#oggi cava
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primepaginequotidiani · 4 days ago
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PRIMA PAGINA Equipe di Oggi venerdì, 11 aprile 2025
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angelap3 · 5 months ago
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Ci sono state raccontate due grandi falsità su Cleopatra: innanzitutto, non era affatto una bellezza convenzionale; in secondo luogo, non era neanche egiziana. Gli storici hanno cercato di spiegare come una donna sia riuscita a sottomettere gli uomini più potenti del suo tempo, ma i documenti storici testimoniano che Cleopatra non era semplicemente una seduttrice, bensì una donna di intelligenza straordinaria.
Plutarco scrive di lei che era incredibilmente affascinante, anche se non bella nel senso classico del termine. Racconta che fosse impossibile dimenticarla. Cleopatra aveva una voce così melodiosa e magnetica da incantare chiunque le parlasse.
Era una donna dotata di un’intelligenza eccezionale.
Cleopatra era profondamente istruita e padroneggiava diverse discipline, tra cui matematica, astronomia, oratoria e filosofia. Fu la prima e unica sovrana della dinastia tolemaica ad abbracciare la religione e la cultura egiziane. Nessuno dei suoi predecessori aveva mai mostrato interesse per le tradizioni del popolo che governavano: tutti veneravano esclusivamente gli dèi greci.
Inoltre, Cleopatra era una poliglotta straordinaria: parlava almeno nove lingue. Fu la prima tra i Tolomei a imparare l’egiziano, una lingua che nessuno prima di lei si era mai preoccupato di studiare, nonostante governassero l’Egitto. Tra le altre lingue che conosceva c’erano l’ebraico, l’etiopico, l’arabo, il persiano e il latino.
Cleopatra ebbe quattro figli: il primogenito, Tolomeo XV Cesarione, probabilmente nato da Giulio Cesare, e tre avuti da Marco Antonio. I gemelli, figli di Antonio, portavano nomi che in traduzione significano "Sole" e "Luna".
Dopo la morte di Cleopatra, Cesarione fu giustiziato da Ottaviano, il figlio adottivo di Cesare. Gli altri figli furono portati a Roma per essere allevati. Si sa che la figlia si sposò con un re della Mauretania, ma il destino degli altri figli rimane avvolto nel mistero.
Cleopatra e Marco Antonio morirono insieme. Avevano deciso che, in caso di sconfitta, si sarebbero suicidati. Antonio si tolse la vita con la spada, mentre si crede che Cleopatra abbia usato il veleno di un serpente.
La regina, rinchiusa in una stanza con le sue ancelle, fu minacciata da Ottaviano: se si fosse suicidata, avrebbe colpito i suoi figli. Nonostante ciò, Cleopatra decise di togliersi la vita. Secondo i romani, un servo le avrebbe portato un serpente nascosto in un cesto di fichi, ma molti storici ritengono più probabile che Cleopatra avesse nascosto del veleno in una forcina cava tra i capelli.
Prima di morire, Cleopatra scrisse una lettera a Ottaviano chiedendo di essere sepolta accanto a Marco Antonio. La sua morte fece infuriare Ottaviano, poiché lo privò del trionfo di esibire la regina sconfitta.
Ad oggi, la posizione esatta della tomba di Marco Antonio e Cleopatra rimane sconosciuta. Esistono solo ipotesi e supposizioni.
Così si concluse la vita di Cleopatra, un’incredibile sovrana, ultima regina d’Egitto e ultima rappresentante della dinastia tolemaica. Con la sua morte, l’Egitto perse la propria indipendenza e divenne una provincia dell’Impero Romano. La caduta di Cleopatra segnò la fine della grande civiltà egizia.
Informatevi meglio, prima di scrivere cazzate, mondo di Tumblr.
Notte ✨✨✨
(Angela P.)
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diceriadelluntore · 22 days ago
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Storia Di Musica #368 - Lynyrd Skynyrd, Second Helping, 1974
Nel continuare i dischi che hanno un legame con il numero 3, oggi l'aggancio me lo dà questo disco, che nacque da un esigenza pratica: un bassista fondatore della band si deve assentare, viene sostituito da un altro, quando torna il bassista titolare il secondo, quasi per caso, viene spostato alla terza chitarra, e nasce così uno dei motivi più famosi del suono unico ed emozionante dei Lynyrd Skynyrd. La grande band del southern rock deve il suo fantasioso nome alla storpiatura di Leonard Skinner, il professore di ginnastica del loro liceo di Jacksonville, Florida, che non amava tanto i capelloni scalmanati. La band inizia a suonare insieme in un posto nelle campagne di Jacksonville, chiamato Hell House per il caldo infernale nelle giornate estive. Furono notati dal mitico Al Kooper, che li vide suonare in un locale di Atlante dal nome Funocchio's, e li presentò alla MCA, producendo il loro primo leggendario disco: (Pronounced 'Lĕh-'nérd 'Skin-'nérd) del 1973. È proprio durante le registrazioni di questo disco che Ed King, proveniente dagli Strawberry Alarm Clock, è chiamato a sostituire Leon Wilkenson. King è un bassista non eccelso, ma se la cava, però è un grande personaggio che è simpatico a tutti, quindi al ritorno di Wilkenson viene spostato alla terza chitarra con Gary Rossinton e Allen Collins, che formano il più famoso three guitars army. Nella storia della musica non è una novità, anche gli Allman Brothers Band, gli Eagles, i Moby Grape e anche Crosby, Stills, Nash & Young usavano le tre chitarre, ma nessuna di queste formazioni le ha esaltate così tanto, da creare un suono distintivo, caldo e vibrante come il loro carattere schietto, emotivo e perfino un po' folle (leggendarie le scazzottate sul palco tra loro, ogni tanto). Dopo il disco di debutto, fanno da spalla ai The Who in un tour negli Stati Uniti, con la fama crescente: la band inglese presentava il suo Quadrophenia, ma alla serata del Cow Palace di Daly City California (passata alla storia anche perchè Keith Moon stravolto dalla droga non finì il concerto, sostituito da un groupie della band, Scot Halpin, alla batteria) si rifiuta in un primo momento di suonare perchè il pubblico a gran voce reclama più minuti per i Lynyrd Skynyrd.
È sempre Al Kooper che li guida in questo secondo, magistrale Second Helping, del 1974. Disco meno prorompente del primo, ma più poliedrico, con una canzone passata alla storia. Perché è il disco di Sweet Home Alabama, una delle canzoni del rock americano. Nata in risposta a ad Alabama e Southern Man, due canzoni di Neil Young nelle quali egli aveva criticato l'Alabama (e tutto il sud degli Stati Uniti d'America in generale) per il perdurante razzismo nei confronti dei neri, la canzone dice esplicitamente: «spero che Neil Young lo ricordi, un uomo del sud non ha bisogno di lui». Tuttavia tra la band e Young non c'è mai stato astio, anzi Ronnie Van Zandt la cantava spesso indossando una maglietta con la scritta Neil Young, e fu Young ad autoaccusarsi di essere stato troppo "accusatorio e sussiegoso, non pienamente ponderato e troppo facile da fraintendere". Sweet Home Alabama è l' equivalente di Smoke On The Water del southern, verrà usata in decine di pellicole cinematografiche, telefilm, perfino nei cartoni animati. Ma il disco è pieno di canzoni che diventeranno classici: la dura e rabbiosa Workin’ For MCA, cavallo di battaglia sempreverde nei torridi concerti, è un atto di accusa nemmeno tanto velato sull'avidità del music business; gli slow blues I Need You e la splendida The Ballad Of Curtis Loew, altro episodio antirazzista, mostrano il loro animo più intimo e melodioso, Swamp Music è un altro manifesto di fierezza (gli swamp sono le zone paludose della Florida dove sono cresciuti). The Needle And The Spoon e la cover di J.J.Cale Call Me The Breeze, che diventerà molto più famosa dell'originale, sono altri esempi del perfetto amalgama tra blues ed hard rock, con le chitarre che ruggiscono selvagge in un turbine di riff e assoli travolgenti.
