#quindi l'ultimo se la prenderà nel culo
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Ho appena constatato che dall'urologo ti escono battute scontate a nastro.
#tipo che il dottore è in ritardo di almeno un'ora sugli appuntamenti#quindi l'ultimo se la prenderà nel culo#minkia ke simpatico ke sono#comunque non ho mai fatto un esame della prostata#quindi spero di non lasciarci il culo qui#MA DA DOVE MI ESCONO BOH#sarà il posto
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Maɾy 𝚊𝚗𝚍 𝑺𝒊𝒓𝒊𝒖𝒔. [﹙ #ᴀʀᴇꜱᴛᴏᴍᴇᴛᴩʀᴏᴍ ﹚] ₁₄ ɢɪᴜɢɴᴏ ₁₉₇₇ ↷ #05 Sirius Tra le ragazze di sesto, Mary non è la sua compagna di follie. Mai lo è stata. Quel ruolo appartiene ad Hestia o a Dorcas - quando si stanca di tirargli contro i bolidi. Mary è l'amica che ogni ragazzo trova sulla sua strada; riservata, chiusa; è quell'amica che ti spinge a comportarti da amico, perché non puoi fare altrimenti; ne ha bisogno. E che lo spinge, nel suo caso specifico, a frenare il lato malandrino... il più delle volte, perlomeno.
« MacDonald, entriamo nelle campanule a lasciare messaggi minatori? »
Mary mary non è solita dipendere dalle persone ed è anche per questo motivo che al ballo di fine anno ha voluto presenziare da sola, nonostante i numerosi inviti; purtroppo, però, vi sono anche degli svantaggi come l'essere sola con un bicchiere di champagne in mano accanto al tavolo del buffet. Fortuna che arriva Sirius in suo aiuto. « per quanto mi sto annoiando ti direi di sì, ma non vorrei creare guai e poi — sono io quella che ti riporta nella buona strada, no? », ridacchia, bevendo l'ultimo sorso di champagne.
Sirius « Su non essere noiosa. » Non bada al bicchiere dell’amica e, mani sulle spalle di lei, la guida verso una campanula. Entrare in due è contro le regole, rischiano d’essere ammoniti dai prefetti o - addirittura - dagli insegnanti. Sirius confida nella sua buona stella. Un guizzo di tessuto e si trovano dentro. « Comincio io, a Thomas Mulciber : alla stazione le prendi. Goditi il viaggio domani. » S’accende una luce dopo che ha fatto il nome del Serpeverde, e si spegne non appena finisce di parlare.
« A te ora, cara Mary. »
Mary « ehi! », esclama con sorpresa quando egli la trascina all'interno della campanula ed in men che non si dica Sirius comincia a parlare. Appena / quel / nome fuoriesce dalle labbra del giovane un piccolo brivido percorre il corpo sinuoso della grifondoro. per quanto abbia cercato di dimostrare a tutti che abbia superato benissimo l'attacco del quinto anno, non è affatto così, anzi, la notte fa fatica a dormire. dopo quelle parole ella ha paura che Avery e Mulciber, ma soprattutto quest'ultimo, si possano vendicare ancora su di lei. « sei un idiota, Sirius Black », e detto ciò esce dalla campanula senza pronunciare ulteriori parole.
Sirius « MacDonald » la chiama subito. Le spiace averla fatta arrabbiare tuttavia non può fare a meno di ridere sotto i baffi, è fatto così, dunque esita un istante evitando di farsi linciare dalla compagna per uno scoppio di risa. Allunga un braccio, prova ad afferrarla ma lei scivola fuori dalla fessura di tessuto prima che lui possa riuscirvi. « Mary ma che ho fatto!? » la segue. Sa un po’ di lamento il modo in cui l’appella, per la seconda volta; supplichevole, anche - per fare in modo che si fermi. Sirius davvero non ci arriva. Non è un gioco quel che ha subito la sua amica, ne è perfettamente consapevole. Tuttavia quello è l’ultimo anno del Serpeverde - no, anzi, l’ultimo giorno di scuola dell’ultimo anno di quella faccia da culo, quindi dov'è il problema nel preannunciargli la scarica di botte che prenderà?
Mary forse ha reagito in maniera eccessiva, ma non può bloccare il fastidio che ancor prova dentro di sé al sol esser coinvolta in qualcosa che riguarda Mulciber. E' consapevole che Sirius non lo ha fatto con cattiveria, ma sebbene sia l'ultimo anno del Serpeverde, ciò non significa che non può più farle del male, o addirittura incaricare qualcun altro di fargliene. appena viene raggiunta dal ragazzo ella si volta e lo osserva con una patina velata sugli occhi e solo dopo alcuni istanti proferisce parola: « preferirei che tu, o gli altri, non faceste nulla, nemmeno per scherzo. ormai la situazione è passata ed è meglio dimenticarla », risponde ed infine gli regala un piccolo sorriso, per esser più convincente, ma in realtà non riesce convincere nemmeno sé stessa. la situazione è complicata e se solo avesse potuto dimenticarla in breve tempo, l'avrebbe fatto. « possiamo anche cambiare argomento — no?», una pausa. « Mulciber è così ripugnante che mi viene il voltastomaco solo a nominarlo, per non parlare di Avery »
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*Sa benissimo che Negan non è nella sua camera, è chissà dove a fare chissà cosa con Simon, quindi ne approfitta per recuperare dal suo nascondiglio --un cassetto dell'armadio-- qualcosa che conserva da qualche giorno, di cui nessuno sa nulla. Sicura che nessuno la veda, sgattaiola attraverso i corridoi fino ad arrivare alla sua camera. Entra senza problemi e appoggia la bottiglia sul tavolo, con sopra un semplice post-it giallino scritto con il pennarello nero* Buon Natale boss! - Eden. *E fugge via prima che qualcuno si accorga che è stata lì*
***
Una pacca sulla spalla di Simon e una risata, seguita dal pesante rumore dei passi sul selciato e da piccoli colpi di tosse. Saluta Sherry con un cenno della testa e raggiunge la propria "abitazione", fischiettando un motivetto natalizio. Non ama il Natale. Ricorda lui qualcosa di passato e di doloroso, ma quelle canzoncine sono una cazzo di droga. Spalanca la porta ed entra all'interno della stanza, poggiando con cura Lucille al di sopra del letto. Ed è allora che si accorge della bottiglia. "Che cazzo?" Sherry non ha il permesso di entrare nella stanza durante la sua assenza. Così come chiunque altro al Santuario. Si avvicina - dopo aver sfilato la giacca - ed afferra la bottiglia tra le dita, osservando il biglietto con aria incuriosita. "Oh, ma grazie, Giardino." Un regalo di Natale. Non ne riceve uno da oltre un anno e l'ultimo era stato il culo di una delle sue amanti. Svita il tappo con un rapido gesto della mano e porta la bottiglia al di sotto delle narici, socchiudendo le palpebre. La ripone poi al di sopra del tavolo e spalanca la porta, sollevando un sopracciglio. Vorrebbe chiedere a Fat Joey di trascinare la giovane al suo cospetto, ma il caso vuole che l'uomo sia crepato nella peggior maniera possibile. Quindi fischia - e lo fa in maniera prolungata - attirando l'attenzione di Sherry. "Di a Giardino di portare qui il culo."
***
*Ormai ha preso l'abitudine di cambiarsi in bagno, visto che in quel luogo non esiste privacy e chiunque entra nelle stanze di chiunque senza nemmeno bussare... O forse è un trattamento che riservano ai novellini nella speranza di beccarli a fare qualcosa che non andrebbe fatto. La sua idea si rivela giusta quando sente la porta aprirsi, ma la voce che sente la convince a uscire dal bagno anche se con la camicia sbottonata* -Dimmi- "Negan vuole che porti il culo nel suo alloggio" *Dopo la discussione avuta la sera prima, i rapporti si sono un po' congelati tra lei e Sherry: certo, a nessuno piace sapere che dall'esterno si vedono alcune cose, e Sherry non fa differenza in questo. Anzi lei ha ancora di più da perderci rispetto ad altri. Sospira riabbottonandosi la camicia, di sicuro si prenderà una ramanzina per essere entrata nello spazio sacro di Negan oltre l'orario in cui ha avuto il permesso per ripulire e rimettere in ordine, o per essere entrata in possesso di qualcosa e averlo tenuto nascosto agli altri... Ed è abbastanza pronta anche a quello. Sherry si allontana rivolgendole a malapena un cenno di saluto, e lei si dirige verso l'alloggio di Negan. Questa volta però, come è giusto che sia, bussa. La speranza che sia solo contento per il regalo ricevuto è praticamente nulla, quindi sospira e infila le mani nelle tasche posteriori dei jeans* -Prima o poi qualcuno inizierà a sospettare che abbiamo una tresca se continui a ricevermi qui- *Dice ironicamente quando le apre la porta. Non sembra arrabbiato, il che può anche essere interpretato in modo positivo*
***
Sherry non sembra avere molta voglia di conversare. Non che la cosa gli importi poi molto - non gli interessa conversare e non gli interessa farlo con Sherry o qualcun altro al Santuario - ma è curioso di sapere cosa frulli all'interno della sua testolina bacata. Non fa domande al riguardo, ma si limita ad osservarla mentre si allontana ed a versare - con estrema attenzione - un bicchiere di Jim Beam. "Come sei entrata qui dentro?" Senza preamboli e senza neanche un saluto. Non è arrabbiato ma è piuttosto sorpreso per quel regalo inaspettato e vuole capirne il motivo. A nessuno è permesso entrare nella sua stanza. Un piccolo luogo di pace lontano dal mondo e dalla merda che li circonda. Rotea il bicchiere ed osserva il liquido ambrato, rivolgendole poi un piccolo cenno con il capo. "Puoi sederti, non sono venuto su nulla." Almeno è sincero ed indica il letto, portando il bicchiere alle labbra. "Un regalo per me. Per quale motivo?" Lo domanda con la massima serietà e con il viso rivolto nella sua direzione. Dovrebbe odiarlo - o almeno disprezzarlo - per quello che ha fatto e che l'ha costretta a fare. Non donargli qualcosa. "Non ti chiederò dove hai preso la bottiglia, dovrei ma eviterò di farlo, ma sono curioso di sapere il perché di questo regalo. Apprezzato, lo ammetto, ma inatteso." Piega la testa su di un lato ed allunga la bottiglia nella sua direzione. "Ti ringrazio, comunque. Avanti, versatene un goccio. "
***
*Rimane in silenzio e a testa bassa finchè non è lui a parlare, e quando lo fa alza lo sguardo su di lui e abbozza un mezzo sorriso* -Tra le mie mansioni di oggi c'era ripulire il tuo appartamento, quindi ho avuto facile accesso- *Non è mai stata brava nelle faccende domestiche, ma da quando ha iniziato a rendersi utile e attiva al Santuario ha imparato a fare di tutto e a farlo anche bene, oltre che velocemente per non ricevere strilli o peggio ancora punizioni* -Non ho fatto nient'altro, lo giuro. Ho pulito e ti ho portato la bottiglia- *Non le è stato chiesto di giustificare qualcosa, ma lo fa comunque. Sa di essere una specie di sorvegliato speciale, specie da quando è successo quel fatto di Fat Joey: il fatto che sia nuova, che i suoi rapporti con gli altri Saviors non siano iniziati nel migliore dei modi e che sia arrivata lì per solo volere di Negan --soprattutto in un momento per lei di estrema necessità-- non sono cose che giocano a suo favore. A volerci mettere su il carico, le tensioni con Dwight e i recenti dissapori con Sherry --creati più da Sherry che da lei-- non le rendono le cose più facili. Rimane lì impalata in attesa che Negan dica qualcosa, con le spalle tese e le mani strette tra di loro. Quando finalmente dice qualcosa guarda il luogo che le ha indicato* -Oh... Ok, grazie- *Si siede in un angolino in fondo al letto, facendo attenzione a non muovere di un solo millimetro la preziosa Lucille. La domanda la coglie un po' di sorpresa, e il fatto che sia giunta rende evidente il fatto che vedano la stessa cosa in due prospettive diametralmente opposte tra loro* -Beh... Ovviamente per arruffianarmi il capo e sperare di avere un trattamento di favore. Sto scherzando: non sono una ruffiana e non voglio trattamenti di favore. E' che... Anche se qui ho delle mansioni e cerco di fare la mia parte, mi hai portata qui quando praticamente non servivo a nulla se non a diventare concime e mi hai fatta curare. Mi hai dato un tetto, un modo per rendermi utile e cibo tutti i giorni. Quindi diciamo che è il mio modo per ringraziarti per avermi dato un'opportunità, e per aver creduto in me quando nemmeno io ci credevo- *E' così che la vede lei: quando Negan l'ha portata lì, nonostante lei gli avesse palesemente mancato di rispetto pochi giorni prima e l'avesse in qualche modo sfidato, e nonostante fosse praticamente moribonda e a un passo dal non farcela, lui ha puntato su di lei... Ha investito il tempo, le risorse e le capacità di Carson su di lei per una ragione che, oggi come oggi, ancora le è sconosciuta* -L'ho presa di nascosto dagli altri quando siamo andati a svuotare quel piccolo magazzino di rifornimenti umanitari. E l'ho tenuta nascosta fino a un'ora fa. Se stai per chiedermelo, no: non nascondo nient'altro. Solo una piccola scorta di elastici per capelli- *Apprezzato? Davvero ha apprezzato? Wow... Non sa che dire! E ancor meno sa che dire quando allunga la bottiglia verso di lei, infatti lo guarda con entrambe le sopracciglia inarcate* -Sul serio?- *Si alza e afferra la bottiglia, dirigendosi poi verso il tavolino su cui l'aveva appoggiata e versandone un po' in un bicchiere. Non molto: non beve da parecchio tempo e non è mai stata una gran bevitrice, e soprattutto non vuole approfittare dell'offerta* -Grazie-
***
Non è mai stato un tipo dal "grazie" facile. Ancor meno lo è divenuto da quando è iniziato quell'incubo ad occhi aperti ed il mondo è divenuto la casa madre dei Vaganti. Ecco perché quel ringraziamento è qualcosa di assolutamente inatteso ed in parte assurdo per uno come lui. Ma Eden questo non può saperlo: è con loro da troppo poco tempo per poter capire in maniera ottimale quale sia la condizione psichica di Negan. Il liquore è meraviglioso. Scalda l'animo e lo porta a ben sperare, anche se solo per qualche minuto. C'è ancora umanità in lui, anche se è in grado di nasconderlo più che bene. "Non mi sbaglio mai sulle persone" Commenta dopo qualche istante, con la bocca ancora impastata dall'alcool ed il tono roco di chi non dorme da giorni. "Solitamente sono capace di vedere ben oltre la superficie. delle cose e delle persone. Sapevo che saresti stata un ottimo elemento, anche se mi sei stata ampiamente sul cazzo quando hai tentato di opporti alla mia leadership" Abbandona la bottiglia nelle sue mani e piega la testa su di un lato, annuendo alle sue parole. "Non ho pensato neanche per un secondo che l'avessi fatto. Sei troppo furba per rischiare di essere inculata da Lucille." Scrolla le spalle e sospira, riservandosi un altro sorso per bagnare le labbra e la lingua. "Ti svelerò un segreto..." Si appropria nuovamente della bottiglia e ne versa un altro bicchiere, osservando il liquido scorrere attraverso il vetro. "...inizialmente pensavo di ucciderti. Non apprezzo quando le persone utilizzano la loro sfrontatezza - inutile in quell'occasione - per farsi grandi di fronte agli altri. Esiste qualcosa chiamata "saggezza" ed in molti non ne sono a conoscenza. Poi ti sei ripresa quando hai compreso come stavano le cose. Ed allora ho capito che saresti stata un buon elemento da avere fra noi, Giardino. Non potevo lasciarti morire." Ed in fondo non è neanche così un figlio di troia, come vuole lasciare credere. Di certo non ha l cuore tenero, ma non è neanche così folle come in molti sostengono. "Il regalo mi è piaciuto. Hai azzeccato i miei gusti." Abbozza un sorriso per poi prendere posto di fronte a lei, con il bicchiere tra le mani e lo sguardo fisso nel suo. "Allora: chi eri prima di arrivare qui. Quale è la tua storia, prima che il mondo andasse a puttane, mh? Facciamo conoscenza."
