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Patek Philippe: Il gigante dell’alta orologeria svizzera
La maison di Ginevra da più di un secolo continua a innovare e stupire con incredibili creazioni capaci di diventare veri e propri oggetti del desiderio.
For over a century, the Geneva-based maison has continued to innovate and amaze with incredible creations that have become true objects of desire.
La Storia
La storia di uno dei marchi più importanti dell’orologeria svizzera inizia nel lontano 1839. È in quell’anno, infatti, che a Ginevra il visionario polacco Antoine Norbert de Patek e l’orologiaio ceco François Czapek danno vita alla “Patek, Czapek & Cie”. Una collaborazione che durerà solo 6 anni ma che metterà le basi per quello che sarà uno dei simboli delle dell’alta orologeria svizzera. Nel 1844, infatti, dopo che i due primi soci si dividono, ad affiancare Patek arriva un orologiaio francese conosciuto a Parigi, Adrien Philippe, considerato non a torto un vero genio del settore. Il nuovo binomio è subito vincente e le innovazioni tecniche in questo periodo pionieristico diventano la norma per la nuova azienda. Philippe perfeziona per primo il meccanismo di carica senza chiave, scoperto in precedenza da Abraham Louis Breguet, e lo implementa in un orologio della maison. Nel 1845 la manifattura produce anche il suo primo orologio da tasca con la ripetizione dei minuti e Philippe in poco tempo da direttore tecnico dell’azienda diventa ufficialmente socio di Patek. Così, dal 1° gennaio 1851, il nome dell'azienda cambia in Patek, Philippe & Cie.
The History The history of one of the most important brands in Swiss watchmaking begins in the distant year of 1839. It is in that year, in Geneva, that the Polish visionary Antoine Norbert de Patek and the Czech watchmaker François Czapek establish "Patek, Czapek & Cie." Although their collaboration lasted only 6 years, it laid the foundation for what would become a symbol of Swiss haute horlogerie. In 1844, after the two original partners part ways, a French watchmaker known in Paris, Adrien Philippe, joins Patek. He is rightfully considered a true genius in the industry. The new partnership immediately proves successful, and technical innovations during this pioneering period become the norm for the new company. Philippe is the first to perfect the keyless winding mechanism, previously discovered by Abraham Louis Breguet, and implements it in a watch by the maison. In 1845, the manufacture also produces its first pocket watch with minute repeater, and in a short time, Philippe, from being the technical director of the company, officially becomes a partner of Patek. Thus, from January 1, 1851, the name of the company changes to "Patek, Philippe & Cie."
Il Logo
Il logo di Patek Philippe è un simbolo intriso di storia e fascino che gli appassionati di alta orologeria riconoscono a prima vista. I nomi dei due fondatori sono scritti in stampatello maiuscolo con un carattere elegante e pulito che ben rappresenta la cura del dettaglio e la precisione dei segnatempo della maison. Sotto i nomi invece il legame con la città culla dell’alta orologeria dove ha sede l’azienda, Ginevra.
The Logo The logo of Patek Philippe is a symbol imbued with history and charm that enthusiasts of fine watchmaking recognize at first glance. The names of the two founders are written in uppercase letters with an elegant and clean typeface, which well represents the attention to detail and precision of the maison's timepieces. Below the names, there is a connection with the birthplace of fine watchmaking, where the company is headquartered, Geneva.
Ma è soprattutto la Croce di Calatrava a rappresentare la Patek Philippe. Una croce gigliata simbolo dell’antico ordine monastico-cavalleresco spagnolo dei Cavalieri di Calatrava. La scelta di questo simbolo però, oggi così iconico, non è stata immediata, nonostante fosse stato registrato già nel 1887. Per vederlo, infatti, si è dovuto aspettare i primi decenni del ‘900 con il lancio dell’omonima linea di segnatempo. I motivi della scelta di questo simbolo (o della lunga attesa prima di utilizzarlo) restano un mistero. L’eleganza della croce gigliata e il richiamo ai valori di un’epoca cavalleresca e cristiana (i Cavalieri di Calatrava nel XII secolo, infatti, difendevano la nuova Castiglia dalle armate musulmane) hanno sicuramente avuto il loro peso nella scelta, regalandoci oggi un logo iconico, elegante e belriconoscibile.
Modelli Iconici
Quando parliamo di Patek Philippe, parliamo di modelli che hanno fatto la storia dell'orologeria. Ogni singolo orologio è un capolavoro, ma ci sono alcuni modelli che sono diventati vere e proprie leggende.
But it is above all the Calatrava Cross that represents Patek Philippe. A fleur-de-lis cross, symbol of the ancient Spanish monastic-chivalric order of the Knights of Calatrava. However, the choice of this symbol, now so iconic, was not immediate, despite being registered as early as 1887. In fact, it was not until the early decades of the 1900s with the launch of the eponymous line of timepieces that we could see it. The reasons behind the choice of this symbol (or the long wait before using it) remain a mystery. The elegance of the fleur-de-lis cross and its reference to the values of a chivalrous and Christian era (the Knights of Calatrava in the 12th century defended the new Castile against Muslim armies) surely played a significant role in the decision, giving us today an iconic, elegant, and recognizable logo. Iconic Models When we talk about Patek Philippe, we are talking about models that have made history in watchmaking. Each individual watch is a masterpiece, but there are some models that have become true legends.
Calatrava
Partiamo proprio con un modello che ha fatto la storia della maison, il Calatrava. Diventato ormai simbolo di eleganza allo stato puro, dagli esordi a oggi ha visto la sua collezione allargarsi e incorporare le migliori complicazioni orologiere che solo le grandi maison sono in grado di padroneggiare. Ma il fascino senza tempo del Calatrava deriva soprattutto dal suo design che esprime eleganza e lusso in ogni dettaglio, soprattutto nei modelli più vicini all’originale. La nascita di questo iconico “dress watch” è infatti datata 1932, quando la nuova proprietà decide di rilanciare l’azienda e superare la crisi economica mondiale di quegli anni e di farlo nel migliore dei modi. Serviva qualcosa di rivoluzionario, qualcosa di completamente diverso dall’estetica di quel periodo e il Calatrava (chiamato inizialmente referenza 96) ci riuscì appieno. Viene incaricato del progetto l’inglese David Penney che si ispira alla scuola tedesca del Bauhaus. La forma deve seguire la funzione e allora spariscono orpelli, manierismi, decorazioni e tutto ciò che è superfluo. Cassa rotonda, quadrante pulito, indici a bastone e lancette Dauphine. Una vera rivoluzione, vincente. Oggi praticamente tutti i grandi marchi hanno un dress watch in listino, l’espressione massima dell’eleganza, e inevitabilmente tutti sembrano ispirati e derivati da quel primo iconico Calatrava...