Un disco capolavoro, che li porta in vetta alle classifiche (disco d'oro in poche settimane), li porta in un estenuante tour, famoso anche per i numerosi episodi di violenza sopra e sotto il palco. Tutta questa tensione verrà fuori: Bob Burns, il batterista, se ne va a fine tour, la band torna in studio con Artimus Pyle a sostituirlo, ma dopo le registrazioni di Nuthin' Fancy (1975) e le prime date del Torture Tour, Ed King se ne va sbattendo la porta, "stufo di fare a pugni con quel pazzo di Ronnie". È l'inizio della fase più delicata della loro storia, che termina con il tragico e spaventoso incidente aereo del 20 ottobre 1977, tre giorni dopo l'uscita di Street Survivors, quando muoiono il chitarrista e cantante Steve Gaines, la corista Cassie Gaines, sorella di Steve, l'assistente all'organizzazione del tour Dean Kilpatrick, il pilota Walter McCreary e il co-pilota William Gray, il cantante Ronnie Van Zant, e furono feriti gravemente Allen Collins, Leon Wilkeson, Gary Rossington. La loro storia proseguirà, sulla scia della loro musica forte, infuocata e unica, anche per il loro suono a tre chitarre inimitabile e riconoscibile.
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soldan56 · 10 months ago
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Torre Annunziata, il candidato sindaco del cdx Carmine #Alfano (al ballottaggio) è al centro dell’inchiesta pubblicata oggi da L’Espresso. Da Direttore della Scuola di specializzazione in Chirurgia plastica dell’Università di Salerno, avrebbe costretto i medici specializzandi ad aiutarlo nella campagna elettorale. L’associazione Liberi Specializzandi riferisce di tossicità lavorativa e formazione inesistente: “puoi parlare col rettore o il Ministro, ma quello che comanda qui sono io. Puoi anche chiamare Mattarella, che mi viene a fare un bocchino”. Forniti anche decine di audio a sfondo sessista e omofobo, come raccontato da http://gay.it: “i ricchioni nel forno crematorio a Cava di Tirreni”.
@ultimora_pol
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muffa21 · 22 days ago
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UNA RISATA CI SEPPELIRÀ
La strada è una cosa più viva e più noiosa della vita che viviamo di questi tempi. Vecchie, scolorite, scorie del Novecento non riusciamo ad apprezzare il canto d’un ubriaco senza scoprire quale cava di dolori stia all’origine di quelle note. Scorriamo sul telefono i commenti sotto al video - Internet. Il nuovo Colosseo. Per gente che non ha più voglia di scarpinare dentro la polvere della via Emilia, ma che ha comunque ancora appetito di gente trafitta, crocifissa, dilaniata - e i commenti sotto al video ci informano: Mango - La rondine. E un fiotto di dopamina ci annichilisce i nervi tesi, tra la risata e il rimorso. E non apriamo più bocca per chiedere l’ora o per sapere dov’è che è sepolto Sant’Agostino o “Dov’è che posso trovare un posto in cui mangiare bene e con poco?” (Questo, detto fra noi, è l’unico motivo che mi spinge sempre a dare delle monete a chi me le chiede. Non la pietà, non il bene, non l’empatia. Ho dato soldi alle peggiori merde umane del pianeta. L’unico motivo sta nel fatto di aver chiesto. Non “per favore”, solo chiesto. E per chiedere, elemosinare, ci vogliono le palle. E pare che oggi le abbiano rubate tutte come pere ormai buone per essere gettate nel macero).
Le strade, vive e noiose, hanno perduto le loro propaggini di carne e di voci e di orecchie, e hanno messo solitarie radici morte all’interno dei nostri apparati digito-neurali. Il tempo e lo spazio - roba che, badate bene, non esiste e che abbiamo sempre saputo non esistere come “gli schiavi hanno sempre saputo e i re hanno sempre saputo nel fondo della loro incoscienza di non essere schiavi o re per volere o diritto divino” - il tempo e lo spazio si informano e ci informano che vivono al di là della pura realtà della materia, e che quei numeri sulla schermata iniziale del telefono e quei punti di luce sulla mappa di luce e di nebbia sul telefono è la vera bibbia in cui credere. È divertente sapere che la via dei negozi sta là, e che la via delle puttane sta là, e che la via della malora sta qua, ancora prima di avere messo piede sulla Vigentina, a Pavia, o su Via Italia, a Monza, a sulla Favorita, a Palermo. E se magari arrivi e le puttane non ci stanno, pensi subito L’ufficio tecnico o la città stessa, chissà, avrà sbagliato a credersi così mentre qua sta scritto con firma di Re che le cose stanno cosà.
La strada, però, rimane viva, benché noiosa. Noi morti dentro gli schermi, intorno al parlottare delle cuffie, sopra pagine di libri o di taccuini, ogni tanto, per qualcuno che si risveglia dal torpore, sembriamo - siamo - vivi.
Dentro i giardini delle case i mandorli sbocciano in fiore e attorno ai fiori i passeri cantano e sopra i passeri la pioggia di marzo e il canto degli ubriachi e noi che pariamo morti e le radio che annunciano morte e la Morte che attende di raccoglierci tutti e regalarci sonno e, un’istante prima del sonno, la tardiva consapevolezza dei mandorli, dei fiori, dei passeri, della pioggia, degli ubriachi, dello spreco immane, e di Se stessa. La consapevolezza che è meglio morire di noia nelle strade vive, che morire e avere apprezzato solo la testa morta delle Terra, decapitata e spalmata su una mappa per sembrare più viva e più divertente. Una risata ci seppellirà.
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edo1948 · 2 months ago
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Ci sono state raccontate due grandi falsità su Cleopatra: innanzitutto, non era affatto una bellezza convenzionale; in secondo luogo, non era neanche egiziana. Gli storici hanno cercato di spiegare come una donna sia riuscita a sottomettere gli uomini più potenti del suo tempo, ma i documenti storici testimoniano che Cleopatra non era semplicemente una seduttrice, bensì una donna di intelligenza straordinaria.
Plutarco scrive di lei che era incredibilmente affascinante, anche se non bella nel senso classico del termine. Racconta che fosse impossibile dimenticarla. Cleopatra aveva una voce così melodiosa e magnetica da incantare chiunque le parlasse.
Era una donna dotata di un’intelligenza eccezionale.
Cleopatra era profondamente istruita e padroneggiava diverse discipline, tra cui matematica, astronomia, oratoria e filosofia. Fu la prima e unica sovrana della dinastia tolemaica ad abbracciare la religione e la cultura egiziane. Nessuno dei suoi predecessori aveva mai mostrato interesse per le tradizioni del popolo che governavano: tutti veneravano esclusivamente gli dèi greci.
