#non voglio più essere un adulto. come si torna indietro?
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apettaa · 11 months ago
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Sto pensando di iscrivermi all'università quest'autunno, ma già solo il test di ammissione mi fa andare nel panico perché su cinque punti di cui si compone, non so assolutamente nulla di tre (biologia, ragionamento numerico, ragionamento verbale), pochissimo di uno (matematica di base → le mie basi di matematica sono ferme alle medie) e in uno me la cavicchio, almeno finché non mi faccio prendere dall'ansia (comprensione del testo).
Oltretutto dovrei riuscire a conciliare lo studio con un lavoro a tempo pieno, che sarebbe la mia priorità assoluta dovendo mantenermi da sola.
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primusliber-traduzioni · 8 years ago
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Green Day - Revolution Radio
Tumblr media
A cosa serve avere la pace e l'amore sulla terra se è un'esclusiva di pochi?
Dove sta la verità nella parola scritta se non la legge nessuno?
Quale parte della storia abbiamo imparato se poi le cose si ripetono?
Certe cose non le supereremo mai se non ci mettiamo d'impegno
(da: Troubled Times)
1. Somewhere Now
Adesso da qualche parte
   Faccio tardi per andare in un posto in cui non voglio stare
Dove il futuro e le promesse non sono più quelli di una volta
Non ho mai voluto scendere a compromessi o a patti con la mia anima
Com'è che è diventato così noioso vivere da trasgressivi?
   Adulto e riempito di medicine
Strafatto di onde del cellulare
Sono un patriota ribelle, e di noi ne muoiono sempre tre alla volta
   Ho preso posto in mezzo alla strada
Me la prendo comoda
Compro tutto su Internet per poter votare alla velocità della vita
Sono come un drone che vola nel cielo
Sono una stella cadente
C'è un soldato che sta dando di matto
P.S.: è la guerra
   Adulto e riempito di medicine
Strafatto di onde del cellulare
Sono un patriota ribelle, e di noi ne muoiono sempre tre alla volta
   Dateci soldi e armi e siamo contenti
Una nuova catastrofe
Non andiamo da nessuna parte se non c'è niente da perdere
Non è poi tanto grave se di noi ne muoiono sempre tre alla volta
   Da qualche parte
Da qualche parte
Da qualche parte
Da qualche parte
Da qualche parte
Da qualche parte
   Alleluia! Ho ritrovato l'anima sotto i cuscini del divano
Complimenti, mi sono ritrovato
Da qualche parte
Da qualche parte
Da qualche parte
       2. Bang Bang
Bang bang
   "...Questo non è certo il primo video a circolare di un'esecuzione...
...di uomini, che hanno rivendicato le esecuzioni...
...Descritto come una persona con gravi disturbi mentali...
...I filmati mostrano un altro ostaggio ucciso dal gruppo terrorista...
...Meritano di essere annientati..."
