#non condivido ma capisco
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#anon… purtroppo non credo di essere d’accordo#capisco che noi vogliamo trovare oer forza il motivo per cui louis si comporti così in quello che noi conosciamo#cioè i duplici lutti ravvicinati etc#ma non sappiamo#io penso che ci siano molti fattori che lui non sappia gestire#per esempio i continui confronti con gli altri nella band sappiamo chi in particolare#credo che viva molto male il fatto di non essere completamente libero#e di non avere supporto in un mondo che è praticamente fatto di squali#io penso che deve un attimino ridimensionare questi aspetti#e capire che non c’è proprio nessuna cosa piacevole nell’incoraggiare il consumo di droghe e alcol e fumo in questo modo#in un pubblico costituito prevalentamente da teenagers#perché andava bene fino a quando non era così forte#mo è arrivato a essere esagerato e al limite del sopportabile#esagerato nel senso che di esasperante#tipo che ti fa pensare ‘vabbe ho capito fumo alcol e rock&roll ma mo dimmi pure altro’#dicevo solo che non sono d’accordo per il ruolo da salvatrice che hai affidato a jay#ma io ho le mie opinioni su di lei e rimarranno mie perché sono veeeery controversial#tipo che è stata lei a incoraggiare lottie a seguire i 1D quindi sul fatto che le cose sarebbero diverse… ho dei dubbi diciamo cosi#a ogni modo capisco e in parte condivido la tua frustrazione!#torna pure a sfogarti quando vuoi <3
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Nell’intervista di Elon Musk (riportata da diversi media italiani) al sito conservatore americano Daily Wire, si esprimono dure opinioni sui supporti farmacologici e sulle forzature “ideologiche” che accompagnano il cambiamento di genere. Uno dei tanti figli di Musk lo ha fatto: nato Xavier, è diventata Vivian. «Distruggerò la malvagia cultura trans che ha ucciso mio figlio», dice Musk con la ben nota mancanza di qualsivoglia dialettica. (Non ne possiede, lui così ricco, neppure un grammo, e spaventa che uno dei grandi finanziatori dell’Intelligenza Artificiale manchi del tutto della componente fondamentale dell’intelligenza, che è appunto la dialettica). Tornando al caso in questione. Capisco, e anche condivido, alcune delle perplessità sul cambiamento di genere, specie riguardo le mutilazioni genitali e la manipolazione (anche farmacologica) del corpo di una/un adolescente. Ma arrivato in fondo all’intervista, mi è stato impossibile non registrare che né l’intervistato né l’intervistatore si sono posti, nemmeno per un secondo, la più rilevante delle domande: come sta Vivian? Che cosa ne pensa Vivian? Conta di più, nella storia di Vivian, quello che pensa Vivian, o conta di più l’opinione del suo potentissimo padre e del giornalista che, conversando con lui, non formula la più banale eppure la più determinante delle domande: come sta sua figlia? L’intero dibattito, legittimo, rilevante, sulle questioni di genere, perde legittimità e rilevanza se antepone il giudizio “degli altri” a quello delle persone coinvolte. Lo stigma sociale è, da secoli, la galera della quale le persone omosessuali e trans cercano di liberarsi. La chiacchierata tra Musk e il suo giornalista-spalla ne fa parte.
La grande assente è la protagonista di Michele Serra
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mahmood aveva proprio detto in un'intervista, chiaramente riferita a marco carta, che dichiarare "sono gay" dalla d'urso "ci fa tornare indietro di 50 anni" io purtroppo proprio non reggo quando le celebrità eludono il coming out con le tipiche risposte "ma ormai nella mia generazione non si fanno più differenze, siamo tutti più aperti" che fanno tanto iper progressismo ma in realtà sono scuse vecchie come il mondo, e fanno veramente tornare indietro (hanno fatto dichiarazioni di questo tipo mengoni, mahmood, michele bravi) ora: -è ovvio che le domande dei media sulla vita privata siano fastidiose, ma quanto sarebbe più facile stroncare le speculazioni rispondendo in modo onesto e secco? -inoltre l'idea che nelle nuove generazioni siano tutti più aperti è falsa, l'omofobia nei ragazzini è ancora presente e vivendo in provincia vedo quanta gente anche giovane è ancora non dichiarata, far finta che ormai siano tutti più aperti non aiuta -mahmood e mengoni sono ovviamente out nella loro vita personale, il parziale riserbo lo mantengono solo come personaggi pubblici, per quanto fuori luogo l'outing non può avere chissà quali ripercussioni negative su di loro -in generale sono d'accordo che aver menzionato aneddoti strettamente personali in quel programma fosse fuori luogo, anche dire che sono gay dichiarati è tecnicamente sbagliato visto che non si sono mai dichiarati come personaggi pubblici, MA, mi ha colpito molto vedere sotto al video moltissimi commenti indignati di fan 30-40enni di mengoni, che dicono proprio "lui non ha mai dichiarato niente di tutto ciò!! sono fatti suoi", è molto palese come abbiano percepito il dire che mengoni è gay come un'accusa infamante, mentre è stato riportato come un dato di fatto assolutamente neutro. Cos'è che ci riporta davvero indietro allora? poi negli anni entrambi si sono di fatto esposti in modo indiretto, tra supporto alla comunità, temi lgbt nei video musicali, mengoni è stato paparazzato più volte con uomini, penso proprio il giorno stesso di quel programma è uscita una campagna pubblicitaria esplicitamente gay con mahmood quindi, se la loro idea è che non bisogna fare dichiarazioni apposite, ma solo vivere apertamente, allora menzionare quello che già si sà non lo vedo come un outing grave il modo in cui ne è stato parlato in quel programma è criticabile, ma anche l'ambiguità tenuta da loro dovrebbe esserlo, allora perdona il rant non richiesto, sono solo i miei 2 cent sulla questione
Guarda hai esposto dei punti molto validi e sinceramente non è che io possa controbattere, perché sì, ci son cose che hai scritto che condivido anche io.
