#notizie strane
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La fede 😀
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A base di pesce pastinaca, Hongeo è considerato di gran lunga il pasto puzzolente più forte della Corea del Sud. È così puzzolente che molti sudcoreani non si avvicinerebbero, figuriamoci metterselo in bocca.
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ESTINTA 30 ANNI FA, RITROVATA LA PIANTA CHE FA LUCE
La Thismia è una delle piante più strane del mondo vegetale. Cresce sottoterra facendo luce attraverso il terreno e per questo motivo è comunemente conosciuta come ‘lanterna delle fate’. A differenza della maggior parte dei vegetali della sua specie non ha foglie né svolge la fotosintesi. I membri di questa famiglia di piante sono monocotiledoni micoeterotrofe che dipendono dai funghi per la loro nutrizione e dagli alberi vicino ai quali crescono.
L’ultimo esemplare di Thismia kobensis fu avvistato a Kobe City, in Giappone, nel 1992. Il suo habitat distrutto dalla costruzione di un complesso industriale non ha più permesso di individuarne altri esemplari e la pianta si presumeva estinta. Dopo più di 30 anni, il professor Kenji Suetsugu e i suoi colleghi dell’Università di Kobe hanno annunciato la sua riscoperta a Sanda City, a poco meno di 20 chilometri dal luogo in cui venne vista l’ultima Thismia. “Trovare un membro di un genere così raro e in via di estinzione è incredibilmente eccitante e le successive indagini hanno gettato nuova luce sul genere e sulla sua storia evolutiva”. “Sebbene le piante delle specie di Thismia siano minuscole e poco appariscenti, sono state descritte come uno dei generi più curiosi e straordinari del regno vegetale e il loro strano aspetto e la loro strategia di vita le rendono eccezionali tra le erbe”, scrivono gli autori dell’Università di Kobe nello studio dove hanno reso noto i risultati della loro scoperta.
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Fonte: Biotaxa
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DALLA PARTE DI ALFREDO COSPITO
I social network sono luoghi di intrattenimento, relax e ricerca di consensi.
Ma purtroppo avete scelto il posto sbagliato.
Questo tema è qualcosa di completamente diverso.
Tanto per mettere le carte in tavola, faccio subito una cosa che rischia sempre di causare un'epidemia di sbadigli: cito un articolo del codice penale.
Articolo 285.
Devastazione, saccheggio e strage.
«Chiunque, allo scopo di attentare alla sicurezza dello Stato, commette un fatto diretto a portare la devastazione, il saccheggio o la strage nel territorio dello Stato o in una parte di esso è punito con l'ergastolo».
Nell'articolo che vi ho citato non si parla degli effetti prodotti da una condotta. Si parla dello scopo dell'atto e della sua idoneità a perseguirlo.
La strage di cui si parla nell'articolo 285 c'è anche quando nessuna persona viene ferita.
Sarò un malpensante, ma ho visto tante cose strane nelle sentenze italiane e ho come l'impressione che una norma del genere possa essere usata, con giochetti semantici e artifici vari, per annullare persone in maniera del tutto arbitraria.
E infatti è successo.
È accaduto ad Alfredo Cospito, accusato di due esplosioni senza conseguenze in una scuola allievi carabinieri, Un fatto che non aveva neanche lontanamente lo scopo di uccidere o ferire persone.
Gli esplosivi erano a basso potenziale. L'episodio è avvenuto nel cuore della notte.
Tutte le circostanze indicano chiaramente uno scopo dimostrativo.
Ma nel caso di Alfredo Cospito c'è quella che da sempre viene considerata una terribile aggravante: non è un generale che lancia bombe sui civili nel rispetto della legge. È un anarchico.
Per questi motivi Alfredo Cospito è stato annullato come essere umano: ergastolo ostativo e 41 bis.
Cosa significa ergastolo ostativo e 41 bis? Non è necessaria una lunga descrizione. Significa che non puoi fare più nulla. Assolutamente più nulla. Non puoi comunicare in nessun modo. Sei imprigionato senza contatti umani. È come essere risucchiati nel sottosuolo. Sparisci dalla faccia della terra. Sei in vita solo formalmente, come corpo che soffre e urla senza possibilità di ascolto.
Il 41 bis e l'ergastolo ostativo sono due cose abominevoli.
Lo so che scagliarsi contro il 41 bis suscita sempre certe reazioni («Ma allora sei dalla parte dei mafiosi?»).
Lo so che criticare l'operato di giudici e magistrati provoca certi commenti fotocopia («Critichi i magistrati? Sei come Berlusconi»).
Lo so che difendere Alfredo Cospito suscita la reazione indignata della Milano Bene.
Alfredo Cospito in questo momento sta portando avanti l'unica forma di lotta che gli è rimasta: uno sciopero della fame che potrebbe ucciderlo. Secondo le ultime notizie che ho letto, ha già perso più di 20 chili.
Sono dalla parte della sua lotta.
[L'Ideota]
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I'm Tee, Me Too
Nessun uomo è un isola
Cosa hanno in comune Watee, Maitee, Maetee, Tee-Rex, Teedo e Teedet? a parte vincere il premio come miglior scioglilingua?
Ve lo dico io. Si chiamano tutti allo stesso modo e abitano TUTTI insieme. Per inciso: chiami Tee e si girano in SEI.
Questa serie proprio di ciò parla: sei ragazzi universitari con lo stesso nome che condividono una casa all'insegna dell'amicizia, fobie strane, risate e disagio.
La storia è questa: Watee è il proprietario di una splendida casa in quel della Thailandia. Con la morte della madre, Watee perde l'unica persona al mondo cara al suo cuore in quanto afflitto da una tremenda manca di fiducia negli altri che lo porta a vivere solo e chiuso in se stesso. Sì, è leggermente sociopatico
Ma la perdita non è solo affettiva: con la madre se ne va anche la casa ed il ragazzo, non volendo venderla, decide di affittarla e trovare nuovi coinquilini. Unica condizione? chiamarsi o soprannominarsi o avere nel nome, il "Tee" di cui sopra.
Si riuniscono dunque in questa casa, 5 ragazzi: Maetee, caciarone, casinista e con una strana fobia per i fantasmi che lo porta a non chiudere la porta del cesso quando caga ed appestare quindi casa. Teedo, il musicista playboy dall'animo pacifico che vive con le cuffie appresso perché non sopporta il rumore del masticare, Teedet lo sboccato allegro e socievole tranne con le belle ragazze di cui ha la fobia che lo porta a vomitare nel caso ne incontri una, Tee- Rex il piccoletto del gruppo, comprensivo e dolce, supporto morale ed emotivo degli altri con anche lui la fobia dello stare da solo ed infine Maitee, la mammina del gruppo che sta attenta che tutti mangino, siano coperti, non prendano freddo ecc ecc...e che ha la paura delle belle notizie. (cito testuale)
Come andrà la convivenza tra questi ragazzi così diversi ma simili nelle loro paure?
I'm Tee, me too è leggero e divertente, semplice con i suoi 8 episodi da nemmeno 35 minuti l'uno che si concentrano sui ragazzi presi singolarmente ed anche nelle loro relazioni con gli altri. La serie è un ode all'amicizia vista come una panacea per gran parte dei mali. I ragazzi tenteranno di superare le loro paure con l'aiuto ed il supporto degli altri, fino a diventare - che ve lo dico a fare - una grande famiglia. Tuttavia devo anche dire che ho trovato la cosa certe volte troppo didascalica e forzata, tanto da darmi l'idea di una serie adolescenziale.
Ma nell'ottica generale i ragazzi tutti assieme erano molto carini e mi hanno fatto sorridere più volte. E' difficile stabilire il mio preferito, ma se dovessi scegliere, voterei Maitee. La mammina del gruppo. Certe volte aveva delle espressioni mentre parlava con gli altri che mi facevano troppo ridere.
Ma se c'è una cosa che questi ragazzi hanno tutti è sicuramente la pazienza. Vivere con Watee e le sue assurde regole mi ha fatto pensare subito due cose: o questi ragazzi sono masochisti o gli affitti in Thailandia costano quanto un rene. Altrimenti non mi spiego come possano voler vivere in una casa dove è vietato portare estranei. Parenti - genitori - compresi. Ed altre regole che veramente trovo assurde.