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*E il copione di un Negan completamente diverso quando non è in presenza di altri torna a ripetersi, tanto che ormai non desta quasi più stupore. E' comunque piacevole riuscire ad avere degli scambi /normali/ con lui, e in questo si sente anche privilegiata rispetto ad altri* -Alla salute- *Dice sollevando il bicchiere e portandolo poi alle labbra. Non assaggia alcool da molto, moltissimo tempo, e quella traccia rovente che va dalle labbra alla bocca dello stomaco ha un che di rassicurante. Le riporta alla mente le serate con Emily, la sua migliore amica di cui ha perso ogni traccia con l'esplodere dell'apocalisse. Ascolta attentamente le parole di Negan, che ammette di aver pensato di ucciderla. Non è una novità, sa benissimo che non ha fatto nulla per evitarlo, ma ha comunque qualcosa da obiettare* -No, su questo ti sbagli. Non volevo farmi grande di fronte a nessuno, non ho mai avuto bisogno di queste cose... Diciamo che è stato un mix di fattori. Io non sono brava a mentire Negan... E il doverlo fare per parare il culo a quel laido schifoso di Gregory mi ha destabilizzata. Avevo già assistito, per modo di dire, ad altre vostre visite... Ma da un'intercapedine ricavata in una parete della casa di Gregory. Tu mi incalzavi, la situazione era quella che era... E per quanto sapessi che stavo sbagliando tutto, non faccio un passo indietro neanche se il rischio è quello di finire contro di lei- *Dice sollevando il pollice all'indirizzo di Lucille, adagiata su un lato del letto* -Non torno sui miei passi ma so riconoscere quando sbaglio, so riconoscere a chi essere leale e a chi essere grata. E a quanto pare, questo conta qualcosa per te- *E' viva, è in un luogo off limits per chiunque e non è trattata da sottoposta come accade a tutti fuori da quella zona* -Beh, non è che ho avuto molta scelta... C'era solo quella bottiglia, ed era anche sigillata. Non ci potevo credere! Quindi mi sono detta perchè no? Comunque mi fa piacere che ti piaccia- *A volte è difficile ricordarsi che sia esistito un prima... Ma è esistito, e se lo ricorda con un po' di amarezza* -Andavo a scuola... Frequentavo l'accademia di moda a Chicago, volevo fare la stilista... Avevo anche le carte in regola. Per il resto ero una fottutissima figlia di papà come tanti altri, dalla quale non ci si aspettava altro che successi. Avevo parecchia pressione addosso, e riuscivo a sfogarla soltanto in palestra... Me la cavavo decisamente bene nelle arti marziali- *Fa una pausa prendendo un altro sorso dal bicchiere* -E tu invece chi eri prima di tutto questo? Sempre se vuoi dirmelo-
***
Resta a fissarla senza proferire parola alcuna, con il viso rivolto nella sua direzione e le labbra ancora pregne di alcol. "Questo è quello che ne è uscito ai miei occhi." Sa dei sotterfugi di Gregory e sa bene che non sono ancora giunti al termine. "Non sono solito concedere seconde possibilità." Lo ha fatto solo perché ha intravisto qualcosa di differente e di potenzialmente utile per il gruppo, nel'atteggiamento spavaldo della rossa. "Mh... hai comunque avuto buon gusto." Preferisce sorvolare sull'argomento Gregory. Ha intenzione di condurre una spedizione a sorpresa, molto presto, ed il pensiero di poter nuovamente osservare quella faccia da cazzo, non lo rende particolarmente felice. Abbassa dunque il bicchiere ed ascolta le sue parole, poggiando i palmi delle mani al di sopra della lignea superficie del tavolino dietro di lui. Non ama ricordare chi era. Forse perché ricordarlo è talmente doloroso, da aprire uno squarcio all'altezza del suo petto. Non è un santo e non è un innocente. Adora uccidere e adora piegare il prossimo - lo ha sempre adorato, ancor prima di ritrovarsi in mezzo alla carne morta - ma ricorda ancora le sensazioni provate, quando ancora il mondo aveva un senso. Tutti sanno cosa è avvenuto nel suo "piccolo mondo". Tutti conoscono la storia relativa a Lucille e l'insistente ricerca di mogli aggiuntive. Nessuno ha mai ascoltato quella versione, eccezione fatta per Simon, direttamente dalle sue labbra. "L'allenatore di una squadra di ragazzini." Niente di più e niente di meno. Fischietto, tuta e qualche segretaria a fargli un pompino durante le pause. "Non che le cose siano particolarmente cambiate." Il temperamento non lo è. Per quanto possa sembrare assurdo, Negan è sempre stato Negan. "Ma ero bravo nel mio lavoro. E in parte mi piaceva e mi divertiva. Mia moglie non era della stessa idea."
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*E capisce perfettamente quello che può aver visto Negan quel giorno... Non di certo ciò che è davvero, ma è contenta di avere occasione di dimostrare che è ben più di quel pomeriggio isterico a Hilltop. E' ancora più contenta del fatto che lui l'abbia visto ancora prima che lei iniziasse a dimostrare qualcosa* -Ho visto... Quel giorno che Sherry mi ha portata di sotto per mostrarmi che usavi il ferro su Michael e hai parlato delle regole... Ho afferrato molto bene il concetto- *Ricorda ancora l'odore di urina e di carne bruciata, le urla di Mark e i singulti di una donna dai capelli biondi poco distante da lei. Lì ha capito davvero quanto abbia rischiato, e quanto Negan sia molto di più dello stronzo con un'arma micidiale tra le mani che si erige al di sopra di tutti con la politica del terrore: se non ci fosse quel /molto di più/ lei sarebbe già morta, invece è stata quasi premiata. E questo la confonde, la mette in difficoltà: non sa se esprimersi liberamente mostrerebbe che comunque ha capito quella parte di lui e la rispetta, o se da parte di Negan verrebbe visto in modo negativo. Nel dubbio, sempre meglio tacere... Almeno su qualcosa* -Lì ho capito quanto sia stata fortunata, e quanto davvero ti dovessi. Non passa giorno senza che io mi senta una privilegiata, davvero: so cosa accade a chi ti incontra e non agisce come tu ti aspetti, l'ho visto, ho ucciso un uomo per questo... E il fatto che non ci abbia lasciato la testa, o una parte di faccia, è qualcosa per cui ti devo un grazie ancora maggiore- *Ricordare fa male. Rivedere i volti dei suoi amici, dei suoi fratelli, di suo padre... Fa male, molto male... Tanto da costringerla a buttare giù tutto d'un sorso quanto rimasto nel bicchiere per lavare via quel senso di amarezza e di sconforto. Ascolta con vivo interesse le parole di Negan riguardo al suo passato. E cerca di immaginarselo in tuta e fischietto a cercare di ammaestrare un branco di adolescenti scatenati con solo due obiettivi: la facile carriera sportiva e le cheerleader* -Un allenatore? Vedendo Lucille, scommetto allenatore di baseball. Beh, immagino che servisse un certo temperamento per tenere a bada dei ragazzini- *Aveva pensato a qualcosa di più /aggressivo/ tipo marine o poliziotto, visto il linguaggio e gli atteggiamenti* -Avevi una moglie?- *E' lì da troppo poco tempo e ha troppi pochi /amici/ per conoscere le vere storie di chi vive lì oltre a lei, e mai si azzarderebbe a fare domande a qualcuno su Negan. Ma non è difficile immaginare che fine possa aver fatto, visto che ora lui vive con più mogli*
***
E' quasi sicuro che abbia afferrato al meglio quel concetto. Non ha alcuna intenzione di ribadirlo - non ritiene ve ne sia il bisogno - ed è abbastanza lieto di non aver avuto modo di rendere / nuovamente / nota la propria posizione. "Possono sembrare regole fuori dal comune e sin troppo barbare, lo so. Ma sono le giuste regole per sopravvivere in questo cazzo di mondo." Ha abbandonato ogni idea di civiltà quando ha compreso quanto la civiltà fosse andata a puttane. "Non sono i morti a farmi paura. Neanche i vivi, non più, ma preferisco di gran lunga avere a che fare con i Vaganti. I loro cervelli sono pieni di merda." I vaganti seguono l'istinto primordiale della caccia, mentre gli umani... loro sono qualcosa di differente. Lo ha visto accadere ancora prima dell'outbreak. Lo ha visto succedere nelle piccole cose e nelle piccole realtà quotidiane, prima di finire nel revival di un film di Romero. "Non ti avrei toccato la faccia. Ti avrei solo spaccato la testa." Sorride persino mentre lo dice, quasi fiero di quelle parole e della propria magnanimità. Ma il sorriso svanisce quando il discorso verte sulla sua precedente vita. Ricordare fa male persino ad un figlio di troia come lui. "Erano delle teste di cazzo. Delle piccole teste di cazzo da tenere a freno." Ma li adorava per quanto fosse possibile. Ed avrebbe desiderato un figlio con tutte le sue forze. Annuisce alla domanda della giovane, arricciando appena le labbra prima di rispondervi. "Lucille." Ed ecco spiegato il motivo di quel nome. Di quell'attaccamento morboso a quella mazza, pallido ricordo di qualcosa - o qualcuno - perduto da tempo. "E' morta poco dopo l'inizio di questa merda. Un cancro. Si è risvegliata solo per essere uccisa di nuovo."
