#paesaggio lacustre
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pier-carlo-universe · 27 days ago
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Restiamo Presso il Lago: Una Riflessione Poetica di Antonia Pozzi sulla Pace e l’Amore. Recensione di Alessandria today
Un viaggio intimo attraverso le parole di Antonia Pozzi, tra serenità e desiderio di evasione, immersi nella bellezza di un paesaggio lacustre.
Un viaggio intimo attraverso le parole di Antonia Pozzi, tra serenità e desiderio di evasione, immersi nella bellezza di un paesaggio lacustre. La poesia Restiamo presso il lago di Antonia Pozzi ci porta in un luogo di intimità e quiete, dove il lago diventa un rifugio di pace e serenità, lontano dalle inquietudini della vita quotidiana. Scritta nell’agosto del 1930 a Silvaplana, questa lirica è…
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random-brushstrokes · 3 months ago
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Enrique Serra Auqué (Spanish, 1858-1918) - Paesaggio lacustre
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moonlitmistyforest · 1 month ago
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Enrique Serra (1859-1918) - Paesaggio lacustre (Lake landscape)
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dinonfissatoaffetto · 1 year ago
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Capirono che un libro era un labirinto e un deserto. Che la cosa più importante del mondo era leggere e viaggiare, forse la stessa cosa, senza fermarsi mai. Che una volta letti gli scrittori uscivano dall’anima delle pietre, che era dove vivevano da morti, e si stabilivano nell’anima dei lettori come in una prigione morbida, ma che poi questa prigione si allargava o scoppiava. Che ogni sistema di scrittura è un tradimento. Che la vera poesia vive tra l’abisso e la sventura e che vicino a casa sua passa la strada maestra dei gesti gratuiti, dell’eleganza degli occhi e della sorte di Marcabruno. Che il principale insegnamento della letteratura era il coraggio, un coraggio strano, come un pozzo di pietra in mezzo a un paesaggio lacustre, un paesaggio simile a un vortice e a uno specchio. Che leggere non era più comodo che scrivere. Che leggendo s’imparava a dubitare e a ricordare. Che la memoria era l’amore.
- Roberto Bolaño
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oldsardens · 11 months ago
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Theodore Rousseau - Paesaggio lacustre
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mezzopieno-news · 5 months ago
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IL MARE PIÙ BELLO D’ITALIA È IN CAMPANIA
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Si trova in Cilento il mare più bello d’Italia, tra i litorali dei Comuni di Pollica, Acciaroli e Pioppi in provincia di Salerno, in Campania.
La classifica del mare più bello 2024 di Legambiente e Touring Club Italiano ha premiato con il massimo dei voti 21 località turistiche marine e 12 lacustri, secondo criteri che prendono in esame le buone pratiche ambientali, amministrative e turistiche che contribuiscono a conservarle e a renderle al contempo luoghi in cui poter godere appieno della bellezza della natura in armonia con essa. Fra le regioni più virtuose la Sardegna primeggia con sette località marine, mentre Trentino e Alto Adige vincono la classifica per le località lacustri con 4 comuni. Al secondo posto per i litorali marini il comune di Nardò, in provincia di Lecce nel comprensorio pugliese dell’Alto Salento Ionico, seguito da Baunei, in provincia di Nuoro sulla costa orientale sarda. Quarto posto per la località Domus De Maria sul Litorale di Chia, sempre in Sardegna e quinto posto per Castiglione della Pescaia, nel comprensorio della Maremma Toscana. Secondo questa classifica, la costiera lacustre più bella d’Italia è nel Comune di Molveno (Tn), seguita da Appiano (Bz) sul lago di Monticolo e Massa Marittima (Gr) sul lago dell’Accesa. Gli indicatori analizzati hanno valutato: uso del suolo, degrado del paesaggio, biodiversità, attività turistiche, stato delle aree costiere, mobilità, acqua e depurazione, energia, rifiuti, iniziative per la sostenibilità, sicurezza alimentare e produzioni tipiche di qualità, mare, spiagge e oltre, struttura sociale e sanitaria.