L'unica cosa che posso dire è che è una scelta, fa parte della sua sfera personale, e non si può obbligare nessuno a fare coming out, o perché no, a condividere dettagli della propria vita privata se non vuole. Perciò io capisco che ci si possa rimanere male davanti a questa scelta, però è anche vero che noi non siamo nessuno per dirgli "Mahmood devi ufficializzarlo pubblicamente".
E ripeto, molte delle cose che hai scritto le capisco, ma allo stesso tempo non possiamo manco mettere bocca sulle decisioni altrui.
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“ Mia cara Francesca, le tue lettere arrivano, per lo più, alla sera. Verso le nove. Una mano entra nel buco, dicono "posta", poi le aprono e me le danno. Così le tue parole sono le ultime che ricevo: e me le porto in sogno. [...] Ho lavato i piatti (una ciotola di plastica, un piatto di plastica, delle posate idem) e le pulizie le farò nel pomeriggio, nell'interminabile viaggio che va dalle 15 al mattino dopo. Oggi è giorno di doccia (qui ci si lava un giorno sì e uno no) e aspetto il mio turno. Poi mi vestirò, e andrò all'aria. Girerò in tondo fino alle 11. In questa giostra assurda s'incontra ogni genere di uomini: falsari, spacciatori, zingari, bancarottieri; è un mondo tutto suo, credimi. E pieno di assurde favole, di storie incredibili; è impressionante il numero di giovani, di ragazzi, quasi. Da fuori, non si ha la sensazione di quello che accade qui, e di come enormi siano oggi i problemi della giustizia. Mi chiedi se desidero un libro. Sì. Di Dostoevskij "Memorie da una casa morta": attenzione, non "Memorie dal sottosuolo", che è un altro suo libro. Dico quello (alcuni lo traducono "M dalla casa dei morti") che parla della sua prigionia a Semipalatinsk, in Siberia. Lo lessi anni fa, e siccome è pieno di pensieri sulla pena, la prigione, e altro, vorrei rileggerlo. Davvero. Va bene? E io che posso restituirti? Senti, sbaglio o con Renata sei in freddo? Non so, mi è parso di capire che, in quel suo tirarsi indietro ti desse della pena. Guarda: succede, e alle volte è meglio che un amico dica francamente il suo pensiero piuttosto che vederlo accettare per forza. E il resto del lavoro? E la vita? E Milano? Io sono disgustato all'idea che esistano "giornalisti" del tipo attualmente in circolazione: criminali della penna, analfabeti della vita, irresponsabili, folli. Adesso è di moda chiamare questo "il carcere dei vip": perché non vengono, per sette giorni, a questo Portofino delle manette? Credimi: il nostro non è un Paese. Ho gioito al ritrovamento delle reliquie del tuo S. Francesco: non avevo dubbi, credi, che il finale fosse quello. E troveranno il resto. Vuoi scommettere? Mi chiedi dei sogni? Beh, sono molto teneri, dolcissimi. Mi pare di essere accanto a te, e di perdermi nei tuoi occhi. È delizioso. Anche se è la sbiadita, pallida immagine del vero. Ma ti sogno spesso. Ti ho detto: ora sono sereno, niente può più toccarmi. Mi metterò a studiare storia, che e la mia passione. Storia italiana. Poi, mi interessa enormemente la "comune coscienza del peccato", che è cosa ancora più debole, da noi, del "comune senso del pudore". Parlo con delinquenti veri, Cicciotta: e mi interessa la loro psicologia, la loro relatività, il loro codice, che è, in molti casi, anche se patologico, regolato da leggi ferree. Sì, ho vissuto molte vite: so e conosco cose che nessun viaggiatore vede e vedrà mai, avrò da riempire sere e sere d'inverno. Non andrò mai più allo zoo: l'idea di una gabbia mi darà, per sempre, un fremito di disgusto. Tu dici che sono forte: io non lo so, Cicciotta. Sento che mi sentirei indegno di vivere, se fossi diverso. Non si può concedere loro niente: sono dei bari, capisci? Questo Paese ha sempre piegato la schiena, baciando la mano di chi lo pugnalava. E non ci sarebbero tiranni, se non ci fossero schiavi. Il vero patrono d'Italia (e non capisco perché non lo facciano) dovrebbe essere Don Abbondio. San Francesco poteva nascere benissimo in qualunque altra parte del mondo. Solo Don Abbondio è irresistibilmente, disgustosamente italiano. A me spiace parlar male del mio Paese: ma deve cambiare. È l'"odi et amo" di Catullo (traduzione di Ceronetti): e se vuoi un ritratto, che condivido, dell'Italia, leggi, sempre di Ceronetti "Viaggio in Italia" (Einaudi). È una barca cariata, un guscio vuoto, pieno di vermi, che galleggia su un mare inquinato. E per le anime, è peggio. Ti abbraccio, Cicciotta. Tanto tanto Enzo [Bergamo, domenica 9 Ottobre '83] “
Enzo Tortora, Lettere a Francesca, Pacini Editore, 2016¹; pp. 82-84.