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I NOSTRI MODELLI
CHI SIAMO
Calatrava
Let's start with a model that has made history for the maison, the Calatrava. Now a symbol of pure elegance, from its beginnings to today, its collection has expanded and incorporated the finest watch complications that only the great maisons are capable of mastering. But the timeless charm of the Calatrava primarily derives from its design, which expresses elegance and luxury in every detail, especially in the models closest to the original. The birth of this iconic dress watch dates back to 1932 when the new ownership decided to relaunch the company and overcome the global economic crisis of those years in the best possible way. Something revolutionary was needed, something completely different from the aesthetics of that period, and the Calatrava (initially called reference 96) succeeded fully. The Englishman David Penney was entrusted with the project and drew inspiration from the German Bauhaus school. Form must follow function, so embellishments, mannerisms, decorations, and anything superfluous disappeared. A round case, a clean dial, stick indices, and Dauphine hands. A true and successful revolution. Today, practically all major brands have a dress watch in their lineup, the ultimate expression of elegance, and inevitably, they all seem inspired by and derived from that first iconic Calatrava... CONTINUE OUR MODELS WHO WE ARE
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Buon Orologio o Orologio di Marca? Ecco Cosa Considerare Prima dell'Acquisto. Differenze tra un buon orologio e un orologio di marca, e perché un’alternativa di alta qualità potrebbe essere la scelta giusta
Quando si parla di orologi, una domanda comune è: qual è la differenza tra un buon orologio e un orologio di marca?
Quando si parla di orologi, una domanda comune è: qual è la differenza tra un buon orologio e un orologio di marca? Vale davvero la pena investire in un marchio prestigioso o è possibile trovare un’alternativa di alta qualità che offra le stesse prestazioni e affidabilità senza un logo rinomato? Ecco una guida completa per comprendere cosa distingue un buon orologio da un orologio di marca e come…
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Lancette
Questo in foto è un capolavoro di arte artigianale: è un orologio Breguet che ha molteplici "complicazioni", cioè mostra dei dati come l'equazione del tempo (la differenza tra il tempo solare medio, il nostro tempo civile della durata convenzionale di ventiquattrore, e il tempo solare vero, che varia in funzione dell’orbita irregolare della terra intorno al sole) o il calendario perpetuo e sul quadrante finemente lavorato a guilloche sfoggia un tourbuillion, geniale invenzione di Abraham Louis Breguet, cioè l'installazione dell'intero scappamento (il bilanciere con la rispettiva molla, l'ancora e la ruota di scappamento, ossia le parti più sensibili agli effetti della forza di gravità) all'interno di una gabbia mobile che compie una rotazione completa ogni minuto. In questo modo, i difetti, che hanno una cadenza regolare, si compensano reciprocamente. Questo è un prodotto fatto quasi totalmente a mano da un abilissimo orologiaio. E abilissima è l'autrice di questo libro, che ho adorato
Rebecca Struthers è una delle ultime orologiaie del Regno Unito. In questo saggio racconta la sua storia prima di studentessa (fino alla laurea in orologeria), poi di giovane artigiana e infine da affermata restauratrice di orologi antichi e, insieme al marito Craig, fine produttrice di pezzi unici, fatti completamente a mano nel loro piccolo laboratorio di Birmingham. Ogni capitolo è un pezzo di storia della sua vita, un pezzo di storia dell'orologio e un pezzo di meccanica, dove spiega con la massima semplicità (tipica di chi è maestro di una disciplina) le meraviglie tecniche che indossiamo al polso ogni giorno.
Oltre le incredibili storie dell'oggetto, i cui andamenti variano da oggetto di lusso a status symbol economico, in una sorta di spirale sinusoidale di successo, commercio e crisi e dei personaggi a loro legati (scienziati, re e regine, inventori, industriali, geni come Breguet, generali, esploratori, sportivi e così via), ci sono due aspetti che mi hanno colpito profondamente e personalmente:
l'importanza del lavoro degli artigiani, e soprattutto l'importanza delle scuole per gli artigiani: il saggio di Rebecca Struthers è anche un viaggio nel declino di una certa idea di trasmissione del sapere che è coinciso con la fine delle scuole di alta specializzazione (Struthers è stata una delle ultime a completare un corso di studi specifico per l'oreficeria e l'orologeria, che adesso non esiste più). In un paese come il nostro, che spesso solo a parole si vanta della propria tradizione artigiana (che ancora resiste), dovrebbe essere un motivo di studio e dibattito;
Ci sono delle pagine che ho sentito molto vicine a me quando Struthers parla della decisione di mettersi in proprio, e di aprire un laboratorio "fuori dal tempo": le difficoltà iniziali, il modificare macchinari vecchi e usati, il primo stipendio serio dopo anni ma allo stesso tempo la certezza che una scelta di qualità, che comporta molti più problemi di una scelta di quantità, con il tempo sia premiante soprattutto a livello di piena soddisfazione di sè. e l'importanza di fare le cose con le mani, che è un momento creativo eccezionale.
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L’inchiesta sul crac di Italiacom | Le intercettazioni di Castagna
Il telefono dell'imprenditore era controllato. Le telefonate, secondo i pm, “convergono nell'intenzione di Castagna di occultare dall'attivo fallimentare i macchinari e la merce ancora di proprietà di Italiacom”.
PALERMO – Il 6 giugno scorso il Tribunale di Palermo dichiara il fallimento di Italiacom. L’avventura della compagnia telefonica Made in Sicily giunge al capolinea. Una ventina di giorni prima il suo fondatore, Salvo Castagna, aveva ceduto le quote. “Solo sulla carta”, però, dicono gli investigatori.
