Tumgik
#quindici cose che sicuro già sapevi
i-am-a-polpetta · 1 year
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RAGA, le mie amichette del cuore mi hanno taggato in questo gioco tipo due mesi fa ma io me ne sono ricordata adesso quindi vi beccate le mie quindici domande per sapere di più su di me come se non sapeste già tutto 
1. Are you named after anyone? sì, mia madre mi ha chiamato come la sua gatta...... cioè immaginatevi la scena “ohh che bello hai chiamato la tua gatta come tua figlia” - “no, ho chiamato mia figlia come il gatto”.
ok ma’
2. Quando è stata l'ultima volta che hai pianto? ho pianto dal ridere sabato scorso.
3. Hai figli? al momento no
4. Fai largo uso del sarcasmo? minchia no, a gesù non piace se uso il sarcasmo 
5. Quali sport pratichi o hai praticato? adesso corro le mezze maratone, in passato ho fatto nuoto, basket, baseball, rugby, pallavolo, atletica leggera, case, libri, auto, viaggi, fogli di giornale 
6. Qual è la prima cosa che noti in una persona? come sorride. ho un serio fetish per i sorrisi della gente
7. Qual è il colore dei tuoi occhi? castano scuro 
8. Scary movies o happy endings? cartoni della disney
9. Qualche talento particolare? so fare stare in piedi le scope, best talento evah 
10. Dove sei nato? a disagioland 
11. Quali sono i tuoi hobby? suonare diversi strumenti musicali, fare la pagliaccia, lavorare il legno, viaggiare quando riesco 
12. Hai animali domestici? sì un sacco: mucche, cane, gatti, galline del vicino
13. Quanto sei alto? 1.78
14. Materia preferita a scuola? scienze botaniche direi. cioè studi come funzionano gli alberi, le piante, i fiori, TROPPO BELLO 
15. Dream job? direi quello che faccio ora, con la sola differenza che al posto di mille vorrei vedere 5000 euro in busta paga 
io taggo amichetti che credo non lo abbiano fatto @catullino @crocodilesareboring @margherit4 @mermaidemilystuff @thecatcherinthemind
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gloriabourne · 5 years
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The one where Ermal has a crush
La prima volta che Ermal aveva visto Fabrizio, era stato attraverso lo schermo del televisore durante il festival di Sanremo del 2007.
Se ne stava accasciato sul divano, tenendo gli occhi chiusi per concentrarsi meglio sulle canzoni che ascoltava. E poi, appena aveva sentito quella voce graffiante cantare quelle parole così profonde, aveva aperto gli occhi di scatto.
Non sapeva nemmeno per quale motivo lo avesse fatto, ma aveva sentito immediatamente il bisogno di dare un volto a quella voce.
E così lo aveva visto.
Un ragazzo - un uomo - che sembrava non molto più grande di lui, con i capelli scuri, la carnagione olivastra e gli occhi che sembravano bucare lo schermo per quanto erano profondi.
Aveva raddrizzato la schiena di colpo, sistemandosi meglio sul divano e guardando il televisore con attenzione sotto lo sguardo divertito di suo fratello.
Rinald l'aveva notato subito quel cambiamento nello sguardo di suo fratello, prima ancora che se ne accorgesse lui.
Aveva capito subito che non era semplicemente rimasto colpito dalla sua voce, ma che c'era dell'altro. Lo aveva capito dall'attenzione che riservava a quel concorrente - diversa da quella che aveva riservato a tutti gli altri - ma soprattutto lo aveva capito dalle guance che si erano arrossate leggermente mentre fissava quel giovane cantante a bocca aperta.
Nonostante tutto, Rinald non aveva detto nulla. Si era limitato a sorridere quando l'esibizione era finita ed Ermal era tornato ad accasciarsi contro lo schienale del divano chiudendo gli occhi, rendendosi conto davvero di quanto quel Fabrizio lo avesse colpito.
Ermal, da parte sua, non aveva capito subito per quale motivo Fabrizio avesse attirato così tanto la sua attenzione.
