Tumgik
#poi oh magari è una cosa che si fa pure in italia ma boh
sisyphusheureux · 22 days
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Io più conosco i Belgi più penso che abbiano qualche disfunzione emozionale: ci sono quelli che ogni volta che provano un sentimento esplodono come se non ne fossero abituati, quelli che provano fastidio persino per i sentimenti altrui e quelli che li hanno repressi così tanto che hanno dei comportamenti assolutamente fuori dal normale (dal mio punto di vista da italiana, con altrettanti traumi senza dubbio).
Beh, ero in bus ieri sera e sto ragazzo mi fissa e poi mi rifissa e così per 5-6 fermate e io, a disagio guardo fuori perché che cavolo vuoi. Per fortuna scende prima di me e, mentre lo fa, mi lascia una sorta di biglietto da visita con tanto di QR code e instagram ad hoc. Su sto coso ci sono scritte una serie di frasi sul fatto che lo dia alle tipe che gli piacciono e che incontra in giro. Del tutto asettico. Ma non poteva scrivere su un fazzoletto come fanno tutti? O sorridere o cosa ne so io. Cioè questo si è preparato e stampato una serie di bigliettini, mi viene male solo a pensarci.
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corallorosso · 4 years
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Io non ho nulla di personale contro Mario Draghi, anzi, il fatto che sia un acceso tifoso romanista me lo fa pure stare piuttosto simpatico. Poi boh, ovviamente non lo conosco. Non ho tutte queste frequentazioni nel circuito dell’alta finanza mondiale, in linea di massima. (...) non è una cosa personale e credo, anzi, che sia uno dei migliori in assoluto a fare il suo lavoro. E il suo lavoro è fare il tecnocrate. Cioè: è un economista molto preparato che, di base, è vicino a ogni “potere forte” (qualunque cosa significhi) in giro per l’Europa e per il mondo, uno che va a braccetto con le banche e i grandi capitali. Praticamente è un Mario Monti sotto steroidi. Forse, però, è ancora più organico al sistema in cui si è sempre mosso. Lo ripeto: sicuramente è un’eccellenza, nel suo campo, non ci piove. Il problema è che io non credo che uno messo lì da Mattarella per spendere i soldi del recovery fund “come vuole l’UE” possa, al tempo stesso, essere vicino ai più poveri, agli ultimi. Perché c’ho sto viziaccio brutto di credere che è molto difficile che gli interessi delle banche e dei grandi capitali possano coincidere con quelli della signora Adele che vive nel paesino in provincia di Campobasso, che campa con la pensione minima e ha il problema di non avere neanche una struttura ospedaliera vicina. Non a caso, Draghi è amatissimo da Renzi, Forza Italia, Giorgetti, larga parte del PD e via dicendo. E allora mi viene da chiedere a voi, amici che vi sentite “di sinistra”: secondo voi è normale che, oggi, voi vi stiate esaltando per l’arrivo di un banchiere tecnocrate? Fino a ieri dipingevate un avvocato democristiano che aveva firmato tutte le porcate di Salvini ministro dell’interno come se fosse un campione della sinistra e oggi siate qui a stendere i tappeti rossi a un banchiere. Secondo voi è normale? Lo ripeto per la terza volta, perché voglio che sia chiaro: non sto sindacando sulle capacità di Draghi, che sono di sicuro molto elevate. Il problema è capire a chi torneranno utili quelle capacità. Perché, per quanto mi riguarda, è molto difficile che una cosa che fa gli interessi dei grandi gruppi bancari e finanziari faccia anche gli interessi di quello che campa col reddito di cittadinanza. E io, essendo di sinistra, mi preoccupo prima di lui, che degli altri. Poi, oh, magari sono io che sono rimasto indietro, e oggi la sinistra è quella che finanzia i lager in Libia, che firma i decreti sicurezza, che si preoccupa per le banche e che ritiene che un tecnocrate possa essere il nuovo Che Guevara pronto da stampare sulle magliette. E non è una questione di “massimalismo”, eh, non sto dicendo che dobbiamo per forza passare per la rivoluzione del proletariato e la confisca dei mezzi di produzione. Ma da quello a vedere gente che si ritiene “di sinistra” che si esalta per Draghi ci passa un oceano. Un oceano, davvero. Forse dovreste smetterla, di definirvi così. Se non altro per rispetto di chi ha creduto, in passato, che si potesse vivere in un mondo diverso. Emiliano Rubbi
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