#processo Sacchi
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Processo Sacchi. Anastasiya Kylemnyk vince in Cassazione. Confermata la pena per Del Grosso. Pirino e De Propris all’Appello-bis per ricalcolo della pena.
Quello che apre questo articolo avrebbe dovuto essere uno dei titoli possibili per sintetizzare le decisioni della Cassazione di giovedì 16. Ecco cosa è successo. La PG aveva chiesto la conferma della condanna di Valerio Del Grosso per l’omicidio di Luca Sacchi e quella di Anastasiya Kylemnyk per violazione della legge sulla droga. E aveva chiesto l’Appello-bis per Paolo Pirino e Marcello De…
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La giornata di oggi è appena iniziata e ho già scoperto una cosa nuova: esiste un processo evolutivo chiamato carcinizzazione (1916, Lancelot Alexander Borradaile) che porta, col tempo, a far somigliare tutti i crostacei a granchi. Corpi larghi, schiacciati, col carapace sopra e la parte molle sotto, le chele. All'apparenza finisce sempre tutto così, in granchio: nessun anomuro diventerà mai presidente, al massimo gli spunteranno due nuove zampe.
Il processo è però reversibile, un articolo scientifico che non sono riuscita a leggere per intero chiamato "How to become a crab" riporta almeno sette casi di successo in cui, quando la musichetta si è fatta battente ed il crostaceo ha iniziato a lampeggiare, l'evoluzione Pokemon non ha dato come esito un altro granchio.
Credo sia bastato prendere l'abitudine di svegliarsi la mattina presto e andare a fare jogging correndo su e giù per la pista anziché procedere lateralmente.
Stamattina voglio: pranzare da mia cugina, comprare molti sacchi di confetti da distribuire al ritorno, mettere ordine tra i post-it sparsi nella mia borsa, nascondere nei kleenex i pezzi di salmone crudo del ristorante giapponese.
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Tenda Da Spiaggia Bambini Tenda Pop-Up per Bambini a Forma Di Cucciolocon Mini P
[Protezione dal sole e cura della pelle]Il tessuto della tenda da spiaggia per bambini è realizzato con un rivestimento in poliestere 190T, UPF 50, in grado di prevenire i raggi solari e di proteggere efficacemente la pelle delicata dei bambini.
[Mini parco acquatico]La tenda da spiaggia per bambini contiene una piscina incorporata, basta riempire la piscina con acqua e mettere la palla giocattolo preferita del bambino in acqua. Godetevi il divertimento estivo e rinfrescatevi con i bambini.
[Ventilazione e traspirabilità] La tenda pop-up per bambini è dotata di schermi su tre lati per far circolare l'aria e mantenere l'ambiente fresco dal sole.
[Facile da trasportare e leggero]Le dimensioni sono 120×85×70 cm e il peso è di soli 620 grammi. Il design Pop-Up ad apertura rapida richiede solo 1 secondo per essere dispiegato. Il volume è ridotto e il diametro di stoccaggio è di 52 cm. Dopo l'uso, può essere facilmente ripiegato in dimensioni compatte e riposto in una borsa portatile, che non occupa spazio e può essere trasportata ovunque.
[Accessori antivento]Siamo dotati di chiodi a terra x4, corda antivento x4, che aumentano le prestazioni antivento. Rispetto ad altri prodotti, è in grado di mantenersi stabile anche in condizioni di vento. È presente anche una borsa organizer per facilitare la portabilità e lo stoccaggio.
Descrizione prodotto
UPF 50 + UVA 5%
La materiale di tessuto di 190T Poliestere rivestito d'argento riduce efficientemente l'impatto del sole, protegge la pelle di bambini
Nota:
Anche bisogna di applicare la protezione solare per i tuoi bambini
Ventilazione
Quando fa caldo, il design delle finestre su tre lati, il vento fresco può ridurre notevolmente la temperatura interna, in modo che il bambino possa sentire il vento fresco e giocare comodamente.
Design pop-up
Piegatura in 10 secondi, nessun processo complicato di installazione e stoccaggio
Facile da trasportare
La tenda può essere riposta nella borsa portabile
Peso leggero, e facile da trasportare
Ampio Spazio
Può ospitare 2 bambini da 0-3 anni e mettere giocattoli
È il miglior paradiso per i bambini in estate!
Finestra in rete
Durante la ventilazione, può impedire l'ingresso di zanzare e proteggere meglio il bambino
Antivento
Simpatici sacchi di sabbia a forma di zampe di cane possono rendere la tenda più stabile sulla spiaggia in caso di vento
Leggero e portatile
Per una semplice conservazione, configuriamo una pochette per viaggiare facilmente.
Glymnis Tenda da Spiaggia
Dimensione
120×80×70 cm 120×80×70 cm 185×140×115cm/245×200×135cm 210×180(+20)×145 cm 215×115×150 cm
Capacità
1-2 Bambini 1-2 Bambini 1-3/3-4Persone 4-6Persone 3-4Persone
Peso
0.7kg 0.7kg 1.2kg/2kg 2.45kg 1.9kg
Portatile
✓ ✓ ✓ ✓ ✓
Antivento
✓ ✓ ✓ ✓ ✓
Protezione UV
UPF 50 + UPF 50 + UPF 50 + UPF 50 + UPF 50 +
Completamente chiuso
× × ✓ × ×
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KALEIDOSCOPE di Karina Smigla-Bobinski. Da sabato 11 novembre al Museo Nazionale Scienza e Tecnologia di Milano
KALEIDOSCOPE di Karina Smigla-Bobinski. Da sabato 11 novembre al Museo Nazionale Scienza e Tecnologia a Milano la nuova installazione di arte interattiva che genera colore ad ogni tocco. Smigla-Bobinski, un'installazione di arte interattiva che simula un'infinita tavolozza dove ogni tocco genera una sempre nuova combinazione di forme e colori. "Arricchiamo con motivato entusiasmo il nostro programma dedicato all'arte digitale con Kaleidoscope, l'installazione dell'artista intermediale Karina Smigla-Bobinski che ben traduce la dichiarazione posta all'ingresso del Museo, con cui accogliamo i visitatori: scienza è cultura. L'opera, ideale per avvicinare le giovani generazioni alle discipline STEAM, fonde il processo creativo con quello scientifico, e mira a creare consapevolezza su come percepiamo il mondo, a partire dai suoi colori", afferma Fiorenzo Marco Galli, Direttore Generale del Museo. Costituita da un tavolo luminoso sul quale fluttuano, tra fogli di PVC, strati di inchiostro rosso, verde e blu, l'opera invita a riflettere sulla percezione del colore e sull'interazione tra analogico e digitale. Manipolando i colori primari, è possibile creare nuove tonalità di ciano, magenta e giallo. "Quando si interagisce con Kaleidoscope si gioca con la propria mente. Questo lavoro riguarda le onde elettromagnetiche e il modo in cui esse passano attraverso quei due piccoli fori che sono i nostri occhi", chiarisce Karina Smigla-Bobinski. L'installazione prende dunque vita grazie all'azione dei partecipanti, che creano paesaggi visivi sorprendenti, attraverso vibranti giochi cromatici. "Siamo molto contenti della presenza di Karina Smigla-Bobinski al Museo perché sia il suo pensiero, sia il suo lavoro Kaleidoscope sono la perfetta espressione del nostro pensiero educativo: voler unire arte e scienza, esplorazione cognitiva ed emozione, il tutto in un'esperienza ricca e incantevole che aiuta a comprendere il mondo che ci circonda. Per noi l'arte è un potente strumento educativo, con le sue infinite possibilità di coinvolgere tutti e aiutare ad aprire la "scatola nera" della scienza e della tecnologia abbattendo paure e barriere ", spiega Maria Xanthoudaki, Direttore Education del Museo. Per la sua possibilità d'interazione diretta e intuitiva, Kaleidoscope è accessibile a tutti, superando l'idea dell'esperienza artistica come consumo passivo, e mette al centro l'espressione personale come azione collettiva. "Il Museo Nazionale Scienza e Tecnologia incarna con la propria attività la concezione più alta di museo, perché oltre a conservare la memoria dei risultati raggiunti dalla scienza nel corso dei secoli, da Leonardo da Vinci in poi, stimola e accoglie quella ricerca che sta a cavallo tra arte, scienza ed esperienza. L'installazione che si inaugura oggi, infatti, partendo da una profonda conoscenza scientifica, è in grado di offrire un'esperienza artistica coinvolgente e affascinante, a dimostrazione di come i confini tra arte e scienza siano, da sempre, quasi impercettibili", aggiunge Tommaso Sacchi, Assessore alla Cultura del Comune di Milano. L'installazione è ospitata dal Museo grazie alla collaborazione con Cassa Depositi e Prestiti, il cui contributo è volto a favorire la diffusione della cultura scientifica tra i giovani, promuovendo le discipline STEAM (Scienza, Tecnologia, Ingegneria, Arti e Ma tematica) con impatti positivi su economia e società. L'opera fa parte di Digital Aesthetics, il programma permanente di installazioni di arte digitale del Museo che riflette sui nuovi linguaggi espressivi ed esplora le connessioni tra ricerca, innovazioni tecnologiche e processi creativi artistici. Karina Smigla-Bobinski Karina Smigla-Bobinski vive e lavora a Monaco. È un'artista intermediale e nel suo lavoro utilizza media analogici e digitali muovendosi tra scienza, espressione e cognizione. Produce e collabora a progetti che spaziano dalla realizzazione di sculture cinetiche, installazioni interattive e interventi artistici, spesso caratterizzati da oggetti di realtà mista, performance multimediali di teatro fisico e progetti online. LE