#pavimento in parquet chiaro
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scrapxrat · 10 months ago
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Living Room Library Milan Large minimalist open concept living room library design example with white walls and no television.
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sugiovepiovonodiamanti · 6 years ago
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Capitolo I
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Giuditta sa di piacere, e sa che non c’è nulla di male.
In fondo, lo sanno tutti quanto è ingiusto il mondo: ci sono persone che sono sempre state bellissime e che lo saranno fino alla vecchiaia. Non è questione di trucco o postura, è proprio il loro possesso di un’eleganza elettrica e innata, forse ereditaria.
Trovo più ragionevole vedere Giuditta come una ragazza fortunata nel suo essere così affascinante piuttosto che abbandonarmi al fatto che sia una specie di dea adolescente.
Sdraiata per terra nella sua casa sull’albero, fissa il soffitto con quello sguardo sempre lancinante al punto giusto. La canottiera extralarge del suo ragazzo le copre mezza parte delle cosce, e posso affermare con convinzione che Giuditta Moschella non è mai stata così bella come in questo momento.
Mi sembra serena. Non sorride, magari non è felice, ma è sicuramente serena. Con il braccio sollevato e la mano destra sistemata a sostegno della nuca come per simulare la presenza di un cuscino, assume una posa così regale che potrebbe apparire in una qualsiasi rivista di moda.
La sigaretta ancora spenta che le pende dalle labbra, poi, non è nulla se paragonata a quel mento leggermente pronunciato, sul quale i suoi pochi brufoli diventano quasi un abbellimento più che un difetto.
“Sono contenta di non essere l’unica che è rimasta sveglia stanotte” mi confessa a mezza bocca, mentre la sua mano sinistra comincia a tastare il pavimento circostante alla ricerca dell’accendino.
“Solitamente lo sei?” le chiedo, tenendo le mani nelle tasche dei miei jeans. Dopo essersi accesa la stizza, annuisce.
Il suo sguardo rimane fisso sul soffitto di legno, debolmente illuminato dalle luci colorate appese alle pareti.
Ho avuto l’occasione di studiare Giuditta già dai banchi di scuola delle medie. Non siamo mai stati semplici conoscenti, c’è sempre stata un’intesa molto forte tra noi due, ma non è esattamente la persona a cui confiderei i miei segreti o a cui scriverei un messaggio per chiedere consiglio. Non penso di averne mai avuto l’occasione, a dire il vero. Ormai ognuno ha i propri amici, la propria routine e i propri interessi. Inoltre, ho sempre nutrito un certo timore nel relazionarmi con lei.
Quando si passano diciannove anni della propria vita in una cittadina come Cordello, è abbastanza difficile evitare due cose: odiare i propri genitori per essersi bloccati in un posto simile, e non conoscere almeno di vista ogni coetaneo che attraversa le strade del centro paese. In fondo, il nostro liceo è uno solo, e la città vera e propria più vicina è a un’ora e venti di treno da qua.
Siamo tutti bloccati in questo paesino di tremila abitanti che si estende per nove chilometri quadrati, in un claustrofobico ammasso di ville tanto decorate quanto vuote. Ad oggi, sono convinto che si sia dato un nome per sole questioni di orgoglio e comodità amministrativa.
E ora Cordello è anche peggio del solito: sta arrivando l’autunno, è tutto ancora più nebbioso e grigio. In questa casa sull’albero, però, c’è ancora aria di piena estate.
“Pensavi sarebbe rimasto sveglio qualcun altro?” sussurro a Giuditta, come se considerassi insincera la sua gratificazione nell’avermi al suo fianco.
Lei assume una smorfia altezzosa, come per giudicare tutte le persone che non hanno voluto fare after con noi, e si volta verso Stefano, steso in un angolo. Sta dormendo in una posizione che sembra scomodissima: è ingarbugliato peggio dei cavi di un quadro elettrico, con il cranio inclinato verso il basso e le braccia incrociate. Russa molto pesantemente.
“Hai deciso cosa fare con lui?” domando, notando come Giuditta si sia un po’ inorridita nel vedere il suo ragazzo in condizioni simili.
“Che devo fare? Ci sto insieme e fine. Se dura, dura, se non dura, ciao.”
Non riesco a capire se non voglia parlarne o se è un argomento che la fa arrabbiare.
“Dico solo che è l’ultima notte che poteva passare con me. Poteva evitare di andare a giocare a calcetto con Davide e tutti gli altri coglioni per poi collassare all’una alla mia festa” aggiunge, alzando il tono al punto di disturbare i pochi superstiti che ci circondano, ora intenti a muoversi e fare facce strane nel sonno. Fortunatamente, nessuno si sveglia.
Prendo Giuditta per mano, prima di alzarmi da terra e mimarle di stare in silenzio.
Mentre mi dirigo a passo felpato verso le scale casarecce per scendere dall’albero, mi accorgo quante lattine di birra abbiamo lasciato sul terreno del giardino.
Settembre si sta facendo sentire: nonostante indossi una felpa e dei jeans corti, ho i brividi. Sono le quattro e mezza di mattina, effettivamente, e il sole sta giusto ricomparendo all’orizzonte.
Alzo lo sguardo al cielo, già chiaro e grigio.
“Non so se sono pronta a una relazione a distanza” mi dice Giuditta, camminando a piedi scalzi sul prato che circonda la sua casa sull’albero. Senza distogliere lo sguardo dalle pochissime deboli nuvole sopra di noi, la seguo.
In una mano tiene le sue Vans beige, con l’altra l’accendino. Assume una postura gobba, come se fosse stanca.
Le macchine in strada sono l’unica cosa che provoca rumore al momento, anche perché non saprei bene cosa dire a Giuditta per aiutarla.
“O meglio, non so se mi piaccia abbastanza per tentare una relazione a distanza.”
Si ferma, poco lontana dall’entrata posteriore della sua casa, e aggiunge: “voglio dire, alla fine parto anche per scappare da Cordello, non me ne voglio portare dietro un pezzo.”
Scrolla le spalle mentre lo dice, come se si fosse arresa all’evidenza che per questo suo viaggio dovrà fare molti sacrifici, ed entra in casa. Mi lascia la portafinestra aperta, come per invitarmi a entrare. Probabilmente si è accorta che sto gelando.
Do un’ultima studiata al cielo, prima di attraversare il salotto e raggiungere Giuditta nella sua camera, al piano di sopra.
Uno degli elementi più interessanti di casa Moschella è che unisce un arredamento che tenta di essere ultramoderno e futuristico a un sacco di fotografie famigliari appese alle pareti. Noto, in particolare, una piccola Giuditta intenta a costruire un castello di sabbia in una spiaggia a Bali.
Quando entro nella sua stanza blu, una versione triste e cresciuta di quella bambina mi lancia uno sguardo fulminante dal letto.
Forse voleva che me ne andassi.
Mentre lei ritorna a usare il suo cellulare, mi accorgo quanto soltanto dalla sua stanza si possa capire cosa andrà a studiare.
“Mi piacciono le stelle” le dico, indicando timidamente gli adesivi fosforescenti attaccati al soffitto.
Lei ridacchia, spiegandomi che le ha da quando andava alle scuole elementari ma non è mai stata alta abbastanza per riuscire a toglierle, anche con l’aiuto della grata di scale del padre. Al mio chiedergli perché non si faccia aiutare, mi rendo conto da solo che Giuditta non ama chiedere favori, soprattutto ai suoi.
Mi avvicino alla sua biblioteca, attento a non calpestare i vestiti sparsi in giro per il parquet.
Osservo la collezione di enciclopedie, film spaziali e romanzi fantascientifici dalle copertine luminosissime.
Afferro il DVD de La conquista dello spazio, studiando attentamente le condizioni della custodia. Sembra uno di quei classici degli anni cinquanta con un capitano mega virile e cazzuto che mi annoiano fino alla morte.
In realtà, lo spazio è sempre stato particolarmente interessante per me. Ci sono tanti di quegli studi che affermano molte cose spettacolari e devastanti al riguardo e, davvero, l’astronomia è uno di quegli argomenti per cui riservo una particolare devozione senza una ragione apparente.
Non che mi sarà mai utile.
Io non sono determinato o intelligente come Giuditta, e soprattutto, non ho i suoi mezzi per poter continuare gli studi.
“Verrai a trovarmi?” mi chiede, sempre a letto, cogliendo la mia aria sognante nell’osservare la cartina europea appesa alla parete.
Le dico di sì, sferrando un sorriso agrodolce. In realtà, lo sappiamo entrambi che è un no, mi ha fatto una domanda stupidissima. Mi insospettisce come sembri aver bisogno di assicurarsi che la gente non si dimentichi di lei, come se non fosse una delle ragazze più apprezzate e intriganti della cittadina.
Da sotto il letto afferra una bottiglia di coca-cola, mentre io mi appresto a cercare un accendino in giro per la stanza. Mi appoggio una mano sulla tasca posteriore dei jeans per controllare che il mio personal sia ancora lì.
Ne lascio sempre uno per quando finisce una festa.
Mi piace fumare l’ultima canna mentre cammino verso casa alle cinque di mattina perché è quando la cittadina sembra ancora più morta e statica di quanto non lo sia quando le strade si riempiono di nonnetti e mogli che portano a spasso i propri cani bavosi. Dove almeno per un po’ non sono parte di quella realtà, ma l’imperatore di un territorio distrutto. Mi piace mettermi le cuffiette e ballare in mezzo alla strada, sapendo che non passerà mai neanche una bicicletta. Nulla attorno a me è in grado di illuminarsi se non la mia corona.