Ma forse è proprio il rimanere lì, con il proprietario che non gli parla, non mangia con loro, non dorme con loro e non fa nulla assieme agli altri e mette pure regole da galera, che fa davvero capire quanto questi ragazzi tengano in così alta considerazione l'amicizia e l'affetto.
Watee oltre ad essere il boss della casa è anche quello più difficile da aiutare: la sua evasione verso gli altri lo rende asettico a qualsiasi tentativo di rapporto...anche se verso il finale...
Detto questo, I'm Tee, Me Too è una serie godibile per passare qualche ora in allegria e riempire la testa con buoni propositi e bontà. Oltre che per vedere attori thailandesi già visti in altri drama. Di contro, essendo la serie così corta e veloce, manca di approfondimento e la narrazione sembra essere qualche volta a compartimenti stagni. Peccato, perché io una serie da più episodi, un po' più matura e meno buonista me la sarei vista volentieri.
Ultimo appunto: Krist che qui interpreta Watee, è un attore con i contro cazzi. Me l'ero spizzato in Be My Favorite dove aveva una recitazione interessante. Ma qui, chiamato ad interpretare un ruolo diverso, ho trovato buonissima la sua prova attoriale.
Come bravissimo è stato Gun. Ormai questo ragazzo me lo sognerò la notte: questa è già la terza serie che mi vedo con lui quest'anno - tra l'altro senza saperlo perché non leggo mai i cast dei drama che mi vedrò - e la sua recitazione è sempre eccelsa.
Voto: 7.5
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Angoli
In questi giorni mi viene difficile comprendere a chi, o a cosa, dare retta. Lo so, mi rendo conto perfettamente che è la realtà, quella che conta. Le parole, le azioni, i gesti e i fatti. Quelli descritti sul giornale che vado a comprare alle 7 del mattino quando il mondo inizia a muoversi e, io, con lui. Ma quando mi incammino per tornare a casa mi chiedo cos'è, la realtà. L'evidenza di un qualcosa che riusciamo ad osservare in maniera chiara e limpida, forse. O un qualcosa, basato su fatti, che condividiamo, accettiamo e diamo per assodato insieme agli altri, in maniera silente. Un qualcosa che esiste, indipendentemente dalla nostra presenza, dalla nostra sfera di influenza composta da intelletto, percezione e personalità. Immagino possa essere una buona definizione di realtà, questa. Ma, se la mia realtà fosse diversa? Se la mia realtà fosse frutto di un qualcosa di illogico e non percepibile dagli altri? Potrei definire, la mia realtà, realtà in tutto e per tutto? Me lo chiedo quando torno a casa col giornale sotto braccio e mia moglie mi chiama, amorevole, com'è sempre stata. Sa che ho comprato il giornale e, tenera, mi chiede sempre di leggerle le notizie. Non riesce più a leggere da anni, la sua realtà è cambiata con la sua, brutta malattia. Vorrei farlo, vorrei leggerle delle elezioni del nuovo Papa e della strage a Parigi di qualche giorno fa, ma non lo faccio. Quando mi poggio sulla sedia a dondolo all'angolo della nostra stanza apro il giornale e, facendo finta di cercare notizie degne di essere lette, le dico che non è successo nulla di importante. Le dico che il mondo è esattamente dove dovrebbe essere e, insieme a lui, anche lei è dove dovrebbe essere. A letto, sofferente, col suo eterno amore nei miei confronti e con un senso di colpa che non se n'è mai andato, anche dopo tutti questi anni. La sua realtà, influenzata dalla sua malattia, è realtà tanto quanto quella degli altri. Ma la mia realtà, derivata da una verità personale, non so se sia davvero realtà. Sì, potrei dire di sì, ma la mia è una realtà individuale, unica, a cui posso credere io e io soltanto. Una realtà senza evidenze scientifiche, sorretta da una verità priva della condivisione e dell'accettazione degli altri. Una realtà debole, sostenuta soltanto da me stesso, ma vera tanto quanto la realtà degli altri e, per questo, realtà. Nuda e cruda, nelle sue strane regole non scritte e vissuta, in maniera unica e irripetibile. È iniziato tutto un giorno, di tanto tempo fa. Forse era Ottobre, no, Novembre. Faceva caldo, ma ero comunque avvolto nelle coperte. Avevo bisogno di un abbraccio, o anche solo di un modo banale per asciugare velocemente le mie lacrime. Forse avevo sognato qualcosa, non lo so, ma ricordo fossero le 4 di notte. Il mio corpo decise di svegliarmi nel cuore della notte, e lo fece facendomi tremare come mai ho più tremato in questi 80 anni di vita. Mi alzai per cercare riparo, ma avevo la schiena indolenzita e provai fatica. A stento riuscii a bere un bicchiere d'acqua. Mi rannicchiai in un angolo e, preso dall'angoscia e dal dolore, intuii che fosse colpa di mia moglie: era lontana, non aveva più un ruolo nella mia vita, ma capii che mi odiava. Mi odiava, così tanto da farmi svegliare e tremare nel cuore della notte. E nelle strane regole accennate di quella nuova realtà, di cui avevo annusato soltanto i paradigmi più evidenti, credevo di esser impazzito. Non ero matto, non lo sono tutt'ora, ma è come se avessi vissuto la mia intera vita in una dimensione mia, personale, diversa da quella degli altri. Dimensione che non ho mai capito appieno e, che, mi ha spinto a farmi innumerevoli domande. A mettere in dubbio qualsiasi mia certezza. A pormi interrogativi anche sulle cose che davo per assodato, nella mia vita. L'ho fatto per giorni, settimane, mesi, anni, dopo quell'accadimento perché, da quel momento in poi, ogni verità di ciò che era la mia realtà è stata messa in discussione da una percezione delle cose diversa, atipica, anormale. Tutto quello che pensavo di sapere era stato messo in dubbio da un qualcosa di incredibile ma inspiegabile, sia nella semplicità della sua azione che nella complessità della comprensione delle cose che, senza alcun motivo, capivo. Per intuizione. E non potevo controllare tutto questo, no, perché la mia nuova realtà mi sorprendeva durante i momenti più banali della mia vita. Quando lavavo i piatti e guardavo il cielo, in certi momenti dell'anno il tramonto. Quando ero seduto all'angolo del mio vecchio divano e guardavo fuori, all'orizzonte, ammirando le luci lontane. Guardavo lontano, perché più lo facevo e più riuscivo a capire cosa stesse succedendo ed era buffo, perché ogni mia intuizione mi riportava a mia moglie. Lei era lì fuori e, per quanto lei non volesse e io nemmeno o forse sì, ero accanto a lei. Ero lì, mentre provava a mettermi da parte odiandomi più forte che poteva. Ero lì, quando ha cercato di ignorare completamente quello che era ed ero stato, quello che aveva fatto, quello che aveva causato. Il dolore che mi aveva fatto provare nell'attesa di un qualcosa che non era mai arrivato. E nel fare tutto questo, nello scrollarsi di dosso le proprie colpe, cercando come obiettivo una vita leggera, senza impegni e priva di conseguenze, io ero lì. Ero lì anche quando si è arresa all'evidenza dei fatti. E so, so, che mia moglie non ha più provato odio nei miei confronti perché non ce l'ha più fatta. Non ne aveva più la forza. E io, che non avrei mai dovuto sapere nulla di tutto questo, ho fatto finta di essere ignaro e lei con me, tacendo su tutta la questione. La comprendo, non le do nessuna colpa, anche perché conosco i suoi perché. Li conosco, anche se li ha sempre nascosti dietro al suo dolce sorriso, ed è proprio quel sorriso il perché di tutto. La fine e l'inizio, perché nell'odio si crea l'amore. Quella notte, in quel momento, ha capito che non poteva fare altro che legarsi a me, di nuovo. L'ha capito nel suo momento migliore e peggiore, nel punto più alto della sua vita e in quello più basso perché, nell'ammettere di quella necessità, ha dovuto ammettere anche altro. Ed è per questo che mi ha odiato, quella sera. Ma io non ero sicuro, di nulla. Quella verità si basava su un qualcosa di così aleatorio, irreale, che non sapevo come agire nei confronti di tutto quello che sapevo, ma di cui non ero sicuro. Perché la realtà dei fatti, quella sostenuta dallo spettro del visibile, era venuta meno e, io, non sapevo più a chi, o cosa, credere. Mi sono ritrovato a vivere due realtà, una logica e una irrazionale e, nel decidere a quale realtà affidarmi, non facevo altro che tormentarmi. Disperarmi. Rimanere nell'angolo del mio