ATTIVITÀ PER IL PUBBLICO L'installazione Kaleidoscope è inclusa nel biglietto d'ingresso al Museo. L'opera sarà aperta al pubblico da sabato 11 novembre fino ad ottobre 2024 ogni sabato, domenica e nei giorni festivi dalle 11 alle 13 e dalle 14 alle 17. Il pubblico del Museo potrà sperimentare la nuova installazione di arte digitale liberamente. SABATO 11 NOVEMBRE Workshop con l'artista | + 9 anni | durata 75' Alle 14 e alle 16 sono in programma due workshop con l'artista, per esplorare Kaleidoscope e approfondire la teoria e percezione del colore. Al termine dell'esperienza ciascun partecipante potrà portare con sé un piccolo Kaleidoscope con cui realizzare il proprio paesaggio visivo. INFORMAZIONI Museo Nazionale Scienza e Tecnologia Leonardo da Vinci | Via San Vittore 21, 20123 Milano Info 02 485551, www.museoscienza.org Orario: da martedì a venerdì 9.30-17, sabato e festivi 9.30-18.30 | ultimo ingresso: 1 ora prima della chiusura. Biglietti d'ingresso È sempre consigliato l'acquisto online https://www.museoscienza.org/it/visitare/biglietti Costo del biglietto: Intero 10,00 € | ridotto 7,50 € per bambini e giovani da 3 a 26 anni; persone oltre i 65 anni; gruppi di almeno 10 persone; giornalisti in visita personale dietro presentazione del tesserino dell'Ordine dei Giornalisti in corso di validità e compilando il form di accredito; docenti delle scuole statali e non statali; 4,50 € per gruppi scolastici accompagnati dall'insegnante previa prenotazione. Ingresso gratuito per: visitatori disabili e accompagnatore, bambini sotto i 3 anni; giornalisti che stanno realizzando un servizio sul Museo, accreditati in precedenza.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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Sport durante la prima guerra mondiale, svago e forza per i soldati
Durante la Prima Guerra Mondiale, lo sport ha svolto un ruolo importante per i soldati impegnati sul fronte. Sebbene la guerra fosse un'esperienza estremamente traumatica e difficile, lo sport ha rappresentato una fonte di svago e di sollievo per i militari, aiutandoli a mantenere una buona salute fisica e mentale. Quale fu lo sport più "praticato" durante la prima guerra mondiale? Il calcio è stato uno degli sport più popolari tra i soldati durante la Prima Guerra Mondiale. In molte delle trincee lungo il fronte, i soldati inglesi e tedeschi giocavano regolarmente partite di calcio improvvisate, usando palle fatte di giornali o sacchi di sabbia. Anche se spesso si giocava in condizioni difficili e con un terreno accidentato, queste partite offrivano un momento di svago e di socializzazione ai soldati, che si univano in una competizione amichevole e di sano agonismo. Quali furono gli altri sport? Oltre al calcio, altri sport popolari tra i soldati durante la Prima Guerra Mondiale includevano il rugby, il baseball, il tennis e il pugilato. Anche se spesso questi sport erano praticati in modo informale e non organizzato, offrivano un'opportunità per i soldati di divertirsi, sfogarsi e mantenere una buona forma fisica. Svago e forza Tuttavia, lo sport durante la Prima Guerra Mondiale non era solo un modo per i soldati di svagarsi e socializzare, ma anche un'opportunità per i militari di dimostrare la loro abilità e le loro capacità fisiche e mentali. In molte circostanze, gli ufficiali organizzavano competizioni tra le truppe, nella speranza di motivare i soldati e migliorare il loro morale. Riabilitazione Inoltre, lo sport ha anche svolto un ruolo importante nella riabilitazione dei soldati feriti. Molti soldati andavano in ospedali militari, dove ricevevano cure mediche e riabilitazione. Lo sport, come il nuoto, il ciclismo e il sollevamento pesi, veniva spesso utilizzato come parte del processo di riabilitazione, aiutando i soldati a recuperare la forza fisica e a riprendere la loro vita normale. Read the full article
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Quei sacchi che fecero strage tra i cernitori Un piccolo distretto operoso, puntellato di piccole e medie imprese a conduzione quasi familiare, con una forte etica del lavoro, quasi auto-sacrificale. Di recente balzato agli onori delle cronache per la morte di un’operaia del tessile. È questo lo sfondo per una piccola storia d’amianto e morti operaie, tra i lavoratori più umili del tessile, i cernitori che ancora negli anni Ottanta stracciavano a mano i panni da trasformare in lana rigenerata. È una storia vecchia, ma purtroppo attuale, perché parla di amianto. Con l’amianto si muore anche quarant’anni dopo che l’assassino ha abbandonato la scena del crimine e le storie d’amianto si leggono come cold case. Ma cominciamo dalla fine. Un giorno caldo di fine luglio, nel 1985, in una serie di aziende del distretto pratese si presentano i funzionari dell’Usl n° 9 per un’ispezione. I risultati sono sorprendenti, per un’industria in cui non si lavorava amianto: «Nel corso dell’indagine fu scoperta la presenza in cernita di un rilevante numero di sacchi di polipropilene tessuto che sulla superficie esterna recavano la dicitura Asbestos con l’indicazione del paese di provenienza (Canada, Usa, Urss, Australia, Sudafrica) e le avvertenze in lingua inglese circa la pericolosità del loro contenuto. Questi sacchi avev ano contenuto precedentemente amianto importato da fabbriche italiane di cemento-asbesto (zona di Reggio Emilia) e, dopo essere stati svuotati, erano ceduti alla cernita. Gli involucri venivano utilizzati nell’azienda tessile per l’imballaggio degli stracci e perciò aperti su due lati con un’apposita taglierina elettrica». Pare che i sacchi, secondo quanto riportato dall’epidemiologa americana Margaret Quinn, fossero addirittura 1500. Venivano usati per fasciare gli stracci dopo la prima cernita. Erano rotti di lato e poi pressati e legati attorno ai mucchi di stracci, dopo una pressatura meccanica. Nella zona di lavorazione viene identificata della polvere di asbesto. Se i cernitori tradizionalmente sono uomini (perché serve forza di polso per lo strappo manuale delle fodere), a usare la taglierina sui sacchi sporchi di amianto sono invece donne, che riferiscono, intervistate dai periti dell’Usl, «fenomeni irritativi cutanei e delle prime vie respiratorie insorgenti in correlazione all’esposizione alle polveri provenienti da quei sacchi; i sintomi erano così importanti da richiedere la rotazione del personale». Un bel lavoro, che soffiava amianto in faccia a quelle donne costrette a usare le presse per chiudere e imballare mucchi di stracci dentro ai sacchi dei cementifici. Le presse a loro volta mettevano in movimento nell’ambiente le fibre. I sacchi imballati poi venivano inviati alla cernita seconda, esponendo alle fibre altri lavoratori. I campioni sequestrati dall’Usl, inviati nei laboratori, confermarono la presenza di amianto, nella forma perlopiù del crisotilo, e poi di crocidolite e amosite. Fibre del minerale killer furono trovate anche sugli abiti degli operai, che ovviamente se le portavano a casa. I primi ad ammalarsi sono quelli che stanno più in basso, come sempre. I paria: i cernitori alla base dell’industria tessile pratese. Quanti morti registra il distretto pratese del tessile per mesoteliomi pleurici? La risposta ce la dà l’Ispo, l’Istituto per lo Studio e la Prevenzione Oncologica di Firenze. Nel periodo 1988-2012 i registri segnalano 172 casi di mesoteliomi. Eppure rimane una domanda. Come arrivarono quei 1500 sacchi di amianto a Prato? L’inchiesta condotta da alcuni medici del lavoro dice che arrivarono da Reggio Emilia e presumibilmente dalle ditte di cemento-amianto della zona. Solo che qui la storia diventa ancora più paradossale. Perché non erano le aziende a portare i sacchi sporchi di amianto a Prato. I sacchi che contengono materiali di vario genere non hanno un grande valore economico. Certo, i sacchi in fibra naturale andavano nei sacchifici e venivano reintegrati nel mercato. Ma questi sacchi sporchi di asbesto servono a poco e vengono accumulati e messi da parte in un magazzino emiliano, fino a quando non li vede qualcuno. Chi? Come in ogni storia che si rispetti, arriva ad un certo punto l’uomo in nero. Che è quello che sposta i sacchi sporchi di amianto da Reggio Emilia a Prato. Un cattivo? No, l’uomo in nero è uno buono, un sant’uomo. Ci sono, al mondo, i buoni. Quelli che fanno le cose in buona fede. Magari c’è di mezzo anche un piccolo interesse economico, ma credo che quell’uomo in nero ignorasse la pericolosità dell’amianto perché si occupava nella vita di faccende per nulla materiali. E siccome di cose materiali non ne capisce nulla, fa involontariamente un disastro. Perché quei sacchi dovevano dormire in un magazzino come un drago malefico e invece il buono, inavvertitamente, con la sua ingenuità risveglia il drago. Chi è quest’uomo in nero? Il nome non lo sappiamo. O almeno non me l’hanno detto. Conosciamo solo il suo mestiere e la prima che me ne parla è l’epidemiologa americana che sulla vicenda ha scritto tanti anni fa e che ho intervistato via mail. E quando mi arriva quella riga benedetta devo leggerla due volte perché penso di aver interpretato male l’inglese: «The story included a priest who somehow helped to get the bags from the cement factory to the cernite». Insomma, l’uomo in nero, colui che in buona fede ha portato l’amianto da Reggio Emilia a Prato era un buon pastore. Un prete. Un prete di Reggio Emilia che nulla sapeva di amianto o di industria. Che ormai sarà morto anche lui. Che si è mosso in buona fede per riciclare quei sacchi pieni di amianto, perché lì non stavano a fare niente quei sacchi, facevano solo polvere. E la polvere arrivò a Prato per imballare la lana delle pecorelle, che un giorno sarebbe stata rigenerata. E i poveri cenciaioli furono sacrificati per il processo della resurrezione della lana e dell’accumulazione del profitto. Pulvis es et in pulverem reverteris. Alberto Prunetti PRATO
