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Biografia di Paolo Scirpa
http://www.paoloscirpa.it/index.php?disp=home

Paolo Scirpa nasce a Siracusa nel l934; dopo gli studi artistici in Sicilia, frequenta lâAccademia di belle arti di Salzburg, animata culturalmente da Oscar Kokoschka e lo studio di J. Friedlaender a Parigi. Nel 1965 e, successivamente, nel 2000 partecipa alle edizioni IX e XIII (Proiezioni 2000) della Quadriennale Nazionale di Roma. Nel 1968 si trasferisce a Milano, dove collaborerĂ con Luciano Fabro allâAccademia di Belle Arti di Brera e dove sarĂ , piĂš tardi, titolare di una Cattedra di Pittura; nel 1969 tiene la sua prima personale alla galleria LâAgrifoglio, presentato da Vittorio Fagone; nel 1972 espone, alla Galleria S. Fedele, Megalopoli consumistica, unâopera di denuncia sociale. Negli anni â70 avvia la realizzazione di opere che vengono definite Ludoscopi: attraverso un sistema di specchi e tubi fluorescenti e il gioco combinatorio di elementi minimali, essi propongono la percezione di profonditĂ infinite, in cui âsi pratica lâabolizione del limite tra il reale e lâillusorioâ (Maltese, 1976). In alcuni ludoscopi egli realizza raccordi illusori che creano uno spazio plastico curvo; in altri il raccordo seminterrato è praticabile; altri ancora sono di struttura cubica. Scirpa trae spunto anche dal Manifesto tecnico della Scultura Futurista di Boccioni, che aveva teorizzato la possibilitĂ di impiego della luce elettrica nellâopera dâarte e si proietta a sperimentazioni in cui il colore non è piĂš dipinto, i volumi non sono piĂš scolpiti e la luce diventa opera essa stessa. Conosce esponenti del MAC, tra cui Bruno Munari ed entra in contatto con i gruppi dellâArte cinetica, come il GRAV a Parigi o il Gruppo T a Milano. Sollecita lâattenzione anche di studiosi come il cibernetico Silvio Ceccato. Dal 1977 opere di Scirpa sono presenti annualmente fino al 1991 nella sezione cinetica del Salon âGrands et Jeunes dâaujourdâhuiâ al Grand Palais des Champs-ElysĂŠes di Parigi. Negli anni â80 sviluppa i suoi primi interventi progettuali sul territorio che saranno presentati nel 2004 alla mostra Utopie della cittĂ presso la biblioteca dellâAccademia di Brera. Nel 1982 il Symposium de Sculture di Caen (Francia) sceglie il progetto di un suo ludoscopio per la Bibliothèque Municipale. Tiene diverse mostre personali, tra le quali, alle gallerie Arte Struktura, Vismara Arte di Milano, al Palazzo dei Diamanti di Ferrara, alla Galleria Civica dâArte Moderna di Gallarate ed allo Studio dâArte Valmore di Vicenza. Nel 1985 è presente a Roma alla mostra di Palazzo Venezia Artisti oggi tra scienza e tecnologia e ad altre manifestazioni sullo stesso tema in Italia ed allâestero, tra le quali, nel 1990, al Politecnico di Milano, nel 1995 al Futur Show di Bologna, nel 1996 allâAccademia di Brera a Milano Convegno Arte, Scienza e Tecnologia; inoltre partecipa a rassegne sulla Patafisica, alla Triennale di Pittura di Osaka e nel 2003 al Museo Bargellini a Pieve di Cento (Bo) Luce vero sole dellâarte, nel 2006 alla galleria del Credito Siciliano di Acireale Sicilia!, nel 2008 allo ZKM di Karlsruhe (Germania) You ser: Das Jahrhundert des Kosumenten ed al Landesmuseum Joanneum di Graz (Austria) Viaggio in Italia, nel 2009 a Berlino presso la Rappresentanza del Baden-WĂźrttemberg alla mostra del Museum Ritter ed a Cordoba (Argentina) presso il Museo Jenero Perez alla mostra Echi futuristi ed allo ZKM di Karlsruhe, mostra Collectorsâ Choice II. Nel 2012 è presente alla mostra Arte programmata e cinetica presso la Galleria dâArte Moderna di Roma dove è installata in permanenza una sua opera luminosa. Dal 2013 sue opere pittoriche fanno parte della Collezione Farnesina, raccolta dâarte contemporanea del Ministero degli Affari Esteri. (Roma). Nello stesso anno partecipa alla mostra Percezione e illusione presso il MACBA