#ok questa è smut sul serio
Explore tagged Tumblr posts
Text
Your eyes did shine, your lips were fine (The device in your pants was out of sight) - Fauna96 - Hanno Ucciso l'Uomo Ragno: La leggendaria storia degli 883 (TV) [Archive of Our Own]
Baciare Max era una delle cose più belle che Mauro avesse mai provato in vita sua; che fossero baci stampati in fretta per salutarsi, baci esagerati per dare fastidio a Cisco o baci come quello, lunghi e pieni di sospiri, erano sempre qualcosa di incredibile. Che a lui, Mauro Repetto, fosse concesso baciare (o limonare direttamente) Max Pezzali aveva dell’incredibile, e Mauro non aveva intenzione di perdere mezza occasione per farlo.
#hanno ucciso l'uomo ragno#hulur#max pezzali#mauro repetto#pezzetto#fanfic#my fic#my story#fanfiction#ok questa è smut sul serio#sempre nel mio range ma comunque#mai piú raga#un parto è stato
10 notes
·
View notes
Text
The one where Ermal goes to Fabrizio
(questa roba è il seguito della one shot precedente - The one with Bianca’s show - che qualcuno mi aveva chiesto qualche giorno fa. C’è una lievissima presenza di smut, ma proprio lieve eh... roba da far ridere insomma. Ed è la prima volta che scrivo qualcosa del genere quindi ogni tipo di commento/critica è ben accetto)
Quando Fabrizio aveva detto a Ermal di correre da lui, di certo non si aspettava che Ermal lo facesse davvero. Non subito, almeno.
Entrambi avevano ancora degli impegni - lui la serata a Ostia, Ermal il concerto a Lugano - e non potevano buttare tutto all'aria solo perché avevano voglia di vedersi.
Per questo Fabrizio rimase sorpreso quando quel sabato pomeriggio, Ermal si presentò davanti alla porta di casa sua.
Non ebbe nemmeno il tempo di parlare che Ermal, con un enorme sorriso stampato in faccia, gli si buttò letteralmente addosso stringendo le mani sui suoi fianchi. Fabrizio sospirò sentendo il corpo di Ermal spalmarsi contro il suo e ricambiò l'abbraccio.
Nascose il viso nell'incavo del suo collo, mentre Ermal sussurrava: "Mi sei mancato."
"Anche tu" rispose semplicemente Fabrizio lasciandogli un bacio sul collo. Poi si scostò abbastanza da guardarlo negli occhi e disse: "Ma che ci fai qui? Non dovresti essere a Milano?"
"Dovrei, ma avevo bisogno di vederti. Me l'hai detto tu di correre da te appena finito il concerto" rispose Ermal sciogliendo l'abbraccio e afferrando la valigia che aveva abbandonato a terra un attimo prima.
"Sì, ma non pensavo che lo avresti fatto sul serio. Non subito" disse Fabrizio spostandosi di lato per fare entrare Ermal.
"Abbiamo un discorso in sospeso e non potevo aspettare" rispose Ermal lasciando la valigia accanto alla porta. Poi si voltò verso Fabrizio e lo osservò mentre chiudeva la porta. I muscoli nella schiena erano tesi, così come la mano stretta sulla maniglia.
"Sei nervoso?" chiese Ermal.
Fabrizio si passò una mano tra i capelli, spettinandoli ancora di più, e disse: "Un po'. Non so perché, in realtà."
C'era poco per cui essere nervosi, questo Fabrizio lo sapeva bene.
Ermal era stato abbastanza chiaro da fargli capire che ricambiava i suoi sentimenti, quindi perché si stava preoccupando?!
In realtà, c'era una piccola parte della sua mente che si ostinava a non credere a ciò che aveva davanti agli occhi. Sentiva di non meritarsi Ermal, né come amico né tanto meno come qualcosa di più.
Eppure, se davvero non se lo meritava, perché Ermal lo stava guardando come se non avesse mai visto nulla di più bello?
"Non devi essere nervoso. Non con me" disse Ermal avvicinandosi a lui.
Quando Fabrizio si voltò verso di lui, Ermal era a pochi centimetri di distanza. Era talmente vicino che riusciva a vedere un accenno di barba che fino a quel momento non aveva notato. Talmente vicino che riusciva a sentire il suo respiro, facendogli ricordare improvvisamente che lui invece il respiro l'aveva trattenuto appena si era accorto della sua vicinanza.
