#psiconautica
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Chi trascura l'ascolto,
trascura l'amore.
Nel dedalo delle relazioni umane, esiste una violenza silente, impercettibile ai radar convenzionali, ma devastante nella sua essenza: L'arte simulata dell'ascolto, dove le parole sono udite ma non accolte.
Rivela una mancanza di generosità nell'attenzione, un deserto emotivo che supera la semplice avarizia di tempo o risorse materiali.
Non c'è crudeltà superiore a quella di far sentire gli altri trasparenti, ignorati da chi sembra presente, ma in realtà, ha la mente altrove, impaziente di fuggire verso altri impegni.
Il dolore di essere trascurati, di dover mendicare frammenti di presenza autentica, è un'umiliazione che rafforza il senso di solitudine e inadeguatezza.
Questo tipo di disattenzione, quando si è costretti a supplicare per quell'interesse che dovrebbe essere offerto liberamente e con piacere, cristallizza la violenza in un solo attimo.
È spesso l’ultimo segnale di allarme, l’indicatore finale che qualcosa nel tessuto di quella particolare relazione si è irrimediabilmente strappato.
La dinamica della non-curante superiorità, travestita da normale distrazione, è una danza macabra attorno al fuoco dell'egoismo assoluto, dove la fiamma dell'autoconservazione brucia ogni speranza di connessione autentica.
Eppure, in questo scenario di apparente desolazione, emerge un sentiero di resistenza, non pavimentato di inutile rancore, ma di autostima.
All’ennesima e ultima richiesta di attenzione non concessa la consapevolezza di sé come entità indipendente, la cui stima non dipende più dall'ascolto altrui, diventa un bastione contro l'indifferenza.
Inizia allora un percorso di autoaffermazione che porta a spezzare le catene dell'elemosina emotiva, insegnandoci che la vera unione di sentimenti nasce dall'equità, non dalla supplica.
Tutte le vere crudeltà più spesso risiedono non in gesti manifesti ma in angoli dell'indifferenza.
Riconoscere questo è il primo passo per costruire un'esistenza dove l'attenzione indivisa diventa il dono più prezioso, una dimostrazione d'amore che trascende parole e persino molti altri fatti, riaffermando la sacralità dell'essere visti e sentiti, ovvero del bisogno assolutamente umano di connetterci gli uni con gli altri.
Chi trascura l'ascolto, trascura l'amore.
(Luca Pani - da "Prove di Volo: Manuale di Psiconautica Elementare")
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Otra fotito editada por la majestuosa @sasha.worya en conjunto con las hijas pródigas XD nótese hij”a”s por qué tengo dos hijos pródigos pero en viña u.u #cat #catlife #catsofinstagram #psiconautica #love #lovecat #catlover (en Santiago, Chile) https://www.instagram.com/p/CArOZpVFabQ/?igshid=1lybydzb32oby
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In the adrenalin room at the back of my head there’s a locked up box and people kissing everywhere. ----- Bennie è nato il tre Giugno 2011 a Boston, da mamma avvocato e papà psicolog-ops, assistente alla cattedra di psicologia clinica, coff. Lo chiamiamo Bennie perchè Bentley Harrison Donahue era un po' troppo altisonante per un neonato, ma suo padre non ha mai avuto il senso delle misure. Di essere mai stato a Boston neppure ha memoria, così come dei suoi genitori in quanto coppia. Infatti, Sophia e Oliver Donahue si sono separati quando lui aveva un mesetto circa a causa di un certo vizietto di lui, di cui non staremo qui a parlare. Quando aveva più o meno un anno e mezzo, sua madre se l'è scarrozzato in quel di New York con sua sorella Coraline. Il primo fine settimana con papà l'ha passato che di anni ne aveva quasi tre. Di solito avere un depresso per padre ti segna la vita, persino - e soprattutto - se ci passi quando sei troppo piccolo per capire. Lui ci ha fatto a stento caso. Papà