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Comunque da quando abbiamo scoperto che il nostro corpo è capace non solo di muoversi, ma di farlo senza morire ad ogni minimo sforzo e che è pure relativamente agile, in noi - sempre gli amici di tautologiedialettiche - è nata una sorta di desiderio (nevrotico) di migliorare le nostre prestazioni fisiche e allora il nostro nuovo amore è diventato la decathlon: una volta entrati là dentro ci staremmo ore a spulciarci tutti i vari angoli e le varie attrezzature sognando - perché possiamo solo sognare, dato che siamo poveri - una nostra palestra con attrezzi per pompare i muscoli, attrezzature per il cardio, sacchi da prendere a pugni, calzini con i gommini antiscivolo sotto per quando facciamo finta di fare yoga/pilates (?). E niente, oggi ci siamo pure fatti regalare (perché oltre che poveri siamo pure scrocconi come tutti i pezzenti*) la corda per saltare e abbiamo scoperto che "una persona normopeso di circa 60 chili, infatti, consuma circa 200 calorie allenandosi con questo attrezzo per 10 minuti" (cit. my-personaltrainer.it) dunque ci basterà fare 10 min di corda per smaltire 3 biscotti tipo abbracci della mulino bianco (ma quellli pezzotti della dolciando) o una merendina confezionata qualsiasi e la cosa ci rincuora perché almeno possiamo concederci un piacere e sapere come poterlo scontare perché nel nostro cervello avviene questo processo: desiderio di piacere ➡ qualcosa di sporco e sbagliato ➡ punizione; quando non troviamo il modo di poterci scontare il piacere (punizione) o ci reprimiamo o ci sale l'angoscia ed il piacere si trasforma in sofferenza e quindi ce lo rimproveriamo. Speriamo solo di non inciampare e sbattere il muso a terra spezzandoci i denti diventando ancora più indecenti.
* la nostra pezzentaggine (assieme alla nostra repressione) ovviamente non ha limiti e ci stiamo facendo pure regalare un set bondage per principianti e la cosa ci elettrizza e spaventa allo stesso tempo perché ci sono degli aggeggi che sembrano usciti dal cervello malato di qualche torturatore ma il trucchetto è scegliersi le persone giuste con cui fare certe cose e allora pensiamo che forse ne usciremo, dal sesso, non solo vivi ma pure senza traumi.
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17 migliori strumenti da appaiare al tuo kit di strumenti nel tempo
Hai fatto diversi lavoretti nel corso degli anni, ma ora sei predisposto per progetti più ambiziosi.
1. giravite multi bit
Conserva tutti i bit di cui avrai bisogno nel maniglia. La sua elsa a cricchetto permette di chiudere le viti lestamente e con meno opera di un naturale cacciavite; il sostegno per i bit funge anche da cacciavite per dadi.
2. Metro a striscia da 35 metri
Un cinghia più lungo aiuta a mostrare i progetti più grandi. presente ha un gancio conclusivo più potente che afferra gli angoli preferibile dei nastri più piccoli.
3.Strumento organizzatore
Mantieni la tua progressivo raccolta di strumenti organizzati d'attorno a un finanziario vaso da 5 galloni dove tutto è in vista. riponi gli oggetti più piccoli nelle tasche in trama e uno o due utensili più grandi nel catino.
4. Avvitatore
Hai uopo di questi strumenti per applicare un sacco di fori autista, guidare un sacco di viti e tranciare un sacco di tavole per i tuoi progetti, e per quale motivo sono senza filo, puoi portarli ovunque. mentre le batterie agli ioni di litio peserebbero meno di queste al nichel-cadmio, denso aumentano il costo dei kit NiCd della stessa trazione di quasi il 50 per cento. corrente kit connesso porter-Cable offre due strumenti popolari a un costo sbrindellato.
5. Strumento a 4 metri
Un must-have per impiccare quadri, montare armadi o depositare un patio. Un must-have per appendere quadri, collocare armadi o porre un patio.
6. trabiccolo
In autunno o in giovinezza, apprezzerai il suo aiuto nel condurre i detriti del orto. Le carriole più grandi tengono di più, ma sono anche poco maneggevoli quando sono piene. Il recipiente in acciaio da 4 piedi cubi di questa trabiccolo trasporterà compost, terra o sacchi di pacciame con regolarità.
7. esploratore di borchie
Finché non sei a sufficienza specializzato da percuotere sul muro per delimitare la atteggiamento del perno, usa corrente pezzo di tecnologia per sottrarsi sorprese. La attrezzi ricaricabile agli ioni di litio da 4 volt motosega-top.com - curiosità della Tek 4 stud finder funziona in una serie di altri prodotti Ryobi.
8. Kit di bussole
Un buon set di bussole con un maniglia a cricchetto accelera il processo di unione di qualunque cosa solidità insieme con dadi e bulloni, compresi i ponti e i set di gioco, e ti permette di ottenerli belli e stretti. presente kit include diciotto prese profonde ¼ di pollice, con una barra di espansione, cricchetto, una affidamento per tenere tutti i pezzi in assetto e una caparra a vita.
9. Troncatrice
Dalla fabbricato di ponti alla carpenteria ultimo, la determinante per un impegno di rifinitura dabbene sono i tagli accurati. corrente è ciò che offre una sega tondeggiante. questa sega circolare confettura a doppia lama ha luci incorporate che illuminano il tavolo da tagliatura e un importante scivolo evacua la sabbia e i trucioli sul retro.
10. Livella laser
Lasciati alle spalle la nulla di gesso. in quale momento si installano armadietti da arte culinaria e librerie, preparare linee a sigillo e livello istantaneamente con la schiacciamento di un sussultante.
11. strumentazione da tavolo
Il destriero di combattimento di ogni laboratorio di autofficina è una sega da tavolo accurata che può guidare tutti i tagli longitudinali. questa si ripiega e si toglie di mezzo in modo da poter succhiare internamente l'auto.
12. attrezzo variabile multifunzione
A seconda dell\'non necessario, questo mezzo può lisciare, segare, tagliare e polverizzare con oscillazioni sicure, facili da assodare e super veloci in precedente e dietro. Il cavo da 9 piedi permette un sacco di emancipazione, e i kit di avviamento includono due lame da eliminazione e un pad di levigatura detlacerazione con carta vetrata.
13. levigatrice ad orbita casuale
Non c\'è dispositivo migliore per levigare i segni di fresatura e allestire i progetti a completare subito. I recensori dicono che questa levigatrice ha una buona raccolta della sabbia e un buon vigilanza delle vibrazioni.
9.Attrezzi multiuso
Legato al tuo anca o lanciato nel vano portaoggetti, un buon multitool mette un pugnale, pinze e cacciaviti a gittata di mano, salvandoti da molteplici corse di dietro alla cassa degli arnesi. confezionato all'riposto del corpo in http://edition.cnn.com/search/?text=diy projects acciaio inossidabile da 5 once sono 12 diversi strumenti.
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Per giungere a questa conclusione, il team si è servito di simulazioni al computer e innovativi metodi quanto-meccanici, in grado di determinare il ruolo svolto da un fenomeno quantistico, l’effetto tunnel, che comporta la scomparsa di una particella quantistica in una precisa posizione e la ricomparsa della stessa nelle vicinanze, nelle mutazioni spontanee del dna. Dalle sperimentazioni, i ricercatori hanno scoperto che gli atomi di idrogeno, il collante che tiene insieme i due filamenti della doppia elica di dna, possono, in determinate condizioni, comportarsi come onde che possono esistere in più posizioni contemporaneamente, grazie appunto all’effetto tunnel.
Ciò fa sì che questi atomi possono trovarsi occasionalmente sul filamento di dna sbagliato, portando quindi alla comparsa di mutazioni. Sebbene queste abbiano una durata estremamente breve, ipotizzano i ricercatori, potrebbero in alcuni casi sopravvivere al processo di replicazione del dna all’interno delle cellule, ed avere potenzialmente conseguenze anche sulla salute. “Molti hanno a lungo sospettato che il mondo quantistico, che è strano, contro-intuitivo e allo stesso tempo meraviglioso, abbia un ruolo nella biologia”, commenta Marco Sacchi, autore dello studio. “Sebbene l’idea che qualcosa possa essere presente in due posti contemporaneamente potrebbe essere assurda per molti di noi, accade sempre nel mondo quantistico e il nostro studio conferma che l’effetto tunnel avviene anche nel dna”.
