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#parlamentari incompatibili
ilfascinodelvago · 1 year
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Il fascismo eterno
A dispetto di questa confusione, ritengo sia possibile indicare una lista di caratteristiche tipiche di quello che vorrei chiamare l’"Ur-Fascismo‬ o il fascismo eterno"
-La prima caratteristica di un Ur-Fascismo è il culto della tradizione. Questa nuova cultura doveva essere sincretistica. (... )deve tollerare le contraddizioni. Tutti i messaggi originali contengono un germe di saggezza e quando sembrano dire cose diverse o incompatibili è solo perché tutti alludono, allegoricamente, a qualche verità primitiva. Come conseguenza, non ci può essere avanzamento del sapere. La verità è stata già annunciata una volta per tutte, e noi possiamo solo continuare a interpretare il suo oscuro messaggio.
-Il tradizionalismo implica il rifiuto del modernismo.(...) Il rifiuto del mondo moderno era camuffato come condanna del modo di vita capitalistico
-L’irrazionalismo dipende anche dal culto dell’azione per l’azione. Perciò la cultura è sospetta nella misura in cui viene identificata con atteggiamenti critici. Göbbels: “Quando sento parlare di cultura, estraggo la mia pistola
"
-Nessuna forma di sincretismo può accettare la critica. Disaccordo è inoltre un segno di diversità. L’Ur-Fascismo cresce e cerca il consenso sfruttando ed esacerbando la naturale paura della differenza.
-L’Ur-Fascismo scaturisce dalla frustrazione individuale o sociale. A coloro che sono privi di una qualunque identità sociale, l’Ur-Fascismo dice che il loro unico privilegio è il più comune di tutti, quello di essere nati nello stesso paese.
-Seguaci debbono sentirsi umiliati dalla ricchezza ostentata e dalla forza dei nemici. Così, grazie a un continuo spostamento di registro retorico, i nemici sono al tempo stesso troppo forti e troppo deboli.
-Non c’è lotta per la vita, ma piuttosto “vita per la lotta" Il pacifismo è allora collusione col nemico, il pacifismo è cattivo perché la vita è una guerra permanente.
-L’elitismo è un aspetto tipico di ogni ideologia reazionaria, L’Ur-Fascismo non può fare a meno di predicare un “elitismo popolare.Ogni cittadino appartiene al popolo migliore del mondo, i membri del partito sono i cittadini migliori. Ma non possono esserci patrizi senza plebei. Dal momento che il gruppo è organizzato gerarchicamente ogni leader subordinato disprezza i suoi subalterni.
-In ogni mitologia l’“eroe" è un essere eccezionale, ma nell’ideologia Ur-Fascista l’eroismo è la norma -strettamente legato al culto della morte-. L’eroe Ur-Fascista è impaziente di morire. Nella sua impazienza, va detto in nota, gli riesce più di frequente far morire gli altri.
-Dal momento che sia la guerra permanente sia l’eroismo sono giochi difficili da giocare, l’Ur-Fascista trasferisce la sua volontà di potenza su questioni sessuali. È questa l’origine del machismo. Dal momento che anche il sesso è un gioco difficile da giocare, l’eroe Ur-Fascista gioca con le armi, che sono il suo Ersatz fallico: i suoi giochi di guerra sono dovuti a una invidia penis permanente.
-In una democrazia i cittadini godono di diritti individuali, Per l’Ur-Fascismo gli individui in quanto individui non hanno diritti, e il “popolo" è concepito come una qualità, un’entità monolitica che esprime la “volontà comune - il leader pretende di essere il loro interprete-. A ragione del suo populismo qualitativo, l’Ur-Fascismo deve opporsi ai “putridi" governi parlamentari.
-L’Ur-Fascismo parla la “neolingua”
 Umberto Eco, Il Fascismo Eterno (1995)
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3nding · 5 years
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Rino Formica: «È l’ultima chiamata prima della guerra civile. Ora il Presidente parli»
L'intervista . L’ex ministro socialista: «Assistiamo alla decomposizione delle istituzioni, nel decreto sicurezza si accetta la fine del ruolo di Palazzo Chigi. I leader politici sono screditati. Solo un’autorità morale e politica può mobilitare la calma forza democratica dell’opinione pubblica. Lo strumento c’è, è il messaggio del Colle alle camere»
L'ex ministro socialista Rino Formica
L'ex ministro socialista Rino Formica
Daniela Preziosi
EDIZIONE DEL
08.08.2019
PUBBLICATO
7.8.2019, 23:55
«Quando si rompono gli equilibri istituzionali o c’è la soluzione democratica, o decide la forza. Se non ci sono soluzioni democratiche c’è la guerra civile». Con Rino Formica – classe 1927, socialista, più volte ministro, da più di mezzo secolo le sue definizioni della politica e dei politici sono sentenze affilate, arcinote e definitive – il viaggio per approdare all’oggi, un oggi drammatico, inizia da lontano. Con il Pietro Nenni «di quei dieci giorni lunghi quanto un secolo fra il 2 e il 12 giugno del ’46», racconta, «fra il referendum e la proclamazione della Repubblica c’è il tentativo del re di bloccare la proclamazione della Repubblica. Umberto resisteva al Quirinale. I tre grandi protagonisti, De Gasperi Togliatti e Nenni, presero la decisione di convocare il Consiglio dei Ministri e di dare i poteri di capo dello stato a De Gasperi, che era presidente del consiglio. De Gasperi andò al Quirinale sfrattò Umberto. In quei giorni noi, dalle federazioni del partito socialista, chiedemmo che fare. C’era il rischio reale che si bloccasse il processo democratico. Nenni appunto diramò la disposizione: quando si rompono gli equilibri istituzionali o c’è la soluzione democratica o la parola passa alla forza». Questa è la «questione», sostiene Formica.