#Enzo Tortora#Lettere a Francesca#Francesca Scopelliti#libri#Storia d'Italia del XX secolo#malagiustizia#caso Tortora#vita#intellettuali italiani del XX secolo#carcere#libertà#innocenza#raccolte epistolari#amore#lettere d'amore#giudici#anni '80#inchieste giudiziarie#leggere#citazioni#letture#calunnia#criminalità organizzata#camorra#diffamazione#magistratura#Memorie da una casa morta#Fëdor Dostoevskij#don Abbondio#Guido Ceronetti
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In questi giorni non riuscirei ad andarci tranquillamente, ci andrò più in là se ne avrò voglia.
Condivido questa idea, partire all'improvviso ci sta.
Sì, riguardo cosa fare in vacanza penso che ognuno abbia le proprie preferenze. Organizzare attività impegnative per quanto mi riguarda non deve essere la regola per tutta la vacanza, soprattutto gli ultimi giorni.
Ti faccio un'altra domanda e ti lascio senza l'incombenza di messaggi (lenti) da parte mia. Dolce preferito? ☺️ se ne hai uno, altrimenti uno che vorresti imparare a fare.
Capisco, meglio andare con calma e quando si ha la possibilità di farlo in tutta tranquillità e in modo tale da potersi godere la bellezza del mare e il momento di riposo.
Se si ha la possibilità di farlo perché no, si sceglie la meta e si va, oppure si parte senza meta seguendo semplicemente dove ti porta il cuore.
Sono d'accordo ognuno ha la propria preferenza rispetto a cosa fare o dove andare in vacanza, la cosa importante è non stressarsi, anche perché è bello essere organizzati e sapere le cose importanti che si desidera visitare, ma nulla dovrebbe venire ad obbligo in vacanza.
Le tue domande, o messaggi non sono un problema, anzi, se vorrai fare altre domande quando vuoi , idem se volessi lasciare un messaggio in chat risponderò con piacere.
Il mio dolce preferito è il tiramisù, come torta invece o comunque dolce lievitato la Sacher e il tuo?
Grazie ☺️
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Ma, ciò che vorrei dirti, è questo: vorrei che con me ti sentissi libero di spogliarti di quest'armatura perché non serve se ho l'abilità di leggerti dentro. Spogliati di questa armatura perché sei bello con tutte le tue insicurezze e non pensare mai di star esponendo il fianco perché ci sono io a proteggere ogni parte di te, forse specialmente quella fragile ed insicura che tendi a nascondere sempre.
Sappi che io ti capisco, che condivido con te gioie e timori, che anche se a volte le mie parole possono sembrarti echi di un mondo lontano, in verità sono lì per te, per curare le tue ferite e per dimostrarti che non è come credi, che solo le persone che ti amano ti capiscono perché sanno veramente chi sei fino in fondo.
Ecco, tutto ciò per dirti di lasciarti andare: non avere paura, ci sono io con te e ci sarò sempre, nel bene e nel male.
#tumblr#blog#frasi vere#frasi mie#amore#pagina di diario#diario personale#esperienze#esprimi un desiderio#frasi d'amore#love#poem#poesia#poetry
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possiamo bandire l'autotune dalle cover? capisco (ma non condivido per i live) se lo vuoi per la tua canzone. ma le cover? togli quella roba plz youre killing me
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Per carità, capisco che ci si abitui a una certa. Però non toglie che sia molto triste. Io capisco da dove arrivi questo istinto che hanno delle persone, però visto che non siamo scimmie e siamo dotati di logica e raziocinio potrebbero un attimo riflettere di piú. In ogni caso son felice del fatto che nonostante certi comportamenti tu non venga frenata dal condividere quel che senti di condividere
ma sincera, condivido ciò che voglio e scrivo ciò che voglio. non mi interessa cosa dicono gli altri, tanto tumblr è tinder 2.0
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Ei tu
Volevo dirti mille cose
Ma oggi non riesco a scrivere
Ero a metà di un testo su di te, poi ne ho iniziato uno a parte su di noi, poi mi era venuta voglia di parlare di me senza di te e così ne ho iniziato un altro e poi ho pianto un po', solo un pochino, perché fa ancora tanto male.
La vita non è la stessa cosa senza di te.
È bella certo, magari non la vivo neanche bene ultimamente ma sai di cosa parlo quando ti dico che è strano non averti vicino, non poterti abbracciare, non parlarti, non dirti niente quando mi succede una cosa bella, non scriverti quando mi succede una cosa brutta.
Continuo a perdermi nei dettagli che da sempre sono tra le parti più belle della vita per me, ma lo faccio da solo adesso, pensi che io vada a sperperare le mie storie, i miei racconti e quello che noto a qualcun altro? No quelli erano solo per te, quelle storie, quelle curiosità, quei discorsi e quei commenti li concedevo solo a te, infatti adesso che non ci sei è diverso, perché non condivido molte cose con gli altri, eri una delle poche persone se non l'unica a cui avrei detto tutto, sempre. Adesso se vedo la luna più grande del solito, un albero affascinante, un tramonto nostalgico, una panchina in muratura, un albero di limoni, una pianta di rose o qualsiasi cosa si possa vedere in giro non mi sforzo nemmeno di dire che sto guardando qualcosa, mi perdo nei pensieri e cerco di immaginare cosa avresti detto o notato tu.
Lo faccio sempre, anche quando sono con altre persone, sono presente si, ma con la mente sono altrove, sto vivendo la vita che non avrò mai con te.
Quello che vorrei dirti in questo momento è che nessuno dopo di te mi ha conosciuto davvero, ho improvvisato, cambiato atteggiamento, non condividevo i miei pensieri, non facevo quelle battute che ti facevano ridere, non ero io davvero, perché quella parte, quella versione se così si può chiamare è tua e io la proteggerò ad ogni costo, sempre.