parla piano, Bennie corre veloce. Quando di anni ne aveva sei, la sua famiglia era così composta: mamma e papà risposati, una sorella dispotica, due patrigni, un fratellastro coglione, una sorellastra di cui si è innamorato all'istante, svariati animali. L'idea che si è fatto di cosa sia una famiglia è piuttosto vago ed è quasi cresciuto con l'impressione che, andando avanti, avrebbe potuto cominciare ad aggiungere a sua volta persone a piacimento, portarsele a casa e definirle sue. Ma diciamocelo, non ha mai avuto tutto questo tempo per pensare: non perchè fosse in effetti pluri-impegnato, ma perchè ha sempre avuto la tendenza di perdere la concentrazione al volare di una mosca. E non solo. E' stato definito instancabile, indisciplinato, chiacchierone, piagnone e chi più ne ha più ne metta, nelle più svariate delle occasioni, nonostante fosse alla fin fine un bambino educato e dolcissimo. Con la scuola ha sempre avuto grossi problemi e proprio sembrava non andargli giù. Fin da subito, si è beccato la classica etichetta da intelligente che non si applica e non è riuscito più a liberarsene. Comunque non ci ha mai fatto troppo caso ed ha trascorso un'infanzia assurdamente felice, magica e fin troppo piena di stimoli. Con la preadolescenza, ha iniziato a capirci qualcosa di più. Sua sorella Cora non solo era più brava di lui in tutto: lei era brava in generale. L'unico primato che abbia mai ottenuto lui era quello di maggior tempo trascorso a correre in cerchio con un carrello ripetendo in loop il ritornello della stessa canzone. In quel periodo le ha passate un po' tutte, da intelligente che non si applica a ragazzino che non viene motivato abbastanza a forse non si sente preso in considerazione a terapia familiare con mamma e papà a sarà ansioso, proviamo col Valium. Intanto con i coetanei, era tutto un 'rallenta, Bennie. fa piano, Bennie. calmati, Bennie. sei sfiancante, Bennie. vaffanculo, Bennie.' S'è mai buttato giù? Solo letteralmente, in un sacco di posti. Per il resto, ha continuato a molestare allegramente chiunque. Ma proprio chiunque. Che lo desiderasse o meno. A dodici anni, finalmente gli hanno trovato l'etichetta giusta: disturbo da deficit di attenzione e iperattività. Via il Valium, via con l'Adderall. A tredici anni si è trovato il primo amichetto, Ian. Sarà stato l'unico lì nei dintorni a non aver cominciato ad evitarlo attivamente. O sarà che tra persone che non sanno cosa sia una conversazione normale ci si non-capisce nel modo giusto. Peccato che fosse più piccolo di lui e che lui abbia finito per cambiare scuola l'anno dopo. A cavallo tra la fine delle medie e l'inizio delle superiori, ha iniziato a sentirsi via via più impaziente, intollerante alla noia e smanioso di libertà. E così ha smesso di accontentarsi di sperimentare quello che gli passava sotto il naso e ha iniziato a cercare da sè sensazioni sempre diverse. All'inizio erano cosucce innocue, tipo schiantarsi nei muri sui pattini a rotelle, farsi iscrivere a rugby e rischiare di morire male, masticare peperoncino fino a piangere e altre cose che non verrebbero in mente ad adolescenti normali. Poi a sedici anni ha capito che vendersi l'Adderall era più conveniente che prenderlo. Abbastanza smart da non incasinarsi coi compagnetti di scuola con i genitori tra le scatole, saltava la scuola per fare loschissimi affari con gli studenti universitari. E quando è la tua unica speranza per superare tre esami in una settimana, nessuno cerca di fottere il ragazzetto adhd di turno. Gli dai i tuoi cinque dollari a pillola e sparisci. Coi soldini che intascava, il nostro Bennie ci si comprava – ovviamente – l'erba. Non per lo sballo, non per la classica scusa della ribellione, non perchè faceva figo. Lo faceva per sperdersi nel posto più alto che gli capitava a tiro e vedere cosa cambiava