Sapeva solo che la sua voce lo aveva colpito dritto al cuore e credeva che avesse un carisma non da poco. Lo trovava incredibilmente attraente, da un punto di vista puramente oggettivo e senza malizia - o almeno così credeva Ermal - ed era rimasto affascinato da lui come poche altre volte gli era successo.
Da quel momento erano passati tre anni prima che Ermal si rendesse conto di avere una leggera cotta per Fabrizio Moro e decidesse di confessarlo a suo fratello.
Per tre anni aveva nascosto quella cotta - degna delle cottarelle che sua sorella si era presa per letteralmente tutti gli attori di Beverly Hills 90210 - anche a sé stesso, senza avere il coraggio anche solo di pensare che fosse possibile che proprio lui si fosse invaghito di un cantante.
Ma poi era arrivato a Sanremo senza minimamente considerare che l'oggetto della sua cotta sarebbe stato nella stessa città, allo stesso festival. E appena l'aveva visto, tutto era tornato a galla ed Ermal non aveva potuto fare a meno di trascinare Rinald in un angolo e raccontargli tutto.
Rinald l'aveva ascoltato pazientemente, senza interromperlo, mentre Ermal vuotava fiumi di parole per descrivere un sentimento che forse fino a quell'istante nemmeno lui si era accorto di provare.
Quando aveva finito di parlare, Rinald aveva cercato di confortarlo dicendogli che non c'era niente di strano, che capitava a tutti di prendersi delle cotte per qualcuno per cui oltretutto si prova profonda ammirazione. Anche quando Ermal aveva tentato di dire che lui ormai era felicemente fidanzato con Silvia e quindi non poteva avere una cotta per qualcuno, Rinald lo aveva rassicurato dicendogli che era una cosa che poteva succedere, che non doveva sentirsi colpevole nei confronti di Silvia e nemmeno nei confronti di sé stesso.
Aveva parlato tranquillamente, senza accennare al fatto che lui si era accorto di tutto quel bagaglio di sentimenti che Ermal si portava dietro ormai molto tempo prima.
Ed Ermal, finalmente, si era rilassato. Non così tanto da viversi quel festival con assoluta tranquillità, ma abbastanza da non impazzire se Fabrizio entrava nella stessa stanza in cui c'era lui.
Nonostante tutto, però, aveva cercato di tenersi alla larga da lui. Aveva fatto in modo di restare sempre in compagnia degli altri ragazzi del gruppo o di suo fratello, in modo da non trovarsi solo e da avere una via d'uscita se fosse stato necessario.
Insomma, aveva evitato Fabrizio cercando di non essere troppo palese.
E così aveva fatto anche negli anni seguenti. Fino al 2017.
  Ermal era arrivato a Sanremo già da un paio di giorni e, da quando aveva messo piede in quella città, nessuno era riuscito a togliergli il sorriso dalle labbra. Nemmeno per un secondo.
Era felice di essere lì - anche se aveva dovuto passare le feste natalizie chiuso in studio per finire l'album, con estremo disappunto di sua madre e di Silvia - ed era felice di portare su quel palco importante una canzone che racchiudeva tanto di lui.
Era talmente felice che non si era nemmeno preoccupato di controllare chi fossero gli altri partecipanti, come se la cosa non lo toccasse minimamente.
Così, quando quella mattina vide Fabrizio Moro attraversare la hall dell'albergo, quasi rischiò di strozzarsi con la sua stessa saliva.
Rinald, seduto accanto a lui su una delle poltroncine dell'atrio, gli batté una mano sulla schiena e disse: "Tutto bene?"
Ermal si limitò a girarsi verso di lui e rispondere: "Fabrizio Moro."
Rinald lo guardò perplesso, come se non capisse quale fosse il problema, ed Ermal si affrettò ad aggiungere: "È qui. Partecipa anche lui."
"Non lo sapevi?"
"No, io... Onestamente no, non ho nemmeno guardato chi fossero gli altri partecipanti."