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Fonte: Legambiente; foto di Pixous
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kiki-de-la-petite-flaque · 7 months ago
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E cos’è che impararono gli allievi di Amalfitano? Impararono a recitare a voce alta. Mandarono a memoria le due o tre poesie che più amavano per ricordarle e recitarle nei momenti opportuni: funerali, nozze, solitudini. Capirono che un libro era un labirinto e un deserto. Che la cosa più importante del mondo era leggere e viaggiare, forse la stessa cosa, senza fermarsi mai. Che una volta letti gli scrittori uscivano dall’anima delle pietre, che era dove vivevano da morti, e si stabilivano nell’anima dei lettori come in una prigione morbida, ma che poi questa prigione si allargava o scoppiava. Che ogni sistema di scrittura è un tradimento. Che la vera poesia vive tra l’abisso e la sventura e che vicino a casa sua passa la strada dei gesti gratuiti, dell’eleganza degli occhi e della sorte di Marcabruno. Che il principale insegnamento della letteratura era il coraggio, un coraggio strano, come un pozzo di pietra in mezzo a un paesaggio lacustre, un coraggio simile a un vortice e a uno specchio. Che leggere non era più comodo che scrivere. Che leggendo s’imparava a dubitare e a ricordare. Che la memoria era l’amore.
Roberto Bolaño, I dispiaceri del vero poliziotto
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fioredialabastro · 8 months ago
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Specchiarsi nelle fessure
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Ieri pomeriggio, in compagnia di due mie care amiche, mi sentii nuovamente smarrita. Mentre parlavano di un lavoro che fino a non molto tempo fa coinvolgeva anche me, dopo una serie di notizie realizzai di essere stata una sciocca ad aver alimentato in cuor mio la speranza di poter ritornare in quell'ambiente nei prossimi mesi. "Ci sei rimasta male perché quella realtà ti rendeva davvero felice o perché ti avrebbe salvato dall'affrontare l'ignoto, conseguente alla seconda e ultima laurea della tua vita? Come pensi di riorganizzare allora il tuo immediato futuro, dato che tutte le tue certezze, speranze, progetti e sogni sono crollati poco alla volta nel corso di questi anni?" Mentre mi ponevo siffatti interrogativi, pesanti come le pietre di quella rocca lontana, meta della nostra passeggiata, la mia anima giaceva inerme, vuota e silenziosa, come il borgo castrense ivi custodito, assopito nella fredda aria di marzo, in attesa del tepore estivo e della folla di turisti. Perfino la mia interminabile tesi, oramai divenuta più un macigno che un diletto, sembrava scoraggiare ed impietosire il mondo esterno, il quale cominciava a vacillare e ad abbandonarmi nella torre delle mie scelte scellerate. Tuttavia, mi rifiutai di sprofondare nella mestizia e d'improvviso trovai conforto in quell'edificio senza tempo, divenuto oramai l'ipostasi dei miei recenti stati d'animo. Fu così allora che mi destai dall'inganno della disperazione, riconoscendomi nel saluto vispo di un corvo, nel canto degli ultimi pettirossi nascosti tra le fitte fronde, nelle sgargianti vesti dei fiori primaverili, in lotta con il freddo anomalo di questi giorni. Mi ricordai che la natura era da sempre stata la mia vera casa e che non avrei dovuto temere il cammino esistenziale che m'attendeva, sia perché non lo avrei affrontato da sola, sia perché mi avrebbe aiutato a scavare, non per sotterrarmi, bensì per piantare nuovi semi e rinascere. A quel punto, un timido sorriso ritornò sulle mie labbra e prima di raggiungere le altre fanciulle, mi fermai a contemplare la mia anima riflessa allo specchio: una piccola fessura irregolare e nascosta che, squarciando le tenebre murate, incorniciava un delizioso paesaggio lacustre.
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susieporta · 1 year ago
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Capirono che un libro era un labirinto e un deserto. Che la cosa più importante del mondo era leggere e viaggiare, forse la stessa cosa, senza fermarsi mai. Che una volta letti gli scrittori uscivano dall’anima delle pietre, che era dove vivevano da morti, e si stabilivano nell’anima dei lettori come in una prigione morbida, ma che poi questa prigione si allargava o scoppiava. Che ogni sistema di scrittura è un tradimento. Che la vera poesia vive tra l’abisso e la sventura e che vicino a casa sua passa la strada maestra dei gesti gratuiti, dell’eleganza degli occhi e della sorte di Marcabruno. Che il principale insegnamento della letteratura era il coraggio, un coraggio strano, come un pozzo di pietra in mezzo a un paesaggio lacustre, un paesaggio simile a un vortice e a uno specchio. Che leggere non era più comodo che scrivere. Che leggendo s’imparava a dubitare e a ricordare. Che la memoria era l’amore.