Devo però ammettere che, per quanto essere ospite della navicella spaziale di Giuditta Moschella non fosse nei miei piani iniziali, mi ritrovo comunque in un posto dove posso permettermi di mettere un po’ di musica e rilassarmi prima di lanciarmi sul mio letto per qualche ora.
Mi ritrovo da solo sul balconcino della camera di Giuditta. Mi accendo il personal e comincio a scenerare per terra. Tanto Giuditta parte domani, i suoi non le faranno certo pulire casa.
“Come sta andando con Sami?” mi chiede lei, quasi agitata. Sembra non voler stare in silenzio, o magari non ci riesce ora che un quasi-estraneo è nella sua camera.
Ci sono molti cinguettii di uccelli intenti a rendere l’ambiente ancora meno quiete, e una fine pioggerellina sembra volermi dire di tornare dentro casa.
Ignoro il consiglio.
“Tutto bene” le dico, schietto: “è un po’ la solita storia, ecco.”
“Ho visto come guardavi il culo a Davide stanotte” mi confessa, con un sorrisetto malizioso.
Scrollo le spalle, continuando a fumare dal balcone.
Guardo Giuditta negli occhi, io appoggiato alla ringhiera in legno del balcone mentre lei sta ancora sul letto, senza togliersi quel ghigno da Stregatto. Penso mi stia sfidando.
“Lo sai che non tradirei mai Sami” le dico, con in testa l’immagine di Davide che balla in mezzo alla casa sull’albero: “Davide ha dei bei lineamenti, okay, è atletico. Ma non mi dice niente, e mi sa di coglione” continuo.
Giuditta si alza, comincia ad avvicinarsi con una camminata delicata e lenta.
Si sta comportando come se non volesse svegliare qualcuno, ma siamo a casa da soli.
Mi prende la canna dalle mani e comincia a fumarla.
“E’ un ragazzo in gamba il nostro Sami, non fartelo scappare.”
Si espone col busto al di fuori della ringhiera. Il vento sbuffa sui suoi capelli e li scompiglia, ma lei non sembra infastidita dalla cosa. Continua a fumare, cercando di guardare oltre la nebbia con gli occhi socchiusi.
“Se ne andrà pure lui via da qui, prima o poi” le dico, e il solo pensiero mi fa salire un’angoscia in grado di tritarmi la gola: “Sami è parte della Cordello bene, come te.”
“Christian” sussurra, appoggiando una mano sulla mia spalla: “chi ti dice che non scapperai via anche te?”
Mi ripassa la canna, prima di sdraiarsi sulle mattonelle arancioni del balcone.
“I soldi. Come sempre.”
Giuditta sbuffa, prima di usare le mani per alzarsi col busto e guardarmi in faccia, quasi scocciata.
“Che palle i soldi, mamma mia.”
“Non dirmelo.”
Soprattutto te, che non hai mai mosso un dito in vita tua perché sei nata col cordone ombelicale d’oro.
“Cosa vorresti fare da grande?” mi chiede.
“Non lo so. Mi basta andare via da Cordello un giorno, per quel che mi interessa posso anche prostituirmi per andar via di casa.”
Non era un discorso che volevo trattare, soprattutto ora. Volevo stare tranquillo.
Lancio il rimasuglio puzzolente della canna lontano dal balcone di Giuditta, prima di rientrare in casa.
Sono quasi le sei. Ci metterò una quindicina di minuti a tornare a casa e mio padre si sveglia tra venti per andare a lavoro.
“Devo scappare.”
“Puoi dormire qui per un po’, se ti va… parto alle tre di pomeriggio” mi comunica lei, mentre io mi avvicino alla porta.
Mi giro. Lei mi guarda con un fare simile a quello di un gatto che vuole farsi grattare. Se non fosse circondata da valige ancora da fare, forse rimarrei.
“Mio padre si sveglierà tra poco, devo andare” ripeto, più convinto. Non la guardo negli occhi: so che mi convincerebbe a restare.
Giuditta mi sembra dispiaciuta, ma non insiste. Con la sua sfilata elegante mi raggiunge e mi abbraccia. Non profuma, ma non puzza. Sento il suo odore vero, e mi piace.
“Ti vedrò per le vacanze di Natale, no?” le dico, ancora attaccato a lei.
“Sì, tornerò” risponde, prima di interrompere l’abbraccio.
Mi prende per mano e mi porta al piano di sotto come un Virgilio particolarmente sicuro di sé.
Esco dal retro, diretto verso il cancello che si affaccia alla strada.
Mi giro un’ultima volta per salutarla. Sarà strano non vederla più in piazza.
Comincio a camminare verso casa, sotto la pioggia. Vorrei tanto una sigaretta ora, ma ho finito il tabacco.
Mogio mogio raggiungo le strisce pedonali che mi allontanano dal quartiere di Giuditta, addentrandomi nel parchetto comunale.
Sospiro. Vorrei davvero ritrovare della magia in queste strade, ma ormai mi nauseano da quanto le ho viste.
Ho sempre pensato che un turista straniero troverebbe questo paesino italiano un piccolo capolavoro se lo visitasse in piena estate: alla fine c’è molto verde, è piuttosto curato e abbiamo un sacco di campi attorno al centro abitato.
Però, ecco, se lo stesso turista fosse confinato qui per mesi, probabilmente cambierebbe idea.
Tengo il ritmo della musica tamburellando le dita tra di loro, ormai arrivato alla fine del parchetto.
Raggiungo la piazzetta davanti al cimitero mentre sento dei passi infrangersi con le pozzanghere d’acqua dietro di me.
Mi giro mentre mi tolgo le cuffiette, giusto in tempo per vedere Giuditta corrermi incontro.
Mi salta addosso, baciandomi.
Rimango stizzito, mi immobilizzo.
Lì, davanti al cimitero di Cordello, Giuditta Moschella mi ha baciato nella sua ultima mattinata da ragazza di paese. Non so cosa pensare, né se mi sta piacendo.
Mi sento come se fossi ancora nella sua stanza, a guardare con meraviglia le stelle attaccate al suo soffitto.
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Sondaggio: 29 Aprile 2019, 03.26 am
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victorfidelio-blog · 6 years ago
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‘E’ buio, entrando. Un persistente odore di chiuso, che sembra colare dalle pareti. Non c’è l’eco di qualche stoviglia, manca il profumo delle lenzuola; invece del calore dal pavimento gli viene incontro la fredda accoglienza di un corridoio vuoto. 
Trattiene l’istinto di accendere subito tutte le luci, di spalancare le finestre, di aprire le tende; di restituire a quel luogo la capacità di evocare quel che a lungo vi è abitato. Rimane un attimo a percepire quel che manca, a soppesare quel che senza di lei non respira. 
Apre appena la porta, quel tanto che basta per far scavalcare al pesante trolley scuro la soglia, imprimendo una densità quasi religiosa al gesto, facendo scorrerne lungo il braccio il valore simbolico; guarda la sua mano aggrappata alla maniglia - un pò stanca per i chilometri percorsi - sentendosi per un attimo ancora più schiacciato da quel silenzio. Allungando il dito verso un interruttore sbiadito, vi rimane in bilico. 
Chiudere tutto e tornare via ... spazzare l’oppressione e reagire al buio ...
La prima luce spezza l’apatia, inondando di dettagli tattili il suo sguardo. Il parquet, i mobili chiari, il bel contrasto, i libri; gli stipiti delle porte che sembrano invitarlo a riappropriarsi degli spazi che vi sconfinano oltre. Sempre quel silenzio lo avvolge, come un vento glaciale, e la porta che sembra volerlo sigillare dentro.  
Un post-it chiaro, a penzoloni appiccicato alla porta, quella scritta, quel tratto. 
Quel profumo dalle lenzuola. Quei ricordi dalle mensole. Quel sorriso che illumina ogni angolo. Quella pelle che riempie i suoi palmi. Quei gemiti che squassano l’intonaco. Quella voce che manca ed improvvisamente echeggia. 
Si, quella è casa. Il suo colore è bianco.’    
