#ribollita rossi
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golden-eye-ramblings · 5 months ago
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Ghost Hunting In Easton with Diwa n' Ribollita. Wonder if they'll actually find anything...
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(AMAZING art courtesy of the wonderful @jannadbunny 's own Diwa Novena and my goober boy Ribollita! We really went ahead and said "haha what if" and now we're here *wheeeeeze*)
Ship chart under the cut, filled in by the Lovely Jannadbunny!
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belle-et-inspirante · 2 years ago
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ABBINAMENTO VINO E CIBO, RICETTA DELLA ZUPPA DI VINO.
ABBINAMENTO VINO E CIBO, RICETTA DELLA ZUPPA DI VINO.
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  Liquori.
Certamente a nessuno salterebbe mai in mente di abbinare un bicchierino di liquore con un goccio di vino. Non è tuttavia raro che liquori e distillati entrino in maniera anche prepotente nella composizione di alcune ricette, e allora può presentarsi il problema dell’eventuale scelta del vino. Ma è meglio mettersi il cuore in pace: se il liquore è presente nel piatto in maniera netta non c’è nulla da fare, perché di vino in tavola insieme con quel piatto non ce ne vuole proprio.
Marinature.
Al vasto repertorio delle marinature appartengono tutte le preparazioni in agrodolce, delle quali si è già parlato. Altre marinature sono quelle che si applicano alla selvaggina da pelo, essenzialmente per togliere l’odore ‘di selvatico’ e ammorbidire la carne prima della cottura in salmì. L’abbinamento cibo-vino in questo caso deve tener conto non tanto della marinatura di per se stessa, quanto piuttosto del piatto finale. E allora ecco che la tradizione piemontese sposa al classico civet di lepre dei grandi rossi come il Barolo e il Barbaresco, mentre altri vini rossi di buona struttura come il Taurasi o le riserve del Chianti o del Valpolicella si abbinano in maniera eccellente col salmì.
Più recentemente sono entrate nell’uso della ristorazione altre marinate ‘leggere’ a base di olio e limone per il carpaccio di carne, di pesce o di verdura. In questo caso, la presenza più o meno del limone (e talvolta anche dell’arancio e del cedro) creano problemi nella scelta del vino: quindi l’abbinamento cibo-vino diventa pressoché inpossibile. Se però il succo di agrumi è stato usato con estrema più simonia ci si potrà orientare verso un vino rosato (ad esempio il ‘dice Salentino o il Garda classico Chiaretto) nel caso delle carni o il bianco secco e morbido per il pesce (per esempio un Lugana o il Trebbiano di Romagna).
Minestre.
Per scegliere un vino che possa accompagnare una minestra in brodo occorre distinguere fra i brodini domestici ‘acque e dado’, i brodi veri e propri (scaturiti da una lunga, paziente cottura di carni o di verdure), le vellutate e le zuppe. Con le minestrine in brodo (parliamo del brodino di acqua e dado, oppure di un semplicissimo brodo vegetale, fatto con verdure non aromatiche) si può bere qualche sorso d’un vino piuttosto leggero, scegliendo fra bianchi e rosati, gli stessi magari che hanno accompagnato l’antipasto o che si assoceranno al piatto successivo. Il brodo di carne o quello nato dalla bollitura di verdure particolarmente saporite può associarsi a un rosato o a un rosso leggero. Coi passatelli e coi tortellini in brodo sta benissimo un Lambrusco. Le vellutate di verdure amano i vini bianchi d’una certa stoffa (un Tocai ad esempio), ma la Parmentier di patate preferisce dei bianchi più leggeri,
Zuppa di vino.
2 bicchieri di vino bianco secco (Pinot Grigio del Trentino o dell’Alto Adige, oppure Sylvaner dell’Alto Adige),
2 bicchieri di latte,
2 tuorli d’uovo, una noce di burro,
zucchero, sale, cannella.
Tipico piatto trentino-tirolese, la semplice, ma profumatissima zuppa di vino presuppone l’utilizzo di uno degli eleganti vini bianchi secchi della regione. Scaldate il burro sul fondo di una pentola e quindi versate il vino, portandolo a ebollizione. Aggiungete i tuorli d’uovo e un cucchiaio di zucchero avendo cura di mescolare immediatamente per evitare che l’uovo si rapprenda. Subito dopo versate lentamente il latte, regolate di sale e servite nei piatti individuali, aromatizzando la zuppa fumante con una spruzzatina di cannella in polvere.
Il minestrone di fagioli è in genere così denso che siamo già nel campo delle zuppe: va benissimo un rosso giovane (Tocai Rosso, Chianti giovane), così come al rosso si associano un po’ tutte le minestre a base di legumi. La rustica jota della Carnia a base di fagioli e orzo sta benone coi rossi friulani (Cabernet e Merlot in particolare). La ribollita toscana a base di cavolo nero si sposa meravigliosamente ai rossi della regione, a cominciare dal Chianti classico. La zuppa di funghi si associa con dei rossi asciutti di medio corpo, morbidi ed eleganti: un Teroldego Rotaliano o un Merlot sembrano perfetti, purché non passati in barrique.
Molluschi.
In genere un po’ tutti i cosiddetti ‘frutti di mare’ crudi possono sposarsi con dei buoni spumanti italiani, ma anche con dei bianchi secchi, tranquilli, di medio corpo. Uno Chardonnay ad esempio può essere una buona soluzione, a condizione che si tratti d’un vino abbastanza giovane e soprattutto che non sia stato affinato in barrique.
Gli spumanti accompagnano anche il conchigliame cucinato al naturale e quello gratinato, ma queste preparazioni si sposano anche con dei bianchi secchi abbastanza morbidi, dallo spiccato profumo floreale e fruttato come il Tocai friulano, la Vernaccia di San Gimignano, il Verdicchio dei Castelli di Jesi o il Frascati. Anche le zuppe di cozze vogliono bianchi secchi abbastanza morbidi, floreali e fruttati nelle sensazioni olfattive: un Terre di Franciacorta, ad esempio, o un Pinot Grigio.
In tema di molluschi è aperta un’annosa disputa fra gastronomi sul possibile accostamento fra vino e ostriche: i pareri sono contrastanti, e li vediamo di seguito.
Ostriche.
Ostriche e Champagne: un intrigante simbolo del lusso. In effetti, c’è chi pensa che i grandi spumanti vadano benissimo insieme con i molluschi crudi. Ma altri sono invece del tutto contrari e accettano al massimo vinelli bianchi leggerissimi. Una terza fazione reclama vini bianchi di buona struttura. Ma sta crescendo a vista d’occhio una quarta corrente: quella che per le ostriche sceglie_ LJn Moscato d’Asti aromatico e leggero, servito ben fresco.
Pasta.
e ‘è chi sostiene che con la pastasciutta si deve bere solo ed esclusiv.unerrte acqua. La prescrizione può esser condivisibile quando si tratti di mangiare, magari per motivi di dieta o di salute, un piatto di pasta in bianco, condita solo con un po’ di burro crudo o con un filo d’olio. Non è invece giustificata con delle splendide paste arricchite con sughi di pesce, di verdure, di carne o di selvaqqina. Nella scelta del vino è proprio il condimento a risultare determinante. Un sugo di pesce si può dunque generalmente consigliare un vino bianco secco, più o meno strutturato a seconda della delicatezza o della robustezza del condimento: per la pasta con le sarde della tradizione siciliana sceglieremo dunque un bianco più maturo di quello che abbineremo agli spaghetti con le vongole in bianco. Ma se il sugo di pesce è ancora più impegnativo, sarà possibile passare anche a un vino rosato o a un rosso giovane e leggero, entrambi serviti freschi.
Con un semplice ragù di carne basta un rosso leggero, ma le pappardelle con la lepre non possono che farci orientare verso un rosso robusto, anche se è importante avere ben presente le esigenze della portata successiva, che non può essere accompagnata da vini di minore struttura. Le verdure stanno benissimo insieme con la pasta: in questo caso si scelgono in genere dei bianchi abbastanza morbidi. Una pasta col sugo di funghi puo’ sposarsi con un vino rosato o con un rosso leggero e poco tannico. La pasta profumata col tartufo chiama dei rossi maturi (anche particolarmente importanti quando si usa il prezioso tartufo bianco). Della pasta ripiena (ravioli, tortellini, agnolotti e via discorrendo) parliamo più avanti.
Pesce.
Col pesce ci vuole il vino bianco. Vero, ma non sempre: talvolta col pesce ci può star bene il vino rosso, e più spesso di quanto molti credano. E così pure ci sono ottimi abbinamenti
fra piatti di pesce e vini rosati. La scelta della bottiglia giusta per le ricette di pesce può dunque essere fatta in una gamma piuttosto ampia di tipologie. In ogni caso occorre far bene attenzione a un particolare: molti hanno la discutibile attenzione di irrorare il pesce di succo di limone e questo, oltre a rovinare alcune cotture (non c’è fritto che non perda croccantezza dopo essere stato asperso di limone), rende difficilissimo, se non impossibile, l’abbinamento col vino.
L’abbinamento classico, e anche più semplice da realizzare in maniera ottimale, resta quello fra pesce e vini bianchi. Per un pesce bollito, oppure cotto alla griglia facendo attenzione che le carni non si abbrustoliscano, o ancora per un pesce leggero cucinato al vapore, si sceglierà un bianco delicato, morbido, di basso tenore alcolico. Per il pesce al cartoccio si opterà in genere per un bianco di buona struttura, secco, morbido, caratterizzato da spiccati profumi di frutta. Per le preparazioni alla mugnaia ci si può orientare verso dei bianchi secchi giovani, anche in questo caso con un bel bouquet fruttato e floreale. I pesci cotti nel sale chiedono un bianco giovane, morbido, secco, intensamente profumato di fiori e di frutta matura.