di Buenos Aires. Nel 2014 completa due nuove opere La porta stretta, la cui prima versione risale al 1999, lâuna con fondo oro, lâaltra su un tabellone consumistico, ambedue con lâinserzione di una struttura di luce triangolare a profonditĂ ascensionale. Nel 2015 partecipa alla mostra Moderna Magna Graecia a cura di Francesco Tedeschi e Giorgio Bonomi presso FerrarinArte di Legnago. LâINDA Istituto Nazionale del Dramma Antico di Siracusa gli affida la realizzazione del nuovo manifesto degli spettacoli classici del 2015. Ă presente a Missoni - LâArte - Il Colore al MAGA di Gallarate.Nel 2016 partecipa alla mostra itinerante The moving eye presso il Muo Musej di Zagabria, e Centri e Istituti Culturali di San Paolo, Brasilia e Panama. In occasione del 25° Festival della Musica di Milano, dedicato a GĂŠrad Grisey Intonare la luce, immagini di sue opere luminose vengono utilizzate per illustrare il libro di sala e per lo spot pubblicitario su SKY classica. Il Museo del Novecento espone un Ludoscopio â Pozzo, 1979 facente parte della sua collezione. Partecipa alla mostra itinerante The moving eye presso il Muo Musej di Zagabria, e Centri e Istituti Culturali di San Paolo, Brasilia e Panama . Eâ presente alla mostra Interrogare lo spazio a cura di Luigi Meneghelli presso Ferrarin Arte a Legnago (Vr). Tiene mostre personali allo Studio Arena di Verona La luce nel pozzo, a cura di Marco Meneguzzo per cui, nel pozzo che noi vediamo creato dagli specchi e dai neon, Scirpa ââŚmette in scena la finzione nello stato piĂš puroâ ; a Rosso Vermiglio di Padova, Labirinti di luce a cura di Vittoria Coen che vede nel Ludoscopio ââŚun invito alla riflessione, ⌠un lasciarsi andare per pensare, âŚâ, ed a ArteAGallery di Milano, Lâinfinito possibile a cura di Francesco Tedeschi che afferma: ââŚGli elementi portanti della sua opera, nelle diverse forme che essa assume, sono la luce e lo spazio,.. la luce come strumento di colore e di forma è ad essi essenziale: una luce che concretizza le geometrie, genera figure formali in grado di attrarci e condurci in una profonditĂ ,âŚin uno spazio senza dimensioni..â Nel 2017 RossoVermiglioArte di Padova presenta una sua personale alla ArteFiera di Bologna. Alle Fabbriche Chiaramontane di Agrigento si inaugura una sua personale âLa forma della luceâLa luce della formaâ a cura di Marco Meneguzzo che sottolinea come âla forma della luceâŚtrascende questa fisicitĂ e diventa sostanza immateriale, diventa la luce della formaâŚ.,â Successivamente al MACA di Acri partecipa alla mostra âArte interattivaâ a cura di Monica Bonollo e nel 2018 a Torino, Museo Ettore Fico, â100% ITALIAâ, CentâAnni di Capolavori. Nel 2019 realizza una mostra personale a Milano, Gaggenau hub, âSconfinamentoâ a cura di Sabino M. FrassĂ che sottolinea come âlâartista ha indagato, sperimentato e simulato l'assenza di limiti, lo âsconfinamentoâ appuntoâ. Partecipa a Senigallia alla mostra âMaterie Prime â Dalla terra alla luceâ, a Waldenbuch, Museum Ritter â1919-2019â e a Pontedera âArcadia e Apocalisseâ. Nel 2020 è presente alla Biennale Light di Mantova, Elogio della luce. Negli ultimi anni Scirpa realizza, con rigore geometrico e spirito innovativo, due opere scultoree in marmo bianco di Carrara ed in legno laccato bianco che evocano il Teatro greco di Siracusa: in esse le gradinate della cavea si raddoppiano, diventando circolari e sono rivolte anche allâesterno. Recentemente ha realizzato una struttura al neon che ricorda il Teatro greco, il cui progetto risale allâanno 2000. In un momento storico come il nostro in cui si manifesta la convivenza di vari linguaggi e lâartista può rivisitare esperienze passate, egli recupera il suo linguaggio delle prime denunce consumistische o quello sperimentale del mezzo elettronico e, nel proporre i suoi percorsi prospettici di spazi-luce, offre oggi nuove possibilitĂ espressive su cui riflettere.