nel suo modo di pensare, vedere e sentire le cose. Il problema è che dopo che ha provato quelle tre o quattro varietà che circolavano là in zona, s'è scocciato a morte. Di nuovo. E' stato pure in questo periodo che iniziato a sentire il bisogno incontrastabile di ammucchiarsi con chiunque gli ispirasse in quel momento. Sarà stato lo stesso meccanismo per cui non riesce a non toccare tutto quello che gli piace o che lo incuriosice, ma con le persone. Se vi state chiedendo cosa possa mai spingere un ragazzino di diciassette anni a fregarsi gli antidepressivi del padre, svuotare le capsulette, richiuderle e rimetterle a posto, non avete mai sofferto di sindrome disesecutiva. I vostri lobi frontali sono assolutamente a posto e in una situazione diversa vi chiedereste perchè, invece di perchè no. Ma Bennie, l'abbiamo detto, 'soffriva' adhd, e l'adhd gli ha portato anche quello. Diciamo 'soffriva' tra virgolette perchè alla fin fine gli è sempre piaciuto e non lo cambierebbe con niente al mondo. Comunque, torniamo agli antidepressivi. Nel dubbio, il modo più veloce e antisgamo di farsi fuori la polverina che ha tirato fuori da quelle tre o quattro capsule rosse è stato sniffarsela. Easy peasy. Senza avere la più pallida idea di cosa fosse e di che effetti avrebbe avuto. Il bello stava proprio lì, nella scoperta. Stendersi da qualche parte a farsi ipnotizzare dallo smalto glitterato – unicissima cosa in questo periodo che sia in grado di tenerlo fermo da qualche parte, insieme a quella robaccia trash che chiamava musica - che s'è fatto mettere dalla sorella, aspettare e scoprire. Come prima esperienza gli è andata pure bene, considerando pure che ha fatto una grandissima cazzata e non è morto. Don't try this at home,srsly. Serenità, euforia, il mondo ha preso ad assumere questa simpatica tinta rossastra e la sensazione che tutto intorno a lui fosse vivo. Non ha dormito per tre giorni dopo, ma quel primo trip è stato l'inizio del viaggione assurdo che sarebbe diventata la sua vita di lì a poco. All'inizio, tirava giù qualsiasi cosa glù qualsiasi cosa potesse reperire con facilità. Codeina, betabloccanti, antinfiammatori, integratori, caffeina, noce moscata, pure gli spray nasali. Quello che non poteva trovare in casa di parenti, familiari, amici e conoscenti se lo pagava con i soldi dell'Addy. Perchè darsi alle droghe da strada quando puoi attingere all'immenso amore di Big Pharma? Quando è diventato abbastanza grande da aprirsi una casella postale, si è dato all'off label. Qualsiasi cosa non fosse regolamentata dall' FDA, se la faceva spedire da qualsiasi anfratto sperduto del mondo. Generalmente, dalla grande Madre Russia o da Nootropics Depot, non ci vuole neppure tutto questo grande impegno oppure non ce l'avrebbe mai fatta da solo. Phenibut, chaga, modafinil, metilliberina e via, la sua vita è diventata un crossover tra Trainspotting e i My Little Pony, ma senza gente che si buca. Con il passare del tempo, è riuscito a trovare la giusta combinazione di caffeina, magnesio cloridato, vitamine del gruppo B e strane erbe legali che gli consentisse di crearsi il suo Adderall potenziato personale e di riuscire FINALMENTE a diplomarsi con due anni di ritardo. E non è che l'abbia fatto specificatamente con l'intento di finire la scuola: gli serviva la giusta dose di concentrazione per passare da sperimentatore casuale a geniaccio della farmacologia. Così passando da un forum a un subreddit alla ricerca della nuova molecoluccia legale da provare, ha scoperto che esiste una definizione per l'unica cosa in vita sua in cui si sia mai sentito bravo: psiconautica. La psiconautica alla fine è una cosetta semplice: è drogarsi per uno scopo superiore. E' magia del caos, è cercare la conoscenza attraverso sè stessi abbattendo o espandendo le normali barriere imposte dalla mente