In ogni caso, occorrerà graduare la scelta del vino a seconda della tipologia del pesce in questione: il pesce azzurro, in particolare, necessita d’essere accostato a dei bianchi di corpo abbastanza spiccato. Ed è proprio dal pesce azzurro che si può incominciare a parlare anche degli abbinamenti coi vini rossi, dato che alcune tipologie di rosso si avvicinano perfettamente (addirittura meglio di tanti bianchi) con questo genere di sapidi prodotti ittici. Benissimo con alcuni rossi anche le zuppe di pesce particolarmente saporite, a base di pomodoro, e con i piatti tradizionali della cucina lacustre. Il rosso ‘da pesce’ va comunque servito fresco (che non vuol dire freddo) e dev’essere tendenzialmente leggero, comunque giovane, piuttosto fruttato, con un tenore alcolico non particolarmente alto. Dev’essere soprattutto un rosso povero di tannini (presenti in particolare nei grandi rossi da invecchiamento). Chi volesse cavarsi la soddisfazione di provare l’abbinamento pesce-rosso (rosso fresco, ben inteso) può incominciare con un Bardolino, un Chianti giovane, un Gutturnio, una Bonarda, un Marzemino, un Grignolino o una Freisa serviti insieme con una cernia al cartoccio, un fritto di acciughe, uno sgombro al pomodoro, una grigliata di sardine, un tonno coi capperi. E con piatti di pesce particolarmente carichi di sapori sta benissimo anche un Pinot Nero, ovviamente fresco.
Con dei pesci leggeri cotti alla griglia o bolliti in questo caso nulla vieta di ricorrere a dei rosati, serviti anche questi freschi di temperatura, in alternativa ai bianchi.
Ravioli.
Se per la pastasciutta conta il sugo, per i ravioli, accomunando sotto questa denominazione le varie tipologie di pasta ripiena tipiche delle varie tradizioni regionali italiane, quando si vuol scegliere il vino in abbinamento occorre fare attenzione alla farcitura. La farcia può essere infatti di verdure, di carne, di selvaggina, di pesce. Con gli agnolotti, i casoncelli e le altre tipologie di ravioli ripieni di carne sceglieremo dei rossi giovani, secchi, di medio corpo, dal profumo fruttato e poco tannici: un Dolcetto piemontese, una Barbera dell’Oltrepò Pavese, oppure un Merlot o un Valcalepio, per esempio, tenendo conto nella scelta anche dell’intensità del sapore dei formaggi utilizzati insieme con la carne.
Se il ripieno è a base di selvaggina occorrono vini più robusti, maturi, di carattere, come un Barolo o una Barbera d’Asti invechiata. Con la farcia di pesce va bene un vino bianco secco, di buona acidità, morbido, fruttato, come il Verdicchio dei Castelli di Jesi, il Lugana, il Cinque Terre o il Langhe Favorita.
Un’altra tipologia di paste ripiene è quella che prevede farciture a base di erbe: i ravioli agli spinaci possono sposarsi con un rosso giovane e fresco di acidità come un Refosco o un Merlot, i tipici pansotti liguri alle erbette conditi con la salsa di noci si abbinano ottimamente con un bianco come il Pigato, i classici cialzons della Carnia (ripieni di carne, uova, formaggio ed erbe) vogliono altri bianchi: un Tocai Friulano o un Riesling. I tortelli mantovani di zucca, avendo una forte componente aromatica e speziata, vanno a nozze col Gewùrztrarniner, col Mùller Thurgau o col Riesling.
E poi ci sono le tradizioni regionali. A Bologna i tortellini in brodo si servono rigorosamente col Lambrusco di Sorbara in un abbinamento pressoché perfetto. E a Mantova il Lambrusco Mantovano è lo sposo ideale degli agnoli in brodo, al punto che c’è chi versa un bicchiere di vino persino dentro al piatto, creando una squisitezza imperdibile: il bevr’in vin.
  un nuovo post è stato publicato su https://online-wine-shop.com/vini-da-dessert/abbinamento-vino-e-cibo-ricetta-della-zuppa-di-vino/
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zenlesszonezero · 18 days ago
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As the conspiracy reaches its finale, the Void Hunter joins the fight.
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mantruffles · 2 years ago
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ABBINAMENTO VINO E CIBO, RICETTA DELLA ZUPPA DI VINO.
ABBINAMENTO VINO E CIBO, RICETTA DELLA ZUPPA DI VINO.
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  Liquori.
Certamente a nessuno salterebbe mai in mente di abbinare un bicchierino di liquore con un goccio di vino. Non è tuttavia raro che liquori e distillati entrino in maniera anche prepotente nella composizione di alcune ricette, e allora può presentarsi il problema dell’eventuale scelta del vino. Ma è meglio mettersi il cuore in pace: se il liquore è presente nel piatto in maniera netta non c’è nulla da fare, perché di vino in tavola insieme con quel piatto non ce ne vuole proprio.
Marinature.
Al vasto repertorio delle marinature appartengono tutte le preparazioni in agrodolce, delle quali si è già parlato. Altre marinature sono quelle che si applicano alla selvaggina da pelo, essenzialmente per togliere l’odore ‘di selvatico’ e ammorbidire la carne prima della cottura in salmì. L’abbinamento cibo-vino in questo caso deve tener conto non tanto della marinatura di per se stessa, quanto piuttosto del piatto finale. E allora ecco che la tradizione piemontese sposa al classico civet di lepre dei grandi rossi come il Barolo e il Barbaresco, mentre altri vini rossi di buona struttura come il Taurasi o le riserve del Chianti o del Valpolicella si abbinano in maniera eccellente col salmì.
Più recentemente sono entrate nell’uso della ristorazione altre marinate ‘leggere’ a base di olio e limone per il carpaccio di carne, di pesce o di verdura. In questo caso, la presenza più o meno del limone (e talvolta anche dell’arancio e del cedro) creano problemi nella scelta del vino: quindi l’abbinamento cibo-vino diventa pressoché inpossibile. Se però il succo di agrumi è stato usato con estrema più simonia ci si potrà orientare verso un vino rosato (ad esempio il ‘dice Salentino o il Garda classico Chiaretto) nel caso delle carni o il bianco secco e morbido per il pesce (per esempio un Lugana o il Trebbiano di Romagna).
Minestre.
Per scegliere un vino che possa accompagnare una minestra in brodo occorre distinguere fra i brodini domestici ‘acque e dado’, i brodi veri e propri (scaturiti da una lunga, paziente cottura di carni o di verdure), le vellutate e le zuppe. Con le minestrine in brodo (parliamo del brodino di acqua e dado, oppure di un semplicissimo brodo vegetale, fatto con verdure non aromatiche) si può bere qualche sorso d’un vino piuttosto leggero, scegliendo fra bianchi e rosati, gli stessi magari che hanno accompagnato l’antipasto o che si assoceranno al piatto successivo. Il brodo di carne o quello nato dalla bollitura di verdure particolarmente saporite può associarsi a un rosato o a un rosso leggero. Coi passatelli e coi tortellini in brodo sta benissimo un Lambrusco. Le vellutate di verdure amano i vini bianchi d’una certa stoffa (un Tocai ad esempio), ma la Parmentier di patate preferisce dei bianchi più leggeri,
Zuppa di vino.
2 bicchieri di vino bianco secco (Pinot Grigio del Trentino o dell’Alto Adige, oppure Sylvaner dell’Alto Adige),
2 bicchieri di latte,
2 tuorli d’uovo, una noce di burro,
zucchero, sale, cannella.
Tipico piatto trentino-tirolese, la semplice, ma profumatissima zuppa di vino presuppone l’utilizzo di uno degli eleganti vini bianchi secchi della regione. Scaldate il burro sul fondo di una pentola e quindi versate il vino, portandolo a ebollizione. Aggiungete i tuorli d’uovo e un cucchiaio di zucchero avendo cura di mescolare immediatamente per evitare che l’uovo si rapprenda. Subito dopo versate lentamente il latte, regolate di sale e servite nei piatti individuali, aromatizzando la zuppa fumante con una spruzzatina di cannella in polvere.
Il minestrone di fagioli è in genere così denso che siamo già nel campo delle zuppe: va benissimo un rosso giovane (Tocai Rosso, Chianti giovane), così come al rosso si associano un po’ tutte le minestre a base di legumi. La rustica jota della Carnia a base di fagioli e orzo sta benone coi rossi friulani (Cabernet e Merlot in particolare). La ribollita toscana a base di cavolo nero si sposa meravigliosamente ai rossi della regione, a cominciare dal Chianti classico. La zuppa di funghi si associa con dei rossi asciutti di medio corpo, morbidi ed eleganti: un Teroldego Rotaliano o un Merlot sembrano perfetti, purché non passati in barrique.
Molluschi.
In genere un po’ tutti i cosiddetti ‘frutti di mare��� crudi possono sposarsi con dei buoni spumanti italiani, ma anche con dei bianchi secchi, tranquilli, di medio corpo. Uno Chardonnay ad esempio può essere una buona soluzione, a condizione che si tratti d’un vino abbastanza giovane e soprattutto che non sia stato affinato in barrique.
Gli spumanti accompagnano anche il conchigliame cucinato al naturale e quello gratinato, ma queste preparazioni si sposano anche con dei bianchi secchi abbastanza morbidi, dallo spiccato profumo floreale e fruttato come il Tocai friulano, la Vernaccia di San Gimignano, il Verdicchio dei Castelli di Jesi o il Frascati. Anche le zuppe di cozze vogliono bianchi secchi abbastanza morbidi, floreali e fruttati nelle sensazioni olfattive: un Terre di Franciacorta, ad esempio, o un Pinot Grigio.
In tema di molluschi è aperta un’annosa disputa fra gastronomi sul possibile accostamento fra vino e ostriche: i pareri sono contrastanti, e li vediamo di seguito.
Ostriche.
Ostriche e Champagne: un intrigante simbolo del lusso. In effetti, c’è chi pensa che i grandi spumanti vadano benissimo insieme con i molluschi crudi. Ma altri sono invece del tutto contrari e accettano al massimo vinelli bianchi leggerissimi. Una terza fazione reclama vini bianchi di buona struttura. Ma sta crescendo a vista d’occhio una quarta corrente: quella che per le ostriche sceglie_ LJn Moscato d’Asti aromatico e leggero, servito ben fresco.
Pasta.
e ‘è chi sostiene che con la pastasciutta si deve bere solo ed esclusiv.unerrte acqua. La prescrizione può esser condivisibile quando si tratti di mangiare, magari per motivi di dieta o di salute, un piatto di pasta in bianco, condita solo con un po’ di burro crudo o con un filo d’olio. Non è invece giustificata con delle splendide paste arricchite con sughi di pesce, di verdure, di carne o di selvaqqina. Nella scelta del vino è proprio il condimento a risultare determinante. Un sugo di pesce si può dunque generalmente consigliare un vino bianco secco, più o meno strutturato a seconda della delicatezza o della robustezza del condimento: per la pasta con le sarde della tradizione siciliana sceglieremo dunque un bianco più maturo di quello che abbineremo agli spaghetti con le vongole in bianco. Ma se il sugo di pesce è ancora più impegnativo, sarà possibile passare anche a un vino rosato o a un rosso giovane e leggero, entrambi serviti freschi.