#buio #silenzio
#stipite #soglia
#luce #memoria
#vFidelio #eros
#victor #fidelio
#emozione #emotion
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emmalynthewriter · 3 years ago
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Il regalo perrrfetto
                                               Il regalo perrrfetto
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Lo scoccare della mezzanotte segnava la fine di un giorno e l’inizio di un altro, e ancora sveglia, una bambina rifiutava di addormentarsi. Aveva sonno, chiaro, ma era anche testarda, e sin dalla notte precedente, un piano continuava a tornarle in mente quasi torturandola, come un chiodo fisso. Se i suoi calcoli erano esatti, e dovevano esserlo perché era una delle prime della sua classe in matematica, ormai mancavano pochi giorni a Natale, e ancora meno al suo compleanno. Seppur stanca, però, non riusciva più a dormire. Si conosceva, ci stava provando e avrebbe voluto, ma purtroppo senza successo. Per sfortuna sua e dei genitori, poi, quella non era certo la prima volta, e come avevano tutti imparato a proprie spese, succedeva sempre, specie se era emozionata o agitata per qualcosa. Fra tanti motivi e ricorrenze, il suo compleanno non faceva eccezione, e che dire della festa più attesa da grandi e piccini? A quel pensiero, la bambina sorrise a sé stessa, e per l’ennesima volta quella notte, si rigirò nel letto stringendo a sé il cuscino. Un’abitudine inusuale eppure tutta sua, a detta della mamma, alla quale neanche la diretta interessata non riusciva a trovare una spiegazione. Se sulle prime l’aveva cercata davvero, però, con il tempo l’importanza della cosa aveva iniziato a scemare, al contrario dell’abitudine stessa. Improvvisamente scomoda, sbuffò scocciata, e nel buio, un rumore attirò la sua attenzione. Ci volle del tempo perché i suoi occhi si abituassero all’oscurità, e non appena accadde, grazie anche e soprattutto alla piccola torcia che teneva sempre sul comodino accanto al letto, lo vide. Uno dei suoi pupazzi era appena caduto dalla mensola nell’angolo della stanza, quella in alto, e avrebbe dovuto sbrigarsi se davvero voleva metterlo a posto senza svegliare nessuno. Era in momenti come quelli che avrebbe preferito un pavimento di mattonelle al posto del parquet. Bellissimo, doveva ammetterlo, e con un suo stile, come diceva il padre, ma alle volte decisamente troppo rumoroso. Abitudine o meno, aveva letteralmente perso il conto di quante volte il rumore di uno e mille passi l’aveva distratta mentre studiava, una volta perfino prima dell’ultimo compito in classe d’italiano del quadrimestre. Grazie al cielo poi l’aveva passato con un ottimo voto, altrimenti recuperare sarebbe stato difficile. Distratta da quel ricordo, scosse la testa per non pensarci, e di ritorno alla realtà, rimise gli occhi sul pupazzo. Uno dei tanti, una ventina se ben ricordava, bianco, nero, e con le fattezze di un gatto. Sempre calmo e serafico, ma non sorridente come l’orsetto polare dell’amica Imogen, sembrava guardarla ora che lo teneva in mano. Lenta, se lo portò al petto, e accarezzandolo, si sporse più che potè per riportarlo in cima a quella sorta di torre, per poi spingere con le dita quando notò che rischiava di cadere di nuovo. Proprio allora, una delle assi del pavimento scricchiolò, e spaventata, fece un salto indietro. Che stupida era stata. E se la madre l’avesse sentita? Era tardi, il che significava che forse stava dormendo, ma se si fosse svegliata per controllare? Cielo, già la immaginava…
“Rosemary Kingsley, fila subito a letto!” una frase sentita purtroppo già migliaia o forse milioni di volte, ma che poteva farci? Non era certo colpa sua se i compiti le impedivano di guardare la televisione a orari decenti e se le repliche del suo programma preferito c’erano solo la sera, per giunta prima dell’ora di andare a dormire. Ai genitori l’aveva spiegato più e più volte, ma fra i due soltanto il padre l’aveva ascoltata davvero. Veloce come mai prima, si precipitò sotto le coperte, e trattenendo il respiro, attese. Oltre la porta chiusa della sua stanza vedeva una luce, qualcuno doveva essersi alzato davvero, e giungendo le mani in preghiera, sperò con tutta sé stessa che non si trattasse della madre. Non che avesse paura di lei, anzi il loro era un rapporto bellissimo, temeva solo di essere sgridata. Se fosse successo avrebbero sicuramente litigato, e stando ai suoi ricordi oltre che all’esperienza, litigare le faceva schifo. Era strano a dirsi, ma farlo era come seguire un copione sempre diverso eppure costantemente uguale ogni volta. A cambiare era solo l’incidente principale, ma problema serio o meno, alla fine nessuna delle due parti coinvolte ascoltava l’altra, e l’atto finale si concretizzava in una porta sbattuta, tante lacrime, e altrettante parole che non avrebbero mai dovuto trovare la libertà. Rosemary però era fortunata, poiché presto ogni lite veniva risolto con delle scuse e un abbraccio, e a volte, se proprio desiderava mettere le cose a posto a modo suo, anche con un regalo. Un disegno, poche parole in una letterina, o un abbraccio da parte di uno dei suoi peluche. Quasi tutti gatti, chiunque la conoscesse lo sapeva, nonostante il suo desiderio fosse un altro. I peluche le piacevano, nonostante l’età ci giocava ancora, qualche volta, ma più il tempo passava, più ci pensava, specie in quel particolare periodo. Aveva passato anni a chiedere ai genitori il permesso di avere un gattino, un giorno, e ancora più tempo a immaginare che i suoi pupazzetti potessero animarsi e diventare gli animali che più amava al mondo dopo i cuccioli come il piccolo Pablo, ma ormai anche la fantasia non superava più le sue aspettative. Giocare era bello, ma ora che aveva quasi tredici anni, le cose si stavano facendo diverse, e tutto stava cambiando. Conoscendola, i genitori non avevano fatto altro che cercare modi per distrarla da quell’idea, e uno per volta, decine o forse centinaia di gadget a tema felino avevano invaso la sua scrivania e ogni angolo della stanza. A cinque anni i peluche, poi la cancelleria e il necessario per la scuola, poi vestiti e maglioni, perfino la custodia protettiva del cellulare aveva la stampa del muso di un gatto sul retro. Ovvio era che tanti regali le avessero sempre fatto piacere, ma nessuno si avvicinava alla realtà che ancora attendeva di vedere con i propri occhi. Esausta, finalmente si abbandonò al sonno senza perdere la speranza, e al risveglio, tutto fu diverso. Sin dal mattino, la mamma e il papà furono buonissimi con lei, sorridendole e salutandola con un calore abituale e al tempo stesso poco caratteristico. Li conosceva, lavoravano entrambi, e di solito non avevano molto tempo da dedicarle, ma felice, rivolse loro un ultimo saluto e un sorriso prima di salire sul pulmino della scuola. Di lì a poco, il suo viaggio ebbe inizio e poi fine, e arrivata in classe, si scoprì più distratta del solito. In breve, i suoi quaderni si riempirono di scarabocchi anziché appunti, e per la prima volta dopo tanto, tantissimo tempo, non fu in grado di rispondere a una domanda rivolta all’aula intera. Confusi, i compagni non seppero cosa pensare, e anche quando alcune amiche chiesero, lei rimase in silenzio. Poco più tardi, uno sguardo al calendario confermò che quello sarebbe stato uno degli ultimi giorni di scuola prima delle vacanze natalizie, e memore della notte quasi insonne appena trascorsa, Rosemary non vedeva l’ora. Forse dirlo era un’esagerazione, ma davvero non stava nella pelle. Chi lo sapeva, forse quel 22 dicembre sarebbe stato il suo compleanno, oltre che il suo giorno, fortunato, e forse, si ripeteva, forse, finalmente avrebbe provato la gioia di accogliere in casa un vero gattino. Non uno finto, di pezza, morbido e capace anche di fare le fusa, ma uno reale, in carne, pelo e ossa, che inizialmente spaventato e guardingo, non avrebbe fatto altro che nascondersi e guardarsi in giro, tremante e insicuro. Avrebbe dovuto stare attenta, lo sapeva, ma all’improvviso quel pensiero soppiantò tutti gli altri, occupandole la mente fino al suono dell’ultima campanella. A dirla tutta, le cose non cambiarono neanche dopo, quando, già avviatasi verso la fermata dell’autobus, incontrò per caso proprio Imogen, che felice e sorridente, non aspettava che di arrivare a casa per rivedere il piccolo Pablo. Fingendo gelosia in realtà non provato, Rosemary scherzò con lei per tutto il tragitto, sedendosi accanto a lei e non smettendo quasi mai di parlare, finchè, spinta dalla curiosità, non azzardò una domanda.
“Che riceverai per Natale?” probabilmente scontata, lo sapeva, ma provare non costava nulla, e se proprio l’amica non avesse voluto rispondere, lei avrebbe capito.
“Non lo so, sai? In genere non chiedo mai nulla in particolare.” Replicò invece Imogen, sorprendendo Rosemary, che l’aveva sempre ricordata come silenziosa e riservata, ovvero l’esatto contrario di lei.
“Escluso Pablo?” chiese poco dopo la ragazzina, ridacchiando divertita.
“Escluso Pablo.” Le fece eco l’altra, ridendo a sua volta mentre fissava lo schermo del cellulare. “Pensa, il suo account Pictagram ha già quarantamila follower!” aggiunse poco dopo, orgogliosa dell’amico a quattro zampe e del talento che insieme avevano scoperto.
“Cosa? No! Arrivata a casa lo cerco subito!” esclamò Rosemary, sorpresa come e forse più di prima.
“Non devi, guarda.” Rispose subito Imogen, che già stava controllando il profilo per rispondere ad alcuni commenti. Annuendo, l’amica non si fece pregare, e di lì a poco, si ritrovò incollata a quel cellulare, e come ipnotizzata a guardare il cucciolo disegnare e a suo modo anche dipingere, nonché terminare uno dei suoi capolavori con una firma. Soltanto l’impronta della zampa, chiaro, ma non per questo meno sorprendente, e c’era da dirlo, adorabile. Fu quindi questione di minuti, e l’autobus si fermò.
“È la nostra fermata.” Le ricordò Imogen, afferrando lo zaino e alzandosi in piedi.
“Arrivo.” Rispose appena Rosemary, di nuovo distratta come al solito. Se aveva accettato di guardare quel video era stato per distrarsi, ma osservare quel cagnolino dare prova delle sue abilità artistiche l’aveva solo fatta concentrare ancora di più su ciò che desiderava. Proprio come Imogen, che in silenzio giudicava fortunata, un compagno peloso tutto suo. Con quel pensiero di nuovo fisso in mente, seguì l’amica solo per un tratto di strada, e arrivata al proprio vialetto, la salutò con un abbraccio.
“Passa un buon Natale, d’accordo? Ci vediamo!”
“Anche tu, buone feste! E so che è in anticipo, ma buon compleanno!” con quelle parole, le due amiche si lasciarono, diretta ognuna verso casa propria, e all’ora di pranzo, Rosemary ricevette una notizia, nonché un ulteriore motivo per sperare.