Inoltre, Cleopatra era una poliglotta straordinaria: parlava almeno nove lingue. Fu la prima tra i Tolomei a imparare l’egiziano, una lingua che nessuno prima di lei si era mai preoccupato di studiare, nonostante governassero l’Egitto. Tra le altre lingue che conosceva c’erano l’ebraico, l’etiopico, l’arabo, il persiano e il latino.
Cleopatra ebbe quattro figli: il primogenito, Tolomeo XV Cesarione, probabilmente nato da Giulio Cesare, e tre avuti da Marco Antonio. I gemelli, figli di Antonio, portavano nomi che in traduzione significano "Sole" e "Luna".
Dopo la morte di Cleopatra, Cesarione fu giustiziato da Ottaviano, il figlio adottivo di Cesare. Gli altri figli furono portati a Roma per essere allevati. Si sa che la figlia si sposò con un re della Mauretania, ma il destino degli altri figli rimane avvolto nel mistero.
Cleopatra e Marco Antonio morirono insieme. Avevano deciso che, in caso di sconfitta, si sarebbero suicidati. Antonio si tolse la vita con la spada, mentre si crede che Cleopatra abbia usato il veleno di un serpente.
La regina, rinchiusa in una stanza con le sue ancelle, fu minacciata da Ottaviano: se si fosse suicidata, avrebbe colpito i suoi figli. Nonostante ciò, Cleopatra decise di togliersi la vita. Secondo i romani, un servo le avrebbe portato un serpente nascosto in un cesto di fichi, ma molti storici ritengono più probabile che Cleopatra avesse nascosto del veleno in una forcina cava tra i capelli.
Prima di morire, Cleopatra scrisse una lettera a Ottaviano chiedendo di essere sepolta accanto a Marco Antonio. La sua morte fece infuriare Ottaviano, poiché lo privò del trionfo di esibire la regina sconfitta.
Ad oggi, la posizione esatta della tomba di Marco Antonio e Cleopatra rimane sconosciuta. Esistono solo ipotesi e supposizioni.
Così si concluse la vita di Cleopatra, un’incredibile sovrana, ultima regina d’Egitto e ultima rappresentante della dinastia tolemaica. Con la sua morte, l’Egitto perse la propria indipendenza e divenne una provincia dell’Impero Romano. La caduta di Cleopatra segnò la fine della grande civiltà egizia.
(Repost da Piccole Storie)
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enjoymusicandbeauty · 5 months ago
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La Maison Pommery. “Qualitè d’abord”, la qualità innanzitutto, fu il motto di Madame Pommery quando nel 1858, prese le redini della Maison. Creò con grande successo il primo champagne “brut”, secco, dalla leggendaria annata del 1874 sconvolgendo la Londra vittoriana di allora. Il mercato inglese era quello maggiormente di punta e la nostra vedova riuscì a portare il dosaggio zuccherino a 6/7 grammi litro. Lo champagne si produceva ancora dolce con tenori zuccherini che oggi classificheremmo extra- dry o addirittura dry.
Altra mossa vincente di Madame Pommery fu l’acquisizione di 120 cave sotterranee di gesso scavate in epoca romana (profonde oltre 60 metri), allora in periferia sud di Reims (oggi in centro città) che furono riempite fino alla profondità di 30 metri e collegate tra loro con cunicoli, passaggi, rese abitabili con diverse prese d’aria.
La visita inizia scendendo i 116 gradini che portano il visitatore direttamente alla massima profondità (30 metri con una umidità rilevata del 98%).
Da qui un percorso guidato che porta l’ospite, meglio definirmi turista, alla conoscenza di un mondo operativo “da miniera”, con luci tenue di candele o simili, carrucole con cesti che servivano a trasportare i grappoli da pressare con i torchi e procedere con le tecniche conosciute allora.
Interessante è la storia della cava di Notre Dame, chiamata così per la presenza di una statua della Vergine, “Notre-Dame des Crayères” , posta a vegliare su questo mondo sotterraneo.
Nella profondità della cave sono presenti tutte le condizioni per far raggiungere al vino la maturità necessaria con un perfetto regolatore termico. Temperatura costante di 10°.
E mentre si osservano le opere d’arte poste di sala in sala, meglio dire di cava in cava, il silenzio viene interrotto dal rumore dei carrelli elevatori trasportanti le bottiglie pronte per il remuage con i potenti gyropalette.
Interessanti i nomi dati alle singole cave.
Riportano nomi di città a significare i luoghi nel mondo raggiunti dal marchio Pommery. Impressionanti i numeri che provengono da questi cunicoli: 25 milioni di bottiglie giacenti sui lieviti.
fonte https://corrieredelvino.it/primopiano/visita-alla-pommery-un-luogo-straordinario/
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accidentiaituoiocchi · 1 year ago
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Io lo so che voglio fare quella indipendente che sicpaga tutto da sola, e so anche che mamma mi siuta già tantissimo pagandomi la specialità e tutto...
Mi sento una merda però perché ho parlatp di intervento agli occhi, in passato mi ha sempre detto che me l'avrebbe pagato lei, oggi non ha proferito parola e mi ha fatto intendere che posso pensarci da sola
Poi però scopro che è disposta a pagare 5000 euro per aiutare mia sorella a fare un altro figlio e mi incazzo
Mi incazzo perché io ho sempre cercato di non essere un peso, ho sempre cercato di arrangiarmi tra ripetizioni e pattinaggio per pagarmi le mie spese extre, mentre mia sorella, per quanto la adori, ha sempre avuto bisogno di aiuto e anche economicamente si è sempre adagiata su questa sicurezza
Io ho sempre fatto da me per non pesare ulteriormente
E c'è una parte di me che ci è rimasta male a non ricevere sostegno per questo pezzetto
Perché sa quanto per me sia importante
Sa, perché l'ha vissuto in prima persona, come ti cambia la vita
Non lo so, mi sento una bambina capricciosa ma non posso fingere di esserci rimasta male onestamente
A volte questa cosa di provare a essere la figlia 'perfetra' che non ha bisogno di aiuto e se la cava da sola mi pesa mortalmente
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copihueart · 1 year ago
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PENSIERI DI PRIMAVERA
L’AMORE
Ognuno lo legge in modo diverso, perché altra spiegazione non sa dare al suo ridere di spore, ai bruschi abbassamenti di temperatura, ai movimenti del fascino e dell’ignoto. Amare è come essere dentro una bolla d’aria, è come sopravvivere ad una immersione prolungata, riuscire a diventare bersaglio, come mordere una mela vistosamente colorata, in un estremo labirinto per liberarlo dal piacere, così da sussultare e agonizzare, accarezzandosi il corpo con la calma di una costellazione. L’amore è come uno stregone indiano,che ad un’ora imprecisata, in un giorno che non so, in un luogo che non conosco, certe volte o forse mai, ci chiamerà a raggiungerlo, approfittando del tempo di un mare tranquillo, o sotto la pioggia battente o dentro il vortice di un uragano. Spenderà il suo buon calore, disegnerà teli sgombri di presenze, forse seduto nella panca intiepidita dal sole autunnale, dove si stamperà il primo bacio, a succhiare sotterranee solitudini della vena cava. Sarà l’odore che si porta addosso, perché le piace appuntarsi fiori nei capelli e zuccherarsi le labbra di rossetto, nel rosso succo delle fragole, nel suo comodo nascondiglio, tra i capricci del vento dove si affollano i sogni e i desideri.
