#rino cammilleri
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“La Svezia ha il più alto tasso pro capite di violenza armata nell’Unione europea: l’anno scorso il paese ha registrato oltre 350 attentati riusciti o sventati e 363 sparatorie (con 53 morti e 109 feriti), i numeri più alti di tutta Europa, in un Paese che una volta aveva la minor quantità di crimini con armi da fuoco, pro capite” (L. Volontè, 17.9.24).
Antidoti - il blog di Rino Cammilleri
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«La mujer más bella del siglo» escandalizó a Europa en la Belle Époque y acabó sus días como monja
Estrella artística y sentimental de la Belle Époque, Liane de Pougy (1869-1950), llegó a ser rica y coleccionó experiencias extremas, burlándose de toda regla moral. Pero en su camino, al final, encontró a Dios. Rino Cammilleri ha contado su historia en su clásica sección Il Kattolico del mensual italiano de apologética Il Timone: “La mujer más bella del siglo” se metió a monja Una de las…
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Die Kirche und ihre „koloniale“ Vergangenheit
katholisches.info: Widerspruch von Rino Cammilleri* Es genügt, wenn drei oder vier selbsternannte „Vertreter“ der Indianervölker Südamerikas ihre Stimme und ihre Fäuste erheben, und die Kleriker fallen auf die Knie und entschuldigen sich eilig, auch für das, was die Kirche nicht getan hat. Vor Jahren, bei einem der vielen „Gipfeltreffen“ in Rio zur „Rettung“ des Amazonas-Regenwaldes, in ... http://dlvr.it/Smkj1n
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San Valentino di Terni, cosa c’entra con gli innamorati? Somo molte le storie legate alla vita del santo. Il commento di RINO CAMMILLERI Segui
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RUBRICA “BENI COMUNI”, 30.II. MAGICI QUADRATI
di FRANCESCO CORRENTI ♦ (2. continua dalla puntata precedente) L’esemplare del libro di Rino Cammilleri Il quadrato magico che ho in mano, che ho riportato ieri a Roma e che, in base ai miei appunti trascritti la volta scorsa, credevo donatomi il 9 febbraio 2004 dal mio amico e compagno di scuola all’Istituto Massimiliano Massimo alle Terme Gianni Vxxxxxx, mi ha suscitato stamattina dei dubbi,…
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Dicono che è risorto: il piacere di una riscoperta
In questo tempo di Pasqua 2021, anno secondo della Pandemia, quanto mai opportuna viene la riedizione di un famoso libro di Vittorio Messori: Dicono che è risorto. Un’indagine sul sepolcro vuoto di Gesù (Ares). Infatti, per l’incredulo è relativamente facile credere nella Passione, ma anche i credenti fanno fatica con la Resurrezione. Messori offre le prove in questo grande classico indispensabile.
di Rino Cammilleri (04-04-2021)
In questo tempo di Pasqua 2021, anno secondo della Pandemia, quanto mai opportuna viene la riedizione di un famoso libro di Vittorio Messori: Dicono che è risorto. Un’indagine sul sepolcro vuoto di Gesù (Ares, pp. 416, €. 19,90). Infatti, per l’incredulo è relativamente facile credere nella Passione, ma anche i credenti fanno fatica con la Resurrezione. Sì, perché di resurrezioni nella Scrittura ce ne sono diverse, la più clamorosa è quella di Lazzaro. Ma erano resurrezioni a tempo, perché i resuscitati (da un profeta, da Gesù, da un santo) dopo qualche tempo tornavano a morire, e definitivamente.
La Resurrezione di Cristo, invece, è unica: Gesù risorge senza che nessuno lo richiami in vita, e non muore più, per sempre. Ora, dice Pascal, «non sapere è assai meglio che sapere in modo sbagliato». Da qui la meticolosa indagine di Messori sull’enigma del Sepolcro Vuoto. Innanzitutto, quel che vi trovarono dentro i primi accorsi, Pietro e Paolo. Sì, le donne e Maddalena videro il Risorto prima, ma non erano entrate nella tomba. Giovanni, più giovane, arriva prima, ma non entra: cede il passo a Pietro, il capo. Solo dopo entra anche lui. E che vedono? La lunga pietra su cui stava il corpo. Su di essa, la sindone ancora avvolta dalle bende e il sudario, che avvolgeva il capo, è ancora lì, nella stessa posizione di quando fu avvolto.