Agli atti dell’inchiesta ci sono anche delle recentissime intercettazioni. Il telefono dell’imprenditore, infatti, era controllato. Le conversazioni, scrivono i pm, “convergono nell’intenzione di Castagna di occultare dall’attivo fallimentare i macchinari e la merce ancora di proprietà di Italiacom”. Castagna è indagato per bancarotta fraudolenta, truffa ed evasione fiscale. Accuse alle quali finora ha scelto di non replicare.
La sua voce, il 16 giugno scorso, è rimasta impressa nei nastri magnetici, mentre chiedeva al suo interlocutore “una cosa, il magazzino per quanto riguarda le cose?”. Le cose sarebbero “le attrezzature, computer, server, macchine”. Tre giorni dopo Castagna dava indicazioni ad un altro uomo: “Comu ti l’ha diri che dda banna s’hanna a pigghiari i cuosi…. si devono mettere in un posto… perché mi ha detto l’avvocato dice il curatore giorno 2 non so quando si va a pigghia tutti i cuosi, se c’è un posto semplice, un magazzino che lo prestano per 15 giorni un mese vanno la e lui si prende tutte cose… vediamo se c’è qualcuno che ci può prestare un magazzino, una stanza, un appartamento, un pirtusu”.
Castagna, dunque, avrebbe voluto portare via i server che, secondo l’accusa, potrebbero custodire la prova della truffa ai danni dei clienti Italiacom. Un capitolo delle indagini riguarda, infatti, i prelievi effettuati dalle carte di credito di diversi cittadini. Quanti? Finora sul tavolo del procuratore aggiunto Dino Petralia e del sostituto Claudia Ferrari, ne sono arrivate una manciata. L’ipotesi, però, è che i truffati potrebbero essere centinaia per complessivi di 491 euro giustificati con le voci “adeguamento contrattuale” e “mancata restituzione del modem/router”.
Le indagini proseguono. Tra i punti sotto esame c’è certamente il passaggio delle quote di Italiacom, intestate a Castagna e alla ex compagna, Alba Cinà, pure lei indagata. Ad acquistarle, il 20 maggio scorso, è stata la titolare di un negozio di abbigliamento e biancheria di Palermo. I pm ritengono che potrebbe trattarsi di una sorta di prestanome. Il passaggio di quote sarebbe stata l’ultima tappa del percorso imprenditoriale che i magistrati descrivono “alimentato da una incontenibile smania di ricchezza e notorietà, presentandosi come imprenditore di successo, falsificando documenti contabili e bilanci per creare un’apparente situazione di solidità e floridezza economica”. Alla fine Castagna sarebbe riuscito ad ampliare “l’ambito di operatività delle sue società senza preoccuparsi di acquisire le autorizzazioni necessarie”. A cominciare da quella per piazzare i ripetitori telefonici a Monte Pellegrino.
Non è tutto perché i pm ritengono che Castagna negli ultimi mesi “abbia incrementato l’attività delinquenziale da un lato nel tentativo di reperire con facilità liquidità economiche, forse da reinvestire in nuovi fantasiosi progetti imprenditoriali o più semplicemente per mantenere un elevato tenore di vita”. Ci sono tanti passaggi economici che non convincono. Tra tutti, due bonifici eseguiti nel settembre 2012 per l’importo rispettivamente di 55 e 100 mila euro. Erano stati registrati come pagamenti di forniture. Ed invece risulterebbe il passaggio del denaro dal conto di Italiacom su quello personale di Castagna alla voce “Acconto soci/utili”. Una parte dei soldi sarebbe stata utilizzata “per l’acquisto presso una nota gioielleria palermitana di tre orologi di lusso (Rolex) e un prezioso”. Castagna e la Cinà sono andati nel negozio. Hanno scelto la merce e chiesto di metterla da parte. Fu poi una terza persona a saldare il conto con un assegno circolare.
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Il Caso Ivan Errichiello: Tra Successo, Accuse e Difese sul Caso Time & Gold
Negli ultimi mesi, il nome di Ivan Errichiello, noto anche come Ivan Szydlik, è stato al centro di numerose discussioni. Conosciuto per essere un rivenditore di orologi di lusso e con un seguito di ben 1,4 milioni di follower su Instagram, la sua attività, Time & Gold, ha attirato l'attenzione non solo per i suoi successi nel mondo del lusso, ma anche per alcune accuse da parte di soci e clienti. Tuttavia, resta il quesito: tutti quei follower sono reali o frutto di strategie digitali discutibili?
In collaborazione con Stefano Corti, abbiamo deciso di approfondire nuovamente il caso legato a Time & Gold. La società, famosa per la compravendita di orologi pregiati, è stata spesso elogiata per la qualità dei prodotti offerti e per la sua capacità di attrarre una clientela esclusiva. Ma non mancano le ombre. Alcuni soci e clienti, infatti, hanno sollevato preoccupazioni riguardo la gestione dell’azienda e su alcune pratiche di business che, secondo loro, sarebbero tutt’altro che trasparenti.
Diversi investitori, che inizialmente avevano scommesso sull’espansione della società, hanno cominciato a esprimere malcontento. Alcuni hanno affermato di aver fatto brutte scoperte durante il loro coinvolgimento con Time & Gold. Tra queste, la presunta scarsa trasparenza finanziaria e operazioni poco chiare riguardo la provenienza degli orologi. Alcuni soci, in particolare, sostengono di non aver ricevuto i ritorni economici promessi, il che ha gettato un'ombra di dubbio sulla stabilità e l'integrità dell'azienda.
Ivan Errichiello, però, ha sempre respinto queste accuse, dichiarandosi estraneo a qualsiasi attività illecita o dubbia. Ha insistito sulla solidità della sua attività e sulla legittimità dei suoi follower su Instagram, che considera una prova del suo successo nel mondo degli affari. Secondo lui, le accuse sono state sollevate da un ristretto gruppo di individui insoddisfatti che cercano di danneggiare la sua reputazione per ragioni personali.
Errichiello ha inoltre sottolineato come Time & Gold continui a prosperare, con un portafoglio di clienti internazionali e una presenza digitale sempre più rilevante. Ha difeso con forza la sua trasparenza, assicurando che ogni transazione è eseguita nel rispetto delle normative e che l'azienda opera con i più alti standard di etica professionale. Tuttavia, non ha negato che possano esserci stati dei disguidi o incomprensioni con alcuni soci, ma ha sottolineato che queste sono state prontamente affrontate.