   Ci provo gusto e voglio scatenare l'inferno
Voglio ballare come se ci fosse una telecamera
Quanto mi piacciono i comportamenti violenti
Trasudo proiettili come un Romeo moderno
   Bang bang! Fatemi diventare famoso
Bucatemi con una bella dose di pallottole ché la gente si diverte
Sono un tipo solitario semiautomatico
Tu sei morto, a me danno da mangiare bene
Fatemi morire o fatemi un pompino
Il piccolo psicopatico di papà e il soldatino di mamma
   Quando testimonio racconto una filastrocca di ricordi
Trasmissione in diretta sulla mia radio
Photobomber: fatto
Viet Nam: fatto
Come chiunque, anch'io adoro le bugie
   Bang bang! Fatemi diventare famoso
Bucatemi con una bella dose di pallottole ché la gente si diverte
Sono un tipo solitario semiautomatico
Tu sei morto, a me danno da mangiare bene
Fatemi morire o fatemi un pompino
In diretta dalla mia stanza che gioco coi miei giocattolini
   Voglio diventare una celebrità tra i martiri
Il protagonista della mia fiction personale
Evviva! Evviva! L'eroe del momento
Il piccolo psicopatico di papà e il soldatino di mamma
   Voglio fare come i soldati sullo schermo
È la mia guerra santa personale
Ah, mio caro, qua si festeggia la vendetta
Ché qua o è amore o è la Guerra Mondiale numero zero
   Voglio diventare una celebrità tra i martiri
Il protagonista della mia fiction personale
Evviva! Evviva! L'eroe del momento
Il piccolo psicopatico di papà e il soldatino di mamma
Voglio diventare una celebrità tra i martiri
Il protagonista della mia fiction personale
Evviva! Evviva! L'eroe del momento
Il piccolo psicopatico di papà e il soldatino di mamma
       3. Revolution Radio
Radio Rivoluzione
   Gridate con le braccia alzate al cielo
Come se voleste testimoniare a favore della vita che è stata cancellata
Cantate come la canzoncina di un ribelle sotto le stelle e strisce
Per le anime perdute che sono state ingannate
Ci faremo vedere ma non sentire
   Siamo Radio Rivoluzione
Operazione "Fuori controllo"
E il titolone: "Il mio amore è a prova di proiettile"
Datemi bombe carta e benzina
Debuttanti in sala operatoria
E il titolone: "Legalizzate la verità"
   Fatemi vedere la rabbia come quando lanciano i lacrimogeni sulla folla
Vuoi vivere al massimo e farti sentire?
Ma qui si respira a malapena
L'ascesa del ghetto contro l'obsoleto
L'alba di nuovi canali per gli anti-social media
   Siamo Radio Rivoluzione
Operazione "Fuori controllo"
E il titolone: "Il mio amore è a prova di proiettile"
Datemi bombe carta e benzina
Debuttanti in sala operatoria
E il titolone: "Legalizzate la verità"
   Ci faremo vedere ma non sentire
Siamo le canzoni di chi ha dei problemi
   Siamo Radio Rivoluzione
Operazione "Fuori controllo"
E il titolone: "Il mio amore è a prova di proiettile"
Datemi bombe carta e benzina
Debuttanti in sala operatoria
E il titolone: "Legalizzate la verità"
       4. Say Goodbye
Di' addio
   Diciamo addio ai nostri cari
Diciamo addio ai nostri cari
Diciamo addio ai nostri cari
Addio ai nostri cari
   Diciamo addio ai nostri cari
Diciamo addio ai nostri cari
Diciamo addio ai nostri cari
Diciamo addio ai nostri cari
   La violenza in aumento come un proiettile in cielo
Oh, Signore, abbi pietà della mia anima
Anime gemelle che cantano per chi soffre e sta male
La città che cerca di contenere i danni
E poi ci siamo noi che...
   Saluta la pattuglia degli sbirri
Saluta la pattuglia degli sbirri
Saluta la pattuglia degli sbirri
Saluta chi ha il potere
   Dai il buon esempio ai tuoi bambini da in fondo al pozzo
Oh, Signore, abbi pietà della mia anima
Senti i bambini che cantano per chi soffre e sta male
La città che cerca di contenere i danni
E poi ci siamo noi che...
   La violenza in aumento come un proiettile in cielo
Oh, Signore, abbi pietà della mia anima
Anime gemelle che cantano per chi soffre e sta male
La città che cerca di contenere i danni
E poi ci siamo noi che...
   Diciamo una preghiera per i nostri cari
Diciamo una preghiera per i nostri cari
Diciamo una preghiera per i nostri cari
Diciamo addio ai nostri cari
Diciamo una preghiera per i nostri cari
Diciamo una preghiera per i nostri cari
Diciamo una preghiera per i nostri cari
Diciamo addio ai nostri cari
E poi ci siamo noi che...