“Farò un giro in centro nel pomeriggio, ti va di venire?” mentre mangiava, fu la madre a parlarle, e senza pensare, lei accettò subito. In genere significava che avrebbe fatto compere, e magari fra un passo e l’altro sarebbe finalmente riuscita a convincerla. In totale onestà non chiedeva molto, ma come al solito la speranza era l’ultima a morire, doveva solo aspettare il momento giusto e parlarne davvero con la madre. Il padre invece non disse nulla, restando in silenzio per tutto il pranzo, ad eccezione di qualche colpo di tosse e di qualche parola di incoraggiamento per la figlia, che quel giorno non era riuscita a brillare a lezione. A quelle poi era seguito uno sguardo d’intesa rivolto alla moglie, e pur restando in silenzio, Rosemary capì che qualcosa sarebbe cambiato, e presto. Furba, fece finta di nulla, e quel pomeriggio, si ritrovò a spasso per il centro commerciale con sua madre. Un’uscita più lunga di quanto si sarebbe aspettata, che terminò soltanto con l’acquisto di un nuovo paio di guanti. Caldi, morbidi e rosa, con sopra le effigi di alcuni fiocchi di neve. Carini, non c’era che dire, nonostante la ragazzina proprio non smettesse di pensare a cosa sarebbe potuto succedere in futuro. Mancavano soltanto due giorni al suo compleanno, e cinque a Natale, e con l’avvicinarsi di entrambe le date, la sua pazienza si affievoliva, diventando sottile come il ghiaccio su cui aveva scivolato con la famiglia appena l’anno prima. Quel ricordo la fece sorridere, e tornata a casa, fece del suo meglio per concentrarsi sui compiti e sull’ultima delle interrogazioni che aveva da preparare, e nonostante le difficoltà, a sera potè dirsi pronta e sicura abbastanza da affrontarla. Il mattino dopo la giornata di scuola le scivolò dalle dita, e un ennesimo otto comparve accanto al suo nome nel registro di classe. Un voto di cui i genitori si rivelarono fieri, specie la madre, che per festeggiare mise in forno un’intera teglia di biscotti. Complice il clima di festa, anche il pomeriggio passò speditamente, occupato dai preparativi per il Natale fra cui anche la preparazione del caro vecchio albero, finchè a sera, rimasta ancora una volta sveglia a pensare e fantasticare, Rosemary non crollò a letto sfinita, sognando e immaginando anche oniricamente il suo avvenire. Si svegliò soltanto la mattina dopo, riposata, energica e felicissima. Il suo compleanno era finalmente arrivato, e nella sua mente, la ricorrenza portava soltanto a due cose. A una festa prima e ai regali poi. Tutti aperti assieme alla famiglia e mai da sola, come in una sorta di tradizione, che come ogni volta aprì con un sorriso stampato in volto. Fra gli invitati, i genitori furono i primi a consegnarle il proprio, e aprendo la scatolina che lo conteneva, Rosemary fu felicissima di scoprirsi fra le mani una catenina d’argento con un pendente a forma di zampa. Aperto il loro, fu il turno di quelli degli zii, anch’esso a tema felino come quasi tutti quelli ricevuti in passato, nonostante in quel caso si trattasse di un globo di neve con una piccola coda tigrata e ad anelli, appartenuta a un gattino di ceramica che sembrava sorreggerlo con le zampe mentre, beato, dormiva. Credendo di averli aperti tutti, Rosemary ringraziò i presenti, e assaggiata la torta, un perfetto misto di panna e cioccolato, si preparò alle consuete foto di famiglia, ma prima che potesse mettersi in posa e sorridere, qualcosa, o meglio, qualcuno, la distrasse tirando appena la manica del suo vestito.
“E il mio?” chiese poco una voce dolcissima, che Rosemary riconobbe anche senza voltarsi.
“Amber! Piccola, certo! Vediamo, apriamolo insieme.” Si affrettò a rispondere alla cuginetta, per poi sedersi sul divano e portare con sé il pacco ancora chiuso. Piccolo, si vedeva, e anche l’ultimo, ma non certo per importanza.
“C’è anche un regalo da parte di Amber, mamma!” annunciò, alzando la voce per farsi sentire oltre la musica che arrivava dallo stereo acceso.
“Allora aprilo, che aspetti?” commentò il padre, facendo le veci di una moglie impegnata con qualcosa in cucina. Mantenendo il silenzio, Rosemary si limitò ad annuire, e scartando il pacco, non riuscì a non abbracciare la cuginetta.
“Ti piace?” le chiese quest’ultima, curiosa.
“Certo, tantissimo! Grazie, Amber, davvero.” Le rispose la ragazzina, sorridendole. Aveva soltanto sei anni, ma come scoprì parlando con la zia, aveva tanto insistito per comprare anche lei un regalo. Un ennesimo peluche da aggiungere a una sempre crescente collezione, ma come Rosemary non mancò di notare, diverso da tutti gli altri per una divertentissima ragione. Aveva le fattezze di un gatto bianco, vero, ma a giudicare dal colore della coda, un vero e proprio arcobaleno, anche quello di un unicorno. Quel dettaglio la divertì non poco, poiché fino ad allora non avrebbe mai pensato di vederne uno, men che meno riceverlo. Di lì a poco, il pomeriggio sfumò in sera, e scattate le ultime foto e accettati gli ultimi auguri, Rosemary sparì nella sua stanza per trovare un posto a quel nuovo e speciale pupazzo, per poi tornare in salotto e aiutare la madre a ripulire, occupandosi principalmente dei rimasugli della carta da regalo finiti in terra e poi dei piatti di carta da gettare nell’immondizia. Il resto della serata svanì fra una canzone dello stereo e l’altra, e poco prima di cena, una breve vibrazione, una notifica e un messaggio sul cellulare attirarono la sua attenzione.
“Pablo ed io ti abbiamo fatto questo. Buon compleanno, Rosemary, e ancora buon Natale.”
A scriverle era Imogen, e allegato a quelle parole c’era anche un video. Curiosa, lo fece partire, e alla vista del cagnolino dell’amica con una matita tutta rosicchiata in bocca, sorrise. Se ne stava lì seduto in mezzo a tanti fogli, e a suo modo sembrava sorridere. Aguzzando la vista, la ragazzina notò che tutti i fogli contenevano dei disegni di Imogen, e che uno in particolare raffigurava una torta di compleanno con esattamente tredici candeline, e appena sotto, con ogni lettera di un colore diverso, proprio la scritta Buon compleanno. Emozionata, Rosemary non esitò a mostrarlo anche ai genitori, che come lei, sorrisero. Da allora in poi, la cena fu lenta e rilassata, e arrivata l’ora di dormire, la ragazzina si addormentò serenamente, senza pensieri e con il sorriso sulle labbra. Grata di aver passato un compleanno pieno di gioia e amore, ringraziò il cielo per ogni persona nella sua vita, e giorni dopo, la mattina di Natale, finalmente vide ciò che da tanto aspettava. Assieme agli altri regali, tutti opera del vecchio Babbo Natale, al quale non credeva ma che ancora si divertiva a immaginare, uno più grande degli altri. Lenta, si avvicinò abbastanza da sfiorarlo, e inginocchiandosi sul tappeto, lesse il bigliettino che penzolava da un angolo. C’era il suo nome, e appena accanto, la piccola effigie di una zampa. Rimasti in silenzio fino a quel momento, i genitori la guardarono, e senza attendere oltre, aprì quel pacco prima degli altri. Piano, come a non volerlo rovinare troppo presto, sentendo il cuore martellarle nel petto per tutto il tempo. Aveva aspettato, sperato e pregato tanto, ancora non ci credeva, eppure stava succedendo davvero.
“Sto sognando?” chiese, mentre strappava lentamente la carta colorata e abbellita da uno e mille fiocchi di neve.
“No, sei perfettamente sveglia.” Le rispose la madre, non riuscendo a smettere di sorridere mentre si godeva la scena.
“Non è vero, sto sognando.” Ribatté lei, ancora incredula.
“Però! Parli molto, per una che sta ancora dormendo!” scherzò allora il padre, prendendola bonariamente in giro. Divertita, lei scoppiò a ridere, e poco prima che riuscisse a strappare l’ultimo lembo di carta, il respiro le si fermò in gola. Nascosto in una gabbietta simile a una piccola casa di bambole c’era un micetto tanto piccolo quanto adorabile. Curioso e spaventato al tempo stesso, si avvicinò alle sbarre, e annusando l’aria attorno a sé, cercò di fare lo stesso anche con le mani della nuova padroncina, sollevando nel mentre anche una zampina. Muta e immobile, Rosemary continuò a fissare il gattino per quella che le parve un’eternità, e all’improvviso, il silenzio creatosi nella stanza si ruppe come vetro. Raccolto tutto il suo coraggio, il micetto aveva miagolato per la prima volta, e sentendo il cuore sciogliersi, Rosemary aprì subito la gabbietta, sollevandolo per la collottola così da non fargli male e posandolo sul tappeto, proprio davanti a sé.
“Ciao, piccolino… hai anche un fiocco?” gli sussurrò, parlandogli in tono gentile.
“Certo che ha un fiocco! È il regalo che tanto volevi o no?” commentò il padre, ridendo divertito. Contagiata, anche la moglie scoppiò a ridere, mentre Rosemary, del tutto rapita dalla tenerezza del gattino, non smise di accarezzarlo, e poco dopo, di muovere un nastrino per farlo giocare, mentre, confuso, il micetto ogni tanto agitava le zampe per afferrarlo, e fra un tentativo e l’altro, miagolava appena.
“Tuo padre non te l’ha detto, ma è una femmina. Sei contenta?” azzardò poco dopo la madre, che seduta sul divano, la guardava giocare con quel tanto sospirato e nuovo animaletto.
