#mostriciattolo rosa
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Voglio tenere traccia di un momento di oggi in cui ho pianto sì ma per il troppo ridere e a pensarci è stata una scemenza ma sono così felice di aver riso così tanto spontaneamente, quelle sono le lacrime che vorrei scendessero più spesso sul mio viso, ritrovarmi a dover slacciare la cintura per poter piegarmi in due dalle risate e non riuscire a parlare in maniera comprensibile perché mi manca il fiato per il ridere.
In pratica: stavamo in un parcheggio io e mamma in auto e pochi istanti prima stavamo giocando a voce sull'indovinare attraverso una serie di indizi un determinato cartone Disney, l'ultimo che avevo provato a far indovinare è il mio preferito ovvero "Il pianeta del tesoro" ma lei non l'ha riconosciuto, l'ha scambiato con un cartone non Disney che non c'entrava nulla e neanche dicendole il titolo aveva capito di che si trattasse. Tra gli indizi che avevo detto c'era anche un cyborg, un ragno cattivo cattivo, Jim, dei mostri, un equipaggio e poi un mostriciattolo rosa muta-forma, Morph.
Ora tornando all'inizio del racconto: giriamo l'angolo per entrare nel parcheggio quando io esclamo: «Essé il mostriciattolo!» un adesivo attaccato al vetro del finestrino della prima macchina parcheggiata, mamma si spaventa perché ho detto questa frase così d'improvviso e ad alta voce e non guarda che davanti a lei un furgoncino sta facendo manovre per uscire e ci stava per venire addosso! Io sgancio un piccolo urlo e lei mi sgrida «Ecco che succede se mi distrai alla guida per un mostriciattolo!» e io inizio a ridere come una matta cercando di dire questa frase: «Quindi ha fatto un incidente per colpa di un mostriciattolo rosa?» immaginando un possibile vigile che cerca di ricostruire la dinamica dell'incidente (che per fortuna non è avvenuto) 🤣
#pensieri per la testa#persa tra i miei pensieri#fotografia#foto#scatto fotografico#the treasure planet#il pianeta del tesoro#Disney#disneyana#ridere#risate#ridarella#piangere per il ridere#adesivo#dinamica#distrazione#gioco Disney#indizi#cartone Disney#cartone#indovinello#indovinare#morph#mostriciattolo rosa#jim hawkins
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Come colorare Pinky Stewie | Disegni Garten of Banban da colorare | Disegnidacoloraremondo
Impara a colorare Pinky Stewie, il nuovo personaggio di Garten of Banban! In questo video, ti mostro passo dopo passo come dare vita a questo simpatico mostriciattolo rosa. Perfetto per bambini e appassionati di Garten of Banban! #gartenofbanban #pinkystewie #disegnidacolorare #disegnoperbambini #bambini #colori #tutorialdisegno #comecolorare #arteperbambini #disegnodivertente #disegnidacoloraremondo
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Sacrifice, Chapter 13
PAIRING: Wanda Maximoff & James Bucky Barnes
"Oh andiamo Natasha! Hai avuto il tuo tempo con Wanda ieri, ora lasciala a me"disse James dal lato opposto della scuola, vicino al cancello.
"Le stavo solo parlando di come sarebbe bello il nostro cartellone appeso nella classe del signor Barton, non sono come la tua ex..."
"Ed io non sono una pallina da ping pong che va avanti e indietro"disse Wanda fingendosi offesa.
"Lo so, tu e Sharon siete molto diverse Natasha. E scusami Wanda, non volevo intendere quello..."
"Sto scherzando tranquillo, non me la sono presa..."disse lei dandogli un leggero colpetto sulle spalle.
Entrambi sorrisero e James provò persino a fermarla ma riuscì solo a prendere la sua mano sinistra fra la sua destra e stringendola di poco.
"Sai che pugni come i tuoi non mi fanno nulla?"
"Io ci provo lo stesso, lasciami provare..."
"Braccio di ferro appena arriviamo a casa?"
"Te lo scordi, ti sei dimenticato che il signor Stark vorrebbe sentirmi domani sul primo capitolo di fisica ed io non ne ho studiato neanche la metà?"