Solo che dentro non c’è niente. Chi ruba cadaveri guardati a vista (c’era un corpo di guardie, messe lì dai farisei) non perde certo tempo a svolgere le bende, aprire la sindone, svolgere il sudario e poi, tolto il cadavere, rimettere tutto a posto com’era prima. E poi, perché farlo? No, Gesù attraversò letteralmente l’involucro che lo avvolgeva e, come sappiamo, il flash della Resurrezione lasciò un’impronta sulla sindone.
Volutamente. Poi attraversò anche la pietra che chiudeva la tomba. Solo dopo, un angelo la rovesciò e vi si sedette sopra, sconvolgendo le guardie che, infatti, scapparono. I sinedriti fecero loro dire di essersi addormentati e che erano stati i discepoli del giustiziato a trafugarne il cadavere. Non erano certo romani, che il loro centurione avrebbe fatto mettere a morte (a bastonate) se trovati dormienti a un turno di sentinella.
Tuttavia, come fa notare sant’Agostino, anche la versione ufficiale dei sinedriti fa acqua: se dormivano, come fanno a sapere chi è stato a portar via il cadavere? Sia come sia, per molti (anche teologi) la Resurrezione è un pio mito fabbricato col tempo dai cristiani. E’, tuttavia, uno stravagante mito: il Risorto mica appare al Sinedrio e a Pilato per dire «visto, che avevo ragione io?». No, si mostra, in sordina, agli amici più stretti. E, anche qui, tutto finisce in una mangiata: il primo miracolo, Cana, avviene a tavola; il miracolo più grande, l’Eucarestia, pure; il Risorto, appena apparso, chiede un piatto di pesce arrostito; e pure l’apparizione sul lago di Tiberiade finisce in "pic-nic". Non è così che si inventa, dice l’insospettabile Rousseau.
Per giunta, non è facilmente riconoscibile: la Maddalena lo scambia per un giardiniere, i due di Emmaus lo riconosco solo (ancora!) a tavola. Messori riempie un intero e corposo libro di mille particolari che dimostrano (dimostrano!) la storicità della Resurrezione. Anche se certo progressismo clericale ancora oggi fa il difficile. Non per niente Messori ricorda che «certi cattolici milanesi, non sopportando che la Facoltà Teologica si aprisse nella piazza chiamata, da sempre, «delle Crociate», insistettero presso le sconcertate autorità comunali perché lo slargo venisse ribattezzato «Paolo VI». Città che, tra l’altro, ha nel suo stemma proprio l’emblema delle crociate, cui partecipò generosamente con uomini e con denaro, sin dalla prima, la sola vittoriosa». C’è anche un’opera lirica al riguardo: I Lombardi alla Prima Crociata. Ma non è il caso, anticipando troppo di togliere ai lettori il piacere della scoperta di questo fondamentale libro.
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Nel vecchio Catechismo c’era tutta la dottrina in pillole di facile trangugio. Nel nuovo c’è ancora tutta, sì, ma talmente diluita nelle chiacchiere da giustificare il fatto che pochi l’abbiano letto. L’ignoranza religiosa oggi è enorme anche in moltissimi sedicenti credenti. Talvolta, nelle discussioni con qualcuno di questi, tornerebbe utile potergli dire: tiè il catechismo, lèggitelo e poi parliamo, perché non sai nemmeno di cosa stiamo parlando. Ora, una cosa del genere si poteva fare col libretto di san Pio X, non certo col voluminoso Compendio del monumentale Catechismo. Un libriccino scritto largo e a domande-risposte numerate, il tempo per scorrerlo lo trova anche il più svogliato. Non così per un libro-trattato che, oggi come oggi, forse nemmeno i preti, affaccendati come sono, hanno letto.