Pensi che andare in certi posti con delle persone cancelli l'importanza di quei posti?
Fa male lo capisco, fa male anche a me che è successo, ma mai niente sarà come le cose sono state con te. Nessuna sarà così tanto bella, giusta, delicata, appropriata in certi posti come lo sei stata tu, non capisci che per me la tua presenza in certe cose è stata così importante che la tua assenza adesso risuona ancora più forte e varrà sempre di più della presenza di qualcun altro, non importa quanti baci riceverò nel tempo perché nessun bacio avrà mai il tuo sapore e io stupidamente ho pure creduto di poter accettare altre labbra che non fossero le tue, ma ero arrabbiato e dopo ero semplicemente stanco, non importa quante persone saliranno sulla mia macchina, calpesteranno le stesse strade e gli stessi luoghi in cui siamo stati, mi dedicheranno una canzone che piaceva a noi, mi parleranno di cose che piacevano anche a te, perché per me non esiste niente di tutto ciò, non ha valore, sono solo cose, sono solo strade, sono solo canzoni, perchè eri tu a fare la differenza, era con te che tutto prendeva vita, era con te che i luoghi diventavano più belli, le case più accoglienti, le canzoni più belle da cantare, i baci facevano venire i brividi spesso e i tramonti erano profondi, eri tu che facevi la differenza, perché eri speciale davvero, e lo sei ancora, sdraiata sul divano, seduta al tavolo a rollare una sigaretta, ai fornelli a cucinare dei noodles, del sushi o chissà che cosa, stare fuori all'imbrunire guardando una serie tv, salire in terrazzo e guardare l'orizzonte, ammirare il tramonto insieme, tu che ti addormenti in auto o quando ti appoggiavi sulla mia spalla mentre guidavo verso casa, le passeggiate a mare e guardare tutte le mie cose preferite insieme, te, il mare, il tramonto, tu che cammini tra le erbacce che sei così bella che mi piacerebbe imparare a dipingere e mettermi li per ore a riprodurre quell'immagine, mentre tu tra un sorriso e l'altro ogni tanto mi baci e io mi perdo e mi innamoro, e non mi sono mai sentito così vivo.
Non sono ancora andato a mare quest'anno, solo una volta l'altro giorno ma non ho nemmeno fatto il bagno, non mi va molto, preferisco sedermi sulla spiaggia e piangere sentendo il rumore delle onde che accompagna i miei pensieri malinconici oppure semplicemente pensare senza dover piangere.
Da quando non ci sei le cose non sono le stesse e va bene così, non potranno mai essere le stesse, soprattutto se non ci sei, e se ci fossi sarebbero sicuramente diverse, è questo è anche un bene, non so come sarebbero, non possiamo saperlo, quello che so è che da quando abbiamo smesso di parlare io ho iniziato ad amarti sempre di più, a pensarti sempre di più, nonostante cercassi di reprimere tutto questo, è stato più forte di me, se no non sarei qui a scrivere delle cose che non leggerai mai dopo praticamente 1 anno da quel giorno orribile, avrei voluto essere meno arrabbiato, meno ferito, meno rancoroso verso di te per il male che avevo ricevuto, avrei voluto avere la mente libera e il cuore leggero e non sarei andato via, sarei rimasto, avrei lottato ma non ci sono riuscito.
E ora rimpiango quel tempo, quando mi chiamavi, parlavamo, mi scrivevi, mi mandavi i video,uscivamo, sceglievamo cosa mettere, ordinavi la camera, dormivamo insieme..ti passavo a prendere, cantavamo in auto, facevamo..basta adesso sono le 5, un'altra notte così, non posso, non va bene, devo andare, devo dormire
Ciao, a presto magari
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Sono davvero dispiaciuto di sentire che hai trascorso così poco tempo con tuo padre. Capisco che può essere difficile a causa di tutta la frenesia dell'ultimo periodo, ma è importante che tu prenda del tempo per te stessa e per la tua famiglia. La vita è troppo breve per non trascorrere del tempo con le persone più care. Ricorda che tuo padre si preoccupa per te e vuole che tu sia felice e che raggiunga i tuoi obiettivi, quindi cerca di prenderti un po' di tempo per parlare con lui.
apprezzo molto questo punto di vista e lo condivido. se sono stata colpita da quel messaggio è proprio perchè mi manca trascorrere del tempo con loro, anche senza la condivisione di un attività. come dici te la vita è breve e nonostante sia un pensiero che non ci attraversa tutti i giorni è giusto tenerlo a mente e dedicargli spazio. ti ringrazio per i bei consigli, lo farò senz'altro (anche a costo di venire meno uno dei duecento impegni che ho quotidianamente) <3.
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L’ho scritto ieri notte e mi ci è voluto un po’ per postarlo…
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Dove abito io sono le due di notte passate (si, dall’altra parte dell’Atlantico) e non vado mai a letto così tardi ma mi sento così sopraffatta dalle mie emozioni che non riesco davvero a pensare ad altro che a quanto io abbia incasinato la mia vita pensando di renderla più semplice.
E sto scrivendo qua come valvola di sfogo, senza filtri e senza pensare troppo a come mi escono le parole, ed anche questa è una cosa che non faccio mai. Mi spiego meglio, condivido senza filtri le mie emozioni qua su Tumblr ma ciò che scrivo è sempre comunque elaborato in modo che sia coerente e il più “piacevole” da leggere possibile. O quantomeno ci provo.
