#non ce ne libereremo mai
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se i lettori-parallelepipedi continuano ad apparire, può darsi che sei nella lista di utenti suggeriti alla gente che si iscrive per la prima volta a [tumblr] ! sennò boh, apocalisse dei robottini platonici
ora sono comparsi anche delle piramidi.
prima i boot porno adesso la Revenge dei solidi, è un' apocalisse
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minchia fiorigate non ce ne libereremo mai
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minchia non ce ne libereremo mai mi sa
se il sesso allunga la vita, potrei avere le ore contate
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obv here to bother you as well! for the soptify wrapped playlist, i'll go with 4 and 21, because of the Motives of the Reasons
HELLO BESTIA INFUSED WITH THE SOUL OF RUMPELSTILTSKIN
Sadly Libby already asked for nr. 4 so you're only getting the other one 😞
Spotify wrapped is HERE! Send me a number 1-100 and I’ll tell you the song it corresponds with on my top 100 playlist!
21. Dove Si Balla - Dargen D'Amico
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PERCHÉ NON METTE DEVRIJ CRISTOOOOO
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Praticamente sono entrati dei tipi da Walid e oltre alla cbd gli hanno chiesto se vendesse erba “vera” sotto banco o altra roba illegale e Walid invece di dire loro che sono dei pazzi che già è del magreb figurati se si mette a vendere proper droga nel negozio vedrebbe solo sbarre per il resto della vita, no lui ha risposto: se mi metto a vendere erba qui la fila per prenderla arriverebbe fino in piazza a ogni ora del giorno Ci sono troppi tossici
Sono stata al mercatino dell’usato di Assago e noto con piacere che quando su una bancarella quando su un’altra c’è tra gli oggetti in vendita in bella mostra sempre un busto del nostro caro buon vecchio duce. mi chiedo se in un qualsiasi flohmarkt in germania con hitler funziona uguale.
Non ce ne libereremo mai.
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Dov’è finito lo chef Gianfranco Vissani che invitava i ristoratori alla “rivoluzione” contro il governo Conte? Qualcuno ha più notizie di Flavio Briatore, che per nove mesi ha continuato a ululare di “governo di incapaci” e “gente che non ha mai lavorato”? Che ne è stato di Carlo Taormina che denunciava il governo per “strage”? Dove sono finiti No-vax, negazionisti, gilet arancioni e camicie nere che scendevano in piazza un sabato sì e l’altro pure a manifestare contro la “dittatura sanitaria”? Che fine ha fatto Matteo Salvini che tuonava contro il “regime” di Giuseppe Conte e i Dpcm usati per spezzare le reni alla democrazia? Conte e il governo giallorosso, nel frattempo, non ci sono più, spazzati via da vecchie manovre di palazzo e nuovissima sete di potere. In compenso i morti (100.000 da inizio pandemia) continuano a crescere, i contagi aumentano, i Dpcm sono ancora lì, i ristoratori sono ancora chiusi, i commercianti continuano ad essere alla canna del gas, i vaccini a rilento e il lockdown imminente. Tutto esattamente come un mese fa. Eppure, a guardarsi in giro, ad accendere una tv a caso la sera, all’improvviso sembra che Draghi in 30 giorni abbia fermato la pandemia con la sola imposizione delle mani, bloccato i contagi, resuscitato i morti, sottoposto le chiusure a referendum, inaugurato nuovi bistrot, versato dobloni nelle casse dei negozi con il sacco di juta, le renne e il cappello rosso in testa, vaccinato personalmente anziani, insegnanti e bambini e spalancato le frontiere a mani nude. La verità è che non solo non ha fatto nulla di tutto questo, ma non avrebbe potuto fare neanche un centesimo. Nessuno avrebbe potuto farlo. La verità è che non esiste alcun governo “sadico” che si diverte ad affamare gli italiani. Esiste solo la realtà, che se ne infischia degli slogan e della demagogia da tre lire. Ma non importa. L’importante è che oggi al governo ci siano finalmente i “migliori”, nel silenzio di novelli Robespierre diventati, nel frattempo, docili scendiletto e paggetti di corte, a spartirsi i miliardi che altri hanno portato a casa. Il virus, in qualche modo, lo sconfiggeremo. Di certa politica, di questa ipocrisia, di tali personaggi, non ce ne libereremo mai. Lorenzo Tosa
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La malinconia di ciò che non è stato ci accompagnerà sempre. Non ce ne libereremo mai. Che strano, eh? Ti parlo come se tutto fosse già finito e invece non è mai iniziato niente. Cosa siamo stati io e te ? Forse un niente che è tutto.
massimo bisotti
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Presidente
Sicché Joe Biden ha vinto le elezioni. Per la prima volta dal '95, mi pare, un presidente in carica non è stato riconfermato.
Al di là del divertimento nel vedere il LM fare il tifo per il perdente, venir definito "Italian Cheerleader" e la Pesciarola dichiarare che non le interessano le elezioni americane (sì, come no!), la cosa più divertente è vedere il livore dei vari sovranisti che si attaccano ar cazzo o che blaterano di una decisione della Corte Suprema su presunti voti illegali finiti a Biden.
Fa ridere leggere Pillon che osanna Trump, pluri divorziato e protestante, e attacca Biden, sposato da anni con la stessa donna e pure cattolico. Non è meraviglioso?
Viene meno da sorridere quando leggi di Biden presunto pedofilo secondo gente che si informa su QAnon o siti spazzatura. Quello decisamente mi fa inorridire soprattutto pensando a come sarebbe nata la calunnia di Biden pedofilo. No, non c'è proprio nulla da ridere. Se poi provi a discutere con qualcuno di questi convinti della presunta pedofilia di Biden, non ti portano prove ma solo illazioni. Alla fine ti liquidano con la frase: "Ognuno crede quello che vuole".