O se ne starà a bruciare accovacciato davanti al fuoco, aggrappato mani e piedi al cordame, ebbro d’aria e di vento, aspettando di ridisegnare i contorni del mondo, nell’arco di una piazza piena di fortezze dove mancano i tavolini all’aperto. Camminerà a passi brevi, nel disincanto della sera, come un musicante ubriaco, drogato dalla nafta degli scappamenti e dal luccichio delle auto in corsa, a disseppellire granchi nei deserti dove niente può turbare le nostre attese e circonderà ingorghi di nuvole, parole pronunciate senza convinzione, nel disordine inafferrabile delle gambe delle donne, con quel senso confuso di mancata intimità.
Lo si memorizzerà per assorbimento, come un impercettibile liquido, soffocato dal minimo rumore, dal prolungarsi della sua caduta o della sua vittoria e si guarderò intorno, consunto e leggero, quasi pietrificato dal sapore della melanconia, dal silenzio seppellito nell’abbandono, con il suo desiderio unico e inconsueto, a deporre i gioielli della felicità, in un groviglio di pensieri che si trasformano e strascicati illuminano le ultime voci remote di ogni attimo trascorso. Faccia a faccia con la tonda luna, mentre la poesia lo morde e lo sublima, il colore gli accarezza gli occhi e fiorisce in bocca, la musica le strugge l’anima e scoppia di desiderio e di passione sulla mia giubba scolorita. Cosa lo può distogliere dal nascere e dal morire, nella spossatezza del creato, tra la folla dai volti ignoti, nei delicati frammenti del cuore, nell’attorcigliarsi di nuovi e prossimi incontri, di anime candide che si stupiranno di esistere, negli assolati pomeriggi d’estate, nell’immobilità del mare, appassionandosi ancor di più, governando senza raggiungere nessun luogo, in attesa di quella brezza tiepida che tornerà a consumarlo-
Oggi lo ritrovo seduto in una stanza terremotata, nella nebbia bassa della terra, declinante di luce, dove cade l’antica abitudine serale, ancora un po’ smarrito, tra i soprabiti scambiati e subito ripresi, quasi che non si potesse più pronunciare il suo nome, smarrito nei vicoli che si ingolfano di memoria, nell’ingratitudine azzurra, nel sospiro e nel pianto, a non aver voglia di coricarsi con nessuno, perso nella tramontana che sgretola le siepi, nell’immobilità del mutamento. Quasi lo avessero bandito, con tutte quelle promesse che ora occupano il suo posto, nel dondolio degli steli umidi di pioggia. E’ stato tradito, più volte calpestato e ingannato, nella dimensione dei torrenti in piena, travolto dagli scandali, in questa ressa del cuore dove tutto è permesso, dove sfuma invisibile il cielo, tra quei caseggiati dove si chiude l’esistenza, decifrando il desolante possesso, a smascherare la cattiveria degli uomini, nel freddo dato dalla tristezza, nell’umile corruzione dell’orgasmo.
Ma l’amore, anche se risulta una mossa sfocata, nelle labbra che sono laghi, tra i flaconi vuoti, nello sguardo delicato tra i rifiuti, saprà risorgere, con tutta la forza dei suoi denti saprà mordere, ripetere i suoi schiocchi di frusta. Saprà rinnovarsi in quel qualcosa che spesso ci sfugge, nell’incrinatura dell’aria incerta e tra i segni indelebili che lo ammantano, impresso in uno zampillo di pellicola, come un guerriero pronto alla battaglia, scivolando leggero sulle molli flottiglie di passanti, con in mano il petalo di una rosa, così come lo abbiamo sempre sognato, unico e raro, a cercare un’anima dove riflettersi, nel senso perfetto che deterge il sudore, schermato l’obiettivo, se ne andrà a spasso in bicicletta, tra le nostre forme contorte, quasi ad indagare dove lo porterà l’umanità, con quella goccia sua che è fulgore del diamante.
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mrpac · 2 years ago
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Però mangiare carne rossa e processata e bere vino non è la stessa cosa
Due comportamenti entrambi a rischio di cancro ma ben diversi fra di loro: accostarli potrebbe essere una falsa analogia.
26 Giugno 2023 • Mr Pac
Intro 
Oggi, anche e soprattutto per chi in genere si occupa di droghe e dipendenze, è la giornata del 26 giugno. Non ne sono sicurissimo ma suppongo che oggi la sentirete chiamare in vari modi “Giornata contro la droga!”, “Giornata contro le droghe”, “Giornata contro il traffico/lo spaccio e l'uso di droga/droghe!!1!!!” e secondo me varie e altre simili interpretazioni. La giornata di oggi 26 giugno si chiama ufficialmente, e direttamente dal sito delle Nazioni Unite [UN], International Day against Drug Abuse and Illicit Trafficking che tradotto dovrebbe essere qualcosa tipo Giornata Internazionale contro l'Abuso di Droga e il Traffico Illecito. Che non è esattamente la stessa cosa. Prima di passare al protagonista di questa storia, il signor Soggy, credo di potervi dire che vi siate appena imbattuti nell'Argomento Fantoccio: è una logica fallace fra le più usate, l'interpretazione distorta di un fatto a vantaggio di una nostra posizione personale: e poi vai a capire se in buona o cattiva fede. Se continuate a leggere, vi avviso che ne incontrerete altre di logiche fallaci. E ora passiamo a Soggy.
Soggy
Il nome di Noah S. Sweat Jr., "Soggy" per gli amici, forse non dirà molto a qualcuno. Non diceva niente neanche a me prima in imbattermi in suo celebre discorso del 1952. Era un giudice e un professore di legge americano, nonché un rappresentante dello stato del Mississippi. E celebre lo deve essere davvero se, come si racconta, ci ha impiegato oltre 2 mesi per scriverlo. 
E non è un discorso particolarmente lungo: stando alle fonti che ho rintracciato, non dura neanche 2 minuti e mezzo. Due mesi e mezzo per scriverlo e 2 minuti e mezzo per dirlo: così tanto tempo per scrivere quelle che a me non paiono più di 20 righe in croce. E forse a meravigliarmi sono solo io.  Però se qualcuno concorda su questa osservazione, magari si chiederà com'è possibile una cosa del genere. Secondo me, è possibile se forse devo stare molto attento a quello che dico: se forse devo dire tutto senza dire niente, se devo affermare senza farlo, negare senza negare, suggerire ma al contempo non farlo. Un bell'esercizio di retorica, non c'è che dire. E non scordiamoci che il nostro amico Soggy era pure un giudice e soprattutto un professore di legge: con questo non voglio dire che fosse avvezzo a quelle presunte tattiche in cui in genere e che a me risulti gli avvocati son maestri (e, nel caso, non sarebbe né colpa né difetto e nemmeno errore: secondo me potrebbe essere parte integrante della loro professione e un bravo avvocato è bravo anche quando e come parla), anche vero e resta comunque il fatto che, se corrisponde a verità, 2 mesi e mezzo per 20 righe fa un quarto di riga al giorno. Deve esserselo riletto parecchie volte.