No stanotte è diverso, stanotte scriverò come se stessi condividendo i miei pensieri con un’amica e lo farò qua perché la mia situazione è decisamente troppo incasinata e non voglio parlarne con nessuno. Non voglio che nessuno sappia come sto, quantomeno nessuno che io conosca.
Cominciamo dall’inizio e prometto che cercherò di tenerla breve.
Più di un anno e mezzo fa ho conosciuto un ragazzo e me ne sono innamorata perdutamente. Ci siamo fidanzati un mese dopo esserci conosciuti e insieme a lui mi sentivo al settimo cielo. Non avevo mai provato fino in fondo una cosa del genere, sebbene quattro mesi prima avessi avuto una specie di storia con un ragazzo di cui mi stavo innamorando e che mi ha trattata abbastanza male.
Tornando a Lui, che da adesso in poi avrà la lettera maiuscola, ci fidanziamo in piena estate e dopo un mese e mezzo di discorsi su quanto fosse innamorato di me e avesse trovato la persona perfetta per lui, mi lascia in maniera anche piuttosto brusca perché non è più sicuro dei suoi sentimenti e vuole concentrarsi sullo studio.
Mi cade il mondo addosso e provo per la seconda volta in un anno quella lacerante sensazione di abbandono di quando ti fidi di una persona e questa prende la tua fiducia e la getta nel cestino.
Passano le settimane e per una sfortunata concatenazione di eventi, ci ritroviamo a lavorare insieme per una settimana. In quella settimana io ho un crollo nervoso ed iniziano ad amplificarsi tutta una serie di problemi che da sempre ho, sia mentalmente che fisicamente perché arrivo ad un punto in cui le mie gambe vanno in paralisi psicosomatica e non riesco più a camminare per un pomeriggio.
Dopo questo evento culminante che dopo un periodo così difficile si presenta appena lo rivedo, capisco che così non può funzionare e provo a indossare una maschera di indifferenza che mi avrebbe dovuta accompagnare per il tempo che avremmo dovuto passare insieme.
Nel frattempo i giorni passano e capisco che lui è molto geloso, l’ultimo giorno decide di parlarmi e chiedermi di tornare insieme.
Gli dissi di si ma ricordo con una lucidità allucinante che non ero affatto convinta di voler tornare con lui ma che gli dissi di si non tanto per quello che provavo in quel momento (era ormai passato un mese da quando ci eravamo lasciati) ma per quello che avevo provato per lui. Inutile dire che avrei dovuto dare più ascolto a me stessa.
In ogni caso inizia un periodo strano e anche abbastanza tossico in cui io sono perennemente a disagio con Lui che ha inoltre anche un po’ la tendenza a giudicare chiunque, me compresa. Litighiamo spesso e come molte relazioni che non funzionano, the lows where pretty low and the highs where pretty high.
Decidiamo a fine Febbraio, subito dopo il suo compleanno, di prenderci una pausa di riflessione fino alla mia laurea che sarebbe stata a metà Aprile. Questa pausa di riflessione alla fine dura poco più che tre giorni e io mi rendo conto che forse posso tornare a fidarmi di lui anche dopo quello che aveva fatto e soprattutto capisco che lo amo, davvero, profondamente e come non avevo mai amato nessuno.
In questo periodo le cose vanno molto meglio, fatta eccezione per una grossa litigata a fine Marzo. Io però mi sento sempre giudicata in sua presenza perché molto spesso lui mi dice delle cose poco carine.
Arriva un giorno, il 5 Maggio, in cui siamo insieme e mi arrivano nello stesso giorno tre notizie bellissime, la prima un impiego di lavoro per 2 mesi fuori Italia, la seconda un’offerta di un concerto da solista con orchestra (sono musicista) e la terza, forse la più bella delle tre, la conferma di ammissione in un’università prestigiosa in America.
Le prime due notizie arrivano la mattina letteralmente una dopo l’altra, la terza il pomeriggio. Ricordo ancora come fosse ieri che mentre con gli occhi lucidi di gioia gli raccontavo le cose, il suo volto si spegneva quasi non fosse felice per me.
Ci rimasi molto male ma non ne feci una grande tragedia, specialmente non gli feci pesare troppo la cosa.
Passa l’estate e io sto via due mesi, lui mi raggiunge l’ultima settimana e per coincidenza viene assunto con un contratto di 10 giorni per una sostituzione improvvisa.
Io nel frattempo torno in Italia per lavoro e lui invece va in Germania per studio per una settimana.
Prima di partire per la Germania però riusciamo a passare un paio di giorni insieme in Italia e quei giorni vanno di merda. Ricordate che ero tornata in Italia per lavoro? Ecco, in quei due giorni non fa altro che criticare come avevo suonato o dirmi che avevo sbagliato o altre cose di questo tipo, al che io finalmente sbotto e gli rispondo male il giorno prima di partire.
Appena atterrato in Germania gli parlo e lui inizia a dirmi che forse pensa di essersi sempre sbagliato su di noi, al che io gli domando cosa volesse fare, se avesse intenzione di lasciarmi. Lui prende un po’ la palla al balzo e ci lasciamo.
Apparentemente non è una rottura vera e propria perché l’intenzione sarebbe stata quella di lavorare sui nostri problemi per poi tornare insieme, pertanto a mente lucida lo chiamo due giorni dopo e gli dico letteralmente “ci amiamo, che senso ha fare così? Ci facciamo solo del male e non ha senso, cerchiamo di risolvere i problemi all’interno della coppia”. Lui mi risponde “Io non credo di amarti più”.
In quel momento vedo un anno della mia vita ma peggio ancora il futuro che avevo progettato insieme a lui passarmi davanti agli occhi.
