#premionobeldellaletteratura
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bibliotecasanvalentino · 3 years ago
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In Biblioteca puoi scoprire autori e opere che non conoscevi o di cui avevi sentito parlare ma che ancora non avevi avuto modo di leggere. Ed è per questo che abbiamo deciso di dedicare un angolo alla scoperta di questi "tesori nascosti".
Oggi l'autore prescelto è Dario Fo e l'opera "L'amore e lo sghignazzo".
Dario Fo, magico istrione e maestro di lazzi e frizzi, merita sempre di essere letto. "L'amore e lo sghignazzo" è un testo lieve, dove viene fuori la penna talentuosa del premio Nobel. Si compone di cinque brevi saggi di argomento diverso che, in altrettanti modi diversi, si occupano del tema dell'amore o del tema dello "sghignazzo" (inteso come un verso che impasta insieme il riso, la provocazione, la satira, la rivolta sociale o politica fatta dal popolo contro il potere). Si inizia con la più bella e tormentata storia d’amore di tutti tempi, quella della giovine Eloisa nipote dell’abate di Notre Dame di Parigi con il suo severo precettore Abelardo (siamo intorno al 1100), storia che culmina - come noto - in tragedia con trasversali vendette. Si continua con un’altra tragedia: la vittima è Mainfreda della nobile famiglia Visconti (siamo qui alla fine del XIII secolo), finita sul rogo dell’Inquisizione per eresia, avendo fondato presso l’abbazia cistercense di Chiaravalle una specie di setta promiscua ed egualitaria. In due altri capitoli, la tragedia lascia il posto alla fantasia ed allo sberleffo: nel primo vi si racconta di una singolare domatrice di leoni, il cui marito, nostalgico dell’Africa, vi fa ritorno con il suo amato leone, quasi umanizzandolo e spingendolo con vari e comici accorgimenti verso leonesse da lungo tempo desiderate; nel secondo "Qu, il comunista utopico" il protagonista (siamo nella prima metà del Novecento) è uno sprovveduto ed ingenuo contadinotto cinese, che viene scambiato per un sovversivo comunista e, da innocente capro espiatorio, condannato a morte: prima di salire sul patibolo, dà ai compagni di sventura la sua definizione di comunismo, una sorta di utopia auspicabile ma sfuggente e, di fatto, irrealizzabile. Ed infine l’ultima storia, che si focalizza sul teatro greco, ma non su quello tragico della tradizione classica e ritenuto da tutti l’unico e certificato, ma su quello vero, autentico e dissacrante della satira (“Gli uccelli” di Aristofane), quello che veniva rappresentato in teatri sfavillanti di colori, con rivestiture in legno, giochi di luce, sofisticati marchingegni che spostavano le scenografie ed attori abilissimi nei travestimenti e nei trucchi. Quest’ultimo capitolo rappresenta un’autentica lezione di storia e di teatro, che fa comprendere tutta la grandezza di Dario Fo.
I soggetti, ripresi, rielaborati, ampliati di allusioni al presente, risultano diversi rispetto a quanto di essi s’è sempre saputo e non solo perché così pensa il Premio Nobel per la Letteratura, ma anche perché i documenti, i testi da lui citati testimoniano diversamente dagli altri testi più noti. Fo vuole incuriosire con le sue rivelazioni ed anche divertire, muovere il riso, indurre a “sghignazzare” soprattutto di ciò che dalla tradizione, dall'opinione pubblica, dalla morale corrente è stato fissato come illustre, solenne, sublime senza che lo fosse. Degna di nota è l'aspirazione dell'autore ad informare, istruire, sensibilizzare quella fascia sociale composta dal popolo e sempre rimasta esclusa, attraverso il recupero e la rivalutazione proprio del patrimonio culturale e linguistico popolare per mezzo dell'arte teatrale.
Dario Luigi Angelo Fo (1926 – 2016) è stato un drammaturgo, attore, regista, scrittore, autore, illustratore, pittore, scenografo, attivista e comico italiano. Fu autore di rappresentazioni teatrali che fanno uso degli stilemi comici propri della commedia dell'arte italiana e che sono rappresentati con successo in tutto il mondo. In quanto attore, regista, scrittore, scenografo, costumista e impresario della sua stessa compagnia, Fo è stato un uomo di teatro a tutto tondo. Famoso per i suoi testi teatrali di satira politica e sociale e per l'impegno politico di sinistra, con la moglie Franca Rame fu tra gli esponenti del Soccorso Rosso Militante. Il 9 ottobre 1997 fu insignito del Premio Nobel per la letteratura, con la seguente motivazione: seguendo la tradizione dei giullari medievali, dileggia il potere restituendo la dignità agli oppressi. Fu a conoscenza del fatto mentre era sull'autostrada A1 con Ambra Angiolini, nel corso della registrazione di una puntata della trasmissione televisiva “Milano-Roma”: un'automobile si affiancò alla loro mostrando un cartello con su scritto "Hai vinto il Nobel". L'ultimo italiano che aveva vinto era stato Eugenio Montale nel 1975, mentre era dal 1934 che non vinceva un drammaturgo italiano, quando lo ricevette Luigi Pirandello.
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geniogirgentano · 8 years ago
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#nascevaoggi nel 1867 a #girgenti il #figliodelcaos #luigipirandello Scrittore e drammaturgo e poeta italiano fu insignito del #premionobeldellaletteratura nel 1934 #pirandello150 #luigipirandello
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