(Rino Cammilleri, in La Nuova Bussola Quotidiana, 17/11/2014)
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Ecco il nuovo organigramma societario e la rosa della SSD PRO FAVARA season 2022/2023
Sono state rinnovate le cariche dirigenziali della S.S.D Pro Favara 1984, per la stagione 2022/2023. La decisione ufficiale è stata adottata nel corso di un’assemblea dei soci. Rino Castronovo è stato riconfermato all’unanimità Presidente. Il nuovo gruppo dirigente, lo staff tecnico e l’organico sono così composti: DIRIGENZA PRESIDENTE - RINO CASTRONOVO VICE PRESIDENTE VICARIO - PASQUALE CAPODICI VICE PRESIDENTE E AMMINISTRATORE DELEGATO – SALVATORE MARRONE VICE PRESIDENTE - ALESSANDRO CIBELLA DIRETTORE GENERALE - GINO MENDOLIA DIRETTORE SPORTIVO - TINO LONGO SEGRETARIO GENERALE - GIUSEPPE CUSUMANO SEGRETARIO AMMINISTRATIVO - ANGELO SCIORTINO TEAM MANAGER - ANTONIO CICCOTTO RESPONSABILE STRUTTURE TECNICHE - FRANCESCO VULLO AREA ACQUISTI - PEPPE MAROTTA TESORIERE - CARMELO SCUTELLA’ MEDICO SOCIALE - CARMELO SGARITO RESPONSABILE AREA COMUNICAZIONE E PUBBLICHE RELAZIONI - GIUSEPPE PISCOPO GRAFICA PAGINA FB – GIOVANNI DI CARO FOTO: FILIPPO MENDOLIA AREA MARKETING - CLAUDIO BOSCO – ARMANDO PELLITTERI - GIUSEPPE PALUMBO PICCIONELLO – ENZO QUARANTA - ROSARIO SORCE RESPONSABILI BIGLIETTERIA STADIO - PASQUALE BROCCIA – FRANCESCO CARAMAZZA PADRE SPIRITUALE - DON LILLO DI SALVO MAGAZZINIERE - SALVATORE RESTIVO RESPONSABILE RAPPORTI CON ULTRAS - GABRIELE SORCE STAFF TECNICO ALLENATORE - FRANCESCO TUDISCO PREPARATORE ATLETICO – GERO TRUPIA ALLENATORE DEI PORTIERI – GIUSEPPE VETRANO ORGANICO GIOCATORI PORTIERI: GIOELE AVIGNONE – ALFONSO D’ANDREA - SAMUELE SCANNELLA DIFENSORI: MARIO BUONOCORE – CALOGERO BUSCARINO- FILIPPO CATERNICCHIA – LAUTAO DE RIOS – GIUSEPPE FALLEA – ALESSIO FEROTTI –GIUSEPPE MARCHICA – PIETRO MARINO – ROBERTO MIANO – RIZZO DYLAN CENTROCAMPISTI: SAMUEL AURELIANO – FABIO BOSSA – SAMUELE CAMMILLERI – CALOGERO CASTRONOVO - GIOVANNI FRICANO - SALVATORE INCATASCIATO - ANGELO PUCCIO ATTACCANTI: AGOSTINO DE LUCA – GIUSEPPE GAMBINO – GIACOMO GRAZIANO – CALOGERO LA PIANA - SALVATORE PIRANEO - ALESSANDRO RINOLDO – EDMOND RUGOVA Read the full article
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A Verdadeira História da Inquisição
A história da Inquisição é bem diferente do que habitualmente se conta. Os especialistas acadêmicos há muito tempo já desconstruíram a ‘lenda negra’ imposta sobre aquela instituição eclesiástica e redimensionaram notavelmente a sua imagem. Por isso, A Verdadeira História da Inquisição é uma obra didática e esclarecedora. Segundo o Prof. Franco Cardini, professor de História Medieval da Universidade de Firenze, “das suas páginas emerge o perfil de uma instituição severa que, todavia, deve ser inserida no contexto histórico da época e considerada à luz dos documentos, os quais narram os fatos de modo bem diferente daquele que por muito tempo lhes fora atribuído”. Além da apresentação do professor Franco Cardini, da Universidade de de Fizenre, o livro conta ainda com um prefácio do Prof. Ricardo da Costa, professor titular do Departamento de Teoria da Arte e Música da Universidade Federal do Espírito Santo. Sobre o autor: Rino Cammilleri é jornalista e cientista político italiano. Nasceu em 1950 na província de Agrigento, Sicília, e ficou conhecido por sua coluna ‘Antidoti’, publicada diariamente no jornal Avvenire, e atualmente no Il Giornale. Cammilleri é autor de inúmeros ensaios sobre a História da Igreja e também sobre a vida dos santos. Já publicou mais de 30 livros na Itália; alguns deles foram traduzidos para outros idiomas.