D'altra parte, i soci critici affermano che le risposte fornite da Errichiello non sono sufficienti. Alcuni di loro hanno persino minacciato azioni legali per ottenere chiarezza sulla gestione interna dell'azienda. Queste voci critiche ritengono che la crescita esponenziale dei follower sui social non sia necessariamente un indicatore di successo reale, ma piuttosto una strategia di marketing per attirare investitori e clienti.
Con il caso ancora in evoluzione, non è chiaro quale sarà il futuro di Time & Gold. Ciò che è certo, però, è che Ivan Errichiello continua a difendere con forza la sua posizione e la reputazione della sua azienda, mentre gli occhi di molti restano puntati su di lui e sul suo prossimo passo.
#IvanErrichiello#IvanSzydlik#TimeAndGold#LuxuryWatches#StefanoCorti#InstagramFollowers#BusinessControversy#OrologiDiLusso#Investitori#AccuseEControversie
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Stafino.it| Watch Store: Vendita online di orologi, occhiali di Lusso delle migliori marche, Rolex, Tag Heuer, Patek Philippe, Citizen, Locman, Armani, Timex, Bulova, Maserati, Invicta, Hamilton, Festina, Rado, Seiko, Woodstock, Sector, Fossil, Henry Jay,
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Omega: la storia e il fascino degli orologi svizzeri di lusso
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Curiosità e aneddoti sugli orologi Omega
Strano ma vero, su alcuni Speedmaster è presente l’immagine di Snoopy, il celebre cane di Charlie Brown nato dalla matita del fumettista Charles M. Schulz.
Non si tratta però di una sponsorizzazione o della scelta di qualche dirigente della Omega fan sfegatato del beagle più famoso al mondo, la presenza di Snoopy rappresenta ben altro.
La NASA infatti conferisce il premio Silver Snoopy Awards ai fornitori che si distinguono per il loro contributo eccezionale alla sicurezza e al successo delle missioni umane nello spazio. Il premio prende il nome proprio da Snoopy che è stato scelto come mascotte del programma di sicurezza della NASA, diventando il simbolo della sicurezza delle missioni.
Omega è stata insignita proprio del prestigioso Snoopy d’argento nel 1970 a seguito degli avvenimenti della missione Apollo 13.
Il fondamentale contributo di Omega ha valso alla Maison l’attribuzione del Silver Snoopy Award e proprio per questo sono state presentate delle edizioni celebrative del cronografo in cui appare il personaggio dei Peanuts.
Uno dei modelli più noti è lo Speedmaster “Silver Snoopy Award” 50th Anniversary, che presenta uno Snoopy astronauta sul quadrante e un fondello trasparente molto particolare. Sul retro dell’orologio infatti è presente un modulo lunare guidato da Snoopy che compie il giro del quadrante (ops… fondello) in 60 secondi... CONTINUA L'ARTICOLO
I MODELLI ICONICI DI OMEGA ORAFIX.IT
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Che brava Shakira che si è vendicata cantando una canzone nella quale oggettifica sé stessa e la nuova fiamma del suo ex paragonando sé e la rivale a varie marche cheap o di lusso di orologi e automobili. Chapeau.
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Amazfit Balance Smartwatch 46 mm
Amazfit Balance Smartwatch 46 mm
Controllo Vocale con AI: Controlla completamente il tuo orologio intelligente con la voce grazie a Zepp Flow. Grazie alla tecnologia GPT-4.0 di OpenAI, è possibile regolare le impostazioni dell'orologio, inviare risposte ai messaggi vocali alle app Android come WhatsApp e molto altro ancora.
Design Sottile ed Elegante: Realizzato per evocare sia gli angoli slanciati delle auto di lusso che l'eleganza degli orologi tradizionali, il telaio metallico è leggerissimo e pesa solo 35 grammi. L'ampio display AMOLED da 1,5” è decorato con una lunetta in vetro antiriflesso leader del settore.
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GPS Accurato e Mappe Offline Gratuite: Traccia le tue passeggiate, corse e giri in bicicletta con un'accuratezza leader nel settore, anche sotto edifici alti o alberi di alto fusto. Il supporto di 6 sistemi satellitari consente di acquisire la connessione in modo incredibilmente veloce, mentre le mappe scaricabili gratuitamente consentono di comprendere facilmente ciò che vi circonda.
Piani di Allenamento Personalizzati: Sfruttate la potenza dell'intelligenza artificiale per ottenere piani di allenamento e indicazioni su misura per voi; Allenatevi in modo più intelligente e bilanciate attività e recupero con piani specializzati per gare di 3K, 5K, 10K, mezza maratona e maratona completa.
Analisi della Prontezza di Mente e Corpo: Ottenete un punteggio giornaliero di prontezza che si aggiorna in tempo reale durante la giornata; Riassume il vostro recupero mentale e fisico, mentre il Readiness Insight che lo accompagna fornisce indicazioni utili per decidere se dare priorità al riposo.
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IL GENOCIDIO DEGLI YANOMAMI e la MORTE DELLA NATURA per la merce in oro e diamanti e L’ARTE DEL LAVAGGIO VERDE dei COMMERCIANTI D’ORO con le loro …
Il negozio Cartier vendono gioielli, orologi e accessori di lusso esclusivi in oro e diamanti dal 1847 – foto: Cartier “Le cose vanno male dal 2015…IL GENOCIDIO DEGLI YANOMAMI e la MORTE DELLA NATURA per la merce in oro e diamanti e L’ARTE DEL LAVAGGIO VERDE dei COMMERCIANTI D’ORO con le loro …
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Omega è uno dei marchi più famosi e rispettati al mondo. Essere il cronometrista ufficiale dei Giochi Olimpici e delle missioni spaziali della NASA d’altronde non è cosa da tutti. La maison di Bienne in oltre 170 anni di storia è stata capace di diventare quel gigante dell’orologeria di lusso che ha catturato l'immaginazione di generazioni.
Omega is one of the most famous and respected brands in the world. Being the official timekeeper of the Olympic Games and NASA space missions is no small feat. The maison from Bienne, with over 170 years of history, has managed to become a giant in luxury watchmaking that has captured the imagination of generations.