“E me lo chiedi? È il regalo perrrfetto! Vero, piccola Sunshine?” rispose la ragazzina, allungando appositamente la r per farla assomigliare alle fusa di un gatto. Appena arrivata in famiglia, la gattina era ancora spaventata e insicura, e ci sarebbe voluto del tempo perché si abituasse ai suoi nuovi padroni, ma non importava. Ora aveva una casa e una famiglia piena d’amore, e a giudicare dalla risposta della padroncina, un nome in perfetto accordo con il colore del suo pelo, che tanto ricordava un tramonto estivo o il semplice e dorato splendere del sole, mentre sotto le lucine dell’abete natalizio e del lampadario in ferro battuto, gli occhietti già pieni di felicità sembravano brillare di lievissima ametista.
Image Credits: https://www.deviantart.com/cryptid-creations/gallery
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demonicfloweret · 7 years ago
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30 Maggio 2073
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<ehi.> fa passare una manciata di secondi che di solito non farebbe passare nemmeno da addormentato, prima di parlarle. <in cerca di un posto dove studiare?> e la gatta intanto si mette tra i due, nel poco spazio dell’angolo che li divide, cominciando a graffiare la copertina di un libro in basso. <....come va?>
<In cerca di un posto dove pianificare la prossima morte> Non stacca gli occhi di dosso dalla gatta e il tono dell`affermazione è deciso e aggressivo, sebbene l`espressione rimanga quella apatica delle ultime due settimane <Tipo la Preside che parla a sproposito> Pronuncia a denti stretti, gli occhi che si spostano ad analizzare le costole dei libri sulla mensola che le sta di fronte, altezza occhi. Costole mangiate dai tarli e da dita di ragazzini impudenti.<Meglio di te sicuramente>
L’espressione si fa sofferente come se le parole gli si fossero conficcate nel costato più pungenti di uno spillone da uncinetto. < non…> parlare di morti, per favore. Non dire quella parola con tanta leggerezza. <cambia argomento>meglio...anche se alla fine della frase di Aconite, si trova decisamente d’accordo. <ecco uno di quei casi che avrebbe fatto più bella figura a stare zitta.> si morde il labbro, guardando male il pavimento. <dovremmo gonfiarlo a lei il culo, visto che quell’altra si è fatta arrestare..> che cattiva, non ha nemmeno aspettato che le facessero lo scherzo. <come vorresti ucciderla?> ecco, questo è un bell’argomento che lo fa vagamente rilassare nonostante la morte messa in mezzo, appoggiando la testa al muro dietro di sè per guardarla meglio. <.....> per poco, prima di tornare a guardarsi le mani. <.....secondo te...l’ha vista? L’ha vista prima di...buttarsi?> ….e ora torna con gli occhioni verdi su di lei, un po’ umidicci ora, come se trattenesse male le lacrime. < ...la testa...di Aibell…> del ratto trasfigurato, meglio precisare.. <...sarà quello l’ultimo ricordo che ha di me?> e solo con Aco può fare questo discorso, questa cosa che lo sta mangiando da giorni ormai, più in colpa come non mai...perchè è l’unica che sa cosa ha fatto. <....se è morta pensando che….che gramo…> e si prende la testa tra le mani, abbassando lo sguardo ancora un volta. <come gramo mi è venuto in mente...>
  Tiene i palmi poggiati sul parquet lucido, un po` indietro rispetto al sedere e con le falangi tese e pronte a guizzare in preda a un Impulsus di rabbia. Le mani sono così impuntate in quella posizione di tensione che le nocche le si fanno bianche e le unghie affondano per quanto possibile nel pavimento, rivelando delle impercettibili scavature una volta che stacca i polsi da terra, afferrando lo zaino e scaraventandolo con tutta la foga che ha contro la mensola opposta. Il peso di libri e pergamene fa cadere con un tonfo una serie di volumi, adesso giacenti nel corridoio parallelo con le pagine divelte. <Dobbiamo farlo a lei> Ringhia ancora, scansando con una pedata l`unico libro caduto nel loro corridoio perchè giù in bilico prima dello strike. <E engorgiarla finchè non scoppia come una caccabomba in Sala Grande, spiaccicando i suoi organi sulla testa di tutti quei professori testa di ca**O> La parolaccia è pronunciata con più enfasi rispetto al resto della frase, ovviamente <Collaborazionisti di me**a. Stupide teste di bolide che se scompaiono due ragazzini non si preoccupano neanche di chiedere ai genitori. O di andarli a cercare> Respira pesantemente adesso,le gote arrossate, come se si stesse sforzando dal far crollare l`intera libreria imprecando. Sguscia nell`angolo prima occupato dalla gatta, sopra il libro graffiato per mettersi accanto al rosso, tentando di avvolgerlo in un abbraccio impacciato.
<Dobbiamo. E dobbiamo anche scrivere una bella lettera da dare a mio cugino che la legga alla radio, all’ora di cena così che la sentano forte e chiaro. E che sentano pure il senso di colpa per tutta la merda che hanno fatto. A partire dal non preoccuparsi di due studenti scomparsi. Ma più ci pensa più sembra sofferente fisicamente proprio, mordendosi il labbro quasi a sangue semberebbe. <e i genitori? E la voce?> noi? Che non ci siamo accorti di niente? Non passa minuto che non se ne faccia una colpa. <mi ha dato la sua gatta, e io non mi sono chiesto cosa significasse.> e alza gli occhi su Aibell prima di tirarli di nuovo giù, colto da quel senso di colpa che gli fa esternare il suo atroce dubbio all’unica che può almeno capirlo. Che sta soffrendo forse non quanto lui, ma quasi. Non gli arriva risposta però, nè frasi di circostanza o di rassicurazione...e da Aco non è che se l’aspettasse. Non prendiamoci in giro, lo sa benissimo anche lui che potrebbe essere. E’ deciso a ritirare su la testa però, mordersi il labbro ancora un po’ e cercare di non crollare proprio li, ma l’abbraccio della ragazza arriva completamente inaspettato che per poco non salta via. Invece sussulta solo, non osando però nemmeno muoversi per paura che il contatto finisca. Che Aconite rinsavisca. E niente, è li che crolla, con la testa nascosta pure tra le gambe adesso, Aco accanto che l’abbraccia a modo suo e contro cui si appoggia un poco, cercando di non fare nessun rumore e non far capire che li qualche big boy sta piangendo. Lei può sentirli i sussulti ogni tanto, e la voce rotta quando parla.
<Scriviamola subito e dopo attentiamo alla vita della Welkestonk, così potrà rimuginare sulle proprie azioni> E allunga il piede a infilarsi fra le bretelle dello zaino per attirarlo a sè. Estrae con una certa lemma carta e penna ma indossando un'espressione ferma e determinata, come se fosse pronta a scrivere un'invettiva lunga tre pagine. <Quelli della Voce se ne sono fregati: se la sono cavata con un articoletto perbenista e poi hanno scritto le solite cose di routine, come se si fossero presi la Trollite, non suicidati> La dice apertamente quella parola, perchè è così che sono andati i fatti e non ha paura di guardare in faccia la cruda reltà. <Non potevi saperlo> Ribatte decisa <Sidney era normale> Lo dice come se dovesse liquidare tutti i sensi di colpa di Brandy, a suggerire che lui non poteva sapere che cosa frullasse nella testa di quella ragazzina che, per come l'ha conosciuta lei, poteva pure apparire strano il fatto che stesse quasi sempre appiccicata a quel Leon, ma per lei non era strana affatto. Che cosa c'è di fuori dalla norma nell'essere silenziosi e nell'avere pochi amici? Nel trovare gusto a fare scherzi perfidi? In fondo anche lei e esattamente così e non si reputa per nulla strana. Non si stacca dall'abbraccio nemmeno quando Brandy sussulta, pur rimanendo un po' a distanza.
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surfacesblog · 6 years ago
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San Salvo
Trattamento pavimenti e superfici San Salvo
trattamento pavimenti e superfici a San Salvo:
si tratta di un tipo di lavoro parecchio complessa nonché delicata allo stesso tempo. Chi lavora in questo ambito così speciale sa bene come ogni tipo di superficie sia estremamente diversa dall’altra e come sia importante essere dotati di una profonda conoscenza del prodotto con cui esso è stato realizzato, nonché lavorare coscientemente con le macchine più adatti.
A San Salvo, così come in tutta l’area circostante, sono molte le imprese e le ditte che si offrono per questa tipologia di intervento: in realtà solo una minima parte ha i mezzi e delle conoscenze per poter effettuare interventi perfetti e sicuri.
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Trattamento pavimenti e superfici a San Salvo: attento a chi interviene sulla tua pavimentazione
  Gli interventi riguardanti pavimenti e superfici varie, richiede una serie di attenzioni che talvolta vengono ignorate in molte case degli italiani. Al di là di quella che è la classica manutenzione ordinaria infatti, gli interventi da parte di imprese specializzate, se si presentano alcune condizioni negative, comportano veri e propri danni: la causa di questi problemi possono essere degli operai poco attenti al lavoro, la mancanza di esperienza o più semplicemente l’utilizzo di prodotti scarsi qualitativamente.
Contattaci ora senza alcun impegno!
In un contesto così poco chiaro per un cliente, muoversi e fare la scelta giusta non è sicuramente facile. Surfaces è una impresa che, nel contesto di San Salvo, si è fatta un un nome nel corso degli ultimi anni. Non si tratta tanto della pubblicità fine a se stessa, quanto del passaparola tra i clienti che ha contribuito notevolmente alla crescita del nostro nome.
Lo staff su cui facciamo affidamento è formato da operai esperti e con forti motivazioni, persone che amano questo lavoro e che lavorano con le migliori strumentazioni e materiali disponibili sul mercato.