Roberto Bolaño, I dispiaceri del vero poliziotto, 2011 - postumo
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thebeautycove · 18 days ago
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FLORIS LONDON - GOLDEN AMBER - Eau de Parfum - Novità 2024 -
Don’t know exactly what magic is, but I do know that always starts when you don’t wanna leave. From places, from thoughts, from people. That goes for Golden Amber. A magic calm embrace.
...
Non so di preciso cosa sia la magia, ma so che inizia sempre quando non te ne vuoi più andare. Dai luoghi, dai pensieri, dalle persone.
Magia del luogo e identità olfattiva. Floris London immagina di immortalare, tra gli accordi della sua nuova creazione, lo spettacolare scenario del lago di Garda, la pacifica armonia del crepuscolo tinto d’oro, cornice impeccabile per Golden Amber, essenza che emana un’eleganza senza tempo, di ineccepibile raffinatezza.
Nel segno magistrale del brand si staglia lo sguardo contemplativo del profumiere Maison Nicola Pozzani, eccolo cogliere l’ispirazione tra le meraviglie della sua terra, indugiare sul morbido paesaggio lacustre, catturare la piena sensazione di calma e tranquillità che il Benaco trasmette.
Un benessere condiviso da illustri clienti Floris, Winston Churchill, Laurence Olivier e Vivien Leigh che amavano trascorrere qui le loro vacanze in un’atmosfera di rilassante serenità.
Eleganza e vitalità, calore e freschezza in perfetto equilibrio, espressi attraverso una palette aromatica che è uno splendido gemellaggio tra tonalità briose balsamiche mediterranee ed un emblematico romanticismo floreale inglese d’altri tempi.
Apertura ricca di accenti vegetali fruttati esperidati come riflessi sullo specchio d’acqua. Bergamotto, cassis e fico galleggiano sospinti da uno zefiro lieve a sfiorare un nostalgico accordo con rosa, fiore di mandorlo, neroli, geranio come a voler raccontare la vegetazione protagonista, cingere gioiosamente le sponde. Nella luce dorata del tramonto scoprire infine la profondità dell’orizzonte, una rassicurante amorevolezza ambrata con tonka, patchouli e sandalo assale i sensi, come patto di appartenenza perenne e, da lì, non voler andare più in nessun altro posto.
Creata da Nicola Pozzani.
Eau de Parfum 10, 100 ml. Online qui
©thebeautycove   @igbeautycove
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sandratognarini · 4 months ago
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Vacanze enogastronomiche in Carinzia: laghi, sapori e festival
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Vacanze enogastronomiche in Carinzia: laghi, sapori e festival Degusta la cucina della Carinzia attraverso i festival locali e scopri le delizie culinarie della regione austriaca Il paesaggio variegato della Carinzia ispira chef, ristoratori e produttori a raggiungere l’eccellenza culinaria. 🌄 Scopri la #Carinzia, dove la #Cucina regionale incontra la sostenibilità e lo #SlowFood. 🍽️ Vivi esperienze di gusto uniche tra laghi e festival culinari. 🎉 Non perdere le specialità ittiche come la trota lacustre e il caviale di salmerino. 🐟 Leggi di più su ramingare.com! #Festival #EsperienzeDiGusto ... Read the full article
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daniela--anna · 7 months ago
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Il meraviglioso Lago di Garda unisce tre regioni: Lombardia, Veneto, Trentino Alto Adige.
Con le rispettive province Brescia, Verona, Trento,
È un lago di straordinaria bellezza che comprende la penisola lacustre più lunga d'Italia, Sirmione, sede tra l'altro, delle famose terme naturali di Catullo, presso l'insediamento degli antichi romani.
Il nome Garda deriva dal longobardo "warda" che significa "posto di guardia, punto d'osservazione".
Ma il Lago di Garda è ache chiamato Benaco, che deriva dal celtico "bennacus" che significa "cornuto".
Un nome datogli a causa della forma del lago e dei promontori che si inoltrano nelle sue acque.
