#progetto illuminotecnico
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Casa sul mare, fusione tra uomo e natura https://www.design-miss.com/casa-sul-mare-fusione-tra-uomo-e-natura/ Una #casa sul #mare dove vivere in armonia con forme, colori e materiali della #natura
#casa#mare#natura#progetto illuminotecnico#ristrutturazione#riviera ligure#scala elicoidale#stoffe damascate
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Basement Walk Out
Inspiration for a small modern basement remodel with a walk-out and a beige floor
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Basement - Modern Basement Inspiration for a small contemporary walk-out basement remodel with a corner fireplace and beige flooring
#tavernetta#living#cartongesso#design della cucina#light#cappottiera su misura#progetto illuminotecnico
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Walk Out - Basement Basement - small modern walk-out porcelain tile and beige floor basement idea
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Basement - Modern Basement Inspiration for a small contemporary walk-out basement remodel with a corner fireplace and beige flooring
#tavernetta#living#cartongesso#design della cucina#light#cappottiera su misura#progetto illuminotecnico
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Modena: il Parco XII Aprile nel segno della riqualificazione
Modena: il Parco XII Aprile nel segno della riqualificazione. Dal nuovo biomarket, la piattaforma attrezzata per mercati all'aperto già pronta, fino all'area dell'anfiteatro in corso d'opera che, oltre al rifacimento di gradinate e pavimentazioni, è stata migliorata rispetto al progetto iniziale per ottenere un campo adatto a più attività sportive; il tutto camminando lungo i percorsi, rinnovati anche negli arredi, che costeggiano le antiche vasche e il settecentesco Arco d'ingresso al parco. Insieme al potenziamento dell'impianto di videosorveglianza, per altro esteso fino a strada Nonantolana e alle scuole Collodi, e all'adeguamento illuminotecnico per migliorare la fruizione dell'area, sono gli interventi per la riqualificazione del Parco XXII Aprile condotti dall'amministrazione comunale modenese grazie a risorse assegnate tramite i fondi Pinqua, il Programma innovativo nazionale per la qualità dell'abitare finanziato dal Pnrr e sviluppato dal Comune con il programma Next Generation Modena. I quattro interventi condotti al Parco XXII Aprile rientrano, infatti, tra i 13 del progetto "Modena. Abitare dopo la pandemia: la città nel quartiere", volto a rigenerare un'ampia fascia urbana compresa tra i comparti Nonantolana, ex Consorzio agrario ed ex Mercato bestiame per un valore complessivo intorno ai 40 milioni di euro, con finanziamenti del Pinqua per 14,3 milioni e la quota rimanente coperta da risorse comunali e contributi di soggetti pubblici e privati. In particolare, ammontano a 1 milione e 120 mila euro i costi dei tre interventi già completati e di quello in corso di attuazione (presso l'area dell'anfiteatro) al parco XXII Aprile che il sindaco Gian Carlo Muzzarelli, la direttrice Valeria Meloncelli, l'assessora allo Sport Grazia Baracchi e il presidente del Quartiere 2 Giovanni Gobbi hanno visitato. Con loro, oltre a tecnici comunali di Direzione generale, Ufficio Legalità e Sicurezze, Settore Sport e Settore Lavori Pubblici, anche diversi rappresentanti di associazionismo e Terzo settore attivi nell'area, che saranno ulteriormente coinvolti non solo in attività di animazione, ma anche nella gestione del biomarket, attraverso un progetto di gestione che sarà definito, in via sperimentale, nelle prossime settimane. Il mercato all'aperto realizzato per un spesa complessiva di 294mila euro quasi interamente coperta da fondi Pnrr (4.500 euro il finanziamento comunale) è un'infrastruttura molto versatile che potrà essere utilizzata anche per un mercatino biologico. Si trova, infatti, in una zona di collegamento tra il parco XXII Aprile e l'area di via Nonantolana destinata a essere densamente abitata con la realizzazione degli oltre 70 nuovi alloggi Acer in corso. Su un percorso ciclabile e pedonale centrale, in continuità con quelli esistenti nel parco e in linea col pedonale che unisce l'incrocio delle vie Cerretti e Spaccini, sono state create 15 piazzole, dotate di torrette di allaccio elettrico e collegate anche da un percorso secondario, tutte con pavimentazioni drenanti al 100 per cento ed ecocompatibili. L'area è inoltre videosorvegliata, appositamente illuminata e arricchita nella vegetazione con circa 240 metri quadrati di aiuole piantumate a specie arboree e arbusti. Un secondo intervento, per una spesa di complessivi 370mila euro (completamente finanziato con fondi Pnrr) riguarda il rifacimento di pavimentazione e infrastrutture del percorso principale e l'area dell'anfiteatro. Il rifacimento di pavimentazioni, aiuole, sedute e gradinate ha interessato il percorso interno sull'asse nord-sud, adiacente