Con un semplice ragù di carne basta un rosso leggero, ma le pappardelle con la lepre non possono che farci orientare verso un rosso robusto, anche se è importante avere ben presente le esigenze della portata successiva, che non può essere accompagnata da vini di minore struttura. Le verdure stanno benissimo insieme con la pasta: in questo caso si scelgono in genere dei bianchi abbastanza morbidi. Una pasta col sugo di funghi puo’ sposarsi con un vino rosato o con un rosso leggero e poco tannico. La pasta profumata col tartufo chiama dei rossi maturi (anche particolarmente importanti quando si usa il prezioso tartufo bianco). Della pasta ripiena (ravioli, tortellini, agnolotti e via discorrendo) parliamo più avanti.
Pesce.
Col pesce ci vuole il vino bianco. Vero, ma non sempre: talvolta col pesce ci può star bene il vino rosso, e più spesso di quanto molti credano. E così pure ci sono ottimi abbinamenti
fra piatti di pesce e vini rosati. La scelta della bottiglia giusta per le ricette di pesce può dunque essere fatta in una gamma piuttosto ampia di tipologie. In ogni caso occorre far bene attenzione a un particolare: molti hanno la discutibile attenzione di irrorare il pesce di succo di limone e questo, oltre a rovinare alcune cotture (non c’è fritto che non perda croccantezza dopo essere stato asperso di limone), rende difficilissimo, se non impossibile, l’abbinamento col vino.
L’abbinamento classico, e anche più semplice da realizzare in maniera ottimale, resta quello fra pesce e vini bianchi. Per un pesce bollito, oppure cotto alla griglia facendo attenzione che le carni non si abbrustoliscano, o ancora per un pesce leggero cucinato al vapore, si sceglierà un bianco delicato, morbido, di basso tenore alcolico. Per il pesce al cartoccio si opterà in genere per un bianco di buona struttura, secco, morbido, caratterizzato da spiccati profumi di frutta. Per le preparazioni alla mugnaia ci si può orientare verso dei bianchi secchi giovani, anche in questo caso con un bel bouquet fruttato e floreale. I pesci cotti nel sale chiedono un bianco giovane, morbido, secco, intensamente profumato di fiori e di frutta matura.
In ogni caso, occorrerà graduare la scelta del vino a seconda della tipologia del pesce in questione: il pesce azzurro, in particolare, necessita d’essere accostato a dei bianchi di corpo abbastanza spiccato. Ed è proprio dal pesce azzurro che si può incominciare a parlare anche degli abbinamenti coi vini rossi, dato che alcune tipologie di rosso si avvicinano perfettamente (addirittura meglio di tanti bianchi) con questo genere di sapidi prodotti ittici. Benissimo con alcuni rossi anche le zuppe di pesce particolarmente saporite, a base di pomodoro, e con i piatti tradizionali della cucina lacustre. Il rosso ‘da pesce’ va comunque servito fresco (che non vuol dire freddo) e dev’essere tendenzialmente leggero, comunque giovane, piuttosto fruttato, con un tenore alcolico non particolarmente alto. Dev’essere soprattutto un rosso povero di tannini (presenti in particolare nei grandi rossi da invecchiamento). Chi volesse cavarsi la soddisfazione di provare l’abbinamento pesce-rosso (rosso fresco, ben inteso) può incominciare con un Bardolino, un Chianti giovane, un Gutturnio, una Bonarda, un Marzemino, un Grignolino o una Freisa serviti insieme con una cernia al cartoccio, un fritto di acciughe, uno sgombro al pomodoro, una grigliata di sardine, un tonno coi capperi. E con piatti di pesce particolarmente carichi di sapori sta benissimo anche un Pinot Nero, ovviamente fresco.
Con dei pesci leggeri cotti alla griglia o bolliti in questo caso nulla vieta di ricorrere a dei rosati, serviti anche questi freschi di temperatura, in alternativa ai bianchi.
Ravioli.
Se per la pastasciutta conta il sugo, per i ravioli, accomunando sotto questa denominazione le varie tipologie di pasta ripiena tipiche delle varie tradizioni regionali italiane, quando si vuol scegliere il vino in abbinamento occorre fare attenzione alla farcitura. La farcia può essere infatti di verdure, di carne, di selvaggina, di pesce. Con gli agnolotti, i casoncelli e le altre tipologie di ravioli ripieni di carne sceglieremo dei rossi giovani, secchi, di medio corpo, dal profumo fruttato e poco tannici: un Dolcetto piemontese, una Barbera dell’Oltrepò Pavese, oppure un Merlot o un Valcalepio, per esempio, tenendo conto nella scelta anche dell’intensità del sapore dei formaggi utilizzati insieme con la carne.
Se il ripieno è a base di selvaggina occorrono vini più robusti, maturi, di carattere, come un Barolo o una Barbera d’Asti invechiata. Con la farcia di pesce va bene un vino bianco secco, di buona acidità, morbido, fruttato, come il Verdicchio dei Castelli di Jesi, il Lugana, il Cinque Terre o il Langhe Favorita.
Un’altra tipologia di paste ripiene è quella che prevede farciture a base di erbe: i ravioli agli spinaci possono sposarsi con un rosso giovane e fresco di acidità come un Refosco o un Merlot, i tipici pansotti liguri alle erbette conditi con la salsa di noci si abbinano ottimamente con un bianco come il Pigato, i classici cialzons della Carnia (ripieni di carne, uova, formaggio ed erbe) vogliono altri bianchi: un Tocai Friulano o un Riesling. I tortelli mantovani di zucca, avendo una forte componente aromatica e speziata, vanno a nozze col Gewùrztrarniner, col Mùller Thurgau o col Riesling.
E poi ci sono le tradizioni regionali. A Bologna i tortellini in brodo si servono rigorosamente col Lambrusco di Sorbara in un abbinamento pressoché perfetto. E a Mantova il Lambrusco Mantovano è lo sposo ideale degli agnoli in brodo, al punto che c’è chi versa un bicchiere di vino persino dentro al piatto, creando una squisitezza imperdibile: il bevr’in vin.
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blissful-moontrip · 2 years ago
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ABBINAMENTO VINO E CIBO, RICETTA DELLA ZUPPA DI VINO.
ABBINAMENTO VINO E CIBO, RICETTA DELLA ZUPPA DI VINO.
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  Liquori.
Certamente a nessuno salterebbe mai in mente di abbinare un bicchierino di liquore con un goccio di vino. Non è tuttavia raro che liquori e distillati entrino in maniera anche prepotente nella composizione di alcune ricette, e allora può presentarsi il problema dell’eventuale scelta del vino. Ma è meglio mettersi il cuore in pace: se il liquore è presente nel piatto in maniera netta non c’è nulla da fare, perché di vino in tavola insieme con quel piatto non ce ne vuole proprio.
Marinature.
Al vasto repertorio delle marinature appartengono tutte le preparazioni in agrodolce, delle quali si è già parlato. Altre marinature sono quelle che si applicano alla selvaggina da pelo, essenzialmente per togliere l’odore ‘di selvatico’ e ammorbidire la carne prima della cottura in salmì. L’abbinamento cibo-vino in questo caso deve tener conto non tanto della marinatura di per se stessa, quanto piuttosto del piatto finale. E allora ecco che la tradizione piemontese sposa al classico civet di lepre dei grandi rossi come il Barolo e il Barbaresco, mentre altri vini rossi di buona struttura come il Taurasi o le riserve del Chianti o del Valpolicella si abbinano in maniera eccellente col salmì.
Più recentemente sono entrate nell’uso della ristorazione altre marinate ‘leggere’ a base di olio e limone per il carpaccio di carne, di pesce o di verdura. In questo caso, la presenza più o meno del limone (e talvolta anche dell’arancio e del cedro) creano problemi nella scelta del vino: quindi l’abbinamento cibo-vino diventa pressoché inpossibile. Se però il succo di agrumi è stato usato con estrema più simonia ci si potrà orientare verso un vino rosato (ad esempio il ‘dice Salentino o il Garda classico Chiaretto) nel caso delle carni o il bianco secco e morbido per il pesce (per esempio un Lugana o il Trebbiano di Romagna).
Minestre.
Per scegliere un vino che possa accompagnare una minestra in brodo occorre distinguere fra i brodini domestici ‘acque e dado’, i brodi veri e propri (scaturiti da una lunga, paziente cottura di carni o di verdure), le vellutate e le zuppe. Con le minestrine in brodo (parliamo del brodino di acqua e dado, oppure di un semplicissimo brodo vegetale, fatto con verdure non aromatiche) si può bere qualche sorso d’un vino piuttosto leggero, scegliendo fra bianchi e rosati, gli stessi magari che hanno accompagnato l’antipasto o che si assoceranno al piatto successivo. Il brodo di carne o quello nato dalla bollitura di verdure particolarmente saporite può associarsi a un rosato o a un rosso leggero. Coi passatelli e coi tortellini in brodo sta benissimo un Lambrusco. Le vellutate di verdure amano i vini bianchi d’una certa stoffa (un Tocai ad esempio), ma la Parmentier di patate preferisce dei bianchi più leggeri,
Zuppa di vino.
2 bicchieri di vino bianco secco (Pinot Grigio del Trentino o dell’Alto Adige, oppure Sylvaner dell’Alto Adige),
2 bicchieri di latte,
2 tuorli d’uovo, una noce di burro,
zucchero, sale, cannella.
Tipico piatto trentino-tirolese, la semplice, ma profumatissima zuppa di vino presuppone l’utilizzo di uno degli eleganti vini bianchi secchi della regione. Scaldate il burro sul fondo di una pentola e quindi versate il vino, portandolo a ebollizione. Aggiungete i tuorli d’uovo e un cucchiaio di zucchero avendo cura di mescolare immediatamente per evitare che l’uovo si rapprenda. Subito dopo versate lentamente il latte, regolate di sale e servite nei piatti individuali, aromatizzando la zuppa fumante con una spruzzatina di cannella in polvere.
Il minestrone di fagioli è in genere così denso che siamo già nel campo delle zuppe: va benissimo un rosso giovane (Tocai Rosso, Chianti giovane), così come al rosso si associano un po’ tutte le minestre a base di legumi. La rustica jota della Carnia a base di fagioli e orzo sta benone coi rossi friulani (Cabernet e Merlot in particolare). La ribollita toscana a base di cavolo nero si sposa meravigliosamente ai rossi della regione, a cominciare dal Chianti classico. La zuppa di funghi si associa con dei rossi asciutti di medio corpo, morbidi ed eleganti: un Teroldego Rotaliano o un Merlot sembrano perfetti, purché non passati in barrique.