Da un lato però questo livore fa supporre che questo candidato fosse il migliore possibile vista la situazione.
Vedere il loro livore, lo ammetto, mi fa stare bene.
Intanto in Italia aumentano i contagi e la popolarità di quella tizia che "Non ce n'è di Coviddi". Ecco, io mi sento di promuovere un appello per questa donna: non reblogatela, non condividete il suo video anche se volete prenderla in giro. Non fatelo!
A questi personaggi serve la visibilità, non dategliela. Personalmente non ho mai visto la sua intervista e men che meno vedrò il suo video o le ospitate dalla D'Urso (e me ne vanto) ma se lo fanno anche coloro che detestano il suo modo di fare non ce ne libereremo tanto presto, per cui ignoratela.
Tigrotto ha mangiato arrosticini la settimana scorsa. La novità è che li ha chiesti lui preferendoli alla pizza. Ha espressamente detto "Io vojio i crosticini".
Ho già provveduto a mettere nel suo glossario la parola "crosticini".
Ieri poi ha tenuto a farci notare che è rimasta una sola banana. A buon intenditor poche parole, si diceva una volta.
Hanno fatto una pista ciclabile sotto casa mia. In realtà, tecnicamente, hanno solo disegnato il simbolo della bici e del pedone e hanno delimitato un pezzo di marciapiede con due strisce bianche. Non credo esistano molte piste ciclabili dove è consentito passare anche ai pedoni. Spero di non essere investito da qualche ciclista anche se più che dalle bici il problema pare essere difendersi dai monopattini (e mentre pronuncio la parola monopattino sento la voce di Mario Giordano e lo vedo su un monopattino che gira per la città a urlare "Il monopattino!")
Su una fiction RAI, L'Allieva, c'è Lino Guanciale (che come nome è quantomeno più nobile di Pancetta, capito Kevin Bacon?) che è di Avezzano e da questa stagione c'è un personaggio originario di Tagliacozzo. Direi che l'Abruzzo rulez! Deve essere merito degli arrosticini. O forse il fatto che Rocco Siffredi è nato a Ortona, non saprei. Su Tagliacozzo molti fanno la battuta che basta cambiare una vocale e potrebbe diventare il paese originario di Lorena Bobbit. Se non sapete chi è cercate su Google.
Se ne è andato Gigi Proietti e la Roma ha deciso di onorarlo con la scritta "Grazie Mandrà" sulle maglie usate nella partita di ieri contro il Genoa. Nel film "Febbre da Cavallo" il protagonista, Mandrake, gioca una "tris". Ieri la Roma ha fatto 3 gol con un giocatore Armeno. Mi pare sia il primo armeno a fare una tripletta in Serie A. Non vuol dire nulla ma mi era piaciuta 'sta cosa.
Pare che Obama abbia detto in un'intervista poco prima di andarsene dalla Casa Bianca che il prossimo presidente avrebbe potuto essere nero o bianco o asiatico o indiano o un miscuglio di diverse etnie. Oggi Kamala Harris non è Presidente ma vice, è però donna ed è Indiana e afroamericana.
I razzisti non lo sanno, evidentemente, ma hanno già perso.
Sarebbe ora ne prendessimo atto anche qui in Italia dove siamo bravissimi a fare l'albero genealogico di qualche pezzo grosso della Casa Bianca (tipo la nuova First Lady) per trovargli nonni o bisnonni italiani ma facciamo fatica a dare la cittadinanza a un italiano nato da genitori africani o asiatici a meno che non sia uno sportivo, meglio se calciatore, con doti sopra la media.
È tutto per questa settimana. Occhio al colore della vostra Regione che qua cambiano tutto in un attimo.
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Sono d'accordo con la ricerca ma non con gli affari....o le cure con il conta gocce
Covid, il virologo Palù (Aifa): "Non è più una pandemia e non è un'endemia" - Il Fatto Quotidiano “Non è più una pandemia e non è neppure un’endemia”. Giorgio Palù, virologo e presidente di Aifa, è netto e in una intervista al Corriere della Sera ritiene che non ci siano più i presupposti per parlare dell’epidemia di Sar Cov 2 come è stato fatto fino a questo momento. “Smettiamo di utilizzare, da un punto di vista virologico e semantico, questo termine. Significa elevare una malattia infettiva ad emblema di urgenza sociale costante a dispetto di altre patologie più impattanti” dice lo scienziato. Leggi Anche Un vaccino universale contro l’influenza a Rna messaggero, lo studio su Science: “Forti risposte anticorpali” Ormai il virus non è più quello originale di Wuhan ed è Omicron, con le suo sotto varianti, a dominare. Ormai è oltre un anno che questa mutazione infetta e contagia e al momento non ci sono notizie di altri varianti di interesse o pericolose da segnalare. “Parliamo di un virus che in questa fase mantiene una circolazione diffusa nella popolazione di vaste aree del globo come quello di Dengue e Hiv. Non ce ne libereremo mai. Continuerà ad essere presente con picchi nella stagione invernale assieme agli altri virus respiratori”. La mutazione attuale non porta più l’infezione fino ai polmoni, ma i morti continuano e sono sempre tanti soprattutto nella fascia più anziana della popolazione e tra i fragili. “La sua letalità su stima globale è ora dello 0,045% rispetto all’1-2% di quando ha esordito nel nostro Paese. Quindi meno letale dell’influenza che questa settimana, assieme ad altre infezioni respiratorie, ha un’incidenza 5 volte superiore al Covid-19, colpisce 16 adulti e 56-60 bambini sotto i 5 anni ogni mille abitanti. Su 100 casi, circa la metà sono dovuti al ceppo influenzale di tipo A, il 10% a Sars Cov 2 e il 30-40% ad altri virus stagionali”. Resta comunque importantissima la vaccinazione: “Continua ad essere fondamentale per