al lagocanale, compreso tra via Attiraglio e l'anfiteatro. Qui è in corso un intervento particolarmente significativo per poter offrire alla città un nuovo campo sportivo e un punto di aggregazione giovanile. Sarà, infatti, realizzato un campo multisport adatto alla pratica di diverse discipline e amanifestazioni. In particolare, nelle strutture dell'anfiteatro, delle aiuole e delle sedute in calcestruzzo armato sono state demolite le parti ammalorate, realizzato un lavoro di idropulizia e applicate sostanze che inibiscono l'ossidazione dei ferri, ricostruite e ripristinate le parti demolite, impermeabilizzate e protette con malta le superfici. Mentre sono in atto gli interventi per la riqualificazione del campo da basket: il nuovo campo sarà più ampio dell'attuale, avrà infatti le dimensioni totali di 30x18, regolamentari e potrà quindi essere utilizzato per manifestazioni sportive, oltre che per diverse discipline: pallavolo, calcetto, basket. Il tappetino in gomma colata in opera, oltre a un perfetto rimbalzo della palla, assicurerà resistenza agli agenti atmosferici ed elevata durabilità, mentre la pavimentazione antitrauma tra il campo sportivo e le gradonate migliorerà la sicurezza dell'intera infrastruttura. Infine, l'inserimento di una rampa di accesso alle gradonate per l'abbattimento delle barriere architettoniche, migliora l'accesso al campetto e la visione.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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Guida all'acquisto dei faretti da incasso
Il progetto illuminotecnico per faretti da incasso è una soluzione illuminotecnica altamente raffinata che non solo fornisce luce, ma è anche un'opera d'arte.
Questi apparecchi di illuminazione sono attentamente progettati per integrarsi perfettamente nello spazio interno. Sono abilmente integrati nel soffitto, nella parete o nel pavimento per creare un effetto luminoso senza soluzione di continuità, come se la luce si alzasse naturalmente. Oltre ad avere un design straordinario, questo sistema consente un controllo preciso della luminosità e dell'illuminazione senza occupare spazio aggiuntivo.
Questo elettrodomestico è disponibile in un'ampia varietà di forme, dimensioni, colori e design per adattarsi a quasi tutti gli ambienti interni e le esigenze. Con i faretti da incasso bianchi purchase puoi migliorare lo spazio di lavoro della tua cucina, creare un'atmosfera tranquilla nella tua camera da letto, modernizzare il tuo soggiorno o aumentare la produttività del tuo ufficio con soluzioni di illuminazione uniche.
Molti vantaggi dei faretti da incasso
I faretti da incasso sono noti per i loro numerosi vantaggi, tra cui: Ecco alcuni vantaggi dei faretti da incasso:
I faretti da incasso sono conosciuti come “luce invisibile” perché vengono abilmente nascosti sotto la superficie, riducendo la quantità di spazio necessaria per lampade e lampadari aggiuntivi. Nelle aree con spazio limitato, come piccoli appartamenti o uffici moderni, questa funzione è particolarmente utile.
Creare un'atmosfera unica non significa solo illuminare, ma anche creare un'atmosfera unica con i faretti da incasso. Esistono molti tipi di faretti da incasso in grado di produrre diversi effetti luminosi, dalla luce morbida e calda alla luce bianca chiara, che possono essere personalizzati in base alle proprie esigenze particolari. Aiuta a creare un ambiente interno più vivibile in cui le persone si sentono a proprio agio e a proprio agio.
Utilizzando la moderna tecnologia di illuminazione, come i LED o le lampade fluorescenti a risparmio energetico, i faretti da incasso forniscono un'illuminazione brillante riducendo al contempo il consumo energetico, rendendoli uno dei tipi più efficienti dal punto di vista energetico. Oltre a ridurre le bollette energetiche, ciò riduce anche le emissioni di carbonio e contribuisce in piccola misura alla sostenibilità.
Le eccellenti caratteristiche dei faretti da incasso li rendono ideali per le moderne progettazioni illuminotecniche. Oltre a fornire effetti luminosi di alta qualità, aiuta anche gli utenti a risparmiare spazio, creare un'atmosfera unica, ridurre il consumo energetico e contribuire in piccola misura alla protezione dell'ambiente. Per questo motivo i faretti da incasso sono così popolari.
I faretti da incasso vengono utilizzati in ambienti interni
Un faretto da incasso può essere utilizzato in diverse applicazioni per interni per creare un effetto luminoso unico. Ecco alcuni esempi:
La camera da letto è un luogo di privacy e intimità. I faretti da incasso possono creare un'atmosfera tranquilla e fornire una luce morbida e calda, offrendo un buon ambiente per rilassarsi e riposare.
La cucina spesso richiede un'illuminazione intensa in modo da poter vedere chiaramente tutti gli ingredienti e i piani cottura durante la cottura. I faretti ad incasso illuminano il piano di lavoro permettendo di vedere chiaramente ogni singolo dettaglio.