umana. Ma è pur sempre drogarsi, dai. E' abbastanza ironico come ad un certo punto abbia cominciato a riprendere certe strane fisse di suo padre sulla vita, sulla morte e sull'universo. Ma se da un lato suo padre era convinto che per diventare tutt'uno con il creato bisognasse farsi chiudere per sempre in una cassa da morto, lui ha brillantemente capito che ci si può arrivare benissimo anche da vivi. Peccato che le sue esperienze erano alla fine così varie, talvolta impetuose che la verità gli sfuggiva sempre di mano o se ne dimenticava. Quando poi già di tuo non ti ricordi gran parte delle cose che dici, che pensi o che fai, è un drammone. Allora ha incominciato a registrarsi e riascoltarsi. Probabile che ad un certo punto si sia messo pure a confrontarsi con suo padre su tutte queste questioni metafisiche ed esistenziali. Non è che nel frattempo poi sia diventato un qualche genere di santone ascetico: ha continuato a fare un po' tutto quello che gli pare e a inseguire l'onda del sensation seeking. Ci ha soltanto trovato un qualche genere di significato profondo e, volendo, una minima parvenza di direzionalità. Però ancora ad esso vive dove capita, mangia dove capita e se capita, dorme dove capita e se capita, gli basta avere costantemente qualcosa da provare. E' stato in un milione di posti che non riusciremo mai ad elencare – un po' come tutte le infinite sostanze che ha provato o tutte le persone che si è fatto – ma quello che gli è piaciuto di più è un villaggetto sperduto dell'Ecuador dove coltivava ashwagandha insieme allo sciamano e un campo nomadi in Mongolia. Tra le varie cose, non è mai stato in rehab perchè paradossalmente in lui non c'è proprio niente da riabilitare. Il segreto per non diventare dipendente da niente è farsi saltuariamente di tutto, e lui lo sa proprio bene. Però di tanto in tanto va così fuori che lo devono sigillare in un qualche reparto psichiatrico per tre o quattro giorni. A lui questa cosa piace proprio tanto perchè si porta a casa quei calzini antiscivolo tanto carini e perchè così ha l'occasione per conoscere tanta gente simpatica.
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Paragliding in Medellin, Colombia – TravelFreak
Deep into the hills which overlook the red-brick city of Medellin, we soared high above the sweeping green pastures and miniature hamlets of rural Colombia. Small pueblos, livestock, and serrated hills swirled beneath me.
We had been climbing through the sky for more than 20 minutes when we began our descent. The farmhouses below were becoming larger and larger until we reached the same small clearing that we had taken off from.
Passing over it, I wrongly assumed that we’d be landing there…
No, no. We kept moving forward, toward the dark patch of bushes just beyond the landing pad. Thinking we were going to circle around, my feet scraped the top of the shrubbery at a speed that could only be described as “too-fast-to-land.”
POV Over Medellin, Colombia
Less than an instant later I was sprawled out on a hill, upside-down and on my back in a patch of undergrowth. Two men came running to greet us and spryly pulled us to our feet. “Was that supposed to happen!?” I shouted at Ruben, the man attached to my back. “No. Don’t worry about it,” he said calmly. “It happens.”
I was smiling, despite our crash-landing. We brushed ourselves off and walked back to the launch pad.
Paragliding in Medellin? Check. Another airborne adventure activity to add to my “completed” list.
The takeoff was more adrenaline-inducing than I had anticipated. The flight itself is calming, relaxing, and tranquil (until the gut-wrenching flips and spins begin, that is). But the departure? That’s the real fun of paragliding. That moment when grounded becomes weightless and your heart (and stomach) drops as you lift off into the sky.