letto a piangere, per ore, perché la crudeltà di quello che era successo nella realtà condivisa da tutti si scontrava con un qualcosa di sì crudo ma diverso, speranzoso, positivo nella sua negatività ma che vedevo solo io, io soltanto. Poi, ho capito. Avevo bisogno di una prova, di un qualcosa che dimostrasse le mie teorie, un qualcosa che sostenesse la mia realtà. Un Dio che fornisce le prove ai suoi discepoli, per permettere loro di credere in lui. In una verità costruita dentro di me e senza nessuna dimostrazione pratica non potevo fare altro che chiedere una prova tangibile, di ciò che comprendevo. Perché nel continuare a vivere in due realtà non stavo più vivendo. Ma dove, e come, trovare una prova di quello che sapevo? Come dimostrare quell'odio, quell'indifferenza, quell'amore? Sembrava stupido, tra me e me, chiedere a un qualcosa di incomprensibile un qualcosa di tangibile. A chi dovevo chiederlo, poi? Potevo chiedere solo a me stesso, Dio, messia e discepolo della mia stessa religione. Ma come chiedere una prova della veridicità di un qualcosa di incontrollabile, dentro di me? Mi sembrava un cortocircuito logico, dato il mio essere vittima e carnefice della mia stessa realtà. E proprio nel comprendere l'illogicità di una richiesta del genere che pensai di non dare più retta, alle mie intuizioni. Come potevo dimostrare quella realtà agli altri? Come potevo dimostrarlo a me stesso? Per quanto avessi i risultati della mia verità, quelle che venivano meno erano proprio le formule che portavano al risultato, le fondamenta che sorreggevano la mia realtà. Ma Dio vede e provvede e, per quanto avessi abbandonato l'idea di seguire la mia verità, proprio quella stessa realtà mi diede la prova della sua veridicità, della sua concreta esistenza. Era sera. Non sapevo cosa fare, ma sapevo di non voler rimanere immerso in quella realtà così fragile alle fondamenta ma, allo stesso tempo, così solida e difficile da sopportare. Andai a camminare. Non lo facevo da tanto, non riuscivo più ad apprezzare ciò che mi circondava. La mia realtà era così totalizzante che feci fatica, anche solo ad alzare lo sguardo per scorgere i dettagli dei tetti dei palazzi addobbati per le feste. Non riuscivo più a guardare in alto, gli altri punti di vista non mi interessavano più. Decisi quindi di entrare in un pub. D'istinto, come avrei poi imparato a fare. Presi una birra e, appoggiato ad un angolo, decisi di godermi la solitudine di quel posto così pieno di persone, idee, verità e realtà che rimbombavano nell'aria ma che non volevo cogliere, poiché inutili. Quella sera sarò sembrato scontroso, arrabbiato, forse triste e patetico ma, anche con quell'aspetto, una ragazza mi si avvicinò. Aveva un fare amichevole e familiare, forse perché aveva lo stesso sorriso di mia moglie. Le offrii una birra. Lei, gentile, si prese cura di me e, io, di lei. Passammo la serata a parlare delle nostre storie, molto simili ma diverse, e della nostra vita fino a quel momento. Ci confessammo, Dio che ascolta il suo discepolo e viceversa. Ma nel trovare tanti punti in comune, molte similitudini, nel confessare le nostre verità, accadde. Una parola, che lei mi disse in risposta a quello che le raccontai di mia moglie, attirò la mia attenzione. Non ci rivedemmo più ma, per quanto mi colpii quella persona, quella parola fu fondamentale per me, come un discepolo a cui viene rivelata la verità e vede la sua vita stravolta. Fino a quel momento pensai che la mia realtà fosse individuale, unica e inimitabile, nelle sue dinamiche e nella natura delle sue intuizioni ma, per quanto lo sia e io sia convinto di non poter spiegare concretamente tutto quello che vivo ogni giorno, avevo dimenticato dell'aspetto di osservazione della realtà stessa e, di conseguenza, della mia realtà. Perché, per quanto io sia un animale in gabbia, attorno a me il mondo si muove e, per quanto questo possa sembrarmi assurdo, il mondo è in continua osservazione. E per quanto io creda che la mia realtà sia incomprensibile e renitente agli altri allo stesso tempo non è così perché, per quanto io possa crederlo, anche gli altri compongono la mia realtà, la mia verità, influenzandola nelle sue dinamiche. Quella parola mi venne a mente qualche giorno dopo, mentre osservavo l'ennesimo tramonto. Capii che non era una parola pronunciata per caso da una sconosciuta in un pub, no. Era il titolo di un racconto che, mia moglie, mi aveva ispirato. Un racconto che avevo iniziato a scrivere come sfogo per il mio dolore ma, che, non avevo concluso proprio perché quel dolore scomparve, prima di vederlo riapparire di nuovo. Ma anche perché non mi sentivo pronto, all'altezza, di quello scritto. Non era il caso di andare avanti, non era la cosa giusta. Andai nell'archivio dove tenevo i miei scritti e, mentre rileggevo le bozze, gli appunti, di quel racconto, iniziai a piangere. Mi resi conto che il me stesso del passato mi stava dicendo di credere. Di non far caso alla realtà ma credere alle intuizioni. Mi chiedeva di fermarsi, per riuscire a comprendere delle paure, dei timori, delle emozioni, di mia moglie. Mi sembrò profetico e, davanti a quella verità, mi arresi. Di fronte all'evidenza di quello che la mia realtà mi stava dicendo non potevo fare altro che questo. Dovevo arrendermi, non potevo più lottare contro quella realtà perché, per quanto potesse essere tutto frutto della mia immaginazione, non potevo fare altro che credere. Ero troppo stanco e debole, per continuare a lottare contro quella verità, così assurda ma allo stesso tempo così viva e vivida, ai miei occhi. Decisi così di dare tutto per assodato, per vero. Accettai quella verità, unica ed assoluta nella mia realtà ma incompiuta e immaginaria nella realtà degli altri e la abbracciai, per quanto non fosse nelle mie intenzioni e per quanto, questo, avrebbe poi portato a delle complicazioni. Ero seduto all'angolo più lontano di una scogliera, sotto ad un faro ricoperto di maiolica. Guardavo l'orizzonte e il mare, muoversi dolcemente in quella mattinata di fine Dicembre. Nello zaino un libro, consigliato proprio da mia moglie. Guardavo lontano, cercando di far chiarezza nei miei pensieri quando, ad un certo punto, intravedo un ragazzo e una ragazza. Erano all'altro lato della scogliera e si stavano baciando, dolcemente. O, almeno, così sembrava. Lei, infastidita, cercava di sfuggire al suo affetto in tutti i modi. Lui, paziente, la cercava e la attendeva. Con gli occhi, con le mani, con le labbra. Ma lei non voleva, no. Cercava di sfuggire al suo affetto, al suo volerla accanto. Fino a quando, insofferente, cominciò a inveire contro di lui, insultandolo. Si alzò, di scatto, per poi andarsene. L'odio, gratuito e grottesco, che quella ragazza mi trasmise mi sembrò similare all'odio che avevo provato io, in quella notte di Novembre. Allo stesso tempo, però, quella situazione mi fece riflettere. Distratto com'ero dal capire se credere o meno, stretto nelle maglie delle regole di quella nuova realtà, mi ero dimenticato di poter scegliere. Nel vedere lui, titubante, nel seguire quella ragazza o meno ricordai che potevo agire, decidere, e mi sembrò stupido arrivare a una conclusione così banale ma, in quel momento, mi sembrò una rivelazione. Per quanto fossi assoggettato dalle mie stesse intuizioni potevo decidere come sarebbero andate le cose. Nel sapere che lei mi amasse, nel prevedere che, un giorno, avrebbe bussato di nuovo alla mia porta potevo scegliere. Ma, per quanto mi sembrò rivelatorio tutto questo, in qualche modo fu anche la mia condanna. Fino a quel momento rimasi assoggettato alle verità che la mia realtà mi forniva, in maniera passiva, senza dover o poter fare qualcosa a riguardo. Ma quando compresi le potenzialità che ciò che avevo tra le mani andai nel panico. Cosa dovevo fare? Mi sembrò banale, scontato sedermi su una panchina, far dondolare le gambe e attendere che la mia realtà, comprovata soltanto da verità illogiche e irrazionali, si manifestasse. Allo stesso tempo, in quell'attesa senza data di scadenza, non potevo far finta di nulla. Sentivo la necessità di prendere una decisione, di comprendere il da farsi perché nel non farlo, nel vivere nell'incertezza di quel