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*Regole fuori dal comune in un mondo in cui ormai tutto è fuori dal comune, quindi non è una grossa sorpresa* -Dura lex sed lex... Io non le trovo fuori dal comune: ogni azione, ogni mossa sbagliata, ogni colpo di testa può mettere a rischio la sopravvivenza di tutti... Quindi è giusto infliggere pene esemplari a chi infrange quelle regole- *Sembra incredibile che si trovi così in accordo con lui, eppure è quello che accade* -E tu non ti puoi concedere il lusso di essere troppo di manica larga: l'istinto di sopravvivenza tira fuori il peggio da alcune persone, e se vedono che uno riesce ad aggirare le regole altri proveranno a farlo, e non esisterà più ordine. Quindi, per quello che vale, condivido il tuo metodo. Specie dal momento che ognuno di loro là fuori dice di essere Negan- *A lei non è ancora stata posta quella domanda, ma sa che presto o tardi accadrà. Anzi, ha già anche una mezza idea di dove e quando accadrà: a Hilltop, davanti a Gregory... Giusto per ricordargli quanto Negan abbia mille e più mezzi per prosciugargli anche il culo. Alle parole di Negan abbozza un sorriso e china appena la testa di lato* -Beh, grazie per la premura- *Risponde in tono quasi divertito, è ovvio che la sua sia soltanto una battuta. Ma quell'attimo è destinato a durare poco: nel momento in cui inizia a parlare della sua defunta moglie, dando un senso a molte cose. Ora capisce cosa rappresenti per lui la sua arma: il suo precedente lavoro, ma soprattutto la sua defunta moglie. Si zittisce di colpo ascoltando la storia di quella donna, e in quel momento quasi prova tenerezza nei confronti di Negan. In fondo tutti hanno perso qualcuno di caro in quella merda, quindi lo capisce... Anche se forse per lui è stato peggio, avendola vista divorare dalla malattia prima di divenire una vagante* -Dovevi amarla molto... E devi aver sofferto molto, visto che di tutte le tue mogli non ne ami neanche una- *Non è per fare la sapientona o per volersi fare i fatti suoi, ma anche se più piccola è una donna anche lei, e certe cose le capisce. E capisce che lui non ama loro come loro non amano lui, anche se la situazione --come le ha già detto Negan la volta precedente-- fa comodo ad ambo le parti così com'è: loro vivono una vita privilegiata rispetto agli altri, lui si diverte* -Io non ero sposata ma ero innamorata di un mio amico, lo ero fin dal liceo e solo in questa merda ho trovato il coraggio di dirglielo. Pochi giorni dopo è salito su un auto per provare a metterla in moto, ma l'idiota non ha controllato e sul sedile posteriore c'era un vagante... Gli ha divorato parte del viso e del collo in pochi secondi, senza che nessuno di noi potesse fare nulla se non guardarlo morire e sentire le sue urla di dolore, finchè ha potuto urlare. Un tempo sognavo di farmi una vita, di avere un figlio a cui insegnare a meritarsi ogni cosa anzichè crescerlo viziato come sono cresciuta io... Ormai non ho più neanche il coraggio di sognare, figuriamoci di sognare un figlio da lasciare a questo schifo di mondo-
***
Non è il tipo da sciorinare parole sentimentali e da rivelare segreti che - per sua stessa ammissione - hanno il potere di farlo sentire una merda. Il ricordo di Lucille è ancora vivido. Qualcosa che brucia e attanaglia il suo stomaco, costringendolo più volte a reprimere l'impulso di gridare il suo odio verso se stesso. Oh, si. Perché Negan si odia. Non per il comportamento sconsiderato e l'indole da figlio di troia - di quello va più che fiero -, ma per il modo in cui ha perso quella donna ed il modo in cui non è stato in grado di darle la "pace" eterna. Non ci è riuscito. Ha atteso che fosse qualcun altro a premere il grilletto. E' semplicemente uscito dalla stanza di ospedale, mentre lei sbavava e ringhiava, ormai vittima di quell'epidemia, ed ha atteso che l'eco dello sparo avesse fine. Lo ha atteso seduto su un cazzo di pavimento, con le mani strette attorno al viso e le lacrime a rigare le guance ruvide. Ma da quel giorno non ha mai più versato una lacrima. Da quel giorno la parte umana di lui - se mai vi fosse stata - è stata sepolta in una fossa profonda ed ha lasciato spazio al cinismo e alla crudeltà. Tutte quelle mogli. Tutte quelle donne che gli offrono il loro corpo ed attendono che lui venga, per sfogare la sua rabbia, non sono altro che un placebo. Qualcosa di inutile, forse, ma necessario per convincerlo che può ancora superare se stesso. "Era mia moglie." Scuote la testa mentre lo dice, massaggiando il proprio mento con due dita. "Ho fatto tante stronzate e l'ho persa. Loro sono..." Non sa neanche come definirle. Non gli importa nulla , se non di farsi una sana scopata. "... un buco utile in cui infilarlo più volte." Sessista e maschilista, ma sincero. Smette di parlare solo per consentire a lei di farlo e serra le labbra, poggiando ambedue le mani sulle ginocchia. "Come è stato? Perderlo, intendo." Per lui è stato devastante, anche se non ha molta intenzione di mettere a nudo i propri sentimenti. "Un figlio è quello che invece io desidero." Ammette senza troppi giri di parole. "Ho sempre desiderato averne uno e questo mondo di merda. dovrà comunque andare avanti. L'estinzione non è contemplata nel mio ridotto vocabolario."
***
*Il silenzio in cui Negan si chiude per qualche istante è più eloquente di mille discorsi a vuoto. Ha sofferto, soffre ancora... E forse soffrirà per sempre. Niente al mondo restituirà a tutti loro chi hanno perso, andare avanti è un imperativo a cui nessuno di loro si può sottrarre... E a volte il dolore è l'unica cosa che rimane della /vita precedente/, quando quel qualcuno faceva ancora parte delle loro vite* -Hai fatto tante stronzate come tutti ne facciamo. Ma quando ha avuto bisogno di te tu eri esattamente dove dovevi essere: accanto a lei. Questo vuol dire che lei, in cuor suo, forse aveva perdonato le tue stronzate... E forse è ora che te le perdoni anche tu. Perchè tanto di quello che eravamo non è rimasto più molto... Aggrapparci alle stronzate, al dolore e a quello che di peggio abbiamo fatto è un alibi di cui in queste circostanze non abbiamo bisogno- *Negan ce l'ha scritto in faccia il tormento che prova, e per quello che in fondo è il suo carattere vorrebbe dargli una pacca sulla spalla e rassicurarlo, cercare di aiutarlo in qualche modo... Ma il modo non c'è. Si alza quindi dal letto, come se fosse un posto dove non deve stare e si allontana verso il tavolino, dove appoggia il bicchiere vuoto. All'inizio non lo degna nemmeno di uno sguardo. Non per qualcosa, sta solo pensando: a cosa dire, a cosa non dire, a come comportarsi. Perchè il suo dubbio con Negan è sempre quello: il non sapere quali confini lui ha tracciato e dove. A un certo punto, dopo aver abbandonato il bicchiere, risponde alla sua domanda* -Non lo so... Sono successe talmente tante cose da allora che non ho nemmeno avuto il tempo di pensarci o di disperarmi più del dovuto. E' qualcosa che ho accettato, non avendo altra alternativa. Ma penso che dopo aver visto mio padre diventare uno di quei cosi sbavanti e ringhianti, e venirmi incontro per divorarmi, nessuna perdita possa farmi male davvero. E sai qual è il mio senso di colpa? Il fatto di non aver avuto un ultimo senso di pietà nei suoi confronti, ponendo fine a quella schifosa condanna... Non ne sono stata capace, vedevo ancora mio padre... Forse proprio come tu vedevi ancora la tua Lucille, anche se non è la stessa cosa- *Rilassa le braccia lungo i fianchi ascoltando le sue parole un po' controverse: un figlio dovrebbe essere un atto d'amore, non di un uomo che semplicemente sfoga i suoi istinti su una donna e la mette incinta* -Ti auguro di riuscire a realizzare il tuo desiderio... Ma di riuscirci non con una delle tue mogli: di riuscirci con qualcuna che si meriterà di sentire la voce di vostro figlio che la chiama "mamma"- *Per quanto la riguarda, ha perso ogni speranza per ogni cosa: la speranza di essere felice, la speranza di qualcosa di suo soltanto, la speranza di un qualcosa da costruire con qualcuno e condividere con qualcuno... Sono tutte cose che, realisticamente, non avrà mai. E lo sa, lo sa benissimo. E questo la rattrista ogni giorno di più*
***
Non è un vittimista e non ha alcuna intenzione di divenirlo proprio ora. Non ha mai versato una lacrima - non in pubblico, almeno - per la morte di sua moglie e non intende mostrare anche quel lato di se. Le sole lacrime che ha versato, sono state celate allo sguardo altrui e per quanto quella conversazione possa essere intima e confidenziale, non può - e non vuole - esporsi così tanto. "Non mi aggrappo alle stronzate ma sono consapevole di ciò che ho fatto e di quello che avrei potuto evitare." Tradirla e non avere il benchè minimo rispetto per le sue condizioni. La amava, certo, ma le tentazioni erano molte e in alcune circostanze la debolezza della carne era difficile da sostenere. Lei lo sapeva. Lucille era al corrente di ogni singola cosa e sapeva bene cosa Negan nascondeva, ogni qual volta andava a trovarla con la camicia sgualcita e gli occhi arrossati dal sonno. Sapeva che quell'uomo non le era fedele, eppure non aveva mai mostrato le intenzioni di lasciarlo. Accettava ciò che era e accettava quella debolezza, consapevole che l'amore per lei, avrebbe superato ogni ostacolo. Scuote la testa ancora una volta e resiste all'impulso di afferrare la bottiglia e scolarla interamente. Però si volta a guardare Eden, ora sin troppo vicina e sin troppo attenta a quella storia. Errore? Non sa come prendere quella situazione, sin troppo strana anche per uno come lui. "Neanche io sono riuscito a porre fine alla sua vita, Eden. Lo ha fatto qualcun altro per me, perché non... non potevo spararle. Era Lucille e avrebbe continuato ad esserlo anche in quelle condizioni." Forse per quel motivo è cambiato. Forse è stato quell'evento a renderlo meno umano e molto più cinico. "Mi sono seduto ad aspettare lo sparo. Ho poggiato il culo sul pavimento, ho pianto come un fottuto ragazzino ed ho atteso lo sparo. Niente altro. Ho sentito il suo corpo cadere a terra e sono rientrato nella stanza." Sospira e solleva l viso verso l'alto, osservando il soffitto ormai macchiato da sangue e da qualcosa che non vuole esaminare. "Pensi che le mie mogli non siano all'altezza, vero? O meglio... che nessuna di loro, sia in grado di darmi quello che voglio." Torna a fissarla e schiocca la lingua contro il palato, abbassando di poco il busto per poterla fissare da vicino. "E tu? Cosa faresti se fossi una di loro, Eden?" Questa volta non parla ad alta voce. Sussurra e piega la testa di lato, senza alcun cenno di ironia o di sarcasmo nel tono.
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*Sospira stringendo appena le spalle, rendendosi conto di quanto quella conversazione sia andata oltre rispetto a ciò che forse entrambi si erano prefissati. La confidenza di sicuro non è qualcosa che è stato preventivato, così come non lo è il gettare le maschere che indossano. E anche se quelle maschere sono ben fissate al loro posto, la conversazione li ha spinti ad un livello tale che forse entrambi stanno riuscendo a guardare al di là di esse senza che esse vengano calate* -Lo posso capire, ma anche se fai di tutto per non mostrarlo ce l'hai scritto in faccia il tuo dolore. Quello di chi non può cambiare le cose, di chi pur tornando indietro non le cambierebbe perchè quegli atti derivano forse dal proprio modo di essere... Ma comunque di chi ha dovuto affrontarne le conseguenze e ne è uscito a pezzi, rendendosi forse conto di quante volte quelle stronzate hanno rischiato di portargli via qualcosa di importante- *Un uomo non diventa poligamo dall'oggi al domani solo per fottere delle regole che ormai in quel mondo non esistono più, quindi non è difficile interpretare quali possono essere le /stronzate/ che ha fatto Negan... Le stesse che ha fatto sua madre, ma che suo padre non ha saputo e voluto sopportare e che ha portato alla fine del loro legame. Al suo racconto cerca di scacciare le immagini di suo padre ridotto a un vagante, che ringhia e cerca di afferrarla per nutrirsi delle sue carni, e sente una fitta di dolore proprio al centro del petto. Non un dolore fisico, ma un dolore ben peggiore. Guarda Negan con aria stranita, quasi sorpresa quando per la prima volta la chiama per nome* -Io non ho nemmeno voluto che lo facesse qualcun altro... Era mio padre e nessuno doveva permettersi di fargli qualcosa, neanche se era in quelle condizioni. Ma quel fatto mi ha aperto gli occhi, mi ha fatto capire quali siano le condizioni del mondo attuale... Non solo per i vaganti, ma in generale. E mi ha resa più forte, ma non passa giorno senza che io pensi a quanto sia stato crudele da parte mia costringerlo a rimanere così invece di far finire tutto- *Riflette per alcuni istanti sulla domanda che Negan le ha posto riguardo alle sue mogli. Non ha bisogno di rifletterci, ma vuole comunque essere sicura di non dare adito a malintesi* -Ti sembrerà volgare e sfacciato, ma... Penso che per loro aspettare un figlio da te sarebbe come per una puttana rimanere incinta con un cliente. Voi non avete delle relazioni, avete degli scambi quasi commerciali: tu dai qualcosa a loro, loro danno qualcosa a te. Ma almeno per quella che è stata la mia educazione e per quello che è il mio modo di vedere le cose, questi non sono presupposti per mettere al mondo un figlio. Forse sarebbero delle buone incubatrici, ma tra essere questo e essere delle madri credo ci sia una certa differenza- *La domanda successiva la coglie ancor più di sorpresa, ma non richiede alcuna riflessione. Solo un istante per superare l'impatto e abbozzare un sorriso, posando quasi affettuosamente una mano sulla spalla di lui ora alla sua portata* -Io non sarei nemmeno una delle tue mogli se vedessi in te solo un modo per non faticare o per avere dei privilegi... Non potrei mai essere la moglie di qualcuno se non provo qualcosa... Con questi presupposti probabilmente la penserei in modo molto diverso da loro-
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L'immagine di Lucille diviene più nitida, all'interno della sua mente. L'immagine di una donna gentile ed educata, sin troppo dolce per essere davvero reale. Forse l'ha idealizzata subito dopo la morte, ma vi è una parte di lui, convinta della sua mancanza di difetti. Non vuole dimenticarla. Non vuole dimenticare quello che hanno avuto e quello che sono stati. E non vuole dimenticare quello che lui ha fatto. Non vuole dimenticare il dolore che ha lei causato e le troppe ingiustizie che hanno caratterizzato il loro matrimonio. Cosce di altre donne. Quei gemiti soffusi nello stanzino della palestra, certo di non essere visto o ascoltato, ma pur sempre sulla bocca di chiunque. Non è solo dolore ciò che prova. E' rabbia. Una rabbia mista a delusione, soprattutto per se stesso. "Non sei stata la sola." Mormora, questa volta decidendosi ad afferrare la bottiglia per tracannare un lungo sorso. "In molti non sono riusciti a mettere fine all'esistenza di qualcuno di caro. In troppi non sono riusciti a vedere ciò... che erano divenuti." In quel momento non sembra neanche lui. Non alza la voce e non da sfogo alla sua indole becera. Non ci sono parolacce e non ci sono cattiverie e crudeltà. Sospira e basta, immaginando solo cosa ne sarebbe stato di lui, se non avesse scelto di far mettere fine alla vita di Lucille. "Loro sanno di non potersi opporre. Sanno che non farei nulla con la forza, ma sono consapevoli di dovermi ben più di qualcosa. Oh, sono certo del fatto che nessuna di loro mi ami. So anche che alcune di loro mi odiano a morte, ma preferiscono farsi montare come cagne in calore, piuttosto che dare aria alla bocca. Non dovrebbero essere madri. Mi occuperei io di mio figlio." Forse è vero. Forse sono solo incubatrici e non amerebbero mai ciò che nascerebbe, ma a che pro non tentare? La osserva - prima però osserva la sua mano e socchiude un poco le palpebre - e scuote la testa, lasciandosi andare ad un sorriso. "Non vorresti essere una delle mie mogli, Eden? " Si scosta dal tavolino e questa volta si pone di fronte a lei, con il busto semi-chino ed il viso a poca distanza da quello della giovane. "Davvero non accetteresti di esserlo, solo perché non provi nulla per me? Perché? Non ti costringerei a scopare, se non volessi. Non costringo nessuna di loro a dire il vero." Piega la testa di lato ed umetta le labbra con la punta della lingua. "Sei differente, Eden. Da tutti loro."