View from the Sky
Ruben was our guide and pilot for the day. He loves what he does, and he’s been doing it for 25 years. He lives his life far above the city of Medellin, with an elevated view that many never get to experience. I highly recommend you try it.
Go Paragliding in Medellin
Name: Paragliding Medellin Website: https://ift.tt/1w9OcZo Phone: (310) 517-7940 or +57 (4) 388-0185 Price: 20 minutes: $45 USD. 30 minutes: $60 USD. Notes: Ruben speaks perfect English and is an absolute pleasure to fly with.
But the Adventure Continues…
Once our feet were back on the ground, Ruben made it a point to introduce me to his colleague, Felipe. Felipe looked at me and said, “Jeremy, do you like rock climbing?”
“Of course,” was my obvious answer.
“Want to go?”
“Definitely,” I said. “When?”
“Right now,” Felipe quipped, already holding a harness in one hand, reaching out with his other for a fist bump.
I didn’t have a clue what the plan was, but I was going with it. We suited up, complete with harnesses, helmets, and gloves and we began our descent into the forest.
The descent begins
Our tromp into the woods didn’t last for long though. It was quickly interrupted by a 200-foot gap between two 150-foot cliffs and a wire connecting itself from one side to the opposite one.
“Wait, how do we get across?” I asked with confusion. I hadn’t connected the dots yet.
With almost no explanation, discussion, or hesitation, Felipe clipped me to the wire and ushered me over the edge, through the air, and face-first into a patch of bushes on the other side. I hadn’t planned on zip-lining through the Colombian jungle when I woke up that morning. But it’s cool. I’m always ready for an adventure.
Impromptu zip-lining in Medellin
Once across, we continued our descent into the wilderness. The terrain was surprisingly more rugged than anticipated. It was steep, rocky, and frankly, difficult. We climbed down through the stony forest, over boulders and rivers, hanging onto tree roots for dear life.
We stumbled into a large clearing, furnished with enormous boulders, a sizable waterfall, and a massive rock face. Without so much as a word, Felipe grabbed hold of a notch in the rock wall, and pulled himself up. No more than three minutes later, he was hanging 75 feet above the ground, and he had strung the belay line all the way to the top.
I quickly followed suit and, once he had made his way to the ground, I grabbed hold of the same notch in the ragged rock wall and pulled myself up.
Rock climbing in Medellin, Colombia
Climbing to about 50 feet, I found myself stuck inside an A-shaped crevice. The trick was to climb your way out, but as much as I tried, I just couldn’t get around it. I reached my legs as far as possible, secured them as best as I could, and grabbing tight, I gave it one last attempt.
My feet dropped out from under me, my left hand slipped, and I swung outwards, only holding on to the very corner of the crevice with my right hand. It was like one of those miraculous saves that you only see in the movies, where Jason Statham gets thrown over the edge of a skyscraper and just barely saves himself with the grasp of his fingertips.
Ironically, that little maneuver put me into the position I needed, allowing me to secure my feet and climb my way out of the crevice. By the time I got on top of it, though, I was dead tired (all this Colombian food and beach relaxation has done a number on my fitness). I called down to the bottom, let go with my hands and pushed off the rock with my feet, until Felipe lowered me down to the ground.
Bouldering selfie!
But were we done yet? Absolutely not. There was still more hiking, more boulders to climb, more streams to hop, more rock faces to scale, and more jungle to conquer. But I’m not going to tell you about the rest of that. You’re just going to have to find out for yourself.
When we returned to his shop, Felipe turned to me and said, “What are you doing tomorrow? Nothing? Good. We’re rappelling through waterfalls, then. You in?”
And I’ll give you one guess what my answer was.
