#perché LUI si è dimenticato di dirmi di fare una cosa che potevo benissimo fare nel pomeriggio
Explore tagged Tumblr posts
Text
arrivo tardi per problemi tecnici e organizzativi (comunque meno di Mengoni che prova a far la velina) ma ci sono
comunque qui lo dico e qui rimane: Fiorella vincitrice a mani basse
#Sanremo#Sanremo 2024#non il capo che allé 20.20 mentre sono in supermercato mi chiama dicendomi di tornare in ufficio#perché LUI si è dimenticato di dirmi di fare una cosa che potevo benissimo fare nel pomeriggio#porca di quella miseria#per non dire altro#ma. siamo qui e abbiamo vinto
1 note
·
View note
Photo
1860. XVI - Sarà come smettere un vizio, come vedere nello specchio riemergere un viso morto, come ascoltare un labbro chiuso.
Eravamo appena usciti dalla stazione di polizia, dentro la nostra carrozza, finalmente potei raccontare ciò che era successo, la mia visione e il fatto che Margareth fosse tornata da me. Così, dopo aver espresso la mia visione, esposi anche il fatto che persino Rose poteva essere in pericoloso, così, convinsi sia Quentin che Warren a sostenere le mie intenzioni. Era importante indagare anche sull’orfanotrofio dove lei aveva vissuto, in modo da scoprire quante più informazioni possibili. In breve tempo, raggiungemmo la dimora Palmer e Rose ci accolse. Lei era radiosa e gentile come sempre, prendendo il tè la chiacchierata proseguì senza intoppi e purtroppo, ciò che sapevamo non portò a nulla. Non ricordava nulla di Margareth, né di una ragazzina simile. Però ci forni l’indirizzo dell’orfanotrofio di Stockwell, sempre a Londra. Le chiesi anche di lasciare casa sua per qualche notte, e di rientrare solo di giorno. Lei ci fece qualche domanda ma dopo averle fornito una spiegazione quanto meno sensata, acconsentì a darci ascolto. Diede subito ordine ad un valletto di preparare una borsa con del cambio, e noi, dopo qualche instante ci congedammo.
Prima di recarci all’orfanotrofio, passammo a casa per recuperare anche Padre Mackenzie, ma anche cercandolo per tutta la casa, non lo trovammo. Fu a quel punto che ci dirigemmo verso la sua nuova canonica di Hell-Gate e infatti, lo trovammo in chiesa. Mi parve da subito più rilassato, più sereno e ci disse che la sua condizione era nettamente migliorata e che molto probabilmente era riuscito a liberarsi del demone. Che qualcuno lo avesse esorcizzato mi sembrava palese, ma chi? Non ci volle dire nulla a riguardo, un segreto e io non spinsi più di tanto ma mi feci qualche domanda. Pensai a Grace, ai suoi misteri, al simbolo che mi aveva donato. Altri segreti. Forse lei aveva le giuste conoscenze, lei sapeva benissimo le condizioni nel quale sitavo. Era l’unica alla quale ne avessi mai parlato. Ovvio non so se qualcun altro del gruppo ne abbia parlato con terzi e forse non avrò mai la certezza assoluta ma quanto prima le scriverò un biglietto per informarla di questa notizia. Ma prima, farò passare questa notte, in modo da esser certa che le cose siano esattamente come Padre Mackenzie ha esposto. Comunque, una volta riuniti lo abbiamo aggiornato su tutto quello che era successo, e lui poi ci chiese di accompagnarlo a fare un tatuaggio, un sigillo di protezione a quanto pare. Durante il tragitto lungo il porto, parlammo della faccenda riguardante il passato di Rose e di Margareth e alcune cose si fecero più chiare. In un modo o nell’altro alcune informazioni non combaciavano. Padre Mckenzie si ricordò che Katherine Peynard aveva un negozio di cappelli e questo spiegherebbe la mia visione, il mio ricordo avuto alla stazione. Seguendo questo filone, in breve, Margareth e Rose sitavano dalle due donne, lavoravano da loro e venivano maltrattate. Sapevo poi che la donna, tale Katherine e sua figlia Adela, erano morte ma non avevo compreso che ad ucciderle era stata una Rose – che all’epoca aveva otto anni – indemoniata. Dopo questo, fu portata all’orfanotrofio da Padre Mckenzie e con Padre Gregory, venne eseguito l’esorcismo sulla piccola. Non ricorda nulla di quel periodo, né di Margareth. Io pensavo fossero sorelle ma a quanto pare non è così. Né Quentin né Rose hanno mai saputo di un’altra cugina o sorella. Quindi, Margareth compare solo nella prima parte della vita di Rose… quando entrambe stavano nel negozio. Qui, adesso, mi sorge un dubbio. O meglio diverse