Rinald si guardò intorno per un attimo e, dopo essersi assicurato che Silvia non fosse nei paraggi, disse: "Ti piace ancora?"
Ermal gli lanciò un'occhiata. "Sto con Silvia."
"Lo so, ma lui ti piace ancora?" insistette Rinald.
Ermal sbuffò. "Rinald, non ho più quindici anni."
Era spazientito da quel discorso, da quel ridurre ciò che sentiva verso Fabrizio a una stupida cotta. Perché in fondo lui lo sapeva che c'era molto di più, anche se gli costava ammetterlo.
Quindi, tanto valeva chiudere il discorso facendo credere a suo fratello che non gliene fregasse niente.
"Beh, che c'entra? Mica devi avere quindici anni per prenderti una sbandata per qualcuno" disse Rinald stringendosi nelle spalle.
Ermal non rispose, consapevole che suo fratello avesse ragione.
Poi, qualche attimo più tardi, si voltò verso di lui e disse: "Sto con Silvia. La amo. Tanto! A volte così tanto che mi sembra di impazzire se non è accanto a me."
Rinald annuì, come se quella giustificazione appena pronunciata da suo fratello fosse sufficiente a fargli credere che davvero non sentiva più niente per Fabrizio.
Quando però, qualche minuto dopo, Silvia andò a sedersi accanto ad Ermal e nel mezzo della conversazione lui voltò lo sguardo verso Fabrizio che stava uscendo dall'albergo, per Rinald fu quasi impossibile trattenere un sorriso divertito.
  Evitare Fabrizio, durante quel festival, non fu così semplice come qualche anno prima.
Ovunque andasse Ermal, sembrava che Fabrizio lo seguisse oppure che avesse avuto la sua stessa idea e fosse andato nello stesso posto un attimo prima di lui. E così, a un certo punto, Ermal si era messo l'anima in pace e aveva smesso di evitarlo lasciando che le cose facessero il loro corso.
E il loro corso evidentemente portava ad un'unica conclusione, che avvenne durante un pomeriggio di prove al Teatro Ariston sotto lo sguardo divertito di Rinald e quello perplesso di Silvia.
Ermal aveva appena finito di provare, quando sentì qualcuno avvicinarsi a lui e richiamare la sua attenzione con un colpo di tosse.
Rinald e Silvia sollevarono lo sguardo - il primo cercando di nascondere un sorriso, la seconda aggrottando le sopracciglia e domandandosi per quale motivo Fabrizio Moro fosse davanti da loro - mentre Ermal si voltò e sgranò gli occhi trovandosi davanti l'uomo che per dieci lunghi anni aveva avuto un posto speciale nei suoi pensieri, senza che nemmeno si conoscessero davvero.
"Ehm, ciao. Scusa se ti disturbo..." iniziò Fabrizio titubante, buttando un'occhiata verso Rinald e Silvia e poi tornando a concentrarsi su Ermal. "Ho sentito la tua canzone e... Non lo so, magari ti sembra una cazzata però ho sentito il bisogno di dirti che è davvero bella. Mi ha colpito."
Ermal deglutì a vuoto, sentendo la gola bruciare per quanto era secca, e poi mormorò un flebile: "Grazie."
"Fabrizio" disse il più grande allungando la mano verso di lui.
Ermal rimase a fissare la sua mano per qualche secondo prima di decidersi a stringerla e dire: "Ermal, piacere."
Fabrizio sorrise radioso, mentre continuava a stringere la mano di Ermal.
"Anche la tua canzone è molto bella, comunque" disse Ermal un attimo dopo, mentre le loro mani si separavano lasciando in entrambi un inspiegabile senso di vuoto.
"L'ho scritta per mia figlia" rispose Fabrizio orgoglioso.
Lo sguardo di Ermal si rabbuiò per un attimo mentre ricordava che Fabrizio aveva due figli e che, senza dubbio, un padre di famiglia non avrebbe mai prestato attenzione a lui.