Stiamo assistendo a una rottura istituzionale?
Questa rottura è antica, maturava già dagli anni 70, ma il tema viene strozzato. Il contesto internazionale è bloccato, un paese di frontiera come l’Italia deve fronteggiare equilibri interni ed internazionali. Nell’89 questo blocco salta, ma le classi dirigenti non affrontano il tema della desovranizzazione degli stati che diventavano affluenti dell’Europa unitaria. I grandi partiti entrano in crisi. Il Pci è in crisi logistica e di orientamento; il Psi perde la rendita di posizione; la Dc è alla fine della sua funzione storica.
Torniamo alla nostra crisi istituzionale.
Da allora abbiamo due documenti importanti. Il primo è del ’91, il messaggio alle camere di Cossiga che spiega che l’equilibro politico e sociale è superato. Poi, nel 2013, il discorso del secondo mandato di Napolitano. Due uomini diversi, con due approcci diversi, con coraggio pongono al parlamento il tema del perdurare della crisi. E i parlamentari, fino ad oggi, continuano a far finta che tutto va bene, che è solo un temporale, passerà. Oggi siamo alla decomposizione istituzionale del paese.
Quali sono i segnali della «decomposizione»?
Innanzitutto il governo: non c’è. Oggi ci sono tribù che occupano posizioni che una volta erano del governo. Il presidente del consiglio convoca le parti sociali, ma il giorno dopo le convoca il ministro degli interni. E i sindacati vanno. Quando il sindacato non ha un interlocutore istituzionale ma va da chi lo chiama si autodeclassa a corporazione: vado ovunque si discuta dei miei interessi. Allora: non c’è un governo, perché la sua attività è stata espunta; non ci sono i partiti né i sindacati. È la crisi dei corpi dello stato. Si assiste a un deperimento anche delle ultime sentinelle, l’informazione, la magistratura.
Sta dicendo che non c’è alternativa alla guerra civile?
C’è. Oggi siamo in condizione di mobilitare la calma forza democratica dell’opinione pubblica? Chi può animarla? I leader politici sono deboli o screditati. Serve l’autorità morale e politica che può creare un nuovo pathos nel paese. Uno strumento democratico c’è, sta nella Carta. È il messaggio del presidente della Repubblica alle camere. Nell’81 la camera pubblicò un volume sui messaggi dei presidenti. Nella prefazione il costituzionalista Paolo Ungari spiega che il messaggio alle camere ha una grande importanza. Il presidente ha due modi per dialogare con il parlamento. Il primo è quando interviene nel processo legislativo. Quando rinvia alle camere un disegno di legge per incostituzionalità. È vero che non ha il diritto di veto ma – dice Ungari – porta il dissenso dinanzi al parlamento e anche all’opinione pubblica, «un terzo e non silenzioso protagonista».
Dovrebbe succedere con il decreto sicurezza bis?
Leggo che Mattarella ha dubbi. Forse ha dubbi su di sé: le norme incostituzionali stavano già nel testo che ha firmato e inviato alle camere. Lì si accettava il superamento della funzione del presidente del consiglio: non c’è più, viene informato dal ministro degli interni. È la negazione della norma costituzionale. Ma è vero che se oggi lo rimandasse alle camere la maggioranza potrebbe ben dire: abbiamo votato quello che tu hai già firmato.
Allora cosa può fare?
La situazione di oggi è figlia dell’errore del 2018. Il presidente dà l’incarico esplorativo a Cottarelli e questo incarico viene sospeso dall’esterno da due signori che notificano al Quirinale di non procedere perché stanno stilando un «contratto» di cui indicano l’arbitro, il presidente del consiglio. È il declassamento dall’accordo politico a contratto di natura civilistica, uno stravolgimento costituzionale. L’accordo di governo è altra cosa: stabilisce una cornice politica generale. L’errore è dei contraenti, ma chi lo ha avallato poteva fare diversamente? Se il presidente del consiglio è arbitro si accetta il fatto che la crisi istituzionale si supera attraverso una extrademocrazia aperta a tutti i venti.
Un punto di non ritorno?