Il soggiorno tende ad essere un luogo di socializzazione e relax, e i faretti da incasso offrono un modo attraente per valorizzare l'ambiente moderno.
Gli effetti di luce sono essenziali per l’efficienza del lavoro d’ufficio. I faretti LED da incasso aumentano la produttività dei dipendenti regolando la luminosità e la direzione della luce.
I negozi e le aree espositive necessitano di un'illuminazione accattivante per attirare i clienti. I faretti da incasso a LED possono essere utilizzati per rendere più attraenti i prodotti mettendoli in risalto.
Il faretto da incasso non solo è adatto a queste applicazioni, ma può anche essere personalizzato per soddisfare esigenze specifiche. Che si tratti di creare un'atmosfera confortevole in camera da letto, aumentare la comodità della cucina, esaltare la modernità del soggiorno o valorizzare l'ambiente lavorativo dell'ufficio, i faretti da incasso possono fornire soluzioni di illuminazione precise per soddisfare le esigenze dei diversi spazi interni.
Tendenze nello sviluppo futuro
Ci sono innumerevoli opportunità per la progettazione illuminotecnica in futuro con lo sviluppo di faretti da incasso. Ecco alcune tendenze da tenere d’occhio:
Il sistema di controllo intelligente dei faretti da incasso consentirà in futuro agli utenti di regolare la luminosità, la temperatura del colore e la direzione della luce in base alle proprie esigenze, ottenendo così un'illuminazione personalizzata. Utilizzando sensori intelligenti, l’illuminazione può essere automatizzata, l’efficienza energetica può essere migliorata e i rifiuti possono essere ridotti.
Le persone prestano sempre più attenzione all’impatto della temperatura del colore della luce sull’ambiente interno e sulla salute, quindi la regolazione della temperatura del colore diventerà la tendenza principale. Ci saranno più opzioni per i downlight, dal giallo caldo alla luce bianca fredda per soddisfare le esigenze di diverse scene e situazioni, inclusi lavoro, riposo e intrattenimento, dai downlight da 3000K a 4000K. Le capacità di regolazione della temperatura del colore dei downlight garantiscono che l'illuminazione sia perfettamente adatta alle tue esigenze, sia che tu abbia bisogno di una calda luce gialla nella tua camera da letto di notte o di una luce bianca frizzante nel tuo ufficio per aumentare la produttività. Con questa tecnologia innovativa, l’illuminazione interna diventa più personalizzabile e adattabile, così che gli spazi abitativi e lavorativi diventino più confortevoli.
I futuri faretti da incasso utilizzeranno più fonti di energia rinnovabile, come quella solare ed eolica, per ridurre il consumo di energia. La tutela dell’ambiente rimarrà una priorità assoluta. Di conseguenza, il processo produttivo avrà un impatto ambientale minore grazie all’utilizzo di materiali e processi rispettosi dell’ambiente.
L'innovazione sarà introdotta anche dal design. In risposta alle mutevoli tendenze estetiche, i faretti da incasso continueranno ad evolversi nella forma, nel materiale e nello stile. Per soddisfare le esigenze individuali dei clienti, i lighting designer offriranno soluzioni più innovative.
Alla fine i faretti da incasso non saranno più solo luci, ma anche componenti intelligenti, sostenibili e innovativi. Queste tendenze renderanno l’illuminazione per interni più flessibile, efficiente e rispettosa dell’ambiente, fornendo allo stesso tempo più opzioni per soddisfare le esigenze di bellezza e comfort delle persone. Un futuro luminoso attende i faretti da incasso nel design illuminotecnico, che portano un futuro luminoso negli spazi abitativi.
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Librerie archicad 12
#Librerie archicad 12 update#
#Librerie archicad 12 full#
See Image Files in the Embedded Library at Images from QuickTime Formats. These files reference unsupported image formats. To solve the problem, locate the source files of these missing objects and add them to the project, using Library Manager. Missing objects in the older-version project are also listed as “missing” in ARCHICAD 22, both in the Library Manager as well as the Library Loading Report. Locate these libraries and add them as linked libraries, using the Library Manager’s “ Add” command.
Missing Libraries - Unavailable LibrariesĪny library “missing” in the Library Manager of the older version will be listed as “unavailable” in the Library Manager of ARCHICAD 22.
The solution is to embed these objects in your host ARCHICAD 22 project, using Library Manager, or to place those objects in a library on the BIMcloud, and add that library to the project. If you place a hotlinked module from ARCHICAD 12, any objects placed from the source file’s “Other Objects” folder will be missing in ARCHICAD 22. “Other Objects” items in the older ARCHICAD projects will appear in the “Embedded Objects” folder of ARCHICAD 22. Scaricate i loro cataloghi e utilizzate i loro prodotti per il vostro progetto illuminotecnico. (They will be listed in the Linked Libraries folder of the Library Manager.) Più di 190 produttori di apparecchi dilluminazione in tutto il mondo mettono a disposizione i loro prodotti per la progettazione illuminotecnica in DIALux. The active libraries of older-version projects will be loaded in ARCHICAD 22 as linked libraries.