Certo, non che lui avesse bisogno delle attenzioni di Fabrizio. Lui aveva Silvia, la sua fidanzata, l'amore della sua vita, la sua ragazza paradiso... Giusto?
Dal momento in cui la sua pelle aveva toccato quella di Fabrizio, Ermal non era più sicuro di nulla. Soprattutto non era più sicuro di ciò che provava per Silvia.
"Beh, comunque ero venuto solo per dirti questo. E per augurarti buona fortuna" disse Fabrizio. Poi, dopo un breve cenno di saluto, si allontanò.
Ermal rimase a fissarlo mentre se ne andava, poi si voltò verso la sua ragazza e suo fratello, che non avevano smesso di fissarlo nemmeno per un attimo.
"È stato carino a farti i complimenti" constatò Silvia.
Rinald si voltò di lato, nascondendo un sorriso che ormai proprio non voleva saperne di andarsene dalla sua faccia.
"Sì, certo" mormorò Ermal.
"E poi tu sei un suo fan, quindi significa molto per te" disse ancora Silvia.
Ermal non rispose. Se solo Silvia avesse saputo cosa stava provando in quel momento, non sarebbe stata così tranquilla.
Un attimo dopo, il cellulare di Silvia iniziò a squillare e la ragazza si allontanò per rispondere.
Rimasti soli, Rinald si voltò verso Ermal continuando a guardarlo divertito.
"Non dire niente" disse Ermal, evitando il suo sguardo.
"È stato imbarazzante" disse Rinald, ignorando completamente ciò che aveva detto suo fratello.
"Rinald..."
"Non intendo imbarazzante per te. Cioè, quello immagino di sì. Intendo imbarazzante per me! Tu non hai idea di come fosse quella scena vista da fuori" disse Rinald soffocando una risata.
Ermal lo fissò preoccupato. "Perché? Com'era?"
"Sembravate due quindicenni che flirtano. Imbarazzante."
"Ma vaffanculo" disse Ermal sbuffando e voltandosi dall'altra parte.
Ciò che nessuno - nemmeno Rinald - notò era che Ermal aveva iniziato a sorridere con gli occhi e con il cuore, oltre che con le labbra.
  Aprile 2019
 Ermal si sfregò le mani sudate sui pantaloni e sospirò.
"Nervoso?" chiese Fabrizio, sedendosi accanto a lui sul divanetto del camerino.
Mancava meno di un'ora all'inizio del concerto, all'inizio di quel momento importante che avrebbe inevitabilmente segnato la chiusura di una fase importante della sua vita e l'apertura di un'altra, che Ermal sperava sarebbe stata altrettanto meravigliosa come lo erano stati quegli ultimi anni.
"Un po'. Ma se siamo insieme va tutto bene, è tutto più facile" rispose Ermal sorridendo e prendendo una mano di Fabrizio tra le sue.
Fabrizio sorrise. "Ricordi la prima volta che mi hai detto questa frase?"
Ermal annuì. "L'anno scorso a Sanremo."
"Già. La sera dopo l'accusa di plagio. È stato il momento in cui ho capito che ero innamorato di te" disse Fabrizio.
Ermal lo guardò curioso. "Davvero?"
Non ne avevano mai parlato, non si erano mai detti in quale momento avevano iniziato a guardarsi con occhi diversi.
"Sì, beh, non so di preciso quando ho iniziato a provare qualcosa. Ma quello è stato il momento in cui me ne sono accorto" rispose Fabrizio. Poi osservò Ermal e aggiunse: "E tu invece?"
"Io cosa?"
"Quando hai capito che provavi qualcosa per me?"
Ermal trattenne una risata. "Da molto prima di te, fidati."
"Non ci credo" rispose Fabrizio. Era sempre stato convinto di essere stato il primo a rendersi conto di un cambiamento nel loro rapporto.
Ermal sospirò, poi disse: "C'è una cosa che non ti ho mai detto."
"Cosa?"