Il problema ora è mettere uno stop. Il presidente della Repubblica dovrebbe fare un messaggio sullo stato di salute delle istituzioni. Il presidente del consiglio non c’è più, il governo neanche, la funzione della maggioranza è mutata fra decretazione e voto di fiducia. Ormai, di fatto, una camera discute, l’altra solo vota. Si sta consumando un mutamento dell’equilibrio istituzionale. Il presidente ci deve dire se questa Costituzione è diventata impraticabile.
Intanto il Viminale allarga i suoi poteri.
Salvini crea una novità nel nostro tessuto democratico. All’interno di un sistema di sicurezza crea una fazione istituzionale di partito: spezza un corpo dello stato in fazioni politiche. Il rischio è che nasca una polizia salviniana. Che avrebbe come conseguenza la nascita della Rosa bianca, come sotto Hitler. E non solo. Ormai Salvini fa in continuazione dichiarazioni di politica estera che si pongono al di fuori dei trattati a cui aderisce l’Italia.
Mattarella ha gli strumenti per fermarlo?
Mattarella viene da una educazione morotea, quella della inclusione di tutte le forze che emergono, anche le più incompatibili. Ma ne dà un’interpretazione scolastica. Moro spiega la sua visione nell’ultimo discorso ai gruppi parlamentari Dc, prima del sequestro. Convince i suoi all’inclusione del Pci nel governo ma, aggiunge, se dovessimo accorgerci che fra gli inclusi e gli includenti c’è conflitto sul terreno dei valori, noi passeremo all’opposizione. L’inclusione insomma non può prescindere dai valori. Altrimenti porta alla distruzione dei valori anche di quelli che li hanno. Infatti il contratto non è un’intesa fra i valori ma tra gli interessi.
Insomma questo governo è un cavallo di troia nelle istituzioni?
È la mela marcia che infetta il cesto.
Mattarella può ancora intervenire?
Non c’è tempo da perdere, deve rivolgersi al parlamento. L’opinione pubblica deve essere rimotivata, deve sapere che ha una guida morale, politica e istituzionale. Si sta creando il clima degli anni 30 intorno a Mussolini.
I consensi di Salvini crescono, l’opinione pubblica ormai si forma al Papeete beach.
Ma no, Salvini cresce perché non c’è un’alternativa. Un messaggio del presidente darebbe forza a quelle tendenze maggioritarie nell’Ue che hanno bisogno di sapere se in Italia c’è qualcuno che denuncia il deperimento democratico. Anche perché, non dimentichiamolo, l’Unione ha l’arma della procedura di infrazione per deperimento democratico, già usata per la Polonia.
In questo suo ragionamento l’opposizione non ha ruolo?
Il paese è stanco, il Pd non è in condizioni di rimotivarlo. Nessuno ne ha la forza. La stampa è sotto attacco, si difende, ma per quanto ancora? Hanno aggredito Radio radicale, i giornali, dal manifesto all’Avvenire, intimidiscono anche la stampa più robusta. Solo una forte drammatizzazione istituzionale può riuscire. All’incontro con i cronisti parlamentari Mattarella ha fatto un discorso importante. Ecco, tutti insieme dovrebbero chiedergli di ripeterlo ma in forma di messaggio alle camere. Per dare un rilievo ufficiale agli attacchi alla libera stampa. La signora Van der Leyen non potrebbe non intervenire.
Anche perché resta il dubbio che la Lega sia strumento della Russia contro l’Ue.
I rapporti fra Salvini e la Russia di Putin sono servili. La Russia ha un forte interesse a un’Italia destabilizzata per destabilizzare l’Europa. Il disegno non è di Salvini, lui è solo un servo assatanato di potere.
Ministro, con Salvini sono tornate le ballerine, stavolta in spiaggia?
Quando parlai di «nani e ballerine» intendevo che non si allarga alla società civile mettendo in un organo politico i professionisti del balletto. Qui siamo alla versione pezzente del Rubigate. Quello di Berlusconi era un populismo di transizione ma non si può negare che intercettasse sentimenti popolari. Salvini invece eccita i risentimenti plebei.
Chiede al Colle di agire un conflitto inedito nella storia repubblicana?
Ma se questa situazione va avanti, fra due anni Salvini si eleggerà il suo presidente della Repubblica, la sua Consulta, il suo Csm e il suo governo. Siamo al limite. Lo dico con Nenni: siamo all’ultima chiamata prima della guerra civile nazionalsovranista.
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mesagerulneamt · 6 years
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Draga de ANI - mumă pentru parlamentari, ciumă pentru primari
Draga de ANI – mumă pentru parlamentari, ciumă pentru primari
O nemulțumire profundă și generalizată i-a cuprins pe primarii, viceprimarii și consilierii din județ. Sursa este propunerea legislativă de modificare şi completarea legii de funcţionare a Agenţiei Naţionale de Integritate, aprobată de Senat, prin care încetează de drept interdicţiile aplicate parlamentarilor găsiţi incompatibili sau în conflict de interese de ANI în perioada 2007-2013.