Molluschi.
In genere un po’ tutti i cosiddetti ‘frutti di mare’ crudi possono sposarsi con dei buoni spumanti italiani, ma anche con dei bianchi secchi, tranquilli, di medio corpo. Uno Chardonnay ad esempio può essere una buona soluzione, a condizione che si tratti d’un vino abbastanza giovane e soprattutto che non sia stato affinato in barrique.
Gli spumanti accompagnano anche il conchigliame cucinato al naturale e quello gratinato, ma queste preparazioni si sposano anche con dei bianchi secchi abbastanza morbidi, dallo spiccato profumo floreale e fruttato come il Tocai friulano, la Vernaccia di San Gimignano, il Verdicchio dei Castelli di Jesi o il Frascati. Anche le zuppe di cozze vogliono bianchi secchi abbastanza morbidi, floreali e fruttati nelle sensazioni olfattive: un Terre di Franciacorta, ad esempio, o un Pinot Grigio.
In tema di molluschi è aperta un’annosa disputa fra gastronomi sul possibile accostamento fra vino e ostriche: i pareri sono contrastanti, e li vediamo di seguito.
Ostriche.
Ostriche e Champagne: un intrigante simbolo del lusso. In effetti, c’è chi pensa che i grandi spumanti vadano benissimo insieme con i molluschi crudi. Ma altri sono invece del tutto contrari e accettano al massimo vinelli bianchi leggerissimi. Una terza fazione reclama vini bianchi di buona struttura. Ma sta crescendo a vista d’occhio una quarta corrente: quella che per le ostriche sceglie_ LJn Moscato d’Asti aromatico e leggero, servito ben fresco.
Pasta.
e ‘è chi sostiene che con la pastasciutta si deve bere solo ed esclusiv.unerrte acqua. La prescrizione può esser condivisibile quando si tratti di mangiare, magari per motivi di dieta o di salute, un piatto di pasta in bianco, condita solo con un po’ di burro crudo o con un filo d’olio. Non è invece giustificata con delle splendide paste arricchite con sughi di pesce, di verdure, di carne o di selvaqqina. Nella scelta del vino è proprio il condimento a risultare determinante. Un sugo di pesce si può dunque generalmente consigliare un vino bianco secco, più o meno strutturato a seconda della delicatezza o della robustezza del condimento: per la pasta con le sarde della tradizione siciliana sceglieremo dunque un bianco più maturo di quello che abbineremo agli spaghetti con le vongole in bianco. Ma se il sugo di pesce è ancora più impegnativo, sarà possibile passare anche a un vino rosato o a un rosso giovane e leggero, entrambi serviti freschi.
Con un semplice ragù di carne basta un rosso leggero, ma le pappardelle con la lepre non possono che farci orientare verso un rosso robusto, anche se è importante avere ben presente le esigenze della portata successiva, che non può essere accompagnata da vini di minore struttura. Le verdure stanno benissimo insieme con la pasta: in questo caso si scelgono in genere dei bianchi abbastanza morbidi. Una pasta col sugo di funghi puo’ sposarsi con un vino rosato o con un rosso leggero e poco tannico. La pasta profumata col tartufo chiama dei rossi maturi (anche particolarmente importanti quando si usa il prezioso tartufo bianco). Della pasta ripiena (ravioli, tortellini, agnolotti e via discorrendo) parliamo più avanti.
Pesce.
Col pesce ci vuole il vino bianco. Vero, ma non sempre: talvolta col pesce ci può star bene il vino rosso, e più spesso di quanto molti credano. E così pure ci sono ottimi abbinamenti
fra piatti di pesce e vini rosati. La scelta della bottiglia giusta per le ricette di pesce può dunque essere fatta in una gamma piuttosto ampia di tipologie. In ogni caso occorre far bene attenzione a un particolare: molti hanno la discutibile attenzione di irrorare il pesce di succo di limone e questo, oltre a rovinare alcune cotture (non c’è fritto che non perda croccantezza dopo essere stato asperso di limone), rende difficilissimo, se non impossibile, l’abbinamento col vino.
L’abbinamento classico, e anche più semplice da realizzare in maniera ottimale, resta quello fra pesce e vini bianchi. Per un pesce bollito, oppure cotto alla griglia facendo attenzione che le carni non si abbrustoliscano, o ancora per un pesce leggero cucinato al vapore, si sceglierà un bianco delicato, morbido, di basso tenore alcolico. Per il pesce al cartoccio si opterà in genere per un bianco di buona struttura, secco, morbido, caratterizzato da spiccati profumi di frutta. Per le preparazioni alla mugnaia ci si può orientare verso dei bianchi secchi giovani, anche in questo caso con un bel bouquet fruttato e floreale. I pesci cotti nel sale chiedono un bianco giovane, morbido, secco, intensamente profumato di fiori e di frutta matura.
In ogni caso, occorrerà graduare la scelta del vino a seconda della tipologia del pesce in questione: il pesce azzurro, in particolare, necessita d’essere accostato a dei bianchi di corpo abbastanza spiccato. Ed è proprio dal pesce azzurro che si può incominciare a parlare anche degli abbinamenti coi vini rossi, dato che alcune tipologie di rosso si avvicinano perfettamente (addirittura meglio di tanti bianchi) con questo genere di sapidi prodotti ittici. Benissimo con alcuni rossi anche le zuppe di pesce particolarmente saporite, a base di pomodoro, e con i piatti tradizionali della cucina lacustre. Il rosso ‘da pesce’ va comunque servito fresco (che non vuol dire freddo) e dev’essere tendenzialmente leggero, comunque giovane, piuttosto fruttato, con un tenore alcolico non particolarmente alto. Dev’essere soprattutto un rosso povero di tannini (presenti in particolare nei grandi rossi da invecchiamento). Chi volesse cavarsi la soddisfazione di provare l’abbinamento pesce-rosso (rosso fresco, ben inteso) può incominciare con un Bardolino, un Chianti giovane, un Gutturnio, una Bonarda, un Marzemino, un Grignolino o una Freisa serviti insieme con una cernia al cartoccio, un fritto di acciughe, uno sgombro al pomodoro, una grigliata di sardine, un tonno coi capperi. E con piatti di pesce particolarmente carichi di sapori sta benissimo anche un Pinot Nero, ovviamente fresco.
Con dei pesci leggeri cotti alla griglia o bolliti in questo caso nulla vieta di ricorrere a dei rosati, serviti anche questi freschi di temperatura, in alternativa ai bianchi.
Ravioli.
Se per la pastasciutta conta il sugo, per i ravioli, accomunando sotto questa denominazione le varie tipologie di pasta ripiena tipiche delle varie tradizioni regionali italiane, quando si vuol scegliere il vino in abbinamento occorre fare attenzione alla farcitura. La farcia può essere infatti di verdure, di carne, di selvaggina, di pesce. Con gli agnolotti, i casoncelli e le altre tipologie di ravioli ripieni di carne sceglieremo dei rossi giovani, secchi, di medio corpo, dal profumo fruttato e poco tannici: un Dolcetto piemontese, una Barbera dell’Oltrepò Pavese, oppure un Merlot o un Valcalepio, per esempio, tenendo conto nella scelta anche dell’intensità del sapore dei formaggi utilizzati insieme con la carne.
Se il ripieno è a base di selvaggina occorrono vini più robusti, maturi, di carattere, come un Barolo o una Barbera d’Asti invechiata. Con la farcia di pesce va bene un vino bianco secco, di buona acidità, morbido, fruttato, come il Verdicchio dei Castelli di Jesi, il Lugana, il Cinque Terre o il Langhe Favorita.
Un’altra tipologia di paste ripiene è quella che prevede farciture a base di erbe: i ravioli agli spinaci possono sposarsi con un rosso giovane e fresco di acidità come un Refosco o un Merlot, i tipici pansotti liguri alle erbette conditi con la salsa di noci si abbinano ottimamente con un bianco come il Pigato, i classici cialzons della Carnia (ripieni di carne, uova, formaggio ed erbe) vogliono altri bianchi: un Tocai Friulano o un Riesling. I tortelli mantovani di zucca, avendo una forte componente aromatica e speziata, vanno a nozze col Gewùrztrarniner, col Mùller Thurgau o col Riesling.
E poi ci sono le tradizioni regionali. A Bologna i tortellini in brodo si servono rigorosamente col Lambrusco di Sorbara in un abbinamento pressoché perfetto. E a Mantova il Lambrusco Mantovano è lo sposo ideale degli agnoli in brodo, al punto che c’è chi versa un bicchiere di vino persino dentro al piatto, creando una squisitezza imperdibile: il bevr’in vin.
  un nuovo post è stato publicato su https://online-wine-shop.com/vini-da-dessert/abbinamento-vino-e-cibo-ricetta-della-zuppa-di-vino/
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captainvegas · 2 years ago
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ABBINAMENTO VINO E CIBO, RICETTA DELLA ZUPPA DI VINO.
ABBINAMENTO VINO E CIBO, RICETTA DELLA ZUPPA DI VINO.
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  Liquori.
Certamente a nessuno salterebbe mai in mente di abbinare un bicchierino di liquore con un goccio di vino. Non è tuttavia raro che liquori e distillati entrino in maniera anche prepotente nella composizione di alcune ricette, e allora può presentarsi il problema dell’eventuale scelta del vino. Ma è meglio mettersi il cuore in pace: se il liquore è presente nel piatto in maniera netta non c’è nulla da fare, perché di vino in tavola insieme con quel piatto non ce ne vuole proprio.
Marinature.
Al vasto repertorio delle marinature appartengono tutte le preparazioni in agrodolce, delle quali si è già parlato. Altre marinature sono quelle che si applicano alla selvaggina da pelo, essenzialmente per togliere l’odore ‘di selvatico’ e ammorbidire la carne prima della cottura in salmì. L’abbinamento cibo-vino in questo caso deve tener conto non tanto della marinatura di per se stessa, quanto piuttosto del piatto finale. E allora ecco che la tradizione piemontese sposa al classico civet di lepre dei grandi rossi come il Barolo e il Barbaresco, mentre altri vini rossi di buona struttura come il Taurasi o le riserve del Chianti o del Valpolicella si abbinano in maniera eccellente col salmì.