       5. Outlaws
Fuorilegge
   La vita dopo la gioventù
Svanita al crepuscolo
L'alba di un criminale in fiore
Primo amore, primo perdono
Eravamo dei delinquenti
Degli sballati di un ricordo svanito
   Fuorilegge quando eravamo giovani per sempre
Quando eravamo dei fuorilegge
Siamo fuorilegge che cercano la redenzione
Piccoli teppisti, abbiamo devastato la periferia
Quando eravamo dei fuorilegge
I fuorilegge dell'eternità
   Cicatrici, cuori spezzati
Scassinare le macchine
Filare sotto la luce della luna
Anime perdute, bombe razzo
Ci bastava una vita al di là delle stelle
   Fuorilegge quando eravamo giovani per sempre
Quando eravamo dei fuorilegge
Siamo fuorilegge che cercano la redenzione
Piccoli teppisti, abbiamo devastato la periferia
Quando eravamo dei fuorilegge
I fuorilegge dell'eternità, tesoro
   Non ho alcun supervisore
Nulla può cambiare il posto dove vaga il mio spirito
Mi proclamo innocente, ma non ho altro da dire in mia difesa
Se voi siete giovani
   Fuorilegge quando eravamo giovani per sempre
Quando eravamo dei fuorilegge
Siamo fuorilegge che cercano la redenzione
Piccoli teppisti, abbiamo devastato la periferia
Quando eravamo dei fuorilegge
I fuorilegge dell'eternità, tesoro
   Ho trovato un coltello vicino alla ferrovia
Sei salito su un treno che non ti porta più indietro
Ora per sempre, ora per sempre vagherai
       6. Bouncing off the Wall
Fuori di sé
   Sogni di cemento
Voglio sentirvi gridare
La radio cosparsa di benzina
Dormire al contrario
E sono tutti fuori di sé
   Si comincia, un altro giorno di minacce vuote
L'alfabeto segreto
E non starei tanto a preoccuparmi
Tanto sono tutti fuori di sé
   Sono di fuori di me
   Bacio di cemento
Dai, vieni a ballare
La mia radio, la mia piccola esorcista
Siamo tutti incazzati
E sono tutti fuori di sé
   Perché non chiedo altro e voglio essere libero
C'è qui Satana sul sedile di fianco a me
Perché siamo tutti dei maledetti pazzi e ti facciamo prender male
Dando la caccia alle libellule e agli zeri
   Perché non chiedo altro e voglio essere libero
C'è qui Satana sul sedile di fianco a me
Perché siamo tutti dei maledetti pazzi e ti facciamo prender male
Dando la caccia alle libellule e agli zeri
       7. Still Breathing
Respiro ancora
   Sono come un bambino con lo sguardo perso nell'orizzonte
Sono come un'ambulanza che accende la sirena
Sono ancora vivo
Sono come un soldato che torna a casa per la prima volta
Ho schivato un proiettile e ho attraversato un campo minato
Sono ancora vivo
   Sono ferito? Sono ferito dopo la tempesta?
Fate brillare una luce in mezzo alle macerie, lontanissima
   Perché respiro ancora
Perché respiro ancora da solo
Con la testa vado al di là di pioggia e rose varie
Cerco di allontanarmi
Perché respiro ancora
Perché respiro ancora da solo
Con la testa vado al di là di pioggia e rose varie
Cerco di allontanarmi per venire da te
   Sono come un tossico che stringe il laccio per l'ultima volta
Sono come un perdente che scommette i suoi ultimi spiccioli
Sono ancora vivo
Sono come un figlio che è cresciuto senza il padre
Sono come una madre che fa fatica a far quadrare i conti
Sono ancora vivo
   Sono ferito? Sono ferito dopo la tempesta?
Fate brillare una luce in mezzo alle macerie, lontanissima
   Perché respiro ancora
Perché respiro ancora da solo
Con la testa vado al di là di pioggia e rose varie
Cerco di allontanarmi
Perché respiro ancora
Perché respiro ancora da solo
Con la testa vado al di là di pioggia e rose varie
Cerco di allontanarmi
   Camminavo sul cornicione
Muori dalla paura di vivere?