Go Rock Climbing and Canyoning
Name: Aventura Psiconautica Website: https://ift.tt/2cTrbcZ Phone: +57 (322) 412-5178 Price: Rock climbing sessions start at $35 USD for 3 hours. Canyoning begins at $40 USD for 1.5 hours. Notes: Felipe speaks perfect English. He’s traveled around the world, setting up courses like this one. He runs a community-based program for children in his village, teaching them how to be adventurers and training them to be tour guides. His goal is to give back to his community by providing the children with opportunities for their future.
READ MORE:
Disclaimer: The above activities were complimentary, but as always, all opinions, are entirely my own. I never vouch for a person or product I don’t like or trust.
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Arminda
Lee este fragmento, las veces que sean necesarias. Tal vez nunca termines de entender lo que intenté expresar, pero al menos que el intento valga la pena. No cualquiera puede decodificar el arcaico lenguaje de mis cartas de navegación psiconauticas, sin embargo, ella si. No conozco su nombre, tal vez nunca lo conozca, podría arriesgarme a que tiene cara de llamarse Soledad, pero no viene al caso, quizás fue bautizada con el nombre que se merece, por eso supongo que se debe de llamar igual que el título de esta entrada.
Arminda es mi psicoanalista, tal vez ella nunca quiso serlo, ni tampoco pretendí que lo sea, sin embargo, ese es el rol que ocupa actualmente en mi vida. He llegado a creer de que ellos (los psicoanalistas) poseen una especie de poder sobrenatural, debes sentirte poderoso al saber que hasta la persona mas interesante se corresponde con una premisa establecida de antemano, y por lo tanto, previsible; debe de ser maravilloso poder conocer a una persona aun mejor que ella misma; debe de ser genial comprender como funciona la mente humana. No entiendo como llegó Arminda a mi vida, por lo general la gente va y viene, yo soy partidario de recibir y también de dejar ir, sin embargo, ella permanece. Ella vuelve, ¡es recurrente!, tal vez aún no encontró el “factor decepcionante” en mi persona, ni yo en ella. Por lo general, jamás me importó la vida de las demás personas, hasta podría llegar a confesar de que me importaba mas la viabilidad de mi eucalipto medicinal recién plantado, a la de los niños recién nacidos en mi familia y amigos. He llegado a creer que realizó un exhaustivo estudio de campo sobre mi persona para volver a retomar contacto conmigo a principios de este año, no se cuál es el poder de mi primer y única psicoanalista, pero ha generado en mi una dependencia casi equiparable a la del pez rémora con el tiburón (¿Será que hasta mis canciones secretas le he mostrado? Si, jajaja así es). Es una relación sapiencial muy bella, gracias (Ahora te hablo a vos), Arminda, por formar parte de mi peculiar universo, gracias por nuestra pseudo-amistad jaja. Gracias a Arminda soy consciente de que mi locura no supone una torpeza y de que en estos momentos no existe torpeza en mi (Gracias Arminda, te pagaré la sesión algún día). Sinceramente, ¡esto se disfruta mucho! Mal por mi por haber desestimado a la psicología en mis vidas pasadas. Ahora puedo (por fin) comprender el rol de ciertas personas en la sociedad, en este caso el tuyo, “La” psicoanalista, la mujer de la empatía infinita.
¿Es tan difícil entender que tus propios rasgos y señales de la personalidad que nunca entendiste ahora podes verlos de forma diferente gracias a otra persona? ¿Supone mucho problema ver y comprender nuestra psiquis? ¿No es lo mas lógico del mundo el pensar de que nuestra personalidad sea la responsable de que nos perdamos en nuestro propio universo mental? Arminda: ¿Cuándo has conseguido llegar, alimentar, entrar, sobrevivir, convivir, y disfrutar junto conmigo de mi universo... resulta difícil el hecho de creer que paciente y analista pueden perderse en el universo que juntos crearon? ¡Carajo! cuando se logra llegar a un nivel centesimal de goce de nosotros mismos navegando por nuestro mar de psiquis y por fin hemos encontrado nuestro propio universo, hay que perderse en él. Yo me estoy perdiendo en el mio, yo me pierdo en mi universo... ¿Y vos?