Il titolo di questo pezzo parla di carne rossa e processata e bere vino, più genericamente potremmo dire di carne e alcol, eppure mi sto dilungando sul discorso del nostro amico Soggy. E almeno per me una ragione c'è: se non vado errato, Soggy era pure un politico e quel discorso lo tenne in occasione d'una discussione sulla legalità del whisky nello stato del Mississippi. In quel discorso, Soggy ne disse peste e corna: le peggiori considerazioni su una bevanda alcolica che era, più o meno questo il tono delle sue parole, il liquido del diavolo, il flagello tossico, il sanguinoso mostro che contamina l'innocenza, la ragione dei perdenti, distrugge il focolare domestico, crea miseria e povertà e cava il pane dalla bocca dei bambini, bevanda malvagia che corrompe l'uomo e la donna cristiani in cima ai giusti, uomini di buona volontà che vivono nel baratro senza fondo del degrado, del dolore, della vergogna, dell'impotenza e della disperazione. E se stava parlando di questo allora Noah S. Sweat Jr. si diceva contrario. 
Per poi aggiungere subito dopo che, e più o meno il tono era sempre questo, però se per whisky intendevi l'olio della conversazione, il filosofico nettare, il liquido che si consuma quando i bravi ragazzi si riuniscono, che suggerisce canzoni nei cuori e risate sulle labbra, il caldo bagliore della felicità, e, perché no, se intendi anche l'allegria natalizia, la bevanda stimolante che mette la primavera nel passo del vecchio gentiluomo in una mattina gelida e pungente; se intendi la bevanda che permette all'uomo di magnificare la sua gioia e la sua felicità e di dimenticare, anche se solo per un po', le grandi tragedie della vita, i dolori e le sofferenze dello spirito; se intendi anche quel prodotto la cui vendita riversa nelle nostre tesorerie incalcolabili milioni di dollari, dollari utilizzati per fornire dolci cure ai nostri piccoli bambini storpi, ai nostri ciechi, ai nostri sordi, ai nostri muti, ai nostri miserabili anziani e infermi, per costruire autostrade, ospedali e scuole, allora Noah S. Sweat Jr si diceva certamente favorevole. 
Capite perché è diventato, come si dice, un discorso così celebre? [1] Nel caso di Soggy, prima distrugge un comportamento e poi subito dopo, e come a me pare, aggiunge un bel Però dove afferma esattamente l'opposto e, per quanto ne sappia, pure mettendolo come argomento secondo e ultimo (“È un dongiovanni ma è un bravo ragazzo!”), metterebbe in evidenza l'aspetto finale ora accettabile di quel comportamento a dispetto di tutti i suoi aspetti negativi. E se ricordo bene il nostro amico aveva pure premesso all'inizio che non voleva evitare controversie: pensate un po' se voleva farlo.
Però eravamo nel 1952, le conoscenze scientifiche riguardo l'alcol non erano quelle di oggi e oggi ne sappiamo un po' di più. Oggi sappiamo che è una sostanza tossica, cancerogena e teratogena a ogni dose e quindi non c'è una dose minima sicura. Quindi anche poco è rischioso. Oggi la carne rossa è classificata come probabile cancerogena e cancerogena se processata, bianca lo è solo se processata. Quindi la carne nel complesso e in linea generale è cancerogena. Come l'alcol. Al momento, quindi e per esempio, la dose sicura di carne processata e alcol è sempre 0. Questo accostamento con l'alcol, ch'io sappia permetterebbe a qualcuno, ultimamente e spesso, di dire che il controllo del rischio di cancro per noi umani potrebbe essere più o meno lo stesso per i due comportamenti. Il che potrebbe essere anche vero. E alcuni, per quanto ne sappia, si spingono oltre e arrivano anche a dire che son 2 comportamenti che forse potrebbero a loro volta essere assimilati, per esempio e in qualche modo, anche al respirare (ch'io sappia, può capitare di respirare aria inquinata e volendo cancerogena) e pure, ebbene sì, stare al sole: anche le radiazioni solari appartengono al Gruppo 1 della Classificazione IARC come cancerogene per gli esseri umani. Per poi, e sempre ch'io sappia e volendo, raggiungere vette altissime magari affermando anche che in effetti molte delle attività umane presentano rischi e sarebbe pure vero anche questo.
Solo che, e sempre e solo per esempio e per restar nel titolo, la carne bianca o rossa e pure quella processata qualche beneficio per l'organismo umano ce l'avrebbe pure: nutre, almeno quello. Serve a qualcosa. È utile. L'alcol invece no, non ha finalità funzionali o metaboliche specifiche e, checché se ne dica, non è manco un nutriente: le sue sono, che a me risulti, calorie cosiddette “vuote”, cioè non servono a nulla e fanno solo ingrassare. E l'aria che respiriamo? Di quella poi non se ne può fare a meno: respirare viene spontaneo, senz'aria per noi esseri umani probabilmente è dura. Per non parlare del sole. Senza di quello mi sa proprio che sia davvero dura. Dell'alcol, volendo, se ne potrebbe tranquillamente fare a meno: atto volontario e soprattutto rischio evitabile, non necessario agli atti quotidiani della vita, non ha mai nel complesso benefici per l'organismo umano e non è mai utile alla nostra salute: anzi. E qui di solito viene sempre la parte più difficile da buttar giù e che è la seguente: l'alcol è solo una droga ludica [2], assunta cioè senza nessuna necessità né prescrizione medica e infatti nessun medico in scienza e coscienza oggi consiglierebbe mai di assumerlo anche in piccole quantità, esattamente come assumere qualsiasi altra droga a scopo ludico, cioè solo per un molto presunto piacere. Sia chiaro: almeno per me, non c'è niente di male a farlo però, come si dice, basta sapere cosa si sta facendo. 
Basta riconoscere che per esempio di farsi le canne se ne può fare tranquillamente a meno, di sniffare coca pure, di iniettarsi eroina anche e quindi si può fare a meno pure di bere alcol, birra, vino, aperitivi o superalcolici che siano. E in genere non c'è nessuna differenza scientifica, per esempio, fra chi beve un bicchier di vino e chi si fa una canna. E se avete mandato giù pure queste ultime righe, forse ora vi potrebbe esser più chiaro quello che può essere il richiamo alle parole del discorso di Noah S. Sweat Jr.: celebre anche perché, ch'io sappia, è conosciuto proprio come, ma tu guarda a volte il caso!, l'altrettanto celebre Fallacia del Whisky [3] e in quel caso probabilmente usata soprattutto per non prendere (apparentemente!) una posizione ben precisa, per evitare proprio controversie (ma va'?), per non esprimersi puntualmente nel merito. Volendo, siamo anche e forse di fronte ai famosi e sempre usatissimi “Sì, ma...” “Eh, però...”. E non è finita: la Fallacia del Whisky potrebbe secondo me e a sua volta ricordare in qualche modo un'altra fallacia non meno interessante, quella dell'Appello alla Moderazione e anche lì di solito infatti partirebbe la sequela dei “Sì, ma...” “Eh, però...”. Vero, fa male, cancerogeno, tossico e teratogeno a ogni dose, però in fondo, forse, su, probabilmente, non dico questo ma, ci sarebbe da rifletter su, però è come respirare, prendere il sole e mangiare la carne, però, dai, tutte le attività umane potrebbero essere a rischio... Ma almeno io scommetto che nessuno di noi a questa lista aggiungerebbe fumare sigarette o farsi le canne, sniffare coca e iniettarsi eroina. E un motivo ci sarebbe pure e secondo me anche condivisibile.