Aleșii…
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smartseo4you · 4 years
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ÎN CIUDA RAPOARTELOR ANI, Guvernul sprijină aleşii locali incompatibili să îşi reînnoiască mandatele în acest an - 16.04.2020
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ÎN CIUDA RAPOARTELOR ANI, Guvernul sprijină aleşii locali incompatibili să îşi reînnoiască mandatele în acest an - 16.04.2020
Guvernul PNL nu susţine proiectul legislativ de modificare a Codului Administrativ prin care se doreşte împiedicarea accesului la calitatea de ales local, în 2020, a persoanelor faţă de care Agenţia Naţională de Integritate a constatat, prin rapoarte de evaluare, cu mai puţin de 3 ani înainte de datat alegerilor locale că au săvârşit fapte care au determinat existenţa conflictului de interese sau a stării de incompatibilitate. Punctul de vedere negativ al Executivului priveşte o iniţiativă legislativă iniţiată de un grup de parlamentari PNL, PSD şi neafiliaţi, proiect care ar reprezenta un pas înainte, fie şi numai pe parcursul acestui an electoral, în eliminarea din rândul actualei clase politice locale a tuturor celor aflaţi în stare de incompatibilitate sau în conflict de interese.
Guvernul consideră că prin proiectul respectiv se introduce o inegalitate pentru aleşii locali doar pentru alegerile locale din anul 2020, în sensul interzicerii dreptului de a fi ales, în ipoteza în care persoanele au săvârşit fapte care au determinat existenţa conflictului de interese sau a stării de incompatibilitate, constatate prin rapoarte întocmite de Agenţia Naţională de Integritate, comunicate cu mai puţin de 3 ani înainte de data alegerilor şi pe de altă parte, se propune invalidarea mandatelor de primar şi de consilier local în ipoteza mai sus menţionată.
În motivarea deciziei sale, Cabinetul Orban arată: „Considerăm că ceea ce se propune reprezintă de fapt o condiţie de eligibilitate care trebuie îndeplinită inclusiv în ziua alegerilor, astfel că odată verificată îndeplinirea acesteia în momentul respectiv, invalidarea mandatelor nu se mai justifică. (…) De altfel, art. 4 şi art. 6 alin. (2) din Legea nr. 115/2015 stabilesc o serie de ineligibilităţi aplicabile persoanelor care candidează la alegerile locale. Mai mult, reglementarea trebuie instituită cu aplicabilitate general valabilă şi obligatorie, astfel încât să se respecte principiul constituţional al nediscriminării, or în cazul de faţă ineligibilitatea este stabilită doar pentru alegerile locale din anul 2020. Totodată, având în vedere că reglementarea vizează modificarea unor dispoziţii din materie electorală, fiind modificată în mod indirect legislaţia electorală prin adăugarea unui nou caz de ineligibilitate la cele deja reglementate de legislaţia în materia alegerilor locale, apreciem că ar trebui avute în vedere recomandările în materie electorală formulate de Comisia de la Veneţia în Codul bunelor practici în materie electorală (par. 64-66) cu privire la modificarea legislaţiei electorale cu mai puţin de 1 an înainte de alegeri”.
De asemenea, se consideră că, dacă ar fi acceptată soluţia propusă de iniţiatori, persoanele care s-au aflat în situaţie de incompatibilitate ori de conflict de interese, situaţii confirmate prin hotărâri judecătoreşti definitive şi care nu au fost sancţionate prin eliberarea din funcţie, sau pentru care, de la data rămânerii definitive a raportului de evaluare până la data alegerilor din anul 2020 nu a trecut o perioadă de 3 ani, ar putea candida şi ocupa funcţii de ales local, deşi se află în perioada de interdicţie de 3 ani în care nu mai pot exercita o funcţie sau o demnitate publică.
Guvernul consideră că prin propunerea legislativă de modificare a Codului administrativ sunt lipsite de efecte rapoartele de evaluare emise de Agenţia Naţională de Integritate şi, în cazul contestării, hotărârile judecătoreşti definitive prin care aceste rapoarte de evaluare au fost confirmate. Astfel, un număr de persoane ar putea beneficia de un regim preferenţial, în sensul în care, deşi se află în perioada de interdicţie de 3 ani în care nu mai pot exercita o funcţie sau o demnitate publică, ar putea să candideze şi să ocupe funcţii de ales local, perioada de interdicţie fiind „ştearsă”, prin efectul modificărilor intervenite.
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marikabi · 5 years
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Caro Babbo Natale (2018 edition)
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Caro Babbo Natale,
sono all’antica e continuo a scrivertele io, le letterine. Non le aspetto mica da te, come ti ha sfidato uno dei nostri Vicepremier, in delirio di onnipotenza, credo.
(Intanto, a lui, la letterina gliel’hanno scritta un paio di esigenti babbinatale da Bruxelles, con conseguenti prossime questioni di ornitologia a-glicide molto serie per tutti noi.)