Sull'intero territorio del Lago di Garda, si trovano numerosi punti di importanza storica, nonché antiche rovine e castelli, ville (tra cui il famoso Vittoriale residenza del D'Annunzio), graffiti, fortini e grotte.
La ricca vegetazione favorita dal clima mite, permette la coltivazione di uliveti, limonaie, palme e oleandri, che concedono i loro frutti per la realizzazione di deliziosi prodotti locali (olio, miele, confetture ecc.) e rendono il paesaggio pittoresco.
Il Lago di Garda è un incontro tra presente e passato, e ci regala testimonianza di civiltà importanti che hanno fatto la storia.
📚TESTO elaborato dal portale Europlan
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The wonderful Lake Garda unites three regions: Lombardy, Veneto, Trentino Alto Adige.
With the respective provinces of Brescia, Verona, Trento,
It is a lake of extraordinary beauty that includes the longest lake peninsula in Italy, Sirmione, home among other things to the famous natural spa of Catullus, near the settlement of the ancient Romans.
The name Garda derives from the Lombard "warda" which means "guard post, observation point".
But Lake Garda is also called Benaco, which derives from the Celtic "bennacus" which means "horned".
A name given to it due to the shape of the lake and the promontories that extend into its waters.
Throughout the entire territory of Lake Garda, there are numerous points of historical importance, as well as ancient ruins and castles, villas (including the famous Vittoriale, residence of D'Annunzio), graffiti, forts and caves.
The rich vegetation favored by the mild climate allows the cultivation of olive groves, lemon groves, palm trees and oleanders, which yield their fruits for the production of delicious local products (oil, honey, jams, etc.) and make the landscape picturesque.
Lake Garda is a meeting between present and past, and gives us evidence of important civilizations that have made history.
📚 TEXT developed by the Europlan portal
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personal-reporter · 2 years ago
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Borghi storici piemontesi
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Il Piemonte è una regione ricca di storia e di tradizioni, e uno dei suoi tesori più preziosi sono i suoi borghi storici. Queste località rappresentano un patrimonio culturale e artistico di inestimabile valore, e offrono ai visitatori la possibilità di scoprire la bellezza e la ricchezza della regione attraverso la sua architettura, le sue opere d'arte e la sua cultura. I borghi storici del Piemonte sono caratterizzati da una grande varietà di stili architettonici, che spaziano dal Romanico al Barocco, dal Gotico al Rinascimentale. Ogni borgo ha la sua personalità e il suo fascino unico, che lo rende speciale e irripetibile. Uno dei borghi storici più famosi del Piemonte è certamente Alba, situata nel cuore delle Langhe. Questa località è famosa per i suoi vini pregiati e per le sue specialità gastronomiche, ma anche per la sua architettura medievale, che si può ammirare passeggiando per le sue strade acciottolate e visitando la Cattedrale di San Lorenzo, il Palazzo Comunale e la Torre dell'Orologio. Anche Asti è un'altra località di grande interesse storico e artistico. La città, situata sulla riva destra del fiume Tanaro, conserva molti monumenti medievali e barocchi, come il Duomo di Santa Maria Assunta, la Torre Troyana, il Palazzo del Comune e la Chiesa di San Secondo. Ma i borghi storici del Piemonte non si limitano solo alle grandi città: molte piccole località, come Nizza Monferrato, Canelli, Neive e Barolo, sono delle autentiche gemme nascoste, dove è possibile immergersi completamente nella storia e nella cultura della regione. Ad esempio, Nizza Monferrato è una piccola città situata tra le colline del Monferrato, famosa per il suo vino Barbera. Il centro storico è caratterizzato da un grande numero di edifici medievali e rinascimentali, come la Chiesa di San Giovanni Battista e il Castello di Mango. Canelli, invece, è una città che si trova nel cuore delle Langhe, famosa per i suoi vini spumanti. Qui è possibile visitare le antiche cantine sotterranee, che si estendono per chilometri sotto il centro storico, e ammirare le opere d'arte che adornano le chiese e i palazzi del centro storico. Neive è un'altra piccola città medievale, situata sulla cima di una collina tra le Langhe e il Monferrato. Il centro storico è caratterizzato da stradine