Storia
In un pittoresco angolo della Svizzera, dove il tempo sembra scorrere al ritmo dei ticchettii degli orologi, nel 1848, il giovane Louis Brandt fondò un piccolo laboratorio di assemblaggio orologi a La Chaux-de-Fonds. Con un occhio attento al dettaglio e un cuore pulsante di ambizione, Brandt si mise al lavoro, inconsapevole che stava ponendo le basi di quello che sarebbe diventato uno dei marchi di orologi di lusso più iconici del mondo: Omega.
Gli orologi prodotti da Brandt trovarono presto apprezzamento per la loro precisione e qualità. Dopo la morte del fondatore, nel 1879, i suoi figli Louis-Paul e Caesar decidono di fare il grande passo trasformando il laboratorio in una manifattura industriale e trasferiscono la sede a Bienne, dove si trova tutt’ora.
In a picturesque corner of Switzerland, where time seems to flow to the rhythm of ticking clocks, in 1848, the young Louis Brandt founded a small watch assembly workshop in La Chaux-de-Fonds. With a keen eye for detail and a heart filled with ambition, Brandt set to work, unaware that he was laying the foundation for what would become one of the world's most iconic luxury watch brands: Omega. The watches produced by Brandt quickly gained appreciation for their precision and quality. After the founder's death in 1879, his sons Louis-Paul and Caesar decided to take a big step forward by transforming the workshop into an industrial manufacturing facility and relocated the headquarters to Bienne, where it remains to this day.
La vera svolta arriva però nel 1894 quando viene creato il calibro 19, chiamato Omega. Il nuovo movimento è una vera rivoluzione, semplice, preciso, facile da costruire e con parti intercambiabili per una manutenzione agevole e immediata. Vince diversi premi e batte numerosi record. Il successo è tale che il nome del movimento verr�� scelto nel 1903 anche come nome dell’azienda, abbandonando la dicitura con il cognome di famiglia. Omega Watch Co. dunque, come l’ultima lettera dell’alfabeto greco, simbolo di perfezione e completamento.
Nel 1930 Omega entra a far parte della SSIH, Società Svizzera per l’Industria Orologiera, assieme a Tissot e Lemania, dando vita al primo gruppo orologiero svizzero, e consolidando il suo status come un titano dell’orologeria. Nel 1932, la casa svizzera viene scelta come cronometrista ufficiale dei Giochi Olimpici di Los Angeles, un titolo che ha mantenuto fino ai giorni nostri.
However, the real breakthrough came in 1894 when the caliber 19, called Omega, was created. The new movement was a true revolution - simple, precise, easy to assemble, and with interchangeable parts for easy and immediate maintenance. It won several awards and set numerous records. The success was such that in 1903, the name of the movement was chosen as the company's name, abandoning the use of the family surname. Thus, Omega Watch Co. emerged, like the last letter of the Greek alphabet, symbolizing perfection and completion. In 1930, Omega became part of the SSIH (Swiss Watchmaking Industry Corporation) along with Tissot and Lemania, forming the first Swiss watchmaking group and solidifying its status as a titan in watchmaking. In 1932, the Swiss brand was chosen as the official timekeeper of the Los Angeles Olympic Games, a title it has held to this day.
L’apice mediatico arriva nel 1969, quando il suo Speedmaster, in dotazione agli astronauti della NASA diventa il primo orologio ad andare sulla Luna durante la storica missione Apollo 11, guadagnandosi così il soprannome di Moonwatch.
Negli anni ‘70, l'industria orologiera svizzera viene scossa dalla rivoluzione del quarzo, e Omega, tenendo il passo con i tempi, introduce i suoi modelli al quarzo, senza però dimenticare le sue radici meccaniche e continuando a realizzare orologi meccanici di alta gamma.
Il continuo perfezionamento della maison ha portato negli anni a innovare e sperimentare. Nel 1999 viene introdotto il movimento co-axiale che riduce l’attrito interno e aumenta la durata e la precisione dell’orologio. Stesso discorso per i modelli subacquei della casa. La continua evoluzione ha permesso nel 2019 di portare un Omega in fondo alla Fossa delle Marianne eguagliando così il record degli eterni rivali della Rolex.
Dal 1998 Omega fa parte del gruppo Swatch insieme a Tissot, Blancpain, Breguet, Swatch, Glasshutte e molti altri.
In oltre 170 anni di storia Omega è un marchio che ha superato i confini dell'orologeria, diventando un simbolo di status, innovazione e audacia.
Dal laboratorio di Louis Brandt alla Luna, Omega continua a spingere avanti le lancette del progresso e dell'eccellenza.
The media peak was reached in 1969 when Omega's Speedmaster, worn by NASA astronauts, became the first watch to go to the Moon during the historic Apollo 11 mission, earning the nickname "Moonwatch." In the 1970s, the Swiss watch industry was shaken by the quartz revolution, and Omega, keeping up with the times, introduced its quartz models while still not forgetting its mechanical roots and continuing to produce high-end mechanical watches. The continuous refinement of the maison has led to innovation and experimentation over the years. In 1999, the co-axial movement was introduced, reducing internal friction and increasing the durability and precision of the watch. The same applies to the brand's diving models. The ongoing evolution allowed Omega to reach the bottom of the Mariana Trench in 2019, matching the record of their eternal rivals, Rolex. Since 1998, Omega has been part of the Swatch Group, alongside Tissot, Blancpain, Breguet, Swatch, Glashütte, and many others. In over 170 years of history, Omega is a brand that has surpassed the boundaries of watchmaking, becoming a symbol of status, innovation, and audacity. From Louis Brandt's workshop to the Moon, Omega continues to push the hands of progress and excellence forward.
Il Logo
Il logo della Omega è sicuramente uno dei più famosi e riconoscibili del mondo dell’orologeria, nonché uno dei più antichi. La cosa più sorprendente però è che pur essendo stato creato verso la metà dell’ottocento è rimasto pressoché invariato per tutta la storia dell’azienda, fedele alla sua semplicità ed eleganza.
Le uniche modifiche degne di nota infatti sono legate alla scelta dei colori.
Il primo logo infatti era nero su sfondo bianco con la lettera greca Omega Ω inserita sopra al nome scritto in stampatello maiuscolo. Nel ’74 invece è nata la versione attuale, con la scelta del rosso come colore aziendale.