lasso di tempo indefinito, non avrei vissuto serenamente. Ragionai a lungo e arrivai a comprendere che, di fronte a me, avevo due scelte ugualmente dolorose perché non avevano come protagonista lei, ma la mia stessa realtà. Perché nella crudeltà di ciò che era stato nel passato, avevo intuito e compreso la bellezza di quello che sarebbe stato nel futuro, nel mio attuale presente. Io e mia moglie, nella casa che poi abbiamo acquistato. I nostri gatti, ormai morti. La libreria in comune e i miei soprannomi. Le discussioni, gli abbracci e il suo sguardo, innamorato, che mi accoglie ogni volta che torno col giornale. L'angolo dove scrivo le mie cose e dove lei, solitamente, mi attendeva quando aveva bisogno di me. Come poteva, la mia realtà, farmi intuire delle cose così importanti in quel momento, quando tutto era finito e non c'era alcuna possibilità che quelle cose accadessero? Mi sembrava assurdo, dopo quello che era successo. Una follia, un qualcosa di così fuori dalla realtà degli altri che, per quanto ci credessi, mi sembrava l'ultima cosa che potesse accadere nella mia vita, ormai segnata dalla mia stessa realtà. Ma nel mare agitato di quella follia dovevo decidere il da farsi. Di fronte a questa verità la mia scelta si riduceva ad un puro, e semplice, fidarsi. Perché potevo andare contro la mia realtà, accettando sì le mie verità ma rifiutandomi di proseguire e lasciando morire la questione, quando quello che avevo intuito sarebbe accaduto oppure accogliere la verità, raccogliere le informazioni di cui ero a conoscenza, interiorizzarle e andare avanti, con lei accanto a me. Avrei potuto rifiutare tutto questo, in nome di un dolore che mi aveva lacerato e di una difficoltà di ricostruzione che mi sembrava insormontabile, o avrei potuto accettare di fidarmi, in nome di quel qualcosa che la mia verità mi aveva fatto sembrare possibile, al dì fuori della mia logicità e di qualsiasi altra realtà. Per quanto pensai di non poter scegliere in quel momento, per quanto qualsiasi decisione potesse essere giusta e sbagliata allo stesso tempo, non potevo far altro che rimandare quel discorso a quando, la mia realtà, avrebbe agito, sia nel suo rivelarsi che nel farmi comprendere di ciò che non sapevo o non comprendevo appieno. Ma proprio nell'attesa della sua rivelazione la mia realtà agì, indisturbata. Nel non sapere cosa fare mi diede la possibilità di stare accanto a lei, anche nella sua assenza. Costringendomi a farlo, per quanto non volessi e non potessi sopportare la sua presenza ed esistenza. Due care amiche mi invitarono ad una festa. Era in un posto lontano, che non conoscevo. Ero annoiato, quella sera, e non stavo proprio benissimo. Avevo decimi di febbre, il naso che gocciolava. Decisi di andare, l'istinto mi disse di farlo. Mi ritrovai in una stradina con un monte, sopra la mia testa, quasi a proteggermi dalle avversità. Bussai, alla porta di questa sorta di palazzina. Erano lì le mie amiche, e con loro i parenti. Mi sembrò di essere al centro dell'attenzione, per un momento. Era quasi come essere in un sogno. Forse lo era. Nel raccontare di ciò che mi era successo una di loro mi prese da parte e cominciò a parlarmi. Di quanto fossi sprecato nello stare da solo, in quel momento. Di come avrei potuto trovare la felicità, se solo avessi aperto il cuore ad altre persone. Di come, col mio carattere, avrei potuto trovare in poco tempo una persona adatta a me. Cercai di spiegare quanto non fosse il caso, in quel momento, di mettermi alla ricerca di qualcuno. Non funzionò perché anche i parenti, che mi conoscevano, dissero la stessa identica cosa. Decisi di andare a prendere un po' d'aria e, dopo esser ritornato in strada, decisi di camminare. Era buio, il monte non si vedeva più, ma il rumore del mare mi richiamava e non potevo far altro che seguirlo. Mi ritrovai su una banchina. In fondo un molo e, all'angolo, seduta, una ragazza. Era mia moglie. Non poteva essere lì, in alcun modo. Eppure era lei, mi stava aspettando proprio lì. Mi sorrise per, poi, sparire. Mi sentii sereno. Sereno, nei confronti di ciò che era in quel momento e nei confronti di ciò che era stato, fino a quel momento. Sereno, anche se da quel momento in poi cominciai a vederla, dappertutto. La vedevo nei sorrisi delle ragazze che notavo, al pub. Nelle foto di altre persone. Nelle notizie, nei film che guardavo e di quello che leggevo. Nei dettagli che gli altri, mi facevano notare di me e che, lei, aveva notato prima di tutti. E notai che anche io la cercavo, in qualche modo. Perché, nell'andare avanti, la cercavo, anche solo col pensiero. La cercavo nelle cose che leggevo e di cui volevo raccontarle. Nel solo pensare di condividere quello che guardavo, scoprivo, conoscevo, ed immaginare cosa pensasse, delle cose che mi erano entrate nel cuore. E a volte immaginavo il suo sguardo, mentre leggeva uno dei miei racconti. Glieli inviavo via posta, perché volevo li tenesse lei. Perché era lei che mi ispirava. E, nell'andare avanti nella mia vita, avrei voluto raccontarle tutto. Avrei voluto telefonarla dal mio telefono analogico e raccontarle di ciò che avevo fatto e stavo facendo. Volevo renderla fiera di me, far sì che fosse felice di quello che avevo raggiunto, di quello che avevo superato ma, anche se non fosse stato così, volevo solo renderla felice. Non importava come. Mi riabituai a lei, per quanto non fosse nella mia vita. E nel farlo cominciai a fare delle cose, agendo proprio come se fosse accanto a me anche se sapevo, che quell'impegno e quello sforzo mentale, sarebbero potuti essere vani se la mia realtà non si fosse poi avverata. Ma non era più importante, a quel punto. Ero sereno nei confronti della mia realtà e di quello che ero e avevo accettato quello che era stato e, indipendentemente da ciò che sarebbe successo, andava bene così. Nella possibilità di non sentirla o vederla mai più nella vita ero riuscito a superare tutto, a perdonare e ad andare avanti. Accettare, quello che era stato ed essere in pace a riguardo, anche nei confronti di una scelta che non avevo ancora compiuto. Addirittura felice, quando riuscivo a ricordare ciò che era stato, prima di quella orribile notte di Novembre. Poi, mi telefonò.
Ogni tanto mia moglie mi chiedeva di raccontarle una fiaba. Dormiva tutto il giorno e, quando si svegliava, di sera, mi chiedeva di leggerle qualcosa. Dopo averle letto le notizie mi chiudevo nel mio studio e scrivevo, il più possibile. Cercavo di renderla felice, per quanto la sua malattia la stesse aggredendo e divorando, giorno dopo giorno. Per quanto non fosse in grado di capire appieno ciò che le dico cercavo di impegnarmi per scriverle, sempre, belle cose. Le descrivevo luoghi, persone, angoli ed orizzonti. Poco dopo quella telefonata, arrivata poco dopo quegli accadimenti, la mia realtà cominciò a tacere nei suoi confronti. Non aveva più niente da dire, avevo già tutte le informazioni di cui dovevo sapere. Ma, l'altro giorno, mentre scrivevo, è successo qualcosa. La mia realtà si è risvegliata, ricordandomi di una fiaba. Una cosa che le avevo scritto prima che lei mi telefonasse e, che, non avevo mai concluso. Non gliene avevo mai parlato, non le avevo raccontato nulla. Mi sembrava la cosa più logica da fare perché, nel tacere nei confronti di quel che sapevo, avevo incluso la prova più inconfutabile di tutte. Quella fiaba. Cercai nel mio archivio e, dopo averla trovata, mi misi subito al lavoro. Mentre lavoravo, mentre davo una forma al tutto, le leggevo i miei progressi. Lo facevo ogni sera e, nel farlo, la vedevo in sé, come non la vedevo da anni. Dopo aver letto mi sussurrava del suo amore, come non faceva da tanto. E mi veniva da sorridere perché, sapevo, sarebbe finito tutto di lì a poco. Mi ritrovo seduto, nell'angolo più remoto di camera nostra e, nel ripensare a tutto ciò che è stato, non posso fare altro che piangere. Piango, perché nel lottare contro la mia stessa realtà non ho fatto altro che arrendermi e, nel raccontarle quella fiaba, questa storia, non posso fare altro che essere felice. Felice di ciò che siamo stati, felice di aver dato ascolto alla mia realtà e aver amato, al dì fuori di ogni logica e verità che non fosse la mia.