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E per Vatican News la Vergine di Guadalupe è una "leggenda"
Clamoroso scivolone del portale ufficiale vaticano: riferendo della celebrazione del Papa in occasione della festa della Vergine di Guadalupe, ha definito quella della Morenita una leggenda. E pensare che delle apparizioni della Virgen morenita sappiamo con esattezza i giorni, i luoghi e naturalmente il testimone.
di Giuliano Guzzo (14-12-2019)
«La leggenda della Morenita affonda le radici nel XVI secolo, durante l’epopea dei conquistadores e l’avvio della schiavitù per milioni di indios». Un articolo che iniziasse così, liquidando quella di Nostra Signora di Guadalupe come solo una «leggenda», starebbe benissimo in un giornale laicista o sulle colonne di una testata atea. Peccato che la frase poc’anzi riportata sia stata invece pubblicata non solo da una fonte religiosa, ma addirittura da Vaticannews, il nuovo sistema d’informazione della Santa Sede che ha debuttato nel 2015, a seguito del Motu Proprio con cui papa Francesco ha istituito la Segreteria per la Comunicazione, il nuovo Dicastero della Curia Romana. Il che, si converrà, lascia abbastanza spiazzati.
Tanto più che la riduzione della Virgen morenita a «leggenda» è avvenuta non già all’interno di un pezzo a caso o marginale, bensì in un articolo dedicato alla celebrazione eucaristica in San Pietro che papa Francesco ha tenuto proprio nel giorno in cui la Chiesa celebra la festa della Beata Maria Vergine di Guadalupe, il 12 dicembre. Ora, è pur vero che leggendo nel suo insieme l’articolo – a firma di Cecilia Seppia – non traspare alcuna ostilità nei confronti della Morenita (ci mancherebbe altro), ed è altresì noto come il termine «leggenda» si presti a diverse accezioni, non necessariamente oltraggiose.
Tuttavia, è indiscutibile come il lettore medio, con la parola «leggenda», venga neppure troppo indirettamente instradato sul terreno della fantasia, della diceria, se non della superstizione. E pensare che delle apparizioni della Virgen morenita sappiamo con esattezza i giorni (tra il 9 e il 12 dicembre 1531), i luoghi (la collina del Tepeyac a nord di Città del Messico) e naturalmente il testimone (Juan Diego Cuauhtlatoatzin). Non solo.
È a tutt’oggi conservato il mantello di Juan Diego sul quale, com’è noto, rimase miracolosamente impressa l’immagine – oggetto di devozione mondiale – della Vergine Maria. I prodigiosi eventi che ebbero per protagonista Nostra Signora di Guadalupe, ben lungi dall’essere leggendari, presentano quindi una impressionante serie di riscontri che ne certificano la storicità, comprovata anche peraltro dalle innumerevoli conversioni che secoli, grazie ad essa, si susseguono: altro che «leggenda». Ne consegue come quello di Vaticannews non possa che essere uno scivolone.
Certo, uno scivolone abbastanza grave. Oltretutto, è da qualche tempo che in casa cattolica si sta affermando la spiazzante tendenza a ridimensionare, en passant, elementi fondamentali della fede. Prima della liquidazione della Morenita a «leggenda», pochi mesi fa, era difatti stato nientemeno che padre Arturo Sosa Abascal, il superiore generale della Compagnia di Gesù, a sbilanciarsi sull’inesistenza di satana. «Il diavolo esiste come realtà simbolica», furono le esatte parole di padre Sosa, «non come realtà personale».
Viene dunque da chiedersi dove andremo a finire, di questo passo: arriveremo forse a batter le mani ad un nuovo Bruno Bauer, il teologo berlinese che nella prima metà dell’Ottocento dubitava dell’esistenza storica di Gesù Cristo? Se si inizia a chiudere gli occhi prima su questo, poi su quello, beh, il rischio c’è. Fortuna che da decenni esiste una schiera di infaticabili apologeti – da Vittorio Messori a Rino Cammilleri – che sull’esistenza di Gesù Cristo e sulla storicità della Madonna e di tante apparizioni mariane hanno scritto libri che, senza eccessi, si possono tranquillamente considerare definitivi. Perché se invece dipendesse da certi pastori e da certa stampa cattolica la possibilità di sentir la propria fede barcollare, purtroppo, ci sarebbe.
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EL CUADRADO MÁGICO...........SATOR.
El Cuadrado Mágico fue descubierto por el arqueólogo italiano Matheo Della Corte en 1936 entre las ruinas de Pompeya.