acciottolate, case in pietra e antiche torri, e offre una vista spettacolare sulla campagna circostante. Barolo è una località famosa per il suo vino omonimo, ma anche per il suo castello medievale e per la sua chiesa parrocchiale, che ospita opere d'arte di grande valore. Non potevamo tralasciare di menzionare il borgo di Orta San Giulio, situato sulle sponde del Lago d'Orta, nella provincia di Novara. Il centro storico di Orta è caratterizzato da vicoli lastricati e da antichi palazzi, tra cui spicca il Palazzo della Comunità, risalente al Medioevo. Ma il vero gioiello del borgo è l'isola di San Giulio, che si trova al centro del lago. Sull'isola si erge la Basilica di San Giulio, un antico monastero benedettino che oggi ospita un convento di suore. La basilica è famosa per i suoi preziosi affreschi, tra cui spicca il "Ciclo di San Giulio", realizzato tra il XIV e il XV secolo. Un'altra attrazione imperdibile del borgo è il Sacro Monte di Orta, un complesso di 21 cappelle che rappresentano la vita di San Francesco d'Assisi e sono decorate con pregevoli affreschi e sculture in stucco. Inoltre, dal borgo di Orta è possibile godere di una vista panoramica mozzafiato sul Lago d'Orta e sulle montagne circostanti. Una visita a Orta San Giulio è un'esperienza unica e suggestiva, immersa nella bellezza del paesaggio lacustre e nella storia millenaria del borgo. Infine, ma non per importanza, menzioniamo il borgo di Saluzzo, situato ai piedi delle Alpi Marittime. Questa cittadina medievale è caratterizzata da strette strade lastricate e da numerosi palazzi storici, tra cui spicca il Castello dei Marchesi di Saluzzo, costruito nel XIII secolo. Saluzzo vanta anche numerose chiese antiche, come la Chiesa di San Giovanni e la Chiesa di San Bernardo, dove si possono ammirare affreschi e dipinti d'epoca. In conclusione, la regione Piemonte offre una grande varietà di borghi storici, ciascuno con la propria bellezza e fascino. La loro antica storia e le loro tradizioni culturali possono essere scoperte attraverso una passeggiata nel centro storico o una visita a monumenti e musei. Sono luoghi perfetti per immergersi nell'atmosfera delle epoche passate e godersi un'esperienza unica e suggestiva. Read the full article
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jacopocioni · 2 years ago
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Firenze prima di Firenze, quando noi non c’eravamo
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La città simbolo del Rinascimento non racchiude soltanto testimonianze artistiche della nostra specie. L’essere umano neppure era all’orizzonte dell’evoluzione che già la Madre Terra si divertiva a disegnare il territorio divenuto poi teatro di bellezza e stupore.
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Firenze vista dall’alto L’affascinante paesaggio fiorentino è conseguenza delle trasformazioni tettoniche che nei più recenti milioni di anni hanno coinvolto l’Appennino settentrionale: la crosta terrestre, insieme ai trascorsi storici della città, si è gradualmente modificata come in ogni altro luogo del pianeta. E grazie a numerose perforazioni il sottosuolo di Firenze non ha quasi più segreti. Un borgo oggi situato nell’angolo sudorientale della Piana di Firenze-Pistoia, che si presenta come un lungo avvallamento con direzione da Nord-Ovest a Sud-Est. Tutto attorno splendidi colline, vette che possono raggiungere i 400 metri. Al suo interno scorre l’Arno, fiume che lambisce una pianura a 50 metri sul livello del mare. Nel 1937 furono condotti alcuni sondaggi e sono proprio questi ad aver fornito i migliori dati per ricostruire l’assetto geologico dei sotterranei, ma gli archivi comunali e universitari comprendono pure tutte le trivellazioni risalenti sino alla metà dell’Ottocento. Quali sono le caratteristiche fisiche delle rocce che compongono la stratificazione del terreno fiorentino? Lo sappiamo con relativa certezza per i primi 30 metri di profondità, dopo i quali è tuttora impossibile prescindere da congetture e ipotesi, specialmente dove il substrato roccioso - la roccia solida al di sotto degli altri livelli di suolo - si trova a 100 metri sotto la superficie, o anche di più. Continuare a scendere equivale a ridurre le proprie conoscenze. Diamo spazio alle ultime acquisizioni che ci giungono dalla geologia, l’arte che la Terra usa per sconvolgere e sorprendere la natura. L’artista dalla mano invisibile
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Il torrente Mugnone.