Sue opere sono in collezioni e musei tra i quali MAGA (Gallarate), Museo del Novecento (Milano), Civiche Raccolte Bertarelli - Castello Sforzesco (Milano), Biblioteca di Brera (Milano), MACTE Museo dâArte Contemporanea (Termoli), MART- VAF-Stiftung (Trento e Rovereto), Museo MAGI â900 (Pieve di Cento), MAPP Museo dâArte Paolo Pini (Milano), MusĂŠe des Beaux-Arts (Caen), Museum Ritter (Waldenbuch), Museo Civico d'Arte Contemporanea (Gibellina), Museum (Bagheria), Fabbriche Chiaramontane (Agrigento), Galleria Nazionale dâArte Moderna (Roma), Gallerie dâItalia (Milano).
Ha realizzato opere per spazi pubblici e chiese: nel 1965, un grande mosaico al Centro Internazionale del Movimento dei Focolari a Rocca di Papa (Roma) e uno allâAuditorium del Centro Internazionale di Loppiano (Fi) e dei dipinti nella Chiesa del D. P. a Cernusco sul Naviglio (Milano) dove sono stati installati anche suoi Ludoscopi sopra lâaltare e il Battistero.
Al suo lavoro hanno dedicato saggi ed annotazioni critiche:
Riccardo Barletta, Pietro Baj, Carlo Belloli, Luigi Bianco Guglielmo Boselli, Giorgio Bonomi, Rossana Bossaglia, Ginevra Bria, Domenico Cara, Luciano Caramel, Silvio Ceccato, Jacqueline Ceresoli, Claudio Cerritelli, Cesare Chirici, Vittoria Coen, Andrea Del Guercio, Mario De Micheli, Marina De Stasio, Giorgio Di Genova, Gillo Dorfles, Vittorio Fagone, Ornella Fazzina, Pedro Fiori, Carlo Franza, Sabino FrassĂ , Carmelo Genovese, Flaminio Gualdoni, Sara Liuzzi, Annette Malochet, Corrado Maltese, Gabriel Mandel, Giorgio Mascherpa, Luigi Meneghelli, Marco Meneguzzo, Marta Michelacci, Bruno Munari, Carlo Munari, Antonio Musiari, Daniela Palazzoli, Demetrio Paparoni, Francesco Poli, Pierre Restany, Roberto Sanesi, Giorgio Segato, Carmelo Strano, Luigi Tallarico, Francesco Tedeschi, Carlo Terrosi, Maria Torrente, Antonino Uccello, Miklos N. Varga, Alberto Veca, Francesco Vincitorio, Maurizio Vitta, Emanuele Zucchini.
Ă stato docente allâAccademia di Belle Arti di Brera. Vive ed opera a Milano.
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#PaoloScirpa - #ludoscopio con intruso [ pozzo espansione, 1979 ] (presso Milan, Italy)
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Light installation by #PaoloScirpa . . . #lightart #neon #arts https://ift.tt/2JtLZ9R
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Dal 9 ottobre al 28 novembre 2021
SALERNO
LUOGO: SANDRO BONGIANI ARTE CONTEMPORANEA
TITOLO: âIn forma di luce alla ricerca dellâinfinitoâ
Curatori: Sandro Bongiani
INDIRIZZO: Via S. Calenda, 105/D
ORARI: tutti i giorni 00.00-24.00
TELEFONO PER INFORMAZIONI: 3937380225
E-MAIL INFO: bongianimuseum@gmail.com
SITO UFFICIALE: https://www.sandrobongianivrspace.it/
http://www.collezionebongianiartmuseum.it

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Mostra antologica di Paolo Scirpa
âIn forma di luce alla ricerca dellâinfinitoâ
Opere 1965-2017
a cura di Sandro Bongiani
Dal 9 ottobre al 28 novembre 2021
Inaugurazione: sabato 9 ottobre 2021 ore 18.00
"Nessuno, finora, è andato in fondo a questi buchi per raccontarci che cosa ha vistoâ. Bruno Munari, 1980
Sâinaugura sabato 9 ottobre 2021 alle ore 18.00, una grande antologica dal titolo: âIn forma di luce alla ricerca dellâinfinitoâ che la Collezione Bongiani Art Museum di Salerno dedica allâartista italiano Paolo Scirpa, con opere realizzate tra il 1965 e il 2017 dislocate in due mostre, rispettivamente nella galleria âSandro Bongiani VRspaceâ e allo âSpazio Ophen Virtual Art Galleryâ di Salerno.