Io è tutta la vita che corro per cercare un posto per gli irrequieti
E la verità che sta nel messaggio
Cerco di allontanarmi
   Perché respiro ancora
Perché respiro ancora da solo
Con la testa vado al di là di pioggia e rose varie
Cerco di allontanarmi
Perché respiro ancora
Perché respiro ancora da solo
Con la testa vado al di là di pioggia e rose varie
Cerco di allontanarmi
Perché respiro ancora
Perché respiro ancora da solo
Con la testa vado al di là di pioggia e rose varie
Cerco di allontanarmi per venire da te
       8. Youngblood
Ragazzina
   Ragazzina
Ragazzina
Ragazzina
Lei è la mia ragazzina
Ragazzina
Ragazzina
Ragazzina
Stordita e ragazzina
   Preferisce stare appartata, ma non è un'impasticcata
Un cuore ferito e l'anima di Miss Teresa
Supernova, Cherry Cola
È il cedro in mezzo agli alberi del Minnesota
   Io sono un tipo un po' sopra le righe
Mi sbronzo e finisco dentro le siepi
Lei è il mio punto debole, cazzo, è un genio
Giuro su Dio, e non sono neanche superstizioso
   Ragazzina
Ragazzina
Ragazzina
Lei è la mia ragazzina
Ragazzina
Ragazzina
Ragazzina
Stordita e ragazzina
   Voglio tenerti stretta come una pistola
Facciamo scappare la luna a suon di colpi e venire il sole
   Ma tu ti senti abbandonata come mi sento io?
Vuoi vedere il mondo che cade a pezzi?
Ma tu soffri come soffro io?
Mi fa "Taci, stronzo, io sono di Oakland"
   Ragazzina
Ragazzina
Ragazzina
Lei è la mia ragazzina
Ragazzina
Ragazzina
Ragazzina
Stordita e ragazzina
       9. Too Dumb to Die
Troppo stupido per morire
   Oh, oh, ti amo
Oh, oh, davvero
Ho una malattia sentimentale per te
Ti prego, non te ne andare
   A scuola ero una bomba atomica
Nel week-end esplodevo
Mi facevo le canne e tagliavo il prato
E odiavo tutte le nuove tendenze
Coi miei amici cantavamo
"Whoa, che bello stare in mezzo alla strada
Sarà sempre meglio che stare qui"
   Cercavo lo sballo
Ma alla fine mi sono ritrovato con Santa Claus
Resto appeso a un sogno che è troppo stupido per morire
Mi sento un violoncello smarrito dietro l'arcobaleno nel cielo
Ho troppa paura per sognare, ma sono troppo stupido per morire
   Mio papà era sempre in sciopero
Prendeva e andava via con gli altri camionisti
Diceva che sarebbe andato tutto bene
Non può essere sempre Pasqua
La fila dei picchetti gridava
"Whoa, non cercate, non cercate di passare
Sareste solo servi del padrone, non martiri"
   Cercavo lo sballo
Ma alla fine mi sono ritrovato camuffato
Resto appeso a un sogno che è troppo stupido per morire
Mi sento un violoncello smarrito dietro l'arcobaleno nel cielo
Ho troppa paura per sognare, ma sono troppo stupido per...
   Cercavo lo sballo
Ma alla fine mi sono ritrovato camuffato
Resto appeso a un sogno che è troppo stupido per morire
Mi sento un violoncello smarrito dietro l'arcobaleno nel cielo
Ho troppa paura per sognare, ma sono troppo stupido per morire
       10. Troubled Times
Tempi difficili
   A cosa serve avere la pace e l'amore sulla terra se è un'esclusiva di pochi?
Dove sta la verità nella parola scritta se non la legge nessuno?
L'alba di un nuovo giorno arriva all'improvviso
Per cui non starci troppo a pensare
   Viviamo in tempi difficili
Viviamo in tempi difficili
   Quale parte della storia abbiamo imparato se poi le cose si ripetono?
Certe cose non le supereremo mai se non ci mettiamo d'impegno
Il mondo smette di girare, il paradiso va in fumo
Per cui non restare troppo a guardare
   Viviamo in tempi difficili
Viviamo in tempi difficili
Viviamo in tempi difficili
   Corriamo al riparo come se crollasse un grattacielo
E poi vago disperso come una mente disturbata
   A cosa serve avere la pace e l'amore sulla terra se è un'esclusiva di pochi?