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Il fiume Arno Partiamo dal Pliocene, epoca avviatasi circa 5 milioni di anni or sono. Nella sua fase più antica vi fu un lungo periodo di quiescenza nella crosta terrestre: gli effetti delle forze tettoniche causano di solito contrazioni o estensioni nello strato più esterno del pianeta posto al di sotto delle zone continentali, ma in quel momento furono limitati e rischiano di essere persino impercettibili nella documentazione geologica. Il risultato fu che si venne a formare una superficie leggermente inclinata e caratterizzata da un lieve infossamento. La valle del torrente Mugnone già doveva esistere, così come, verso l’Appennino, il principale sistema di faglie di Fiesole, interrotto da altre faglie trasversali e forse comparso 11 milioni di anni dal presente. La sua scarpata è ancora visibile! Nei 2 milioni di anni successivi l’Appennino settentrionale fu interessato da un generale sollevamento. La Faglia di Fiesole si riattivò e determinò lo sviluppo del bacino fluvio-lacustre di Firenze-Prato-Pistoia, la cui zona centrale conteneva depositi di lago di piccole dimensioni che sui bordi si mescolavano con materiale grossolano. Quest’ultimo proveniva da conoidi alluvionali di torrenti, ovvero accumuli conici di detriti che vengono a formarsi allo sbocco di un corso d’acqua in pianura per la diminuzione della pendenza. In seguito vi furono nuovi movimenti tettonici capaci di determinare un sollevamento di 50 metri, segnando la fine della fase di deposito detritico. Ecco così un ambiente palustre, con altri sedimenti e un clima decisamente caldo. Meno di 700 mila anni fa due faglie si riattivarono e provocarono un ulteriore sollevamento di 30 metri per l’area fiorentina, ma non si limitarono a ciò: erosero anche i precedenti sedimenti lacustri, rendendo finalmente possibile la comparsa del primissimo fiume Arno, il quale prontamente scolpì una profonda vallata. Le tracce dell’epoca rimangono conservate sotto la periferia Ovest della città. Altri 100 mila anni e il miracolo: il bacino di Prato-Pistoia, riempiendosi di depositi, raggiunse la stessa quota dei depositi fiorentini, e si formò pertanto una nuova pianura alluvionale. L’Arno fu spinto verso il confine meridionale della piana e la base del colle dove adesso si trova Piazzale Michelangelo cominciò a erodersi lateralmente, forgiando un’aggiuntiva area pianeggiante in cima alla roccia nel centro storico. Avvennero addirittura una glaciazione e una conseguente inondazione della pianura, grazie a cui prese forma definitivamente il territorio per come noi tutti lo conosciamo e amiamo. Là dove sembrano regnare poesia e mito, terremoti e alluvioni la facevano da padrone in tempi impensabili per Homo sapiens. E sottoterra?
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Museo universitario di Storia Naturale, Geologia e Paleontologia Argilla, limo, sabbia, ghiaia e ciottoli da tipico ambiente lacustre. Ma anche torbe, concrezioni e antiche superfici un tempo all’aria aperta. Quello che si mostra come un paesaggio fantascientifico è in realtà l’aspetto esibito dal sottosuolo di Firenze. Pare che il substrato roccioso sia a meno di 20 metri di profondità in pieno centro cittadino, prima di abbassarsi bruscamente di 100 metri nei pressi della Faglia di Castello-Scandicci a Ovest. Continua perciò a scendere verso la pianura, dove raggiunge i 600 metri, mentre a Est incontra varie faglie e sale di quota. Una topografia che testimonia il rifornimento d’acqua fornito dal Mugnone al vecchio mar Tirreno. Tutti i segreti su ciò che la Terra ha passato, anche da queste parti, sono racchiusi nel nascosto Museo universitario di Storia Naturale, Geologia e Paleontologia, a due passi dalle principali attrazioni turistiche: l’occasione giusta per fare un ripasso e passeggiare accanto ai resti reali di esseri viventi ormai dimenticati.
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Ivan Fiorillo Read the full article
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dead-molchun · 4 years ago
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Alessandro Lupo (1876 - 1953) Paesaggio Lacustre (85 x 70 cm)
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sophi-aubrey · 4 years ago
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Giuseppe De Nittis, Paesaggio lacustre nei pressi di Napoli, 1873
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