proteggere le categorie a rischio, se non ci fosse stata non saremmo qui a parlarne. È dimostrato che il vaccino se non difende in modo completo dall’infezione, è uno scudo all’80-90% contro la malattia grave. Gli over 60 e i fragili devono fare la quarta dose, gli immunodepressi anche la quinta. Ricordo che ci sono ancora 6-7 milioni di italiani non vaccinati”. Sostieni ilfattoquotidiano.it: portiamo avanti insieme le battaglie in cui crediamo! Sostenere ilfattoquotidiano.it significa permetterci di continuare a pubblicare un giornale online ricco di notizie e approfondimenti. Ma anche essere parte attiva di una comunità con idee, testimonianze e partecipazione. Sostienici ora. Grazie Sostienici ora CoronavirusVaccino Covid Articolo Precedente I due esopianeti che potrebbero essere per lo più fatti d’acqua. La scoperta dell’Università di Montreal
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FRASARIO DI MARIA
Non sempre tutto .. va come vorremmo, ma l’importante è ... continuate a credere .... che prima o poi qualcosa di bello la vita lo riserverà anche a noi ..... 🌙 buonanotte 💋 #credereneisogni
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"Se qualcosa non ti piace, cambiala. Se non puoi cambiarla, cambia il tuo atteggiamento. Non lamentarti.“ ✌🏻 #faiciochetirendefelice
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#guardaaldilàdelleapparenze
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La malinconia di ciò che non è stato ci accompagnerà sempre. Non ce ne libereremo mai. Che strano, eh? Ti parlo come se tutto fosse già finito e invece non è mai iniziato niente. Cosa siamo stati io e te? Forse un niente che è tutto. #frasitop
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#pensierolibero
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La malinconia di ciò che non è stato ci accompagnerà sempre. Non ce ne libereremo mai. Ti parlo come se tutto fosse già finito e invece non è mai iniziato niente. Cosa siamo stati io e te? Forse un niente che è tutto.
Massimo Bisotti
#massimo bisotti#un anno per un giorno#frasi massimo bisotti#citazioni massimo bisotti#frasi bisotti#citazioni bisotti#frasi libri#citazioni libri#frasi malinconiche#frasi nostalgia#frasi d'amore#citazioni d'amore#frasi amore#frasi amore finito#frasi amore a distanza#amore non corrisposto#frasi amicizia#frasi tristi#frasi tristezza#frasi sorriso#frasi sigarette#frasi rap#frasi tumblr#tumblr italia#frasi coez#frasi gemitaiz#frasi fedez#frasi mostro#frasi ghali#frasi briga
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La malinconia di ciò che non è stato ci accompagnerà sempre. Non ce ne libereremo mai. Che strano, eh? Ti parlo come se tutto fosse già finito e invece non è mai iniziato niente. Cosa siamo stati io e te? Forse un niente che è tutto.
Massimo Bisotti, un anno per un giorno
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6 lug 2020 11:50 TUTTO QUELLO CHE AVRESTE VOLUTO SAPERE SUL VIRUS, CHIESTO DA BECCHI AL MITICO VIROLOGO TARRO: LE IPOTESI DI 'CREAZIONE' IN LABORATORIO, LA VALIDITÀ DEL VACCINO, LA VIOLENZA DELLA SECONDA ONDATA, L'IMMUNITÀ DEI GREGGE, IL LOCKDOWN ESAGERATO, LE MASCHERINE ALL'APERTO, GLI EFFETTI DELL'INQUINAMENTO, IL SISTEMA IMMUNITARIO
Paolo Becchi per ''Libero Quotidiano''
Giulio Tarro, nato a Messina il 9 luglio 1938, si è laureato con lode in Medicina e Chirurgia all' Università di Napoli nel 1962. Già professore di Virologia Oncologica dell' Università di Napoli, primario emerito dell' Ospedale "D. Cotugno", è stato "figlio scientifico" di Albert B. Sabin. Per primi hanno studiato l' associazione dei virus con alcuni tumori dell' uomo presso l' Università di Cincinnati, Ohio. Tarro ha scoperto la causa del cosiddetto "male oscuro di Napoli", isolando il virus respiratorio sinciziale nei bambini affetti da bronchiolite. In questa intervista Giulio Tarro risponde in modo molto articolato sull' emergenza Covid19.
Cos' è il Covid19? Creato in laboratorio, come dichiarato da Luc Montagnier, oppure naturale? Epidemia o endemia ci spieghi le differenze?
«Nel 2002- 2003 c' è stata la Sars; poco dopo, c' è stata una malattia pressoché identica, la Mers, in Medio-oriente, proveniente dai cammelli; oggi c' è il Covid19, una forma di polmonite atipica. Tutto inizia il 31 dicembre 2019, quando viene comunicato dalle autorità cinesi all' Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) un focolaio epidemico di polmonite in corso di diffusione nella città di Wuhan (11 milioni di abitanti). Il 7 gennaio 2020 gli studiosi cinesi sono in grado di identificare un nuovo coronavirus (2019-nCoV) come causa dell' epidemia.
Dopo tre settimane dalla prima comunicazione all' OMS viene confermata la trasmissione interumana del virus. Nel giro di poche settimane vengono rilevati nuovi casi in nazioni diverse, in tutto il mondo e in tutti i continenti. Il 16 gennaio, i ricercatori del Centro tedesco di Ricerca infettiva di Berlino sviluppano una nuova metodica di laboratorio per diagnosticare il nuovo coronavirus, e l' OMS ne pubblica le linee guida. Il 28 gennaio, i ricercatori del laboratorio di identificazione virale dell' Istituto australiano per l' infezione e l' immunità "Peter Doherty" di Melbourne dichiarano di aver cresciuto il nuovo virus in colture di tessuto dopo il suo isolamento dalla prima persona da loro diagnosticata con questa nuova infezione. Anche questa ricerca viene condivisa con l' OMS. L' epidemia a febbraio inizia a diffondersi rapidamente.