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*Seguono lunghi attimi di silenzio, attimi in cui forse entrambi si riservano una qualche riflessione su ciò che è stato e ciò che hanno dovuto affrontare. Loro come chissà quante altre persone là fuori, senza nemmeno andare troppo lontano. In quel momento, al di là di spocchia e presunzioni varie, non sono molto diversi da chiunque altro oltre a quella porta: come loro hanno amato, hanno lottato, hanno perso e hanno sofferto, facendo poi i conti con un dolore che non passerà mai del tutto* -No, questo lo so. O almeno me lo posso immaginare. Basta guardare al nostro gruppo: alla fine siamo tutti dei bastardi randagi che non hanno più niente e più nessuno, anche se ognuno vive questa condizione in modo diverso come forse è giusto che sia... Ma è come dici tu, non si riesce ad andare oltre e si vede sempre la persona amata, anche quando ringhia e brama la tua carne. Se allora fossi stata la persona che sono oggi, forse non avrei avuto esitazioni nel riservare a mio padre quel gesto di misericordia... O forse no, non lo so... A volte mi sento confusa- *Ha dei momenti, rari per fortuna, in cui davvero si sente confusa e non sa chi sia davvero. Per fortuna mai in momenti decisivi, ma accade. Solo che solitamente accade lontano da occhi estranei, accade nel buio della sua camera o nel silenzio dei turni di guardia. E non capisce nemmeno perchè si stia mettendo a nudo in quel modo. Ascolta poi con attenzione le parole di Negan che confermano quanto da lei detto, e scuote appena la testa* -Questo come ti fa sentire? Ok, dici che non sei il tipo da parole dolci o cose del genere... Ma anche se ti diverti, cosa pensi in quei momenti?- *Perchè comunque è quasi sicura che ci sia una parte di lui che ci pensa, e che per quanto nessuna delle sue mogli meriti i suoi sentimenti questo non significa che a modo suo lui non sia in grado di provarne, o di desiderarne. Quando parla di crescersi lui il figlio rimane interdetta. Sarebbe una situazione abbastanza strana: come la metterebbe con la madre? Ma non vuole né domandarselo né domandarglielo... Qualcosa le dice che non accadrà molto facilmente o molto presto* -Hai ragione... Forse sono io che sbaglio nel vedere ancora i figli come un atto d'amore. Ormai l'utero in affitto è legale da molto tempo a quanto ne so- *Ammette prima di sentire ogni muscolo del suo corpo irrigidirsi, sia per la breve distanza che per quella domanda quantomeno strana, che però le strappa un sorriso appena accennato* -Ho fatto la vita da puttanella snob per troppo tempo, devo dire che la prima linea mi piace più del trono da principessa- *Non l'ha mai vista in quei termini, o meglio non si è mai vista a ricoprire quel ruolo... Ma non ha tempo di pensarci, perchè a quanto pare Negan ha intenzione di non mollare la presa* -Non ti sfiora l'idea che qualcuno potrebbe invece provare qualcosa per te? E non sto dicendo che sia così da parte mia... Cioè sì, lo sto dicendo ma no. E forse proprio questo non mi farebbe accettare: sembrerò presuntuosa, ma io e quello che penso o provo siamo molto di più del branco di troie arriviste in cui verremmo gettati se per ipotesi tu me lo stessi proponendo seriamente- *Vorrebbe rimangiarsi ogni singola parola, ma ormai non può più farlo. Non le resta che sospirare e rilassare le spalle* -Lo so... Ed è proprio questo che un giorno o l'altro mi fotterà come mi ha già fottuta tante volte... E come mi sta fottendo adesso-
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"E' normale sentirsi confusi" Mormora, sollevando un poco il capo per poter ingurgitare al meglio la bevanda. Il sapore acidulo lo porta a serrare le palpebre e lo costringe - seppur per qualche istante - ad abbassare la guardia. "Se non lo fossi, probabilmente saresti già crepata" Non è propriamente una debolezza l'essere confusi. Non secondo il suo punto di vista. é l'essere vulnerabile ad esserlo. Scuote il capo e serra le labbra, poggiando - con un gesto rapido e secco - la bottiglia sul legno. Che domanda del cazzo. Cosa pensa quando le scopa? Quando si prende cosa vuole e le lascia sul letto, con le cosce spalancate e il culo in fiamme? "Penso a quanto è divertente fotterle e sentirle urlare. E' abbastanza soddisfacente." Sorride nuovamente per poi scoppiare in una risata roca e sollevare le spalle. "Cosa vuoi che ti dica? Penso di potermi sfogare come voglio e loro sono disponibili a farlo. Dovrei sentirmi una merda? Non riesco. Non ne sono in grado. Forse mi usano, come io uso loro, ma che altro potrei chiedere? Non posso costringerle ad amarmi. Vuoi che ti dica quanto sia frustrante? Potrei farlo ma... cosa cambierebbe?" Un cazzo. Perché nessuna di loro potrebbe mai cambiare idea. Lo odiano e vorrebbero di gran lunga vederlo morto, piuttosto che condividere ancora il letto con lui. La risposa di lei, però, lo coglie di sorpresa. Corruga la fronte e non accenna a scostarsi o ad aumentare lo spazio personale tra loro. Resta a fissarla, con quel sorriso da figlio di puttana stampato al di sopra delle labbra e le braccia, improvvisamente conserte al di sopra del petto. "Provi qualcosa per me?" Scosta una mano e distende l'indice, indicandosi all'altezza del petto. "Giardino... davvero, TU, provi qualcosa per me? " Non lo aveva considerato possibile o plausibile. In fondo l'ha umiliata e trattata di merda per diverso tempo. Non ride però. Si limita a fissarla e a compiere un passo in avanti, allungando quella stessa mano - quella con cui si è indicato - sino a sfiorare il suo mento. Lo afferra - delicatamente, ma con decisione - con indice e pollice, costringendola a sollevare il viso nella sua direzione. "Nessuno ti sta fottendo adesso." Mormora, tornando a sorriderle nella stessa maniera di poco prima. "Se te lo stessi chiedendo davvero? Mh?" Umetta le labbra con la punta della lingua, prima di abbassare il volto e portarle all'altezza del suo orecchio. "Smettila di pensare di poter essere fottuta dal tuo comportamento, Eden. Perché pensi di essere qui, con me? Se ti fosse comportata come le altre, probabilmente non staremo neanche intrattenendo questa conversazione."
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*La confusione mentale è qualcosa a cui ha dovuto, suo malgrado, abituarsi. Nella sua esistenza --chiamarla vita forse è troppo-- è sempre stato tutto lineare, tutto pianificato e tutto portato a un tale livello che a 19 anni si è trovata ad essere già stanca della sua routine... Abbastanza stanca da dover ricorrere ad uno psicoterapeuta. Forse avrebbe dovuto rendersi conto già allora di come qualcosa fosse sbagliato, ma ormai è tardi per farsi domande. Per quanto lecite. sta di fatto che ora il mondo va alla rovescia: i morti rischiano di sopraffare i vivi e in molti casi ci riescono, i vivi devono difendersi da loro e dagli altri vivi poichè chiunque può rappresentare una minaccia. Nessuno nella vita è stato preparato a questo, ma per quanto ce la metta tutta a volte ha la sensazione di non potercela fare* -Non è esatto. Non sono crepata perchè c'è sempre stato qualcuno a pararmi il culo. Di mio forse non sarei durata neanche una settimana- *Dalla risposta di Negan sembra quasi che non abbia capito qual è la vera domanda, visto che risponde con cose già dette e abbastanza ovvie* -Cristo- *Mormora quasi a denti stretti. Non è una moralista o una che si scandalizza facilmente, nemmeno lei è una che prima di quello schifo si è concessa soltanto per buoni sentimenti. Ma una tantum è una cosa, vivere così è degradante per chiunque. Quando però lui ammette quanto sia frustrante, solleva lo sguardo come se in lei si fosse acceso qualcosa. Quella è la traccia di umanità che stava cercando* -Vedi che avevo ragione e la mia ricerca non è del tutto fallita?- *Ma non aggiunge altro, anche perchè rimane pietrificata dalla reazione quasi divertita di Negan. Non avrebbe né dovuto né voluto dire quello che ha detto, avrebbe dovuto rimanere sepolto dov'era. A quella domanda si irrigidisce e fissa lo sguardo sul pavimento, avvolgendo il busto con le proprie braccia con tale forza da sembrare voler sparire o spezzarsi tra di esse. Non riesce nemmeno a rispondere a quello che Negan le chiede, balbetta solo una breve serie di monosillabi incomprensibili anche a lei stessa. Alla fine riesce a raccogliere qualche frase sensata* -Credi che siano i turni di guardia da 10 ore a cui Dwight mi costringe quando gli altri ne fanno la metà a destabilizzarmi? O le botte? No, non è quello- *Contorta come conferma alla sua domanda, ma pur sempre una conferma. I tagli e i lividi sul corpo è qualcosa con cui ha imparato a convivere, con quello che sente è più dura. Quando sente le dita di Negan esercitare una leggera pressione sul suo mento solleva la testa e lo guarda* -Beh, se me lo stessi chiedendo davvero dovrei pensarci. Io non voglio vivere come loro. Io sono una savior, e tale voglio rimanere- *Come se l'unica cosa su cui riflettere fosse quella. Come se davvero sarebbe disposta ad essere considerata la moglie di qualcuno senza potersi svegliare al suo fianco ogni mattina* -Essere /quella diversa dagli altri/ non è sempre una cosa positiva. A volte, tipo adesso, lo è... Altre no- *È talmente vicino da permetterle di sentire l'odore del suo shampoo, costringendola con quel sussurro a socchiudere le palpebre per un attimo* -Ora tocca a me farti una domanda- *Sta per assumersi il rischio più grosso di tutta la sua vita forse, ma non rischiare sarebbe peggio. Si ritrae appena e con un movimento rapido e /una volta tanto/ per nulla impacciato poggia le mani sul viso di lui, e prima di poterci ripensare o che lui possa sottrarsi imprime le proprie labbra su quelle di lui. Pochi attimi, quelli per lei necessari a cercare di trasmettergli qualcosa e a rispondere al suo "Provi qualcosa per me?" in modo più esaustivo che con le parole o quel balbettio di poco prima. Compie un passo indietro e rimane a guardarlo, ponendo poi la sua domanda* -Risposta secca e soprattutto sincera: è stato come con /loro/?- *In cuor suo sa già la risposta, che per lui l'una o l'altra non fa differenza come lui stesso ha sempre detto in qualche modo, ma sapeva di dover tentare. Non può non esserci differenza tra il ricevere un bacio da chi non prova nulla e chi invece prova qualcosa... O forse sta per crollarle anche quella certezza*
***
"Non sapevo di essere diventato il soggetto di una ricerca." Ribatte con un sibilo infastidito, nel constatare di aver appena scoperto il fianco ed aver fornito una rapida lettura di se stesso. Non ha alcuna intenzione di fornire altri particolari o di abbassare ancora la guardia, ma è certo di averle dato modo di apprendere quanto - a volte - quella situazione possa pesare su di lui. Non ama Sherry e non ama nessuna di loro. Lo ribadisce da sempre e da sempre vuole che sia una sorta di mantra per tutte coloro che , inevitabilmente, i trovano a passare per le sue lenzuola. Ma vi è qualcosa di profondamente triste e poco rinfrancante, nell'apprendere di essere accontentato solo per il terrore di essere uccise. E la cosa più divertente sta proprio nel fatto che ... non torcerebbe loro un singolo capello. "Quindi sono io a destabilizzarti." Scuote la testa e non proferisce altra parola. Almeno per i primi istanti. Preferisce di gran lunga il silenzio e l'ascoltare le sue risposte, improvvisamente divenute interessanti. E' la prima volta che qualcuno prova qualcosa per lui. Forse dovrebbe esserne stupito o forse dovrebbe esplodere in una fragorosa risata, ma in realtà non riesce del tutto a comprendere, la motivazione di una tale rivelazione. Dovrebbe odiarlo con tutta se stessa. L'ha messa nella merda e l'ha fatta odiare a chiunque, nel luogo dove ha trovato rifugio. L'ha minacciata e trattata come una merda, eppure non sembra aver sortito in lei alcun tipo di manifestazione d'odio. "Sei una savior... si. Ma non apprezzeresti i loro privilegi, in alcun modo?" Quello lo incuriosisce. Sono poche le donne che vorrebbero vivere una vita da Savior, piuttosto che viverla come semplici mogli. Scuote la testa e rilassa la presa sul suo mento, azzardandosi a distendere le labbra in un lieve sorriso, prima di ritrovarsi a fare i conti con quel gesto. gesto che lo coglie di sorpresa e lo costringe a strabuzzare - almeno inizialmente - gli occhi ed a reprimere l'istinto di piegare la testa di lato. umetta le labbra per assaporare quel sapore così differente e la osserva, non azzardandosi a scostarsi di un solo passo. Perché? "No." Ammette sincero e senza particolari problemi. Non è stato come con loro, forse perché in quel piccolo bacio vi era davvero qualcosa di...diverso e piacevole. Ed eccolo che nuovamente scuote la testa ed afferra quella di lei, saldamente e con ambedue le mani, sino ad affondare le dita nella cascata di capelli rossi. La avvicina a se e compie lui stesso quel gesto, premendo le labbra morbide e carnose - ed ancora pregne d'alcol - contro quelle della ragazza. Solo che il suo bacio, a differenza di quello di Eden, sembra essere decisamente meno casto e meno pudico. "Allora. Giardino, la tua testolina ha altre domande?"