#Librerie archicad 12 update#
4.0.4 Road under islands doesnt turn-off 4.0.5 No road in 2D and 3D for half islands and no islands according to style 4.0.6 Groups, Cars, and Odd Cars do not update when changing all variations. Share your best video renders for the 2021 Visualization Prize at the World Architecture Festival.
#Librerie archicad 12 full#
Making renders full of life: an interview with director R��mi Anfosso. 4.0.3 Unecessary detail shown when stretched. Tell the story of your designs with Lumion 12, available now November 1, 2021. 4.0.2 Half line marking radial islands not shown. Vous pouvez aussi utiliser le dbugger en ligne, les liens et l'historique. D'ici vos objets peuvent tre tlchargeables pour une discussion. D'ici vous pouvez installer et administrer vos projets GDL, privs ou publics. Note the following, additional Library-related changes when migrating projects from ARCHICAD 12 and earlier: Written by Mark Beauman Updates 4.0.1 General interface improvements & fixes. Cette site est maintenant devenu une plate-forme pour les developpeurs GDL.
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Casa di Langa, progetto di GaS Studio con Parisotto + Formenton Architetti pubblicato su Professione Architetto
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Casa sul mare, fusione tra uomo e natura https://www.design-miss.com/casa-sul-mare-fusione-tra-uomo-e-natura/ Una #casa sul #mare dove vivere in armonia con forme, colori e materiali della #natura
#casa#mare#natura#progetto illuminotecnico#ristrutturazione#riviera ligure#scala elicoidale#stoffe damascate
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Alcuni particolari fotografici della realizzazione CASA BOSCHETTO - CHIVASSO. Concept, Progetto Preliminare e Definitivo di Interior design, Progetto Scenografico ed Illuminotecnico, interno ed esterno. By Difference di Paola Bigazzi. Arch. Paola Bigazzi
#progettazione interni#progettazione giardini#progettazione architettonica#progettazione creativa#progetto giardini#progettazione#design architettura
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Il cittadino onorario di Sabaudia Vittorio Storaro riceverà il Nastro d'Oro
Vincenzo Storaro Il Sindacato Nazionale Giornalisti Cinematografici Italiani ha premiato Vittorio Storaro con l'assegnazione del Nastro d'Oro, in onore dei suoi primi 50 anni di cinema da direttore della fotografia e delle importanti pellicole alle quali ha prestato la sua arte, ammaliando registi del calibro di Bernardo Bertolucci, Francis Ford Coppola, Warren Beatty, Carlos Saura e Woody Allen. Il Maestro Storaro è da sempre legato a Sabaudia, di cui tra l’altro è cittadino onorario, tanto da portarlo negli anni a realizzare, in collaborazione con sua figlia, l’architetto Francesca Storaro, il progetto illuminotecnico di Palazzo Mazzoni e in ultimo del Palazzo comunale e della Torre civica, inaugurato poco più di un anno fa in occasione dei festeggiamenti dell’85° anniversario dell’inaugurazione di Sabaudia: un percorso di luci e riflessi che diviene al tempo stesso un primario strumento di valorizzazione delle linee razionaliste e metafisiche della città. Il riconoscimento a Storaro sarà consegnato al Museo Maxxi di Roma il prossimo 6 luglio nell’ambito di una cerimonia trasmessa in diretta tv su Rai Movie. #cinema #cultura Read the full article
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Proseguono i lavori legati al piano strategico, "ASTI: VINO E CULTURA"
Proseguono i lavori legati al piano strategico, "ASTI: VINO E CULTURA". Proseguono i lavori legati al piano strategico "ASTI: VINO E CULTURA" che comprende una serie di azioni di recupero funzionale, restauro, riqualificazione, efficientamento energetico: sono già in corso le opere di riqualificazione di Palazzo Ottolenghi e Palazzo Civico, l'ampliamento del Museo di Sant'Anastasio mentre si è da poco concluso il restauro del complesso di San Pietro in Consavia. Sono anche stati consegnati i lavori legati al "PERCORSO M'ILLUMINO LE TORRI", un intervento, di importo totale 622.577,48 €, che consiste nella realizzazione del nuovo impianto di illuminazione pubblica artistica finalizzato alla valorizzazione di 13 torri individuate sul territorio e all'inserimento di dispositivi per la rilevazione dei dati ambientali; un progetto questo che riporta soluzioni di illuminazione architetturale che consentono la realizzazione di un ideale percorso museale all'aperto, con la valorizzazione delle 13 torri. Lo studio illuminotecnico tiene conto del contesto storico-architettonico