Dove sta la verità nella parola scritta se non la legge nessuno?
L'alba di un nuovo giorno arriva all'improvviso
Per cui non restare troppo a guardare
   Viviamo in tempi difficili
Viviamo in tempi difficili
Viviamo in tempi difficili
Viviamo in tempi difficili
Viviamo in tempi difficili
Viviamo in tempi difficili
       11. Forever Now
Adesso per sempre
   Mi chiamo Billie e sto impazzendo
Pensavo, dunque ero
Non riesco proprio a capirci molto
Mi metto lì seduto a pensare e pregare
E urlo i miei ricordi come se non li avessi vissuti in prima persona
   Sono in piedi ai confini del mondo
Mi vengono i brividi
Guardo giù ai confini del mondo
Perso in un tango, c'è da impazzire
Luci che brillano e blackout
Dai confini del mondo
Dai confini del mondo
   Sono come un rocker il giorno della Festa del lavoro
Come cavolo ho fatto a lavorare sodo se sono nato così?
Non ho mai imparato a leggere o a scrivere tanto bene
Però so suonare la chitarra finché mi reggono le dita
   Sono in piedi ai confini del mondo
Mi vengono i brividi
Guardo giù ai confini del mondo
Perso in un tango, c'è da impazzire
Luci che brillano e blackout
Dai confini del mondo
Dai confini del mondo
   Se questa è quella che chiamate la bella vita
Io voglio morire in un modo migliore
Se questa è quella che chiamate la bella vita
Io voglio morire in un modo migliore
   Non voglio pensare al domani
Non voglio pensarci
Tanto non ha neanche importanza
Voglio scatenare una rivoluzione
La voglio sentire alla radio
La rimando un altro giorno
Voglio un nuovo complotto e il silenzio di mille urla
Per cui datevi una mossa
Voglio morire in un modo migliore
   Faccio tardi per andare in un posto in cui non voglio stare
Dove il futuro e le promesse non sono più quelli di una volta
Non ho mai voluto scendere a compromessi o a patti con la mia anima
Com'è che è diventato così appagante vivere da trasgressivi?
   Da qualche parte
Da qualche parte
Da qualche parte
Da qualche parte
   Non voglio pensare al domani
Non voglio pensarci
Tanto non ha neanche importanza
Voglio scatenare una rivoluzione
La voglio sentire alla radio
La rimando un altro giorno
(Io in fila non mi ci metto più)
Non voglio pensare al domani
(Io in fila non mi ci metto più)
Non voglio pensarci
(Io in fila non mi ci metto più)
Tanto non ha neanche importanza
(Io in fila non mi ci metto più)
Voglio scatenare una rivoluzione
(Io in fila non mi ci metto più)
La voglio sentire alla radio
(Io in fila non mi ci metto più)
La rimando un altro giorno
(Io in fila non mi ci metto più)
(Io in fila non mi ci metto più)
       12. Ordinary World
Mondo ordinario
   Dove la trovo la città che non dorme mai in un mondo ordinario?
Come faccio a lasciar giù un tesoro sepolto in un mondo ordinario?
   I giorni passano e diventano anni
Qui ci devo vivere fino alla morte
Un mondo ordinario
   Che desiderio esprimeresti se vedessi una stella cadente in un mondo ordinario?
Arriverei ai confini del mondo e poi oltre in un mondo ordinario
   Tesoro, io non avrò granché da darti
Ma quello che abbiamo ci va più che bene
Un mondo ordinario
   Dove la trovo la città che non dorme mai in un mondo ordinario?
Come faccio a lasciar giù un tesoro sepolto in un mondo ordinario?