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Master Studi e Politiche di Genere
Modulo arti 2020:
Quali strategie utilizzano le* artiste* nel decolonizzare le rappresentazioni del genere e creare nuovi immaginari? Qual è la relazione tra pratiche artistiche, teoria e attivismo politico? Come le arti mettono al mondo nuove corporeità? Come indagare il processo di creazione nella sua materialità, decostruendo il mito (sempre maschile) del genio-creatore?
L’obiettivo del Modulo è fornire una strumentazione teorica per leggere estetiche e linguaggi contemporanei del corpo, delle live arts, della performance attraverso l’assunzione femminista di un pensiero delle pratiche; un glossario del presente per costruire nuove grammatiche del sensibile ed esercizi di immaginazione politica. Come sostiene Karen Barad, la performatività è una potente teoria della contro-rappresentazione: performatività della materia e dei corpi umani e non-umani, che rompe con la tradizione mimetica, con il predominio del visivo, con la gerarchia soggetto/oggetto. Performativo diviene dunque un concetto-laboratorio dentro cui è possibile fare molte cose, e stringere in maniera generativa la relazione tra estetico e politico. Sempre più le arti performative agiscono come una forma di pensiero critico: l’incrocio tra arte e attivismo crea sempre nuovi interstizi ed è continuamente da rivedere e rileggere. Ecco che riscrivere criticamente la storia e le teorie delle arti in prospettiva femminista-queer non significa emendare o correggere la storia dell’arte esistente, né “occuparsi” della produzione artistica delle donne in chiave essenzialista, ma metterne in discussione i fondamenti epistemologici e i canoni disciplinari introdotti da una concezione universalistica della cultura. De-neutralizzare, de-universalizzare, de-colonizzare: lo sguardo, le rappresentazioni, le narrazioni – una pratica necessaria alla politica del presente. Aprire una prospettiva di studio sulle sperimentazioni artistiche all’incrocio con la politica transfemminista consente di acquisire nuove metodologie per la ricerca teorica e di cartografare gli immaginari – anche radicali – che nascono intorno alle pratiche artistiche.
Il Modulo è un percorso attraverso i saperi pratici, i processi creativi, le poetiche e le differenti posture transdisciplinari: dalla sperimentazione alla pluralità dei linguaggi; dall’assemblaggio all’installazione alla performance; dalla cultura mainstream e alle culture minori e subalterne, le culture queer. La mappatura degli incontri è costruita per nodi tematici che sono questioni aperte sul presente e sulla produzione del contemporaneo.
Mappa didattica – i temi in discussione e le docenti invitate (in preparazione). Il calendario definitivo sarà pubblicato alla chiusura delle iscrizioni. Per un’idea dei contenuti vedi anche il Modulo dell’edizione 2019
Parole-chiave / glossario di immaginazione politica: corporeità | performativo | archivi affettivi | materie vibranti | cartografie | memorie del corpo | assemblaggio | decolonizzare | posthuman | teoria degli affetti | produzione/riproduzione | non umano | corpo senza organi | artificialità
Docenti: Elsa Dorlin | Annalisa Sacchi | Silvia Calderoni | Elvira Vannini | Maddalena Fragnito | Federica Timeto
LEZIONI __Venerdì 4 settembre ore 15.00 | Roma Tre Pelanda [aula Sabatini, Padiglione 7] Federica Timeto / cyberfemminismo | pratiche artistiche | bestiari e animalità | non umano | materie vibranti __Sabato 5 settembre ore 18.00 | ex-GIL Lectio magistralis Elsa Dorlin / opening Short Theatre __Mercoledì 9 settembre ore 15 | Roma Tre Pelanda [aula Ersock, Padiglione 7] Elvira Vannini // pratiche artistiche | ecofemminismi | decolonizzare | cartografie altre | margini __Giovedì 10 settembre ore 15 | Roma Tre Pelanda [aula Ersock, Padiglione 7] Maddalena Fragnito // cura | attivismo | radical care | mutualismo | istituire altrimenti | vulnerabilità __Venerdì 11 settembre ore 15 | Roma Tre Pelanda [aula Ersock, Padiglione 7] Annalisa Sacchi // archivi affettivi | memoria del corpo | repertori | performance | affetti __Sabato 12 settembre ore 10 | spazi Short Pelanda Silvia Calderoni / laboratorio su pratiche corporee
SPAZI: Università di Roma Tre – La Pelanda, Piazza Orazio Giustiniani 4 (Testaccio) Roma ex-GIL – Largo Ascianghi 5 (Trastevere) Roma
Qui slides usate per la lezione:
https://drive.google.com/file/d/1V1QoTxKNBltcTS2ErOw8mYFbR9HJGQjK/view?usp=sharing
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Piccolo manuale di disinformazione e manipolazione dell'opinione pubblica
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"Caos": la mostra personale di Mark Cattaneo
"Caos": la mostra personale di Mark Cattaneo. Padova, promossa dall’assessorato alla cultura, l’esposizione si compone di circa cinquanta opere materiche che sposano l’utilizzo di resine, legno, ferro, sacchi e altro con la tecnica dell’ossidazione e corrosione di metalli provocata con acidi. Peculiare del percorso creativo di Cattaneo, che si colloca al centro di “Caos” è il tempo che caratterizza il processo di realizzazione delle opere esposte, che varia da 30 giorni per arrivare fino a 18 mesi. “La condizione umana è immersa in uno stato di meraviglioso equilibrio asimmetrico. In questo caos primordiale, dove il caos non è sinonimo di caotico ma di questo equilibrio asimmetrico, ogni scelta o accadimento, costituisce una variazione, che offre nuova linfa vitale in forma, non di risposte certe, bensì di altri punti di domanda che diventano il motore propulsore e per chi recepisce, momenti di silenzio - spiega l’artista - Nelle opere, moti inattesi. Partecipare ad un frammento di memoria esperienziale che ogni soggetto-oggetto conserva nelle proprie fibre, nelle superfici lavorate nel tempo, nelle pieghe nascoste dei gesti. Nel caos una visione. Una immagine ricca delle evoluzioni, nello spazio, nell’imprevedibile. In un informale astratto. Nel presente.” La mostra resterà aperta da sabato 23 settembre a domenica 5 novembre, ingresso gratuito. INFO: Caos - Personale di Mark Cattaneo Galleria Cavour di Piazza Cavour Dal 23 settembre al 5 novembre 2023 Orari: Me-Gio-Ve: h. 16-21, Sa e Do 10-13 e 15-22 . Chiuso lunedi’ e martedi’ Ingresso libero BIOGRAFIA DELL’ARTISTA: Mark Cattaneo, artista di origine padovana, diplomato in tecniche lignee all’Istituto D’Arte Corradini di Este, ha perfezionato la propria formazione attraverso la frequentazione di laboratori e botteghe per la lavorazione ed il restauro della pietra, dell’immagine visiva e fotografica nell’editoria, dell’illustrazione per l’infanzia, della lavorazione dei metalli preziosi e della tecnica della ceramica Raku. Costante del suo percorso di ricerca è la sperimentazione diretta di tecniche e materiali. A partire dal 2010 la sua produzione si colloca principalmente tra pittura materica, scultura e fotografia attraverso l’uso di metalli, resine, terracotta e legno, focalizzata in un processo di astrazione del soggetto, ricollocato ora in una dimensione di isolamento in cui le peculiari qualità esteriori rivelano le verità interiori della condizione terrena. Nel 2017, con la locuzione “artista abusivo”, inizia il ciclo di abbandono di opere, con la Serie 7, realizzate in ceramica raku con l'integrazione di legno, ferro e diversi filamenti, disseminandole tra gli spazi preposti all'arte nel contesto della Biennale di Venezia, oltre che sparsi lungo le calli della stessa città, liberandole a ignoto destino. Seguono altre versioni evolute come Serie 8 Venezia, Serie 9 Roma, Serie 1196 Veneto. In questi anni prende il via l'indagine ancora in corso sulla memoria esperienziale della materia attraverso l’intervento nel metallo, l'applicazione di objets trouvés o il loro spontaneo inglobamento, l'aggiunta di acrilici e terre e lo scorrere del tempo, in stratificazioni successive fino ai 18 mesi per le più materiche, unitamente alle interessanti condizioni atmosferiche del luogo di evoluzione. Ispirato dalla concezione fotografica di Mario Lasalandra, si approccia alla fotografia come progetto visivo. Ha esposto in numerose mostre, sia collettive che personali, a Padova ma anche a Venezia, Ferrara, Bienno (BS), Firenze, Roma, Sorrento, Palermo. Ha realizzato installazioni e murales a Udine, Padova e Trento.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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Qui caddero fucilati dai fascisti i martiri della Resistenza Piemontese. La loro morte salvò la vita e l’onore d’Italia. 1943-1945“.
Queste le parole riportate sulla lapide posta al centro del Sacrario del Martinetto, piccolo poligono di tiro nella IV Circoscrizione del Comune di Torino, scelto dai repubblichini dopo l’8 settembre 1943 come luogo d’esecuzione delle sentenze capitali.
Qui, nel giro di venti mesi, vennero fucilati sessantuno partigiani e resistenti piemontesi.