L' 11 marzo 2020, l' OMS dichiara la COVID-19 pandemia, in quanto l' epidemia è diffusa in vastissimi territori e continenti. Per la Sars, la Mers e il Covid19 c' è sempre stato un intermediario, ossia un' animale. Nel caso del Covid19 pare sia stato un pipistrello. È noto a tutti ormai che questa sindrome è cominciata dal mercato del pesce di Wuhan. Ma c' è anche un' altra possibilità, come rilevato da alcuni miei illustri colleghi, ossia che questo virus provenga dal laboratorio di Wuhan.
Non c' è nessuna evidenza scientifica per cui possiamo affermare che il virus sia stato creato in laboratorio. Numerosi ricercatori sono andati a predire le sequenze genetiche del Covid19 evidenziando una percentuale di differenza dal virus del pipistrello ma ciò probabilmente è dovuto al fatto che ci sono stati vari passaggi con un animale intermedio come il pangolino, non perché sia stato modificato artificialmente. Quindi io escludo l' origine artificiale. Tuttavia, non è impossibile che un ricercatore o un tecnico possa portare fuori, ovviamente si presume inconsciamente, un virus dal laboratorio».
Si cura il Covid19?
«Senz' altro il virus si può combattere, anche nei casi più gravi, con i diversi antivirali utilizzati ad oggi, c' è addirittura un antimalarico che va per la maggiore. Per i casi più clinici la risposta più efficace si trova negli anticorpi: gli anticorpi dei guariti per quelli che sono malati in fase critica, prima di passare al ventilatore».
SIEROTERAPIA
Ci parli della sieroterapia.
«Ha senso concentrarsi su questa terapia perché abbiamo già a nostra disposizione gli anticorpi dei guariti che possiamo ricavare con la plasmaferesi, una tecnica di separazione del sangue che viene usata per diversi scopi. La cura con il plasma dei pazienti guariti da Covid19 si sta sperimentando in tutto il mondo. È una terapia, dimostrata con lavori scientifici pubblicati, che consiste in 200 ml di plasma i quali in 48 ore azzerano il virus.
Non sono notizie campate in aria, ma pubblicate su giornali scientifici. Prassi utilizzate in particolare dai cinesi che hanno avuto un' esperienza recentissima e che si usavano già nelle esperienze con la Mers e in altri Paesi, come Germania, Stati Uniti, Israele. In Italia si stanno ottenendo dei risultati positivi. Voglio ricordare che non ci troviamo di fronte a una terapia sperimentale da dover studiare. È una pratica conosciuta da secoli, utilizzata anche da Pasteur nell' Ottocento: si sono sempre prelevate le gammaglobuline dai guariti per curare i malati.
La trasfusione di plasma è stata utilizzata con successo nelle altre due epidemie da coronavirus, la Sars del 2002 e la Mers del 2012, - riuscendole rapidamente a circoscrivere - immettendo il plasma in uno stadio preciso della malattia; e cioè quando già si evidenzia una scarsa ossigenazione e il paziente è sottoposto a ventilazione assistita con casco C-pap, ma non è ancora intubato. È una terapia che, come molte, presenta rischi ma, francamente, non si capisce proprio perché l' Oms - che ne aveva confinato l' utilizzo "solo nel caso di malattie gravi per cui non ci sia un trattamento farmacologico efficace" - non ne abbia suggerito, almeno, la sperimentazione durante questa emergenza Covid19. Le posso dire che oltre alla sieroterapia, anche l' antimalarico sta dando ottimi risultati».
Il mondo è alla ricerca spasmodica di un vaccino. È una soluzione?
«Nell' affrontare le epidemie servono due cose: competenza e ordine, soprattutto nelle vaccinazioni. La soluzione non sarà il vaccino anche perché in questo momento non ce l' abbiamo. Per un vaccino efficace e "privo di rischi" ci vogliono "almeno diciotto mesi" e non è detto che in questo caso funzioni perché non esiste un solo Covid19. Un virus può mutare in appena cinque giorni. Sulla sostanziale differenza del virus presente qui da noi con quello di Wuhan, già a fine febbraio c' era uno studio, riportato anche nella dichiarazione del dottor D' Anna, che evidenziava come ben cinque nucleotidi del ceppo padano risultassero differenti rispetto al ceppo cinese di Wuhan. Il vaccino, per principio, è un metodo di prevenzione.
Quello contro l' Aids lo aspettiamo da 30 anni e non siamo riusciti a trovarlo. Siamo in presenza di un virus estremamente mutevole. Esistono più versioni del virus ed è per questo motivo che non può esserci un vaccino in grado, come nell' influenza, di metterci al riparo completamente. Difatti, se il virus ha come sembra più varianti, sarà complicato avere un vaccino che funzioni in modo efficace, esattamente come avviene per i vaccini antinfluenzali che non coprono tutto».
Il virus sta realmente perdendo virulenza? Quando ce ne libereremo?
«Il Covid19, più che perdere virulenza, si comporta come i virus influenzali che dapprima si espandono con l' epidemia, poi dopo che la popolazione sviluppa gli anticorpi e si immunizza, il virus non può più circolare. Questo vale in linea di principio per tutti i virus naturali. Ritengo che in estate, quasi sicuramente, saremo abbastanza immunizzati. Col caldo tutto dovrebbe tornare alla normalità.
Nella stagione successiva, se dovesse ripresentarsi, il virus potrebbe attaccare solo quei pochi che non hanno ancora sviluppato gli anticorpi. Secondo uno studio inglese, più del 60% degli italiani è stato contagiato ed ha sviluppato gli anticorpi. Per il prossimo autunno noi saremo, in larghissima parte, naturalmente immunizzati. A mio avviso, il Covid19 potrebbe sparire completamente come la prima SARS, oppure ricomparire come la Mers, ma in maniera localizzata o cosa più probabile diventare stagionale come l' aviaria. Per questo serve una cura più che un vaccino».
