#pausadiformazione
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Franco Arminio
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E’ quel mare che ho dentro che mi crea forti tempeste.
Victor Hugo
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Aspettare e ascoltare ed essere paziente; fare le cose di ogni giorno; diventare sempre più me stessa ed al tempo stesso un anello del tutto: e nessuna consumata imitazione.
Etty Hillesum
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Ci devono toccare
le mani che sanno di cuore
e poi morsi e baci tra i capelli
e il furore di guardarsi.
Abbiate cura di impazzire
per un abbraccio.
Franco Arminio
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Mio nonno mi disse: " Meglio che sapere quello che vuoi, è conoscere ciò di cui non hai bisogno."
Alejandro Jodorowsky
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La poesia ha relazione con la cura. I latini per curare usavano la parola colere da cui “cultum” origine del termine cultura. L’agri-coltura non era altro che “prendersi cura del campo”. La cultura non ha nulla a che vedere con il consumo di libri, musica o produzioni artistiche, ma è piuttosto “stare nel campo”, farlo fiorire, sentire il bisogno di coltivarlo, sudare per lui. Cultura è conoscere bene i semi, i solchi della terra, i tempi e le stagioni dell’umano ed occuparsene, perché quel campo dia frutto al tempo opportuno. Nella cultura, così come nella poesia, ci sono i giorni presenti e i giorni passati e anche i giorni futuri. Ci siamo dentro tutti, quando siamo presenti a noi stessi e al mondo. Quando lo abitiamo poeticamente. Senza abusarlo, senza penetrarlo, senza assoggettarlo, senza dominarlo. Il poeta sa che il futuro delle cose è celato già nella loro origine.
Abitare poeticamente il mondo
C. Bobin
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La speranza non ha niente a che vedere con l'ottimismo.
Non è la convinzione che qualcosa andrà bene, ma la certezza che qualcosa ha un senso, indipendentemente da come finirà.
Václav Havel
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Io per sentire la tua voce
spaccherei l'universo e andrei a cercare
alla fine di ogni mondo
il mondo in cui c'è qualcosa che sa dirmi di te,
io ci credo ancora alla rivoluzione,
ci crederò fino alla fine,
e grazie ancora e per sempre
per i tuoi occhi
e per la tua voce,
se ci sei tu
posso vedere altri occhi,
posso sentire altre voci,
e scuotermi
e scuotere,
oggi ho una furiosa voglia di calore,
so che non potrò vederti,
ma posso vedere il mondo
perché tu ci sei,
e c'è la storia e il cielo
e il cane che abbaia
e gli uccelli che chiamano le foglie
e i morti che pregano i vivi
di rimanere vivi.
Franco Arminio
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"Le emozioni sono come il cibo, Elsa” le risposi. “Vanno digerite, non giustificate. Non sono sempre comprensibili. A volte, proprio come i noccioli di un frutto, rimangono lì, dure e immodificabili dentro la nostra bocca. Quello che ci nutre è già stato ingoiato. Dobbiamo decidere cosa fare con quello che non ci nutre. È una forma di rinuncia: rinunciare a nutrircene. Quella rinuncia però è una scelta di intimità. Rinunciando a capirle possiamo scegliere di rimanere intimi con noi stessi. Non è obbligatorio capire per rimanere intimi, per accettare. Se ascolti lentamente, quel dolore si trasforma”. “È vero” mi rispose Elsa dopo un lunghissimo silenzio. “Diventa compassione”. da "Scrivere la mente: Ovvero come non lasciare che la mente scriva a caso la tua vita (Yoga Journal)" di Nicoletta Cinotti
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