Gracias Arminda.
Una canción para perderse ya saben donde, ¡Si!, en nuestros propios universos infinitos: https://www.youtube.com/watch?v=OqS_Oe605pQ
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Linda Guilala “Psiconautica” @lindaguilala #shoegaze #dreampop
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En el Clavicembalo de Lugo #shoegaze #dreampop #noisepop #lindaguilala #linda guilala #psiconautica
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Psiconautica - Info
Psiconautica – Info
Los alucinógenos y, en especial, los psicodélicos como el LSD, DMT, hongos con psilocibina, y el peyote, pero también disociativos como la ketamina (muy utilizado en los intentos psiconáuticos de John C. Lilly), DXM, y Salvia divinorum. La interrupción de los procesos psicológicos y fisiológicos necesarios para estados mentales habituales –la falta de sueño, el ayuno, la privación sensorial,1 la…
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salvinorim-A
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Que buen viaje nos pegamos 🥰🥰🥰🥰 estando enfermo a cagar se logró igual 😁 into the wild #amigos #friends #nakama #intothewild #psiconautas #psiconautica #love #familia #family #lugaresmagicos #instaquilpue #instachile (en Forestal Alto Río Álvarez) https://www.instagram.com/p/B2r6XI4lN5q/?igshid=xni6zz2914nt
#amigos#friends#nakama#intothewild#psiconautas#psiconautica#love#familia#family#lugaresmagicos#instaquilpue#instachile
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Seguimiento Monotube Psilocybe Ecuador.
Buen viaje, good trip, bon voyage, boa viagem, Счастливого пути, 良い旅... ¡Quítate el velo de maya!...
#trip#trippy#psiconauta#psiconautica#tripy#mushrooms#shrooms#viaje#viajero#viajeros#psilocybe#psilocibin#psilocibina#ecuador#ecuatorian#cubensis#Psilocybe#monotube#monotub#bulk#hongos#monguis#bonguis#honguitos#hongo#setas#seta#psicodelia#psicodelico#psicodelic
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Paragliding in Medellin, Colombia – TravelFreak
Deep into the hills which overlook the red-brick city of Medellin, we soared high above the sweeping green pastures and miniature hamlets of rural Colombia. Small pueblos, livestock, and serrated hills swirled beneath me.
We had been climbing through the sky for more than 20 minutes when we began our descent. The farmhouses below were becoming larger and larger until we reached the same small clearing that we had taken off from.
Passing over it, I wrongly assumed that we’d be landing there…
No, no. We kept moving forward, toward the dark patch of bushes just beyond the landing pad. Thinking we were going to circle around, my feet scraped the top of the shrubbery at a speed that could only be described as “too-fast-to-land.”
POV Over Medellin, Colombia
Less than an instant later I was sprawled out on a hill, upside-down and on my back in a patch of undergrowth. Two men came running to greet us and spryly pulled us to our feet. “Was that supposed to happen!?” I shouted at Ruben, the man attached to my back. “No. Don’t worry about it,” he said calmly. “It happens.”
I was smiling, despite our crash-landing. We brushed ourselves off and walked back to the launch pad.
Paragliding in Medellin? Check. Another airborne adventure activity to add to my “completed” list.
The takeoff was more adrenaline-inducing than I had anticipated. The flight itself is calming, relaxing, and tranquil (until the gut-wrenching flips and spins begin, that is). But the departure? That’s the real fun of paragliding. That moment when grounded becomes weightless and your heart (and stomach) drops as you lift off into the sky.
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Ruben was our guide and pilot for the day. He loves what he does, and he’s been doing it for 25 years. He lives his life far above the city of Medellin, with an elevated view that many never get to experience. I highly recommend you try it.
Go Paragliding in Medellin
Name: Paragliding Medellin Website: https://ift.tt/1w9OcZo Phone: (310) 517-7940 or +57 (4) 388-0185 Price: 20 minutes: $45 USD. 30 minutes: $60 USD. Notes: Ruben speaks perfect English and is an absolute pleasure to fly with.