Più recentemente sono entrate nell’uso della ristorazione altre marinate ‘leggere’ a base di olio e limone per il carpaccio di carne, di pesce o di verdura. In questo caso, la presenza più o meno del limone (e talvolta anche dell’arancio e del cedro) creano problemi nella scelta del vino: quindi l’abbinamento cibo-vino diventa pressoché inpossibile. Se però il succo di agrumi è stato usato con estrema più simonia ci si potrà orientare verso un vino rosato (ad esempio il ‘dice Salentino o il Garda classico Chiaretto) nel caso delle carni o il bianco secco e morbido per il pesce (per esempio un Lugana o il Trebbiano di Romagna).
Minestre.
Per scegliere un vino che possa accompagnare una minestra in brodo occorre distinguere fra i brodini domestici ‘acque e dado’, i brodi veri e propri (scaturiti da una lunga, paziente cottura di carni o di verdure), le vellutate e le zuppe. Con le minestrine in brodo (parliamo del brodino di acqua e dado, oppure di un semplicissimo brodo vegetale, fatto con verdure non aromatiche) si può bere qualche sorso d’un vino piuttosto leggero, scegliendo fra bianchi e rosati, gli stessi magari che hanno accompagnato l’antipasto o che si assoceranno al piatto successivo. Il brodo di carne o quello nato dalla bollitura di verdure particolarmente saporite può associarsi a un rosato o a un rosso leggero. Coi passatelli e coi tortellini in brodo sta benissimo un Lambrusco. Le vellutate di verdure amano i vini bianchi d’una certa stoffa (un Tocai ad esempio), ma la Parmentier di patate preferisce dei bianchi più leggeri,
Zuppa di vino.
2 bicchieri di vino bianco secco (Pinot Grigio del Trentino o dell’Alto Adige, oppure Sylvaner dell’Alto Adige),
2 bicchieri di latte,
2 tuorli d’uovo, una noce di burro,
zucchero, sale, cannella.
Tipico piatto trentino-tirolese, la semplice, ma profumatissima zuppa di vino presuppone l’utilizzo di uno degli eleganti vini bianchi secchi della regione. Scaldate il burro sul fondo di una pentola e quindi versate il vino, portandolo a ebollizione. Aggiungete i tuorli d’uovo e un cucchiaio di zucchero avendo cura di mescolare immediatamente per evitare che l’uovo si rapprenda. Subito dopo versate lentamente il latte, regolate di sale e servite nei piatti individuali, aromatizzando la zuppa fumante con una spruzzatina di cannella in polvere.
Il minestrone di fagioli è in genere così denso che siamo già nel campo delle zuppe: va benissimo un rosso giovane (Tocai Rosso, Chianti giovane), così come al rosso si associano un po’ tutte le minestre a base di legumi. La rustica jota della Carnia a base di fagioli e orzo sta benone coi rossi friulani (Cabernet e Merlot in particolare). La ribollita toscana a base di cavolo nero si sposa meravigliosamente ai rossi della regione, a cominciare dal Chianti classico. La zuppa di funghi si associa con dei rossi asciutti di medio corpo, morbidi ed eleganti: un Teroldego Rotaliano o un Merlot sembrano perfetti, purché non passati in barrique.
Molluschi.
In genere un po’ tutti i cosiddetti ‘frutti di mare’ crudi possono sposarsi con dei buoni spumanti italiani, ma anche con dei bianchi secchi, tranquilli, di medio corpo. Uno Chardonnay ad esempio può essere una buona soluzione, a condizione che si tratti d’un vino abbastanza giovane e soprattutto che non sia stato affinato in barrique.
Gli spumanti accompagnano anche il conchigliame cucinato al naturale e quello gratinato, ma queste preparazioni si sposano anche con dei bianchi secchi abbastanza morbidi, dallo spiccato profumo floreale e fruttato come il Tocai friulano, la Vernaccia di San Gimignano, il Verdicchio dei Castelli di Jesi o il Frascati. Anche le zuppe di cozze vogliono bianchi secchi abbastanza morbidi, floreali e fruttati nelle sensazioni olfattive: un Terre di Franciacorta, ad esempio, o un Pinot Grigio.
In tema di molluschi è aperta un’annosa disputa fra gastronomi sul possibile accostamento fra vino e ostriche: i pareri sono contrastanti, e li vediamo di seguito.
Ostriche.
Ostriche e Champagne: un intrigante simbolo del lusso. In effetti, c’è chi pensa che i grandi spumanti vadano benissimo insieme con i molluschi crudi. Ma altri sono invece del tutto contrari e accettano al massimo vinelli bianchi leggerissimi. Una terza fazione reclama vini bianchi di buona struttura. Ma sta crescendo a vista d’occhio una quarta corrente: quella che per le ostriche sceglie_ LJn Moscato d’Asti aromatico e leggero, servito ben fresco.
Pasta.
e ‘è chi sostiene che con la pastasciutta si deve bere solo ed esclusiv.unerrte acqua. La prescrizione può esser condivisibile quando si tratti di mangiare, magari per motivi di dieta o di salute, un piatto di pasta in bianco, condita solo con un po’ di burro crudo o con un filo d’olio. Non è invece giustificata con delle splendide paste arricchite con sughi di pesce, di verdure, di carne o di selvaqqina. Nella scelta del vino è proprio il condimento a risultare determinante. Un sugo di pesce si può dunque generalmente consigliare un vino bianco secco, più o meno strutturato a seconda della delicatezza o della robustezza del condimento: per la pasta con le sarde della tradizione siciliana sceglieremo dunque un bianco più maturo di quello che abbineremo agli spaghetti con le vongole in bianco. Ma se il sugo di pesce è ancora più impegnativo, sarà possibile passare anche a un vino rosato o a un rosso giovane e leggero, entrambi serviti freschi.
Con un semplice ragù di carne basta un rosso leggero, ma le pappardelle con la lepre non possono che farci orientare verso un rosso robusto, anche se è importante avere ben presente le esigenze della portata successiva, che non può essere accompagnata da vini di minore struttura. Le verdure stanno benissimo insieme con la pasta: in questo caso si scelgono in genere dei bianchi abbastanza morbidi. Una pasta col sugo di funghi puo’ sposarsi con un vino rosato o con un rosso leggero e poco tannico. La pasta profumata col tartufo chiama dei rossi maturi (anche particolarmente importanti quando si usa il prezioso tartufo bianco). Della pasta ripiena (ravioli, tortellini, agnolotti e via discorrendo) parliamo più avanti.
Pesce.
Col pesce ci vuole il vino bianco. Vero, ma non sempre: talvolta col pesce ci può star bene il vino rosso, e più spesso di quanto molti credano. E così pure ci sono ottimi abbinamenti
fra piatti di pesce e vini rosati. La scelta della bottiglia giusta per le ricette di pesce può dunque essere fatta in una gamma piuttosto ampia di tipologie. In ogni caso occorre far bene attenzione a un particolare: molti hanno la discutibile attenzione di irrorare il pesce di succo di limone e questo, oltre a rovinare alcune cotture (non c’è fritto che non perda croccantezza dopo essere stato asperso di limone), rende difficilissimo, se non impossibile, l’abbinamento col vino.
L’abbinamento classico, e anche più semplice da realizzare in maniera ottimale, resta quello fra pesce e vini bianchi. Per un pesce bollito, oppure cotto alla griglia facendo attenzione che le carni non si abbrustoliscano, o ancora per un pesce leggero cucinato al vapore, si sceglierà un bianco delicato, morbido, di basso tenore alcolico. Per il pesce al cartoccio si opterà in genere per un bianco di buona struttura, secco, morbido, caratterizzato da spiccati profumi di frutta. Per le preparazioni alla mugnaia ci si può orientare verso dei bianchi secchi giovani, anche in questo caso con un bel bouquet fruttato e floreale. I pesci cotti nel sale chiedono un bianco giovane, morbido, secco, intensamente profumato di fiori e di frutta matura.
In ogni caso, occorrerà graduare la scelta del vino a seconda della tipologia del pesce in questione: il pesce azzurro, in particolare, necessita d’essere accostato a dei bianchi di corpo abbastanza spiccato. Ed è proprio dal pesce azzurro che si può incominciare a parlare anche degli abbinamenti coi vini rossi, dato che alcune tipologie di rosso si avvicinano perfettamente (addirittura meglio di tanti bianchi) con questo genere di sapidi prodotti ittici. Benissimo con alcuni rossi anche le zuppe di pesce particolarmente saporite, a base di pomodoro, e con i piatti tradizionali della cucina lacustre. Il rosso ‘da pesce’ va comunque servito fresco (che non vuol dire freddo) e dev’essere tendenzialmente leggero, comunque giovane, piuttosto fruttato, con un tenore alcolico non particolarmente alto. Dev’essere soprattutto un rosso povero di tannini (presenti in particolare nei grandi rossi da invecchiamento). Chi volesse cavarsi la soddisfazione di provare l’abbinamento pesce-rosso (rosso fresco, ben inteso) può incominciare con un Bardolino, un Chianti giovane, un Gutturnio, una Bonarda, un Marzemino, un Grignolino o una Freisa serviti insieme con una cernia al cartoccio, un fritto di acciughe, uno sgombro al pomodoro, una grigliata di sardine, un tonno coi capperi. E con piatti di pesce particolarmente carichi di sapori sta benissimo anche un Pinot Nero, ovviamente fresco.
Con dei pesci leggeri cotti alla griglia o bolliti in questo caso nulla vieta di ricorrere a dei rosati, serviti anche questi freschi di temperatura, in alternativa ai bianchi.
Ravioli.
Se per la pastasciutta conta il sugo, per i ravioli, accomunando sotto questa denominazione le varie tipologie di pasta ripiena tipiche delle varie tradizioni regionali italiane, quando si vuol scegliere il vino in abbinamento occorre fare attenzione alla farcitura. La farcia può essere infatti di verdure, di carne, di selvaggina, di pesce. Con gli agnolotti, i casoncelli e le altre tipologie di ravioli ripieni di carne sceglieremo dei rossi giovani, secchi, di medio corpo, dal profumo fruttato e poco tannici: un Dolcetto piemontese, una Barbera dell’Oltrepò Pavese, oppure un Merlot o un Valcalepio, per esempio, tenendo conto nella scelta anche dell’intensità del sapore dei formaggi utilizzati insieme con la carne.
Se il ripieno è a base di selvaggina occorrono vini più robusti, maturi, di carattere, come un Barolo o una Barbera d’Asti invechiata. Con la farcia di pesce va bene un vino bianco secco, di buona acidità, morbido, fruttato, come il Verdicchio dei Castelli di Jesi, il Lugana, il Cinque Terre o il Langhe Favorita.