   Tesoro, io non avrò granché da darti
Ma quello che abbiamo ci va più che bene
Un mondo ordinario
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pangeanews · 7 years ago
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Daniele Mencarelli, poeta, scrive il romanzo più eversivo degli ultimi tempi. Una storia di disperazione. E di rinascita. Intervista a occhi spianati
La prima cosa da fare è afferrare Anna Achmatova. Requiem. La raccolta più dolente. Una delle più dolenti del Novecento. Impaniata nella censura russa. Ovviamente. Racconta i giorni in cui la poetessa, tra le grandi del secolo, mendicava notizie del figlio Lev, arrestato dal regime sovietico nel 1935 e poi, definitivamente, nel 1938. Elemosinava notizie al carcere della Kresty, Leningrado. Insieme a lei, code di madri, di mogli, di derelitte. “Ho passato diciassette mesi in fila davanti alle carceri di Leningrado”, scrive la Achmatova In luogo di prefazione a Requiem. “Una donna dalle labbra livide che stava dietro di me e che, sicuramente, non aveva mai sentito il mio nome, si riscosse dal torpore che era caratteristico di noi tutti e mi domandò in un orecchio (lì tutti parlavano sussurrando): ‘Ma questo lei può descriverlo?’. E io dissi: ‘Posso’. Allora una sorta di sorriso scivolò lungo quello che un tempo era stato il suo volto”. Il brano, di sonora sofferenza e dedicata bellezza, è la serratura per capire il primo romanzo di Daniele Mencarelli, La casa degli sguardi (Mondadori 2018, pp.226, euro 19,00). Il romanzo di Mencarelli, romanzo, classe 1974, tra i poeti più riconosciuti di oggi, comincia con una resa all’oblio (“non ricordo nulla”, dice il protagonista, Daniele medesimo, corrotto dall’alcol, divorato dall’annientamento, da una fragilità tumorale) e si chiude, con la leggerezza di una corolla, di una corona, con una pretesa di memoria (“Voglio ricordare tutto”). Mencarelli, come la Achmatova, allora, non volge le spalle dall’orrore, non annega, voluttuosamente, nel male – esercizio abusato dai dandy della narrativa, che godono l’eroina del nulla. Ha il coraggio della memoria, lotta (il romanzo è dedicato “ai lottatori”) per definire una fiamma nell’oscurità. Ha la gloria – così difficile, oggi, così gratuita – di raccontare una resurrezione. Il romanzo, in effetti, è questo. Siamo nel 1999 e Daniele – che è proprio lui, Mencarelli, ma non è lui, diluito in una storia di vertigini assolute – è un ragazzo perduto. Ha il crisma poetico, ma la vita lo spaventa, spazia in lui il male. Daniele si ubriaca. E quando si ubriaca non capisce nulla, non ricorda nulla, fa le peggio cose. Il romanzo parte sull’apice del primo giorno del ‘risveglio’. Daniele, grazie a un amico poeta (Davide Rondoni), trova lavoro presso una società di servizi all’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù. Va a fare le pulizie. Un purgatorio devastante. L’obbligo di un lavoro umile – nitida la scena in cui Daniele deve nettare un bagno letteralmente pieno di merda: “vorrei scappare, in fondo a me dei bagni pubblici invasi di merda dell’ospedale pediatrico Bambino Gesù cosa cazzo me ne frega?” – la necessità di dialogare con una vasta umanità di perduta gente. Il luogo, di per sé, è un agghiacciante Purgatorio. “Luogo di tortura, di maledizione”, lo chiama Daniele. Al Bambino Gesù si curano i bambini incurabili. Spesso i bambini muoiono. Muoiono ed è come una grandinata sulla testa di Daniele. Una grandinata di vite pure, di feti, di innocenti (micidiale la scena “in una sala d’autopsie a misura di bambino”, dove fiammano le domande lancinanti: “se ci sei tu, Dio, dietro tutto, perché non hai preso me? O qualsiasi altro adulto sulla faccia della terra?”). Il rapporto – mai astratto o concettuale o peggio, intellettuale, ma sempre fisico, in narrativa carnale – tra il perduto, il peccatore a contatto con la purezza che muore è devastante. Daniele, alla fine, si salverà. A piccoli, dolorosi passi. Scoprendo la vita. E incarnando la vita nella poesia – il direttore dell’ospedale pediatrico che gli commissiona una raccolta poetica sul Bambino Gesù, che effettivamente sarà pubblicata, con il titolo Bambino Gesù, nel 2001, presso le Tipografie Vaticane, ed è uno dei libri più atroci e sublimi di Daniele. Il romanzo, insomma, è di avventata bellezza, è una avventura nella tenebra della perdizione, un inno di gioia. In questa è l’eversione. Possente.