But the Adventure Continues…
Once our feet were back on the ground, Ruben made it a point to introduce me to his colleague, Felipe. Felipe looked at me and said, “Jeremy, do you like rock climbing?”
“Of course,” was my obvious answer.
“Want to go?”
“Definitely,” I said. “When?”
“Right now,” Felipe quipped, already holding a harness in one hand, reaching out with his other for a fist bump.
I didn’t have a clue what the plan was, but I was going with it. We suited up, complete with harnesses, helmets, and gloves and we began our descent into the forest.
The descent begins
Our tromp into the woods didn’t last for long though. It was quickly interrupted by a 200-foot gap between two 150-foot cliffs and a wire connecting itself from one side to the opposite one.
“Wait, how do we get across?” I asked with confusion. I hadn’t connected the dots yet.
With almost no explanation, discussion, or hesitation, Felipe clipped me to the wire and ushered me over the edge, through the air, and face-first into a patch of bushes on the other side. I hadn’t planned on zip-lining through the Colombian jungle when I woke up that morning. But it’s cool. I’m always ready for an adventure.
Impromptu zip-lining in Medellin
Once across, we continued our descent into the wilderness. The terrain was surprisingly more rugged than anticipated. It was steep, rocky, and frankly, difficult. We climbed down through the stony forest, over boulders and rivers, hanging onto tree roots for dear life.
We stumbled into a large clearing, furnished with enormous boulders, a sizable waterfall, and a massive rock face. Without so much as a word, Felipe grabbed hold of a notch in the rock wall, and pulled himself up. No more than three minutes later, he was hanging 75 feet above the ground, and he had strung the belay line all the way to the top.
I quickly followed suit and, once he had made his way to the ground, I grabbed hold of the same notch in the ragged rock wall and pulled myself up.
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Climbing to about 50 feet, I found myself stuck inside an A-shaped crevice. The trick was to climb your way out, but as much as I tried, I just couldn’t get around it. I reached my legs as far as possible, secured them as best as I could, and grabbing tight, I gave it one last attempt.
My feet dropped out from under me, my left hand slipped, and I swung outwards, only holding on to the very corner of the crevice with my right hand. It was like one of those miraculous saves that you only see in the movies, where Jason Statham gets thrown over the edge of a skyscraper and just barely saves himself with the grasp of his fingertips.
Ironically, that little maneuver put me into the position I needed, allowing me to secure my feet and climb my way out of the crevice. By the time I got on top of it, though, I was dead tired (all this Colombian food and beach relaxation has done a number on my fitness). I called down to the bottom, let go with my hands and pushed off the rock with my feet, until Felipe lowered me down to the ground.
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But were we done yet? Absolutely not. There was still more hiking, more boulders to climb, more streams to hop, more rock faces to scale, and more jungle to conquer. But I’m not going to tell you about the rest of that. You’re just going to have to find out for yourself.
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Disclaimer: The above activities were complimentary, but as always, all opinions, are entirely my own. I never vouch for a person or product I don’t like or trust.
source http://cheaprtravels.com/paragliding-in-medellin-colombia-travelfreak/
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Psiconauta
Psiconauta: um explorador da mente que viaja em seu / sua psique com o uso de drogas alucinógenas ou outras técnicas de alteração da consciência. Psiconautas acreditam que essas experiencias espirituais, quando devidamente processadas, levam benefícios positivos a longo prazo em suas vidas.
Do filme Pszichonauták, 2006 dirigido por Andras Kovács.
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Psychonaut: An explorer of the mind that travels in his / her psyche using hallucinogenic drugs or other consciousness altering techniques. Psychonauts believe that these spiritual experiences, when properly processed, lead to long-term positive benefits in their lives.
From movie Pszichonauták, 2006 directed by Andras Kovács.
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