Vengono presentati 91 opere tra Ludoscopi, opere pittoriche, ideazioni plastiche, progetti urbanistici e installazioni. La sua iniziale ricerca nasce negli anni Sessanta come momento di ricerca percettivo-cinetico tra astrazione e lirismo. Nel 1965 il dipinto âComposizioneâ è unâopera matura con una visione del paesaggio caratterizzato da una inconsueta dislocazione e decentramento. CosĂŹ anche le opere successive del âSoleâ e di âHabitatâ definiti provvisoriamente tra forma e costruzione artificiale. Agli inizi degli Settanta nascono i primi Ludoscopi ormai in linea per originalitĂ e creativitĂ con le diverse tendenze contemporanee svolte in quel periodo in campo internazionale. Le opere dei âLudoscopiâ, creati nei primi anni Settanta non evidenziano il vuoto come âassenzaâ ma come essenza e presenza insostanziale non ancora definita e pur visibile nella dimensione intima dello spazio. Scrive Sandro Bongiani, â âŚuna condizione, si direbbe sospesa, con una temporaneitĂ provvisoria, frantumata e ridotta a pezzi, nata per essere âinfinitaâ. Una visione insostanziale di presenze incorporee che prendono forma grazie allâutilizzo della luce reale. I contenitori virtuali dalla forma primaria, grazie allâuso di luce al neon e di specchi, trasformano e alterano la forma geometrica moltiplicando a dismisura la funzionalitĂ in un sintetico spazio-luceâ. Con i âProgetti dâintervento nel territorioâ degli anni Ottanta vi è la lucida esigenza di analizzare in una nuova chiave dâindagine la propria e personale visione poetica utilizzando un diverso approccio e rapporto dimensionale a verifica della fattibilitĂ della cosa proposta. Dallâincessante indagine dei progetti dâintervento, proprio nel 2009, nasceranno i progetti del âTeatro è il suo doppioâ, modelli lignei immaginati sulla forma del teatro greco come quello di Siracusa in cui ha vissuto Paolo Scirpa per diverso tempo prima di trasferirsi a Milano, nati da un oscuro e indefinito moto dellâimmaginazione tra forma, invenzione e storia. In oltre 50 anni di assidua e ossessiva ricerca, lâartista ha saputo indagare le svariate possibilitĂ del fare ricerca e coniugare lâignoto con eventi transitori del ânon luogoâ con soluzioni decisamente assai concilianti e sorprendenti. In questo senso, tutto il lavoro di Scirpa può essere ricondotto criticamente nellâalveo di un progetto ben piĂš ampio e maestoso ai confini delle soglie disciplinari e ancora del tutto attuale e percorribile.
OPENING: sabato 9 ottobre 2021, ore 18.00
Sandro Bongiani | Collezione Bongiani Art Museum
Per lâoccasione sarĂ edito un catalogo con una antologia critica con tutti i testi scritti in questi anni per Paolo Scirpa.