"Ricordi la prima volta che abbiamo parlato?"
Fabrizio annuì, con la fronte aggrottata e lo sguardo perplesso, senza capire dove volesse arrivare.
"Ecco, erano esattamente dieci anni che avevo un cotta per te" disse Ermal.
Fabrizio spalancò gli occhi. "Scusa?"
Ermal sorrise per la reazione del suo fidanzato - ancora non riusciva a credere di poterlo definire così - e disse: "Mi sono preso una cotta per te la prima volta che ti ho sentito cantare. E pensavo mi sarebbe passata, ma invece è solo diventato qualcosa di sempre più forte."
"Non lo sapevo" mormorò Fabrizio, leggermente sconvolto dalla rivelazione.
Non riusciva a credere che Ermal si fosse preso una cotta per lui ormai dodici anni prima e che per tutto quel tempo non avesse detto niente. Soprattutto non riusciva a crederci visto che, quando Fabrizio lo aveva baciato - una sera di maggio di un anno prima, mentre erano a Lisbona - Ermal era quasi scappato in preda al panico.
"Era difficile per me ammettere di avere una cotta per un uomo. Aggiungici anche il fatto che nemmeno ti conoscevo e che stavo con Silvia..." disse Ermal, quasi come se fosse una spiegazione al fatto che non avesse detto nulla fino a quel momento.
"Non lo hai mai detto a nessuno?" chiese Fabrizio curioso.
Improvvisamente sentiva il bisogno di sapere ogni dettaglio di quel piccolo segreto che Ermal si era tenuto dentro per tutti quegli anni.
"Solo a Rinald, e anche con lui ho fatto fatica ad ammetterlo."
"E perché non l'hai mai detto a me? Non subito, intendo dopo che abbiamo iniziato a frequentarci..." chiese Fabrizio.
Era curioso e non poteva negare che un po' fosse anche dispiaciuto che Ermal non gli avesse confidato prima quelle cose.
Era sempre stato convinto che non ci fossero segreti tra loro, e improvvisamente si rendeva conto che non era così.
"Sarebbe stato imbarazzante dirti che avevo una cotta per te da anni, che mi ero preso una sbandata senza nemmeno conoscerti, come se fossi una ragazzina" disse Ermal abbassando lo sguardo.
Fabrizio gli prese il viso tra le mani, spostandolo verso di lui e lo baciò.
All'inizio fu solo un leggero sfioramento, poi entrambi schiusero le labbra e approfondirono il bacio ritrovandosi in pochi secondi senza fiato.
"Sai, è carino che tu abbia avuto una cotta per me prima che stessimo insieme. Soprattutto visto che credo di averla avuta anch'io" disse Fabrizio appena si separarono.
Ermal lo guardò curioso. Poco prima gli aveva detto di essersi reso conto di provare qualcosa per lui solo a Sanremo, come era possibile che avesse avuto una cotta per lui tempo prima?
"È una cosa strana, credo di averci fatto caso solo adesso, ma quando ti ho sentito cantare a Sanremo due anni fa non ho solo pensato che fossi bravo. Ho pensato anche che fossi bello. E non l'avevo mai realizzato del tutto fino a oggi" disse Fabrizio.
"Avevi una cotta per me e nemmeno te n'eri accorto?!" disse Ermal divertito.
Fabrizio scoppiò a ridere. Erano proprio una coppia di idioti.
Anni passati a rincorrersi, quando avrebbero potuto semplicemente iniziare a camminare insieme molto tempo prima.
Ma andava bene anche così.
Forse avevano preso la strada più lunga per riuscire a trovarsi, ma il solo fatto che si fossero trovati bastava a renderli felici. Non importava quanto tempo ci avessero messo.
Più tardi, quella sera, mentre stavano cantando insieme sul palco del Forum, Ermal si ritrovò a pensare agli ultimi anni della sua vita.
Si ritrovò a pensare a quanto velocemente fosse cambiata la sua vita, a quante sorprese avesse avuto in quegli anni.