per la valorizzazione artistica delle torri da restituire nella loro bellezza e complessità creando una "storia" di luce che conduce il visitatore/turista lungo l'immaginario percorso museale cittadino. Il progetto ha ottenuto il nulla osta da parte della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti, e Paesaggio di Alessandria, Cuneo ed Asti. La contestuale installazione di sensori e dispositivi intelligenti fornirà la conoscenza di dati utili ed interessanti grazie alla rilevazione della qualità dell'aria e dell'ambiente in generale. L'obiettivo dell'intervento, afferma il Vicesindaco Stefania Morra con delega ai Lavori pubblici, è finalizzato anche all'uso razionale dell'energia elettrica nell'illuminazione pubblica esterna attraverso l'adeguamento degli impianti laddove già esistenti, nonché il dimensionamento ragionato del calcolo illuminotecnico con particolare attenzione agli aspetti di controllo dei costi gestionali nonché della dispersione del flusso luminoso verso la volta celeste. Le torri interessate dall'intervento sono le seguenti: 1 - TORRE CATTEDRALE DI SANTA MARIA ASSUNTA in piazza Cattedrale 2 - TORRE CHIESA SAN MARTINO in piazza San Martino 3 – TORRE COLLEGIATA SAN SECONDO in piazza San Secondo 4 - TORRE COMENTINA in piazza Roma 5 - TORRE DEI GUTTUARI in piazza Statuto 6 - TORRE DE REGIBUS in via San Martino 7 - TORRE ROSSA in corso Alfieri (inserimento di dispositivi per la rilevazione dei dati ambientali) 8 - TORRE SOLARO in via Giobert 9 - TORRE TROYANA in piazza Medici (inserimento di dispositivi per la rilevazione dei dati ambientali) 10 – TORRE CASA DEI ROERO in via Quintino Sella 11 - TORRE DEL BATTISTERO DI SAN PIETRO IN CONSAVIA in corso Alfieri (inserimento di dispositivi per la rilevazione dei dati ambientali) 12 – TORRE EX CHIESA DI SAN GIUSEPPE in piazza San Giuseppe 13 - TORRE QUARTERO in corso Alfieri Soddisfazione da parte del Sindaco Maurizio Rasero che dichiara: "Mi illumino le Torri è un progetto strategico che valorizza il patrimonio culturale ed architettonico della nostra città ampliando l'offerta turistica ed accrescendo il benessere della comunità locale".... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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Cosa resterà....
Un home office per lavorare da casa: qualche ispirazione per organizzarlo. La pandemia da Covid19 ha stravolto le vite di tutti negli ultimi mesi. La ripresa sta iniziando a prendere forma: torneremo alle vecchie abitudini, ma nella convivenza con il virus qualcosa dovrà necessariamente cambiare. Tra queste, sicuramente il modo di lavorare: smart, agile ma comunque da casa. ��
Immagine via Pinterest Tante volte ho pensato che la generazione dei nostri nonni ha vissuto un cambiamento epocale e lo ha vissuto in prima persona, soffrendo, adeguandosi, cambiando. Tante volte ho pensato che la mia, di generazione, non sarebbe mai stata protagonista di un cambiamento così. E invece, oggi è lampante, è quello che sta succedendo oggi. Siamo dentro tutti, mani e piedi, in questo vortice che da più di due mesi ci ha colti di sorpresa e ci ha messi di fronte ad una realtà con cui abbiamo dovuto fare velocemente i conti, in un momento in cui non solo era difficile pianificare, ma era molto facile anche perdere la testa. Non che tutto sia passato, chiaramente. Ma forse adesso possiamo iniziare a tirare qualche linea e a capire che tante cose non potranno più essere come prima. Non mi sto riferendo a scenari a grande scala, che inevitabilmente sono stati stravolti, ma anche alle piccole cose della vita di tutti i giorni. Il caffè al bar, il recarsi al lavoro e il lavoro stesso. Ho sperimentato in prima persona lo “smart working” che per me, essenzialmente, è stato un più banale lavorare da casa... in una delle prima domeniche di marzo, in attesa dell'ennesimo decreto, ho arruolato mio marito e siamo andati nel mio studio. Al volo ho recuperato le cose più importanti per poter lavorare: pc, chiavetta per la firma digitale, qualche faldone. Arrivati a casa, ho riposto il portatile che per qualche giorno avevo utilizzato come muletto e ho riallestito la mia postazione. Ero diventata una fortunata detentrice di un “home office”. E fortunata mi ritengo, perché ha casa mia ho potuto utilizzare una stanza che al momento è rifugium peccatorum e nella sua meravigliosa accozzaglia di funzioni (l'asse da stiro convive ormai da tempo con un tapis roulant e una chitarra) mi ha permesso di poter piazzare anche una spaziosa scrivania, dalla quale sto scrivendo anche adesso.