Lunedì, 31 marzo 1944, la Resistenza piemontese subisce un durissimo colpo: nella mattinata, sulla sagrestia del Duomo, vengono catturati quasi tutti i componenti del Comitato Regionale Militare Piemontese (Crmp): Franco Balbis, Quinto Bevilacqua, Giulio Biglieri, Paolo Braccini, Errico Giachino, Eusebio Giambone, Massimo Montano e Giuseppe Perotti.
Il Crmp era stato costituito clandestinamente a Torino nell’ottobre del 1943, come organo del Comitato di Liberazione Nazionale, con il compito di coordinare le azioni delle bande partigiane già esistenti.
Gli otto vengono condotti alle Carceri Nuove, e il 2 aprile, in gran fretta, viene dato il via al processo alla presenza dei massimi vertici fascisti. Già il giorno successivo, e nonostante le trattative intavolate dal Cln, viene pronunciata la sentenza: fucilazione.
All’alba di mercoledì 5 aprile gli otto condannati vengono condotti all’interno del poligono di tiro, ammanettati: ci sono decine di militi della Guardia Nazionale, che li legano alle sedie poste all’estremità del poligono, schiena rivolta al plotone di esecuzione. Passa ancora qualche minuto, il tempo per Padre Carlo Masera, che ne ricorderà il coraggio, di benedirli, quindi viene letta la sentenza, ed infine il plotone spara. Una sola voce, quella di Franco, Quinto, Giulio, Paolo, Errico, Eusebio, Massimo e Giuseppe grida “Viva l’Italia libera!”
Con queste parole, Eusebio Giambone si rivolge alla moglie,qualche ora prima di essere fucilato:
“fra poche ore io certamente non sarò più, ma sta pur certa che sarò calmo e tranquillo di fronte al plotone di esecuzione come lo sono attualmente, (…)come lo fui alla lettura della sentenza, perché sapevo già all’inizio di questo simulacro di processo che la conclusione sarebbe stata la condanna a morte. Sono così tranquilli coloro che ci hanno condannati? Certamente no! Essi credono con le nostre condanne di arrestare il corso della storia. Si sbagliano! Nulla arresterà il trionfo del nostro Ideale,essi pensano forse di arrestare la schiera di innumerevoli combattenti della Libertà con il terrore? Essi si sbagliano!“
La grande lapide dedicata “Ai nuovi martiri della libertà” è collocata nel recinto delle fucilazioni, unica parte sopravvissuta del grande poligono di tiro del Martinetto, destinato tra l’8 settembre 1943 e il 25 aprile 1945 a luogo di esecuzione dei condannati a morte dai tribunali speciali e militari istituiti dalla Repubblica sociale, e di fucilazioni per rappresaglia. Il luogo è oggi il sacrario cittadino della resistenza, sede di una commemorazione civica che ogni anno si svolge il 5 aprile, nell’anniversario della fucilazione di otto dei componenti del primo Comitato militare regionale. La lapide venne scoperta con una solenne cerimonia l’8 luglio 1945, con la partecipazione del cardinal Maurilio Fossati, del ministro Giuseppe Romita, del sindaco Giovanni Roveda e del presidente del Cln regionale piemontese Franco Antonicelli che ricordò la decisione del Clnrp, presa ancora nella clandestinità, di costituire il luogo in sacrario: «Il Martinetto». Le generazioni più antiche delle nostre avevano, in tutta Italia, un nome per i loro fremiti di sdegno e di carità: Belfiore. Le generazioni nostre hanno creduto a lungo che l’età dei martirii fosse conclusa per sempre nella nostra storia e nella storia civile del mondo. Invece, col dramma della libertà, si è riaperta la serie dei grandi olocausti e delle solenni testimonianze. E così abbiamo compreso che per la nostra esperienza di uomini tutto va riedificato: l’amore e il dolore, la colpa e il riscatto, l’infamia e la purezza, l’arco di trionfo e il Martinetto. […] Io leggo l’elenco, non ancora forse completo, dei 61 martiri, e vedo, l’uno dopo l’altro, tra il 16 gennaio 1944 e il 15 aprile 1945 succedersi un operaio e un impiegato, un artigiano e un ingegnere, un geometra e un bibliotecario, uno studente e un professore d’Università, un generale e un sottufficiale, un soldato e un partigiano. Ma partigiani tutti; tutti degni di quel nome che da noi va adoperato non come tessera di privilegi ma come titolo di onore, quel nome – e quella realtà – che per noi è la maggiore, la più straordinaria realtà di questa nostra veramente sacra e veramente civile guerra italiana». La lapide riporta i nomi di 59 fucilati, senza date, con incisa accanto l’indicazione della professione, come spesso nelle targhe dedicate ai singoli caduti. Sono invece 61 i nomi riportati nell’Elenco detenuti giustiziati al Martinetto, custodito tra le carte della presidenza del Cln, Giunta consultiva regionale. I nomi sono trascritti in ordine cronologico per data di morte e vi figura al primo posto Ruggero Vitrani, la cui esecuzione è erroneamente datata 16.1.1944, in luogo di 1945; è questo certamente l’elenco a cui Antonicelli fa riferimento nel suo discorso. Nel documento, oltre ai nomi incisi sulla lapide, si trovano anche quelli di Brunone Gambino, Carlo Jori, Aldo Camera, Giustino Bettazzi, e Maurizio Mosso, fucilati per rappresaglia all’attentato di via Sacchi 14; Domenico Binelli e Ferdinando Conti, due dei cinque fucilati per rappresaglia in seguito all’uccisione di Ather Capelli; Dario Musso e Carlo Brero, fucilati il 27 luglio 1944; Aldo Salvatori, fucilato il 22 settembre 1944; Luciano Politi, fucilato il 15 aprile 1945. Alessandro Teagno e Matteo De Bona sono registrati sotto il falso nome usato in missione, rispettivamente Luciano Lupi e Carlo Lari. Non sono compresi i nomi di Secondo Brignolo, Giovanni Bruno, Pedro Ferreira, Paolo Perego, Pietro Enrico, Dario Girardi, Giuseppe Padovan, Remo Pane, Paolo Tripodi. Un altro elenco pubblicato da don Giuseppe Marabotto (1953) Fucilati dalla R.s.i. provenienti dal carcere comprende 93 nomi disposti in ordine cronologico, con data e luogo di fucilazione e l’indicazione dei sacerdoti che fecero assistenza spirituale: per quanto riguarda i caduti del Martinetto, pur con imprecisioni, non si discosta dalla lapide.
Brignolo Secondo meccanico
Bruno Giovanni commerciante
Perotti Giuseppe Paolo generale
Giachino Errico (Erich) geometra
Montano Massimo studente
Biglieri Giulio bibliotecario
Balbis Franco capitano
Giambone Eusebio meccanico
Braccini Paolo professore universitario
Bevilacqua Quinto mosaicista
Perego Paolo meccanico
Enrico Pietro studente
Girardi Dario contadino
Padovan Giuseppe calderaio
Pane Remo meccanico
Tripodi Paolo operaio
Pizzorno Carlo studente universitario
Bocchiotti Giuseppe tipografo
Caramellino Walter impiegato
Armano Oreste studente
Massai Landi Francesco studente
Farinati Gianfranco studente
Valobra Ferruccio impiegato
Gippone Giuseppe maresciallo d’aviazione
Galvagni Aimone sergente maggiore
Mecca Ferroglio Giovanni elettricista
Giardini Mario bersagliere
Cormelli Luigi impiegato
Zucca Claudio verniciatore
Bergamaschi Pompeo muratore
Marconi Vasco tubista
Bianciotto Lorenzo meccanico
Testa Alessandro contadino
Berta Giuseppe meccanico
Attardi Alfredo studente
Amprino Armando meccanico
Dovis Candido manovale
Vitrani Ruggero meccanico
Cipolla Francesco pasticcere
Ferreira Pedro tenente
Duò Almerigo meccanico
Savergnini Luigi impiegato
Barbero Orazio impiegato
Mesi Ulisse impiegato
Moncalero Giovanni verniciatore
Del Col Dino fotografo
Cibrario Bruno disegnatore
Migliavacca Luigi apprendista tornitore
Zumaglino Battista carpentiere
Martino Enrico contadino
Viale Lorenzo ingegnere
Gindro Alfonso meccanico
Meneghini Nello nichelatore
Canepa Giovanni motorista
Fattorelli Rubens meccanico
Teagno Alessandro tenente
De Bona Matteo perito agrario
Simonetti Donato impiegato
Cursot Giuseppe muratore
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LONG WAY HOME - capitolo cinque - È tempo di morire
Capitolo Uno - Il cavaliere Impallidito Finding Doc - Vol.1 (crossover) Capitolo Due - Per un pugno di mosche Finding Doc - Vol.2 (crossover) Capitolo Tre - Coraggio… fatti appendere! Capitolo Quattro - Solo come un cane
Erano le prime luci dell’alba e considerato che avevamo passato il resto della notte a seppellire i cadaveri dei quindici cacciatori di taglie -- per fortuna il terreno era sabbioso -- decido di farmi una pipa di quelle forti, Decumano Sud D.O.C.G. Made in Arda.
Bechdelia aveva espresso l’intenzione di -- cito testualmente -- ‘togliermi il sangue di maiale di dosso prima di essere contagiata dalla loro maschia stupidità’ e dopo aver affettato un saguaro con il machete di Cormano decide di appartarsi dietro la collina per farsi delle spugnature al succo di cactus.