Il logo risulta così ancora più d’impatto. Semplice, diretto, preciso e molto riconoscibile. Caratteristiche ben rappresentate dalla scelta del carattere Futura, con lettere in stile Bauhaus formate da forme geometriche pure come cerchi e linee.
Modelli Iconici
Nella sua lunga storia Omega ha realizzato molti orologi diventati vere e proprie icone dell’alta orologeria. Modelli capaci di andare nello spazio, nelle profondità marine ma anche finire al polso di Presidenti degli Stati Uniti e perché no, anche di spie britanniche come lo 007 James Bond.
The Omega logo is certainly one of the most famous and recognizable in the watchmaking world, as well as one of the oldest. The most surprising thing, however, is that despite being created in the mid-19th century, it has remained largely unchanged throughout the company's history, remaining faithful to its simplicity and elegance. The only notable changes have been related to the choice of colors. The first logo was black on a white background, with the Greek letter Omega (Ω) placed above the name written in uppercase. In '74, the current version was born, with the choice of red as the company's color. The logo thus becomes even more impactful. Simple, direct, precise, and highly recognizable. These characteristics are well represented by the choice of the Futura typeface, with letters in a Bauhaus style formed by pure geometric shapes such as circles and lines. Iconic Models Throughout its long history, Omega has created many watches that have become true icons of haute horlogerie. Models capable of going into space, into the depths of the sea, and even ending up on the wrists of Presidents of the United States and, why not, British spies like 007 James Bond.
Speedmaster (il leggendario Moonwatch)
Il modello più iconico e famoso di Omega è sicuramente il suo cronografo, lo Speedmaster.
Nato nel 1957, è stato il primo cronografo da polso a portare la scala tachimetrica sulla lunetta e non sul quadrante. Declinato oggi in svariate configurazioni, quella che più colpisce è sicuramente la versione capace di arrivare addirittura sulla luna.
Quando nel 1969 la NASA decise di dotare i suoi astronauti di un orologio capace di resistere alle condizioni estreme di una missione spaziale, ci fu una storica gara tra diversi marchi. Omega, Rolex, Bulova, Hamilton, Elgin e Longines presentarono i loro segnatempo che furono testati al limite delle possibilità. L’unico a sopravvivere a tutte le prove ed essere scelto come orologio ufficiale della NASA fu proprio lo Speedmaster... CONTINUA
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The most iconic and famous model of Omega is undoubtedly its chronograph, the Speedmaster. Born in 1957, it was the first wrist chronograph to feature a tachymeter scale on the bezel rather than the dial. Today, it is available in various configurations, but the version that stands out the most is undoubtedly the one capable of even reaching the moon. When NASA decided to equip its astronauts with a watch that could withstand the extreme conditions of a space mission in 1969, there was a historic competition among several brands. Omega, Rolex, Bulova, Hamilton, Elgin, and Longines presented their timepieces, which were tested to the limits of their capabilities. The only one to survive all the tests and be chosen as the official watch of NASA was the Speedmaster... CONTINUE
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L’inchiesta sul crac di Italiacom | Le intercettazioni di Castagna
Il 6 giugno scorso il Tribunale di dichiara il fallimento di Italiacom. L’avventura della compagnia telefonica Made in Sicily giunge al capolinea. Una ventina di giorni prima il suo fondatore, Salvo Castagna, aveva ceduto le quote. “Solo sulla carta”, però, dicono gli investigatori.
Agli atti dell’inchiesta ci sono anche delle recentissime intercettazioni. Il telefono dell’imprenditore, infatti, era controllato. Le conversazioni, scrivono i pm, “convergono nell’intenzione di Castagna di occultare dall’attivo fallimentare i macchinari e la merce ancora di proprietà di Italiacom”. Castagna è indagato per bancarotta fraudolenta, truffa ed evasione fiscale. Accuse alle quali finora ha scelto di non replicare.
La sua voce, il 16 giugno scorso, è rimasta impressa nei nastri magnetici, mentre chiedeva al suo interlocutore “una cosa, il magazzino per quanto riguarda le cose?”. Le cose sarebbero “le attrezzature, computer, server, macchine”. Tre giorni dopo Castagna dava indicazioni ad un altro uomo: “Comu ti l’ha diri che dda banna s’hanna a pigghiari i cuosi…. si devono mettere in un posto… perché mi ha detto l’avvocato dice il curatore giorno 2 non so quando si va a pigghia tutti i cuosi, se c’è un posto semplice, un magazzino che lo prestano per 15 giorni un mese vanno la e lui si prende tutte cose… vediamo se c’è qualcuno che ci può prestare un magazzino, una stanza, un appartamento, un pirtusu”.
Castagna, dunque, avrebbe voluto portare via i server che, secondo l’accusa, potrebbero custodire la prova della truffa ai danni dei clienti Italiacom. Un capitolo delle indagini riguarda, infatti, i prelievi effettuati dalle carte di credito di diversi cittadini. Quanti? Finora sul tavolo del procuratore aggiunto Dino Petralia e del sostituto Claudia Ferrari, ne sono arrivate una manciata. L’ipotesi, però, è che i truffati potrebbero essere centinaia per complessivi di 491 euro giustificati con le voci “adeguamento contrattuale” e “mancata restituzione del modem/router”.
Le indagini proseguono. Tra i punti sotto esame c’è certamente il passaggio delle quote di Italiacom, intestate a Castagna e alla ex compagna, Alba Cinà, pure lei indagata. Ad acquistarle, il 20 maggio scorso, è stata la titolare di un negozio di abbigliamento e biancheria di. I pm ritengono che potrebbe trattarsi di una sorta di prestanome. Il passaggio di quote sarebbe stata l’ultima tappa del percorso imprenditoriale che i magistrati descrivono “alimentato da una incontenibile smania di ricchezza e notorietà, presentandosi come imprenditore di successo, falsificando documenti contabili e bilanci per creare un’apparente situazione di solidità e floridezza economica”. Alla fine Castagna sarebbe riuscito ad ampliare “l’ambito di operatività delle sue società senza preoccuparsi di acquisire le autorizzazioni necessarie”. A cominciare da quella per piazzare i ripetitori telefonici a Monte Pellegrino.
