#pasticcere innamorato
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Il Sapore della Cannella
Le foglie autunnali cadevano lentamente dagli alberi, creando un tappeto dorato e rosso sul marciapiede. L’aria era fresca, con quell’odore inconfondibile di terra bagnata e legno che si mescolava ai profumi del quartiere. Camminavo senza una meta precisa, godendomi il cambio di stagione che portava con sé una sensazione di pace e rinascita. Ero stanca dopo una lunga settimana di lavoro e volevo…
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You only live twice
Per il progetto finale della prima parte del programma alla ZHdK abbiamo dovuto arredare un loft per James Bond, esclusivamente con mobili IKEA. Come comincia un progetto del genere?
Si parte da una storia: chi è James Bond? Beh, il famoso agente 007 lo conosciamo tutti, ma per questo progetto ognuno di noi gli ha dato una seconda vita. Il mio, per esempio, dopo la sua ultima missione in Austria, si è innamorato di una torta Sacher e ha appeso la pistola al chiodo. Adesso la sua arma è un matterello e il suo nome è Oddrun, Oliver Oddrun. Ho scelto il cognome Oddrun, perché è così che si chiama una coperta dell’IKEA, quindi ho pensato che potesse essere una buona “copertura” per la sua vita precedente. Adesso Oliver è un pasticcere famoso e ha il suo show televisivo “Diet another day”, ambientato nel suo loft.
Con una storia chiara in testa sono passata alla mood board: in base alla personalità di Oliver e alle attività che svolge in questo spazio ho raccolto materiali, colori e forme che nel loro insieme potessero dare un certo carattere al loft.
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I biscutin basé del pasticcere innamorato, 💘 per la #giornatanazionaledellecastagne QUI la ricetta ➡➡➡ https://wp.me/p5cMyI-Me #lalmadelfood #eatparadeblog #foodiedicosenza #cucinacalabrese #sudblogger #instafood #foodsgram @calendar_52 (presso Villa Scalini) https://www.instagram.com/p/CVKfgkZgVLl/?utm_medium=tumblr
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Pensieri dal Porto
Perché mi trovo così in difficoltà a scrivere ultimamente? Forse il motivo sta nella paura di scrivere banalità, sempre le solite sdolcinate canzoni d’amore. Eppure, senza quel sentimento che mi brucia dentro, senza quella smania di buttare via un po’ di quell’ardore, io non riesco a tirare giù nemmeno una riga. Senza l’amore, senza la rabbia, senza la vergogna, senza il pudore, io non posso scrivere. È colpa di un falso giudizio che mi sono costruita: non scrivere più d’amore, vivilo. Non scrivere più di rabbia, parlane. Non scrivere più di vergogna, provaci. Non scrivere più di pudore, osa. E, così, mi ritrovo con un blocchetto degli appunti vuoto, molte persone in più, vecchie palpitazioni che tornano a galla e un mucchio di altre bellissime e inutili cose. Il mio problema è sempre stato trovare un equilibrio. Trovare lo sprone nelle difficoltà. Sono leggera, lenta e buona. Eccessiva e indaffarata. Per scrivere avrei bisogno di tempo per me, di tempo per vivere, di tempo per prendermi cura di me, di tempo per giocare a nascondino, all’amorenò, all’amoresì. Passare periodi neri, carnali e dipendenti dai piaceri della vita - che le persone troppo virtuose e resistenti sono troppo noiose. Ti racconterei di storie che non ho mai realizzato, ma vissuto nella mia mente. Ti racconterei di quante pagine ho stracciato per colpa tua. Ti racconterei di come ho preso la tua penna per scrivere un racconto soltanto, soltanto per te. Guardami, io ti guardo e vedo me. Guardati, tu mi guardi e vedi te. Sei innamorato di me, e io non so come farti uscire da questa impasse, che ti lega a me, a lei, a loro. Io sarò qui, se vorrai. Sembra stupido, ma ti aspetterò, finché non avrò la certezza che te ne sarai andato. Ti aiuterò, puoi starne certo. E guarderò, scherzando con te, un vecchio pasticcere che preparerà una torta per farci felici. E balleremo bendati, nella stessa stanza, ubriachi di noi. Ti prometto tutto questo, e parlerò ancora d’amore. Che muove, insieme alle passioni, ogni mio gesto, ogni mio pensiero, senza il timore di sembrare troppo poco logica, troppo vulnerabile o troppo influenzabile. Tanti auguri, ragazzo lucano dal grande sorriso. Ti abbraccio dell’abbraccio più forte e lungo del mondo.