Riprese a respirare lentamente - sperando che Ermal non se ne accorgesse, perché proprio non gli andava di fare figuracce simili alla sua età - e allungò la mano fino a sfiorare le dita di Ermal.
Il riccio sorrise mentre abbassava lo sguardo sulle loro mani, ormai intrecciate, e si avvicinò ulteriormente inclinando leggermente la testa. Voleva baciare Fabrizio, ne sentiva il bisogno.
Era qualcosa che sentiva da tempo ormai, ma dopo la loro telefonata - dopo che ormai si erano confessati tutto, o quasi - era diventata una necessità, qualcosa di cui proprio non poteva fare a meno.
Fabrizio sembrava pensarla allo stesso modo perché, dopo avergli posato la mano libera sulla nuca, lo avvicinò a sé facendo scontrare le labbra con le sue.
Sentendo il contatto con la bocca di Fabrizio, Ermal sospirò e si strinse maggiormente a lui, sciogliendo la stretta sulla sua mano per stringergli i fianchi.
Le dita fredde di Ermal scivolarono su una porzione di pelle scoperta, appena sopra la cintura, facendo rabbrividire Fabrizio e facendolo barcollare leggermente all'indietro fino ad appoggiarsi alla porta chiusa.
Era tutto esattamente come lo avevano immaginato.
Le labbra di Ermal si muovevano lente su quelle di Fabrizio mentre la lingua del più grande scivolava nella sua bocca, facendogli sentire il familiare sapore della nicotina.
Aveva immaginato quel momento così tante volte, che gli sembrava la cosa più naturale del mondo stare lì, tra le braccia di Fabrizio, con le labbra premute sulle sue.
Quando si scostò per riprendere fiato, Fabrizio spostò le labbra sul suo collo facendolo sospirare ancora di più.
"Guai a te se mi lasci i segni" mormorò Ermal con il fiato corto e la testa inclinata per permettere a Fabrizio di baciarlo meglio.
"Perché? Hai paura che qualcuno li veda?" rispose Fabrizio contro la sua pelle.
"Eh direi di sì, Bizio."
Fabrizio sospirò mentre appoggiava la fronte sulla spalla di Ermal.
Era ancora incredulo. Aveva immaginato così tante volte di sentire Ermal pronunciare il suo nome con quel tono di voce, quasi sussurrandolo ma con la stessa intensità di un urlo. E ogni volta che l'aveva immaginato, poi era finito a toccarsi come un ragazzino.
"Tutto ok?" chiese Ermal sentendo Fabrizio appoggiarsi a lui e la sua mano, che stava ancora appoggiata alla sua nuca, irrigidirsi leggermente.
"Sì. Dammi solo un secondo" sussurrò Fabrizio.
Ermal si scostò da lui prendendogli il viso tra le mani. "Ehi, che succede?"
Fabrizio lo fissò per un attimo prima di riuscire a rispondere.
Era così vicino che avrebbe potuto contargli le piccole rughe che ormai iniziava ad avere intorno agli occhi. Gli venne da ridere pensando a quante volte proprio Ermal aveva scherzato sul fatto che Fabrizio fosse più vecchio di lui e a quante volte Fabrizio aveva risposto: "Non di molto. Tra pochi anni ci arrivi pure te alla mia età."
Fabrizio scosse la testa dicendo: "Non è niente, davvero."
"Bizio..."
"Ermal, sto cercando di mantenere l'autocontrollo ma me lo rendi difficile se fai così" lo interruppe Fabrizio.
Ermal si lasciò scappare un sorriso. "E chi ha detto che devi mantenere l'autocontrollo?"
L'attimo dopo Fabrizio si era nuovamente gettato sulle sue labbra strappandogli un gemito.
Avrebbe voluto essere gentile, romantico. Avrebbe voluto, solo per una volta, lasciare da parte l'impulsività e agire con calma, perché Ermal si meritava tutta la calma possibile.
Ma Ermal era lì, letteralmente tra le sue mani, e Fabrizio sentiva la pelle e il cuore andare a fuoco, bruciando tutta la sua voglia di fare le cose con calma.