Come mai un virus appartenente alla famiglia dei coronavirus ha generato così tanti problemi. Ritiene realmente che ci sia un collegamento tra le vaccinazioni antinfluenzali e la pandemia?
«Per rispondere a questa domanda sono necessarie delle premesse e delle argomentazioni, partendo da alcuni numeri, tra l' altro al centro di alcune ricostruzioni giornalistiche negli scorsi mesi e motivo di discredito nei miei confronti e di alcune mie dichiarazioni, fondate e non campate in aria. Esiste un famoso lavoro dell' esercito americano che indica l' aumento del rischio di contrarre il coronavirus del 36% nei soggetti che hanno effettuato il vaccino antinfluenzale. Interessante è anche uno studio della scuola olandese, pubblicato nel 2008, su un' epidemia da pneumococco e da meningococco attivata dal virus dell' influenza e dal virus respiratorio sinciziale.
A Bergamo, il vero epicentro dell' emergenza come sottolineato da più parti, dove si è verificato qualcosa di ingestibile e che francamente ha stupito anche me, che mi trovo a lavorare con epidemie da decenni, c' è stata una richiesta di ben 185mila dosi di antinfluenzale. In concomitanza c' è stata un' endemia da meningococco per cui sono state richieste 34mila dosi. Tutti questi eventi sono sicuramente importanti, specialmente se messi a confronto con quello studio sull' esercito americano e quello olandese sul virus respiratorio sinciziale».
PIANURA PADANA
L' inquinamento, oltre che le temperature, come da Lei già sottolineato, influiscono sul virus?
«Ci sono sicuramente delle relazioni e a ciò aggiungerei una cosa forse sottovalutata da molti. Il fatto che i focolai di coronavirus italiano siano nella Pianura Padana, principalmente in Lombardia e Veneto, potrebbe dipendere da fattori ecologici, come alcuni tipi di concime industriale. Questi potrebbero aver alterato l' ecosistema vegetale e, quindi, animale nel quale uno dei tanti coronavirus normalmente in circolazione può aver avuto una inaspettata evoluzione».
Pensa che si possa incolpare la Cina di quello che è successo?
«Il discorso è molto più complesso. È facile voler trovare un responsabile, è tipico dell' uomo. Mi sono già espresso in merito all' origine naturale del virus ed eviterei di trasformare la Cina in un capro espiatorio, per giustificare inefficienze che sistemi sanitari all' avanguardia non dovrebbero avere. È necessaria un' argomentazione.
Sulla diffusione del Sars-Cov 2, conta la zoologia correlata a una certa latitudine geografica. I virus influenzali hanno origine o da alcuni animali volatili o da alcuni animali acquatici. In primis i pipistrelli: è stato calcolato che nell' intestino di un pipistrello della Cina meridionale si celino almeno 50 tipi di coronavirus diversi. E, considerando che il pipistrello ha anche una grande importanza alimentare nel Paese, non ci si può certo stupire che il 3% degli agricoltori di tutta la Cina risulti positivo ai coronavirus: nella stragrande maggioranza dei casi fortunatamente si tratta di forme benigne. Coronavirus e Sars sono due parenti stretti, in quanto fanno parte della stessa famiglia e hanno la stessa derivazione animale.
La "prima" Sars però, in rapporto a quello che fu il suo livello di diffusione, probabilmente può considerarsi anche più temibile: durata sei mesi, in Cina colpì 8mila persone e ne uccise 774, giungendo così a un tasso di mortalità totale del 10%. Il Covid19 invece, pur con un' estensione epidemica maggiore (in Cina è stata colpita una popolazione di circa 81mila persone), a circa quattro mesi dall' inizio dell' epidemia ancora non supera il 3-4% di mortalità.
Le vittime accertate finora infatti sono qualcosa in più di 4mila. In Italia l' indice di mortalità non è da sottovalutare, tuttavia bisogna tener conto che riguarda pur sempre i contagiati ospedalizzati, che sono meno dei contagiati asintomatici o che non hanno bisogno di cure ospedaliere. Un virus che crea qualche grattacapo: richiede una larga e pronta disponibilità di postazioni per la terapia intensiva e in un certo senso inchioda alle loro responsabilità pregresse coloro che hanno gestito la Sanità pubblica nel passato, autorizzando tagli senza criterio.
Tuttavia, anche i trattamenti d' emergenza riguardano uno spicchio molto ridotto della popolazione, e cioè il 4,7%. Con l' ebola chiaramente non ci sarebbero paragoni».
L' Italia come ha gestito l' emergenza?
«Ritengo che siano state decise misure con una tempistica poco felice: varate in ritardo sull' effettiva convenienza ma al momento giusto, se vogliamo dire così, per aumentare stress e panico. Stress e panico di cui qualcuno sicuramente dovrà pagare il conto.
È acclarato che in Italia il virus circolava probabilmente già da moltissimo tempo. In Lombardia è scoppiata una "bomba atomica", tutto in un lasso di tempo troppo breve a fronte della capacità del Sistema Sanitario.
L' Italia ha chiuso i voli diretti con la Cina, senza controllare gli arrivi indiretti attraverso gli scali e quindi è stato possibile aggirare il divieto. A tutto questo si aggiunge lo sfascio del nostro Sistema Sanitario Nazionale: dal 1997 al 2015 sono stati ridotti del 51% i posti letto delle terapie intensive. A gennaio quando si è saputo dell' epidemia in Cina, l' Italia non ha fatto nulla. La Francia - che non aveva nel tempo ridotto le terapie intensive - a inizio anno si è preparata e le ha raddoppiate. Noi no, siamo arrivati tardi. Sarebbe stato opportuno per esempio pensare per tempo a un raddoppio dei reparti di terapia intensiva. A ciò si deve aggiungere l' esistenza dei tuttologi, ma soprattutto le tante, troppe, divisioni nell' ambiente scientifico, a tratti perfino pretestuose».