Almeno io non posso sapere se dietro le parole di Soggy ci fosse la buona o la cattiva fede. E neanche voglio sapere se quando qualcuno oggi, nel 2023, in linea generale accosta comportamenti e atti scientificamente utili e a volte pure necessari ad altri che non lo sono neanche un po', e che anzi si rivelano inutilmente rischiosi [4], sia in buona fede o no. Mi par invece di capire che non si possa e sempre scientificamente, e per chiuderla con il titolo di questo pezzo, accostare l'atto di drogarsi ludicamente (alcol, thc ludico, cocaina, eroina etc.) a quello di nutrirsi, attività necessaria e di cui non si può fare a meno. E se qualcuno riesce a farlo almeno per me è il benvenuto: amo il vino e lo bevo volentieri, soprattutto quello rosso. 
Outro
Il tutto, come dicevamo, e come sempre ch'io sappia capita in casi come questi, quindi sta a riconoscere e soprattutto ad accettare il fatto che l'alcol è solo una droga ludica come tutte le altre droghe ludiche e non esiste un'altra ragione per assumerlo che non sia quella di un molto presunto piacere, e fra l'altro nemmeno per tutti. E senza dimenticare purtroppo che l'Appello alla Moderazione di solito e in genere potrebbe di riflesso indurre fra l'altro ad affermare, e solo per esempio, curiose frasi sul tipo “Bevo solo 2 bicchieri di vino al giorno però il mio scopo non è lo sballo come invece fanno quelli che si drogano!!!” forse in una sorta di auto indulgenza illusoria basata su una fallacia perché ci piacerebbe tanto che fosse così. E, in finale, ricordiamoci per favore che il fatto che l'alcol sia in Italia fortunatamente legale, nonostante i suoi notevoli rischi [5], è comunque pure un bene per tutti noi, assuntori o meno, e su questo forse sarebbe d'accordo pure il nostro amico Soggy [6].
[UN] https://www.unodc.org/unodc/en/drugs/index-new.html
[1] https://mjc.olemiss.edu/about/ "Listen to Noah S. “Soggy” Sweat, Jr. speech." 
[2] https://www.salute.gov.it/portale/documentazione/p6_2_5_1.jsp?id=104 "... non è possibile sulla base delle conoscenze attuali identificare quantità di consumo alcolico raccomandabili o “sicure” per la salute. Sarebbe peraltro improprio “raccomandare” l’assunzione di una sostanza tossica (...) o capace di indurre dipendenza, essendo una droga." 
[3] https://rationalwiki.org/wiki/If-by-whiskey "It is named after a famous speech by Noah S. "Soggy" Sweat, Jr., a Mississippi lawmaker, who was arguing both for and against the legalization of alcohol." 
[4] https://www.fondazioneveronesi.it/magazine/i-blog-della-fondazione/il-blog-di-emanuele-scafato/vino-e-salute-un-binomio-impossibile-specie-per-i-piu-giovani “Il vino si beve per piacere. (…) Non esistono quantità sicure per la salute di qualunque tipo di bevanda alcolica. Sapere per non rischiare, fa la differenza.”
[5] https://dottoremaeveroche.it/il-vino-fa-buon-sangue/ “Chi opera nel settore sanitario non deve prestare il fianco alla strumentalizzazione da parte dei produttori di alcune nozioni scientifiche che, se tradotte nel linguaggio del marketing, rischiano di creare un incremento della morbilità e della mortalità. L’unico messaggio corretto e responsabile è quello che l’etanolo contenuto nel vino, nella birra o nei superalcolici è una sostanza tossica, cancerogena, teratogena, che può dare dipendenza e, inoltre, che non esiste dal punto di vista scientifico il concetto di ‘bere moderato’, in quanto non esiste una quantità sicura” 
[6] https://twitter.com/scafato/status/1670818408932290567 "Prova a usare il termine: alcol e altre droghe. Se chiedi alle persone di nominare le droghe, molti dimenticheranno che anche l'alcol è una droga. Questo diminuisce il danno che può fare, quando provoca più danni della maggior parte delle altre droghe."
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primepaginequotidiani · 4 days ago
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PRIMA PAGINA Equipe di Oggi venerdì, 11 aprile 2025
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chez-mimich · 2 years ago
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YURI ANCARANI: "LASCIA STARE I SOGNI"
In una intervista, per altro non molto recente, Yuri Ancarani, videomaker italiano, afferma che tutte le immagini filmiche (o quasi tutte) e tutte le immagini televisive (in questo caso proprio tutte), portano con sé una visione del mondo, accompagnano cioè lo spettatore, in una “narrazione”, come si dice oggi. Ancarani adotta un punto di vista molto diverso: la macchina da presa è spesso fissa e lascia parlare le immagini. La sua mostra al Pac di Milano aperta fino al prossimo 11 giugno, fa il punto su oltre vent’anni di lavoro dell’artista ravennate. “Lascia stare i sogni”, è il significativo titolo di questa interessante rassegna di video che toccano temi molto diversi tra loro, ma che sono legati da questo sguardo, algido ma attento, neutro ma rivelatore, degli stridenti contrasti del nostro vivere. “Il Capo” proiettato su uno schermo gigantesco, accoglie il visitatore con la sua solenne imponenza. Si tratta di un video del 2010 girato in una cava di marmo delle Alpi Apuane, dove un uomo con una mimica più simile a quella di un direttore d’orchestra che di un cavatore di pietre, dirige con sapiente maestria il movimento di escavatori che tagliano e spostano giganteschi e candidi blocchi di marmo. Il sonoro del video è dato solo dai lontani rumori delle macchine che contribuiscono a determinare un doppio e contrapposto effetto di straniamento e nudo realismo proponendoli ad uno spettatore troppo abituato ad immagini commentate come accade nei documentari o nei servizi televisivi. “Piattaforma luna” è ambientato in una camera iperbolica, ambiente claustrofobico in questo caso accentuato da una colonna sonora di Ben Frost.