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*Sbuffa appena abbozzando un sorriso vedendo quella smorfia seccata per quello che ha appena sentito. Quello che ha detto non è di certo da intendersi in senso negativo!* -Ma no... Non pensare di essere una specie di cavia da laboratorio. Ok mi sono espressa male... Diciamo che mi hai dato una conferma su qualcosa che già sapevo, ma che doveva venire fuori perchè fossi sicura di non essermi sbagliata del tutto- *Eden e la spasmodica ricerca di qualcosa di buono in chiunque si trovi davanti a lei e con cui allacci una sorta di legame. Se ancora esistesse Hollywood sarebbe il titolo perfetto per un film* -Cercavo questo di te Negan... Non il leader, non quello che non esita nello spaccare la testa a qualcuno. Cercavo l'uomo, e l'ho finalmente trovato. E questa non è una debolezza, o qualcosa che cercavo per poterla eventualmente usare contro di te in futuro. La cercavo perchè almeno ogni tanto ti meriti di essere libero da te stesso. E di non dover aspettare di essere solo per farlo- *Discorso contorto, ma è sicura che lui l'abbia recepito per quello che veramente lei lo intende* -Beh, essere una Savior non è tutto rose e fiori e pulire il cesso di Simon è uno dei compiti di cui mi priverei più che volentieri in cambio di un letto più comodo, per dire... Però... Di alcune cose non mi priverei volentieri, come uccidere. Beh, diciamo che nel caso fosse una vera richiesta si potrebbe anche trovare un punto d'incontro- *Lo dice con un mezzo sorriso sulle labbra, iniziando a valutare quasi seriamente quell'eventualità pur sapendola remota* -Sì e no. mi destabilizza averti vicino, mi destabilizzano questi momenti con te in cui ti senti libero di essere semplicemente te stesso. E mi destabilizza l'effetto che questo ha su di me, perchè mi fa sentire in qualche modo diversa dagli altri, quasi migliore sotto questo punto di vista- *Osserva la sua espressione, cercando di capire che cosa gli stia passando per la testa in quel momento, e quando crede di averlo capito abbozza un sorriso* -Hai la faccia di uno che si chiede perchè, come sia successo. Sai cosa? A volte me lo chiedo anche io ma non trovo risposta se non una: quello che sei e che fai fuori da questo appartamento è solo una parte di te. C'è chi si limita a quella... Io non sono mai stata capace di limitarmi a quello che è sotto gli occhi di tutti- *E lo dice quasi come se fosse una colpa, qualcosa di cui si deve quasi scusare. Quasi non riesce a crederci di avere avuto davvero il coraggio di prendere una tale iniziativa, eppure l'ha fatto, ed è ben più di un esperimento: è qualcosa che desiderava più di ogni altra cosa. Sa che quel no è sincero, almeno quanto il sorriso che quella conferma le strappa* -Grazie- *Quando è lui a compiere il medesimo gesto è tutto molto più semplice: è più semplice lasciarsi trasportare, avvertire la sensazione di un fuoco che brucia anzichè un timido tepore. Ed è altrettanto semplice aggrapparsi al fragile tessuto della sua maglietta bianca, all'altezza dei fianchi. Alla sua domanda abbozza una risata, senza però lasciare la presa* -La mia testolina avrà sempre delle domande, ma questo è un buon modo per metterle a tacere-
***
Il leader, l'uomo... non erano poi la stessa persona? Non si è mai posto un simile problema prima di allora ed ancor meno si è mai posto certe domande. Negan agisce secondo il proprio istinto. Non si pone più domande da quando è cambiata ogni cosa e non ha mai pensato di dover scindere l'uomo dal leader. Scuote quindi la testa e si lascia andare ad un pigro sospiro, mentre strizza gli occhi e preme le dita contro le palpebre. "Sono sempre me stesso, nel bene o nel male. Le debolezze non sono consentite, non più. Se mi fermassi a pensare davvero a quello che possono provare o non provare tutte loro, probabilmente fornirei loro un valido motivo per rompermi i coglioni." Sa bene di non poter mostrare il fianco a Sherry. Di non potersi permettere di mostrare un lato differente da quello che mostra solitamente. "Quindi ti piace uccidere." Una rivelazione non del tutto inaspettata. Glielo ha visto negli occhi e lo sapeva sin dal primo istante in cui si sono parlati. Sorride quasi orgoglioso di averlo appreso ma ancora confuso per quella sua ostinazione. "Non dovrebbe essere qualcosa di positivo. Hai avuto modo di osservare qualcosa che non mostro facilmente. E non sto parlando del mio cazzo." Quello lo mostra facilmente, ma sono discorsi che al momento non vuole intraprendere. "Destabilizzarti. Per una volta non ero intenzionato a farlo." Scuote ancora la testa e serra la mascella senza proferire parola per qualche istante. Poi, finalmente, parla. "No. Mi sto chiedendo come. Dovresti volere la mia testa più di chiunque altro, non credi? Ti ho umiliata e ti ho trascinata nella merda fino al collo. Andiamo! Gregory vorrebbe la tua testa su di una picca. Come? Perché... riesci a vedere al di là di quello che mostro?" I momenti che seguono il bacio - che ha voluto anche lui ma che è in grado di renderlo un poco instabile - sono interrotti dal silenzio e dai brevi respiri che si concede. Non abbandona la presa sulla sua nuca ma serra le labbra e quasi mugola - roco e mascolino come al suo solito - nel scostare le labbra dalle sue. "Puoi sempre farne alcune. Come vedi non sto scappando."
***
-Non mi ero accorta che fossimo passati dal parlare di te al parlare di loro o di te con loro. Ho visto come funziona, non sono così stupida o del tutto cieca: loro aspettano che mostri una debolezza per usarla contro di te, io cercavo qualcosa che debolezza non è- *Dove lui vede una debolezza, lei vede altro: semplice umanità, che nonostante tutto non può essere scomparsa completamente* -E' uno scopo, un fine... E' qualcosa. Non voglio passare le giornate a controllare se il mio smalto è perfetto e a sentire un intero gineceo che mi blatera attorno o peggio ancora che frigna per chissà quali motivi- *Ha visto le sue mogli per intero tre volte, e tutte e tre le volte ce n'era almeno una che frignava. Bo, non è quello che vuole: preferisce tornare alla base e lavarsi via sangue e fango di dosso piuttosto che dividere le illustri stanze con quelle cagne* -Punti di vista: forse per te non è positivo, ma per me sì. E poi in fondo non credo sia così male avere intorno qualcuno con cui non ci si deve sforzare di mantenere una certa durezza e un certo modo di fare- *Alla sua battuta si lascia andare ad una leggera risata* -Quella parte di te veramente non me l'hai mai mostrata, e non ci credo che rientri in ciò che non mostri facilmente- *Riflette sulle sue parole, che in parte contengono un fondo di verità: dovrebbe detestarlo, o almeno disprezzarlo, e invece non è così* -Non me ne frega un cazzo di cosa vuole Gregory... Conta poco quello che si vuole: conta chi, alla fine, ottiene quello che vuole. E ci sono più probabilità che ottenga io le sue palle per farci giocare i vaganti incatenati qui fuori che lui la mia testa su una picca. Non sei stato tu a farmi odiare, mi odiavano già prima perchè non ho mai accettato totalmente il loro stile di vita- *E poco le importa se a Hilltop la odiano, e anche ad Alexandria... Meglio odiata e viva che sottomessa a certi soggetti* -Riguardo a te, non ho mai voluto la tua testa. Quando mi hai portata qui e ti ho detto "grazie" non era perchè pensavo di essere in vacanza, o in un hotel a 5 stelle come mi hai detto tu... Ma perchè nel momento in cui ho davvero avuto bisogno d'aiuto non c'era nessuno di quelli che mi avevano assicurato di poter contare su di loro... C'eri tu. Sono ancora viva e lo devo a te, per questo non ho esitato a garantirti la mia lealtà. Il resto è stato tutto una conseguenza. E se proprio devo avere la tua testa, è meglio che ci sia anche tutto il resto attaccato- *Dice ironicamente nel tentativo di alleviare un po' la tensione che la invade* -Ci riesco perchè voglio. Non mi basta quello che vedo, non mi è mai bastato... E men che meno mi bastava con te. Anche se stavo molto male, non ho dimenticato come ti sei comportato con me quando sei venuto a prendermi... E non ho dimenticato nemmeno il tuo cambiamento non appena è entrato Simon. Era un segnale, dovevo solo aspettare... E l'attesa mi ha ripagata- *Se ha altre domande, le ha dimenticate o le ha perse. Per il momento sembra non averne, eppure prima ne aveva una miriade... Sembra essergliene rimasta solo una* -Prima quando mi hai chiesto se non volessi essere una delle tue mogli... Parlavi seriamente o stavi scherzando? Le tue mogli sono bellissime, più facili di me da dominare, perchè mai dovresti volere me?-
***
Uccidere è divenuto fondamentale in quel mondo. Forse anche prima lo era, ma risultava di gran lunga meno evidente. Non vuole e non può fare a meno di pensare a cosa avverrebbe se una delle sue moglie - chiunque ella sia - fosse a conoscenza delle sue piccoli debolezze. Perché per quanto possa sembrare assurdo, Negan è molto più umano di molti altri, sotto una moltitudine di aspetti. Ha il suo modo di dimostrare umanità ed in molti casi, non è del tutto errato. Non indora la pillola. La mette letteralmente nel culo senza lubrificante e forse gode persino, nel constatare il dolore causato. Ma è sincero e non ha bisogno di fingersi un santo. "Ma avevi un posto dove stare e una comunità intera in cui rifugiarti" Hilltop non era il massimo. Alexandria neanche, ma conservava ancora una traccia di normalità che al Santuario pareva mancare. le regole erano differenti - molto più "Morbide" - ed il solo fastidio era dato dall'esistenza di Gregory. Che, per inciso, ha intenzione di visitare molto presto. "Quindi sono riuscito anche a farti aprire gli occhi, sulla lealtà di coloro che si reputano i "buoni?" Sorride alle sue stesse parole, sfregando il palmo della mano al di sopra del mento. Non l'avrebbero cercata. Dopo il casino scoppiato a Hilltop ed il conseguente allontanamento, nessuno si sarebbe preso l'incombenza di cercarla e salvarle il culo. "Non sono solito comportarmi di merda con tutti. Adoro farlo, certo, ma ho ancora abbastanza cervello per capire quando non farlo." E per quanto riguarda il cambiamento con Simon, è stato necessario. Scosta lentamente il capo ed imbroncia le labbra, allargando poi le braccia. "Non stavo scherzando, Giardino." Scuote il capo ancora una volta ed incrocia le braccia al di sopra del petto, sollevando un poco le spalle. "Forse perché sei differente da loro. Forse perché non ti metteresti a 90 per fartelo mettere nel culo, pensando di fartelo schiantare da Dwight. Forse perché non sei facilmente dominabile. Forse perché mi hai colpito, Giardino, o non ti avrei mostrato una parte di me che in pochi possono dire di conoscere."