"Ehi, ehi, ehi frena...chi hai come tutor?"
"Il capitano Barnes, ma cosa c'entra con questo?"
"Sono anche il primo della classe di fisica, te ne sei dimenticata?"
"Non me ne sono dimenticata, ti chiedo di muoverti sennò finisco di non dirgli niente a quello..."ma fu zittita dal dito di lui sulla sua bocca.
"Non dire cose cattive che pensi sulla gente, è maleducato..."disse mentre Wanda cercava di togliersi il suo dito da sopra la sua bocca.
"Disse colui che aveva mandato la sua ex fidanzata a fanculo dinanzi a mezza scuola"
"Lì è diverso e mi sono sfogato anche parecchio"
"Non è diverso, sei stato maleducato tu e non io"
"Preferisci camminare oppure vuoi che ti zittisca in un'altra maniera?"
Appena disse quelle parole lei si fermò in mezzo alla folla di studenti che stava uscendo dalla scuola mentre lui si maledisse interamente. Qualcun'altro la poteva facilmente interpretare in una maniera completamente sbagliata, ma non era così e James sapeva di aver fatto la sua prima figura di niente con Wanda, forse il suo subconscio lo stava già prendendo a schiaffi se non fosse per il fatto che non era solo. Certo, c'era un modo per fare questo ma James non si spiegava ancora il perché voleva farlo.
Insomma Wanda era carina, gentile e anche simpatica. Aveva quel sorriso che gli mandava in fumo il cervello e quando la vedeva non aveva abbastanza autocontrollo da potere pensare alla cosa giusta da dire.
"Scusa, non..."
"No, va tutto bene...proseguiamo?"
Lui annuì e per tutto il tragitto non smetteva di pensare alle parole che gli aveva detto. Perché era rimasta ferma? Perché non aveva detto una parola subito? Perché lo guardava come se fosse un pazzo? Da quando in qua James Barnes era nervoso con una ragazza? Beh, da oggi o forse da quando aveva visto per la prima volta Wanda Maximoff.
Certo non che lo fosse stato anche quando di fianco a lui c'era Sharon Carter, ma sappiamo tutti che il rapporto con lei non era dei migliori e per fortuna che è terminato.
"Saremo soli?"sbottò lei e subito si girò a guardarla.
"Si, si certo. Mio padre è in ufficio mentre mia madre ha il turno di mattina all'ospedale"
"Tua madre è un'infermiera? Non me l'avevi detto la volta scorsa che mi accompagnasti a casa"
"Beh...non avevo trovato motivo"
"Mh, okay. E tua sorella?"
"Tornerà a momenti, sperando che non sia arrivata prima"
Arrivarono ad un cancello di legno massiccio, abbastanza grande e messo orizzontalmente e con il mazzo di chiavi James aprì quello piccolo messo di fianco, dello stesso materiale ma messo verticalmente.
"Vivi qui? È tutto così bello ma anche..."
"Troppo eccessivo, lo so. Mi piacerebbe davvero vivere in un bel appartamento di Brooklyn senza tutto questo eccesso ma purtroppo..."
"Beh, sembra che hai davvero tutto ciò di cui hai bisogno..."disse lei mentre lui la faceva entrare nella sua casa.
"È davvero bella"disse lei iniziando a camminare nel grande living.
C'erano due divani bianchi, uno messo a destra delle scale e l'altro alle spalle della sala da pranzo. Di fronte alla porta scorrevole a sinistra, dello studio di suo padre, c'era una poltrona girevole dello stesso colore.
Un camino e di fianco ad esso c'era persino una tv. La sala da pranzo affacciava sulla cucina, da dove proveniva un profumo parecchio invitante.
"James sei tu?"una voce la fece girare dove c'era James e vide, dalla porta della cucina vicino a quella di casa, uscire una donna che a lei sembrava familiare.
"Si, mamma sono qui ma potrei farti la stessa domanda..."disse lui rivolgendo uno sguardo alla sua destra.