Non è tutto perché i pm ritengono che Castagna negli ultimi mesi “abbia incrementato l’attività delinquenziale da un lato nel tentativo di reperire con facilità liquidità economiche, forse da reinvestire in nuovi fantasiosi progetti imprenditoriali o più semplicemente per mantenere un elevato tenore di vita”. Ci sono tanti passaggi economici che non convincono. Tra tutti, due bonifici eseguiti nel settembre 2012 per l’importo rispettivamente di 55 e 100 mila euro. Erano stati registrati come pagamenti di forniture. Ed invece risulterebbe il passaggio del denaro dal conto di Italiacom su quello personale di Castagna alla voce “Acconto soci/utili”. Una parte dei soldi sarebbe stata utilizzata “per l’acquisto presso una nota gioielleria palermitana di tre orologi di lusso (Rolex) e un prezioso”. Castagna e la Cinà sono andati nel negozio. Hanno scelto la merce e chiesto di metterla da parte. Fu poi una terza persona a saldare il conto con un assegno circolare.
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Rolex e Ferrari, mega sequestro per l'imprenditore Salvo Castagna
Col supporto investigativo della guardia di finanza la Procura di ha sequestrato d'urgenza aziende e altri beni riconducibili all'imprenditore televisivo Salvatore Castagna.
Il provvedimento riguarda quote di partecipazione di Italiacom srl, Italiacom-net srl, Italiacom-tv srl, Holaphone srl; conti correnti personali e delle società, apparati informatici, orologi, orologi Rolex, e 9 veicoli tra i quali una Ferrari con targa sanmarinese. Le indagini sono dirette dal pm Claudia Ferrari e coordinate dall'aggiunto Dino Petralia.
L'inchiesta riguarda violazioni tributarie e truffe. Castagna è indagato per bancarotta fraudolenta, emissione e utilizzazione di fatture false, truffa aggravata ai danni dell'Inps e di migliaia di utenti sottoscrittori di contratti di telefonia mai attivati.
L'indagine nasce nell'agosto 2013, quando i finanzieri eseguono un accertamento negli uffici di una società del gruppo imprenditoriale per un controllo in materia di lavoro e scoprono 38 lavoratori in nero impiegati nel call center della azienda. L'inchiesta accerta che tre società avevano impiegato irregolarmente, tra il 2010 ed il 2013, ben 218 lavoratori attraverso finti contratti di collaborazione autonoma occasionale che nascondevano rapporti subordinati.
L'imprenditore, inoltre, attraverso finte dimissioni e successive riassunzioni sarebbe riuscito a ottenere agevolazioni contributive.
Nel corso delle indagini sui conti bancari i militari accertano una serie di prelievi di denaro dalle casse delle tre società con le quali l'imprenditore avrebbe acquistato auto di lusso (Ferrari, BMW ed Audi), orologi di pregio (Rolex), viaggi e feste finalizzate alla promozione della sua figura di cantante. Gli ingenti flussi di cassa, a cui nel tempo l'imprenditore ha attinto, erano però generati, non dalle sue attività imprenditoriali, ma da illeciti che gli hanno consentito di abbattere i costi d'impresa a danno dei dipendenti e delle casse dell'Erario.
I finanzieri avrebbero accertato inoltre emissioni e utilizzo di fatture per operazioni inesistenti attraverso la creazione di società fittizie con sede a Londra e nel paradiso fiscale americano del Delaware (Usa) per circa 6 milioni di euro: Castagna avrebbe così ottenuto indebiti vantaggi fiscali e avrebbe gonfiato i bilanci da presentare alle banche per ottenere l'apertura di linee di credito e creare una virtuale e florida realtà contabile quale biglietto da visita per ottenere importanti commesse pubblicitarie.
La società avrebbe omesso versamenti alle casse dell'Erario in materia di Iva e ritenute previdenziali ed assistenziali per oltre 732 mila euro. Inoltre, è stato scoperto che due delle tre ditte hanno indebitamente prelevato dalle carte di credito di oltre 1000 clienti circa 491 euro pro - capite, giustificando questi movimenti come "adeguamento contrattuale una tantum" ovvero con la mancata restituzione del modem/router fornito al momento dell'attivazione, sebbene in alcuni casi lo stesso sia stato acquistato dai clienti stessi.
Nonostante questi flussi, una delle società ha accumulato debiti per oltre 10 milioni di euro, tant'è che ne è stato dichiarato il fallimento, a seguito del quale l'imprenditore è stato indagato per bancarotta fraudolenta, avendo distratto dalle casse sociali oltre 2 milioni di euro.
Infine, con la collaborazione diretta della Federazione per la tutela dei Contenuti Audiovisivi e Multimediali i finanzieri hanno "oscurato" un portale web creato dall'imprenditore per consentire agli utenti di poter visualizzare, in streaming film ed altre proiezioni protette.
Patricia Marks
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L’inchiesta sul crac di Italiacom | Le intercettazioni di Castagna
Il telefono dell'imprenditore era controllato. Le telefonate, secondo i pm, “convergono nell'intenzione di Castagna di occultare dall'attivo fallimentare i macchinari e la merce ancora di proprietà di Italiacom”.
Il 6 giugno scorso il Tribunale di dichiara il fallimento di Italiacom. L’avventura della compagnia telefonica Made in Sicily giunge al capolinea. Una ventina di giorni prima il suo fondatore, Salvo Castagna, aveva ceduto le quote. “Solo sulla carta”, però, dicono gli investigatori.
Agli atti dell’inchiesta ci sono anche delle recentissime intercettazioni. Il telefono dell’imprenditore, infatti, era controllato. Le conversazioni, scrivono i pm, “convergono nell’intenzione di Castagna di occultare dall’attivo fallimentare i macchinari e la merce ancora di proprietà di Italiacom”. Castagna è indagato per bancarotta fraudolenta, truffa ed evasione fiscale. Accuse alle quali finora ha scelto di non replicare.
La sua voce, il 16 giugno scorso, è rimasta impressa nei nastri magnetici, mentre chiedeva al suo interlocutore “una cosa, il magazzino per quanto riguarda le cose?”. Le cose sarebbero “le attrezzature, computer, server, macchine”. Tre giorni dopo Castagna dava indicazioni ad un altro uomo: “Comu ti l’ha diri che dda banna s’hanna a pigghiari i cuosi…. si devono mettere in un posto… perché mi ha detto l’avvocato dice il curatore giorno 2 non so quando si va a pigghia tutti i cuosi, se c’è un posto semplice, un magazzino che lo prestano per 15 giorni un mese vanno la e lui si prende tutte cose… vediamo se c’è qualcuno che ci può prestare un magazzino, una stanza, un appartamento, un pirtusu”.