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Innamorato, appassionato, folle Antonio Raffaele si racconta
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Innamorato, appassionato, folle Antonio Raffaele si racconta
Il suo motto è “pour amour, pour passion, pour folie”. Antonio Raffaele nasce in Calabria, la passione viene da lì. Ma l’amore per la cucina esplode quando si fa adottare dal Salento, la sua “seconda terra”.
Unisce i colori e i sapori del Mediterraneo a un debole per la Francia che ha il privilegio di frequentare durante gli stage da Pierre Hermé. Folle perché la sua cucina è una fusione fra la genialità di Gianfranco Vissani (ha fatto stage anche da lui) e la creatività analitica di Hermé.
Antonio Raffaele
Antonio è pasticcere diplomato e sommelier di terzo livello. Al “Folie”, il ristorante a Lecce che divide con il socio Giovanni Fedele, oltre alla proposta delle vivande da far girare la testa per la qualità e la varietà degli ingredienti, salta all’occhio la carta degli champagne. Una delle più ricche di grandi marchi e piccole cantine da scoprire.
In verità il locale si sarebbe dovuto chiamare Vanille. La vaniglia è il suo ingrediente “feticcio” per eccellenza e la dolcezza è sempre presente nelle sue preparazioni: coglie la dolcezza nell’acidità degli ingredienti. Un esempio? Macarons alla nocciola Igp Piemonte, finocchietto selvatico calabrese, tartufo bianco e chantilly al tartufo bianco.
Un’altra “fissa” sono i macarons. Dai salati ai dolci, dal foie gras alla ricotta, piatti rotondi e curati come un grande dessert. Colori tenui che scoppiettano una volta aperti. Folie ha solo 24 posti. Un ristorante raccolto e soffuso dove Antonio e Giovanni “cullano” i loro clienti nell’eleganza in attesa del momento più bello, quello del dolce.
Da bambino cosa sognavi di diventare? Stilista
Il primo sapore che ti ricordi. Il sugo di mia zia Liliana
Qual è il senso più importante? La vista
Il piatto più difficile che tu abbia mai realizzato. Macaron maculati con ganache al foie gras, mele caramellate al limone e vaniglia di Tahiti
Come hai speso il primo stipendio? Un paio di scarpe Berluti
Quali sono i tre piatti che nella vita non si può assolutamente fare a meno di provare? Cassata Siciliana, foie gras e carpaccio di beccaccia con tartufo bianco
Cosa non manca mai nel frigo di casa tua? Champagne
Qual è il tuo cibo consolatorio? Il cioccolato fondente
Che rapporto hai con le tecnologie? Le utilizzo soprattutto per il lavoro
All’Inferno ti obbligano a mangiare sempre un piatto: quale? Linguine, caffè
Chi inviteresti alla cena dei tuoi sogni? Mia moglie, mia nonna, mia zia Liliana, la mia famiglia, Gianni Versace, Jean Paul Gaultier, Bach, Beethoven, Glenn Gould, Benedetti Michelangeli, Martha Argeric, Alberto Sbano, Diomiro, Eusebio, Mimmo, Tommaso…
Quale quadro o opera d’arte rappresenta meglio la tua cucina? “Campo di grano con volo di corvi” di Van Gogh
Se la tua cucina fosse una canzone quale sarebbe? L’opera “Don Giovanni” di Mozart
Per informazioni: ristorantefolie.it
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