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Achille Costacurta, bufera social sul figlio di Billy e Martina Colombari: foto su Instagram di strane polveri, pacchi di soldi e insulti alla madre
[[{“value”:” Achille Costacurta, il figlio dell’ex calciatore Billy Costacurta e di Martina Colombari, è al centro di una furiosa bufera… L’articolo Achille Costacurta, bufera social sul figlio di Billy e Martina Colombari: foto su Instagram di strane polveri, pacchi di soldi e insulti alla madre proviene da Notizie 24 ore. “}]] Read More [[{“value”:”Achille Costacurta, il figlio dell’ex…
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Orta di Atella: pusher trovato in possesso di stupefacenti e di due coltelli di fattura artigianale, arrestato dai Carabinieri
Orta di Atella: pusher trovato in possesso di stupefacenti e di due coltelli di fattura artigianale, arrestato dai Carabinieri. Avevano certamente qualcosa da nascondere i due giovani che in via dei Martiri Atellani, a Orta di Atella (CE), a bordo di una Ford Fiesta, alla vista dei carabinieri hanno effettuato strane manovre per evitare il controllo. L'equipaggio del radiomobile della Compagnia di Marcianise, insospettitosi da tale manovra e nella considerazione che la citata via dei Martiri Atellani è zona limitrofa al c.d. "Parco Verde di Caivano" ha deciso di fermare il veicolo e eseguire un controllo sugli occupanti, un 20enne di Orta di Atella e un 23enne di Cardito (CE) . Appena fermati, i militari dell'Arma hanno notato nei due un atteggiamento nervoso che li spinti ad eseguire una perquisizione veicolare e personale a seguito della quale hanno rinvenuto sostanza stupefacente. In particolare sotto il sedile del 23enne passeggero è stato trovato un porta occhiali con all'interno 28 stecche di Hashish per un peso complessivo di gr. 70.04 e nel suo portafogli la somma di € 190. La perquisizione, estesa anche all'abitazione del 23enne ha consentito ai carabinieri di rinvenire e sequestrare sostanza stupefacente del tipo marijuana per un peso complessivo di gr. 396. Sempre all'interno dell'abitazione i carabinieri hanno rinvenuto e sequestrato due coltelli di fattura artigianale con sistema di taglio di precisione e un bilancino di precisione. A carico del 20enne conducente il veicolo i carabinieri hanno elevato verbali al CDS perché era alla guida senza patente e l'autovettura priva di copertura assicurativa. L'arrestato è stato ristretto presso casa circondariale di Santa Maria Capua Vetere (CE), a disposizione dell'Autorità Giudiziaria.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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22 giu 2023 16:07
SANTANCHÈ COTTA A FLAMBÉ – L’INCHIESTA DI "REPORT" INCHIODA DANIELA SANTANCHÈ PER LA MALA GESTIONE DELLE IMPRESE “KI GROUP” E “VISIBILIA”: FORNITORI NON PAGATI, DIPENDENTI IN ATTESA DEL TFR E MAXI COMPENSI PER LEI E GLI ALTRI AMMINISTRATORI DELLE SOCIETÀ – IL FOGLIO: “LE ACCUSE SONO GRAVI. LO SCOOP DI ‘REPORT’ IMPONE A MELONI DI RIPENSARE A QUELLA CASELLA. CI SONO ATTESTAZIONI DA CUI SI VEDE CHE LE SOCIETÀ GUIDATE DIRETTAMENTE DA SANTANCHÈ SONO STATE CONDOTTE A VANTAGGIO DEI SOCI CON TRASFERIMENTI DI LIQUIDITÀ E A DANNO DEI DIPENDENTI POI LICENZIATI” – IL RUOLO DEL PRESIDENTE DEL SENATO IGNAZIO LA RUSSA -
1.IL FOGLIO, 'GRAVI LE ACCUSE CONTRO SANTANCHÈ, MELONI CI PENSI'
(ANSA) - "Le accuse contro la ministra Daniela Santanchè sono gravi. Lo scoop di Report impone a Meloni di ripensare a quella casella". È quanto si legge in un articolo pubblicato in prima pagina da Il Foglio a seguito dell'inchiesta trasmessa lunedì dal programma di Rai3. Secondo il giornale, nella puntata di Report "sono state indicate e documentate" a carico della ministra e del suo compagno "una serie di condotte societarie semplicemente non accettabile per un ministro in carica".
"Questa volta - scrive il Foglio - non c'erano accenni a servizi deviati, strane coincidenze fotografiche, testimonianze dal valore discutibile. No, questa volta a Report sono state indicate e documentate a carico di Daniela Santanchè e del suo compagno dal nome asburgico/aspirazionale una serie di condotte societarie semplicemente non accettabile per un ministro in carica".
"Non serve essere moralisti, basta guardare i fatti. Ci sono attestazioni da cui si vede che le società prima guidate direttamente da Santanchè e poi affidate ad altre mani sono state condotte a vantaggio dei soci con trasferimenti di liquidità e a danno dei dipendenti, pagati in ritardo o non pagati, con versamenti previdenziali non pervenuti, e poi licenziati.
E con fornitori - scrive ancora Il Foglio - trattati alla stessa stregua. Mentre i risultati economici aziendali sono sempre stati non soddisfacenti, una costante, questa, dell'attività imprenditoriale di Santanchè da diversi anni a questa parte". Il giornale sottolinea che quello del ministro del Turismo è un ruolo importante e che siamo anche nei giorni più impegnativi nella preparazione della stagione estiva, ma il ministro può essere sostituito senza che le varie strutture che gestiscono il turismo in Italia ne vengano compromesse.
"La stagione, con ogni probabilità - aggiunge il giornale - toccherà numeri da record anche senza la spinta del ministro da cui è stata promossa la campagna Open to Meraviglia". Secondo il Foglio, dovrebbe essere la stessa maggioranza a chiedere il passo indietro di un ministro dal quale "viene un indiscutibile danno per la credibilità del suo ruolo e poi dell'intero governo".
"In passato - rileva il giornale - ci sono state dimissioni ministeriali per il mancato pagamento dei contributi a una sola lavoratrice, non è accettabile che si blindino gli occhi davanti a decine di mancati pagamenti e a modi di operare che non hanno niente a che fare con l'etica imprenditoriale e con la stessa capacità di guidare un'azienda".
"Ci auguriamo - conclude il Foglio - che Santanchè possa chiarire la sua posizione. Ma non averlo ancora fatto è un segnale negativo. E non occorre essere moralisti per capire quando un ministro non è adatto a occupare un ruolo".
2.FORNITORI NON PAGATI, SOCIETÀ SVUOTATE, COMPENSI D’ORO PER I CDA: LE OPERAZIONI SPERICOLATE DELL’IMPRENDITRICE SANTANCHÈ. LE OPPOSIZIONI: “SI DEVE DIMETTERE”
Estratto dell’articolo di Antonio Fraschilla per www.repubblica.it
Fornitori non pagati, dipendenti che attendono ancora il tfr dopo essere stati licenziati e compensi d’oro per gli amministratori sempre garantiti. E, ancora, aziende floride ridotte sul lastrico e strane operazioni finanziarie con fondi stranieri che hanno contribuito a creare un danno ai piccoli azionisti delle stesse società.
Protagonista di queste avventure la ministra del Turismo Daniela Santanchè, “imprenditrice”, come ama ripetere, finita al centro di una inchiesta della trasmissione televisiva Report che ha svelato la gestione di Visibilia e Ki gruop spa quando ad averne le redini era proprio l’esponente del governo Meloni e volto di Fratelli d’Italia. Aziende che non sono fallite, ma che hanno visto crollare il loro valore in borsa e ridurre al lumicino l’attività con decine di dipendenti che hanno perso il lavoro e soci di minoranza che si sono trovati azioni che non valgono praticamente nulla.