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*Su quello ha ragione: la gente di Hilltop le aveva dato un posto dove stare, cibo tutti i giorni, un tetto sopra la testa e un comodo letto in cui dormire... Ma a quale prezzo?* -Sì è vero, avevo un posto in cui stare, ma la comunità intera in cui rifugiarmi hai visto tu stesso quel giorno: quando ci siamo trovati uno e uno due inginocchiati a terra sotto il tiro di Lucille io ero pronta a sacrificarmi per non far pagare ad un innocente le conseguenze delle mie azioni, ma l'innocente non avrebbe sacrificato neanche un capello per me. Ti avrebbe anche sbattuto in faccia la fica di sua moglie e di sua figlia pur di non rimetterci lui. E a parte un elemento o due, lì dentro sono tutti così. E Gregory? Mi ha cacciata senza esitazioni quando ha capito che potevo sbugiardarlo come mi pareva perchè mi aveva fornito abbastanza spunti per farlo. Avrei potuto anche andare ad Alexandria: quel giorno ho incontrato una di loro, voleva portarmi con sé ma ho rifiutato... Avere un posto è una cosa, avere una casa è un'altra. E per quanto qui le cose non siano facili come potrebbero esserlo altrove, nonostante tutto qui per me è casa. So che è strano, o non facile da capire... Ma è così- *Buoni, cattivi... Esistono davvero? Abbozza un sorriso e scuote appena la testa nel domandarselo* -Non esistono buoni o cattivi Negan... Non più. Esiste la sopravvivenza, null'altro ormai. E' sempre esistita solo la sopravvivenza, ma il mondo di prima ci permetteva di vivere dietro le nostre maschere di cordialità e di perbenismo... Ora non più, ora il mondo è cambiato... E nei cambiamenti come questo, uno di quelli che ti mettono alle strette, in pochi ce la fanno a tenere su la maschera. Quindi non c'è voluto molto e non è stato così difficile capire che quella distinzione non esiste più. E quando lo capiranno anche loro forse le cose andranno diversamente- *Ma poco le importa cosa faranno loro... Anzi, non le interessa proprio per niente. Le interesserebbe di più capire per quale ragione Negan non ha voluto lasciarla morire, al di là della sua possibile utilità al Santuario* -Ma se avessi deciso di lasciarmi morire ne avresti avuto tutte le ragioni, dopo come mi ero comportata con te qualche giorno prima... Insomma, un po' me lo meritavo e nessuno ti avrebbe biasimato se l'avessi fatto. Invece guarda cosa hai fatto per me... Va oltre il fatto che ti sembrassi una con abbastanza palle per essere utile- *E non lo dice per /estorcergli/ chissà quale ammissione, lo dice più a sé stessa che a lui anzi. Il fatto che non stesse scherzando con quella proposta la coglie un po' di sorpresa... Non pensava che lui possa avere quel tipo di considerazione nei suoi confronti, anche se è sempre stato chiaro che non ha di lei la considerazione che ha di altri. Abbozza quindi un sorriso nell'ascoltare quello che lui ha da dire, e riflette su ciò che lui le risponde. E a proposito di risposte, anche a lei tocca darne una adesso* -Diciamo che potrei accettare, ma non voglio essere sbattuta nell'harem. Preferisco continuare a infilare le mani nel cesso di Simon piuttosto che essere gettata in pasto a quelle cagne. Anche perchè non mi fido di loro, di nessuna di loro... Soprattutto di Sherry, per questo la sto tenendo d'occhio in quest'ultimo periodo, e lei non si è accorta di nulla- *Secondo lei, Sherry ha ben più di qualcosa a che fare --insieme a Dwight-- con la fuga di Daryl e la conseguente morte di Fat Joey, e intende starle addosso --a debita distanza-- fino a quando non avrà le conferme che cerca* -Se ti sembra qualcosa che mi puoi concedere, ovvero continuare ad essere una Savior e non dover fare la principessa di convenienza come loro, visto che la mia scelta non è dettata da questo... Accetto-
***
Gregory l'ha cacciata perché si sentiva minacciato da lei. Sapeva che avrebbe aperto la bocca e dato voce a tutto ciò che pensava di lui, che avrebbe aperto lo scrigno dei segreti e che tutte le sue puttanate sarebbero uscite allo scoperto. L'ha cacciata perchè sapeva di poter finire nella merda - e forse ci è davvero finito - e salvarsi il culo, vendendo la sua pelle è stata la mossa più saggia. "Non credere che Gregory non se la sia legata al dito. Fingerà di rispettarti perché sei una di noi, ma cercherà di fartela pagare." Non che non se lo aspetti, ma vuole vedere sino a che punto lei sa cavarsela nelle situazioni di estremo pericolo. E no. Non il pericolo dato dai vaganti. "Alexandria" Rick Grimes e la sua gente. Quella piccola comunità di derelitti, ancora convinti di poter vivere in maniera pacifica. Sa che Rick prima o poi esploderà e sa di poterlo portare dalla propria parte in qualche modo. Lui, Daryl e quel ragazzino con un occhio solo. Sarebbero persino un'ottima squadra se non fossero così fottutamente buonisti. "Oh no, esiste il buono ed esiste il cattivo. La fine della razza umana non ha cambiato le cose, Giardino. Solo, ha modellato meglio i confini." Li ha estesi. Li ha resi più ravvicinati, rispetto al passato. Non ci sono regole, non ci sono leggi, ma c'è ancora il concetto di buono e cattivo. E lui... lui appartiene ai cattivi. "Quindi... accetti?" Annuisce alle sue parole, con un sorrisino compiaciuto stampato al di sopra del volto. Ah, non ha intenzione di fornirle quei privilegi. La forza lavoro è poca e servono altre mani, capaci di tenere a bada vaganti e rompicoglioni di vario tipo. "Non avrai lo stesso trattamento. Vuoi essere una Savior e sarai una savior. E per quanto riguarda Sherry..." Sorride ancor più ampiamente, portando di nuovo la bottiglia alle labbra. "... pensi che non sappia, quanto voglia mettermela nel culo? Sta aspettando il momento buono, insieme a Dwight. Dovrebbe spaventarmi? Nah." Scrolla le spalle e piega la testa di lato, prima di schioccare la lingua contro il palato ed imbronciare successivamente le labbra. "Sai che dovrai scopare con me, vero? Non adesso. Non oggi. Sarebbe troppo scontato e io non sono il tipo da cose scontate. Ma vorrò farlo e sarà piuttosto divertente, Giardino."
***
*A quelle parole abbozza una risata sincera e divertita, talmente sentita da farle reclinare la testa all'indietro. Negan forse non ha idea della nuova consapevolezza di sé stessa che sta assumendo, e forse non se ne rende del tutto conto nemmeno lei* -Mi credi così stupida? Non lo sono. So che se la legherà al dito, so che vorrà farmela pagare... Ma lui non ha capito una cosa: che non aspetto altro. Sono una persona paziente Negan, so aspettare il momento propizio. So stare in silenzio, so stare in disparte... So anche rendermi invisibile se è necessario... Ma quando sarà il momento saprò cosa fare. Ora no, perchè quel figlio di puttana ci serve ed è abbastanza terrorizzato da te da succhiarti anche le palle, se glielo dovessi chiedere... Ma la ruota gira prima o poi, e verrà il momento in cui il caro Gregory non servirà più ad un cazzo... Quello è il momento che aspetto- *Preferisce glissare sul fatto che anche prima di arrivare a Hilltop era destinata ad Alexandria. Daryl, il fuggitivo che ha spaccato la testa a Fat Joey... Dovevano incontrarsi, ma le cose sono andate diversamente e non è accaduto. Che fosse un segno del destino? Probabile, per quanto una come lei creda poco nel destino. E' anche per questo che non la pensa come Negan sul fatto dei buoni e dei cattivi: Daryl è stato buono con lei, si è offerto addirittura di accoglierla tra la sua gente... Quel giorno nel bosco arso si sono spalleggiati contro un potenziale nemico comune... Eppure, quando è stato il momento, Daryl non ha esitato ad afferrare una spranga di ferro e spaccare la testa a qualcuno pur di garantirsi una via di fuga. Non l'ha visto direttamente, ma riesce ad immaginarsi la scena... E' come se vedesse la furia di Daryl abbattersi sulla testa di Joey che cede come burro attraversato da una lama rovente schizzando sangue e materia grigia ovunque. Daryl ritiene di aver subito un torto essendo stato imprigionato, ma per liberarsi ha ucciso in un modo in cui forse solo Negan avrebbe potuto farlo... Eppure Daryl continua a considerarsi un buono sicuramente, e anche la sua gente continuerà a considerarlo un buono, mentre vedrà sempre Negan e i Saviors come i cattivi. Ma non sono poi così diversi* -Non lo so, può darsi che abbia ragione tu come no. So soltanto per esperienza diretta, mia soprattutto, che quando un essere umano si sente messo all'angolo e senza via di fuga, per difendersi dal suo nemico è in grado di divenire anche peggio del suo nemico. In questo non vedo differenza tra buoni e cattivi- *Lei stessa, quando si è sentita minacciata dalla presenza di Negan a Hilltop, ha dato il peggio di sé e ha cercato di /giocarsela/ con lui alla pari, perdendo ovviamente. Annuisce in risposta alla sua semplice domanda... Non sta accettando di diventare una delle sue mogli, anche se non sa ancora cosa questo comporterà per lei in futuro e come cambierà la sua vita all'interno del Santuario, per paura o per compiacerlo. E' ciò che vuole* -Io parlo di ben altro riguardo a Sherry... Ma preferisco tacere e non muovere accuse a vanvera fino a quando non avr�� qualche certezza- *Abbozza un sorriso un po' impacciato a quella domanda quasi retorica* -Sì, lo so, e non sarà di sicuro un sacrificio- *Ridacchia appena* -Ok che sono giovane ma non ho 5 anni, lo so come funziona- *Però da un lato è curiosa. Non tanto per sé stessa: la carne è carne anche per lei, Negan è un uomo di aspetto gradevole e poi c'è tutto il resto... Ma anche se non dice nulla e si limita a guardarlo, in realtà è curiosa per lui... Curiosa di capire o di sapere cosa significherà per lui, dopo tanto tempo e tante cagne, tornare a qualcosa con qualcuno che lo desidera davvero* -Però... Domanda scema: se fossi io a volerlo adesso? Rifiuteresti?-
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Ora è curioso. Curioso di scoprire cosa farebbe a Gregory e come si comporterebbe, in caso di necessità. Persino curioso di capire quanto sa su Hilltop e su tutto quello che Gregory tiene lui nascosto. "A tal proposito." Mormora, tornando ad umettare le labbra con la punta della lingua. "Sono quasi certo che Gregory abbia tenuto la bocca chiusa su molto altro. La tua presenza ad Hilltop non era il solo segreto. Sono curioso di sapere cos'altro abbia nascosto di così importante." Ma concorda con lei su di un fatto: presto o tardi, non avranno più alcun bisogno di lui. "Quindi stai aspettando che faccia una mossa sbagliata e si renda inutile. Le persone nervose sono solite farlo. Non credo dovrai poi aspettare molto." Per quanto riguarda il discorso sui buoni/cattivi, non riesce a trovare un modo alternativo di vedere le cose. Nonostante tutto gli esseri umani sono sempre stati così. Non che sia un grande estimatore della razza umana, pur facendone parte, ma è convinto che vi sia sempre quella sottile differenza tra buoni e cattivi. Solo... è divenuta molto più lieve. "Stiamo parlando di una cosa differente. La differenza tra buono e cattivo, non il cambiamento radicale dato da una situazione del tutto eccezionale. La differenza sostanziale sta nel senso di colpa: un buono, chiamiamolo così, ne proverà sempre. Continuerà a provarne anche dopo aver commesso il più atroce dei delitti. "E lui appartiene di diritto alla razza che sta esattamente nel mezzo. Non uccide senza una motivazione più che valida, uccide sempre con uno scopo. Per quanto l'idea di togliere una vita riesca quasi ad eccitarlo, vi è una sorta di metodica in ciò che fa." Solleva un sopracciglio quando la sente parlare di Sherry e corruga la fronte, poggiando le mani sulle ginocchia. "Non puoi gettare un sasso e nascondere la mano. Parla." Arriccia il naso e scuote la testa, lasciandosi poi andare ad una roca risata. Quella conversazione lo sta coinvolgendo e non gli capitava da parecchio. "Mh..." Mormora, per poi avvicinarsi a lei, dopo aver infilato ambedue le mani nelle tasche dei jeans, ed abbassa nuovamente il tono della voce. "...Non sono così coglione. Non rifiuterei una bella scopata, ho ancora le palle saldamente attaccate al mio pisello, Giardino." Non era contemplata quella scelta. Chiederle di divenire una delle sue mogli, così all'improvviso. Non che non ci avesse poi pensato, ma l'idea di fare quella proposta non aveva ancora solleticato la sua lingua. "Non avrai alcun privilegio e non sarai inserita tra le altre. Continuerai ad essere una Savior e parteciperai ad ogni azione dei miei uomini."