Paolo Scirpa / Biografia
http://www.paoloscirpa.it/index.php?disp=biog
Paolo Scirpa nasce a Siracusa nel 1934. Sin da subito mostra la sua attitudine per l'arte intrattenendo studi di pittura tra Palermo e Catania, frequentando anche per lungo tempo le officine grafiche di Salisburgo dove conobbe John Friedlander nel cui studio successivamente lavorerĂ a Parigi. Nel '65 si trasferisce a Milano dove realizza i primi âSoleâ opere legate ad un espressionismo lirico ma giĂ orientate verso una sintesi formale. Nel 1972 realizza âMegalopoli Consumisticaâ opera di denuncia consumistica composta da una gran quantitĂ di involucri e contenitori vuoti assemblati tra loro. Il lavoro di Scirpa ha sempre teso verso una ricerca interiore, slegato da ogni rapporto di appartenenza. Negli anni '70passa da una iconografia bidimensionale alla modularitĂ di uno spazio oggettuale che la luce e gli specchi trasformano in polioggettuale. La sua ricerca si orienta verso una dimensione in cui luce e spazio divengono protagonisti immateriali e spettacolari. Ă nel 1972 che il Maestro inizia la realizzazione dei Ludoscopi, opere tridimensionali che, per mezzo di un sistema di giochi combinatori di neon e specchi, propongono la percezione di profonditĂ fittizie, veri iperspazi-luce in cui è abolito il limite tra il reale e lâillusorio. Ă in questi anni che Scirpa conosce e frequenta gli esponenti dell'arte ottico-cinetica e del MAC, tra i quali il Maestro Bruno Munari che all'interno dei suoi scritti evidenzierĂ anche lâaspetto ludico del lavoro dell'artista. Nei sui Ludoscopi lâartista è interessato a rappresentare non tanto la luce reale quanto la luce âidealeâ cioè lâidea dellâinfinito.
Negli anni '80 iniziano i primi interventi progettuali sul territorio, giganteschi Ludoscopi vengono introdotti, tramite dei fotomontaggi in: edifici, monumenti, siti archeologici e cittĂ , creando vertiginose fughe prospettiche all'interno del paesaggio. Ancora oggi Scirpa prosegue il suo lavoro di ricerca e sperimentazione proponendo opere e progetti sempre attuali e all'avanguardia.
Opere del maestro son state esposte in molteplici mostre personali e collettive oltre ad essere presenti in importanti collezioni private e museali come: MAGA (Gallarate), Museo del Novecento (Milano), Civiche Raccolte Bertarelli - Castello Sforzesco (Milano), Biblioteca di Brera (Milano), MACTE Museo dâArte Contemporanea (Termoli), MART- VAF-Stiftung (Trento e Rovereto), Museo MAGI â900 (Pieve di Cento), MAPP Museo dâArte Paolo Pini (Milano), MusĂŠe des Beaux-Arts (Caen), Museum Ritter (Waldenbuch), Museo Civico d'Arte Contemporanea (Gibellina), Museum (Bagheria), Fabbriche Chiaramontane (Agrigento), Galleria Nazionale dâArte Moderna (Roma), Gallerie dâItalia (Milano).
Al suo lavoro hanno dedicato saggi ed annotazioni critiche: Riccardo Barletta, Pietro Baj, Carlo Belloli, Luigi Bianco Guglielmo Boselli, Giorgio Bonomi, Rossana Bossaglia, Ginevra Bria, Domenico Cara, Luciano Caramel, Silvio Ceccato, Jacqueline Ceresoli, Claudio Cerritelli, Cesare Chirici, Vittoria Coen, Andrea Del Guercio, Mario De Micheli, Marina De Stasio, Giorgio Di Genova, Gillo Dorfles, Vittorio Fagone, Ornella Fazzina, Pedro Fiori, Carlo Franza, Sabino FrassĂ , Carmelo Genovese, Flaminio Gualdoni, Sara Liuzzi, Annette Malochet, Corrado Maltese, Gabriel Mandel, Giorgio Mascherpa, Luigi Meneghelli, Marco Meneguzzo, Marta Michelacci, Bruno Munari, Carlo Munari, Antonio Musiari, Daniela Palazzoli, Demetrio Paparoni, Francesco Poli, Pierre Restany, Roberto Sanesi, Giorgio Segato, Carmelo Strano, Luigi Tallarico, Francesco Tedeschi, Carlo Terrosi, Maria Torrente, Antonino Uccello, Miklos N. Varga, Alberto Veca, Francesco Vincitorio, Maurizio Vitta, Emanuele Zucchini. Ă stato docente allâAccademia di Belle Arti di Brera. Vive ed opera a Milano.