Un’altra tipologia di paste ripiene è quella che prevede farciture a base di erbe: i ravioli agli spinaci possono sposarsi con un rosso giovane e fresco di acidità come un Refosco o un Merlot, i tipici pansotti liguri alle erbette conditi con la salsa di noci si abbinano ottimamente con un bianco come il Pigato, i classici cialzons della Carnia (ripieni di carne, uova, formaggio ed erbe) vogliono altri bianchi: un Tocai Friulano o un Riesling. I tortelli mantovani di zucca, avendo una forte componente aromatica e speziata, vanno a nozze col Gewùrztrarniner, col Mùller Thurgau o col Riesling.
E poi ci sono le tradizioni regionali. A Bologna i tortellini in brodo si servono rigorosamente col Lambrusco di Sorbara in un abbinamento pressoché perfetto. E a Mantova il Lambrusco Mantovano è lo sposo ideale degli agnoli in brodo, al punto che c’è chi versa un bicchiere di vino persino dentro al piatto, creando una squisitezza imperdibile: il bevr’in vin.
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ABBINAMENTO VINO E CIBO, RICETTA DELLA ZUPPA DI VINO.
ABBINAMENTO VINO E CIBO, RICETTA DELLA ZUPPA DI VINO.
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  Liquori.
Certamente a nessuno salterebbe mai in mente di abbinare un bicchierino di liquore con un goccio di vino. Non è tuttavia raro che liquori e distillati entrino in maniera anche prepotente nella composizione di alcune ricette, e allora può presentarsi il problema dell’eventuale scelta del vino. Ma è meglio mettersi il cuore in pace: se il liquore è presente nel piatto in maniera netta non c’è nulla da fare, perché di vino in tavola insieme con quel piatto non ce ne vuole proprio.
Marinature.
Al vasto repertorio delle marinature appartengono tutte le preparazioni in agrodolce, delle quali si è già parlato. Altre marinature sono quelle che si applicano alla selvaggina da pelo, essenzialmente per togliere l’odore ‘di selvatico’ e ammorbidire la carne prima della cottura in salmì. L’abbinamento cibo-vino in questo caso deve tener conto non tanto della marinatura di per se stessa, quanto piuttosto del piatto finale. E allora ecco che la tradizione piemontese sposa al classico civet di lepre dei grandi rossi come il Barolo e il Barbaresco, mentre altri vini rossi di buona struttura come il Taurasi o le riserve del Chianti o del Valpolicella si abbinano in maniera eccellente col salmì.
Più recentemente sono entrate nell’uso della ristorazione altre marinate ‘leggere’ a base di olio e limone per il carpaccio di carne, di pesce o di verdura. In questo caso, la presenza più o meno del limone (e talvolta anche dell’arancio e del cedro) creano problemi nella scelta del vino: quindi l’abbinamento cibo-vino diventa pressoché inpossibile. Se però il succo di agrumi è stato usato con estrema più simonia ci si potrà orientare verso un vino rosato (ad esempio il ‘dice Salentino o il Garda classico Chiaretto) nel caso delle carni o il bianco secco e morbido per il pesce (per esempio un Lugana o il Trebbiano di Romagna).
Minestre.
Per scegliere un vino che possa accompagnare una minestra in brodo occorre distinguere fra i brodini domestici ‘acque e dado’, i brodi veri e propri (scaturiti da una lunga, paziente cottura di carni o di verdure), le vellutate e le zuppe. Con le minestrine in brodo (parliamo del brodino di acqua e dado, oppure di un semplicissimo brodo vegetale, fatto con verdure non aromatiche) si può bere qualche sorso d’un vino piuttosto leggero, scegliendo fra bianchi e rosati, gli stessi magari che hanno accompagnato l’antipasto o che si assoceranno al piatto successivo. Il brodo di carne o quello nato dalla bollitura di verdure particolarmente saporite può associarsi a un rosato o a un rosso leggero. Coi passatelli e coi tortellini in brodo sta benissimo un Lambrusco. Le vellutate di verdure amano i vini bianchi d’una certa stoffa (un Tocai ad esempio), ma la Parmentier di patate preferisce dei bianchi più leggeri,
Zuppa di vino.
2 bicchieri di vino bianco secco (Pinot Grigio del Trentino o dell’Alto Adige, oppure Sylvaner dell’Alto Adige),
2 bicchieri di latte,
2 tuorli d’uovo, una noce di burro,
zucchero, sale, cannella.
Tipico piatto trentino-tirolese, la semplice, ma profumatissima zuppa di vino presuppone l’utilizzo di uno degli eleganti vini bianchi secchi della regione. Scaldate il burro sul fondo di una pentola e quindi versate il vino, portandolo a ebollizione. Aggiungete i tuorli d’uovo e un cucchiaio di zucchero avendo cura di mescolare immediatamente per evitare che l’uovo si rapprenda. Subito dopo versate lentamente il latte, regolate di sale e servite nei piatti individuali, aromatizzando la zuppa fumante con una spruzzatina di cannella in polvere.
Il minestrone di fagioli è in genere così denso che siamo già nel campo delle zuppe: va benissimo un rosso giovane (Tocai Rosso, Chianti giovane), così come al rosso si associano un po’ tutte le minestre a base di legumi. La rustica jota della Carnia a base di fagioli e orzo sta benone coi rossi friulani (Cabernet e Merlot in particolare). La ribollita toscana a base di cavolo nero si sposa meravigliosamente ai rossi della regione, a cominciare dal Chianti classico. La zuppa di funghi si associa con dei rossi asciutti di medio corpo, morbidi ed eleganti: un Teroldego Rotaliano o un Merlot sembrano perfetti, purché non passati in barrique.
Molluschi.
In genere un po’ tutti i cosiddetti ‘frutti di mare’ crudi possono sposarsi con dei buoni spumanti italiani, ma anche con dei bianchi secchi, tranquilli, di medio corpo. Uno Chardonnay ad esempio può essere una buona soluzione, a condizione che si tratti d’un vino abbastanza giovane e soprattutto che non sia stato affinato in barrique.
Gli spumanti accompagnano anche il conchigliame cucinato al naturale e quello gratinato, ma queste preparazioni si sposano anche con dei bianchi secchi abbastanza morbidi, dallo spiccato profumo floreale e fruttato come il Tocai friulano, la Vernaccia di San Gimignano, il Verdicchio dei Castelli di Jesi o il Frascati. Anche le zuppe di cozze vogliono bianchi secchi abbastanza morbidi, floreali e fruttati nelle sensazioni olfattive: un Terre di Franciacorta, ad esempio, o un Pinot Grigio.
In tema di molluschi è aperta un’annosa disputa fra gastronomi sul possibile accostamento fra vino e ostriche: i pareri sono contrastanti, e li vediamo di seguito.
Ostriche.
Ostriche e Champagne: un intrigante simbolo del lusso. In effetti, c’è chi pensa che i grandi spumanti vadano benissimo insieme con i molluschi crudi. Ma altri sono invece del tutto contrari e accettano al massimo vinelli bianchi leggerissimi. Una terza fazione reclama vini bianchi di buona struttura. Ma sta crescendo a vista d’occhio una quarta corrente: quella che per le ostriche sceglie_ LJn Moscato d’Asti aromatico e leggero, servito ben fresco.
Pasta.
e ‘è chi sostiene che con la pastasciutta si deve bere solo ed esclusiv.unerrte acqua. La prescrizione può esser condivisibile quando si tratti di mangiare, magari per motivi di dieta o di salute, un piatto di pasta in bianco, condita solo con un po’ di burro crudo o con un filo d’olio. Non è invece giustificata con delle splendide paste arricchite con sughi di pesce, di verdure, di carne o di selvaqqina. Nella scelta del vino è proprio il condimento a risultare determinante. Un sugo di pesce si può dunque generalmente consigliare un vino bianco secco, più o meno strutturato a seconda della delicatezza o della robustezza del condimento: per la pasta con le sarde della tradizione siciliana sceglieremo dunque un bianco più maturo di quello che abbineremo agli spaghetti con le vongole in bianco. Ma se il sugo di pesce è ancora più impegnativo, sarà possibile passare anche a un vino rosato o a un rosso giovane e leggero, entrambi serviti freschi.
Con un semplice ragù di carne basta un rosso leggero, ma le pappardelle con la lepre non possono che farci orientare verso un rosso robusto, anche se è importante avere ben presente le esigenze della portata successiva, che non può essere accompagnata da vini di minore struttura. Le verdure stanno benissimo insieme con la pasta: in questo caso si scelgono in genere dei bianchi abbastanza morbidi. Una pasta col sugo di funghi puo’ sposarsi con un vino rosato o con un rosso leggero e poco tannico. La pasta profumata col tartufo chiama dei rossi maturi (anche particolarmente importanti quando si usa il prezioso tartufo bianco). Della pasta ripiena (ravioli, tortellini, agnolotti e via discorrendo) parliamo più avanti.
Pesce.
Col pesce ci vuole il vino bianco. Vero, ma non sempre: talvolta col pesce ci può star bene il vino rosso, e più spesso di quanto molti credano. E così pure ci sono ottimi abbinamenti
fra piatti di pesce e vini rosati. La scelta della bottiglia giusta per le ricette di pesce può dunque essere fatta in una gamma piuttosto ampia di tipologie. In ogni caso occorre far bene attenzione a un particolare: molti hanno la discutibile attenzione di irrorare il pesce di succo di limone e questo, oltre a rovinare alcune cotture (non c’è fritto che non perda croccantezza dopo essere stato asperso di limone), rende difficilissimo, se non impossibile, l’abbinamento col vino.
L’abbinamento classico, e anche più semplice da realizzare in maniera ottimale, resta quello fra pesce e vini bianchi. Per un pesce bollito, oppure cotto alla griglia facendo attenzione che le carni non si abbrustoliscano, o ancora per un pesce leggero cucinato al vapore, si sceglierà un bianco delicato, morbido, di basso tenore alcolico. Per il pesce al cartoccio si opterà in genere per un bianco di buona struttura, secco, morbido, caratterizzato da spiccati profumi di frutta. Per le preparazioni alla mugnaia ci si può orientare verso dei bianchi secchi giovani, anche in questo caso con un bel bouquet fruttato e floreale. I pesci cotti nel sale chiedono un bianco giovane, morbido, secco, intensamente profumato di fiori e di frutta matura.