domande. Perché Rose lavorava in quel negozio se era la vera figlia di Alfred Mason? Ovvero un uomo facoltoso e piuttosto ricco? Questo non capisco. Margareth e Rose forse erano solamente delle amiche, due ragazzine che condividevano le medesime tragedie. Qui, dopo l’uccisione delle due donne, di Margareth non si sa più nulla ed il suo corpo ricompare proprio in casa di Quentin, nel suo giardino che un tempo era appartenuto a suo padre. Possibile che il demone abbia ucciso anche Margareth? Quindi non solo le due donne morirono ma anche lei. Il padre Alfred, per coprire la triste verità sull’accaduto potrebbe aver sepolto il corpo di Margareth nel suo giardino personale, in modo da far sparire ogni traccia di ciò che era avvenuto. Supposizioni. Ovviamente. Ma chiaramente quell’anima non ha pace e io devo capire che cosa vuole dirmi. Qual è il suo vero obiettivo. Forse ci potrebbe essere qualcosa sui giornali dell’epoca. Potrei fare una qualche ricerca magari. Andare all’anagrafe per sapere se Margareth fosse imparentata anche con le due donne. In questo mondo, il fatto che uno abbia una madre, non vuole dire che essa si prenderà cura di te. Margareth poteva benissimo essere imparentata con le due donne e venir trattata male lo stesso. Visto che mia madre mi ha venduto, non mi sembra troppo difficile credere anche a questo genere di cose. I legami di sangue non significano nulla.
Una volta terminato di eseguire il tatuaggio, ci recammo direttamente a Stockwell che mi parve subito imponente. Era un orfanotrofio che assomigliava ad una chiesa, che certamente poteva contenere un enorme varietà di bambini. Appena misi piede lì dentro mi sentì osservata, era una faccenda piuttosto fastidiosa ma non ci potevo fare nulla, quegli occhi erano puntati su di me e difficilmente sarei riuscita a scrollarmeli di dosso. All’ingresso vi era una donna anziana, intenta a lavorare e dopo averle mostrate i nostri “permessi” da investigatori privati, le chiedemmo di mostrarci dei registri relativi ad una ventina di anni fa. Trovammo dopo un’attenta ricerca solo una Rose che poteva coincidere con la descrizione che stavamo cercando. Bambina di otto anni, che è rimasta in quel luogo per circa 2/3 mesi e poi era stata portata via dal padre, Alfred Mason. Non trovammo alcuna traccia di questa Margareth né di un certo Nicholas. Una volta terminati i controlli sui registri, ci congedammo e decidemmo di andare al Kensal Green Cemetery. Si trovava nel quartiere Kensal Green di Londra, ed era uno dei sette cimiteri monumentali londinesi ed il più antico di questi. Dopo aver intravisto il guardiano, e dopo aver preso confidenza con l’onnipresente e massiccia presenza soprannaturale cominciai quasi da subito ad accelerare il passo. Anche guardandomi intorno, non notai nulla di strano ma sentivo la loro presenza in ogni direzione. Questo significava che non potevo rimanere lì a lungo, che presto il fastidio sarebbe aumentato. Giungemmo fino alla tomba di Alfred Mason, imponente e magnifica. Vi era una grossa base di pietra su cui era inciso il suo epitaffio “Dobbiamo sapere, sapremo”. Alla base di questo, poi vi erano quattro cariatidi poste a sostegno di un blocco sempre di pietra che va poi a coprire un grosso sarcofago rialzato, collocato al centro del supporto inferiore. Fu strano scoprire che la parte superiore del sarcofago non era bloccato in un alcun modo, ma con un po' di forza riuscimmo a farlo scivolare via. All’interno trovammo la bara di legno, ben conservata anche a distanza di tutti questi anni. Venne aperta e trovammo in effetti il corpo di Alfred Mason ma era intatto. Era come se lo avessero seppellito il giorno stesso. Incredibile. Impossibile oserei dire. In un primo momento pensai ad un’imbalsamazione, poi all’idea assurda che si trattasse di un pupazzo, di una copia di certa e così via. Quentin incise il corpo, prese con una siringa ciò che esso conteneva. Ma gli organi interni erano presenti, quindi… non capisco come non abbia fatto a deteriorarsi. E non lo ha compreso nemmeno Quentin, che è medico. L’idea folle che fosse ancora vivo, era stata messa da parte, e chiusa quella pista ci saremo dovuti concentrare su un’altra. Mancavano da interrogare i corpi di Edwyn Brown e Padre Gregory, forse loro ci avrebbero spiegato chi era il maestro.