SE SCOPRO CHE MI SPII -- sento urlare da qualche decina di metri -- TI FACCIO FARE UN POMPINO DA UN COYOTE AFFAMATO!
-- Anch’io ti adoro e faccio il tifo per il suffragio universale! GAMBATTÉ, REDI JOJI!
Il roteante pezzo di cactus mi manca perlomeno di cinque metri, dopodiché posso finalmente prendere del tempo per me e farmi così spiegare da Nerloki cosa diamine sia questa storia delle Porte.
Beh… -- fa il cane-furetto magico -- il cervello umano ha dei meccanismi di astrazione eccezionali e può arrivare a modificare la percezione della realtà affinché gli si presenti in maniera a lui più accettabile e abbia tempo per elaborarla.
Io questa cosa l’ho già sentita! -- lo interrompo -- Tra poco mi dirai di essere un’estensione della mia coscienza che cerca di tenermi in vita mentre sono in coma in un letto di ospedale! Anzi, no… il mio aereo è VERAMENTE caduto e io sono morto senza accorgermene e questo è una specie di purgatorio con fumo nero e micidiali buchi di trama!
Nerloki mi guarda con compassione e poi fa quella cosa odiosa di parlare verso il cielo -- Io non so più come farglielo capire, ragazzi… capisco la Sindrome da Shock Transizionale ma se ne sarà pure accorto di non essere un semplice vaccaro! Guardate, a tipi come lui la wikipedia ha dedicato pure una pagina specifica https://it.wikipedia.org/wiki/Mary_Sue ma niente… lui continua ad andare avanti come se l'essere sbalzato da una stazione spersa nel Culilupiland toscano a un deserto dell’Arizona sia una roba da tutti i giorni! Mi fate un favore, voi che evidentemente non c’avete un cazzo da fare sennò non stareste su tumblr il lunedì mattina? Glielo spiegate al vostro Dinh che è rimasto vittima di una frammentazione dissociativa oniro-visiva da shift derealizzatorio quantico? Mi raccomando, confido nella vostra capacità di approfondire l’argomento (๑•ิཬ•ั๑)
Scommetto che è ancora quella storia del soffitto, no, della parete… della quarta parete di Nero! -- urlo esasperato a Nerloki -- Ancora non capisco con chi parli tutte le volte ma guarda che so bene di essere a cavallo di due mondi! Conservo perfettamente i ricordi di chi ero prima ma allo stesso tempo mi trovo perfettamente a mio agio con la topografia, gli usi e le abitudini degli indigeni! So perfettamente, anzi, SENTO che devo tornare da Lei. La sogno ogni notte e ogni notte mi chiama da sempre più lontano… Dov’è la Porta per ritornare a casa, Nerloki?
Non è una questione di dove ma di quan… ASPETTA! -- con uno scatto furettesco alza improvvisamente la testa -- Ci sono Nativi americani in questa zona? Sono aggressivi?
-- Beh… tecnicamente siamo nella riserva Navajo e per quanto avrebbero tutto il motivo di odiarci per la storiaccia della deportazione del Long Walk, la convivenza è piuttosto pacifica. Perché me lo chiedi? Loki prevede guai?
-- Di certo stiamo per incontrare un gruppo di Navajo ma in quasi tutte le curve temporali -- ti ho detto che nulla è scritto? Semplicemente ci sono cose più probabili e altre meno probabili -- la cosa è destinata a non deviare il continuum del nostro prossimo ingresso a Tombstone. C’è però una diramazione sottilissima con un colore che non mi garba affatto. Sembra quasi che…
BRUTTI MAIALI STUPRATORI! -- urla una ben nota voce da dietro la collina.
Nerloki sembra aver improvvisamente perso la voglia di vivere, mentre la mia è stata appena legata a un candelotto di dinamite acceso e appoggiata sopra a un barile pieno di polvere da sparo e chiodi arrugginiti.
MI STAVATE SPIANDO, SACCHE DI SPERMA PUTRIDO! -- e un attimo dopo si scatena un maelstrom di tonante piombo rovente.
Non mi vergogno nel dire che impiego una decina di secondi a ricollegare tutte le sinapsi cadute a terra e quando finalmente scatto per andare ad aiutarla, le pistole hanno smesso di suonare la marcia funebre.
Ti prego, ti prego! -- imploro tra me e me -- Fa che li abbia solo spaventati e fatti fuggire! L’ultima cosa di cui abbiamo bisogno è una squadra di caccia Navajo che dia man forte agli sceriffi federali!
Arrivo affannosamente in cima alla collina e improvvisamente entro in una tavola di Milo manara.
Bechdelia è in piedi, di schiena, a pistole fumanti spianate e completamente nuda ma non ho tempo di apprezzarne la callipigìa perché lo sguardo mi si frantuma sui sette cadaveri di navajo sparsi qua e là, colti dal piombo spietato della dea Kali in versione nature.
Ma perché lo hai fatto?! -- le urlo, mentre lei continua a darmi la schiena -- Non hai visto che erano solo cacciatori?! Scommetto che gli scout sono scappati e sono andati ad avvertire gli altri… nel giro di poco ci saranno addosso!
Mi… mi stai forse guardando il... il culo? -- sussurra Becky con voce roca -- Allora guarda anche il… il resto -- e fa il gesto di voltarsi.
-- No, senti carina! Vedi di coprirti subito e non esagerare con queste uscite sennò comincio a urlare al reverse sexism per autodifes... OH CAZZO!
Conto quattro frecce conficcate tra collo e addome e la punta di una lancia spezzata che si alza e si abbassa nella parte sinistra del petto, troppo vicina a un posto dove non ci sarebbe dovuto stare nulla di appuntito o tagliente.
Mi guarda e abbassa le pistole, mentre i due rivoli di sangue che scendono danno un’espressione triste al suo sorriso. E poi
Io non miro con la mano, colei che mira con la mano ha dimenticato il volto di sua madre.
Io miro con l’occhio.
Io non sparo con la mano, colei che spara con la mano ha dimenticato il volto di sua madre.
Io sparo con la mente.
Io non uccido con la pistola, colei che uccide con la pistola ha dimenticato il volto di sua madre.
IO UCCIDO CON IL CUORE.
E poi quello stesso cuore la tradisce e crolla a terra.
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Oscurità più completa.
Odore di polvere umida.
Doc -- sussurra Nerloki -- fai un po’ di luce.
Due tentativi, poi al terzo lo zippo spande un po’ di luce e scatta un’istantanea della nostra misera condizione.
Bechdelia giace a terra avvolta nel suo serape e l’unica cosa che ho potuto fare per lei è stato segare via l’asta delle frecce ma dal sibilo che viene da uno dei buchi e dalla schiuma rossastra che ogni tanto tossisce sono consapevole che è questione di poco tempo prima che muoia. Nerloki sta accucciato su un mucchio di polverosi sacchi di iuta -- in questo momento sembra davvero un cane bastonato -- mentre Fresno Bob scalpita indispettito per il soffitto basso e qualche volta solo spaventato dallo squittio sfiatato che fanno gli strati di hornfel e riolite muovendosi sulle vene di minerale d’argento.
Abbiamo salvato il culo giusto in tempo, infilandoci precipitosamente nell’entrata sud della Tough Nut Mine ma se consideriamo che quell’idiota di un pony zoppo non è voluto entrare, rimanendo così all’imbocco a brucare erba secca e a fare da cartello indicatore, possiamo lanciare una moneta per decidere se ci staneranno i navajo o gli ispettori minerari al prossimo inizio turno.
Doc -- fa con voce seria il canfuretto -- quello che ti sto per dire suonerebbe un po’ complicato e lungo se usassi la versione estesa, quindi ti farò una domanda diretta: ti fidi di me?
Vai avanti -- gli faccio, indicando con la testa l’enorme crepa sulla diga anti-merda.
-- Ti ricordi quando ti stavo parlando dei meccanismi di astrazione del cervello e delle modifiche sulla percezione della realtà? Ecco, guarda che non ti stavo dando dello psicotico delirante ma semplicemente ti stavo facendo presente che varcando la Porta -- se non l’hai ancora capito il Transito lo hai fatto sulla soglia del bar della stazione -- sei giunto su un piano di esistenza dove con un potente atto di volontà è possibile la Conglomerazione Quantica, cioè la creazione e il dissolvimento di qualsiasi oggetto di qualsiasi dimensione.
E meno male che questa era la versione semplificata! -- faccio a bassa voce e poi, urlando -- BECKY STA PER MORIRE A CAUSA DI UN EMOTORACE, DI UN TAMPONAMENTO CARDIACO E DI UNA PROBABILE LACERAZIONE DELL’AORTA ADDOMINALE! MI STAI SUGGERENDO DI CREARGLI MAGICAMENTE UN POLMONE E UN SISTEMA CARDIO-VASCOLARE NUOVI, STUPIDO CANE?!
No, la Conglomerazione Quantica non funziona così -- mi risponde Nerloki -- ci vuole un pattern mnemonico-esperenziale su cui innestare il processo… puoi creare oggetti, eventi e persone che hanno fatto intensamente parte del tuo vissuto, non importa se reali o di fantasia, basta che abbiano lasciato una traccia quantica nel sistema limbico del tuo cervello -- credo finalmente di cominciare a capire di cosa stia parlando e lo lascio continuare -- quindi ti prego, concentrati su un luogo oppure su una persona che possano aiutarci a salvare Bechdelia!