Toni freddi e scostanti caratterizzano due video paralleli (nella sala 4 del Pac), si tratta di "San Siro" e "San Vittore" com un accostamenti che non è certo frutto del caso. Nel primo, il tempio del calcio, è rivelato attraverso le strutture architettoniche e le infrastrutture tecnologiche come cavi, tombini, porte di sicurezza, sotterranei, ripresi negli attimni che precedono l'inzio di una partita. Di contro, "San Vittore", propone una apparentemente asettica descrizione visiva di tutti i controlli a cui sono sottoposti i minori per poter visitare i propri genitori detenuti nella strutture carcerarie. Un video che nella sua scarna oggettività presenta, senza ombra di retorica o di didattico paternalismo, una realtà crudele e disumana. Il nome della psicanalista Marina Valcarenghi è abbastanza noto da non necessitare di ulteriori parole. Su di lei Yuri Ancarani propone il video di un magnifico monologo tenuto nel “Cortile della legnaia” dell’Università Statale di Milano dal titolo “Il popolo delle donne”. Letture di testimonianze di tribunali, discorsi astrattamente teorici e ferite legate alla sua esperienza sul campo con al centro la violenza uomo vs donna, ma anche sull’istinto della violenza tout court. Anche qui si tratta di una osservazione imparziale su tema di scottante attualità. Tra i notevolissimi video in proiezione, "The Challenge" è certamente il più intimamente misterioso e in un certo senso il più surreale. Ma Ancarani non lavora sulla suerraltà, bensi su realtà che tendono ad apparire come delle iperrealtà. Le immagini sono quelle del deserto del Qatar durante i preparativi di una competizione di falconeria (con citazione per la Land Art attraverso la celeberrima stele di Richard Serra). Le immagini della competizione sono inframezzate da sequenze che sembrano ruotare attorno al culto del motore e della velocità, nonché una stridente fascinazione nel rapporto natura/tecnologia. In particolare un raduno di motociclisti in un deserto texano, e una Lamborghini che trasporto un ghepardo. In entrambi i video è la rigorosa e simmetrica geomteria della stara a rendere iconicamente assai pregevoli le immagini e a dettarne il ritmo narrativo. Con "Wipping Zombie", titolo tratto dal nome di una danza tradizionale haitiana. Una espressività corporea di una lotta e che rimanda alla violenza coloniale subita dai nativi e che vorrebbe tendere a esorcizzare la violenza subita. Ma in "Wipping Zombie" c'è dell'altro, come la reiterizzazione di gesti quotidiani come battere una lamiera, per trasformare un barile in un materiale utile alla vita quotidiana, che denuncia silenziosamente la povertà e la vita pedestre delle popolazioni e locali. C'è un filone e una tradizione piuttosto consolidata su queste tematiche che coinvolge opere di celebrati videomakers come Ben Rivers o Neil Beloufa. Molte altri i video proiettati nelle sale in una delle mostre più interessanti presentate al Pac che negli ultimi sembra aver spostato, cime molte altre istituzioni museali ed espositive, il suo baricentro verso esperienze artistiche a carattere etnico e fortemente politiche nonché verso quelle che un tempo risultavano essere le periferie del mondo (e non solo in senso geografico).
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bottegadelfumatore · 4 days ago
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Bolivar NEW Gold Medal LCDH
Bolivar New Gold Medal 2023 Exclusivo Casa del Habano Il fù Bolivar Gold Medal (Exclusivo Casa del Habano) oggi rinato dalle ceneri con il nome di Bolivar New gold Medal (Nuovamente Exclusivo Casa del Habano), è un sigaro dalla storia contorta e travagliata, fatta di lascia e prendi, amore e odio, o come si dice in veneto: “cava e meti” (Tradotto: togli e metti).     Amore a Prima Vista Questo…
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t-annhauser · 13 days ago
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Tra l'altro ho scoperto che quella Anna cantante italiana internazionale premiata a Los Angeles, clone di Due Lipa, era citata in un brano dei BJLFP, il gruppo di gran lunga più cool del panorama italiano odierno. Per tutti noi uomini di lettere che non ci immettiamo nel marasma.
(di seguito, riferimenti critici per i poveri sderenati mentali di oggi)
I NUOVI MOSTRI (1977), regia Mario Monicelli, Dino Risi, Ettore Scola, soggetto di Age & Scarpelli, Zapponi, Maccari
Giovan Maria Catalan Belmonte (Alberto Sordi), First Aid (Pronto soccorso) Un affettato e logorroico esponente della nobiltà nera romana viaggia con una vettura di lusso per partecipare a una riunione familiare a carattere religioso, quando s'imbatte in un uomo gravemente ferito. Dopo averlo preso a bordo, lo porta in tre ospedali ma, non trovando posto in alcun pronto soccorso, alla fine il nobile lo riporta dove l'aveva raccolto, ai piedi del monumento a Mazzini (che chiama Mussolini), provando una certa euforia e non vedendo l'ora di raccontarlo ai suoi amici.
AGARTHI Agarthi (detto anche Aghartha, Agartha o Agartta) è un regno leggendario che si troverebbe all'interno della Terra, descritto nelle opere di vari scrittori tra cui Willis George Emerson. Sede del mitico re del mondo, la favolosa Agarthi è legata alla teoria della Terra cava ed è un soggetto popolare dell'esoterismo e della teosofia.
Robert Joseph Long, detto Bobby Joe è stato un serial killer e militare statunitense giustiziato nel 2019 dallo Stato della Florida per l'omicidio di Michelle Denise Simms.
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tarditardi · 1 month ago
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Dal successo di Cava Restaurant, nasce a Sharm Cava Bar
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Dopo il successo di Cava Restaurant (che ha appena aperto una sua 'fililale' a Tulum, in Messico, presso VR Club Hotels & Resorts), il format di questa trattoria italiana ad alto tasso di stile cresce con un'altra proposta, Cava Bar.  
«Abbiamo pensato Cava Bar, con una serie di proposte che ampliano il progetto», racconta l'imprenditore Manuel Dallori, che ha già portato al successo il format The Beach Luxury Club e molti altri progetti. «Il primo Cava Bar nascerà a Pasqua, a Sharm el Sheikh. Verrà tastato per 4 - 6 mesi, per poi essere replicato in tutte le altre destinazioni».
Come The Beach ed altre proposte di Manuel Dallori, anche Cava Bar è una proposta da vivere tutto il giorno, H24 o quasi: aperto al mattino per colazioni, propone e lunch a metà giornata, per restare probabilmente aperto anche anche più tardi, dall'aperitivo in poi, per dj set e live music. Molti dettagli sono ancora da definire, mentre è già chiaro che anche Cava Bar ha un'anima ed uno stile prima di tutto italiani. La caffetteria è 'all'italiana', si mangiano prodotti artigianali della nostra tradizione e non manca il gelato.
Cava Restaurant rielabora, ad alto tasso di qualità e stile, la classica trattoria italiana. Dopo il successo in Sicilia, presso Domina Zagarella, a Santa Flavia (Palermo e in Toscana, in Maremma, durante l'estate scorsa, ad inizio novembre 2024 Cava ha debuttato a Sharm El Sheikh, sul Mar Rosso, nel contesto d'eccellenza di Domina Coral Bay e da qualche tempo pure a Tulum, in Messico al VR Club Hotels & Resorts. Tulum è una meta esclusiva sulla Riviera Maya, famosa per le sue spiagge paradisiache e le antiche rovine poco lontane. Non stupisce la presenza di Cava, in una località in forte crescita come questa, molto amata soprattutto dai turisti statunitensi, che rappresentano il 60-70% dei visitatori. Nel mix di lusso eco-chic ed atmosfera boho che attira celebrità, influencer e nomadi digitali, una proposta come Cava può senz'altro farsi notare. 
«Cava è prima di tutto una trattoria, ma è in costante evoluzione. Il menu cambia a seconda dei luoghi in cui prende vita, per preservare la freschezza degli ingredienti, ma l'anima di questa realtà non può che essere italiana… e internazionale»,  spiega Manuel Dallori, che è anche Corporate Entertainment Director del gruppo Domina. «Se The Beach è un luxury club dedicato al lusso accessibile, ovvero a chi vuol prendere solo un spritz con stile oppure a chi cerca il massimo. Dal mattino alla notte, Cava mette i suoi piatti al centro della proposta». 
COS'E' CAVA
https://www.instagram.com/cavarestaurants_
Cava è una nuova catena di locali dedicati alla cucina italiana e al piacere di gustarla in locali ad alto tasso di stile, in Italia e nel mondo. Nasce da chi ha portato al successo The Beach Luxury Club, format che fin dal 2018 propone cucina fusion d'ispirazione mediterranea, da godere con dinner show internazionali e party. Cava è un'evoluzione della classica trattoria italiana e nasce nella primavera '24 in spazi in cui design, servizio, piatti e stile sono curati in ogni singolo dettaglio. Dove? In quattro location: a Sharm, in Egitto; a Tulum, in Messico; in Maremma e in Sicilia, a Santa Flavia (Palermo). A Pasqua 2025 nasce a Sharm anche Cava Bar, che amplia la proposta del format.