Escrito sobre una pared blanca con carbonilla estaba ese juego de palabras el “Cuadrado Mágico” a 1,40 metros bajo el suelo, debajo de la piedra pómez que cubría ese lugar. En el siglo I de nuestra era el volcán Vesubio aniquiló para siempre la ciudad, y sus habitantes resultaron calcinados.
Posteriormente ese cuadrado fue encontrando en otros lugares muy diversos: Francia, Italia, Alemania, Hungría... etc. En España, que sepamos, existe uno en Santiago de Compostela, sede también del llamado "Nudo de Salomón" o svástica del Miño, un símbolo entre el laberinto y la cruz. Una extraña inscripción fechada con certeza por la destrucción de la ciudad en el año 79 d.C., y que los arquitectos cristianos reprodujeron profusamente más tarde en diversos monumentos en Italia, Francia, en la iglesia de Pievi Iersagui, cerca de Cremona, en el castillo de Carnac, sobre la bahía de Quiberon (Morhiban, Bretaña), zona famosa por sus monumentos megalíticos, dólmenes y menhires extrañamente alineados, y en el templo de Saint-Laurent de Rochemaure.
Así también, la inscripción fue descubierta en unas ruinas romanas situadas en Cirencester, Inglaterra, a 55 kilómetros al Noreste de Bristol, y en Doura Europos, antigua ciudad siria sobre la margen derecha del Eúfrates, donde actualmente se eleva la localidad de Qalat en Salihiya, unos 440 kilómetros al Nor–noreste de Damasco, y en otros lugares.
Apodada el "cuadrado mágico" –o con más propiedad el cuadrado SATOR– la inscripción se presenta en la siguiente forma:
SATOR cuadrado
Este palíndromo latino es con toda seguridad una inscripción paleocristiana. En efecto, las veinticinco letras que lo forman permiten escribir –sin repeticiones– dos veces la palabra PATERNOSTER, y dos veces también las letras A y O, el alpha y el omega –el Principio y el Fin– que relata el Apocalipsis del apóstol Juan (IV-21-6), tal como se puede comprobar seguidamente:
Paternoster
El vocablo SATOR, en la traducción que mejor responde al mensaje del palíndromo, significa creador; AREPO tiene distintas interpretaciones A REP(aratione) O(ptima) Del Griego Arrepoa que su traducción es Inmutabilidad debemos señalar que es la inversa de OPERA; TENET, en las aceptaciones que pueden interesar, distingue a mantener, ocupar, dirigir,gobernar; TENET que es la cruz y seguramente la mas importante también se puede leer De ROTAS se puede traducir en Ruta, o también relación con la rueda del Samsara o rueda de la vida. OPERA todos sabemos que es obrar, generar, manipulear, operar. Según el escritor Italiano Rino Cammilleri del libro “Il Cuadrato mágico” Dice que: –eliminando transitoriamente AREPO– el palíndromo debe interpretarse así: "El Creador gobierna los procesos cíclicos"…, o sea con trabajo, acto o proceso (OPERA).
De esta manera obtenemos provisionalmente el siguiente resultado parcial: "El Creador gobierna los procesos cíclicos con un trabajo inverso…" ("SATOR – AREPO – TENET – OPERA – ROTAS"). Pero todo palíndromo se caracteriza por leerse igual desde arriba hacia abajo que a la inversa, o de izquierda a derecha y recíprocamente.
En consecuencia, si el palíndromo SATOR se lee desde arriba hacia abajo, y de inmediato desde abajo hacia arriba, pero partiendo siempre desde la izquierda, tal como se escribe y se lee en latín, encontramos la clave y el mensaje del palíndromo, ya que si bien es cierto que SATOR – AREPO – TENET – OPERA – ROTAS significa "El Creador gobierna los procesos cíclicos con un trabajo inverso", no lo es menos que "ROTAS – OPERA – TENET – AREPO – SATOR" expresa sin la más leve duda que El Sol se ocupa de los trabajos inversos del Creador. Ambas lecturas son absoluta y necesariamente complementarias para desencriptar el mensaje puesto en el palíndromo, pero a la vez confirman el desconocimiento –todavía existente en los tiempos inmediatamente anteriores y posteriores a la Era Cristiana– de los descubrimientos de Aristarco de Samos (hacia 310-230 a.C.) referidos a la rotación de la Tierra sobre su eje polar y en torno al Sol (heliocentrismo), y los de Hiparco de Rodas (hacia 150 a.C.), relacionados con el fenómeno astronómico de la precesión de los equinoccios, que constituye una de las resultantes de los diversos movimientos simultáneos y combinados que, por los efectos gravitacionales conjuntos del Sol, la Luna, y otros cuerpos celestes, realizan nuestro planeta –y su órbita– en torno al Sol.