La nostra squadra di operai specializzati è estremamente preparato in questo questo settore, lavora con entusiasmo e passione da anni impiegando i migliori prodotti presenti sul mercato. Anche i macchinari specifici, oltre ad essere nuovi e frequentemente testati, sono soggetto di periodiche operazioni di manutenzione.
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Affidando il tuo pavimento alla nostra ditta sarai certo di un intervento puntiglioso, rapido effettuato sporcando il meno possibile. Perché scegliere Surfaces? Basta rivolgersi ai nostri clienti precedenti, dai quali riceviamo puntualmente complimenti e attestati di stima i quali, al di là di quello che è semplice lavoro, ci riempiono di soddisfazione.
Dimentica preoccupazioni e quant’altro: affidaci le tue superfici e, al termine dell’intervento, goditi una pavimentazione che tornerà a vivere!
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italianbark · 7 years ago
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Hidden behind this black door of a typical detached brickhouse facing Mile End Road, East London, you can find the boutique hotel that was defined as the most beautiful small hotel of the world. Definetely a small one, since it has only two rooms to rent.
40 Winks is more than a boutique hotel in London. It is also the home of David Carter, one of the most famous UK interior designers, and  it is also often used as the location for fashion and style shooting: let’s have a look inside and you will easily understand why!
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Dietro ad un portone nero di una tipica abbinata in mattoni a Mile End Road, est di Londra, si nasconde quello che è stato definito più volte come il più bel piccolo hotel del mondo. Decisamente un micro-hotel: ha solo due camere, una doppia e una singola.
40 Winks è più di un boutique hotel Londinese: è anche la casa di David Carter, uno degli interior designer più noti di Inghilterra, dallo stile elegante ed eccentrico. E’ anche utilizzata come set fotografico per servizi di moda e di stile, ed entrando non è difficile capire il perché.
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40 Winks boutique hotel London | Ground Floor & Basement
Once you enter this black door, it’s easy to understand that this is an unique place.
First rule is to take off shoes: “We’re somehow Japanese here,” David tells me. The entrance hall is as black as the doorway, and it leads to a ground floor lounge which is decorated in moody shades, and very rich in fabrics, textures and eccentric details. The designer explains to me that he is a little bit compulsive and in his interior he loved to put together all kind of objects, especially on the ground floo and also in the basement, where there are the kitchen and his workspace.
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Piano Terra & Interrato
Non appena entrati, è facile capire che non si tratta di un hotel qualunque.
Intanto la prima regola qui è quella di togliersi le scarpe, “noi qui siamo un po’ Giapponesi“, mi spiega David. Il corridoio d’ingresso è nero come il portone, e ti conduce ad un salotto al piano terra decorato in tonalità scure e ricchissimo di tessuti e dettagli eccentrici. il designer mi spiega che è un accumulatore un po’ compulsivo e nei suoi arredi si diverte ad inserire oggetti di tutti i tipi, cosa molto evidente qui al piano terra ma sopratutto all’interrato, dove si trova la cucina e lo spazio di lavoro di David.
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40 Winks boutique hotel London | First Floor
The mood changes by going upstairs. The  first level becomes lighter and colorful, but always rich of amazing details and with the same glamorous atmosphere that can be found in the entire home.
In this floor there are another lounge room and David‘s bedroom: light green, purple, pink, stuccos, blended perfectly with lots of details and fabrics. I stopped in every corner of the room, because every corner is really styled in a unique way.
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Piano Primo
L’atmosfera inizia a cambiare salendo la prima rampa di scale. Gli interni diventano più chiari e colorati, ma sempre ricchissimi di dettagli sorprendenti e con quell’atmosfera eccentrica e glam che pervade tutta la casa.
In questo piano si trovano un altro salotto e la camera di David: verde chiaro, viola, rosa,  stucchi, si mixano perfettamente con tanti dettagli e tessuti. Sarebbe da soffermarsi su ogni angolo di queste stanze in pratica!
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40 Winks boutique hotel London | Second Floor
On the second floor there are the two guest rooms, one single and one double.
This is also my favourite level: the design is clear and bright, in the shades of creamy whites. The master bedroom is wonderful: light parquet flooring, white walls, some vintage details such as an old style fireplace, armchairs and vintage suit sets. No wardrobe, but just a cloth hanger …and I forgot to tell you: no television here!
Finally, I’m showing you the bathroom (which is shared between the two guest bedrooms), perhaps the most amazing room in the whole house: decorated in black and gold, with a golden wall and a dreamy vintage tub… if not do not find the taps, ihave a look inside the cabinet above the sink, here they are!
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Piano Secondo
Al secondo piano si trovano infine le camere degli ospiti.
E’ anche il mio piano preferito: chiaro e luminoso, gli interni qui sono stati pensati nelle tonalità del bianco e del crema. La camera matrimoniale è stupenda: pavimento in parquet chiaro , pareti bianche, qualche dettaglio d’epoca come un caminetto d’epoca, poltrone e dei set di valigie vintage. Nessun armadio, ma solo un appendiabiti…e dimenticavo: nessuna tv, sappiatelo!
Vi mostro infine il bagno (che è in comune tra le due stanze), forse la stanza più sorprendente di tutta la casa: decorato nelle tonalità del nero e dell’oro, con una parete completamente dorata ed una vasca vintage…se non trovate i rubinetti, è perché si trovano nascosti dentro l’armadietto, sopra al lavandino!
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PS: I was happy to stay here at 40 Winks during last Clerkenwell Design Week . You can rent online also on AirBnb qui
PS: Ho alloggiato a 40 Winks durante la scorsa Clerkenwell Design Week ed è stata davvero un’esperienza unica. Potete prenotare tramite AirBnb qui
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DESIGN HOTELS | The most beautiful small hotel is in London Hidden behind this black door of a typical detached brickhouse facing Mile End Road, East London…
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surfacesblog · 6 years ago
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Spoltore
Trattamento pavimenti e superfici Spoltore
trattamento pavimenti e superfici a Spoltore:
Quando ci si riferisce a trattamento pavimenti e superfici a Spoltore esistono varie imprese e aziende disponibili per effettuare gli interventi. Cosa può dunque risultare importante quando si intende scegliere chi dovrà lavorare sulla tua superficie? Anche se questo genere di lavori risulta spesso sottovalutato, in verità non tutti sono in grado di mettere le mani sul tuo pavimento a cuor leggero. Che si tratti di una ditta a conduzione familiare, con un numero esiguo di operai al seguito o di un’impresa con personale più numeroso e diversi strumenti avanzati disponibili, bisogna fare i conti con una serie di problematiche piuttosto allarmanti.
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Lucidatura Cotto
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Recupero Pavimenti
Trattamento pavimenti e superfici a Spoltore: fai attenzione a chi mette le mani sulla tua superficie
  Tutto ciò che riguarda superfici e pavimenti vari, necessita una serie di attenzioni che spesso vengono ignorate in molte case degli italiani. Al di là di quella che è la semplice manutenzione ordinaria infatti, gli interventi da parte di imprese specializzate, se si presentano alcune condizioni negative, comportano veri e propri danni: la causa di questi problemi possono essere degli operai poco attenti al lavoro, la mancanza di esperienza e persino l’utilizzo di prodotti non adatti.
Contattaci ora senza alcun impegno!
In un contesto così poco chiaro per un cliente, muoversi e fare la scelta giusta non è facile. Surfaces è una impresa che, nella zona di di Spoltore e provincia, si è costruita un certo nome durante gli ultimi anni. Non si tratta tanto della pubblicità fine a se stessa, quanto del passaparola tra i clienti che ha contribuito alla crescita del nostro marchio.
Il team su cui facciamo affidamento è costituito da ragazzi esperti e con forti motivazioni, persone che amano questo lavoro e che sono fornite delle migliori strumentazioni e materiali disponibili.
Se decidi di sceglierci, potrai permetterti di dormire sonni tranquilli ben consapevole che il lavoro verrà effettuato con scrupolosità, con tempistiche ristrette e con la massima pulizia. Non si tratta di una semplice vanteria, ma di impressioni che sono confermate dai commenti di chi ha già usufruito dei nostri lavori.
Vuoi far tornare a brillare il tuo pavimento? Se sceglierai la nostra ditta potrai mostrare alla tua famiglia, ai tuoi amici e a chiunque visiti la tua casa, la sensazione di avere a che fare con un ambiente nuovo. I migliori uomini, i migliori mezzi e i prodotti della più alta qualità saranno al tuo servizio!
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surfacesblog · 6 years ago
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Numana
Trattamento pavimenti e superfici Numana
trattamento pavimenti e superfici a Numana:
Se si parla di trattamento pavimenti e superfici a Numana vi sono numerose imprese e aziende che si offrono per effettuare gli interventi. Cosa può dunque risultare importante quando si intende scegliere chi dovrà lavorare sul tuo pavimento? Anche se questo tipologia di lavori è spesso sottovalutato, in verità non tutti possono intervenire sul tuo pavimento senza rischiare di fare danni. Che ci si stia riferendo a una ditta a conduzione familiare, con un numero esiguo di operai a disposizione o di un’impresa con staff numeroso e diversi strumenti avanzati disponibili, bisogna fare i conti con una serie di problemi da non sottovalutare.
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Il trattamento pavimenti e superfici a Numana e dintorni non è un lavoro per tutti
  Le operazioni riguardanti pavimenti e superfici varie, necessita una serie di attenzioni che talvolta vengono ignorate in parecchie case degli italiani. Al di là di quella che è la classica manutenzione ordinaria infatti, gli interventi da parte di aziende specializzate, se si presentano alcune particolari negative, possono portare a veri e propri danneggiamenti: la causa di questi problemi possono essere uno staff non troppo scrupoloso, la mancanza di esperienza o più semplicemente l’utilizzo di prodotti scarsi qualitativamente.