E mentre la futura ministra in epoca Covid da “imprenditrice” rivendicava i suoi sacrifici tanto da “aver anticipato come tanti colleghi la cassa integrazione” ai dipendenti delle sue aziende, proprio quest’ultimi hanno denunciato a Report di non aver ricevuto alcuna anticipazione e in alcuni casi di essere stati messi in cig a zero ore a loro insaputa continuando a lavorare.
Ma andiamo per ordine. Report con una inchiesta di Giorgio Mottola ha raccontato la gestione di Visibilia e Ki gruop quando è arrivata la gestione Santanchè. Partendo proprio dal caso Ki gruop: azienda di commercializzazione di prodotti biologici rilevata da Santanchè e dal suo ex compagno Canio Mazzaro intorno al 2011.
“I due si avvicendano più volte alla presidenza del cda di Ki Group e della controllante Bioera, assegnandosi compensi che nel tempo sono arrivati a superare i 600mila euro all’anno – sostiene Report - In meno di nove anni, solo come stipendi per le cariche sociali, Daniela Santanchè si è portata a casa due milioni e mezzo di euro e Canio Mazzaro sei.
Non solo, per anni Ki Group ha pagato a Mazzaro l’affitto di un’automobile di lusso e di una casa in centro a Milano, indicato in bilancio come ufficio di rappresentanza”. Ma c’è di più: “Nei consigli di amministrazione di Ki group e della controllante Bioera vengono cooptati la sorella della Santanchè, Fiorella Garnero, la nipote Silvia Garnero e il figlio maggiore di Canio Mazzaro, Michele. Nel cda di Ki Group trova posto anche una vecchia conoscenza di Daniela Santanchè, l’immarcescibile Paolo Cirino Pomicino”.
[…] Dal 2018, quando Santanchè e Mazzaro subentrano nella gestione diretta dell’azienda, la Ki Group ha enormi difficoltà nel saldare la merce ai propri fornitori e inizia a promettere pagamenti che non arrivano a decine di aziende. Nel 2018, i debiti di Ki Group verso i fornitori arrivano a oltre 8 milioni di euro, quasi un quarto del fatturato.
A partire dal 2019 i numeri di Ki Group spa sono sempre più preoccupanti. I bilanci dell’azienda vengono sistematicamente bocciati dalla società che li revisiona e viene creata una seconda società con lo stesso nome (ma srl) che si prende i rami di azienda che fatturano e la Ki group spa diventa “una scatola vuota”. […]
Poi c’è il caso Visibilia, altra società fino a ottobre scorso della Santanchè insieme all’attuale compagno, Dimitri Kurz. “Proprio come Ki Group, anche Visibilia spa è quotata in borsa ed è in gravi difficoltà economiche. Da anni non chiude un bilancio in positivo e la situazione si è fatta talmente grave che nel 2017 l’azienda ha licenziato tutti i dipendenti dei propri giornali”, dice Report, che aggiunge: “Nell’ultimo bilancio pubblico di Visibilia Concessionaria (una controllata della capogruppo) risulta in realtà un debito di 2,1 milioni di euro verso la capogruppo per la pubblicità raccolta e non versata poi nella cassa dei giornali Novella 2000, Ciak, Visto, Pc Professionale, Ville e Giardini.
[…] Ma nel 2019, per far fronte a una grave crisi di liquidità dell’azienda, Visibilia aveva chiesto però un prestito a una misteriosa società di investimento di Dubai, Negma. E qui compare il nome del presidente del Senato, Ignazio la Russa.
Report riporta che in una diffida inviata al giornale online Milanotoday da parte del fondo di Dubai, che ha prestato 3 milioni a Visibilia in cambio di azioni, la firma in calce è dell’avvocato Ignazio La Russa. Che qualche settimana prima aveva inviato allo stesso giornale un’altra diffida per conto di Visibilia. La Russa, insomma, è consulente di entrambi? Di chi chiede soldi e di chi li presta facendo poi operazioni spregiudicate?
Sì, perché il fondo Negma di cui nessuno conosce gli investitori, con Visibilia fa delle operazioni di vendita delle azioni che nel corso del tempo svalutano la società e creano un danno ai piccoli azionisti. Tanto che un piccolo azionista Giuseppe Zeno, ha presentato un esposto in procura a Milano e alla Consob. Negma da queste operazioni guadagna 600 mila euro. Stesso meccanismo si era verificato con Ki gruop. Conclude Report: “In nove anni il valore di Ki group in borsa è passato da 35 milioni a 465 mila euro, gli azionisti hanno versato 23 milioni e 9 milioni di euro sono andato solo a emolumenti di Santanchè e dell’ex compagno”. […]
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Domenica Thrilling in Serie B
Il resoconto del weekend appena trascorso è come al solito costellato di luci e ombre per le nostre squadre di Serie B. Andiamo però in ordine cronologico.
Il primo appuntamento importante ma non decisivo era fissato per il recupero della trasferta di Selva Alta, in quel di Vigevano, per un match che avrebbe dovuto portare sicuramente punti ma soprattutto morale ai nostri ragazzi, caricandoli per l’ultima giornata contro il TC Crema.
L’importantissimo 3 a 3 finale è stato frutto delle sconfitte, da sfavoriti in verità, da parte di Leo Cassago e Christian Migliorini rispettivamente contro i solidi Conti Lorenzo (2.5) e Beraldo Lorenzo (2.5), con il solo Miglio che ha impensierito il tennista di casa, forzato al tie-break del secondo parziale.
Prove invece coriacee da entrambi i nostri top players Rizzuti e Fellin, in campo da favoriti in base alla classifica ma opposti a due avversari aldilà del temibile.
Partita non bellissima dal punto di vista tecnico da Manfred, ma portata a casa … alla Fellin, vincendo un primo set thrilling (8 punti a 6 il tie-break) per poi passeggiare 60 nel secondo contro Dadda Davide (2.4). Grande cuore da uomo squadra qual è Fellin !
Discorso analogo per grinta e coraggio per Gio Rizzuti, opposto a quel Camposeo (2.4) che ricordiamo ancora protagonista la scorsa stagione dell’epica lotta contro Marco Brugnerotto, quindi giocatore coriaceo e sempre complicatissimo da battere, soprattutto in casa. Beh … il 62 62 finale per Gio ci riporta di una match a senso unico, con la versione stagionale sicuramente migliore di un Rizzuti in grande spolvero.
Toccava quindi agli stessi eroi dei singoli (Rizzuti/Fellin) assicurare il terzo punto in un doppio giocato alla grande contro i migliori di Selva Alta (Camposeo/Dadda): 76 64 e iniezione di fiducia per il giorno dopo.
Da segnalare il bellissimo esordio in Serie B del giovane e meritevole Andrea Ceruti che in coppia con Merli Mattia ha perso senza sfigurare contro i più quotati Beraldo/Conti, accumulando prezioso fieno ed esperienze a livello che presto, siamo sicuri, saranno normale routine per Andrea.
Giusto il tempo di una doccia e di una notte di riposo ed i ragazzi di capitan Mattia erano già pronti per il decisivo, questo sì, appuntamento con il TC Crema, dal quale doveva arrivare la salvezza momentanea in attesa dei play-out.
Qualcuno potrebbe dire che quando il gioco si fa duro … i duri non si tirano indietro … In questo senso noi del CTP possiamo sicuramente contare su ragazzi che sanno rispondere sempre presenti quando serve e quando si imboccano vie di non ritorno.
Da qui, la cronaca: con Miglio e Leo che si impongono nettamente e come era giusto aspettarsi (ma sempre complicato vincere quando questa è l’unica eventualità attesa !!!) rispettivamente contro i terza categoria Toscani Luca (battuto 61 61) e Spinelli Giorgio (travolto 60 61).
Anche il match di Rizzuti sembrava mettersi per il meglio dopo il sofferto primo parziale (vinto solo al tie-break (7 punti a 3) e con un secondo set che volava 4 a 1 contro il giovane (classe 2006) e classificato 2.4 Cattaneo Leonardo, vecchia conoscenza dei nostri tornei Open.