"Ho finito prima questa mattina e visto che le tue lamentele sono infinite quando non trovi nulla da mangiare ho pensato di cucinare qualcosa...ma non sei da solo!"disse sua madre vedendo poi Wanda.
Aveva un sorriso timido sulle labbra e le mani giunte, la sua pelle bianca faceva da contrasto al colore che aveva spalmato sulle sue unghie, il nero.
"Salve,sono..."
"La ragazza del burro d'arachidi?"chiese la donna e James, suo figlio, la guardò con un'espressione confusa.
"Esatto, ma all'anagrafe sarei Wanda"
"Già vi conoscete?"chiese James con un sorriso tutto rivolto a Wanda.
"Beh...di vista"disse la castana allargando di poco le braccia.
"L'ho incontrata l'altro ieri al Walmart, avevo chiesto a tuo padre di prendere del burro di arachidi ma come sempre era a telefono. Cosi mi sono sacrificata io e l'ho preso anche per lei..."
"Io direi che è tutta sfortuna, visto che sono bassa..."
"Oh, ma non è vero! Nella botte piccola c'è il vino buono, io sono Winnifred"
"Lei è la ragazza di cui ti parlavo, quella delle ripetizioni..."disse James.
"Si, me lo avevi detto! Ma non avevi accennato al fatto che fosse davvero così bella"
A quella affermazione, un leggero rossore si impossessò delle guance di entrambi, ma soprattutto James che per la prima volta non sapeva cosa fare.
"Beh, grazie signora Barnes"
"Oh, tesoro chiamami Winnifred, tranquilla"
"Va bene...mh, andiamo?"chiese lei infine guardando James.
"Si, ci vediamo dopo..."disse lui e contemporaneamente Wanda prese il suo zaino e insieme a James si diressero al piano di sopra, nella stanza di lui.
Lui aprì la porta e un miscuglio di bianco e nero le saltò subito agli occhi. C'era un'enorme finestra che affacciava sulla strada e messa di fronte ad essa c'era una scrivania, sulla sinistra c'era il suo letto e tanti altri mobiletti sempre sul bianco e sul nero.
"Davvero una bella stanza"disse lei e poggiò la sua borsa sul letto.
"Iniziamo?"chiese lui sorridendole e lei annuì.
Anche stavolta, nel giro di soli due giorni, si ritrovò in una stanza di una persona che aveva conosciuto da poco ma che, chissà per quale motivo, sembrava di conoscere da una vita intera. Era davvero strano, ma nella stranezza generale lei ci trovava qualcosa di bello, anche se non sapeva ancora cosa.
"La cosiddetta scomposizione armonica è un'onda periodica che si può sempre scomporre come combinazione di funzioni sinusoidali..."
"Okay, non dimenticarti di dire che il luogo dei punti in cui l'onda ha la stessa fase e la stessa ampiezza si chiama fronte d'onda. Nel caso bidimensionale è un elemento di famiglia di curve, in caso tridimensionale è un un elemento di famiglia di superfici"
"Okay, sembra facile"disse lei guardando gli appunti presi
"Facile? Credevo che per te fosse arabo"
"Si, ma tu sai spiegarti molto bene..."disse lei alzando lo sguardo.
Lei era seduta con le gambe incrociate sul tappeto bianco e nero della sua stanza, insieme a lui.
Bel modo di fare ripetizioni insieme, giusto? Beh a James non importava molto, visto che in quello stesso istante si trovava con Wanda e qualsiasi posto sarebbe stato perfetto per poter rimanere con lei.
Rimase interdetto, non sapeva cosa rispondere. Se fosse stata un'altra ragazza lui avrebbe trovato subito la risposta adatta ma diciamo che non aveva ancora ben chiaro il motivo per cui non riusciva a dire una sola parola quando si trovava di fronte a lei.
Era strano, non riusciva a spiegarselo.
Solo il tempo gli avrebbe dato le risposte giuste...
"È un complimento?"chiese lui ma Wanda non riuscì a rispondere, interrotta dal bussare della porta di camera.
James fece entrare nella sua stanza una piccola bambina, con dei capelli castani e una maglia rosa sgargiante. Lei corse verso di lui e Wanda guardava la scena parecchio divertita.