Bene, come avrai visto, caro BabboNatale, il 2018 è stato un anno scomposto, come ogni periodo di transizione, perché i cambiamenti non sono mai docili e domabili. Indubbiamente, la colpa è nostra che ci siamo incaponiti di volere ‘sta democrazia diretta e di ergere il sovranismo a valore supremo. Mica te lo devo ricordare io che in Ungheria ora si sentono in trappola, così in Polonia, e pure in Gran Bretagna (anche se fanno molta fatica ad ammetterlo, superbi come sono gli Inglesi). Ugualmente, la Francia aveva votato Macron per cambiare ed ora sta in ginocchio, altro che en marche. Fra poco toccherà al Brasile. I voti di pancia si ritorcono sempre contro gli elettori.
Per carità, non chiedo che i miei compatrioti prendano consapevolezza dei guasti del populismo con conseguenze cruente: basterebbe che alle prossime votazioni tu l’illuminassi in cabina, davanti alla scheda. Basterà ricordare che l’IVA potrà aumentare superando un quarto del costo di un prodotto. Tutto perché a questi nuovi pischelli che stanno nei palazzi del potere politico je piace de gioca’ a chi sputa più lontano. I già gravi problemi economici italiani non saranno risolti, tutt’altro.
Chiederti, invece, di aiutare i nostri Governi a debellare l’evasione fiscale e contributiva è impresa impossibile anche per uno come te: gli evasori sono tanti e votano anch’essi.
Sono consapevole che il 2019 non sarà foriero di soluzioni e benessere recuperato. Anzi. Pure se cambiassimo governo, il prossimo dovrà rappezzare i brandelli in cui si è ridotto il tessuto sociale italiano. E sarà ornitologia acida, altro che amara.
Siamo già, noi Italiani, incattiviti. Siamo più invidiosi, vendicativi, oltremodo dispettosi. Lo si vede anche dalle piccole cose quotidiane, nella nostra umidissima ed inquinatissima Città, come nel Paese, dicono le statistiche.
Non c’è quasi più nessuno che raccoglie le deiezioni del proprio cane. C’è sempre più immondizia sparsa sui marciapiedi e si fanno dispetti anche nel differenziare il pattume, per sfregio, per minuscole forme di rivalsa, perché è ciò che ci è rimasto: essere scostumati per illudersi di avere almeno il controllo del proprio umore.
I parcheggi sono sempre più selvaggi. Gli automobilisti si muovono più aggressivi ed irrispettosi delle regole. Tre giorni fa, uno squilibrato in auto ha divelto un albero lungo Corso Umberto. Durante le piogge torrenziali di qualche settimana fa in Città, ho visto troppe auto sfrecciare impunemente nelle ampie pozzanghere, inondando i pedoni attassati da tanta bastardaggine. Gli atti vandalici sono in aumento, le aggressioni rabbiose pure.
Gli utenti sono sempre più sgarbati, come se i pubblici dipendenti (infermieri ed autisti di pullman di linea compresi) fossero propagazioni della fortunata casta dei politici. Il clima nei luoghi di lavoro peggiora (grazie alla sperequazione stipendiale tra peones e capi). Siamo alla guerra tra poveri e fra poco ri-esploderà il mai sopito odio del nord contro il sud del Paese. Lo vedo proprio brutto il prossimo anno.
I politici, che guaio. Che siano ancora casta si vede ancor di più con questo Governo, che non ama essere contraddetto. Mi ero già spaventata quando venne fermata la signora di Roma che aveva osato fischiare contro un vicepremier. Ho avuto attimi di panico da accerchiamento alla notizia che erano stati fermati due miti cittadini recanti un cartello con la scritta “Ama il prossimo tuo”, il messaggio più cattolico che ci sia. Ho capito che per i nostri nuovi governanti, il cattolicesimo si declina strumentalmente e per contesti: la Croce nelle aule sì, la mensa per gli scolari poveri no; il Rosario in bella vista ai comizi sì, il monito di Cristo sull’amore universale no.
Sai Babbo Natale, vorrei che alla Segreteria del Piddì si candidasse Rino Gattuso: sembra l’unico che sia riuscito a fare una ragionata opposizione al totalitarismo imperante. Li hai visti pure tu, questi epigoni di quello che fu il grande partito di massa del PCI, balbettare frignanti ed impotenti contro le prepotenti modalità nelle aule parlamentari, no?
Non vedo soluzioni. Non riesco ad immaginarle. Posso solo pronunciare un olofrastico No, contro questo stato di cose che non aiuta nessuno e che ha definitivamente distrutto le giovani generazioni. S’inventano di tutto, questi nostri figli, per trovare un ruolo ed una funzione (che non sia di poveri assistiti) in questa società, ma li vedo sempre più mortificati: già condannati alla povertà e ad un welfare da elemosina. Grazie all’avidità di casta della politica di prima, grazie all’avidità egoistica della politica di oggi (che pur predica pauperismo a mo’ di rivalsa giustizialista per folle mugugnanti).
Siamo così poveri di senno e privi di futuro che vogliamo troppe cose e pur contrastanti ed incompatibili tra loro.