Di certo, fino a qualche anno prima, non avrebbe mai creduto di ritrovarsi su quel palco, di avere così tante persone che credevano in lui, di avere finalmente realizzato il suo sogno.
Ma soprattutto non avrebbe mai creduto che, quella che all'inizio sembrava una banale cotta per un cantante che ammirava e che credeva non avrebbe mai nemmeno conosciuto, si tramutasse nell'amore della sua vita.
Rivide sé stesso, dodici anni prima, seduto sul divano mentre ascoltava le canzoni del festival. Rivide sé stesso spalancare gli occhi sentendo la voce di Fabrizio. Rivide sé stesso innamorarsi di quella voce, di quel viso, di ogni cosa che riguardasse quell'uomo quasi senza accorgersene.
Rivide le sue paranoie quando lo aveva visto al festival nel 2010, i suoi sensi di colpa verso Silvia, tutte le volte in cui era rimasto imbambolato a guardare un suo video su YouTube.
E poi rivide il giorno in cui si erano conosciuti, il giorno in cui Fabrizio gli aveva chiesto di collaborare, la loro esperienza a Sanremo.
E infine rivide il loro primo bacio, nella sua camera a Lisbona la sera prima della finale dell'Eurovision. Il senso di panico quando aveva capito che Fabrizio provava le stesse cose, e il successivo senso di pace quando aveva finalmente deciso di abbandonarsi totalmente a quei sentimenti.
E dopo aver rivisto tutto nella sua mente, si voltò verso Fabrizio e lo trovò intento a fissarlo dall'altra parte del palco e si rese conto di quanto il destino fosse stato incredibilmente buono con lui, dandogli la possibilità di incontrare quell'uomo fantastico che, dopo tutto quegli anni, poteva finalmente definire suo.
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cialtronchic-blog · 8 years
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Eccomi qui, appena arrivata che mi guardo in giro. Compio 51 anni tra pochi giorni, quindi mi guardo in giro un pò spaesata, mica è facebook questo, che lo so usare. Ma pian piano mi orienterò meglio. Per iniziare voglio fare due cose, cercare la mia giovanile sorella che pare sia approdata qui proprio ieri, senza che ne avessimo parlato e postare una cosa che ho scritto circa un anno fa, una cosa per me molto importante perchè rappresenta un nuovo inizio. Eccola. Il mio racconto, non mia sorella .
Ce l ‘ho fatta non avrei mai creduto ma ce l ho fatta.Questa vittoria è per chi mi vuol bene, che gioisca insieme a me. È anche per chi mi vuol male, che rosichi mentre finge di volermi bene e di gioire. Ma soprattutto è per chi non mi ama ma neanche mi odia, per tutti quelli che mi conoscono e non sanno come è andata a finire e sono semplicemente curiosi.
è andata a finire bene, in questo momento la pace è con me. Tutto inizia naturalmente in primavera ; come sempre la primavera mi agita i pensieri e i desideri, i sentimenti e le pessime idee. Quando ero piu giovane mi muoveva anche gli ormoni ma adesso mentre loro pisolano  io mi faccio venire idee poco sagge e mi vado a cercare rogne. Comincio ad ascoltare un disagio strisciante ma persistente. Il posto dove abito mi sembra meno nido di quanto dovrebbe. La casa è il rifugio sicuro per tutti ma per me lo è in maniera molto marcata . Funziono più o meno come un cellulare con una batteria non più nuova : in casa mi attacco con un cavetto invisibile alla carica emotiva e spirituale e quando esco ho poca autonomia , il contatto con il mondo esterno e le persone mi scarica velocemente. Comincio a trasmettere a mio marito questo disagio ed ho gioco facile per due motivi: primo perché entrambi abbiamo sempre avuto il desiderio di una casa con un pochino di terreno per star fare meglio il cane e secondo perché l’appartamento sopra di noi , l’unico in affitto di tutta la palazzina, è stato affittato di molto male per lungo periodo lasciandoci