"Tu sei Wanda?"la voce piccola di Rebecca la fece sorridere di più e le rispose annuendo.
"Finalmente James si è dato da fare, quella bionda che avevi portato a casa l'altra volta non mi è piaciuta per niente"
Wanda rise e James guardava sua sorella anche lui con un sorriso.
"Ti piace prendere in giro il fratellone?"chiese Wanda alla piccola Rebecca e lei annuì.
"Ehi, io ti sto aiutando! E tu piccolo mostriciattolo, se continui a prendermi in giro non giocherò più con le tue Barbie e i loro mille vestiti"
Gli occhi di Wanda erano fissi sulla scena radiosa e piena di gioia che le si presentava dinanzi agli occhi. Due fratelli che si volevano bene e soprattutto il grande sorriso di James mentre faceva il solletico alla sua sorellina.
Sorriso che forse non avrebbe più scordato, insieme a quegli occhi.
"Okay, okay pace! Sono solo venuta a dirvi che la mamma ha preparato la torta al cioccolato"
"Cioccolato? Sembra essere buona!"disse lei guadagnandosi l'attenzione della piccola Reb.
"Si, il fondente è buonissimo!"disse la piccola scendendo dalle ginocchia di suo fratello.
"Ed anche il mio preferito!"disse Wanda.
"Allora vieni, sarai la giudice della mamma"disse la piccola stendendo la mano di fronte al viso di Wanda e lei si alzò quasi subito.
La seguì fino all'uscio della porta di camera, fin quando non si girò e vide James che la guardava per l'ennesima volta dalla testa ai piedi, estasiato più che mai.
"Tu non scendi?"chiese lei voltandosi e facendo ondeggiare i suoi lunghi capelli castani.
"Si, si...arrivo subito"disse lui tornando alla realtà dopo un lungo sogno ad occhi aperti.
Chi c'era in quel sogno? La stessa persona che avrebbe voluto per tutta la vita. Ma ancora non sapeva che prima di averla per sempre fra le sue braccia, avrebbe dovuto sacrificare qualsiasi cosa, persino se stesso.
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ID: 9 immagini rotonde in un quadrato 3 per 3.
1. Un DVD.
2. Una lattina aperta vista dall'alto.
3. Una palla di gomma bianca con cuori rosa.
4. Vista distorta di un prato con un cielo sereno.
5. Un dado a sei facce, visto da un angolo laterale, a forma di cerchio.
6. Una foto di giocattoli che guardano lo spettatore: Link da Legend of Zelda. Pimpi di Winnie the Pooh. Un mostriciattolo grigio che mostra i denti. Due coniglietti bianchi. Lego Darth Vader. Un coniglio verde con la lingua fuori, il suo occhio sinistro è una X. Un pikmin bianco.
7. Una ciotola di zuppa, con una fetta di carne e verdure.
8. Una palla da discoteca con luce blu e rosa riflessa.
9. Una palla da basket.
Fine ID.