Era finalmente giunta la notte, dopo esserci congedati da Padre Mckenzie, salutammo anche Warren che avrebbe dormito altrove mentre io e Quentin, prendemmo un’altra stanza. So che può risultare indecoroso il fatto di condividere la stanza con qualcuno che non sia il proprio consorte, ma in realtà, nonostante Samuel ci avesse detto che molto probabilmente, finalmente lo spirito era stato rimosso, non mi fidavo. E l’idea che quella fosse l’ultima notte della mia vita, mi strinse le viscere fino a contorcerle. E al momento, la persona che sento più vicino a me, è proprio Quentin. Che poi questo attaccamento che nutro verso di lui, sia un sentimento sincero e simile a quello di un familiare, aveva poca importanza in quel momento. La realtà è che dormire da sola, con la possibilità di una morte imminente mi faceva sentire forte la mia solitudine che comunque, mi accompagna spesso durante le mie notti. Avevo paura, non volevo stare sola, questa era il motivo che mi aveva spinto a condividere la stanza e lo stesso talamo con lui. Non vi erano dei doppi fini, sentire il respiro di qualcun altro a me caro, nella medesima stanza mi faceva ritornare con i pensieri a quando ero bambina, a quando Julian e io dormivamo nello stesso letto. Lui che aveva paura, io che lo accoglievo vicino a me mentre sentivamo i nostri genitori litigare. Credo che questa mia solitudine, in un momento di paura, abbia fatto nascere in me desideri oscuri che fino a quel momento avevo sempre tenuto a bada, schiacciati sotto le mie vesti strette. Avevo dimenticato di provare certi desideri, carnali si intende. Che al momento, si indirizzarono verso la persona a me più vicina, verso Quentin in questo caso. Forse è normale ricercare conforto, quando ci si sente disperati e soli, per cui, in maniera del tutto automatica feci quello che un tempo mi veniva tanto naturale. Perché se ho incolpato Madame Francine di aver venduto la mia giovinezza al miglior offerente, da un’altra mi aveva permesso di conoscere a fondo gli uomini e la loro natura, ma soprattutto me stessa. Sono tante cose, lo sono tutti i giorni, ma fin troppo spesso mi sono messa da parte, dimenticandomi che prima di tutto, io sono una donna. Lord Bredford me lo ha fatto ricordare prima dentro quella carrozza, poi al ballo mentre mi stringeva a sé, desideravo le sue attenzioni. Solo adesso me ne rendo perfettamente conto. Sbeffeggiavo tutte quelle donne che lo osservavano, che provavano ad avere anche un solo briciolo della sua attenzione, ma io non sono migliore di loro, perché io stessa lo volevo. La mia testa accolse pensieri piuttosto indecorosi per una donna, per tutte le notti a venire. E adesso, che sentivo il mio tempo finire, era di un abbraccio, di un po' di calore che agognavo. Ma, spesso i nostri desideri non si avverano, spesso i segnali che lanciamo non vengono colti. Forse solamente ignorati, forse perché in realtà, non c’è alcuna fonte di interesse. O forse l’altro è solamente troppo ottuso per notarlo. Quel dannato demone poteva spuntare da un momento all’altro a reclamare la nostra anima e l’altro dormiva come un bambino. Lo fissavo incredula, stupido Quentin. Stupido, stupido, stupido. Avevo sbattuto la testa contro il cuscino sospirando pesantemente, tornando a fissarlo con una certa irrequietezza. Bastò quello a farmi scacciare via ogni possibile desiderio. Dovevo sembrare proprio una ragazzina davanti ai suoi occhi? Ero così poco interessante? Non doveva mica sposarmi. E se gli piacessero gli uomini? Del resto, non l’ho mai visto con una donna ed è strano alla sua età, dovrebbe aver messo la testa a posto. Forse avrei dovuto svegliarlo con uno schiaffo, a molti uomini piaceva la violenza. In effetti, poi la mattina giunse molto velocemente, io pure mi ero addormentata ed ero viva. Quentin pure ancora dormiva, sono certa di averlo sentito russare, forse aveva preso qualcuno dei suoi oppiacei. Lo svegliai con uno schiaffetto, ero ancora un po' arrabbiato con lui, per via della sua ottusità. Del resto, la mattina a mente fresca, forse era meglio che fosse andata in questa maniera, ci aveva risparmiato un certo imbarazzato e diverse complicazioni. Schiacciai la donna che vi era in me e tornai ad essere solamente me stessa: un’investigatrice privata, una sensitiva, una lavoratrice con il forte desiderio di aiutare Margareth e tutte le altre anime. Certe faccende più intime le feci sparire, me lo ripromisi a me stessa, niente più debolezze. Allacciai gli stivaletti e poi lasciai la camera sbattendo la porta. Avevamo ancora molti misteri da risolvere. La mia unica certezza in quel momento era che non si sarebbe andato avanti così per sempre. Le cose stavano cambiando corso, stavano mutando, e niente poteva continuare come prima.
0 notes