#pag153

[princessofmistake]

No, no, non mi sarei fidata minimamente di lui. Ma Nathan non era mio marito. Era la persona che amava il fatto che non fossi mai sazia, che nulla mi bastasse mai, che non dicessi mai no, che non potessi essere mai e poi mai innocente. Amava il mio desiderio avido quanto il suo, e il fatto che per me contasse tanto quanto per lui, e che dopo, dopo quel nostro esplodere l’uno nell’altra, volessi soltanto essere sola e libera. Ed era fantastico – una vera fortuna, a dire il vero – che io fossi fatta così e che fossi una donna. Nathan poteva avere una complice. Poteva avere una confidente. Poteva avere una ragazza che non avrebbe mai tirato il freno. Sapeva che avrei fatto qualsiasi cosa per lui – che dovevo la mia lucidità, la sicurezza che avvertivo nel mio corpo, tutto ciò che ero giunta ad amare di me, a lui. Fu in questo bozzolo che, a marzo, mi disse della causa legale.