Lì qualcosa si è spento, vuoi per il gran caldo, vuoi per eccessiva fiducia o per le strane e a volte incomprensibili dinamiche che costellano una partita di tennis … in un match che ha visto trionfare il giovane cremasco per 64 63 nel secondo e terzo parziale.
Tutto allora nelle preziose e grintose mani di Manfred Fellin, opposto al 2.4 e giocatore di buon livello Datei Gabriele, con notizie poco confortanti che provenivano dall’inaspettato 2 a 2 dopo i singoli di Milago contro Guidizzolo, risultato che obbligava il CTP a vincere per evitare la retrocessione …
Bene, parlavamo, di gioco duro, parlavamo di duri … ed è proprio che in casi come questi Fellin ha sfoderato la miglior partita stagionale, imponendosi per 64 63 e dando una preziosa boccata d’ossigeno al CTP.
Lavoro completato poi in doppio, solidamente giocato in coppia col sempre pronto Rizzuti, asfaltando per 60 63 i malcapitati Longhino e Spinelli, lasciati solo avvicinare sul 3 pari dopo 9 giochi consecutivi persi ad inizio match.
Nell’altro doppio, significativo e buon esordio in Serie B quest’anno per Moris Brianza, preso in queste settimane da ben altri impegni legati all’esame di maturità, che in coppia con Merli Mattia ha raccolto comunque una buona esperienza contro la coppia numero 1 avversaria (Datei/Cattaneo).
4 a 2 per noi alla fine e siamo per ora salvi e ai playout !!!
Appuntamento quindi per Domenica prossima, in casa (non sappiamo ancora contro chi dal momento che il sorteggio verrà effettuato domani 20.06 alle ore 11.30) nella gara d’andata, per confermare i nostri colori dove devono stare, in Serie B !
Da qui il richiamo alle armi di capitan Mattia che una volta tanto ho sentito deluso e amareggiato per non aver visto gli spalti gremiti come un’occasione del genere avrebbe richiesto. Diamo per questa volta la colpa al caldo ma Domenica prossima non avete scuse … Vi vogliamo tutti e i ragazzi hanno bisogno dei nostri tifosi !!!
Ecco i ragazzi schierati dopo la bella vittoria contro Crema
Passiamo invece alla delusione maggiore del weekend, con l’inatteso passo falso della squadra femminile, sconfitta in casa del TC Merano per 3 a 1 in un match suicida come è stato definito da qualcuno, a sottolineare l’inatteso KO.
A onor del vero, eravamo in formazione non tipo per via dell’impossibilità a presenziare da parte di Carola Cavelli e Colombo Asya.
Solita battaglia vinta da Sonia Cassani, opposta alla 2.6 Piccoliori Alessia, nell’unico punto portato a casa da coriacea giocatrice quale è Sonia … 63 46 62 dopo qualche brivido.
Nulla da dire negli altri due singoli, con Aurora Urso sconfitta dalla 2.3 Viertler in un macth ovviamente contro pronostico e con il bellissimo esordio di Giorgia Orsini, nuovissima a questi livelli e che poco ha potuto contro la 2.8 Schwienbacher Teresa, vincitrice 62 61.
Tanto rammarico invece dal doppio che si poteva e doveva portare a casa, dopo un primo set vinta abbastanza agevolmente per 63 e con due sfortunat tie-break invece persi per regalare una vittoria al fanalino di coda del Girone 3 e per far sfumare il sogno quarto posto che avrebbe significato salvezza tranquilla per una stagione di meritati plausi per le nostre.
Passeremo dalle forche caudine dei play-out, a giocarci quindi una permanenza in serie B1 che crediamo di meritarci per quanto di buono Mauro & C. hanno fatto sino, appunto, alla maledetta domenica scorsa.
Anche qui, noi del CTP chiamiamo tutti alle armi, a sostenere le ragazze nel match di andata (anche in questo caso domenica 25 contro avversarie da sorteggiare.
Ci meritiamo la Serie B e ci vogliamo rimanere !!!!!
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Ky Michaelson, le cui precedenti invenzioni includono una toilette a razzo e una caffettiera a getto, ha spiegato che la motocicletta alimentata a birra come carburante, che ha creato nel garage della sua casa di Bloomington ha un fusto da 52 litri con una serpentina di riscaldamento invece di un motore a gas
#birra#carburant#motocicletta#ducati#notizie strane#belle notizie#notizie#strange news#tech news#news
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Nethnography
Netflix's Stranger Things
La comunità di fan online che abbiamo scelto di esplorare è “Netflix’s Stranger Things” di Reddit. Si tratta di un gruppo fandom i cui membri sono accumunati dalla passione per la serie TV Netflix Stranger Things. I fan interagiscono sulla piattaforma Reddit condividendo informazioni esclusive e producendo contenuti riferiti alle scene più entusiasmanti della serie. Il nostro insider è un amico di un componente del gruppo, e gentilmente ci ha fornito una breve guida sulla comunità in questione.
Guida sulla comunità Netflix's Stranger Things:
La comunità “Netflix’s Stranger Things” di Reddit conta più di 1 milione di membri appassionati della serie Netflix. Reddit consente agli utenti di partecipare a diverse comunità online chiamate “subreddit”. Il subreddit in questione è dedicato alla discussione e condivisione di contenuti relativi a Stranger Things come ad esempio: immagini, fan art, meme, articoli e teorie riguardo episodi, personaggi e attori. Periodicamente, vengono organizzati anche sondaggi e giochi per coinvolgere ulteriormente tutti i membri.
La comunità è accessibile a chiunque. Per farne parte e diventare un vero fan basta accedere alla piattaforma Reddit, cercare il subreddit di Stranger Things (https://www.reddit.com/r/StrangerThings/) e cliccare il pulsante “unisciti”. La comunità di fan è nata poco dopo l’uscita della serie televisiva nel 2015 e, in termini di membri e attività, si è ingrandita man mano che lo show ha guadagnato popolarità. Con il tempo, il subreddit è diventato (e rimane) un punto di riferimento per le ultime notizie e gli annunci sulla serie ma anche per la discussione di stagioni precedenti. Per comprendere le discussioni tra i membri del fandom è utile conoscere alcuni termini, slang ed emoji come ad esempio: “Upside Down”, termine riferito alla dimensione parallela/alternativa della serie ma che metaforicamente può essere utilizzato per indicare situazioni strane, oppure l’emoji del waffle, riferita alla passione di Eleven per i waffle, che indica entusiasmo per qualche cosa. All’interno del subreddit principale ci sono alcuni sottogruppi che si concentrano su argomenti più specifici. Ad esempio, c’è un sottogruppo per la creazione e condivisione di meme creativi sulla serie oppure uno dedicato esclusivamente alla condivisione delle ipotesi e teorie più oscure e misteriose.
L’obiettivo della comunità è quello di creare uno spazio digitale per condividere la passione per la serie, ma anche per discutere (domande e opinioni), condividere i propri contenuti creativi (memes e fan art) e creare nuovi legami online.
Aspetti interessanti e critici sulla comunità:
Esplorando questo gruppo di fan, abbiamo capito che, quello che per noi può sembrare un semplice prodotto commerciale, per loro è una vera e propria passione che lega l'un l'altro o e che coltivano tramite il dialogo costante e la creazione e condivisione di contenuti creativi. I fan mantengono viva la conversazione sulla serie scrivendo e creando testi mediali, video e audio. Ognuno condivide le proprie opinioni, i propri dubbi e le proprie ipotesi incentivando discussioni approfondite ed elaborate. Il dialogo è sempre attivo in quanto ogni giorno vengono aggiunti nuovi contributi che ricevono un numero considerevole di like e di commenti. Una delle discussioni con più successo riguarda la seconda parte della stagione 4: risale a 10 mesi fa e tutt’oggi è ancora attiva contando 44’533 commenti. Esplorando questa comunità abbiamo imparato molto anche sulla piattaforma Reddit che risulta essere ottimale per i gruppi fandom. I subreddit permettono di organizzare la pagina in diverse sezioni, in questo caso le sezioni sono: post, rules (regole sui tipi di contenuti ammessi), Discord (collegamento alla piattaforma per la comunicazione tra la comunità di videogiocatori), StrangerMemes (sottogruppo per la condivisione di memes) e Netflix (collegamento alla pagina Netflix di Stranger Things). I post più interessanti sono "fissati in alto" dai mediatori, ma si possono anche ordinare per tendenza, novità, più votati, per etichetta discussione o per etichetta spoilers.