Per quest’anno, caro Babbo Natale, lasciaci perdere. Non badare a noi ed alle nostre richieste, perché a pretendere il cambiamento (con slogan forconiani) ci siamo ritrovati più disorientati di prima (e con un’altrettanto disorientata Laura Castelli a Sottosegretario all’Economia, tra i molti altri danni).
Per quel che mi riguarda, mai come quest’anno vale la (cinica) chiosa del “Canto di Natale” dei mitici MCR:
“E stasera ce ne andremo a ballare per strade e a brindare un saluto E un cordiale fanculo ad un altro Natale*.”
Cordialmente, Marika
*Mica mi becco una denuncia se al posto di ’Natale’ ci metto la parola ’Governo’, vero? Sono così suscettibili, peggio delle scimmie.
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massimo15691 · 6 years
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titoli di coda
Salvini indagato, Becchi incenerisce il pm che accusa il ministro: "Perché l'inchiesta non sta in piedi" 29 Agosto 2018 A A A Nessuno dei tre reati contestati dal pubblico ministero di Agrigento, Luigi Patronaggio, al vicepremier Matteo Salvini per il caso della nave Diciotti ha fondamento giuridico. Sequestro di persona, arresto illegale e abuso d' ufficio: ecco le tre accuse smontate a una a una. Leggi anche: Salvini, la badilata di Padellaro: "Farà la fine di Renzi" Il sequestro di persona è la contestazione più assurda. Presupposto previsto dall' art. 605 del codice penale è la privazione della libertà personale. In tal caso il ministro non ha assunto alcun atto che mirasse a tale privazione, bensì ha soltanto evitato lo sbarco dei migranti per ragioni di sicurezza nazionale ed ordine pubblico, ragioni che trovano fondamento nel Testo Unico di Pubblica Sicurezza e, nel caso specifico, nell' emergenza immigrazione cui l' Italia è sottoposta ormai da diversi anni. In tal caso, secondo alcune ricostruzioni apparse sui giornali in questi giorni, a Salvini verrebbe contestato il fatto che il cosiddetto "fermo" si sia protratto per oltre 48 ore. Contestazione del tutto priva di fondamento. Il "fermo" è un atto tipico delle forze di pubblica sicurezza, sul quale esercita un controllo ed una decisione a posteriori il magistrato ordinario. Nel caso Diciotti, invece, Salvini non ha posto in essere alcun "fermo" in senso tecnico, il quale tra l' altro non sarebbe neppure di sua competenza. Altra falla che questo capo di imputazione presenta è data dal fatto che Catania potrebbe essere considerato non porto di approdo, ma di transito nel qual caso l' accusa di sequestro di persona cadrebbe completamente per mancanza dell' elemento oggettivo del reato. Seconda contestazione, del tutto risibile, è l' arresto illegale. Qui c' è poco da dire. Il ministro dell' interno non ha posto in essere alcun atto che determinasse l' arresto dei migranti. L' art. 606 del codice penale punisce infatti il pubblico ufficiale che procede ad un arresto abusando dei poteri inerenti alle sue funzioni. Ma qui non c' è stato proprio nessun arresto. Del resto, i due reati (arresto e sequestro) sono incompatibili, in quanto l' uno esclude l' altro. Infine l' abuso d' ufficio, un reato quasi impossibile da dimostrare in quanto i ministri - nell' esercizio delle loro funzioni - godono di ampio potere discrezionale proprio perché il loro operato risponde all' obbligo di dover fare l' interesse esclusivo della Nazione, esattamente come recita la formula del giuramento prevista dalla legge per il Presidente del Consiglio e per i ministri. L' autorità giudiziaria, visto anche il principio della separazione tra i poteri dello Stato, non ha alcuna competenza nel determinare se una scelta di un ministro sia o meno conforme all' interesse nazionale. LE COMPETENZE Insomma, siamo di fronte ad un conflitto tra norme penali e norme amministrative. Da un lato il codice penale e dall' altro - in primis - il Testo Unico di Pubblica Sicurezza, da un lato l' agire comune e dall' altro l' agire del ministro dell' Interno che ha il compito di garantire l' ordine pubblico e la sicurezza nazionale. Il problema si risolve facilmente. Il vicepremier Salvini ha agito in qualità di ministro della Repubblica, quindi dovrà rispondere di "reati ministeriali" e non di "reati comuni". I reati ministeriali sono definiti tali in quanto giudicati dal Tribunale dei Ministri, cioè da quella sezione specializzata della magistratura ordinaria che giudica il Presidente del Consiglio e i ministri per i reati commessi nell' esercizio delle loro funzioni, quindi la decisione non potrà che tenere conto del conflitto tra norme di cui si diceva sopra. Conflitto che determina l' estraneità del ministro Salvini ai reati che gli sono contestati in quanto ha agito sia per la tutela dell' ordine pubblico che per conseguire l' interesse esclusivo della Nazione, questioni - tutte - sulle quali nessun Tribunale ha competenza a giudicare. COORDINAZIONE Una cosa è però certa. La magistratura sta cercando di fermare il processo democratico del Paese. C' è, a nostro avviso, una coordinazione tra le dichiarazioni di Fico e il successivo intervento della magistratura. Si voleva far cadere questo governo, spaccando il M5s, per sostituirlo con un governo di "sinistrati" con l' appoggio di una frangia consistente di parlamentari pentastellati, ma non si sono fatti bene i conti e il colpo di mano è fallito. Vedrete, il caso ora verrà archiviato. L' obbiettivo era politico: far saltare il governo. Nel passaggio dalla Prima alla Seconda Repubblica la magistratura intervenne col sostegno popolare. Nel passaggio dalla Seconda alla Terza lo sta facendo contro il volere del popolo. La differenza non è da poco. Il caso verrà archiviato, perché è fallito l' obbiettivo politico che si intendeva perseguire. E invece di indebolire Salvini lo si è ulteriormente rafforzato. I cittadini italiani devono però sapere che il codice penale punisce il reato di "attentato contro i diritti politici del cittadino" (art. 294) e la "violenza o minaccia ad un corpo politico" (art. 338). Se è vero che la legge è uguale per tutti, anche i giudici dovrebbero esserne soggetti. di Paolo Becchi e Giuseppe Palma
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news24hrou · 7 years
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Unii parlamentari care au firme vor scăpa de incompatibilitate
Parlamentarii nu vor mai fi declarați incompatibili dacă sunt administratori de firme, iar acele firme nu au activitate.