Perché non entrambi? -- e seguendo il mio istinto, ficco con forza le dita nella trama della realtà e la lacero con forza.
SKREEEEEEKKKKK!!!!
E in un attimo siamo tutti riversi sul pavimento lucido di quell’odioso posto che mi ero ripromesso avrei visitato di nuovo solo se coinvolto in un maxitamponamento sulla via Emilia -- Benvenuti nel pronto soccorso dell’ospedale dove ho fatto il tirocinio e ringraziate che il box 12 sia quello per il triage di catastrofi quindi sempre libero!
Sollevo Bechdelia da terra e la metto sul lettino -- Ok, va bene… ricapitoliamo: ABC, Airways, Breathing e Circulation! Intubare e ventilare… ah, cazzo! Dove sono le lame del laringoscopio?! Ok… tubo cuffiato… respiratore e… via! Oddio… è aritmica e la pressione sta precipitando! Plasma expanders con bolo di 5 cc di dopamina per lo shock ipovolemico. Oppure è cardiogeno?! E cosa cazzo sarà?! Il polmone collassato?! No… c’è l’altro. Tamponamento cardiaco o emorragia addominale?! Scegli! SCEGLI!!
Ehi, pivello… guarda che le donne nude sono in ginecologia! Qua ci stanno i dottori ver… O MI-O DI-O, JENNY! Non vedevo una tonsillectomia fatta così male dai tempi in cui il Dott.Kelso mise in sala operatoria gli studenti di odontoiatria! -- riconosco la voce e mi volto con le lacrime agli occhi -- Oh, no, Janet! Non fare gli occhi da cucciolo in panico e vedi di darmi una mano con quella clamp! Forza, veloce, prima che la tua amica puntaspilli preferisca suicidarsi che sopportare quello sguardo! Due… uno… via la prima freccia dalla panza! COSA FAI FERMO CON LA PINZA IN MANO, JULIA?! ASPETTI L’ARAGOSTA BOLLITA?! Clampa l’aorta addominale e poi sutura con Vicryl e fai il soprannodo di sicurezza senza lasciarci il dito dentro! Ok… ora la punta di lancia e.. no, cristo! Lesione pericardica ma qui suturo io e ci lascio pure dentro un catetere aperto. Pivello? Laverne mi ha messo dell’LSD nel caffè o ci sono veramente un cane e un cavallo nella mia sala operatoria? L’unicorno felice e il gattino soffice li porti domani o stanno aspettando fuori il loro turno per giocare all’Allegro Chirurgo? JASMINE! Ti lascio togliere la freccia facile, quella incastrata tra la quarta e la quinta costa… usa il Pennington, esegui trazione lineare con lieve torsione… eeeee vittoria! Anche questa volta niente processo per omicidio colposo! Dunque, la freccia nel collo… ah! Fortunella l’amichetta tua! La punta ha sfiorato la cartilagine cricotiroidea e ha davvero rischiato di fare a gara di sputi dal collo per il resto della vita ma se la caverà con la voce rauca per qualche settimana. E infine l’emotorace… Juliette, stai pronta con il trocar e quando io estraggo la freccia tu pugnala più in basso, togli il mandrino e collega al vacuum! Uno, due… BOMBA IN BUCA! Perfetto e senza che tu abbia pianto. Controlla pressione ed ecg ché le butto in vena un po’ di Ceftriaxone per disinfettarle le budella e mettile un catetere vescicale in estemporanea per vedere se c’è globo. Oh no, Jennifer! Davvero hai visto solo quella da cui sei uscito? Guarda che è facile, l’urina esce dal buco più piccolo -- non da quello più grosso -- e quindi metti il tubo lì. Bravo! Adesso corri dal prete a dirgli dei brutti pensieri che ti verranno quando ti toccherai sotto le coperte.
Bechdelia sembra stabile e i monitor confermano. Respira autonomamente e non ha più drenaggi, quindi mi volto verso il mio mentore per ringraziarlo ma lui mi precede -- Senti, Jessica… come ti ho sempre insegnato noi ci prendiamo cura di chiunque abbia bisogno, indipendentemente dalle colpe e dai crimini che ha commesso ma qualcun’altro -- e fa un cenno impercettibile con la testa verso la telecamera a circuito chiuso -- potrebbe pensarla diversamente, quindi quando sarò uscito infila in quella borsa blu da femminuccia lagnosa tutto il necessario per i prossimi giorni e poi SPARISCI PORTANDOTI VIA TUTTA L’ARCA DI NOÈ!
Dott.Cox -- gli faccio io prima che varchi la soglia -- posso abbracciarla e annusare un po’ di odore di figura paterna?
JD, io... io… ti megaodio! -- e si dilegua nel corridoio.
Ottimo lavoro, Doc Kon -- mi fa Nerloki -- ma ti avverto che non c’è una sola curva temporale in cui polizia, carabinieri, guardia di finanza e polizia municipale non stia per saltarci addosso per farci morire di avvelenamento da piombo! Raccatta le tue medicine e poi vedi di aprire di nuovo lo Squarcio per farci tornare indietro.
Sì, ok -- gli dico mentre arraffo quante più medicazioni, siringhe e farmaci -- ma c’è un piccolo problema: ci sto provando da cinque minuti e non riesco a visualizzare con sufficiente forza il piano da cui siamo shiftati… non possiamo tornare indietro!
-- Oh, cristo, doc! È il periodo di latenza da sovraccarico limbico! Se fossimo in un gioco di ruolo ti direi che la barra blu del mana deve rigenerarsi ma qua mi tocca dirne un’altra…
E cioè? -- gli chiedo, conoscendo già la risposta
-- FUGGIAMO, SCIOCCHI! --
Qualche attimo dopo la porta del box 12 viene abbattuta dalle possenti zoccolate di una cavallo rampante che subito si precipita in corridoio trascinando una barella su cui giace una donna legata stretta con lenzuola.
La gente in sala d’aspetto urla sconvolta ma allo stesso tempo ha un fischiettante deja-vu spaghetti western che li perseguiterà per parecchie settimane a venire.
Nerloki -- gli urlo mentre cerco di non far slittare gli zoccoli di Fresno Bob sul marmo -- tieniti stretto alle lenzuola e bada che Becky non scivoli! Non possiamo uscire dall’accesso principale perché temo ci stiano già aspettando, quindi ci infiliamo in radiologia, poi nella Torre delle Medicine ed è a quel punto che tu salti giù, sali due rampe di scale e vai nell’emporio della zona commerciale a prendere quello che ti ho detto. Se poi corri per tutta la hall e slitti sui passanti delle scale mobili, noi dovremmo star passando in quel momento!
Il passaggio all’interno di quel dedalo di corridoi, scansando barelle e gente in carrozzina, è un incubo delirante degno del peggiore mod di una mappa di Doom ma quando con la coda dell’occhio vedo finalmente Nerloki balzare di nuovo sulla barella con una mazzo di carte in bocca, è solo allora che ritorno a respirare normalmente.
L’attimo dopo siamo in strada, nel traffico di un lunedì mattina lavorativo, saettando tra macchine che inchiodano e si tamponano, e usando le aiuole spartitraffico come corsie preferenziali personalizzate.
-- Nerloki, per usare la tua metafora sento che la barra del mana si è quasi caricata… passami il mazzo di tarocchi!
Apro il pacco sigillato, col terrore che nella fretta Canfury avesse addentato un mazzo di carte normali ma vedo che sono proprio gli Arcani Maggiori nella versione di Rider-Waite… vabbé, ho sempre usato i Marsigliesi ma alla fine non credo che farà molta differenza. Prendo il numero 21 e me lo infilo tra la nuca e il colletto della camicia.
Dopo aver attraversato questo parco -- urlo voltandomi verso Nerloki e notando i lampeggianti dei carabinieri che ci stanno raggiungendo -- passeremo su un ponte e poi entreremo sotto una loggia in una zona pedonale chiamata Piazza della Pilotta. Senza le macchine intorno potrò aprire lo Squarcio perché voi possiate tornare a casa ma affinché non vi succeda nulla devo fare una certa cosa… non so se poi riuscirò a venire con voi.
Nerloki mi lancia uno sguardo triste -- Doc, anche se può sembrare, questo non è il tuo mondo ma una conglomerazione quantica su larga scala che è stata resa possibile solo grazie al desiderio di salvare la vita a Bechdelia. Quando io e lei shifteremo non so se l’architettura continuerà a sostenersi.
Faccio per obiettare ma mi rendo conto che siamo arrivati nel mezzo della piazza in sasso e quindi scendo al volo.
Rumore di tacchi di stivali e di scarpe di ordinanza che si avvicinano di corsa ma io allargo le dita ad artiglio e finalmente strappo uno Squarcio di passaggio, in cui vedo il cortile di una piccola fattoria amish appena fuori Tombstone.
Presto -- urlo a Nerloki -- entrate subit…
-- NON MUOVETEVI! TU CON LA BARBA, ALZA LE MANI E VOLTATI! --
Così faccio, consapevole di poter dare ai miei compagni solo qualche secondo di tempo per entrare senza che i proiettili li raggiungano.
Davanti a me ci saranno una ventina tra poliziotti e carabinieri, tutti a pistole e mitragliette spianate.
