali, comunicare con i gesti, perchè abbiamo paura di esporci per come siamo. Anche a noi stessi. Quando tutto sarà finito sono sicuro che mi verrà concesso un minuto per ripensare a tutte le volte che volevo urlare cosa sentivo, ma sono stato zitto per paura di non essere capito, e rimpiangerò gli obiettivi che ho abbandonato perchè il timore di fallire mi ha impedito di perseguirli.
Charles Bukowski
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petalidiagapanto · 3 months ago
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«Ripenso il tuo sorriso, ed è per me un'acqua limpida
scorta per avventura tra le petraie d'un greto,
esiguo specchio in cui guardi un'ellera i suoi corimbi;
e su tutto l'abbraccio d'un bianco cielo quieto.
Codesto è il mio ricordo; non saprei dire, o lontano,
se dal tuo volto s'esprime libera un'anima ingenua,
o vero tu sei dei raminghi che il male del mondo estenua
e recano il loro soffrire con sé come un talismano.
Ma questo posso dirti, che la tua pensata effigie
sommerge i crucci estrosi in un'ondata di calma,
e che il tuo aspetto s'insinua nella mia memoria grigia
schietto come la cima d'una giovinetta palma...»
(Eugenio Montale)
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primepaginequotidiani · 26 days ago
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PRIMA PAGINA Il Giornale di Oggi domenica, 01 dicembre 2024
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queerographies · 2 years ago
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[Oltre la periferia della pelle][Silvia Federici]
Cosa significa oggi “il corpo” come categoria di azione sociale/politica? Come smantellare gli strumenti con cui i nostri corpi sono stati “chiusi” e rivendicare collettivamente la nostra capacità di governarli?
Mai come oggi, “il corpo” è al centro della politica radicale e istituzionale. Movimenti femministi, antirazzisti, trans, ecologisti: tutti guardano al corpo come terreno di confronto con lo Stato e veicolo di pratiche sociali trasformative. Allo stesso tempo, il corpo è diventato un significante per la crisi riproduttiva generata dalla svolta neoliberista nello sviluppo capitalista e per…
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janniksnr · 2 years ago
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un anno fa 7x10 con il 10 che poi è andato via.....oggi 7x9......chissà
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mirmidones · 11 months ago
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fratella e sorello (2005) by sergio citti truly is the epitome of our beautiful country: incredibly gay incredibly misogynist incredibly racist! 3 in 1, a win for the ages!
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perpassareiltempo · 1 month ago
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A ripensare nascono pieghe dentro, alcune somigliano a tagli, altre ad orizzonti.
Elena Mearini 
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scritti-di-aliantis · 1 month ago
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Dopo la tua adorata umiliazione, prendi un po' d'aria e un attimo di tempo per ripensare alla nostra storia. Non c'è niente che non rifaresti, per essere amata da me. Mi hai saputo catturare: intelligente e bella come nessuna. Un pizzico di perversione, quella che a letto ti fa sciogliere completamente, completa il quadro della donna ideale, quella che tu sei per me.
Aliantis
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angelap3 · 4 months ago
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Da bambina spesso mio padre mi portava a pescare con lui. Amavo quei pomeriggi assolati, il mare era tutto nostro, porgevo la mia faccia al sole che mi riscaldava ma non scottava più. Ero libera, cercavo nella spiaggia le esche..... qualche cozza, qualche granchietto, poi le conchiglie ed i vetri colorati da portare a casa. Respiravo a pieni polmoni quell'aria salmastra.
Se qualcuno mi chiede che cosa sono per me la libertà e la serenità non posso che ripensare a quei pomeriggi dove il tempo era solo mio...
(Angela P.)
Foto mia di un dorato pomeriggio
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aurozmp · 5 months ago
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nulla addolora maggiormente che ripensare ai momenti felici quando si è nel dolore
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primepaginequotidiani · 27 days ago
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PRIMA PAGINA Avvenire di Oggi sabato, 30 novembre 2024
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morganadiavalon · 8 months ago
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A MIA MAMMA.
Eri piccola quando ci siamo conosciute.
Beh, sì, io ero ancora più piccola, ma tu eri più piccola di me adesso.
Eri una giovane donna che aveva conosciuto l'indigenza e il lavoro minorile e nonostante ciò non lesinavi sorrisi e leggerezza, come se la vita fosse per te una continua scoperta appassionante e non avessi mai niente da rimpiangere.
Sei stata la prima e l'unica persona che mi abbia mai letto una storia ad alta voce, leggevi e inventavi, perché di certo la fantasia non ti è mai mancata e mi hai cresciuta a sorrisi, iniezioni di autostima, lezioni di pazienza e amore. Un totale, disinteressato, incalcolabile amore.