Așa prevede o modificare adusă unei legi mai vechi, din 2003, privind exercitarea demnităților publice și sancționarea corupției.
Proiectul a primit votul final în Camera Deputaților.
În timpul dezbaterilor, unii aleși s-au plâns că nu le ajunge salariul de la Parlament și ar vrea să fie lăsați să câștige bani și din alte activități.
Deputatul ALDE, Remus Borza s-a plâns că de când a devenit parlamentar și a renunțat la funcția de administrator judiciar câștigă de 200 de ori mai puțin.
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Cornel Olar de la PNL i-a spus lui Remus Borza că nu l-a obligat nimeni să devină parlamentar, în vreme ce Liviu Moșteanu de la USR i-a amintit deputatului ALDE că sunt foarte mulți români care trăiesc cu mai puțin de o mie de euro pe lună.
http://ift.tt/2nFpCTx
Replica dată de parlamentarul USR nu a fost deloc pe placul deputatului PSD, Nicolae Bacalbașa, care a acuzat Uniunea Salvați România că reprezintă interesele unui miliardar străin.
http://ift.tt/2nFdhyI
Corneliu Bichineț de la Partidul Mișcarea Populară i-a dat imediat replica lui Nicolae Bacalbașa.
http://ift.tt/2nFvg82
Proiectul va merge la Cotroceni pentru a fi promulgat de președintele Klaus Iohannis. Documentul le permite aleșilor să ocupe funcții de conducere într-o firmă, dacă acea firmă nu are activitate.
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Europa: il Movimento 5 stelle potrebbe cambiare gruppo, ieri e oggi le votazioni on line. Dura discussione interna.
Non accenna a placarsi la polemica, interna al Movimento 5 Stelle, innescata dal messaggio di Grillo agli attivisti sulla scelta di cambiare gruppo in sede al Parlamento Europeo.
A far discutere sono sia i tempi che il modo. Secondo alcuni attivisti storici, tra cui Andrea Tosatto, e diversi Parlamentari, come Carlo Sibilia.
Andrea Tosatto ha scritto: “ Dopo aver riflettuto ed essermi consultato con qualcuno ho deciso di votare per la permanenza nel gruppo EFDD non essendo soddisfatto nè della decisione alternativa nè del maniera in cui si è arrivati a fare questa gamma. ”
Carlo Sibilia con un post: “ Votare informati è importante. Ecco cosa diceva il gruppo ALDE di noi meno di 3 anni fa:
“ Per completezza, si segnala che anche “Alleanza dei Liberali e Democratici per l’ Europa (ALDE)”, il gruppo più europeista inoltre federalista esistente al PE, ha espresso una posizione unitaria, la quale tuttavia ha considerato i sette punti con lo scopo di l’ Europa del M5S come “ completamente incompatibili con la loro agenda pro-Europa” definendo il M5S “ profondamente anti europeo” e il suo programma “ irrealistico e populista”. ALDE è anche favorevole alla clausola ISDS nel TTIP. E quindi al TTIP stesso. Del resto se si definiscono liberali ci sarà un motivo.
ALDE ha boicottato tutte le candidature del M5S alla presidenza e alla vicepresidenza di commissioni del parlamento europeo.
Decidete se meglio soli (vi ricordo che il parlamento europeo non ha iniziativa legislativa, cioè, every intenderci i deputati non possono proporre leggi) o male accompagnati e un po’ ipocriti. Buon voto . ”
Invece ecco il messaggio, criticato dai più, inviato via mail agli attivisti e quale veicola, con un quesito di Renziana memoria, verso l’ entrata nel gruppo ALDE: Ciao, oggi 8 gennaio 2017, dopo due anni inoltre mezzo dalla prima votazione, dobbiamo decidere in il quale gruppo politico deve stare in Europa il MoVimento 5 Stelle.