Piena di odio per la facilità con cui aveva calpestato la nostra relazione, piena di dolore e di frustrazione, quattro giorni dopo esco con due miei amici, bevo e finisco a letto con uno dei due.
Lui torna dalla Germania tre giorni dopo e io lo vado a prendere in aeroporto, lo porto a casa e onestamente sono talmente tanto confusa e stordita che non capisco un cazzo di quello che succede, tutto quello che riesce a dirmi però, dopo un anno di relazione, è “è ovvio che ti bacerei, perché sei una bella ragazza” come se mi avesse appena conosciuta.
Due giorni dopo ci vediamo per parlare e finiamo a letto, lui è tutto carino con me e dormiamo insieme. La sera vedo delle notifiche su Tinder e scopro che lo aveva messo già quando stavamo insieme ma comunque non gli dico nulla. Lui durante la notte mi prende il cellulare e legge dalla chat con la mia migliore amica della sera in cui ero ubriaca, scopre che ci siamo baciati e incazzato inizia a darmi la colpa per ogni cosa, sebbene non stessimo insieme.
Due settimane dopo parto per l’America e prima di partire sul volo per Amsterdam (dove facevo scalo per JFK) mi arrivano dei messaggi da parte sua che a quanto pare sono importante per lui e che vuole provare a ricucire il rapporto.
Si sussegue un periodo strano in cui lui non vuole tornare con me fino a dicembre (da agosto) ma mi impone di non conoscere nessuno. A me sembra un po’ strano e manipolatorio ma le cose sul piano “relazionale” funzionano e quindi decido di dirgli la verità su quello che era successo quella notte. Lui sbotta dicendo che non può più fidarsi di me anche se io non l’ho mai tradito, né ho mai dato modo di pensare che non fossi fedele. Letteralmente stravedevo per lui, avrei fatto di tutto.
Tra l’altro scopro più avanti che in quel periodo lui ha fatto preliminari con l’ex…
Non ci parliamo per qualche giorno e io metto una storia su instagram con una tazza di caffè per la giornata mondiale delle coppie. Al che Lui mi scrive qualche giorno dopo che le cose non possono funzionare. Io vado nel panico ma cerco di ricompormi e finalmente gli do un ultimatum “io sono qua, se vuoi una relazione eccomi pronta per te, altrimenti se non la vuoi è no ma non ti deve interessare della mia vita privata”. Lui risponde di no e mi insulta dicendo che sono in America perché sono raccomandata (chi volete che conosca in America, sul serio ma dai…).
Passano i mesi e conosco un ragazzo americano con il quale inizio a uscire senza impegno e due mesi dopo Lui mi scrive dicendo che sente di aver perso l’occasione della vita lasciandomi e mi chiede di smettere di vedere questo ragazzo fino a quando non sarei tornata in Italia (un mese e mezzo dopo). Inizialmente gli dico di si ma subito dopo realizzo che è semplicemente una cosa folle e gli dico che avrebbe dovuto pensarci quando lo imploravo di tornare insieme perché lo amavo. Arriva dicembre e con l’altro ragazzo decidiamo di smettere di vederci perché lui si stava innamorando di me e voleva una relazione mentre io no. Torno in Italia per il Natale ed io e Lui ci vediamo passando praticamente quasi tutte le vacanze insieme, specialmente l’ultima parte è davvero bella. Appena rientro in America lo chiamo per una sorta di resa dei conti, del tipo “ma allora cosa siamo?” e lui continua a dire di non essere sicuro e che vuole aspettare maggio quando torno per decidere. Ovviamente io nel frattempo non devo conoscere nessuno.
Questa cosa dura una settimana al termine della quale capisco che così non può funzionare e gli mando un messaggio in cui gli spiego che questa situazione mi fa male, che non posso investire sentimenti in lui senza la garanzia di una relazione e lo blocco ovunque per una settimana durante la quale scopro tramite le mie amiche che lui è uscito con una tipa. Mentre cerco di andare avanti, le cose con il ragazzo americano riprendono e dopo diversi discorsi sul fatto che lui volesse una relazione io decido di provarci.
Il problema è che io non sono convinta più che altro perché da quando stiamo insieme (pochissimi giorni) lui sta sviluppando una gelosia decisamente al di là delle righe e vuole ad ogni costo farmi postare foto con lui sui social, cosa che io non faccio mai. Alla fine ho acconsentito a una sul mio profilo privato e anche lì non gli andava bene perché non era quello pubblico che tengo quasi solo esclusivamente per lavoro. Lui ovviamente non ha postato niente sui suoi social.
Ora sono in una situazione in cui sento di volere un distacco di tutto ciò, un po’ mi sono ritrovata a pensare al mio ex e un po’ mi sento affogare in questa situazione che mi toglie il respiro.
Ho paura di aver acconsentito a qualcosa di più grande di me che al momento non sono in grado di gestire.
