#radio techeté
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I documentari degli anni Cinquanta - Rai Radio Techeté
A cura di Edoardo Melchiorri, tre radiodocumentari di inizio anni ’50, quando la televisione era lontana da venire e la radio era ancora il principale strumento di comunicazione di massa. Una radio che, passate le ristrettezze del primissimo dopoguerra, dimostra di avere l’ambizione ed i mezzi per intrattenere ed informare in uno dei settori più difficili da divulgare, quello dell’arte.
Il ciclo inizia con #1| Va Margutta documentario del 1954 di Renato Tagliani dedicato alla via di Roma che fin dal Seicento attira artisti da tutta Europa. Interviste ai pittori e agli scultori, ai modelli, ai personaggi di via Margutta: da Giovanni Omiccioli, rappresentante della storica Scuola Romana e simbolo della comunità artistica, al bulgaro Ilia Peikoff, dalla veneziana Beatrice Lazzari che si allontanerà via via da tecniche e materiali tradizionali diventando un'icona dell'arte moderna, al faentino Angelo Sabbatani. Lunga e disinvolta conversazione con la modella Ida Manfrin. Visita agli atelier e alla scuola di disegno dal vero: motivazioni e sogni degli allievi.
#2 | America oggi #3 | Intellettuali stranieri in italia
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AUDIOBOX - L'assenza come metodo di lavoro - Intervista a Pinotto Fava
Ascolta l’intervista di Andrea Borgnino a Pinotto Fava
Radio Techetè - « Radio Techtè trasmette una selezione di programmi di Audiobox e delle conversazioni con Pinotto Fava, Carlo Infante, Roberto Paci Dalò, Sergio Messina e Sabina Sacchi curate da Silvana Matarazzo e Andrea Borgnino. Audiobox è stato il principale spazio di sperimentazione della radio italiana, dove potevano convivere la poesia fonetica, le frontiere elettroniche, la video arte, la microeditoria, i rapporti con le emittenti comunitarie, le musiche eterodosse e di improvvisazione. Ogni puntata era un viaggio non banale nelle pratiche innovative della radio e di tutto quando avesse a che fare con la parola e il suono. “Audiobox tendeva a creare congegni di seduzione e cortocircuiti, mettendo in discussione tradizionali e consolidate opposizioni e a dare nuovo senso a parole come interferenza, rumore, silenzio” come scrive alla voce Audiobox il critico Giovanni Cordoni per la Garzantina della Radio. Uno spazio importante ha avuto il teatro per Audiobox, che ha proposto uno spaccato di quanto avveniva sulla scena contemporanea italiana negli anni Ottanta, privilegiando quelle tendenze artistiche che basavano la propria ricerca sulla commistione tra vari codici espressivi e l’esaltazione del suono come elemento drammaturgico imprescindibile. Le opere presentate nella scatola sonora ideata da Pinotto Fava si basavano, infatti, sulla sperimentazione di nuove dimensioni del suono, sulla phoné, oltre che sullo stretto gioco di interazione tra teatro e radio, come ricorda Carlo Infante, che per lo storico programma di Radiouno ha curato i cicli “Teatri d’ascolto” e “La scena invisibile”».
Ascolta la serie di podcast di Radio Techeté dedicati ad Audiobox
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