El desconocido autor del palíndromo SATOR –aferrado todavía al geocentrismo anterior a Aristarco de Samos, y desconociendo sin duda los descubrimientos de Hiparco de Rodas, atribuyó directamente al Sol la función de ejecutor de los "trabajos inversos del Creador", o sea de los efectos emergentes de la precesión de los equinoccios, los cuales regulan "Nolens Volens" el ritmo y la duración de los ciclos cósmicos de la humanidad. En efecto –y para el Hemisferio Norte– el equinoccio de primavera marca el punto en el que la Tierra, en su movimiento anual de traslación alrededor del Sol, pasa del semiplano eclíptico austral a su homólogo boreal, punto que es variable pues anualmente se desplaza en sentido retrógrado a lo largo de su órbita sobre la eclíptica. Esta retrogradación o precesión es de 50,27 segundos de arco por año trópico (365,242 días solares medios), lo que implica en forma poco menos que exacta una variación de 1º de arco en 72 años, 30º en 2160 años, y 360º en la cantidad de 25.920 años, lapso este último durante el cual una hipotética proyección del punto vernal (del latín ver: primavera) sobre la corona de constelaciones zodiacales efectuaría una vuelta completa para regresar aproximadamente al punto de partida.
Además, en dicho ciclo precesional de 25.920 años, las estrellas polares Norte y Sud se modifican varias veces, sin repetirse en el lapso indicado. El período cíclico–cósmico que con mayor frecuencia aparece en casi todas las grandes tradiciones, no es tanto el de la precesión de los equinoccios, cuanto su mitad.
Es este período el que corresponde notoriamente a aquel denominado gran año por los pueblos hiperbóreos, los caldeos, los persas preislámicos, los griegos y los atlantes, evaluado en 12.960 años. Fuentes de origen hindú y caldeo –entre otras– señalan en 5 (cinco), o sea el mismo número de los elementos del mundo sensible (éter, aire, fuego, agua, tierra), la cantidad de grandes años que incluye nuestro actual ciclo cósmico, lo que hace un total de 64.800 años a contar desde su ya lejano comienzo, hasta su culminación luego de un crepúsculo final, para reiniciarse un nuevo ciclo de la cadena de mundos.
Posible interpretación, un Mandala oriental
SATOR capestranoEs el de Pompeya pues, uno de esos misteriosos «cuadrados mágicos» cuya acción radica en la fuerza creatriz de la espiral que se inicia desde la letra central y crece de lo UNO a lo MULTIPLE según una cadena sin fin y en la que la palabra sólo es un eslabón, como apunta J. Annequín. Tiene por finalidad la reflexión mágica o concentración de la mente. Las letras son lazos que unen todas las partes del cosmos (orden) conduciéndolo todo hacia lo UNO, la Mónada. No es por tanto un simple juego, es también una representación del Universo y por consiguiente una aproximación a la realidad profunda del Juego cósmico».
No olvidemos el famoso pasaje sobre La Sabiduría del libro de Los Proverbios: "Yo estaba a su lado como arquitecto jugaba en su presencia, jugaba con la bola del mundo..."(Prov. 8,30). Este juego de la Sabiduría combinando los elementos... «adiestrándolos» para que pudieran cristalizar, cumplir su misión en la materia, es en nuestro laberinto la cruz svástica o sol radiado (Tetractys) que gira y gira en su eterno devenir «destrógiro». Sin duda alguna podemos afirmar que estos laberintos de palabras juegan con un doble poder: el del nombre o palabra en sí, por esencia misterioso y más si se hace indescifrable, y el de la magia de la figura geométrica. Si esto es así se trata de una especie de yantras o mandalas como los usados en el culto tántrico con el fin de concentrar energía durante la meditación. Por citar uno recordemos el «gran Shri-Yantra» representado por nueve triángulos que se cruzan entre sí, símbolo de lo masculino y femenino y que representa una imagen compendiada de toda la creación.