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Sono le 4.50 di mattina e non prendo sonno, allora mi sono imbattuto nel tuo reblog, e pensandoci, non ho più messaggi o lettere o canzoni che ho paura di inviare o dedicare, non li ho più perché ho perso quasi tutte le mie convinzioni, non li ho più perché non ho una persona a cui scrivere, non ho nessuno e fuggo dai miei problemi come un codardo. Se potessi immaginare però di scrivere un messaggio sarebbe tipo così : "Ciao, siamo tutti soli, è un periodo abbastanza di merda per tutti, compreso me, io riesco solo a vedere il lato negativo delle cose ormai, ma tu puoi farcela, perché anche se il mondo sta diventando una merda tu sei più forte, non scordare i tuoi sogni e anzi, trasformali in obiettivi, volevo solo dirti che per quanto conta io ci sono, e tu sei sicuramente meglio di ciò che vuoi mostrare, perché in fondo nessuno mostra la parte migliore di sé a gente a caso, e ti capisco, ma non fare lo stronzo perché a rimetterci sei sempre tu, ti voglio bene. "... Questo è quel messaggio che ho paura di inviare, semplicemente perché ho paura di riceverlo io un giorno e dover affrontare la cazzo di realtà. Scusa per questo papiro ero in vena :)
Pensieri così alle 5 del mattino...da una parte complimenti per la profondità e la riflessione che dimostri, dall'altro lato mi dispiace, perché delle volte pensare troppo e bene è una specie di fardello.
Adoro la parte del "nessuno mostra la parte migliore di sé a gente a caso". Verità che condivido, ma che di solito non è compresa da tutti.
Grazie per aver condiviso con me questo pensiero, perché credo che, nonostante la tristezza che traspare, dal mio punto di vista questa è una parte bella di te ✨
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Una volta ho sentito mio nonno dire: "In una relazione c'è sempre qualcuno che darà di più. C'è sempre un sottomesso e uno che domina, e di solito il sottomesso è colui che finisce per volere di più". In questo gioco di parole non ho capito nulla e gli ho chiesto di spiegarmi.
A ciò che mi prese per mano e mi disse: "Guarda figliolo, in una relazione c'è sempre qualcuno che perdonerà l'imperdonabile, sopporterà l'insopportabile, accetterà l'inaccettabile e il peggio di tutto, a giustificare ciò che non avrebbe mai una spiegazione.
A queste persone tocca amare il doppio, e anche se molti giudicano questo modo di amare che potrebbe mancare di amor proprio, è l'amore che è più pieno di speranza. Perché tra ogni perdono, ogni "sopporterò ancora un po'"
C'è una goccia di speranza che dice: "prova di più che in questa la persona che ami tanto può cambiare". Di questo si parla molto e forse questo è quello che vedrai nella vita...
Qualcuno che vuole per due.
E non osare mai giudicare questa persona perché lei stessa combatte una battaglia tra amare se stessa o amare l'altro, perché qualcosa che è molto difficile da trovare è qualcuno che ti permetta di amarlo senza smettere di amarti".
Al quale ho risposto: "Ahhh, capisco, ma questa persona non si stanca mai di amare in questo modo così crudele?".
Ricordo che lui mi sorrise e mi disse: "Questa è la parte migliore, perché quella persona smette di amare e l'altra persona si rende conto di aver perso la più grande dimostrazione d'amore che potessi trovare. E credimi, questa è la cosa peggiore che possa capitare a qualcuno, avere l'amore più fedele davanti e distrarsi guardando i cuori passeggeri.
Mi ha abbracciato e mi ha detto: "Prego Dio che non trovi mai qualcuno così, ma lo ha implorato di non essere mai quella che sottomette l'altra".
Letto su internet.
Crediti all'autore.
Condivido con gratitudine e rispetto.
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Ritratti in Movimento: Pensieri in Viaggio
Come ti Sentiresti?
Immagina di esserti appena trasferit* in una nuova città, dove la lingua, le abitudini e persino i mezzi di trasporto pubblico rappresentano una sfida quotidiana. Oggi è un giorno particolarmente importante: hai un colloquio di lavoro in una compagnia di sviluppo internazionale che valuta le tue competenze linguistiche. Ansioso, cerchi di non perderti tra le linee degli autobus che stai ancora cercando di capire.
Entrando nell'autobus, biglietto alla mano, decidi di chiedere al conducente il punto esatto in cui scendere. Prima che tu possa finire la domanda, una donna dietro di te ti interrompe bruscamente. Con voce impaziente, afferma che tutti sono di fretta, stanchi, e che dovresti proseguire senza intralciare. La sua maleducazione carica l'atmosfera di tensione, e noti sguardi di disagio e disprezzo da parte di alcuni passeggeri verso di te.
Nel mentre, la donna pensa: "Ok, sono stanca e questo che si mette a chiedere informazioni ora? Ma Google Maps a cosa serve? Uno non si organizza prima di uscire di casa?"
Condivido questa storia perché questa mattina ho assistito a un episodio molto simile, che mi ha profondamente turbata. I mezzi di trasporto pubblico offrono sempre l'opportunità di osservare e raccogliere aspetti della personalità umana.
Mi piace sedermi su treni e autobus, osservare le persone intorno a me e cercare di immaginare le vite che conducono. Questi momenti alimentano la mia empatia e rafforzano la comprensione che, sebbene tutti siamo stanchi, combattendo le nostre battaglie quotidiane, la scortesia non dovrebbe mai essere la risposta. Essere spiacevoli non ci porta avanti; al contrario, ci fa regredire.
Ognuno di noi ha una propria scala di valori a cui fare riferimento nei momenti di bisogno. Nella mia scala di valori, la gentilezza e la comprensione è un esercizio, a volte raggungo il risultato, a volte non, ma continuo a provarci.
Io non so voi, ma anche se dispongo del GPS, Mpas e tante App, sono capace di perdermi; mi è capitato spesso di dover chiedere informazioni, e quando si tratta di autobus, non vi dico quante volte li ho presi sbagliati sia qua in Italia, sia all'estero.