Dal 2014 siamo stati nel gruppo EFDD insieme an UKIP e altre delegazioni minori.
Dopo lo straordinario successo del Leave Ukip ha raggiunto il suo obiettivo politico successo far uscire la Gran Bretagna dall’ UE e quindi si è posto il problema di entrare in un nuovo gruppo. L’ ALDE, che ci garantisce totale autonomia inoltre libertà vittoria voto, a volte è visto come stato l’ unico gruppo an essere interessato.
Con il nostro ingresso diventerebbe il terzo gruppo maggiormente grande del Parlamento Europeo.
Questo significa in molti casi rappresentare l’ago della bilancia: mediante il nostro voto potremo fare la differenza e incidere sul risultato delle molte decisioni importanti per contrastare l’establishment europeo. Sei però tu, assieme agli altri iscritti, che devi decidere. Le scelte possibili sono tre:
– Confluire nel gruppo politico ALDE
– Confluire nel raggruppamento dei Non Iscritti
– Rimanere nel gruppo politico EFDD Prima di votare ti invito a leggere sul Blog il mio post che spiega tutte contrastare motivazioni sovrappeso questa proposta.
Dopo a che accedi su Rousseau per esprimere la tua preferenza. Contrastare votazioni saranno aperte oggi 8 gennaio dalle 10 alle 19 e domani 9 gennaio dalle 10 alle 12. Un abbraccio,
Beppe Grillo
Europa: il Movimento 5 stelle potrebbe cambiare gruppo, ieri inoltre oggi come votazioni on line. Dura discussione interna.
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smartseo4you · 7 years
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Liber la afaceri! Aleşii poporului lovesc din nou în ANI
Un nou proiect de lege prin care se dorește modificarea regimului incompatibilităților a fost depus ieri la Camera Deputaților. Inițiativa aparține parlamentarilor UDMR și prevede eliminarea incompatibilității senatorilor, deputa­ților, a membrilor Guvernului și a aleșilor locali cu statu­tul de Persoană Fizică Autorizată. Camera Deputaţilor este prima sesizată, Senatul fiind for decizional.
Proiectul de lege elimină mai multe prevederi din Legea 161/2003 și din Statutul deputatului și senatorului, astfel încât să nu mai existe incom­patibilitate între parlamentari, aleși locali, prefecți și membrii ai Guvernului și statutul de „comer­ciant persoană fizică”. Proiectul este iniţiat de deputaţii UDMR Marton Arpad, Szabo Odon şi Csep Eva-Andra şi de senatorii Fejer Laszlo-Odon şi Tanczos Barna. Proiectul a fost depus la Camera Deputaţilor, Senatul fiind for decizional în acest caz.
Parlamentarii UDMR sus-ţin că motivul pentru care s-ar impune această modificare este acela că termenii folosiți în practica din dome­niul activităților economice s-a schimbat odată cu intrarea în vigoare a noului Cod Civil. „În aplicarea legii s-a constatat că sintagma comerciant persoană fizică a fost asimilată în practică cu sintagma persoană fizică autorizată. Această asimilare a dus la interpretarea legislaţiei anterioare Codului Civil în sensul de a interzice anumite activităţi sau de primire a unor sume de bani, care, în conformi­tate cu prevederile constituţio­nale şi normelor europene, nu ar trebui să fie restrânse. Astfel, persoanelor cărora, conform Constituţiei şi legilor în vigoare, le sunt permise activităţi în domeniul didactic, al cercetării ştiinţifice şi al creaţiei literar-ar­tistice le este interzisă această activitate dacă ea este realizată în calitate de persoană fizică autorizată”, se arată în expu­nerea de motive a proiectului de lege. De-a lungul timpului, mai mulţi primari şi parlamentari au fost declaraţi incompatibili de către ANI după ce s-a constatat că aveau şi calitatea de PFA. Cel mai recent caz este cel al fostului deputat Petre Roman, care în 2016 şi-a pierdut mandatul ca urmare a acestei decizii.
Proiectul de lege privind modificarea statutului incompatibilităților nu este primul proiect controversat inițiat de UDMR în această sesiune parlamentară. La înce­putul anului, deputatul Marton Arpad a depus la Senat un proiect de lege de modificare a Codului de Procedură Penală care prevede ca infracțiunea de abuz în serviciu să se aplice și magistraților. Aceștia ar urma să răspundă penal, dar și financiar în cazul în care persoanele pe care le condamnă câștigă în faţa statului român la CEDO.
Preşedintele PSD, Liviu Dragnea, a declarat, ieri, că iniţiativa legislativă depusă de parlamentarii Uniunii Democrate a Maghiarilor i se pare „o prostie”.
Sursa articol jurnalul.ro
, sursa articol http://blogville.ro/liber-la-afaceri-alesii-poporului-lovesc-din-nou-in-ani/
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