sfibrati e schifati e sdegnati e ancora meno tolleranti di prima. Praticamente Olindo e Rosa. Ragion per cui a questo punto ogni piccola maleducazione normalmente tollerabile non si sopporta . Le riunioni condominiali non mi divertono più, l’ultima a cui ho presenziato mi ha procurato gastrite a causa del fatto che si sentiva belare invece di esprimere con chiarezza le lamentele fatte sulle scale. Sono alla soglia degli spaventevoli 50 e mio marito ne ha qualcuno di più. O adesso o mai più. Amore, prendiamoci per mano e saltiamo. Naturalmente invece di saltare gioiosi giù dal precipizio  tirando su le gambe all’unisono per entrare a bomba nello acque azzurre dell’ignoto ho dovuto spingerlo di sotto mentre era distratto. Si sa, lui è quello quadrato e organizzato e ragionevole e prudente. Tant’è alla fine si è trovato a nuotare, povero fiore. Cominciamo a mettere in vendita il piccolo appartamento in cui viviamo, ma si, tanto che vuoi che succeda, ci vogliono anni con sta crisi adesso le case te le tirano dietro e nessuno compra..hai presente il tal dei tali ? sono anni che non riesce a vendere a noi serviranno secoli e se non cominciamo subito ci troviamo vecchi. Parto lancia in resta e comincia un periodo di agenzie e telefonate e siti internet e visite in casa nostra da parte di agenti immobiliari e speranze e delusioni. Questo periodo però è breve, nel giro di due mesi abbiamo venduto. Chi ha una casa in vendita si sta chiedendo come abbiamo fatto e la risposta è :  un agente immobiliare bravo e onesto ( raro davvero, è una categoria che disprezzo) , la nostra assoluta mancanza di avidità  o se preferite l’incapacità di fare buoni affari( il prezzo della casa era quello suggerito dalle stime delle agenzie, di tanto ma tanto piu basso del prezzo a cui l avevamo comprata in tempi in cui le case erano ai prezzi massimi , tanto per essere sempre fortunati) ma soprattutto una gran botta di culo che ci vuole in tutte le imprese. La signora che compra l’appartamento ci concede di rimanere in casa fino a fine settembre, abbiamo ancora  un paio di mesi per trovare la casa dei nostri sogni. Questo si che sembra divertente vero ? Senza più l’ansia di vendere, che sembrava impossibile secondo diversi gufi malefici, adesso che bellezza andiamo in giro per case come acquirenti, chissà quante ne troveremo e sarà ben difficile scegliere. Solo una mia amica, tra tutte le persone che conosco, disse una frase che col senno di poi si è rivelata profetica. Disse “il difficile è comprare, non vendere”. E riparte tutto il carosello, agenti immobiliari e telefonate e siti internet . Con il caldo soffocante di agosto abbiamo girato come trottole, trascinati spesso a vedere case che ti facevano pensare: ma sto agente immobiliare quando mi ha chiesto che casa volevo avrà ascoltato la risposta ? Mica per altro , avevo spiegato che la voglio fuori dal casino ma che il marito deve andare al lavoro tutti i giorni , quindi non troppo fuori mano. E allora perché mi trovo in un posto sperduto che si chiama Luciano, ben piu lontano di Lucese, a vedere una casa che dopo tutto sto tragitto in macchina va raggiunta anche a piedi ? Uh, la nostra agente ha i tacchi e sta dicendo che lei non ci pensa neanche a seguire il proprietario fino all’abitazione..ora il proprietario risponde che la casa sembra lontana ma se arriviamo a piedi a quella curva laggiù laggiù, ecco, dietro alla curva forse all’orizzonte si intravede la casa. Bene, siamo assaliti anche dalle mosche, ma il panorama è davvero splendido. E cosi passa l’estate, siamo sempre più preoccupati e spaventati , sembra che il nostro sogno sia irrealizzabile e tra poco siamo anche fuori di casa. In realtà quello che cerchiamo, con il nostro budget, si rivela molto difficile da trovare anche