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Fasce di reddito e cuneo fiscale problemi di decontribuzione
Cuneo fiscale, perché dopo 35mila euro di reddito diventa una trappola. Superando di un solo euro la soglia di reddito di 35mila euro si perdono 1.100 euro all’anno. Se la decontribuzione diventasse permanente indurrebbe un forte disincentivo al lavoro e renderebbe più complesso il raggiungimento degli accordi di rinnovo contrattuale Il taglio del cuneo fiscale previsto per il 2024 presenta una “trappola”: superando di un solo euro la soglia di reddito di 35mila euro si perdono 1.100 euro all’anno. L’allarme arriva dall’Upb, durante l’audizione davanti alle commissioni Bilancio di Senato e Camera sulla manovra. Un fenomeno che, avverte la presidente Livia Cavallari, «assumerebbe rilevanza sostanziale qualora la decontribuzione dovesse essere trasformata da intervento temporaneo a permanente» perché «da un lato indurrebbe un forte disincentivo al lavoro e, dall’altro, renderebbe più complesso il raggiungimento degli accordi di rinnovo contrattuale, questione che assume particolare importanza dopo l’erosione del potere d’acquisto prodotta dall’inflazione». Il taglio per fasce Ma come è possibile? Il taglio del cuneo avviene per fasce: la riduzione di 7 punti percentuali è applicata mensilmente ai lavoratori la cui retribuzione di riferimento (imponibile previdenziale determinato mensilmente e comprensivo del rateo di tredicesima) non supera 1.923 euro, ovvero circa 25.000 euro annui considerando tredici mensilità; lo sconto scende al 6 per cento sull’intera retribuzione quando questa supera la soglia e fino all’importo di 2.692 euro, circa 35.000 euro annui. Il paradosso: cosa succede se la retribuzione lorda supera la soglia di 35mila euro Lo sgravio raggiunge un massimo di circa 1.600 euro in corrispondenza del limite superiore della prima fascia e di poco più di 1.900 euro in corrispondenza di quello della seconda fascia. Ma l’applicazione dello sconto per fasce e non per scaglioni comporta che mentre superare la prima di un solo euro comporti una riduzione dello sconto (e quindi una riduzione del reddito disponibile) di circa 150 euro, la riduzione del reddito disponibile risulta invece molto maggiore (circa 1.100 euro) se la retribuzione lorda supera la soglia di 35.000 euro. Come funziona il meccanismo distorsivo È un effetto simile a quello già riscontrato in occasione del “bonus Renzi”. Il brusco venir meno del beneficio al superamento dei 2.962euro di retribuzione lorda mensile introduce una forte discontinuitànel rapporto tra retribuzione lorda e netta. E questo rende poco attraente e conveniente, per azienda e dipendenti, un aumento di stipendio. Proprio l’effetto distorsivo segnalato dall’Ufficio parlamentare di bilancio. Taglio cuneo e rimodulazione Irpef, chi ne beneficia di più L’effetto della rimodulazione delle aliquote Irpef e del taglio del cuneo fiscale, sempre secondo le analisi dell’Upb, è più consistente per gli operai, con un vantaggio medio della categoria del 3,4 per cento dell’imponibile, seguiti dagli impiegati con un più contenuto 1,9 per cento. Per i pensionati, l’incidenza del beneficio e il beneficio assoluto risultano inferiori a quelli di operai e impiegati. La decontribuzione premia sempre, in rapporto al reddito, in modo particolare i più giovani, soprattutto entro i 35 anni. Manovra 2024, dal ritorno di quota 103 al taglio del cuneo fiscale: Ecco le novità. Read the full article
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