Parto dalla cosa più semplice, che non è mai semplice. Cosa si scrive, cosa ti scrive, perché scrivi? Scrivi la vita, la verità, la salvezza, la santità, la perdizione… cosa? Perché?
Scrivo perché, per quanto ci provi, tutti i giorni, non riesco a farmi passare la vita come un fatto ordinario, è qualcosa incastrato negli occhi, nello sguardo, ha a che fare con la reale grandezza di quel che ci circonda, è una grandezza maestosa, sovrana. Scrivo perché non mi è mai passato per le mani un giorno in cui non mi sia speso alla ricerca di qualcosa, se vuoi chiamalo significato, una preda inafferrabile, una caccia impossibile, almeno per me, che non è mai riuscita a sbocciare pienamente in una fede, una cosa da cani in pena. Scrivo perché mi risulta inconcepibile affidare al caos ciò che amo e ho amato. Scrivo per testimoniare tutto questo.
Parto da un dato di fatto molto semplice, scabro. Sei un poeta. Per quanto narrativo. Resti un poeta. Che ora si muove nel palazzone del romanzo. Come hai fatto? Che cambiamenti hai fatto? Che moine formali hai accettato, quale accesso concedi?
Sono un poeta che concepisce la poesia come l’unione di due elementi sostanziali: lo sguardo, nominato poc’anzi, come motore primo, come visione scatenante; e uno più formale, intimamente formale, il respiro. Il mio metro dominante è il respiro, il verso come un’unica emissione d’aria, saldare parola a vitalità. Nel passaggio al romanzo ho rinunciato, ma non del tutto, a quest’ultimo elemento, al respiro, quindi alla versificazione in senso stretto. Meno che mai, ma quello sarebbe impossibile, allo sguardo, al mio modo di vedere le cose. Se devo dirti, però, ho anche guadagnato qualcosa, mi hanno sempre intrigato le strutture dei grandi romanzi, la gestione delle psicologie dei personaggi, è un lavoro diverso rispetto alla poesia, ma non meno affascinante. In parte sono stato anche fortunato: per me la poesia e la narrativa, più in generale l’arte tutta, hanno a che fare con, per dirla con le parole di Eliot, “una scena che si dispone e si compie”, ho bisogno di correlativi, di azioni, comportamenti. Lascio ad altri le astrazioni, le scritture che ambiscono alla verticalità dimenticando tutto il resto. Nella scrittura del romanzo mi sono imposto, a tutti i costi, di non scadere mai nel poetico, questo sì, questo è l’unica vera disciplina che mi sono dato.
Racconti una delicatissima storia di perduti e salvati. Una ossessione, penso, pensando ai tuoi ‘romanzi in versi’. In questa storia, quanto c’è di vero, quanto di fiction?
La letteratura non è mai doppione assoluto della realtà, quando tenta di esserlo fallisce miseramente, semplicemente perché è regolata da leggi fisiche diverse, da meccanismi propri. Quindi il romanzo, com’è ovvio, ha elementi d’invenzione, ma il perduto e salvato che racconto, il Daniele protagonista del libro, sono in tutto e per tutto io. La parabola è quella che ho vissuto realmente in quegli anni: l’alcol, i problemi psicologici, la disperazione mia e di chi mi stava intorno. Questa tema torna spesso nei miei lavori, semplicemente perché non mi ha mai abbandonato, ho sconfitto le dipendenze, ma convivo con lo sguardo che mi è toccato in sorte. Costa fatica, mentale, fisica.