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In un contesto così poco chiaro per un cliente, decidersi e fare la scelta migliore non è facile. Surfaces è una impresa che, nella zona di di Numana e provincia, si è costruita un un buon nome nel corso degli ultimi anni. Non è tanto la pubblicità in sé, quanto di un passaparola tra i nostri clienti soddisfatti che ha contribuito alla crescita della nostra immagine.
Il gruppo di lavoro su cui facciamo conto è costituito da uomini esperti e fortemente motivati, persone che amano il proprio lavoro e che sono fornite delle migliori strumentazioni e prodotti disponibili sul mercato.
La nostra squadra di operai specializzati è altamente preparato in questo questo specifico settore, lavora con passione da anni con i migliori prodotti disponibili sul mercato. Anche i macchinari impiegati, risultano moderni e frequentemente sottoposti a manutenzione.
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Affidando il tuo pavimento a Surfaces sarai certo di un lavoro preciso, celere e che verrà effettuato sporcando il meno possibile. Perché scegliere Surfaces? Basta rivolgersi ai nostri clienti, dai quali riceviamo complimenti e attestati di stima che, al di là del semplice lavoro, ci riempiono di soddisfazione.
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surfacesblog · 6 years ago
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Piandimeleto
Trattamento pavimenti e superfici Piandimeleto
trattamento pavimenti e superfici a Piandimeleto:
trattasi di un tipo di lavoro parecchio complessa e singolare allo stesso tempo. Chi opera in questo ambito così speciale sa bene come ogni tipo di superficie sia estremamente diversa dall’altra e come sia importante essere dotati di una profonda conoscenza del prodotto con cui esso è stato realizzato, nonché lavorare coscientemente con gli strumenti più adatti.
A Piandimeleto, così come in tutte le altre città della zona, sono molte le aziende che si offrono per questa tipologia di lavoro: in verità solo una minima parte di queste ha i mezzi e delle conoscenze per poter effettuare interventi perfetti e privi di rischi.
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Il trattamento pavimenti e superfici a Piandimeleto comporta diversi delicata di interventi
  Tutto ciò che riguarda pavimenti e superfici varie, comporta una serie di attenzioni che in alcuni casi vengono ignorate in parecchie case degli italiani. Al di là di quella che è la semplice manutenzione ordinaria infatti, gli interventi da parte di imprese specializzate, se si presentano alcune particolari negative, possono portare a veri e propri danneggiamenti: la causa di questi problemi possono essere degli operai poco attenti al lavoro, l’assenza di esperienza e persino l’utilizzo di prodotti inadatti.
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In un contesto così poco chiaro, decidersi e fare la scelta migliore non è sicuramente facile. Surfaces è una impresa che, nella zona di di Piandimeleto e dintorni, si è costruita un un nome nel corso degli ultimi anni. Non è tanto la pubblicità in sé, quanto di un passaparola tra i clienti che ha contribuito alla crescita del nostro brand.
Il team su cui facciamo affidamento è costituito da uomini esperti e con forti motivazioni, persone che amano questo lavoro e che lavorano con le migliori strumentazioni e materiali disponibili sul mercato.
Se decidi di optare per noi, potrai permetterti di dormire sonni tranquilli nella consapevolezza totale che il lavoro sarà effettuato con perizia, con tempistiche ristrette e con la massima pulizia. Non si tratta di un semplice vanto, ma di sensazioni che sono sottolineate dai commenti dei nostri clienti.
Vuoi riportare agli antichi splendori il tuo pavimento? Se sceglierai Surfaces potrai mostrare ai tuoi famigliari, ai tuoi amici e a chiunque visiti la tua casa, la sensazione di avere a che fare con un ambiente rinnovato. I migliori operai, i migliori macchinari e i materiali della migliore qualità saranno al tuo servizio!
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surfacesblog · 6 years ago
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Servigliano
Trattamento pavimenti e superfici Servigliano
trattamento pavimenti e superfici a Servigliano:
trattasi di un tipo di lavorazione estremamente complessa nonché inusuale allo stesso tempo. Chi opera in questo campo specifico sa bene come ogni tipologia di superficie sia estremamente diversa dall’altra e come sia importante avere una profonda conoscenza del materiale con cui esso è stato realizzato, nonché lavorare coscientemente con le macchine più adatti.
A Servigliano, così come in tutta l’area circostante, sono molte le ditte e le imprese che si propongono per questo genere di lavoro: in realtà solo una minima parte ha i mezzi e delle conoscenze per poter effettuare interventi assolutamente perfetti e sicuri.
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Operiamo ovunque nelle Marche e non solo!
Guarda tutte le città delle Marche in cui effettuiamo il servizio di Trattamento Pavimenti e Superfici.
I nostri servizi:
  Arrotatura Marmo
Lucidatura Marmo
Cristallizzazione Marmo
Levigatura Marmo
Piombatura Marmo
Trattamento Marmo
Pulizia Marmo Esterno
Posa Pavimenti in Resina
Rimozione Pavimenti in Resina
Trattamento Pavimenti in Resina
Arrotatura Pavimento Industriale
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Levigatura Cemento
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Levigatura Cemento Industriale
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Trattamento Cotto
Pulizia Cotto
Pulizia Cotto Esterno
Lucidatura Cotto
Lucidatura Pavimento Silicati
Recupero Pavimenti
Trattamento pavimenti e superfici a Servigliano: fai una scelta adatta alle tue esigenze
  Tutto ciò che riguarda pavimenti e superfici varie, necessita una serie di attenzioni che talvolta vengono ignorate in parecchie abitazioni abitazioni degli italiani. Al di là di quella che è la classica manutenzione ordinaria infatti, gli interventi da parte di aziende specializzate, se si presentano alcune condizioni negative, comportano veri e propri danneggiamenti: la causa di questi problemi possono essere degli operai poco attenti al lavoro, la mancanza di esperienza e persino l’utilizzo di prodotti non adatti.
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In un contesto così poco chiaro per un cliente, muoversi e fare la scelta giusta non è sicuramente facile. Surfaces è una ditta che, nel contesto di Servigliano, si è fatta un certo nome nel corso degli ultimi anni. Non si tratta tanto della pubblicità fine a se stessa, quanto di un passaparola tra i clienti che ha contribuito notevolmente alla crescita del nostro nome.
Lo staff su cui facciamo affidamento è costituito da operai specializzati esperti e con forti motivazioni, persone che amano il proprio lavoro e che lavorano con le migliori strumentazioni e materiali disponibili sul mercato.
Se decidi di sceglierci, potrai dormire sonni tranquilli nella consapevolezza che il lavoro verrà effettuato con attenzione, con tempistiche ristrette e con la massima pulizia. Non si tratta di un semplice vanto, ma di impressioni che sono confermate dai commenti di chi ha già usufruito dei nostri servigi.
Vuoi far rivivere il tuo pavimento? Se sceglierai la nostra ditta potrai proporre alla tua famiglia, ai tuoi amici e a chiunque visiti la tua casa, l’impressione di avere a che fare con un locale nuovo. I migliori operai, i migliori macchinari e i materiali della migliore qualità saranno al tuo servizio!
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surfacesblog · 6 years ago
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Urbania
Trattamento pavimenti e superfici Urbania
trattamento pavimenti e superfici a Urbania:
si tratta di un tipo di lavorazione molto complessa e singolare allo stesso tempo. Chi lavora in questo ambito specifico sa bene come ogni tipo di superficie sia molto dissimile dall’altra e come sia importante essere dotati di un’approfondita conoscenza del prodotto con cui esso è stato realizzato, nonché lavorare sapientemente con le macchine del caso.
A Urbania, così come in tutte le altre città della provincia, sono molte le imprese e le ditte che si propongono per questo genere di intervento: in realtà solo una minima parte di queste è dotata dei strumenti e delle conoscenze per poter intervenire assolutamente perfetti nonché privi di rischi.
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Trattamento Cemento Industriale
Trattamento Cotto
Pulizia Cotto
Pulizia Cotto Esterno
Lucidatura Cotto
Lucidatura Pavimento Silicati
Recupero Pavimenti
Il trattamento pavimenti e superfici a Urbania e dintorni include una serie di azioni piuttosto complicate
  Le operazioni riguardanti pavimenti e superfici varie, richiede una serie di attenzioni che talvolta vengono ignorate in parecchie abitazioni abitazioni degli italiani. Al di là di quella che è la semplice manutenzione ordinaria infatti, gli interventi da parte di aziende specializzate, se si presentano alcune condizioni negative, comportano veri e propri danneggiamenti: la causa di questi problemi possono essere uno staff non troppo scrupoloso, l’assenza di esperienza semplicemente l’impiego di prodotti di seconda scelta.
Contattaci ora senza alcun impegno!
In un contesto così poco chiaro per un cliente, muoversi e fare la scelta migliore non è facile. Surfaces è una impresa che, nella zona di di Urbania, si è costruita un un nome nel corso degli ultimi anni. Non è tanto la pubblicità in sé, quanto del passaparola tra i nostri clienti soddisfatti che ha contribuito alla crescita della nostra immagine.
Lo staff su cui facciamo conto è costituito da ragazzi esperti e fortemente motivati, persone che amano questo lavoro e che sono fornite delle migliori strumentazioni e prodotti disponibili.
La nostra squadra di operai è appositamente preparato per quanto riguarda questo settore, lavora con scrupolosità da anni impiegando i migliori prodotti disponibili nei negozi professionali. Anche i macchinari impiegati, risultano all’avanguardia e spesso sottoposti a manutenzione.
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Affidando il tuo pavimento a Surfaces sicuro di un intervento preciso, veloce effettuato sporcando il meno possibile. Perché scegliere Surfaces? Basta rivolgersi ai nostri clienti, dai quali riceviamo complimenti e attestati di stima che, al di là di quello che è semplice lavoro, ci riempiono di soddisfazione.