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*Si stringe appena nelle spalle a sentire quella domanda. Non le piace molto l'idea di spifferare i /segreti/ di chi, dopotutto, l'ha accolta quando non aveva nessuno e non aveva nessun posto dove andare. Ma in fondo si tratta /solo/ di Gregory... E non è questo gran male* -Gregory nasconde molte persone: chiunque passi di lì, anche solo in stallo provvisorio, viene fatto nascondere negli armadi o in un'intercapedine ricavata in un muro della sua villa coloniale. Nasconde quello che riesce a rubacchiare qui e là, per lo più alcolici e cose del genere, ma niente di importante. Sopravvaluti Gregory, gli stai attribuendo troppa intelligenza e troppa malizia. Ricorda questo: Gregory è un uomo che ha paura, ha una paura fottuta. E chi ha paura, prima o poi, fa il passo falso. Si tratta solo di aspettare, anche se per noi quell'errore potrebbe rivelarsi controproducente. Sicuramente, se la leadership di Gregory dovesse cadere, inizierebbe l'ascesa di un altro personaggio molto influente della comunità... Un segugio come quello che qualcuno si è fatto scappare da qui... E per noi non sarebbe più così facile: Jesus ha forti legami con la gente di Alexandria, questo potrebbe portare ad una coalizione contro di noi che, per quanto avvantaggiati numericamente, potremmo anche vedercela brutta- *E non ha molto altro da aggiungere in merito* -Poi io sono rimasta là soltanto un mese, e non mi sono mai inserita davvero: quella gente ignora totalmente i pericoli, non soltanto quelli dettati dai vaganti ma anche da chi vive lì, quindi ho sempre tenuto le distanze un po' da tutti. Avevo legato solo con Jesus- *Ed è la verità, tutto il resto è frutto del serpeggiare delle voci e del suo intuito. Sul discorso dei buoni e dei cattivi, stanno valutando la cosa in due modi diversi ma comunque complementari* -Credo che la questione sia facilmente risolvibile: sono corretti entrambi i punti di vista. I confini saranno anche più sottili, più labili, ma il superamento dei confini crea comunque una spaccatura. Prendi il tizio di Alexandria, Daryl... Lui è convinto di giocare nella squadra dei buoni, di essere un buono... Eppure per garantirsi la fuga non ha esitato a spaccare la testa a Fat Joey come soltanto tu avresti fatto con qualcuno servendoti di Lucille. Ha superato il confine... E quando superi quel confine arrivando a tanto non si tratta più soltanto di un confine ammorbidito: si tratta di un lato oscuro che prende il sopravvento. Forse solo per un attimo, sì, ma non si può reprimere in eterno ciò che ci anima: se c'è qualcosa di oscuro in noi prima o poi pretende la sua parte, e in un modo o nell'altro la otterrà. Pensi che ora, ovunque lui sia, Daryl si senta in colpa per quello che ha fatto? Io credo proprio di no. Ora è libero, magari è già ad Alexandria... Protetto e coccolato dai suoi amici- *Situazione spinosa, che prima o poi toccherà gestire in qualche modo. Chissà come? Anche se controvoglia, finisce per cedere e rivelare a Negan i suoi sospetti* -E' solo un'ipotesi, e non mi fa nemmeno piacere parlarne perchè non ne ho le prove... Ma credo che lei e Dwight abbiano a che fare con la fuga di Daryl. Credo siano stati loro ad aiutarlo a fuggire. Ogni pomeriggio li sento nella scala antincendio a fumare e parlottare tra di loro, ho carpito alcune cose e sto mettendo insieme i pezzi, ma alla fine sarebbe sempre e comunque la mia parola contro la loro... Ma due persone sono troppe per condividere un segreto, soprattutto se sono due persone legate in qualche modo... E prima o poi una delle due si tradirà- *Ha imparato tanto da quando è al Santuario: ha imparato ad osservare, ad ascoltare, a dare più spazio al suo istinto e alla sua logica... E perchè no? A farsi due conti. Ma trova di gran lunga più interessante parlare d'altro, in quel momento. Nel rivederlo così vicino abbozza un sorriso, serrando appena il labbro inferiore tra i denti come a voler trattenere quel sorriso. Però al tempo stesso avverte l'esigenza di lasciarsi andare, di non trattenere nulla, anche se un po' sa di doverlo fare per evitare di indisporre Negan. Si limita quindi a sollevare le mani e a portarle sulle sue spalle, che riesce a percepire per la prima volta: fino a pochi attimi prima i suoi contatti fisici con Negan si sono limitati a lui che la afferra per il braccio e la trascina da qualche parte* -Beh, mi fa piacere sapere che hai tutto al posto giusto- *Ascolta poi l'accettazione della sua richiesta da parte di Negan e abbozza un sorriso, questa volta molto più sincero e compiaciuto* -C'è un solo privilegio che vorrei... Due forse, ma sono simili quindi conta per uno: avere il permesso di bussare a quella porta anche quando non sei tu a cercarmi per scopare, quindi essere io a cercare te... E poter restare anche dopo-
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Conosce piuttosto bene Gregory - forse molto più di lei, anche se non si è mai soffermato ad osservarlo/comprenderlo davvero. Non che gli importi poi molto di quel coglione segaiolo, ma avere nuove informazione è sempre piacevole. Ecco perchè ascolta con interesse e solleva persino un sopracciglio, nell'apprendere della presenza di un probabile sostituto, molto più amato dell'attuale leader. "Jesus." Lo ricorda piuttosto bene. L'aria da Gesù Cristo non si può di certo dimenticare. "Non avrebbe comunque alcuna possibilità. Non lascerei loro la scelta per eleggere un nuovo leader. Ne fornirei uno personale." Ed ha già pensato a Simon per quel ruolo. Anche se è consapevole di doversela vedere con i sotterfugi ed i segreti di Hilltop e della sua gente. Qualcosa di nascosto. Qualcosa che - a suo avviso - non gli piacerà per nulla. Sospira ed ascolta le parole su Daryl - che porca puttana, gli è scappato da sotto il buco del culo - ritrovandosi a serrare le labbra ed a stringersi nelle spalle. "La mente umana è complessa. Non so quanto possa sentirsi un buono, probabilmente sa ripensando alla troiata che ha fatto, non possiamo saperlo. Quello che sto cercando di dire è... prendi Rick. Abbiamo visto tutti quello di cui è capace eppure anzichè esserne fiero - io lo sarei, porca troia! - continua a tormentarsi per essersi lasciato andare. Forse, nel suo piccolo, anche Daryl non è fiero di aver ucciso un altro essere umano. Ci sono persone che non... apprezzano il lato positivo della cosa." Lui lo apprezza eccome. La situazione di Sherry e Dwight non lo sorprende più di tanto. Ma per quanto riguarda Dwight, per quanto possa essere stupido, è consapevole della motivazione che lo anima. Quasi lo diverte. Un tentativo di mostrarsi superiore a lui agli occhi di Sherry, l'amata moglie che non esiterebbe un solo secondo a metterglielo in culo, pur di salvarsi la pelle. "Sherry non lo manterrà a lungo. Non è brava a mantenere i segreti e per quanto possa amare Dwight, non ha intenzione di fottersi a causa sua. Ma se fosse vero, nessuno dei due vedrebbe un altro giorno di luce." Non li ucciderebbe subito. No. Li torturerebbe lentamente, portandoli allo stremo delle forze. Abbassa dunque lo sguardo per incontrare quello di lei ed abbozza un piccolo sorriso, alla sua richiesta. A nessuna delle sue moglie è concesso tanto spazio. Una scopata, una lavata e fuori dai coglioni. Non ama le smancerie e non ama le chiacchierate post trombata. Il suo uccello è capace di parlare ancora meglio della sua lingua. "Ah... un privilegio che nessuna delle altre ha mai avuto." Umetta le labbra con la punta della lingua ed afferra il suo mento tra due dita, piegando un poco la testa di lato. "Concessi entrambi, Giardino."
***
*E' difficile immaginare che qualcosa possa ancora davvero mutare, eppure la fuori tutto è in continuo mutamento e non esiste niente di solido, di duraturo... Ma è comunque difficile concepire l'incoerenza di un mondo ormai alle corde che però continua a brulicare come un formichiere. Non sa spiegarselo. E si sente di nuovo confusa. Per questo non aggiunge poi molto a quello che dice Negan riguardo a Gregory, anche perchè se c'è qualcosa di cui non le frega proprio niente quel qualcosa è proprio Gregory. Ma drizza comunque le spalle quando il discorso va a vertere su Paul* -Non sottovalutare Jesus... E' un segugio, è scaltro... E ha forti legami con Alexandria. Ora abbiamo il fianco scoperto: Daryl avrà già rivelato dove ci troviamo, tra loro si alleeranno... Quanto pensi che ci metteranno a trovare Ezekiel? Tempo qualche settimana e li avremo qui a tentare di sfondare i nostri cancelli e i nostri culi- *Non è una stratega, non è brillante come lo sono altri lì dentro, ma sa tirare le somme e può facilmente immaginare che cosa succederà ora là fuori: sarà una caccia all'uomo, purchè sia un Savior. Questa è l'ultima cosa di cui hanno bisogno, come il coltivare due serpi in seno* -Non so come si senta, e non me ne frega neanche più di tanto... Mi interessa solo che qualcuno lo ha fatto scappare, che è qualcuno che agisce alle nostre spalle e non appena ci voltiamo ci sfonda il culo senza neanche sputarci sopra per farlo scorrere meglio- *Strano per lei usare quel tipo di linguaggio, di solito è abbastanza pacata, ma quando si trova messa alle strette la sua lingua diventa peggio che biforcuta* -Scusa... Credo che l'ambientamento mi stia facendo perdere un po' il senno... Alla fine sei tu che comandi qui, io devo solo fare quello che mi viene ordinato- *Dice sforzandosi di calmarsi... Anche se non ha alzato la voce --non si permetterebbe mai-- ha un po' alzato i toni del dialogo, e non è quello che voleva* -Non conosco bene Rick... L'ho visto sì e no tre volte, e non ci ho avuto granchè a che fare. Poco male, ma se solo sapesse guardare più in là del suo naso sarebbe di sicuro una persona migliore. Ma d'altra parte si sta scarrozzando due figli, di cui una molto piccola, su e giù per questa merda di mondo... Come lo si può biasimare?- *Ci sono molte cose che non riesce a capire, così tante da arrivare a chiedersi se siano gli altri ad essere strani o se quella strana è lei. Infatti dal nulla scuote la testa, come a voler scacciare quei pensieri* -Sherry è molto meno intelligente di quanto pensa, e per di più si sente braccata in questo momento. Non so per quale ragione ma ha deciso che io sia un problema per lei, infatti prima era molto gentile e carina con me ma nelle ultime settimane, ovvero da quando le ho fatto presente il mio punto di vista su una questione, ha quasi smesso di parlarmi. Non che mi interessi o che mi manchi, figuriamoci... Ma torniamo al punto di prima: quando qualcuno si sente messo all'angolo, tira fuori il peggio- *E in questo lei e Dwight sono molto simili, con la differenza che lui rischia di farsi rompere il culo per lei, ma lei non rischierebbe nemmeno un capello per lui. Archiviata la questione, almeno per il momento, abbozza un sorriso quando Negan la informa che a nessuna è concesso trascorrere tempo extra con lui. Ma la sua risposta è più istintiva che altro* -Forse non è loro concesso perchè non te l'hanno mai chiesto. Io te lo sto chiedendo, non te lo sto imponendo- *E' lui che decide, e quando decide di accontentarla quasi non le sembra vero. Deve però cercare di non farsi travolgere dall'euforia: anche se lui non la considera come le altre, non è molto più delle altre... Prima se lo metterà in testa, meglio sarà. Per facilitarsi ridacchia e socchiude appena le palpebre* -Giuro solennemente che non pretenderò abbracci o cose del genere. Anzi, non pretenderò assolutamente niente-
***
"Non lo sto sottovalutando, infatti. Sto solo affermando quanto non accadrà. Non permetterò che Jesus - o chi altro per lui - possa salire al potere. Andremo ad Hilltop molto prima del previsto." Simon dovrà muovere il culo ed iniziare a pensare ad un piano per affiancare Gregory in quella "mansione". Ucciderlo? Non ancora. Si diverte troppo nel vederlo crogiolare nel terrore più cupo. Per quanto però riguarda Alexandria e Ezekiel, non ha dubbi sul fatto che possano allearsi, ma quanto converrebbe a tutti loro? Non è la prima volta che tentano un attacco al potere. E non è la prima volta che falliscono miseramente. Negan non sembra affatto preoccupato e potrà quasi sembrare assurdo - ma si tratta di Negan- ne sembra quasi divertito. "Non mi preoccupano le loro rappresaglie. Non abbiamo un fianco scoperto, sapremo come affrontarli. Forse ci proveranno, ma non hanno alcuna possibilità di vincere." E di quello è certo. Sono ancora troppo legati alle loro tradizioni ed al loro modo di fare tipicamente "eroico", per riuscire a condurre un colpo di stato. "Rick ... Rick... Rick ha molto da perdere in questa faccenda. Si sta crogiolando nella sua idea di 'umanità' ma è ad un passo dal crollare. Il che lo rende divertente. Ah... anche quel ragazzino, potrebbero essere entrambi ottimi elementi se solo togliessero la testa da dentro il culo." Per quel motivo ha tentato di spezzarlo. Di piegarlo. Di farlo crollare sino a farlo urlare. Per quel motivo è ancora in vita. Scuote il capo alle sue scuse e solleva una mano "Hai detto la tua opinione e ne terrò conto. O meglio, terrò d'occhio la situazione." Non che non lo faccia di suo, ma aumenterà i controlli. "Sherry e Dwight. vedi, Sherry non è poi così stupida a dire il vero. Sa di poter manovrare Dwight dall'interno e sa di poter godere di diversi benefici, continuando a stare al mio fianco. Tu non le piaci, perchè probabilmente hai compreso cosa nasconde sotto l'aria quell'aria dimessa, e farà di tutto pur di colpirti a tradimento. Perché è ancora con me? Perché mi diverte vedere il viso di Dwight deformarsi dall'odio e mi diverte osservare quanto sia coglione, nel credere che a lei importi davvero qualcosa di lui. Perché non uccido entrambi? Perché se lo aspetterebbero. Perché non mi godrei le loro espressioni. " Serra le labbra e scuote il capo, lasciandosi andare ad una piccola smorfia. "Faranno un errore e lo faranno presto." Abbassa lo sguardo e chiude gli occhi, per poi sorridere ed emettere un lieve mugolio. Roco, mascolino e del tutto automatico. "Non sono molto bravo con gli abbracci. Non lo ero neanche prima. Ma non vedo perché non dovrei acconsentire alla tua richiesta."