Valiant House, architetto Anna Rozen, Melbourne. Nell'incertezza di questi giorni, appare ormai evidente la necessità di imparare a convivere con questi nuovi stili di vita: le mascherine diventeranno un accessorio di moda, ordineremo sempre più online e, sì, impareremo a lavorare da casa. Per fare questo nel modo ottimale, è necessario poter avere uno spazio a disposizione e non necessariamente questo deve (può) essere una stanza dedicata all'ufficio. Anzi, è molto probabile che la tendenza sia quella di ricercare la flessibilità degli spazi.
via Pinterest Le pareti attrezzate sono quelle che permettono la migliore integrazione di un angolo studio in soggiorno. Modulari e componibili, consentono di decidere liberamente quanta parte dedicare alla scrivania e quanta ai contenitori. Una seduta minimale può essere facilmente riposta sotto la mensola quando non viene utilizzata.
La proposta di Giessegi. Se l'ingresso è sufficientemente spazioso, si può ipotizzare di posizionare uno scrittoio, magari anche antico a contrasto con una seduta decisamente moderna.
Scrittoio d'epoca e sedia icona del design: Panton Chair di Vitra. Immagine via Pinterest. Oppure è possibile sfruttare una nicchia attrezzandola con mensoloni e scaffali. Attenzione però: se l'ambiente è cieco, come in questo caso, il progetto illuminotecnico diventa fondamentale per garantire un buon comfort visivo.
Immagine via Pinterest. Un piccolo scrittoio può essere posizionato anche in camera da letto, magari condividendolo con l'angolo beauty. Anche in questo caso può trattarsi di un sistema integrato al guardaroba, oppure una soluzione freestanding con minimo ingombro.
Immagine via Pinterest Trasformare il balcone in ufficio? Qualcuno ci ha pensato, proponendo soluzioni come scrivanie appese alla ringhiera. Sicuramente bello da vedersi, ma poco pratico per lavorare al pc: troppa luce interferisce con un monitor.
Desk da balcone, in vendita anche su Ebay. Immagine via Pinterest. Se invece si parla di giardino d'inverno, le cose sicuramente cambiano: con un buon sistema di tendaggi, è possibile lavorare in modo confortevole con il benefit del sentirsi circondati dal verde.
Immagine via Pinterest. Cosa ne pensate dell'home office? Avete sperimentato nuove soluzioni alternative per lavorare durante il lockdown? Credete che sia un trend destinato ad affermarsi? Fatemi sapere e buon ritorno al lavoro, smart o tradizionale che sia. Read the full article
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#myrimini #teatrogalli eatroamintoregalli ・・・ 📣 Le nozze di Figaro su maxischermo 🎼 Sabato 3 agosto in piazza Cavour sarà allestito un maxischermo che consentirà ai riminesi e ai tanti ospiti della città di seguire in diretta l'eccezionale concerto che vedrà il Maestro Muti dirigere l'orchestra Cherubini alla presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Il progetto illuminotecnico è curato da Ideogamma e la piazza sarà allestita con sedute per favorire la fruizione da parte del pubblico (fino a esaurimento posti, accesso libero). 🎶 www.teatrogalli.it 🎶 https://ift.tt/1ouYEuW #rimini #opera #music #teatro https://ift.tt/2OD1YsU
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Da Anime a Ultima: la memoria secondo Boltanski nei suoi progetti per Bologna
di Stefano d’Alessandro
Marcel Proust, in un passo del suo capolavoro Alla ricerca del tempo perduto, paragona la memoria al laboratorio di un chimico: vi si procede a tentoni mettendo le mani a caso, e c'è tanto la probabilità di trovare una sostanza salubre, quanto quella di trovarne una nociva. Eppure, nonostante sia così potenzialmente pericolosa, come potremmo farne a meno? Solo la memoria può dare realmente un senso alle cose; solo la memoria rappresenta un possibile rimedio alla caducità dell'esistenza.
Questo lo sa bene un artista come Christian Boltanski, che la usa, la modella, la amplifica, la tratta come creta viva nelle sue mani. E da abile scultore crea artefatti che, come degli ex voto offerti in dono al passato, riportano alla mente fatti e sensazioni che valgono la pena di essere rivissuti. Forse è stata proprio la sua predilezione verso questa particolarissima materia prima a rendere il suo sodalizio con Bologna, una città in cui la memoria trasuda da ogni luogo, così prospero. Fin dal 1997, quando venne organizzata a Villa delle Rose la prima grande mostra a lui dedicata in Italia; per poi tornare nel 2007, a realizzare quell'opera magnifica che è A proposito di Ustica, lasciando alla città una testimonianza permanente del suo modo di intendere l'arte: lo strumento più efficace di cui disponiamo per mantenere viva la fiamma del ricordo.