In ogni caso, occorrerà graduare la scelta del vino a seconda della tipologia del pesce in questione: il pesce azzurro, in particolare, necessita d’essere accostato a dei bianchi di corpo abbastanza spiccato. Ed è proprio dal pesce azzurro che si può incominciare a parlare anche degli abbinamenti coi vini rossi, dato che alcune tipologie di rosso si avvicinano perfettamente (addirittura meglio di tanti bianchi) con questo genere di sapidi prodotti ittici. Benissimo con alcuni rossi anche le zuppe di pesce particolarmente saporite, a base di pomodoro, e con i piatti tradizionali della cucina lacustre. Il rosso ‘da pesce’ va comunque servito fresco (che non vuol dire freddo) e dev’essere tendenzialmente leggero, comunque giovane, piuttosto fruttato, con un tenore alcolico non particolarmente alto. Dev’essere soprattutto un rosso povero di tannini (presenti in particolare nei grandi rossi da invecchiamento). Chi volesse cavarsi la soddisfazione di provare l’abbinamento pesce-rosso (rosso fresco, ben inteso) può incominciare con un Bardolino, un Chianti giovane, un Gutturnio, una Bonarda, un Marzemino, un Grignolino o una Freisa serviti insieme con una cernia al cartoccio, un fritto di acciughe, uno sgombro al pomodoro, una grigliata di sardine, un tonno coi capperi. E con piatti di pesce particolarmente carichi di sapori sta benissimo anche un Pinot Nero, ovviamente fresco.
Con dei pesci leggeri cotti alla griglia o bolliti in questo caso nulla vieta di ricorrere a dei rosati, serviti anche questi freschi di temperatura, in alternativa ai bianchi.
Ravioli.
Se per la pastasciutta conta il sugo, per i ravioli, accomunando sotto questa denominazione le varie tipologie di pasta ripiena tipiche delle varie tradizioni regionali italiane, quando si vuol scegliere il vino in abbinamento occorre fare attenzione alla farcitura. La farcia può essere infatti di verdure, di carne, di selvaggina, di pesce. Con gli agnolotti, i casoncelli e le altre tipologie di ravioli ripieni di carne sceglieremo dei rossi giovani, secchi, di medio corpo, dal profumo fruttato e poco tannici: un Dolcetto piemontese, una Barbera dell’Oltrepò Pavese, oppure un Merlot o un Valcalepio, per esempio, tenendo conto nella scelta anche dell’intensità del sapore dei formaggi utilizzati insieme con la carne.
Se il ripieno è a base di selvaggina occorrono vini più robusti, maturi, di carattere, come un Barolo o una Barbera d’Asti invechiata. Con la farcia di pesce va bene un vino bianco secco, di buona acidità, morbido, fruttato, come il Verdicchio dei Castelli di Jesi, il Lugana, il Cinque Terre o il Langhe Favorita.
Un’altra tipologia di paste ripiene è quella che prevede farciture a base di erbe: i ravioli agli spinaci possono sposarsi con un rosso giovane e fresco di acidità come un Refosco o un Merlot, i tipici pansotti liguri alle erbette conditi con la salsa di noci si abbinano ottimamente con un bianco come il Pigato, i classici cialzons della Carnia (ripieni di carne, uova, formaggio ed erbe) vogliono altri bianchi: un Tocai Friulano o un Riesling. I tortelli mantovani di zucca, avendo una forte componente aromatica e speziata, vanno a nozze col Gewùrztrarniner, col Mùller Thurgau o col Riesling.
E poi ci sono le tradizioni regionali. A Bologna i tortellini in brodo si servono rigorosamente col Lambrusco di Sorbara in un abbinamento pressoché perfetto. E a Mantova il Lambrusco Mantovano è lo sposo ideale degli agnoli in brodo, al punto che c’è chi versa un bicchiere di vino persino dentro al piatto, creando una squisitezza imperdibile: il bevr’in vin.
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zenlesszonezero · 18 days ago
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joaomurakami · 2 years ago
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ABBINAMENTO VINO E CIBO, RICETTA DELLA ZUPPA DI VINO.
ABBINAMENTO VINO E CIBO, RICETTA DELLA ZUPPA DI VINO.
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  Liquori.
Certamente a nessuno salterebbe mai in mente di abbinare un bicchierino di liquore con un goccio di vino. Non è tuttavia raro che liquori e distillati entrino in maniera anche prepotente nella composizione di alcune ricette, e allora può presentarsi il problema dell’eventuale scelta del vino. Ma è meglio mettersi il cuore in pace: se il liquore è presente nel piatto in maniera netta non c’è nulla da fare, perché di vino in tavola insieme con quel piatto non ce ne vuole proprio.
Marinature.
Al vasto repertorio delle marinature appartengono tutte le preparazioni in agrodolce, delle quali si è già parlato. Altre marinature sono quelle che si applicano alla selvaggina da pelo, essenzialmente per togliere l’odore ‘di selvatico’ e ammorbidire la carne prima della cottura in salmì. L’abbinamento cibo-vino in questo caso deve tener conto non tanto della marinatura di per se stessa, quanto piuttosto del piatto finale. E allora ecco che la tradizione piemontese sposa al classico civet di lepre dei grandi rossi come il Barolo e il Barbaresco, mentre altri vini rossi di buona struttura come il Taurasi o le riserve del Chianti o del Valpolicella si abbinano in maniera eccellente col salmì.
Più recentemente sono entrate nell’uso della ristorazione altre marinate ‘leggere’ a base di olio e limone per il carpaccio di carne, di pesce o di verdura. In questo caso, la presenza più o meno del limone (e talvolta anche dell’arancio e del cedro) creano problemi nella scelta del vino: quindi l’abbinamento cibo-vino diventa pressoché inpossibile. Se però il succo di agrumi è stato usato con estrema più simonia ci si potrà orientare verso un vino rosato (ad esempio il ‘dice Salentino o il Garda classico Chiaretto) nel caso delle carni o il bianco secco e morbido per il pesce (per esempio un Lugana o il Trebbiano di Romagna).
Minestre.
Per scegliere un vino che possa accompagnare una minestra in brodo occorre distinguere fra i brodini domestici ‘acque e dado’, i brodi veri e propri (scaturiti da una lunga, paziente cottura di carni o di verdure), le vellutate e le zuppe. Con le minestrine in brodo (parliamo del brodino di acqua e dado, oppure di un semplicissimo brodo vegetale, fatto con verdure non aromatiche) si può bere qualche sorso d’un vino piuttosto leggero, scegliendo fra bianchi e rosati, gli stessi magari che hanno accompagnato l’antipasto o che si assoceranno al piatto successivo. Il brodo di carne o quello nato dalla bollitura di verdure particolarmente saporite può associarsi a un rosato o a un rosso leggero. Coi passatelli e coi tortellini in brodo sta benissimo un Lambrusco. Le vellutate di verdure amano i vini bianchi d’una certa stoffa (un Tocai ad esempio), ma la Parmentier di patate preferisce dei bianchi più leggeri,
Zuppa di vino.
2 bicchieri di vino bianco secco (Pinot Grigio del Trentino o dell’Alto Adige, oppure Sylvaner dell’Alto Adige),
2 bicchieri di latte,
2 tuorli d’uovo, una noce di burro,
zucchero, sale, cannella.
Tipico piatto trentino-tirolese, la semplice, ma profumatissima zuppa di vino presuppone l’utilizzo di uno degli eleganti vini bianchi secchi della regione. Scaldate il burro sul fondo di una pentola e quindi versate il vino, portandolo a ebollizione. Aggiungete i tuorli d’uovo e un cucchiaio di zucchero avendo cura di mescolare immediatamente per evitare che l’uovo si rapprenda. Subito dopo versate lentamente il latte, regolate di sale e servite nei piatti individuali, aromatizzando la zuppa fumante con una spruzzatina di cannella in polvere.
Il minestrone di fagioli è in genere così denso che siamo già nel campo delle zuppe: va benissimo un rosso giovane (Tocai Rosso, Chianti giovane), così come al rosso si associano un po’ tutte le minestre a base di legumi. La rustica jota della Carnia a base di fagioli e orzo sta benone coi rossi friulani (Cabernet e Merlot in particolare). La ribollita toscana a base di cavolo nero si sposa meravigliosamente ai rossi della regione, a cominciare dal Chianti classico. La zuppa di funghi si associa con dei rossi asciutti di medio corpo, morbidi ed eleganti: un Teroldego Rotaliano o un Merlot sembrano perfetti, purché non passati in barrique.
Molluschi.
In genere un po’ tutti i cosiddetti ‘frutti di mare’ crudi possono sposarsi con dei buoni spumanti italiani, ma anche con dei bianchi secchi, tranquilli, di medio corpo. Uno Chardonnay ad esempio può essere una buona soluzione, a condizione che si tratti d’un vino abbastanza giovane e soprattutto che non sia stato affinato in barrique.
Gli spumanti accompagnano anche il conchigliame cucinato al naturale e quello gratinato, ma queste preparazioni si sposano anche con dei bianchi secchi abbastanza morbidi, dallo spiccato profumo floreale e fruttato come il Tocai friulano, la Vernaccia di San Gimignano, il Verdicchio dei Castelli di Jesi o il Frascati. Anche le zuppe di cozze vogliono bianchi secchi abbastanza morbidi, floreali e fruttati nelle sensazioni olfattive: un Terre di Franciacorta, ad esempio, o un Pinot Grigio.
In tema di molluschi è aperta un’annosa disputa fra gastronomi sul possibile accostamento fra vino e ostriche: i pareri sono contrastanti, e li vediamo di seguito.
Ostriche.
Ostriche e Champagne: un intrigante simbolo del lusso. In effetti, c’è chi pensa che i grandi spumanti vadano benissimo insieme con i molluschi crudi. Ma altri sono invece del tutto contrari e accettano al massimo vinelli bianchi leggerissimi. Una terza fazione reclama vini bianchi di buona struttura. Ma sta crescendo a vista d’occhio una quarta corrente: quella che per le ostriche sceglie_ LJn Moscato d’Asti aromatico e leggero, servito ben fresco.
Pasta.
e ‘è chi sostiene che con la pastasciutta si deve bere solo ed esclusiv.unerrte acqua. La prescrizione può esser condivisibile quando si tratti di mangiare, magari per motivi di dieta o di salute, un piatto di pasta in bianco, condita solo con un po’ di burro crudo o con un filo d’olio. Non è invece giustificata con delle splendide paste arricchite con sughi di pesce, di verdure, di carne o di selvaqqina. Nella scelta del vino è proprio il condimento a risultare determinante. Un sugo di pesce si può dunque generalmente consigliare un vino bianco secco, più o meno strutturato a seconda della delicatezza o della robustezza del condimento: per la pasta con le sarde della tradizione siciliana sceglieremo dunque un bianco più maturo di quello che abbineremo agli spaghetti con le vongole in bianco. Ma se il sugo di pesce è ancora più impegnativo, sarà possibile passare anche a un vino rosato o a un rosso giovane e leggero, entrambi serviti freschi.