Dimentica preoccupazioni e quant’altro: affidaci il tuo pavimento e, al termine dei lavori, goditi una pavimentazione che faremo tornare praticamente nuova!
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surfacesblog · 6 years ago
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Treia
Trattamento pavimenti e superfici Treia
trattamento pavimenti e superfici a Treia:
si tratta di una tipologia di lavoro estremamente complessa e particolare allo stesso tempo. Chi interviene in questo settore specifico sa bene come ogni tipologia di superficie sia estremamente diversa dall’altra e come sia importante essere dotati di un’approfondita conoscenza del materiale con cui esso è stato realizzato, nonché lavorare sapientemente con i macchinari del caso.
A Treia, così come in tutte le altre città della zona, sono molte le ditte che si propongono per questa tipologia di intervento: in realtà solo una minima parte ha i mezzi e delle conoscenze per poter intervenire assolutamente perfetti nonché privi di rischi.
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Lucidatura Pavimento Silicati
Recupero Pavimenti
Il trattamento pavimenti e superfici a Treia include una serie di azioni piuttosto complicate
  Tutto ciò che riguarda pavimenti e superfici varie, comporta una serie di attenzioni che in alcuni casi vengono ignorate in parecchie abitazioni abitazioni degli italiani. Al di là di quella che è la classica manutenzione ordinaria infatti, gli interventi da parte di aziende specializzate, se si presentano alcune particolari negative, possono portare a veri e propri danni di varia natura: la causa di questi problemi possono essere uno staff non troppo scrupoloso, la mancanza di esperienza e persino l’utilizzo di prodotti non adatti.
Contattaci ora senza alcun impegno!
In un contesto così poco chiaro per un cliente, decidersi e fare la scelta migliore non è sicuramente facile. Surfaces è una ditta che, nella zona di di Treia, si è fatta un un nome durante gli ultimi anni. Non è tanto la pubblicità fine a se stessa, quanto di un passaparola tra i nostri clienti soddisfatti che ha contribuito notevolmente alla crescita del nostro nome.
Il gruppo di lavoro su cui facciamo conto è formato da uomini esperti e fortemente motivati, persone che amano il proprio lavoro e che sono fornite delle migliori strumentazioni e prodotti disponibili.
Se decidi di optare per noi, potrai dormire sonni tranquilli nella consapevolezza totale che il lavoro sarà effettuato con scrupolosità, con tempistiche ristrette e lasciando la tua casa estremamente pulita. Non si tratta di un semplice vanto, ma di impressioni che sono rafforzate dalle parole di chi è già stato nostro cliente.
Vuoi riportare agli antichi splendori la tua pavimentazione? Se sceglierai Surfaces potrai proporre ai tuoi cari, ai tuoi amici e a chiunque visiti la tua casa, l’impressione di avere a che fare con un locale nuovo. I migliori operai, i migliori strumenti e i materiali della migliore qualità saranno messi a tua disposizione!
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surfacesblog · 6 years ago
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Osimo
Trattamento pavimenti e superfici Osimo
trattamento pavimenti e superfici a Osimo:
Quando si parla di trattamento pavimenti e superfici a Osimo esistono varie imprese disponibili per effettuare gli eventuali lavori. Cos è importante quando si intende scegliere chi dovrà intervenire sulla tua superficie? Anche se questo tipologia di lavori risulta spesso non considerato a dovere, va chiarito come non tutti sono in grado di intervenire sul tuo pavimento a cuor leggero. Che si tratti di una azienda a conduzione familiare, con pochi operai a disposizione o di un’impresa con staff più numeroso e diversi strumenti avanzati pronti all’uso, bisogna fare i conti con una serie di insidie piuttosto allarmanti.
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Pulizia Cotto Esterno
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Il trattamento pavimenti e superfici a Osimo comporta parecchi delicata di interventi
  Le operazioni riguardanti superfici e pavimenti vari, necessita una serie di attenzioni che spesso vengono ignorate in molte abitazioni abitazioni degli italiani. Al di là di quella che è la classica manutenzione ordinaria infatti, gli interventi da parte di ditte specializzate, se si presentano alcune particolari negative, possono portare a veri e propri danni: la causa di questi problemi possono essere uno staff non troppo scrupoloso, l’assenza di esperienza e persino l’impiego di prodotti non adatti.
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In un contesto così poco chiaro per un cliente, muoversi e fare la scelta migliore non è sicuramente facile. Surfaces è una ditta che, nel contesto di Osimo, si è fatta un un nome nel corso degli ultimi anni. Non è tanto la pubblicità fine a se stessa, quanto di un passaparola tra i nostri numerosi clienti soddisfatti che ha contribuito alla crescita della nostra immagine.
Lo staff su cui facciamo conto è formato da operai specializzati esperti e fortemente motivati, persone che amano il proprio lavoro e che sono fornite delle migliori strumentazioni e materiali disponibili.
Se decidi di sceglierci, potrai permetterti di dormire sonni tranquilli nella consapevolezza che il lavoro verrà effettuato con perizia, con tempistiche ristrette e con la massima pulizia. Non si tratta di un semplice vanto, ma di sensazioni che sono rafforzate dai commenti di chi è già stato nostro cliente.
Vuoi riportare agli antichi splendori la tua pavimentazione? Se sceglierai la nostra ditta potrai proporre ai tuoi cari, ai tuoi amici e a chiunque visiti la tua casa, la sensazione di avere a che fare con un ambiente rinnovato. I migliori uomini, i migliori macchinari e i prodotti della massima qualità saranno messi al tuo servizio!
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surfacesblog · 6 years ago
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Gubbio
Trattamento pavimenti e superfici Gubbio
trattamento pavimenti e superfici a Gubbio:
Se si parla di trattamento pavimenti e superfici a Gubbio esistono varie imprese e aziende disponibili per effettuare gli interventi. Cos è determinante quando si vuole decidere chi dovrà intervenire sulla tua pavimentazione? Anche se questo tipologia di lavori risulta spesso sottovalutato, in verità non tutti sono in grado di mettere le mani sul tuo pavimento senza rischiare di causare danni. Che ci si stia riferendo a una azienda di carattere familiare, con un numero esiguo di operai al seguito o di un’impresa con personale più numeroso e diversi macchinari pronti all’uso, bisogna fare i conti con una serie di problemi da non sottostimare.
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Recupero Pavimenti
In un contesto così poco chiaro per un cliente, muoversi e fare la scelta migliore non è sicuramente facile. Surfaces è una ditta che, nel contesto di Gubbio, si è costruita un un nome nel corso degli ultimi anni. Non si tratta tanto della pubblicità in sé, quanto del passaparola tra i nostri numerosi clienti soddisfatti che ha contribuito notevolmente alla crescita del nostro nome.
Il gruppo di lavoro su cui facciamo affidamento è costituito da operai esperti e fortemente motivati, persone che amano il proprio lavoro e che sono fornite delle migliori strumentazioni e prodotti disponibili sul mercato.
Il nostro team di esperti operai è estremamente preparato in questo questo settore, lavora con entusiasmo da molti anni utilizzando i migliori prodotti disponibili sul mercato. Anche i macchinari specifici, risultano all’avanguardia e frequentemente soggetti a manutenzione.
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Affidando il tuo pavimento a Surfaces avrai la certezza di un lavoro scrupoloso, celere e che verrà effettuato sporcando il meno possibile. Perché scegliere Surfaces? Basta rivolgersi a tutti i nostri clienti, dai quali riceviamo complimenti e attestati di stima che, al di là del semplice lavoro, ci riempiono di soddisfazione e orgoglio.
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Spoleto
Trattamento pavimenti e superfici Spoleto
trattamento pavimenti e superfici a Spoleto:
è una tipologia di lavoro estremamente complessa nonché delicata allo stesso tempo. Chi lavora in questo campo caratteristico sa bene come ogni tipo di superficie sia estremamente dissimile dall’altra e come sia importante avere un’approfondita conoscenza del materiale con cui esso è stato realizzato, nonché lavorare coscientemente con le macchine del caso.
A Spoleto, così come in tutte le altre città della zona, sono molte le ditte e le imprese che si offrono per questo genere di intervento: in realtà solo una minima parte di queste è dotata dei mezzi e delle conoscenze per poter intervenire totalmente perfetti nonché sicuri.
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Pulizia Cotto
Pulizia Cotto Esterno
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In un contesto così poco chiaro, orientarsi e fare la scelta migliore non è facile. Surfaces è una impresa che, nella zona di di Spoleto, si è fatta un un nome durante gli ultimi anni. Non si tratta tanto della pubblicità in sé, quanto di un passaparola tra i nostri numerosi clienti soddisfatti che ha contribuito notevolmente alla crescita del nostro marchio.
Il team su cui facciamo conto è costituito da operai specializzati esperti e con forti motivazioni, persone che amano questo lavoro e che sono fornite delle migliori strumentazioni e materiali disponibili.
Se decidi di sceglierci, potrai dormire sonni tranquilli nella consapevolezza totale che il lavoro verrà effettuato con grande scrupolosità, in tempi ristretti e lasciando la tua casa estremamente pulita. Non si tratta di un semplice vanto, ma di sensazioni che sono rafforzate dalle opinioni di chi ha già usufruito dei nostri servigi.
Vuoi riportare agli antichi splendori il tuo pavimento? Se sceglierai la nostra ditta potrai presentare ai tuoi cari, ai tuoi amici e a chiunque visiti la tua casa, la sensazione di avere a che fare con un ambiente nuovo. I migliori uomini, i migliori macchinari e i materiali della massima qualità saranno a tua disposizione!
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