Non ti ho mai percepita gelosa, fare l'offesa o essere possessiva.
Non hai mai cercato di ostacolare le mie scelte coniugando una sostanziale fiducia in me con una silenziosa osservazione di ogni passo che compievo.
Mi hai dato la vita e poi mi hai permesso di scorazzare qua e là, senza iperprotettivismo, ma con la saggezza infinita di chi sa che le migliori lezioni sono quelle che che impariamo a nostre spese e cercare di impedire a un figlio di soffrire (seguendo, peraltro, un criterio personale nel determinare quale sarebbe il suo bene) equivale talvolta a impedirgli di crescere.
Hai sorriso della mia irruenza adolescente, che ti rimproverava alcune scelte, che ti chiamava pavida e ti criticava di esser troppo accondiscendente. Ma le lezioni di vita a volte son semestri infiniti di materie che non si leggono sui manuali e il cui reale significato ci arriva molto dopo averle studiate.
E così la tua granitica pazienza ha visto me mutare, crescere, maturare. E capire finalmente l'incomparabile intelligenza che ha guidato ogni tua mossa per portarti fuori indenne dal tuo personalissimo ginepraio e lasciare a noi sì, la percezione di essere passate attraverso qualcosa di scombussolante, ma riportando solo qualche graffietto superficiale e lasciandoci invece, come premio, un'inviolabile serenità familiare che, come una leonessa ruggente, hai protetto e custodito facendone il rifugio felice e il porto sicuro che è ancora adesso e che sarà per sempre. Perché hai sempre saputo separare le tue battaglie dalle nostre vite e non hai mai permesso che piani che non dovevano sovrapporsi si sovrapponessero e che la strada delle tue conquiste personali incrociasse maldestramente quella della nostra crescita.
Il risultato è la serenità interiore che ci hai dato in eredità, tesoro preziosissimo che custodisco fieramente. E sebbene noi abbiamo ereditato anche parte della dimensione più squisitamente malinconica e profonda di papà (che custodisco altrettanto fieramente), e sebbene questi nostri anni adulti siano terribilmente instabili e a noi piaccia dire che la vostra vita negli anni '80 fosse per certi versi più "facile" e ci si faccia, quindi, a volte, prendere un po' dallo sconforto, mi basta ripensare al tuo sorriso felice, al tuo entusiasmo, alla tua sconfinata e ottimistica fiducia nella vita per sentire come un'epifania dentro di me e sapere, con certezza, che andrà tutto bene, che tutto avrà un suo senso, prima o poi.
Mamma, anno dopo anno, non posso che augurarmi di somigliarti sempre di più, crescendo.
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pensieripronfodi · 3 months ago
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Mi capita di incantarmi a ripensare a certe cose e se capita quando sono in mezzo ad altra gente, nessuno se ne accorge. E ció mi fa capire quanto io sia sola. La solitudine non mi fa bene, vorrei poter avere qualche amico o amica per parlare liberamente, convinta che non racconti le mie cose ad altri, ma è difficile. Nonostante io desideri avere qualcuno con cui parlare, allo stesso tempo ho paura di averlo per timore che mi giudichi o che mi sputtani.
Questo è un bel dilemma.
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ilpianistasultetto · 1 year ago
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Anche quest' anno, come faccio ormai da anni, sono andato alla Discoteca Laziale per il solito auto-regalo natalizio. Ormai e' una mia tradizione scartare i regali ricevuti e poi mostrare meraviglia verso il mio auto-regalo con il massimo dello stupore possibile. Appena entrato mi sono subito indignato. Ormai i vinili potrebbero essere pubblicizzati sul portale Immobiliare.it, visti i prezzi; meno di 40euro non c'e' praticamente quasi piu' nulla. Ho fatto un giro per le sale dicendomi continuamente: " non comprare niente, non comprare niente". Poi, da lontano ho visto Rosanna dietro il suo bancone. Mi sono ricordato le prime volte che la vidi, una ragazzetta che aiutava il padre sempre dietro quello stesso bancone. Oggi, ad aiutare lei, due ragazze, le nipoti. Discoteche storiche a Roma ne sono rimaste due, Millerecord e questa, la discoteca laziale. Mi si e' fatto il cuore tenero a ripensare tutte quelle volte che ho parlato di musica con Rosanna. La sua caparbieta' a voler tenere aperta quell'attivita' che dopo gli anni '80 ha vissuto momenti veramente cupi tra l'espansione dei CD e poi degli MP3. Potevo uscire a mani vuote? Ho preso 4 vinili, pagato e sono tornato a casa contento. Il pacco regalo e' sotto l'albero.. @ilpianistasultetto
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tulipanico · 4 months ago
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Ho ripensato ai tuoi baci sparsi sulle guance, sui seni, sui lobi, mi hanno fatto venire voglia di altri baci, non necessariamente tuoi. Mi fa sorridere come, scrivendo, mi venga facile rivolgermi ad una seconda persona singolare, nonostante l'interlocutore immaginario sia sempre diverso. Ma questo mi ha fatto comunque ripensare alle tue labbra sulla pelle, ed è stato un pensiero dolce, zucchero sulla lingua. Assaggia.