Para Karl Jung el mandala es un símbolo universal fijado en el inconsciente colectivo. Y si la figura geométrica, en nuestro caso el cuadrado mágico está compuesto con las letras de una frase mística o mantra que se repite cientos de veces en todas direcciones no será difícil descubrir la afinidad que guarda con los rezos de las religiones orientales.
Entre 1531 y 1533 mientras el Cristianismo se separaba de la mano de Lutero, el alquimista Enrico Cornelio Agrippa publicaba “La oculta filosofía de la magia” en la que hablaba del cuadrado mágico, lo usaba como amuleto contra el mal de ojo, decía también que el cuadrado poseía una fuerza maravillosamente mágica.
Este cuadrado estaba presente en la tradiciones Greco-Hebraica como en la antigua Pompeya y en el Islan, que manifestaban que se encontraba el nombre secreto de Alah. El matemático Bizantino Moscopulo, manifestaba que se trataba de un legado del Sol sobre filosofía iniciatica, pero el Abate Tritemio decía que esta figura era tanto usada por las fuerzas tenebrosa, como por las de la LUZ, por eso se ha encontrado escrito de las dos formas:
SATOR arepo
Consultado con el péndulo, la primera seria la positiva y la otra la negativa. Paracelso lo usaba como Talismán erótico, y Girolamo Cardamo, para remedio contra la rabia.
Un Cátaro albighese de nombre Quiroi, lo coloco en una piedra afuera de la iglesia de San Lorenzo en Rochemaure y a su vez lo había visto en el piso de la sacristía de una iglesia en Trimori, también se podía observar en Capestrano, Magliaro, Verona y diversos edificios sagrados medievales franceses e ingleses, era conocido en Egipto y en Abisinia y fue encontrado estampado en una Biblia Carolingia y en un muro de la catedral de Siena.
El Jesuita Athanasius Kircher en el siglo XVII decia que era Satanico. Afimar las tradiciones que en el medioevo se escribía en un trozo de pan y se le daba a los perros enfermos de rabia que inmediatamente se curaban. También podemos observar dentro del cuadrado triángulos y rombos, altamente sabidos elementos sagrados, el rombo muy utilizado por la Masonería, también el rombo es una estrella de seis puntas oculta, el sello de Salomón.
Y hablando del Rey Salomón lo utilizaba grabado en cuero colgado de su cuello, como elemento de protección, además dentro de la Clavícula de Salomón se puede observar como el segundo Pantaculo de Saturno de donde podría derivar la palabra SATOR.
José Navajas Moreno
Editorial Ituci Siglo XXI.
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La masacre napoleónica de la abadía de Casamari: seis monjes asesinados por proteger la Eucaristía
El 13 de mayo de 1799, seis religiosos de la antigua abadía de la provincia de Frosinone fueron asesinados cuando intentaban salvar la Eucaristía. El 17 de abril de 2021 fueron beatificados como mártires. Rino Cammilleri recuerda esta masacre napoleónica en su rúbrica Il Kattolico del número de junio de Il Timone: Los monjes de Casamari El 13 de mayo, María se apareció a los tres pastores en Cova…
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Die schönste Frau des Jahrhunderts… wurde Ordensfrau
katholisches.info: Sie war ein Belle-Époque-Star, Tänzerin, Kurtisane, Schriftstellerin, geschieden, bisexuell, dann sogar Prinzessin, aber schließlich fand sie auf ihrem Weg Gott. Rino Cammilleri erinnert an Liane de Pougy (1869–1950), die als Anne Marie Chassaigne an einem 1. April als Tochter eines französischen Kavallerieoffiziers und einer spanischen Mutter in La Flèche geboren wurde. Doch hören wir Cammilleri. ... http://dlvr.it/ScVdBN
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San Valentino di Terni, cosa c’entra con gli innamorati? Somo molte le storie legate alla vita del santo. Il commento di RINO CAMMILLERI Segui
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Il Dramma del Suicidio oggi: le cause scatenanti e i rimedi concreti derivanti dalla Fede
Il Dramma del Suicidio oggi: le cause scatenanti e i rimedi concreti derivanti dalla Fede
L’ottimo giornalista cattolico Rino Cammilleri ha pubblicato sulla Bussola on line un breve ma significativo articolo dal titolo: “Suicidi, il male oscuro dell’epoca post-cristiana” (12.1.18). In esso, l’autore mette in relazione il vuoto esistenziale di tantissimi giovani d’oggi, con il nichilismo aggressivo e onnipresente della cultura contemporanea. (more…)
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