Ho avuto la fortuna, mesi fa, di avere una redazione di questo libro che non so se è l’ultima. Come è capitata Mondadori? Hai dovuto accettare tagli o un lavoro serrato con l’editor? Di cosa sei grato e cosa, ostinatamente, rivendichi?
A riguardo si sentono racconti horror…io sarò l’eccezione che conferma la regola, ma il mio rapporto con Mondadori, da Carlo Carabba a Marilena Rossi, a Barbara Gatti, è stato bellissimo sin dal primo giorno, credimi, non c’è un grammo di ruffianeria in quel che sto dicendo. Sul testo: non ho dovuto tagliare, o difendere, né ho rivendicazioni, abbiamo editato con grande tranquillità. Mi ha senz’altro aiutato, in tutta la fase di lavorazione del libro, il fatto che anche io sia un editor, non di libri ma di fiction, quindi parto dal presupposto che un autore, per quanto bravo e famoso, non è una divinità intoccabile e onnipotente. In Italia su questo tema siamo indietro di trent’anni. Il bravo editor sa contenere l’autore, consigliarlo, quando serve anche contraddirlo. Ma, ripeto, tutta la fase di editing è andata come mai avrei immaginato.
Quali sono i tuoi maestri, quelli di vita e di letteratura, come sempre, intendo? Insomma: per cosa vivi, che cosa leggi?
Maciniamo secoli, epoche e mode, ma se ti devo nominare un esempio vero, tra tante ipocrisie, torno a Cristo sulla croce, la sua eterna attualità, il giudizio come azione da rivolgere a se stessi, questa cosa mi innamora ogni volta, se ci pensi la storia può essere sintetizzata nella contrapposizione tra il “noi”, quindi il bene, e “gli altri”, il male da combattere. La vera rivoluzione è guardare in primo luogo ai propri peccati, errori, solo così possiamo crescere. Il mondo cambia cambiando noi stessi. Cosa leggo? Sono nato nel vecchio secolo, vivo nel nuovo, ma il legame con il Novecento, soprattutto italiano, per me è imprescindibile. Sbarbaro su tutti, ho una specie di venerazione, poi Caproni e Ungaretti, Turoldo, sino a Bellezza, e ancora più vicino a noi Salvia. Poi non posso non nominare Giovanna Sicari. Salto la generazione dei fratelli maggiori e arrivo ai nostri coetanei, quindi Francesca Serragnoli, Isabella Leardini, il grande Simone Cattaneo.
Che giudizio hai della letteratura italiana recente e della poesia? Tu lavori in Rai occupandoti di fiction, dunque si presume che conosci i diversi modi della comunicazione: perché il poeta è sempre il lebbroso, l’esiliato, l’emiro spacciato della società?
Torno al dato anagrafico: sono nato nel Novecento, ho esordito su rivista, ClanDestino, nel 1997. Lo sai quanto me: il mondo letterario che noi abbiamo avuto la fortuna di conoscere, anche se nella sua fase crepuscolare, non esiste più, quel fiorire di riviste, collane. La rete, i social, che nell’immaginario di tutti avrebbero dovuto sostituire la carta hanno, in realtà, creato soltanto confusione, e dispersione. Questi sono i dati, ma ciò non vuol dire che siano morti i poeti. Tra i nati negli anni Settanta ci sono poeti che rimarranno, oggi occorre lottare di più perché gli spazi sono sempre di meno, ma di qualità in giro ne vedo, e tanta. Mi occupo di fiction, di serialità televisiva, forse il prodotto più trendy di questi anni ultimi. È un problema di peso specifico, di grammatura. La poesia è reietta perché chiama alla negazione delle apparenze, vuole vedere veramente, quindi è per sua natura eversiva, quando è vera. Non mi sembra un’epoca, la nostra, dotata di una volontà eversiva rispetto alle visioni dominanti. Forse un giorno…
L'articolo Daniele Mencarelli, poeta, scrive il romanzo più eversivo degli ultimi tempi. Una storia di disperazione. E di rinascita. Intervista a occhi spianati proviene da Pangea.
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