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crazy-so-na-sega · 10 months ago
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L’idea che il sionismo sia un colonialismo di insediamento non è nuova. Gli studiosi palestinesi che negli anni ’60 lavoravano a Beirut nel Centro di Ricerca dell’OLP avevano già capito che quello che stavano affrontando in Palestina non era un progetto coloniale classico. Non inquadravano Israele solo come una colonia britannica o americana, ma lo consideravano un fenomeno che esisteva in altre parti del mondo, definito come colonialismo di insediamento. È interessante che per 20-30 anni la nozione di sionismo come colonialismo di insediamento sia scomparsa dal discorso politico e accademico. È tornata quando gli studiosi di altre parti del mondo, in particolare Sudafrica, Australia e Nord America, hanno concordato che il sionismo è un fenomeno simile al movimento degli europei che hanno creato gli Stati Uniti, il Canada, l’Australia, la Nuova Zelanda e il Sudafrica. Questa idea ci aiuta a comprendere molto meglio la natura del progetto sionista in Palestina dalla fine del XIX secolo ad oggi, e ci dà un’idea di cosa aspettarci in futuro.
Credo che questa particolare idea degli anni ’90, che collegava in modo così chiaro le azioni dei coloni europei, soprattutto in luoghi come il Nord America e l’Australia, con le azioni dei coloni che arrivarono in Palestina alla fine del XIX secolo, abbia chiarito bene le intenzioni dei coloni ebrei che colonizzarono la Palestina e la natura della resistenza locale palestinese a quella colonizzazione. I coloni seguirono la logica più importante adottata dai movimenti coloniali di insediamento, ossia che per creare una comunità coloniale di successo al di fuori dell’Europa è necessario eliminare gli indigeni del Paese in cui ci si è stabiliti. Ciò significa che la resistenza indigena a questa logica è stata una lotta contro l’eliminazione e non solo di liberazione. Questo è importante quando si pensa all’operazione di Hamas e di altre operazioni di resistenza palestinese fin dal 1948.
Gli stessi coloni, come nel caso di molti europei che arrivarono in Nord America, America Centrale o Australia, erano rifugiati e vittime di persecuzioni. Alcuni di loro erano meno sfortunati e cercavano semplicemente una vita e delle opportunità migliori. Ma la maggior parte di loro erano emarginati in Europa e cercavano di creare un’Europa in un altro luogo, una nuova Europa, invece dell’Europa che non li voleva. Nella maggior parte dei casi, hanno scelto un luogo in cui viveva già qualcun altro, i nativi. Quindi il nucleo più importante tra loro era quello dei leader e ideologi che fornivano giustificazioni religiose e culturali per la colonizzazione della terra di qualcun altro. A questo si può aggiungere la necessità di affidarsi a un Impero per iniziare la colonizzazione e mantenerla, anche se all’epoca i coloni si ribellarono all’Impero che li aveva aiutati e chiesero e ottennero l’indipendenza, che in molti casi ottennero e poi rinnovarono l’alleanza con l’Impero. Il rapporto anglo-sionista che si è trasformato in un’alleanza anglo-israeliana è un esempio.
L’idea che si possa eliminare con la forza il popolo della terra che si vuole, è probabilmente più comprensibile – non giustificata – sullo sfondo dei secoli XVI, XVII e XVIII, perché andava di pari passo con la piena approvazione dell’imperialismo e del colonialismo. Era alimentato dalla comune disumanizzazione degli altri popoli non occidentali e non europei. Se si disumanizzano le persone, è più facile eliminarle. L’aspetto unico del sionismo come movimento coloniale di insediamento è che è apparso sulla scena internazionale in un momento in cui le persone di tutto il mondo avevano iniziato a ripensare il diritto di eliminare gli indigeni, di eliminare i nativi e quindi possiamo capire lo sforzo e l’energia investiti dai sionisti e successivamente dallo Stato di Israele nel cercare di coprire il vero obiettivo di un movimento coloniale di insediamento come il sionismo, che era l’eliminazione dei nativi.
Ma oggi a Gaza stanno eliminando la popolazione nativa davanti ai nostri occhi, quindi come mai hanno quasi rinunciato a 75 anni di tentativi di nascondere le loro politiche di eliminazione? Per capirlo, dobbiamo apprezzare la trasformazione della natura del sionismo in Palestina nel corso degli anni. (segue nel link)
molto interessante
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