Il "lockdown" era l' unica soluzione? L' immunità di gregge, inizialmente auspicata dal Regno Unito si è rilevata un fallimento: lo stesso Boris Johnson si è ammalato e ha cambiato rapidamente strategia.
«Su questo si è fatta molta confusione. Inizio col dire che io sarei stato favorevole alla ricetta utilizzata in Israele e quindi alla protezione degli anziani, lasciandolo però circolare tra i più giovani, che hanno maggiori difese immunitarie verso questo virus. Al riguardo possiamo fare un confronto con la madre di tutte le pandemie, la Spagnola. La Spagnola, al contrario del Covid19, era un virus influenzale che arrivava in un periodo, quello della Prima Guerra Mondiale, di per sé già drammatico - con persone denutrite e in condizioni di igiene e salute molto precarie - che nella seconda ondata, colpì soprattutto i giovani e risparmiò in gran parte gli anziani, già immunizzati perché avevano maturato gli anticorpi di virus precedenti. Il Covid19, al contrario, è un virus che è meno aggressivo sui giovani e sui bambini. I casi di polmoniti interstiziali e trombo-embolici polmonari registrati sono soprattutto su soggetti anziani e con patologie pregresse. Sarebbe stato auspicabile parlare di immunità di gregge partendo dai giovani.
L' immunità di gregge è quella che normalmente si cerca di ottenere con una vaccinazione verso un determinato agente che può essere un virus o un batterio. Attraverso questa si riesce ad ottenere il 95% della risposta immunologica delle varie persone, per questo si parla di "gregge". Il che vuol dire arrivare ad un numero che ci rende abbastanza tranquilli sul fatto che quell' agente non circolerà più, perché troverà gente vaccinata e quindi verrà bloccato. Inizialmente, il primo ministro inglese ne parlò, poi ha cambiato idea, essendo egli stesso protagonista del contagio.
In merito al lockdown dico semplicemente che a mio avviso non ha senso, quantomeno non più e sarebbe insensato riproporlo nuovamente, come più volte si minaccia di fare. Il virus, così come tutti i virus, prolifera in spazi chiusi. Il sole e il mare sono gli antivirali per eccellenza. La stagione estiva e la salsedine sono ottimi alleati. Ad ogni modo consiglio a tutti di stare all' aperto.
Aiuterà a curare anche le ferite dell' anima provocate dal lockdown»
Possiamo riaprire e se sì come?
«Sì che possiamo riaprire tutto, sarebbe sciocco fare diversamente. Io riaprirei i teatri, i cinema, gli stadi, insomma tutto. Il buon senso nell' affrontare la vita rappresenta già un' ottima precauzione contro il virus, o meglio contro i virus e batteri con cui quotidianamente veniamo a contatto. Hanno già riaperto tutti, non capisco perché noi in Italia non lo facciamo. Bisogna riaprire, certo con intelligenza e buon senso, ma non possiamo morire di fame o sviluppare malattie mentali per questo motivo».
TROPPE ESAGERAZIONI
Cosa pensa dei protocolli e del distanziamento?
«Trovo esagerato il tutto. Le malattie infettive si sono, da sempre, combattute con l' isolamento dei "soli" soggetti infetti. Nell' affrontare il Covid19 si sono isolate, in teoria, milioni di persone non isolando de facto i soggetti infetti. Il sistema di monitoraggio si è rilevato molto poco efficiente. Le abitazioni, gli ospedali ma soprattutto le RSA si sono rilevati ambienti assai confortevoli per il virus. A mio avviso si è fatto il contrario di quello che andava realmente fatto».
Il calcio e lo sport un rischio?
«Ritengo che pur con le debite distanze da rispettare sempre, almeno in questa fase inziale, si potrebbe tornare allo stadio già da domani. Idem per cinema, teatri, concerti e persino per le manifestazioni».
Sono veramente utili le mascherine e i guanti?
«Penso che ci siano tutte le condizioni per non indossare le mascherine all' aperto. Meno che mai sono consigliabili per un anziano che con queste temperature potrebbe subire aumenti pericolosi dell' anidride carbonica».
È concreto il rischio di una seconda ondata?
«Il Sars-CoV2 fa parte della popolazione virale dei coronavirus. E come tale si comporta, con un inizio ed una fine. Queste persone che fanno previsioni anche sull' ipotesi di una seconda ondata, sono le stesse che dicevano che in Germania, dopo appena due giorni dall' inizio della fase 2, il valore R0 era di nuovo salito a 1. Cosa non vera, perché due giorni non bastano per osservare un incremento del valore di riproducibilità virale di cui stiamo parlando.
Il valore R0 in Germania è salito a 1,1? Sì, quindi un infettato può contagiare un' altra persona in caso vi siano stati contatti fra i due. Oppure se l' infettato ha avuto contatti con più persone, può averle contagiate tutte. Questo valore R0 però ha una validità sensibile nel momento in cui la fase epidemica è al massimo della sua diffusione, non ora. Quando ci si trova in un momento di decrescita, come in Italia o in Germania, le cose non vanno più considerate in modo così grave e pessimistico. Quindi non credo che una seconda ondata ci sarà. O presumibilmente, se ci dovesse essere, troverebbe molta parte della popolazione già immunizzata».
Di numeri se ne sono dati tanti: può spiegarceli? Alta mortalità?