SANDRO BONGIANI VRSPACE
SPAZIO OPHEN VIRTUAL ART GALLERY
Via S. Calenda, 105/D - Salerno
Dal 9 ottobre al 28 novembre 2021
Inaugurazione: sabato 9 ottobre 2021, ore 18.00
Orario continuato tutti i giorni dalle 00.00 alle 24.00
Gallery https://www.sandrobongianivrspace.it/
http://www.collezionebongianiartmuseum.it
e-mail: bongianimuseum@gmail.com
Uff. Stampa: Archivio Ophen Virtual Art Tel. 3937380225
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In forma di luce alla ricerca dellâinfinito tra Ludoscopi, ideazioni plastiche, progetti urbanistici e installazioni.
Presentazione di Sandro Bongiani
Una lunga attesa durata oltre due lustri prima di scrivere ancora unâaltra riflessione critica per Paolo Scirpa. Nella sua lunga attivitĂ lâartista siciliano-lombardo ha saputo coniugare lâinteresse verso lâignoto con eventi transitori del ânon luogoâ. Le opere dei âLudoscopiâ, nate a partire dal 1972 in poi non evidenziano il vuoto come âassenzaâ ma come essenza e presenza insostanziale non ancora definita e pur visibile nella dimensione intima dello spazio. Una visione insostanziale di presenze incorporee che prendono forma grazie allâutilizzo della luce reale. I contenitori virtuali delle ludoteche dalla forma primaria, grazie allâuso di luce al neon e di specchi, trasformano e alterano la forma geometrica moltiplicando a dismisura la funzionalitĂ in un sintetico spazio-luce. Paolo Scirpa sa come fare per liberarci dal peso greve del corpo e proiettarci dentro il tunnel dellââinfinito, in un flusso continuo di materia lieve che sâinsinua dentro il labirinto e ne fa parte attiva. Di colpo, sembra di essere risucchiati e assorbiti nel profondo e oscuro pozzo nero, non soltanto a livello percettivo ma anche interiore, ovvero della coscienza e della riflessione. Chi guarda queste insolite âmacchine meta-scopicheâ si illude di fare un ingenuo viaggio e di trovare con certezza un possibile sconfinamento spaziale. In realtĂ viene assorbito senza alcuna possibilitĂ di trovare una fuga prospettica, in cui la durata e la successione degli eventi che appaiono non hanno piĂš un conseguente sviluppo logico. Una condizione, si direbbe sospesa, con una temporaneitĂ provvisoria, frantumata e ridotta a pezzi, nata per essere âinfinitaâ. Non semplicemente un viaggio giocoso e ludico come certamente avrĂ fatto qualcuno di noi âimpugnando per gioco un caleidoscopio a percepire le forme occasionali della geometria dando sfogo alla curiositĂ e ai sogni. Nelle opere di Scirpa la percezione ottica supportata dalla geometria non è fine a se stessa, chi guarda le sue opere sâillude di intraprendere un possibile viaggio ludico, in realtĂ si ritrova letteralmente assorbito nellâinconsistente mondo dellâenergia e del flusso indefinito. Di certo, la motivazione di questi lavori è di ordine essenzialmente morale; riflettere e prendere coscienza dai numerosi condizionamenti che noi involontariamente subiamo ogni giorno, affinchĂŠ ci possa essere una presa di coscienza del nostro esistere e magari un possibile risveglio da una condizione anestetizzata e resa precaria. Ecco perchĂŠ nel 1972, in contemporanea ai primi lavori dei âLudoscopiâ crea la grande âMegalopoli consumistaâ, una grande installazione di un contenitore di 2x2x2 metri nata dopo gli anni della contestazione giovanile del 68, in cui attraverso un foro a parete si può percepire una cittĂ illuminata fatta di vuoti a perdere, scatole, involucri da buttare, di oggetti dâuso quotidiano di diversa forma e dimensione assemblati gli uni a fianco agli altri a definire una caotica e âconsumisticaâ megalopoli moderna, una sorta di strutturazione architettonica a forma di cittĂ , con simboli alienanti e un confuso accumularsi di false necessitĂ scadute a falso concetto di benessere - come scriveva lucidamente nel 1975 in una presentazione Marco Meneguzzo - âdove il messaggio è sin troppo chiaro, e la cittĂ dellâuomo è diventata la cittĂ del consumo, e dove lâuomo stesso si identifica col consumo, anzi, col consumismo, che ne è la degenerazioneâ.