Una volta nei miei primissimi giorni in cui dovevo prendere il treno da sola, sono scesa nella stazione sbagliata e preso il treno nella direzione sbagliata, non vi dico come mi sono sentita. Nella maggior parte dei casi, ho avuto la fortuna di trovare qualcuno che mi ha indirizzato correttamente. Cerco di essere educata, capisco che l'autista aveva poco tempo, ma la cosa strana è che l'autista non si è rifiutato di fornire l'informazione, è stata la donna ad affrettare il tutto.
Io non conoscevo la zona, non sapevo dove lui voleva andare, mi sono sentita male per lui.
🤔 E voi, come avreste reagito in una situazione simile? Credete che prendersi un momento per essere gentili possa fare la differenza? 🌍💬
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ti spiego. Io ho preso spunto dal post di una ragazza che seguo su instagram. Lei è di origine congolese e fondamentalmente condivido quello che lei ha detto sul fatto che pur rispettando le intenzioni di Ghali nel cercare una assimilazione culturale, non se ne sente rappresentata perché il suo obiettivo adesso è, invece, la ricerca di una decostruzione di questa finta identità "italiana" che ha sentito di dover portare avanti per troppo tempo: che spesso siamo indottrinati di razzismo inconsapevole e interiorizzato, ci auto-razzializziamo, non abbracciamo le nostre radici pur di assimilarci, spesso (e questo è un problema di noi donne e uomini neri, purtroppo) non conosciamo la lingua dei nostri genitori e le nostre tradizioni e che Ghali ha comunque il beneficio del white passing e che il suo messaggio del sentirsi italiani, per quanto bello, è comunque quello dominante e quello che i media accettano più facilmente. In effetti anche a me ha stonato un po', pur capendo che abbiamo tutti esigenze diverse nei nostri percorsi identitari. Spero di essere stata abbastanza chiara
Sì adesso sì, ti ringrazio! Potresti mandarmi il post? Non credo di averlo visto, anche se forse ho in mente l'attivista di cui parli! ( è che non mi ricordo come si chiami ora) Mi piacerebbe leggerlo.
Guarda, io credo che appunto la costruzione della propria identità (e, allo stesso tempo, la decostruzione di tutta una serie di dinamiche che ci sono state cucite addosso o che noi ci siamo forzati di accettare) sia un percorso molto complesso, e che ognuno di noi affronta diversamente. Cerco di capire quello che intendi e certamente non posso neanche dirti che lo trovo sbagliato perché si tratta di sentimenti e sensazioni che se tu e altri hanno, è giustissimo specificare. Posso ammettere però che faccio un attimo fatica a capire quale sia secondo te la problematicità? Perché l'esibizione, se vai a vedere, è stata studiata appositamente per dire che non esiste più (e non è mai esistito) un prototipo di italiano vero. Che ci sono milioni di persone in questa Italia che parlano altre lingue, hanno identità plurime...non mi pare che il punto sia l'assimilazione culturale forzata, anzi, era proprio la decostruzione del concetto di italianità.
L'uso della canzone di Toto Cutugno è letteralmente un gioco di ironia, oltre al fatto che è una canzone che ha spopolato in Nord Africa negli anni '80, come ha spopolato nell'Est Europa. È quella classica canzone che le mamme arabe sanno anche quando parlano poco e niente di italiano. E se posso permettermi mi pare un po' ingiusto dire che Ghali abbia il privilegio del white passing perché onestamente, guardalo in faccia, non ce l'ha. Anzi, penso sia l'artista magrebino con meno white passing tra tutti quelli che hanno fatto un minimo di carriera 😅 Poi boh per il resto ovviamente capisco si possano avere sentimenti contrastanti, ma non credo che abbia lanciato un messaggio dominante minimamente in un paese dove ancora devi buttare sangue per avere un pezzo di carta che ti riconosca italiano dopo vent'anni di vita qui. Credo anche che non tutti siamo uguali e che ogni comunità abbia esperienza di diaspora diverse. Non lo so, scusami se non riesco a rispondere meglio di così, per me è stata un'esibizione molto importante ma sto cercando di comprendere se tu la pensi diversamente 🫂
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Ehi! 😽 Lunedì pieno di cose da fare, però è andato meglio del previsto anche grazie alla lezione di musica. La tua? Soddisfatta? Hai fatto bene ad uscire e camminare un po’.
Ti capisco, non è mai facile restare in piedi e resistere, soprattutto quando sei in balia di pensieri, ansia e così via. Penso sia fondamentale circondarsi di persone vere, sincere, affidabili nel bene e nel male. Esatto, per quanto possa sembrare banale dirlo, “meglio pochi ma buoni” è vero e importante da tenere a mente, perché ormai si trova fin troppa tossicità e cattiveria. Meglio senza!
Prego, sei la benvenuta. 🤗 Mi dispiace per il periodo difficile di cui parli, cosa ti fece stare così male e interrompere la psicoterapia? Scusa per la domanda.
Brava per non aver mollato, buonanotte e sogni d’oro. 🌙🫶
Buongiorno ☀️ sì, ieri è stata una bella giornata.. sono soddisfatta 🤞🏻 spero lo sarà anche oggi
Condivido il tuo pensiero riguardo le poche ma buone amicizie 🤝🏼
Il periodo brutto di cui parlavo è iniziato a novembre quando gli attacchi di panico sono diventati quotidiani (prima erano una volta ogni tanto) con conseguente ansia, paura di uscire di casa, depressione, zero voglia di fare le cose… mi sono sentita un peso per le persone vicine a me compresa la psi, non voglio pesare e buttare il mio dolore sugli altri quindi sto male mi isolo.. mi sentivo in colpa a lamentarmi sempre con la psi e per questo ho smesso per un po’ di andarci
Come stai? Cosa farai oggi? Io sarò fuori paese fino a stasera
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