Con una ritualità quasi religiosa, dopo altri dieci anni l'artista francese torna nella città felsinea; e lo fa con un articolato progetto che, sotto la direzione artistica di Danilo Eccher, si dipana sotto varie forme nello spazio e nel tempo. Sicuramente il fulcro di tutto questo è la grande mostra ospitata al Mambo dal titolo Anime. Di luogo in luogo. Le sale dedicate alle mostre temporanee sono state letteralmente invase dalle opere di Boltanski, in un allestimento suggestivo che sembra sfruttarne al meglio gli spazi, come un liquido che si espande fino a colmare totalmente il contenitore in cui è inserito.
E una delle immagini più suggestive l'abbiamo proprio nella prima sala, interamente dedicata all'opera Coeur. Quattro file di specchi neri, perfettamente allineati, sono posizionati alla stessa distanza su ognuna delle pareti; lo spettatore è totalmente immerso nella stanza buia, illuminata unicamente da una lampadina a intermittenza posta al centro. A farle compagnia c'è un suono sordo, ad intervalli regolari, che va a ritmo con la luce: Boltanski ci fa letteralmente entrare nel cuore del titolo, attraverso una suggestiva esperienza che finisce per coinvolgere tutti i nostri sensi.
Proseguendo nei successivi ambienti, il rapporto delle opere con lo spazio che le circonda rimane sicuramente uno degli aspetti più interessanti: le tende e i teli di Entre temps e di Regards creano tante soglie, che il visitatore deve attraversare letteralmente scostando le opere per crearsi un passaggio. Le due scritte che campeggiano in alto, Départ e Arrivée, rispettivamente in rosso e in blu, amplificano proprio questo rapporto con lo spazio: funzionano come due didascalie, una vicino all'ingresso e l'altra al lato opposto della sala, a ricordarci che tutto ha un inizio e una fine, ma ciò che conta è quello che riusciamo a vivere nel mezzo.
Il centro della sala principale è occupato dalla grande installazione Volver: una “montagna”, realizzata con coperte isotermiche dorate, si erge imponente; è interessante notare come Boltanski abbia sfruttato questo atipico materiale per creare un suggestivo effetto luministico, dato dalle increspature irradiate dalla luce che proviene dall'alto; un presidio medicale, strumento tecnico legato spesso a situazioni pericolose e d'emergenza, viene così reimpiegato a fini estetici, e ci riporta con la mente ad una quotidiana tragedia della nostra attualità, quella dei migranti che perdono la vita durante le traversate in mare.
La maggior parte delle opere presenti appartengono alla serie degli altarini votivi, autel in francese. In essi, pur con le varie declinazioni sul tema, troviamo degli elementi che si ripetono: le fotografie, ritratti di volti di cui non ci è dato sapere il nome, spesso di bambini i quali, nell'iconografia religiosa, sono da sempre il simbolo dell'innocenza e della purezza; e delle lampadine che le illuminano, grazie alle quali le opere, immerse nella penombra, non hanno bisogno di alcun espediente illuminotecnico per vivere, ma brillano di luce propria.
Dallo psichedelico e straniante blu di Autel détective alla composizione piramidale e più austera di Autel Lycée Chases, fino alla variante con scatole di latta di Autel Chases, gli altari di Boltanski non rievocano una morte materiale, ma quella della memoria: non conosciamo questi volti, o semplicemente non li ricordiamo? Forse li abbiamo incrociati una, due, cento volte nella nostra vita, ma li abbiamo rimossi, come informazioni superflue; e queste immagini sfocate, senza alcuna didascalia, non vengono certo in nostro aiuto. Gli altari di Boltanski sono un monumento alla memoria: perché essere cancellati da essa è l'unica, reale morte che può colpire un essere umano.
Ma le fotografie non sono l'unico artificio che Boltanski usa per riattivare i complessi meccanismi del ricordo. In Containers, ad esempio, dei carrelli sormontati da neon sono ricolmi di vestiti. La struttura non è dissimile da quella degli altari: c'è un'impalcatura, c'è un sistema di illuminazione, ma stavolta l'elemento che riattiva la consapevolezza della traccia, della presenza di qualcuno, sono gli abiti: vederli accumulati alla rinfusa nelle ceste non può che farci chiedere a chi mai saranno appartenuti.
Ed è forse proprio in questo continuo stimolare interrogativi che risiede la forza dell'arte di Christian Boltanski. Nell'opera Le grand mur de suisse mort questa enigmaticità è amplificata dalle scatole di latta, appoggiate una sull'altra a formare appunto un muro, ognuna etichettata da una fotografia, come se ci trovassimo davanti ad un grande archivio: cosa nasconderà ognuna di quelle cassette? Forse celano degli indizi, che possono aiutarci a scoprire qualcosa in più dei nostri eroi; comunque sia non ci è dato saperlo, perché il loro contenuto rimarrà interdetto alla nostra vista.