Castagna, dunque, avrebbe voluto portare via i server che, secondo l’accusa, potrebbero custodire la prova della truffa ai danni dei clienti Italiacom. Un capitolo delle indagini riguarda, infatti, i prelievi effettuati dalle carte di credito di diversi cittadini. Quanti? Finora sul tavolo del procuratore aggiunto Dino Petralia e del sostituto Claudia Ferrari, ne sono arrivate una manciata. L’ipotesi, però, è che i truffati potrebbero essere centinaia per complessivi di 491 euro giustificati con le voci “adeguamento contrattuale” e “mancata restituzione del modem/router”.
Le indagini proseguono. Tra i punti sotto esame c’è certamente il passaggio delle quote di Italiacom, intestate a Castagna e alla ex compagna, Alba Cinà, pure lei indagata. Ad acquistarle, il 20 maggio scorso, è stata la titolare di un negozio di abbigliamento e biancheria di. I pm ritengono che potrebbe trattarsi di una sorta di prestanome. Il passaggio di quote sarebbe stata l’ultima tappa del percorso imprenditoriale che i magistrati descrivono “alimentato da una incontenibile smania di ricchezza e notorietà, presentandosi come imprenditore di successo, falsificando documenti contabili e bilanci per creare un’apparente situazione di solidità e floridezza economica”. Alla fine Castagna sarebbe riuscito ad ampliare “l’ambito di operatività delle sue società senza preoccuparsi di acquisire le autorizzazioni necessarie”. A cominciare da quella per piazzare i ripetitori telefonici a Monte Pellegrino.
Non è tutto perché i pm ritengono che Castagna negli ultimi mesi “abbia incrementato l’attività delinquenziale da un lato nel tentativo di reperire con facilità liquidità economiche, forse da reinvestire in nuovi fantasiosi progetti imprenditoriali o più semplicemente per mantenere un elevato tenore di vita”. Ci sono tanti passaggi economici che non convincono. Tra tutti, due bonifici eseguiti nel settembre 2012 per l’importo rispettivamente di 55 e 100 mila euro. Erano stati registrati come pagamenti di forniture. Ed invece risulterebbe il passaggio del denaro dal conto di Italiacom su quello personale di Castagna alla voce “Acconto soci/utili”. Una parte dei soldi sarebbe stata utilizzata “per l’acquisto presso una nota gioielleria palermitana di tre orologi di lusso (Rolex) e un prezioso”. Castagna e la Cinà sono andati nel negozio. Hanno scelto la merce e chiesto di metterla da parte. Fu poi una terza persona a saldare il conto con un assegno circolare.
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Dalla scalata con Italiacom al carcere, vi ricordate di Salvo Castagna?
Qualcuno si ricorderà di Salvatore Castagna, l’imprenditore che aveva iniziato la scalata verso il successo creando un impero con diverse società che operavano nel mondo della comunicazione e della telefonia. Dopo il sequestro dei beni, e il dissequestro disposto dalla Cassazione, di lui non si è saputo più nulla.
Probabilmente in pochi sanno che l’imprenditore, che aveva conquistato un certo seguito anche grazie alle sue doti canore, sta scontando dal 2023 una pena detentiva al Pagliarelli in regime di semilibertà vigilata.
Ma dall'inizio di quest'estate ha fatto perdere le sue tracce. Dov'è ora Salvo Castagna? E' quello che si chiedono la Procura e le forze dell’ordine da quasi un mese, ovvero da quando non ha fatto più rientro in carcere dove aveva l’obbligo di andare a dormire dopo aver concluso, su permesso del giudice, la sua giornata di lavoro in una banca a Palermo.
A oggi risulta dunque latitante e ai procedimenti subiti in passato, alcuni definitivi e altri ancora pendenti in appello, si aggiunge una nuova accusa, quella di evasione, che ha provato a respingere sostenendo tramite il suo avvocato di essere un "Trade commissioner" e di godere di…
Business enterprise Insurance is really a singular, authoritative news and knowledge resource for executives centered upon danger management, hazard transfer and hazard funding.
S. airborne fighter, attack and bomber System. The corporation has outlined these features in a new marketing movie to the missile, 3 months soon after it had been very first unveiled.
La società è risultata avere omesso versamenti alle casse dell’Erario in materia di Iva e ritenute previdenziali ed assistenziali for each salvo castagna oltre 732 mila euro.
Pertanto, è da ritenere che nessuna implicazione possa sussistere circa il monitoraggio, mediante il quadro RW del modello Redditi Pf, delle disponibilità vincolate ai servizi offerti dalla piattaforma, la cui possibile “ubicazione” extraterritoriale del gestore non obbligherebbe il fruitore del servizio ai citati adempimenti.
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Non solo, ma Castagna, attraverso finte dimissioni e successive riassunzioni è riuscito ad ottenere agevolazioni in materia di contributi in realtà non spettanti e quindi a danno dell’Inps. Nel corso delle indagini sui conti bancari i militari hanno accertato poi una serie di prelievi di denaro dalle casse delle tre società con le quali l’imprenditore ha acquistato car di lusso (Ferrari, Bmw ed Audi), orologi di pregio (Rolex), viaggi e feste finalizzate alla promozione della sua figura di cantante sulla scena italiana (noti eventi musicali svoltisi in importanti luoghi siciliani occur il teatro Golden di Palermo e la Valle dei Templi di Agrigento e ribattezzati con il nome “Italiacom with Adore”).
Commenting over the launch, Salvo Castagna claimed, “The financial marketplace is in a crossroads, with digital currencies getting to be increasingly integral to worldwide finance.
Salvo Castagna, nato a Palermo nel 1977, ha iniziato a fare musica da giovanissimo, girando la Sicilia in tour con la sua band, collaborando con artisti occur Paolo Vallesi e Francesco Baccini e aiutando con il ricavato dei concerti le associazioni che si occupano della ricerca sull’autismo.
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