***
*Vedute diverse... Che novità. Ma non a caso lui è il leader e lei la manovalanza, quindi è anche giusto che sia così. E spera fortemente di avere torto, di sbagliarsi, di non doversi trovare a difendere la propria vita o quella di qualcun altro contro un branco di finti buonisti del cazzo aggregatisi tra loro con la pretesa di sconfiggere l'orco cattivo e di liberare il mondo dal male supremo* -Non lo so, io non ci capisco molto di queste cose, sto iniziando adesso a vivere in questo mondo... Spero sia più giusta la tua chiave di lettura rispetto alla mia, sarebbe tanto di guadagnato per noi. A quanto ho sentito dire, hanno già fatto abbastanza danni- *Molte vite sono state prese da coloro che ancora si definiscono i buoni, i vessati, le vittime... Quella gente merita ciò che sta ricevendo: se davvero esiste una guerra, l'hanno iniziata loro... E loro la perderanno. Non i Saviors, ma loro. E Negan, a modo suo, ha fatto e sta facendo qualcosa di peggiore che semplicemente porre fine alle loro misere vite: li sta uccidendo giorno per giorno, sta facendo a pezzi le loro menti e le loro stupide anime. Ma anche se Negan sembra riuscire a stare tranquillo, lei non ci riesce del tutto. Si fida di lui, questo è certo, ma non si fida degli altri* -Forse c'è una cosa che non hanno capito nemmeno nel periodo in cui l'umanità andava ancora di moda: che a volte è più importante sapersi scegliere i nemici, piuttosto che gli amici- *Un po' quello che ha fatto lei, come tutti i Saviors: hanno scelto. Hanno preferito /sottomettersi/ a qualcuno che dispone della loro vita e della loro morte a suo piacimento, che può permettere loro di sopravvivere o di soccombere. Il fine ultimo è quello: sopravvivere* -Questo è facilmente intuibile... E' una donna, è ovvio che c'è sempre di più di quello che mostra. Mio padre diceva sempre che più appaiono innocue e più sono l'incarnazione del demonio, anche se non credeva in nessuna religione. Dal momento che ha avuto tre mogli, non è difficile immaginare quanto il suo uccello fosse più forte del suo intuito. A parte questo... Beh, è un copione già scritto il loro: finiranno nella merda, lui confesserà i suoi peccati e lei dirà di essere stata trascinata dagli eventi, di averlo assecondato perchè costretta o minacciata- *Una smorfia di puro disgusto si dipinge sul suo viso per alcuni secondi, e di nuovo quel dubbio torna a tormentarla: è lei che non ha capito un cazzo di come si sta al mondo o gli altri? Ma a quel punto è un altro il timore che le attanaglia lo stomaco e le gambe: c'è qualcosa che sfugge agli occhi o alle orecchie di Negan lì dentro? Perchè questo potrebbe essere un problema per lei, se tutto finisse per arrivare inevitabilmente a lui. Ma quel sorriso che lui abbozza dopo aver socchiuso le palpebre cancella dalla sua mente --almeno per un attimo-- ogni altra cosa, facendogliela quasi dimenticare. Come siano arrivati a quel punto è ancora un mistero per lei... Come possa lui volere la sua compagnia e non solo quella è un mistero ancora più grande* -Beh, se proprio ci tieni potremmo lavorarci su. Ero piuttosto brava in quelli- *Dice ridacchiando per poi spostare una mano dalla spalla di Negan alla guancia. Un gesto per lei normale, ma che deve ancora capire quanto possa essere per lui gradevole o una forzatura. Per quello si schiarisce la voce e china per un attimo la testa, abbassando appena il tono di voce. In quel momento si sente più nuda di quanto ci si sentirebbe se si fosse tolta ogni singolo vestito di dosso* -Spero che mi scuserai se farò qualcosa che per me è normale ma per te no. Farò di tutto per assecondarti e per accontentarti, proprio come ho fatto da quando mi hai tirata giù dal pick up... Ma potrei anche sbagliare qualcosa, quindi ti chiedo di scusarmi fin da adesso-
***
E' stanco. Non una stanchezza fisica - per quello non nutre poi molti problemi - ma una stanchezza mentale, che diviene via via sempre più intensa. Conosce i rischi e conosce ciò che nascondono coloro che - forse persino a ragione - tanto lo odiano. Conosce la loro bramosia di porre fine alla sua leadership, ma conosce anche le proprie potenzialità. O meglio, conosce bene quello che è capace di fare e lo conoscono anche loro. Glenn e Abraham sono stati solo un piccolo antipasto. A che pro scatenare una rivolta, senza avere la certezza di poter vincere? Perdere altri uomini? Potrebbero correre il rischio, ma allo stesso tempo quanto potrebbe essere vantaggioso? "Ma i loro danni sono collaterali." Ha perso molti uomini - e ne è consapevole - ma non sarà mai paragonabile a ciò che ha tolto loro. E' un bravo stratega - forse il migliore al momento - e sa bene come giocare le proprie carte ed uscirne alla grande. E quel confronto - che tanto brama di poter avere - non porterebbe ad altro che ad una proclamazione ulteriore della sua leadership. "Forse. forse lo sanno e lo hanno imparato, ma non hanno ancora intenzione di mettere in pratica l'insegnamento." Solleva pigramente le spalle - non ha la risposta a tutto - e torna a vertere sull'argomento Sherry. Non che l'argomento sia migliore del precedente, ma quasi lo diverte l'immaginare i tentativi di quei due, di fotterlo alle spalle. Quasi immagina la faccia di Dwight nell'attimo in cui capirà di essere solo un giocattolo, nelle mani di sua moglie. "Oh no... è qui che ti sbagli." Scuote la testa e serra le labbra. Non agirà in quel modo, perché per Sherry mostrare debolezza non è affatto concepibile. "Non dirà di essere stata trascinata dagli eventi, sarebbe facile. Dirà di essere stata in accordo con Dwight e di averlo aiutato per troppo amore. Dirà di sapere di avere sbagliato e farà leva sul suo orgoglio per non apparire come una vittima. Nessuno, qui, vuole apparire una vittima. A che pro? L'essere ammazzati ancora più facilmente? No, troverà il modo di far passare Dwight per la mene geniale che non è, e cercherà di... guadagnarsi la mia fiducia, vendendolo qualche attimo prima di essere scoperta." Una sorta di assicurazione per la vita, che lo porta quasi a ridere. Mentre Dwight... cercherà di proteggerla, non sapendo di essere stato fottuto. "Non chiedere scusa, Giardino." Non ama quando gli chiedono scusa inutilmente. Ed in quel momento, nn pensa ci sia qualcosa da scusare. Il contatto con la mano è piacevole e strano. Non conosce molti cenni di dolcezza - come potrebbe? - per cui socchiude le palpebre e si gode quella piccola sensazione, prima di poggiare la propria mano su quella di lei e scuotere la testa. "Non hai nulla di cui scusarti al momento. Quindi non farlo. "
***
*Scuote appena il capo, incapace di seguire la logica che Negan sta esprimendo. No, è decisamente troppo fuori dalla sua portata, non riesce a tenere il suo passo e forse è quasi meglio così. Infatti abbozza un sorriso e si passa una mano sulla fronte, scostando alcune ciocche di capelli* -E' affascinante sentirti ragionare ad alta voce, ma non riesco a starti dietro- *E non lo dice come una critica, tutt'altro... Lo ammira, e lui questo lo sa. Ma al tempo stesso nutre qualche lecito timore nei confronti di quella gente che, a sentire ciò che si dice, ha resistito stoicamente ad un sacco di cose e ne ha passate davvero tante. Ma non vuole aggiungere altro: una piccola esitazione sul viso di Negan dà l'idea che non sia il caso di andare avanti con quelle conversazioni... Men che meno con quella che riguarda Sherry e Dwight. Parlarne ancora non ha senso: hanno tutti ben chiara la situazione, anche qualcuno degli altri Saviors si è accorto che qualcosa non va in quei due... Quindi è solo questione di tempo... Poco tempo a dire la verità. E anche se Negan non lo darà mai a vedere o non lo lascerà mai capire, non sarà un bel momento per lui: per quanto una persona possa essere /dura/ e figlia di puttana, certe cose non passano senza lasciare segni* -Si risolverà tutto, in un modo o nell'altro- *E questo vale per entrambi gli argomenti su cui ha preferito non dilungarsi* -Ora come funzionerà di preciso?- *Chiede ridacchiando, consapevole di essere in procinto di fare una domanda molto ma molto stupida, ma al tempo stesso abbastanza lecita e normale* -Sì, insomma... Ho appena accettato di diventare una delle tue mogli, ma mi sfugge il come- *Anche il quando, ma meglio non esagerare con le domande stupide... Giusto per evitare di fargli cambiare idea. Non che abbia fretta o che voglia temporeggiare, ma è abbastanza confusa su come possa effettivamente funzionare quel discorso* -So che è una cosa che non sopporti, ma troverò sempre qualcosa di cui scusarmi- *Risponde lasciando scorrere le punte delle dita tra la peluria che ricopre la guancia di Negan, prolungando quel contatto che sembra risultare per lui piacevole. E effettivamente non c'è niente di più vicino alla realtà: le è sempre stato insegnato a ricercare la perfezione, ad impegnarsi per raggiungerla, e mancare l'obiettivo non era contemplato. In più, in questo caso, ci si mettono dei fottuti sentimenti a complicare le cose e a renderla ancora più insicura* -Vorrei solo poter avere la sicurezza di essere all'altezza delle tue aspettative. Mi hai scelta, più di una volta, e so che questa di per sé è già una conferma... Eppure...- *Eppure i dubbi la attanagliano lo stesso, ma non riesce nemmeno più ad esprimersi come vorrebbe... Quindi opta per la strada migliore, che non è soltanto quella del silenzio... Ma che la conduce a fissare le sue labbra e ad avventarsi su di esse, questa volta in modo tutt'altro che casto al contrario di come è avvenuto prima, concedendosi quel tipo di espressione più sincero e più esplicativo di ogni parola che possa ancora pronunciare*
***
E' ben felice che il discorso viri su tutt'altro argomento. Non sottovaluta il probabile - ora ne è certo - tradimento ad opera di Sherry e Dwight, ma non ha alcuna intenzione di fornire loro ulteriore importanza. Sa che quando giungerà il momento, si troverà costretto a scegliere e non sarà una scelta semplice. Non perché provi affezione nei loro confronti, tutt'altro, ma l'idea di essere stato fottuto dall'interno non lo rende granché felice. "Come si è sempre risolto." Non è di certo il primo tradimento che subisce. Ha imparato a comportarsi nella maniera più consona ed a fare pagare - mediante la propria astuzia - lo scotto per le pugnalate alle spalle. "Come funziona?" Ovviamente non esistono vere e proprie funzioni religiose. Non sono esattamente in un mondo uguale al precedente e quell'appellativo, risulta essere più un marchio che un vero e proprio status muliebre. "Sarai al mio fianco, dato il tuo non voler essere dotata di privilegi. Non ci saranno funzioni vere e proprie, ma immagino che tu questo lo abbia compreso dall'inizio. Ma sarai mia moglie a tutti gli effetti. Il che significa che..." E solleva un dito, portandolo in corrispondenza delle labbra. "...non sarai di nessun altro." E' la sola regola che vale. Ma è ben certo che quella regola verrà rispettata senza troppi problemi, da lei. Socchiude le palpebre ed osserva le sue dita, che si sono fatte strada attraverso il torace ricoperto di peluria. "Domani mattina ne parleremo ancora meglio." Mormora, cn voce forse ancor più roca di prima. Scuote poi la testa non comprendendo quelle paure e quei timori. "Ti ho appena chiesto di diventare mia moglie. Immagino non dovrebbero esserci molte domande, nella tua testolina. Credo di non avere mai fornito una sicurezza maggiore a nessun altro." Sicurezza di non deludere le aspettative. Non sarebbe tra le sue braccia se pensasse anche solo per un istante, di avere di fronte qualcuno in grado di deluderlo. "Dovresti avere molta più stima di te stessa, Giardino. Dovresti imparare ad apprezzare quello che sei, senza farti troppi problemi per chiunque altro. Incluso me." Le accarezza il viso ed accoglie con piacere quel nuovo bacio. Anzi, serra ambedue le mani attorno ai suoi fianchi e la solleva parzialmente da terra, incurante di avere appena colpito, con il gomito, una delle bottiglie vuote presenti sul mobile. Dischiude le labbra ed accoglie la lingua di lei all'interno della propria bocca, ricercandola - non disdegnando qualche morso alle labbra di lei - con la propria. Ha appena perso ogni intenzione di parlare ed abbandonarsi a congetture di qualsiasi tipo. In quel momento, vuole solo godersi al meglio la serata e abbandonarsi ad un po' di sana tranquillità.
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*Sì, come sempre si è risolto tutto. Magari con qualche strascico da celare fino a che le tenebre e la solitudine non rendono la situazione favorevole a lasciare che quegli strascichi vengano a galla e reclamino il loro dovuto sfogo... Ma si andrà avanti. Se il mondo è andato avanti perdendo quasi tutta la sua umanità, allora può anche andare avanti senza qualche pezzo di merda in più. Che non fossero contemplate cerimonie religiose lo sperava e soprattutto ci contava: non sopporterebbe Gabriel balbettare qualcosa su un dio in cui lei non crede e tutto il resto. Capisce così che quello di moglie è più uno status gerarchico che altro... Un modo un po' più possessivo e personale di definire una concubina, anche se lei non si sente affatto tale... O meglio, è consapevole del fatto che per lui non è tale e questo le infonde maggiore sicurezza in sé stessa. Infatti alle sue parole, che giungono quasi ovattate alle sue orecchie dal momento che sta già pensando ad altro, risponde abbozzando un sorriso* -Te l'ho detto prima: la mia testolina avrà sempre delle domande. E comunque, non era necessario specificare: non ho mai voluto essere di nessun altro... Non l'ho voluto, non lo voglio, non lo vorrò- *E a quel punto che cosa resta ancora da dire o da fare? Non c'è bisogno di altre delucidazioni o di altre chiacchiere, e se anche ci fosse altro da dire è sufficiente la presa di Negan sui suoi fianchi per farle passare la voglia di usare la lingua per parlare ancora* -Non voglio sapere altro. Per me puoi considerarmi tua moglie anche a partire da questo momento, o da due ore fa... Non mi servono altre spiegazioni. Ti appartengo, come soldato e come donna- *E mentre la fitta peluria sul mento di Negan segna delle sottili tracce rosse sul suo mento candido, non riesce a pensare ad altro che a sbarazzarsi dei vestiti e far proseguire quella nottata nell'unico modo in cui merita di proseguire e di concludersi. Che sia un titolo o meno a definirlo, non cambia: lei gli appartiene, anche se lui non apparterrà mai a lei o a lei soltanto, ma quella non è altro che una piacevole conferma*
[ FINE ROLE ]
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