se credevo il contrario. Ne troviamo una che ci piace molto molto ma dopo estenuanti balletti di geometri e agenti dobbiamo lasciar perdere a causa di irregolarità nella costruzione. Anzi, in verità riusciamo addirittura a farci mandare a quel paese dal venditore perché volevamo capire bene di cosa si trattasse e lui la voleva vendere cosi com’era o niente, senza troppe indagini. Siamo sempre piu depressi e preoccupati e litighiamo molto e spesso. L’unica casa al mondo che va bene per noi non ce la vogliono vendere. E un bel giorno eccola ,è lei e ovviamente costa più di quello che possiamo spendere. Dal giorno in cui l ‘ho vista la prima volta a quello in cui sono riuscita a farci la prima notte sono passati circa 5 mesi. In questi 5 terribili mesi ho imparato diverse cosette 
Primo
Evita come la peste le agenzia immobiliari
Secondo Non infilarti mai in una bega come l ‘acquisto di una casa con sanatoria in corso. Non importa quanto ti venga garantito che è come averla già nel cassetto, quella sanatoria ti farà perdere anni di vita, anche se tutto andrà bene morirai di sicuro qualche anno prima di quello che era previsto per te. Il tuo karma verrà modificato da qualche stramaledetto impiegato comunale.
Terzo Sei cosi stupido da voler adottare il secondo cane OGGI STESSO, l ho visto su internet e non voglio che quegli occhi restino in canile un secondo di più ? Tanto, ormai si sa, la sanatoria arriva se non domani al sicuro dopodomani , le rassicurazioni sono copiose e io mi fido, intanto lo adotto che tra pochissimo siamo a casa nuova col giardino. Ecco, bravo, mangia l’uovo in culo alla gallina come al solito, ma almeno rivolgiti ad un canile o ad un associazione seri. Chiedi che ti sia indicato con chiarezza lo stato di salute fisica del cane, altrimenti rischi di vederti appioppare un cane in condizioni fisiche disastrose. Passi l’invasione di pulci, passino i parassiti nelle feci, passino gli occhi che non si chiudono più da quanto son gonfi, passi un’otite stratosferica  passi una tosse cronica che  perdura ancora dopo 4 mesi di cure continue. Ma almeno che risulti negativo alla leishmaniosi, quello è tassativo. Ma tanto che problema c’è ? l’associazione ti dice vabbè signora quante storie ce lo riprendiamo. E certo, dopo 4 o 5 notti sul divano a dormire insieme perché è fuori di testa dalla paura è ovvio che lo ridò a te, che manco sapevi in che condizioni di salute versava.
Quarto Giacchè non hai ascoltato i miei consigli primo secondo e terzo almeno ascolta il quarto. Se ti trovi fuori di casa in attesa che da un giorno all ‘altro la sanatoria sia rilasciata non andare in affitto in una casa vacanza pensando ma si mi concedo il lusso tanto per quindici giorni …i quindici diventano 30 e poi anche 45 . Se proprio lo fai perché sei ottimista o stupido almeno stabilisci con chiarezza il prezzo , che sia comprensivo dei consumi anche se si va nella stagione invernale. Se non lo fai rischi di sentirti portare l’affitto da 400 euro settimanali a 600 euro settimanali, aumento richiesto oltretutto con effetto retroattivo, visto che potresti anche decidere di accendere un filo di riscaldamento che si è fatto autunno. Ma soprattutto, sei fuori di casa con due cani di cui uno malato e spaventato, che scelta hai ? sei in difficoltà e invece di darti una mano il coltello affonda meglio. Ricorda che hai sempre la scelta di mandarli affanculo.
Quinto Visto che siamo purtroppo in Italia e il notaio non lo puoi evitare come la peste, almeno abbi il buon gusto di non sceglierlo solo in base al prezzo. Scegline uno che sappia quello che dice e che sia in grado di fare un atto un pelino più complesso di una compravendita normale. Ti risparmierai una bella dermatite.
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