In mostra è presente anche un video, dal titolo Animitas (blanc). E' stato girato in Cile, nel deserto di Atacama, dove l'artista francese ha installato più di 300 campanellini sulla cima di alcune piante che, mosse dal vento, producono una musica celestiale. Anche il linguaggio del video viene piegato alle dinamiche di recupero della memoria: d'altronde anch'esso, come la fotografia, rappresenta una traccia del nostro passaggio su questo mondo. Il deserto di Atacama è uno scenario che ha un forte legame con la storia: è dove Pinochet abbandonava le persone per farle sparire. La tragedia dei Desaparecidos rivive così nei campanelli di Animitas: anime leggere, che non producono molto rumore e che possiamo facilmente decidere di ignorare; ma le cui voci, se prestiamo la giusta attenzione, continuano ad echeggiare nei meandri della storia.
La stessa sensazione di caducità di Animitas è, infine, rievocata in Ombre, opera posta all'interno di un'edicola e fruibile da un finestrella: sagome di latta illuminate da una lampada proiettano su una parete ombre di demoni e spiritelli. C'è una leggerezza incredibile, nelle opere di Boltanski; una leggerezza che si scontra con la profondità dei temi che tocca, in un corto circuito che ci porta inevitabilmente a riflettere su quanto sia labile il confine tra la luce e l'oscurità, tra vita e la morte.
Come già annunciato, la mostra non è la sola protagonista di questo speciale progetto che coinvolge Bologna e l'artista francese. Tutto è cominciato a metà giugno, con i lavori intitolati Billboards: interventi posti in luoghi di periferia della città, dove lo spazio generalmente destinato alla segnaletica pubblicitaria è stato occupato da gigantografie di sguardi, dettagli anatomici su cui spesso lavora Boltanski; è proseguito con Réserve, l'installazione nell'ex bunker dei Giardini Lunetta Gamberini, e continuerà in settembre con Take me (i'm yours), il progetto, ideato da Boltanski e Hans Ulrich Obrist nel 1995, che ha l'obiettivo di scardinare il tradizionale concetto di mostra, permettendo ai fruitori di agire con gli oggetti esposti, toccandoli, modificandoli, scambiandoli.
Altro evento firmato da Boltanski per Bologna è stata, infine, l'installazione performativa Ultima, ospitata al teatro Arena del Sole dal 27 al 30 giugno. Chi è riuscito ad assistervi in quei giorni, ha avuto la fortuna di entrare letteralmente all'interno di un'opera di Boltanski, di diventarne parte. All'inizio il visitatore viene fatto accomodare sugli spalti del teatro; davanti a lui, una rete nera a trame fitte lascia intravedere delle sagome dall'altro lato. Dopo qualche minuto di contemplazione, si è liberi di “squarciare il velo”, di andare aldilà, attraversando quella sorta di quinta immaginaria. Ed ecco che le sagome che prima avevamo potuto solo intravedere diventano più chiare: la scena è invasa da mobili, accatastati l'uno sopra l'altro e ricoperti di lenzuola bianche; tra di essi, assieme agli altri visitatori, si aggirano delle figure vestite di nero, il cui volto è celato da una maschera col volto di un bambino. Sotto lo sguardo attento del pubblico, gli attori compiono gesti semplici, quotidiani: dal piegare un lenzuolo a cullare un bambino fra le braccia; a volte alcuni di loro si distaccano dal gruppo, percorrono i corridoi e, avvicinandosi ai visitatori, gli sussurrano frasi nell'orecchio: “perché guardi e non fai niente?”, “hai sofferto molto?”, “hai lasciato il tuo amore?”.
Per due volte, durante la performance, una cantante lirica si cimenta in un'aria, e il suo canto non attira solo i visitatori, ma anche le comparse vestite di nero. Dei campanelli segnalano la fine della performance: le anime si mettono in fila ed escono di scena, regalando ai visitatori un ultimo, intenso sguardo.
Mentre si è liberi di percorrere la sala, ci si accorge che i mobili che compongono la scenografia “parlano���: degli altoparlanti regalano stralci di storie raccontate da voci anonime; sussurrano, sono quasi impercettibili, eppure sembrano urlare “non dimenticarci, mai”. Ed è questo, in fondo, il grido che si cela dietro ogni opera dell'eclettico artista francese: la storia è fatta di tanti protagonisti muti, ad ogni tempo e latitudine, dalle vittime di Ustica a quelle di Pinochet; dimenticarli purtroppo è facile, invasi come siamo in questo oceano di informazioni e stimoli in cui la contemporaneità ci immerge. Ma l'arte, riportando a galla storie che non vogliono essere dimenticate, può aiutarci a non cadere nella trappola che troppo spesso ci divora: quella dell'indifferenza, che è uno dei più grandi mali che colpisce l'uomo dei nostri giorni.
Stefano D'Alessandro – Laureato in Arti Visive
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