Sfide pratiche ed etiche:
La pagina principale della comunità comprende tanti tipi diversi di contenuti (domande, opinioni, fan art, memes) e inizialmente ci è sembrata confusionale. Un altro aspetto per noi confusionale è l’etichetta con il viso di un personaggio chiamato “Lonnie” (che compare di fianco a quelle di discussioni e spoilers) in quanto non siamo in grado di capire a che tipo di contenuti si riferisce (si tratta di post caratterizzati da un tratto della personalità di questo personaggio, ad esempio post “divertenti”?).
Tuttavia, la difficoltà più grande che abbiamo riscontrato è stata a livello di comprensione dei dettagli delle discussioni (riferite a scene specifiche) e l’immedesimarci nei fan per comprendere l’umorismo dei memes e per apprezzare a pieno le fan art.
La comunità promuove un ambiente etico, inclusivo e amichevole attraverso le “rules” che indicano dettagliatamente ciò che è ammesso e ciò che non è ammesso. Tutto ciò che risulta inappropriato (es. sessualizzazione dei personaggi) viene rimosso. Esplorando le “privacy policy” di Reddit abbiamo trovato che la piattaforma colleziona le informazioni del tuo account (username, password e informazioni opzionali), dei contenuti che condividi, delle azioni che fai utilizzando il servizio (interazioni con i contenuti e con gli utenti, like, …). Inoltre, la piattaforma “potrebbe anche raccogliere automaticamente informazioni su di te” come i dati di utilizzo (sistema operativo, informazioni sul dispositivo, nome dell'operatore di telefonia mobile, pagine visitate, link cliccati), le informazioni raccolte dai cookies e le informazioni sulla tua posizione.
Ciò che raccomandiamo è di essere consapevoli della raccolta dei vostri dati (sfida che concerne ormai ogni piattaforma) pur se state condividendo e coltivando la vostra passione.
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La positività nonostante tutto.
Oggi mi sono svegliato facendo il salto con l'asta, come quasi tutte le mattine, ma oggi mi sa che ho fatto il record, ma niente, lei era di fretta. Prendo il caffè mentre mia figlia prepara la colazione per lei e il fidanzato e fa delle facce strane alle mie battute, poco umorismo anche se è mia figlia perché è cresciuta qua. Prendo la tazza e mi sto per sedere e noto che c'è del vomito nella tastiera e un pò sul tavolo, la gatta ha colpito ancora. Guardo fuori e la temperatura sfiora i +5° e quando esco a fumare sento quel gelo pungente specifico delle giornate invernali quando sai che nevica, ma ho pensato "5 maggio, non penso che nevichi", mi sbagliavo, certo non una tormenta di neve giusto per dirci che l'inverno non è ancora finito.
In tutto questo oggi non so perché mi sento felice, forse perché anche se potrebbe andare peggio da ora in poi può solo che migliorare, forse. Ieri mi sono messo a sperimentare con il mixer e la pedaliera, una cosa che ho scoperto da poco nonostante esista dagli anni 90, no input mixer si chiama, per farla breve si collega l'uscita del mixer ad una delle entrare per creare un feedback, caro Larsen, e da li attraverso la manipolazione dell'equalizzatore e degli effetti si ottengono dei suoni, molto figo, ieri ho fatto alcune registrazioni, certo non è roba che tutti possono ascoltare, ma assomiglia molto a musica aliena o la risonanza dei pianeti, moooooooolto interessante. Oggi volevo portare la chitarra dal liutaio, ma con sto inverno la vedo dura, anche perché lei ha portato il mio cappotto a pulire e sfortunatamente non ho niente che mi copra dalla cinta in giù, ci penso.
Le notizie, mi fa piacere per lo scudetto vinto dal Napoli, città dove ho vissuto molto bella, la gente incredibilmente variopinta, ma purtroppo ci sono stati morti e feriti, troppo esaltati. Va bè faccio una cosa veloce, il tentato attacco al cremlino è stato fatto dagli yankee, te pareva, ma nonostante tutto russia e cina cercano la strada diplomatica, questo la dice lunga su chi è che vuole la guerra, si si lo so putin ha invaso e ha sbagliato, questa menata ve l'hanno marchiata a fuoco dentro la caverna. Non ricordo più le altre, le ho lette velocemente, vuol dire che non c'è nulla di rilevante.
Per concludere, ieri mi sono visto l'ultimo ghostbuster, bello, e poi rivedere Dan, Bill, Ernie e Harold anche solo in CGI è stata una bella emozione, beh dietro a tutti i film c'è Dan Aykroyd più di un mito. Caro Napoleone, adesso basta però.
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Trovare articoli per animali domestici di qualità
Le forniture per animali domestici di questi tempi possono costarti una fortuna, il che non è necessariamente una preoccupazione per la maggior parte quando si tratta di coccolare i propri animali domestici. Tuttavia, è essenziale che i prodotti che acquisti per i tuoi piccoli amici si rivelino l'opzione più sana e forniscano l'alimentazione adeguata richiesta. Alcuni prodotti per animali domestici tendono ad essere etichettati a prezzi esorbitanti, ma questi prodotti potrebbero non essere apprezzati dai tuoi animali domestici o non soddisfare i loro bisogni nutrizionali di base. È stato visto che la maggior parte delle persone acquista queste forniture dai negozi online o semplicemente prende qualcosa che gli è piaciuto al supermercato. Tuttavia, va tenuto presente che i tuoi animali domestici hanno esigenze diverse in termini di nutrizione, sapore e salute. Puoi optare per l'ultimo prodotto per animali domestici basato sull'annuncio televisivo, ma devi tenere presente che ciò che è in televisione non è reale e non dovrebbe essere preso per il valore nominale diverso dalle strane notizie televisive.
Lettiera autopulente - Sophyy
Prima di iniziare a riporre la tua scala con un mucchio di provviste per animali domestici, è meglio che tu consulti il tuo veterinario. Il veterinario è la persona migliore per guidarti su quale sarebbe una scelta più salutare per il tuo animale domestico. Ad esempio, sono disponibili gamme separate di forniture per cani piccoli e grandi. Questi prodotti si basano normalmente sulla capacità del cane di masticare il cibo, su quanto può digerire e anche sulla quantità richiesta dal suo corpo. Quindi dovresti consultare il veterinario su questi problemi e quindi acquistare prodotti che soddisfano i requisiti di cui sopra. Ricorda che il tuo gatto non apprezzerebbe il gusto dei biscotti, che sono stati acquistati per il tuo cane. Quindi, se hai intenzione di far fare uno spuntino al tuo cane con snack per gatti, rimarrai sicuramente deluso. E se in qualche modo riesci a dare cibo per gatti al tuo cane, è meglio che tu sia preparato a ricevere brutte sorprese mattutine sul tuo tappeto.
L'altro fattore che devi tenere a mente è che dovrai acquistare prodotti per animali domestici con cui il tuo cane o gatto si diverte a fare spuntini. Non è consigliabile acquistare un nuovo prodotto all'ingrosso perché al tuo animale domestico potrebbe non piacere mangiare lo stesso. Spesso i proprietari di animali domestici acquistano enormi quantità di questi prodotti con sconti o vendite online, ma il risultato finale sono animali affamati e un carico di forniture per animali inutili che risiedono sul bancone della cucina. Inoltre, ci sono possibilità che il tuo animale domestico possa essere allergico a determinati tipi di alimenti per animali domestici. Quindi, dovresti provare a fargli assaggiare determinati prodotti e aspettare per vedere se ci sono reazioni. Se hai intenzione di acquistare nuovi alimenti per animali domestici, è meglio procurarseli in piccole quantità, controllare se il tuo cane o gatto li prende e poi, se necessario, acquistarne di più. I normali alimenti per cani/gatti vanno dai soliti prodotti a basso prezzo ai prodotti di fascia alta, selezionare il tipo giusto può richiedere del tempo, ma alcuni alimenti per animali domestici non sono salutari per il tuo animale domestico, quindi consulta il tuo veterinario prima di acquistare.
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“Strane polveri, soldi e insulti a mamma Martina Colombari”. Bufera su Achille Costacurta, tutti sconvolti
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