«L' alta mortalità è dovuta non certo a un virus più cattivo, ma alla sottostima del numero dei contagiati, soprattutto nel Nord Italia. In Italia, i contagiati da Covid19 non sono quelli conteggiati dalla Protezione civile, basandosi solo sui pochi tamponi diagnostici effettuati dalle Regioni. Assolutamente no. Le stime più attendibili prospettano, al pari delle periodiche epidemie influenzali dai sei ai dieci milioni di contagiati da Covid19, solo in Italia.
A questo dato sicuramente non marginale, se ne deve aggiungere un altro. Credo e lo dico convintamente, che vi sia un' eccessiva enfasi nella divulgazione dei numeri. In base ai dati dell' Istituto Superiore di Sanità di cartelle cliniche relative ad esami autoptici eseguiti su presunte vittime da Covid19 abbiamo che in 909 casi solo 19 sono da attribuirsi come causa diretta e reale al Sars-CoV2. Sottolineo che col tempo, rispetto alle analisi iniziali, dove vi era un' attenta analisi delle cartelle cliniche dei pazienti, si è forse fatto confusione tra persone con coronavirus e persone morte di coronavirus».
A proposito di esami autoptici: le cremazioni che sono state effettuate per rispettare un' apposita ordinanza del Ministro della salute erano indispensabili?
«La vicenda autopsie, per altro molto ridotta nell' epidemia cinese a Wuhan, è stata inizialmente molto importante per i casi italiani. Infatti ha dimostrato che la mortalità non avveniva per la polmonite interstiziale, ma soprattutto per un meccanismo trombo embolico dei piccoli vasi di diversi organi vitali e pertanto l' importanza, ovvia per un pronto soccorso o letti in reparti di terapia intensiva, di utilizzare l' eparina ed il cortisone. Il "consiglio" del Ministero della Salute a non effettuare autopsie non poteva certo riferirsi ad un rischio di contagio per un virus che non sarebbe sopravvissuto su cellule non più viventi, ma ha permesso poi con l' eccessivo uso della cremazione di togliere quella che è sempre stata la base di una diagnosi anatomopatologica in grado di distinguere una morte da epatite virale in confronto ad una epatite da blocco di calcolo del coledoco non diagnosticato, questo vale ovviamente in particolare per le morti da tromboembolia dei piccoli vasi degli organi vitali, che non venivano salvati dalla somministrazione di ossigeno».
Sistema immunitario, controllo dello stress e vitamine. Sono alleati preziosi?
«Sicuramente e mi faccia dare un consiglio "prezioso": noi dobbiamo staccare la spina ad una "informazione" ansiogena e ipocritamente intrisa di appelli a "non farsi prendere dal panico". Bisogna considerare che oltre il 99% delle persone che vengono contagiate dalla malattia guariscono ed i loro anticorpi neutralizzano il virus e possono pertanto essere utilizzati per i contagiati più gravi. Come prevenzione si suggerisce quanto già conosciamo per il raffreddore e l' influenza: frequente ed approfondito lavaggio delle mani e del viso, coprirsi con il gomito da tosse e starnuti, stare a casa se ammalati, richiedendo l' immediato intervento sanitario se intervengono difficoltà respiratorie. Le vitamine sono alleate preziose, non solo per combattere il Coronavirus. La vitamina C potenzia il sistema immunitario e non deve mancare».
La sua posizione sulle vaccinazioni è controversa. Dicono sia un "No Vax", è vero?
«Nella vita io ho studiato per cercare vaccini, quindi declino fermamente questo appellativo. Tuttavia, l' obbligo vaccinale di massa non ha alcun senso ed è a mio avviso controproducente. È chiaro che la vaccinazione, in generale, è un fatto positivo per la salute delle popolazioni ma bisognerebbe fare un' anamnesi di ogni caso, capire quale è la storia di ogni paziente.
Noi siamo invece al cospetto di campagne di massa e di medici che per principio dicono che i vaccini non hanno effetti collaterali. Ma è assurdo. Il vaccino è di per sé un farmaco e può avere effetti collaterali, anche gravi».
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La malinconia di ciò che non è stato ci accompagnerà sempre. Non ce ne libereremo mai. Che strano, eh? Ti parlo come se tutto fosse già finito e invece non è mai iniziato niente. Cosa siamo stati io e te ? Forse un niente che è tutto.
Massimo bisotti, Un anno per un giorno.