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Memories: Estratti role; memes; moments;
Post del 11/03/2108; Corea del sud; 11/03/2018 ______ “Il cliente da lei chiamato non è al momento raggiungibile, lasciare un messaggio dopo il segnale... ”<<Dove sei? Sono settimane che non ricevo tue notizie. Stai bene…? Vorrei dire tante cose ma… Buon compleanno Averill... >> […] I feel the pages turning I see the candle burning down Before my eyes, before my wild eyes I feel you holding me, tighter I cannot see When will we finally Breathe, breathe, breathe Breathe, breathe, breathe (https://www.youtube.com/watch?v=JQVop3-OOXc)[…] _______________________ Irlanda, 11/03/ 2005 ______ <<Come mai qui tutto solo?>> <<Avevo bisogno di allontanarmi un po’, tutta quella gente cominciava a innervosirmi.>> <<Sono venuti per festeggiare te, fratello. >> <<Non era necessario.>> <<Sai com’è la mamma, no? Ci tiene a festeggiare in grande il suo adorato bambino.>> <<Già.>> Lo aveva raggiunto non appena era riuscita a liberarsi di alcuni di quegli ospiti illustri che si aggiravano alla tenuta. Il compleanno di suo fratello era sempre stata un’occasione speciale per i Broadhurst, e la sua matrigna cercava sempre di superare le aspettative di tutti ad ogni anno che passava. Dopotutto Averill era il primogenito. Il figlio legittimo. Sapeva che suo fratello si sarebbe allontanato appena possibile – non che questa fosse una novità - e aveva colto l’occasione per raggiungerlo.Avery non era mai stato un amante di quelle feste, ma non lo era stata nemmeno lei. Troppo pompose. Troppe persone dai falsi sorrisi. Troppe risate. Troppe invidie. Ma Avery, a differenza sua, sentiva il peso di quegli anni gravare sulla propria persona. Sapeva esattamente che più cresceva più la sua vita sarebbe stata legata per sempre all’eredità di quel cognome così rispettato e rinomato da tutti. E Victoria lo avrebbe sostenuto, sempre. Qualsiasi cosa sarebbe successo, sarebbe stata al suo fianco, come aveva fatto in quegli anni.<<Coraggio, non fare il solito musone. O altrimenti questo lo tengo per me!>>Mostrò con aria soddisfatta il vassoio su cui vi era un cupcake alle fragole. Aveva passato la mattinata in cucina a preparare quel dolcetto per suo fratello. Aveva corso il rischio per lui dal momento che non le era permesso accedere alla cucina se non durante le lezioni di cucina imposte dalla matrigna.<<Volevo prenderti anche un regalo, ma purtroppo non mi fanno mai uscire da sola. >> <<Tu? sola? Ma per favore!>> <<Che vorresti dire, scusa?>> <<Sei un pericolo pubblico, sorellina, lo fanno per… beh, per loro. >> <<EHI!>> <<L’ultima volta che mi sono distratto un secondo hai fatto crollare tutte le scarpe da un intero scaffale. E non ho ancora idea di come tu abbia fatto.>> <<Mi sono appoggiata e… è stato un incidente dai!>> <<E quella volta che hai rischiato di far andare a fuoco la cucina della zia Sarah?>> <<Dai! Avevo solo nove anni e volevo mettere nel forno la torta di fango che… ma perché mi sto giustificando?>> <<Credo abbiano persino messo ovunque un cartello con la tua foto segnaletica con tanto di “tu qui non entri”>> <<…>> <<Ehi! Dovresti essere più femminile, mostriciattolo. Anni di lezioni sul portamento e di galateo e poi hai la delicatezza di un elefante. >> <<Il prossimo pugno arriva dritto in bocca, ti ho avvisato!>>Avery scoppiò in una fragorosa risata, gettando la testa all’indietro, appoggiandosi poi con la fronte sulla spalla della sorella, abbracciandola; e Victoria addolcì lo sguardo, contenta che suo fratello potesse concedersi quei momenti spensierati. Più passavano gli anni e meno sorrideva. Più passavano gli anni e più assumeva il comportamento di loro padre. Freddo, austero, distaccato. Ma mai con lei, per fortuna. Con lei voleva che si comportasse come sempre, come erano soliti fare da bambini. Gli porse il cupcake, e dopo aver acceso la candelina gli chiese di esprimere un desiderio.<<Ah ma allora hai pensato a tutto, persino alla candelina... rosa?>> <<Zitto e soffia!>> <<Fatto!>> <<A cosa hai pensato?>> <<Che tu diventi più bella e intelligente.>> <<Te lo spiaccico in faccia il cupcake, cretino!>> <<Violenta!>> <<Demente!>> <<Teppista!>> […] <<Vic? Che ne dici se ce ne andiamo?>> <<Ma… vuoi davvero…?>> <<Sì! Al diavolo, non posso passare il mio compleanno con la mia sorellina?>> <<Facciamolo!>>E Victoria avrebbe passato quel pomeriggio in compagnia di suo fratello, beandosi dei suoi sorrisi accennati e di quelle risate velate che le avrebbero allietato l’anima. ________________ (Per la gif si ringrazia quella patata di Choi Hyeon Do
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