Fece scivolare le mani lungo il corpo di Ermal, fino ad incastrare le dita tra i passanti dei jeans attirandolo più vicino a sé. Ermal gemette contro la sua bocca mentre portava le mani tra i capelli scompigliati di Fabrizio.
Quante volte aveva immaginato di immergere le dita in quei capelli mentre lo baciava? Tante, troppe per contarle tutte.
La camera da letto di Fabrizio era la prima stanza che si affacciava sul corridoio e distava pochi passi dalla porta di ingresso, eppure a entrambi doveva sembrare troppo lontana visto che avevano iniziato a spogliarsi a vicenda in mezzo al corridoio. Quando le gambe di Ermal toccarono il letto - mentre camminava all'indietro nella camera, ancora avvinghiato a Fabrizio - i vestiti di entrambi erano ormai sparsi ovunque.
"Se fossi romantico, questo sarebbe il momento in cui ti direi che se vuoi fermarti me lo devi dire adesso" disse Fabrizio, con il fiato corto e le dita che giocavano con il bordo dei boxer di Ermal.
"Ma...?" chiese Ermal, intuendo che il discorso di Fabrizio non fosse concluso.
"Ma onestamente credo di aver superato il momento in cui sarei stato in grado di fermarmi."
"Bene. Anch'io" disse semplicemente Ermal, riprendendo a baciare Fabrizio e trascinandolo sul letto con lui.
Ermal non era mai stato con un uomo prima di quel momento. Ma Fabrizio sapeva di casa, di vita e di amore ed era in grado di spazzare via tutti suoi dubbi in un attimo. Lo faceva sentire a suo agio anche se lui era sempre stato il tipo di persona che si fa prendere un po' dal panico di fronte alle novità. E quella era senz'altro una novità.
Eppure non ci fu incertezza nei baci a fior di labbra e nelle carezze che tracciavano il contorno dei tatuaggi come se non avessero mai fatto altro prima. Non ci fu incertezza nei gemiti e nei sospiri, nelle frasi sussurrate che chiedevano di più ogni volta che le mani di Fabrizio si avvicinavano alla sua erezione.
Non ci fu incertezza nemmeno quando Fabrizio gli passò il lubrificante e un preservativo, mordendosi il labbro inferiore e abbassando lo sguardo.
Ermal non chiese a Fabrizio se fosse sicuro di affidarsi in quel modo a lui, non gli fece notare quanto le sue mani stessero tremando mentre apriva l'involucro del preservativo.
Era nervoso, ma non si sentiva inadeguato. Anzi, sentiva di essere nel posto giusto e soprattutto con la persona giusta.
Anche se in passato aveva sempre stretto tra le mani fianchi con forme ben diverse, in quel momento nulla gli sembrò più naturale di spingersi lentamente nel corpo di Fabrizio, di sussurrare il suo nome a occhi chiusi, di toccarlo lentamente mentre entrambi si avvicinavano inevitabilmente all'orgasmo.
E, quando crollò esausto sul letto sfatto, nulla gli sembrò più naturale di avvicinare le labbra al collo di Fabrizio, lasciargli un bacio leggero e sussurrargli: "Ti amo."
Fabrizio non rispose, ma lo strinse a sé in un abbraccio che non aveva bisogno di parole. Lo amava, ovviamente. Lo amava da tanto tempo, forse da quando l'aveva conosciuto. Ma dirlo ad alta voce... Beh, quella non era proprio roba per lui.
"A che pensi?" chiese dopo un po', notando un sorriso accennato sulle labbra di Ermal.
Ermal sollevò lo sguardo verso di lui. "Pensavo al fatto che, se non mi avessi scelto per scrivere Non Mi Avete Fatto Niente, probabilmente ora non saremmo qui. Forse dovrei ringraziarti."
"Io ti ho scelto per quel pezzo, ma tu hai scelto di darmi fiducia e di collaborare con me. Non è solo merito mio, ci siamo scelti a vicenda" disse Fabrizio, prima di baciarlo.
Lo avevano detto tante volte anche davanti alle telecamere: si erano guardati, si erano annusati, si erano piaciuti. Si erano scelti, non solo artisticamente ma anche umanamente.
In mezzo a milioni di persone, si erano trovati.
Tra tutte le variabili, incognite ed ipotesi,
tu hai scelto me e io ho scelto te.
(Raige – La formula perfetta)
68 notes
·
View notes