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Se ne parla già da un po’ del turismo lento, una particolare forma di viaggio che come regola di base ha quella di farci prendere il nostro tempo personale. Si è cominciato a nominarlo in epoche in cui non avremmo mai pensato di ritrovarci isolati come siamo ora. Ma come si suol dire, “nulla accade per caso” e forse questa maniera di esplorazione potrebbe davvero portare dei benefici al nostro Paese. Il turismo cambierà e con lui le modalità, gli interessi e le aspettative, per un periodo che, al momento, non possiamo definire. Possiamo tentare delle previsioni su quando si ricomincerà a viaggiare, ma nei fatti non ci è ancora dato saperlo. Quello che però abbiamo appreso da questa esperienza è che qualcosa dovrà mutare e il turismo lento sembra proprio fare al caso nostro. Infatti, questo ci consentirà di regalarci un viaggio diverso, basato sulla ricerca di uno scopo e che si pone come obiettivo primario la scoperta del territorio, delle relazioni umane e anche un po’ di se stessi. Il tutto sulla base di una conoscenza reale dell’ambiente e appresa in forma intelligente e sostenibile, vivendo in modo estremamente profondo l’esperienza del viaggio e gustandosi, passo dopo passo, la lentezza del movimento. Avremo modo non solo di esplorare i luoghi, ma di viverli nel vero senso della parola. Creeremo connessioni intime con la terra e di queste faremo tesoro giorno dopo giorno. Ciò ci consentirà di conoscere meglio anche le miriadi di sfaccettature culturali che esistono nel nostro Paese e trarne fondamentali insegnamenti. Ma quelli che vi abbiamo accennato sono solo alcuni dei vari vantaggi che potrebbe portare questo profondo modo di viaggiare. Ci sono anche altri e ora ve li spieghiamo uno ad uno: Saremo in prima linea (con meno aerei) per un turismo ecologico, rigenerando l’aria del nostro Paese e rendendo tutto ancor più vivibile; Riscopriremo il bello più segreto dell’Italia, grazie all’esplorazione di località che abbiamo sempre posticipato; Impareremo ad apprezzare la natura incontaminata e a renderci conto che con poche accortezze potremmo salvarla; Vivremo esperienze autentiche grazie alla facilità di dialogo e imparando molte cose in più sulle nostre origini; Diventeremo più predisposti ai 5 sensi: vista, udito, gusto, olfatto, tatto e saremo molto più aperti a ricevere stimoli; Ci libereremo, almeno in viaggio, delle preoccupazioni assimilando come vivere con calma; Ci sentiremo liberi sottoponendo il nostro pensiero a pochi impedimenti; Impareremo ad essere più tolleranti con noi stessi e con le persone che vivono al di fuori dei nostri confini regionali; anzi, cominceremo ad apprezzarle per davvero e a tralasciare gli stereotipi; Come facciamo in altri Paesi del mondo, anche qui ci lasceremo andare a tradizioni e peculiarità, senza sentirci imbranati, fuori luogo e a giudicare (anche un minimo) un certo modo di vivere; Scopriremo che i limiti e i pregiudizi che abbiamo ce li siamo imposti; Vivremo il nostro presente senza soffrire, almeno in parte, le eventuali limitazioni di viaggio. Per ultimo, ma non per importanza, faremo tesoro di tutte queste lezioni dettate dal turismo lento. E quando sarà il momento in cui tutti potremo ritornare ad andare in giro per il mondo, parleremo in maniera più consapevole, rispettosa ed efficace del nostro paese. Invitando e convincendo gli stranieri a venirci a trovare, nell’attenzione più prudente di un territorio unico. Fonte: iStock https://ift.tt/3elmPd4 Turismo lento: tutti i benefici e perché potrebbe essere una buona risorsa per l’Italia Se ne parla già da un po’ del turismo lento, una particolare forma di viaggio che come regola di base ha quella di farci prendere il nostro tempo personale. Si è cominciato a nominarlo in epoche in cui non avremmo mai pensato di ritrovarci isolati come siamo ora. Ma come si suol dire, “nulla accade per caso” e forse questa maniera di esplorazione potrebbe davvero portare dei benefici al nostro Paese. Il turismo cambierà e con lui le modalità, gli interessi e le aspettative, per un periodo che, al momento, non possiamo definire. Possiamo tentare delle previsioni su quando si ricomincerà a viaggiare, ma nei fatti non ci è ancora dato saperlo. Quello che però abbiamo appreso da questa esperienza è che qualcosa dovrà mutare e il turismo lento sembra proprio fare al caso nostro. Infatti, questo ci consentirà di regalarci un viaggio diverso, basato sulla ricerca di uno scopo e che si pone come obiettivo primario la scoperta del territorio, delle relazioni umane e anche un po’ di se stessi. Il tutto sulla base di una conoscenza reale dell’ambiente e appresa in forma intelligente e sostenibile, vivendo in modo estremamente profondo l’esperienza del viaggio e gustandosi, passo dopo passo, la lentezza del movimento. Avremo modo non solo di esplorare i luoghi, ma di viverli nel vero senso della parola. Creeremo connessioni intime con la terra e di queste faremo tesoro giorno dopo giorno. Ciò ci consentirà di conoscere meglio anche le miriadi di sfaccettature culturali che esistono nel nostro Paese e trarne fondamentali insegnamenti. Ma quelli che vi abbiamo accennato sono solo alcuni dei vari vantaggi che potrebbe portare questo profondo modo di viaggiare. Ci sono anche altri e ora ve li spieghiamo uno ad uno: Saremo in prima linea (con meno aerei) per un turismo ecologico, rigenerando l’aria del nostro Paese e rendendo tutto ancor più vivibile; Riscopriremo il bello più segreto dell’Italia, grazie all’esplorazione di località che abbiamo sempre posticipato; Impareremo ad apprezzare la natura incontaminata e a renderci conto che con poche accortezze potremmo salvarla; Vivremo esperienze autentiche grazie alla facilità di dialogo e imparando molte cose in più sulle nostre origini; Diventeremo più predisposti ai 5 sensi: vista, udito, gusto, olfatto, tatto e saremo molto più aperti a ricevere stimoli; Ci libereremo, almeno in viaggio, delle preoccupazioni assimilando come vivere con calma; Ci sentiremo liberi sottoponendo il nostro pensiero a pochi impedimenti; Impareremo ad essere più tolleranti con noi stessi e con le persone che vivono al di fuori dei nostri confini regionali; anzi, cominceremo ad apprezzarle per davvero e a tralasciare gli stereotipi; Come facciamo in altri Paesi del mondo, anche qui ci lasceremo andare a tradizioni e peculiarità, senza sentirci imbranati, fuori luogo e a giudicare (anche un minimo) un certo modo di vivere; Scopriremo che i limiti e i pregiudizi che abbiamo ce li siamo imposti; Vivremo il nostro presente senza soffrire, almeno in parte, le eventuali limitazioni di viaggio. Per ultimo, ma non per importanza, faremo tesoro di tutte queste lezioni dettate dal turismo lento. E quando sarà il momento in cui tutti potremo ritornare ad andare in giro per il mondo, parleremo in maniera più consapevole, rispettosa ed efficace del nostro paese. Invitando e convincendo gli stranieri a venirci a trovare, nell’attenzione più prudente di un territorio unico. Fonte: iStock Il turismo lento potrebbe essere una vera e propria risorsa per l’Italia post quarantena. Qui vi spieghiamo tutti i motivi e i vantaggi possibili.
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