CHI E' MANUEL DALLORI
Instagram.com/manueldallori
Manuel Dallori, classe 1969, viareggino, è attivo da oltre 25 anni tra luxury, moda, entertainment, turismo e ristorazione. Tra le realtà con cui ha collaborato c'è un brand di moda d'eccellenza come Gianni Versace, mentre oggi è Corporate Entertainment Director del gruppo Domina. Non solo. Dopo aver creato brand di successo brand come Zelo's Montecarlo e Beach Club, oggi sta facendo crescere The Beach Luxury Club, un luogo da sogno dedicato al lusso accessibile, aperto dal mattino alla notte, perfetto per oziare col sole e poi scatenarsi con la luce della luna, dopo essersi goduti dinner show d'eccellenza. The Beach è in crescita e apre due nuovi spazi nella primavera '24 tra Toscana e Messico dopo il successo ottenuto a Sharm El Sheikh, in Egitto ed in Sicilia. Sarebbe già abbastanza ma c'è un'altra bella novità, CAVA, che apre ben quattro ristoranti nel 2024, tra Egitto, Sicilia, Toscana e Messico. "CAVA è un'evoluzione della classica trattoria italiana. Sono infatti spazi in cui  design, servizio, piatti e stile sono curati in ogni singolo dettaglio. Ci si rilassa gustandosi i classici della cucina italiana. La tradizione c'è sempre, ma a volte viene ripensata con piglio moderno e inedito", spiega Manuel Dallori.  Lo slogan che meglio racconta la sua personalità di questo imprenditore è probabilmente We're building a new story, in italiano stiamo costruendo una nuova storia. Perché Dallori è sempre in movimento e al lavoro. Semplicemente, non si ferma mai. 
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sounds-right · 1 month ago
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Dal successo di Cava Restaurant, nasce a Sharm Cava Bar
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Dopo il successo di Cava Restaurant (che ha appena aperto una sua 'fililale' a Tulum, in Messico, presso VR Club Hotels & Resorts), il format di questa trattoria italiana ad alto tasso di stile cresce con un'altra proposta, Cava Bar.  
«Abbiamo pensato Cava Bar, con una serie di proposte che ampliano il progetto», racconta l'imprenditore Manuel Dallori, che ha già portato al successo il format The Beach Luxury Club e molti altri progetti. «Il primo Cava Bar nascerà a Pasqua, a Sharm el Sheikh. Verrà tastato per 4 - 6 mesi, per poi essere replicato in tutte le altre destinazioni».
Come The Beach ed altre proposte di Manuel Dallori, anche Cava Bar è una proposta da vivere tutto il giorno, H24 o quasi: aperto al mattino per colazioni, propone e lunch a metà giornata, per restare probabilmente aperto anche anche più tardi, dall'aperitivo in poi, per dj set e live music. Molti dettagli sono ancora da definire, mentre è già chiaro che anche Cava Bar ha un'anima ed uno stile prima di tutto italiani. La caffetteria è 'all'italiana', si mangiano prodotti artigianali della nostra tradizione e non manca il gelato.
Cava Restaurant rielabora, ad alto tasso di qualità e stile, la classica trattoria italiana. Dopo il successo in Sicilia, presso Domina Zagarella, a Santa Flavia (Palermo e in Toscana, in Maremma, durante l'estate scorsa, ad inizio novembre 2024 Cava ha debuttato a Sharm El Sheikh, sul Mar Rosso, nel contesto d'eccellenza di Domina Coral Bay e da qualche tempo pure a Tulum, in Messico al VR Club Hotels & Resorts. Tulum è una meta esclusiva sulla Riviera Maya, famosa per le sue spiagge paradisiache e le antiche rovine poco lontane. Non stupisce la presenza di Cava, in una località in forte crescita come questa, molto amata soprattutto dai turisti statunitensi, che rappresentano il 60-70% dei visitatori. Nel mix di lusso eco-chic ed atmosfera boho che attira celebrità, influencer e nomadi digitali, una proposta come Cava può senz'altro farsi notare. 
«Cava è prima di tutto una trattoria, ma è in costante evoluzione. Il menu cambia a seconda dei luoghi in cui prende vita, per preservare la freschezza degli ingredienti, ma l'anima di questa realtà non può che essere italiana… e internazionale»,  spiega Manuel Dallori, che è anche Corporate Entertainment Director del gruppo Domina. «Se The Beach è un luxury club dedicato al lusso accessibile, ovvero a chi vuol prendere solo un spritz con stile oppure a chi cerca il massimo. Dal mattino alla notte, Cava mette i suoi piatti al centro della proposta». 
COS'E' CAVA
https://www.instagram.com/cavarestaurants_
Cava è una nuova catena di locali dedicati alla cucina italiana e al piacere di gustarla in locali ad alto tasso di stile, in Italia e nel mondo. Nasce da chi ha portato al successo The Beach Luxury Club, format che fin dal 2018 propone cucina fusion d'ispirazione mediterranea, da godere con dinner show internazionali e party. Cava è un'evoluzione della classica trattoria italiana e nasce nella primavera '24 in spazi in cui design, servizio, piatti e stile sono curati in ogni singolo dettaglio. Dove? In quattro location: a Sharm, in Egitto; a Tulum, in Messico; in Maremma e in Sicilia, a Santa Flavia (Palermo). A Pasqua 2025 nasce a Sharm anche Cava Bar, che amplia la proposta del format.
CHI E' MANUEL DALLORI
Instagram.com/manueldallori
Manuel Dallori, classe 1969, viareggino, è attivo da oltre 25 anni tra luxury, moda, entertainment, turismo e ristorazione. Tra le realtà con cui ha collaborato c'è un brand di moda d'eccellenza come Gianni Versace, mentre oggi è Corporate Entertainment Director del gruppo Domina. Non solo. Dopo aver creato brand di successo brand come Zelo's Montecarlo e Beach Club, oggi sta facendo crescere The Beach Luxury Club, un luogo da sogno dedicato al lusso accessibile, aperto dal mattino alla notte, perfetto per oziare col sole e poi scatenarsi con la luce della luna, dopo essersi goduti dinner show d'eccellenza. The Beach è in crescita e apre due nuovi spazi nella primavera '24 tra Toscana e Messico dopo il successo ottenuto a Sharm El Sheikh, in Egitto ed in Sicilia. Sarebbe già abbastanza ma c'è un'altra bella novità, CAVA, che apre ben quattro ristoranti nel 2024, tra Egitto, Sicilia, Toscana e Messico. "CAVA è un'evoluzione della classica trattoria italiana. Sono infatti spazi in cui  design, servizio, piatti e stile sono curati in ogni singolo dettaglio. Ci si rilassa gustandosi i classici della cucina italiana. La tradizione c'è sempre, ma a volte viene ripensata con piglio moderno e inedito", spiega Manuel Dallori.  Lo slogan che meglio racconta la sua personalità di questo imprenditore è probabilmente We're building a new story, in italiano stiamo costruendo una nuova storia. Perché Dallori è sempre in movimento e al lavoro. Semplicemente, non si ferma mai. 
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