Da una parte vi è stata la ricerca in forma di ludoscopi, e dallâaltra la contestazione di un mondo dedito al facile e assuefatto consumismo. Insomma, non solo la trattazione della poetica della luce, ma anche e soprattutto, lâindagine riflessiva e pungente dâimpronta morale.
La sua iniziale ricerca nasce negli anni Sessanta come momento di ricerca percettivo-cinetico tra astrazione e lirismo. Nel 1965 âComposizioneâ è unâopera matura che anticipa giĂ il lavoro e le ricerche svolte qualche anno piĂš tardi. Lâopera nasce da una visione in cui il paesaggio rappresentato è caratterizzato da una inconsueta dislocazione e decentramento. CosĂŹ anche le opere successive del âSoleâ e di âHabitatâ definiti provvisoriamente tra forma e costruzione artificiale. Agli inizi degli Settanta nascono i primi Ludoscopi ormai in linea per originalitĂ e creativitĂ con le diverse tendenze contemporanee svolte in quel periodo in campo internazionale. Insomma, una luce non rappresentata in senso tradizionalmente pittorico o grafico ma reale, in uno spazio tridimensionale in cui il colore e la forma utilizzata dei neon si moltiplica a dismisura in una serie convergenze e divergenze, di innesti, vibrazioni e traslazioni progressive ricreando una apparente profonditĂ e una estensione dello spazio, restituendoci la dimensione riflessa e interiore della visione, lâapparenza provvisoria di un infinito trascorrente, simulato e percepito. In tutti questi anni, la luce meta-fisica e trascendentale è stata la compagna di viaggio privilegiata in cui Scirpa ha dovuto sempre fare i conti. Nel panorama dellâarte contemporanea degli anni Ottanta lâartista, continua a proseguire nel suo personale viaggio approntando nuovi sviluppi della sua originale e ricercata poetica visiva. In oltre 50 anni di assidua e ossessiva ricerca, lâartista ha indagato le svariate possibilitĂ del fare ricerca con soluzioni decisamente assai concilianti e sorprendenti. Mi riferisco allâuso di diverse tecniche utilizzate, come per esempio lâincisione, la pittura, i progetti utopistici e urbani. Proprio negli anni Ottanta inizia a realizzare i progetti dâintervento nel territorio utilizzando il fotomontaggio su card di piccolo formato inserendo elementi artificiali nel tessuto consueto e metaforico del reale. Non sono da considerarsi ingenuamente delle anonime anteprime âvedute di fantasiaâ alla maniera settecentesca, bensĂŹ, parte di una ricerca parallela a quella dei Ludoscopi d'impronta âutopisticaâ in cui il reale viene metaforicamente violato da segnali artificiali, interferenze e presenze al neon âdis-equilibrantiâ. Come nei âLudoscopiâ, anche in queste nuove ipotesi di ricerca, lâelemento visivo proposto in una dimensione progettuale piĂš amplificata, nellâapparenza del reale, altera il normale rapporto e equilibrio costitutivo divenendo âinterferenza ambientaleâ per costringerci, ancora una volta, a riflettere e a cercare qualche motivazione morale piuttosto che subirla. Con i âProgetti dâintervento nel territorioâ vi è la lucida esigenza di analizzare in una nuova chiave dâindagine la propria e personale visione poetica utilizzando un diverso approccio e rapporto dimensionale a verifica della fattibilitĂ della cosa proposta. Dallâincessante indagine dei progetti dâintervento, proprio nel 2009, nasceranno i progetti del âTeatro è il suo doppioâ, modelli lignei immaginati sulla forma del teatro greco come quello di Siracusa in cui ha vissuto Paolo Scirpa per diverso tempo prima di trasferirsi a Milano, nati da un oscuro e indefinito moto dellâimmaginazione tra forma, invenzione e storia. In questo senso, tutto il lavoro di Scirpa può essere ricondotto criticamente nellâalveo di un progetto ben piĂš ampio e maestoso ai confini delle soglie disciplinari e ancora del tutto attuale e percorribile.
Sandro Bongiani, Salerno, 30 settembre 2021
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