Non so perché ma sembra che se a qualcuno di loro dovesse scappare una scorreggia, seguirebbe un’istantanea salva collettiva di piombo ma nonostante tutto mi muovo con impudenza verso di loro, tenendo le braccia alzate ma molleggiandole come se stessi ballando un latino.
Spero che Loki abbia percepito la curva temporale giusta -- penso -- e rimanga fermo immobile. Avvicino lentamente la mano destra al collo e poi -- Lo sapete come fa la barzelletta del carabiniere e del poliziotto che cercano di disinnescare una bomba?
Pistole e mitragliette che tremano in mani nervose e sguardi di quasi panico.
BANG! -- urlo con tutto il fiato che ho in corpo e nell’attimo in cui tutte le canne delle loro armi detonano contemporaneamente, afferro il ventunesimo tarocco con la raffigurazione Il Mondo e
Una bolla di luce in negativo si allarga dalla carta come un respiro immenso per poi ritirarsi e scomparirvi dentro con un lacerante rumore di strappo.
L’unico rumore che adesso rimane in mezzo al silenzio più assoluto è il ticchettare di un orologio che rallenta fino a fermarsi e poi tutto l’universo è bloccato.
Nessuno si rende mai conto quanto baccano ci sia nel mondo finché non si trova sotto l’influsso dello Stand che porta lo stesso nome. Mentre mi avvicino con calma alle belle statuine di sbirri e caramba, sul selciato i tacchi dei miei stivali fanno il rumore di cucchiai lasciati cadere uno alla volta su un tavolo di cristallo.
Tra me e loro c’è uno sciame di piombo sospeso a mezz’aria. Ruoto delicatamente i proiettili tra pollice e indice, accompagnandoli fin dentro le rispettive canne, e poi slaccio i pantaloni di tutti i bellimbusti, calandoglieli bene intorno alle caviglie.
E poi sento che il non-tempo di The world sta per finire, quindi torno indietro per dare un ultimo saluto ai miei compagni, inconsapevoli che sto per rispedirli a Tombstone senza di me.
Allargo lo squarcio perché arrivi ad abbracciarli, proprio mentre il ticchettio cosmico si fa sempre più veloce e poi…
Venti esplosioni di canne da fuoco divelte, bestemmie e colpi di faccia sul selciato. Presto si rialzeranno e verranno lo stesso a prendermi.
Addio Nerloki… prenditi cura di Becky -- e gli lancio la borsa di Pochacco in mezzo alle zampe -- sono sicuro che lei ti aiuterà a ritrovare il tuo maestro. Io preferisco rischiare di vedere il mio mondo crollare piuttosto che struggermi nel suo irraggiungibile ricordo.
E l’ultima cosa che vedo mentre avvicino i bordi dello Squarcio sono gli occhi di Becky che si spalancano increduli nel dolore del tradimento.
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Storie di amori negati nel mondo, di prigionia e di morte per la sola colpa di essere omosessuali Domenica 17 maggio, si è celebrata la giornata internazionale contro l’omofobia e la transfobia. Purtroppo sono ancora molti i paesi in cui l’omosessualità, la bisessualità o la transessualità sono punite con la pena di morte, con la prigione, con la tortura. Nel 2017 una coppia di ragazzi di 20 e 23 anni è stata condannata a 85 frustate in pubblico. La loro colpa? La loro relazione. A seguito della fine della legge militare nel 1999, in Indonesia alcune aree sono state sottoposte alla legge della Sharia, la legge islamica. La provincia di Aceh è nota per i frequenti casi di violazione dei diritti umani in nome della legge islamica, e purtroppo ad oggi non ci sono stati miglioramenti significativi nella protezione delle libertà individuali. MAROCCO Due ragazze di 16 e 17 anni arrestate e processate per un bacio sul terrazzo. Il fatto si è verificato nel 2016 a Marrakech, dove le due adolescenti sono state fotografate mentre si baciavano sul terrazzo di casa. A denunciarle un familiare, che le ha fatte arrestare. Il Codice Penale punisce «la commissione di atti contro natura con individui dello stesso sesso», con condanne fino a tre anni di carcere. NIGERIA Quasi 60 uomini sono stati arrestati in un raid della polizia nigeriana svoltosi in un albergo locale dove si stava svolgendo una festa. 50 di loro sono oggi sotto processo e rischiano fino a 10 anni di carcere per comportamenti omosessuali. L’accusa è quella di aver creato un “club per omosessuali”, vietato in Nigeria. Il video del raid è diventato virale sul web, raggiungendo quasi un milione di visualizzazioni. Tra gli arrestati anche un uomo, padre di quattro figli, che lavorava nell’albergo. In Nigeria l’omosessualità è illegale. IRAN Mahmoud Asgari e Ayaz Marhoni, due ragazzi di appena 16 e 18 anni, vennero condannato alla pena di morte impiccati pubblicamente in una piazza a Mashhad, Iran del nordest, il 19 luglio 2005. In Iran la punizione per presunta omosessualità o transessualità, è l’impiccagione. L’alternativa è accettare di essere sottoposti a delle “cure”, che spesso consistono in trattamenti sanitari di castrazione, ormonali o psichiatrici. Il Codice Penale è entrato in vigore nel 1991. ARABIA SAUDITA Nel 2017 due persone transgender di origine pachistana, residenti in Arabia Saudita sono stati stipate in sacchi, schiacciate con bastoni e torturate a morte. La polizia avrebbe ucciso Amna, 35 anni, e Meeno, 26, dopo aver fatto irruzione in una casa in Arabia Saudita e arrestato 35 persone transgender. PAKISTAN Due uomini sono stati arrestati per aver organizzato un matrimonio segreto. Rischiano la pena di morte. La notizia era stata riportata dal Baluchistan Express, un giornale a Quetta, la capitale della provincia del Baluchistan, che aveva raccontato del matrimonio di due giovani nel remoto distretto di Jaffarabad. I due uomini sono stati arrestati dalla polizia, insieme a un terzo uomo che recitava i voti coniugali. Sono tutt’ora sotto processo. Una condanna per l’accusa di omosessualità in Pakistan comporta una pena massima dell’ergastolo. Di Elisa Serafini
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Terra Madre, Ita e Iic presentano a Londra il Salone del gusto 2022
Terra Madre, Ita e Iic presentano a Londra il Salone del gusto 2022 Di Londra Notizie 24 Italian Trade Agency e Istituto italiano di cultura hanno presentato a Londra Terra Madre, il prossimo Salone del gusto di Torino. Terra Madre, Ita e Iic presentano a Londra il Salone del gusto 2022 Passa per Londra la nuova edizione di Terra Madre Salone del Gusto in programma al Parco Dora a Torino da giovedì 22 a lunedì 26 settembre. Un evento molto atteso perché si svolge dopo il difficile periodo pandemico quando molte delle iniziative sono state traslate sul web. Ora, invece, si ritorna in persona a scoprire gli oltre 600 produttori italiani e internazionali che arricchiranno l'esposizione incentrata sul cibo e sulla cultura del buon mangiare. Tanto che il focus scelto per questa nuova edizione riguarda in particolare il ruolo del cibo come preziosa occasione di rigenerazione. La capitale inglese ha ospitato una delle presentazioni ufficiali di Terra Madre Salone del Gusto, grazie al supporto offerto dall'Ita, Italian Trade Agency, e l'Istituto italiano di cultura di Londra che ha ospitato la presentazione. A fare gli onori di casa Maria Teresa De Palma dell'ICI, Giovanni Sacchi dell'Ita e Massimo Carnelos in rappresentanza dell'Ambasciata italiana a Londra. La parola è passata poi agli esponenti invitati per l'occasione di Slow Food, l'organizzazione internazionale che coordina Terra Madre Salone del Gusto: Marta Messa, segretaria generale, e Shane Holland, di Slow Food UK. Proprio Holland ha sottolineato come, in questo momento in cui inflazione e crisi economica stanno mettendo a dura prova, la capacità delle famiglie di nutrirsi adeguatamente stia venendo meno. "Non c'è dubbio che la vita stia accelerando, eppure un numero crescente di noi vuole che rallenti - ha detto Holland -. Tre quarti delle persone si sentono sopraffatti dal ritmo veloce della vita dettata dal sempre crescente numero di questioni che dobbiamo affrontare. Vivere a 100 miglia orarie è estenuante, aumenta lo stress e il rischio di esaurimento. Diventa essenziale cambiare mentalità e connettersi con l’ambiente in cui viviamo in modo diverso. Questo è uno degli obiettivi che vuol raggiungere Terra Madre grazie al nostro movimento, Slow Food, partendo dal compiere azioni quotidiane che possano aiutare le persone a migliorare il proprio stato sociale. Il concetto è semplice: si tratta di preparare da soli il cibo, collegarsi al processo di cottura, utilizzare ingredienti di stagione e riscoprire il piacere del cibo che si mangia. Il fast food non va bene, soprattutto ora, quando la vita ci impone di calcolare al centesimo le nostre spese mensili”. Al termine della presentazione ha fatto seguito una degustazione di prodotti che potranno essere trovati anche durante i cinque giorni dell’evento torinese, preparati per l’occasione dagli chef Carmelo Carnevale e Antonio Alderuccio. Per saperne di più, questo il link ufficiale https://2022.terramadresalonedelgusto.com/en/. ... @ItalyinLDN Continua a leggere su Read the full article
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