Con un semplice ragù di carne basta un rosso leggero, ma le pappardelle con la lepre non possono che farci orientare verso un rosso robusto, anche se è importante avere ben presente le esigenze della portata successiva, che non può essere accompagnata da vini di minore struttura. Le verdure stanno benissimo insieme con la pasta: in questo caso si scelgono in genere dei bianchi abbastanza morbidi. Una pasta col sugo di funghi puo’ sposarsi con un vino rosato o con un rosso leggero e poco tannico. La pasta profumata col tartufo chiama dei rossi maturi (anche particolarmente importanti quando si usa il prezioso tartufo bianco). Della pasta ripiena (ravioli, tortellini, agnolotti e via discorrendo) parliamo più avanti.
Pesce.
Col pesce ci vuole il vino bianco. Vero, ma non sempre: talvolta col pesce ci può star bene il vino rosso, e più spesso di quanto molti credano. E così pure ci sono ottimi abbinamenti
fra piatti di pesce e vini rosati. La scelta della bottiglia giusta per le ricette di pesce può dunque essere fatta in una gamma piuttosto ampia di tipologie. In ogni caso occorre far bene attenzione a un particolare: molti hanno la discutibile attenzione di irrorare il pesce di succo di limone e questo, oltre a rovinare alcune cotture (non c’è fritto che non perda croccantezza dopo essere stato asperso di limone), rende difficilissimo, se non impossibile, l’abbinamento col vino.
L’abbinamento classico, e anche più semplice da realizzare in maniera ottimale, resta quello fra pesce e vini bianchi. Per un pesce bollito, oppure cotto alla griglia facendo attenzione che le carni non si abbrustoliscano, o ancora per un pesce leggero cucinato al vapore, si sceglierà un bianco delicato, morbido, di basso tenore alcolico. Per il pesce al cartoccio si opterà in genere per un bianco di buona struttura, secco, morbido, caratterizzato da spiccati profumi di frutta. Per le preparazioni alla mugnaia ci si può orientare verso dei bianchi secchi giovani, anche in questo caso con un bel bouquet fruttato e floreale. I pesci cotti nel sale chiedono un bianco giovane, morbido, secco, intensamente profumato di fiori e di frutta matura.
In ogni caso, occorrerà graduare la scelta del vino a seconda della tipologia del pesce in questione: il pesce azzurro, in particolare, necessita d’essere accostato a dei bianchi di corpo abbastanza spiccato. Ed è proprio dal pesce azzurro che si può incominciare a parlare anche degli abbinamenti coi vini rossi, dato che alcune tipologie di rosso si avvicinano perfettamente (addirittura meglio di tanti bianchi) con questo genere di sapidi prodotti ittici. Benissimo con alcuni rossi anche le zuppe di pesce particolarmente saporite, a base di pomodoro, e con i piatti tradizionali della cucina lacustre. Il rosso ‘da pesce’ va comunque servito fresco (che non vuol dire freddo) e dev’essere tendenzialmente leggero, comunque giovane, piuttosto fruttato, con un tenore alcolico non particolarmente alto. Dev’essere soprattutto un rosso povero di tannini (presenti in particolare nei grandi rossi da invecchiamento). Chi volesse cavarsi la soddisfazione di provare l’abbinamento pesce-rosso (rosso fresco, ben inteso) può incominciare con un Bardolino, un Chianti giovane, un Gutturnio, una Bonarda, un Marzemino, un Grignolino o una Freisa serviti insieme con una cernia al cartoccio, un fritto di acciughe, uno sgombro al pomodoro, una grigliata di sardine, un tonno coi capperi. E con piatti di pesce particolarmente carichi di sapori sta benissimo anche un Pinot Nero, ovviamente fresco.
Con dei pesci leggeri cotti alla griglia o bolliti in questo caso nulla vieta di ricorrere a dei rosati, serviti anche questi freschi di temperatura, in alternativa ai bianchi.
Ravioli.
Se per la pastasciutta conta il sugo, per i ravioli, accomunando sotto questa denominazione le varie tipologie di pasta ripiena tipiche delle varie tradizioni regionali italiane, quando si vuol scegliere il vino in abbinamento occorre fare attenzione alla farcitura. La farcia può essere infatti di verdure, di carne, di selvaggina, di pesce. Con gli agnolotti, i casoncelli e le altre tipologie di ravioli ripieni di carne sceglieremo dei rossi giovani, secchi, di medio corpo, dal profumo fruttato e poco tannici: un Dolcetto piemontese, una Barbera dell’Oltrepò Pavese, oppure un Merlot o un Valcalepio, per esempio, tenendo conto nella scelta anche dell’intensità del sapore dei formaggi utilizzati insieme con la carne.
Se il ripieno è a base di selvaggina occorrono vini più robusti, maturi, di carattere, come un Barolo o una Barbera d’Asti invechiata. Con la farcia di pesce va bene un vino bianco secco, di buona acidità, morbido, fruttato, come il Verdicchio dei Castelli di Jesi, il Lugana, il Cinque Terre o il Langhe Favorita.
Un’altra tipologia di paste ripiene è quella che prevede farciture a base di erbe: i ravioli agli spinaci possono sposarsi con un rosso giovane e fresco di acidità come un Refosco o un Merlot, i tipici pansotti liguri alle erbette conditi con la salsa di noci si abbinano ottimamente con un bianco come il Pigato, i classici cialzons della Carnia (ripieni di carne, uova, formaggio ed erbe) vogliono altri bianchi: un Tocai Friulano o un Riesling. I tortelli mantovani di zucca, avendo una forte componente aromatica e speziata, vanno a nozze col Gewùrztrarniner, col Mùller Thurgau o col Riesling.
E poi ci sono le tradizioni regionali. A Bologna i tortellini in brodo si servono rigorosamente col Lambrusco di Sorbara in un abbinamento pressoché perfetto. E a Mantova il Lambrusco Mantovano è lo sposo ideale degli agnoli in brodo, al punto che c’è chi versa un bicchiere di vino persino dentro al piatto, creando una squisitezza imperdibile: il bevr’in vin.
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vinoproduzione · 5 years ago
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Minestra di Vino o zuppa di vino
Il piatto tipico trentino-tirolese e’ la semplice ma profumatissima zuppa di vino che presuppone l’utilizzo di uno degli eleganti vini bianchi secchi della regione.
Il minestrone di fagioli va accompagnato benissimo ad un vino rosso giovane.
La rustica jota della Carnia é a base di fagioli e orzo e si accompagna benissimo ai vini rossi friulani.
La ribollita toscana é a base di cavolo nero e si sposa meravigliosamente ai vini rossi della regione.
La zuppa di funghi si accompagna con dei vini rossi asciutti di medio corpo,morbidi ed eleganti.
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classifivini · 5 years ago
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Minestra di Vino o zuppa di vino
Il piatto tipico trentino-tirolese e’ la semplice ma profumatissima zuppa di vino che presuppone l’utilizzo di uno degli eleganti vini bianchi secchi della regione.
Il minestrone di fagioli va accompagnato benissimo ad un vino rosso giovane.
La rustica jota della Carnia é a base di fagioli e orzo e si accompagna benissimo ai vini rossi friulani.
La ribollita toscana é a base di cavolo nero e si sposa meravigliosamente ai vini rossi della regione.
La zuppa di funghi si accompagna con dei vini rossi asciutti di medio corpo,morbidi ed eleganti.
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golden-eye-ramblings · 7 months ago
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Mashle OC Time
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Introducing Ribollita Rossi of House Orca! Thank you SO SO much to @nyankocatnyan for the wonderful art! Go check them now out!! And now for the info dump
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Name: Ribollita Rossi
Age: 18
Height: 5'9(175cm)
Blood Type: AB
Dominant Hand: Right
Foot Size: 26.8cm
Good Subjects: Dark Magic, Magic Mathematics, Potions, Magic Pharmacy
Bad Subjects: Fortune Telling, Broom Class(Me? Flying? ARE YOU INSANE?! WHAT IF LIGHTNING STRIKES ME AS I TAKE OFF?!)
Favorite Words: Serenity and Stillness
Favorite Food: Espresso and coincidentally ribollita
Hobbies: Meditation, Yoga, Photography, Singing
Favorite Type of the Opposite Sex: "Someone who can save me from myself."
Dislikes: Outside, strangers, potential threats
Frequently Visited School Spots: Dorm room.
E.g. use of spending money: Home security tools
How to spend holidays: Staying within the comforts of his own room
Personal Magic: Fears. Allows him to tap into the four main fear responses of others(fight, flight, freeze or fawn), can also hone in on and manifest phobias and paranoias.
Seconds: Fears: Primals. Allows him to tap into and manifest the primal fears every human is conditioned to fear. Examples being darkness, isolation, death and the unknown.
If y'all have any questions about my boy Ribo please send em my way! I love talking about ocs,,, so much,,, pls,,,
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zenlesszonezero · 18 days ago
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As the conspiracy reaches its finale, the Void Hunter joins the fight.
Uncover the Conspiracy in Zenless Zone Zero's All-New Version "A Storm of Falling Stars", S-Rank Agent Hoshimi Miyabi is here! With S-Rank Agent Asaba Harumasa Limited-Time Giveaway! Pre-register to obtain additional rewards.
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golden-eye-ramblings · 10 months ago
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This is going to be very informal but hello! ٩( ᐛ )و
Y’all can refer to me as Goldie or Spooky. Either of these will work fine! (๑╹ω╹๑ )
This pinned post will most definitely update over time as I add and change things to the blog.
Current Hyperfixation: Mashle Magic and Muscles and Wind Breaker.
Feel free to send me questions or headcanon requests! I love concocting thoughts for the blorbos
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Character Headcanons:
Agito Headcanons: Part 1/Part 2/???
Renatus Headcanons: Part 1/???/???
Sophina Headcanons: Part 1/???/???
Orter Headcanons: Part 1/???/???
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Shipping Headcanons/Prompts:
Renatus/Agito: Part 1/Part 2/???
Mashle OCs:
Ribollita Rossi: Introduction
Header credit: @mashleverse
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